Danao ed Egitto - Sapienza Misterica

SAPIENZA MISTERICA
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Danao ed Egitto

I racconti mitici
Il mito greco narra che Zeus accoppiandosi con la bella “Io” genera Epafo, che accoppiandosi con la figlia del Nilo, Menfi, genera Libia, che a sua volta accoppiandosi con Poseidone, l’Oceano, genera i gemelli Agenore e Belo. Poseidone, il mare profondo, l’oceano, genera Belo, padre di Egitto e di Danao. Poseidone, nell’isola di Atlantide, si unì a una donna di nome Cleito, che generò cinque coppie di gemelli, dieci in tutto. Poseidone, fece inoltre sgorgare due sorgenti d’acqua l’una calda l’altra fredda. Divisa l’isola in dieci parti, una per ogni figlio, assegnò l’abitazione materna al primo dei figli maggiori il cui nome era Atlante e lo pose sopra agli altri in qualità di re e divise il resto del regno ai nove fratelli. Al gemello di Atlante scrisse Platone, fu assegnata la parte estrema dell’isola verso le Colonne d’Ercole di fronte a quella regione che si chiama oggi Gadirica. Atlante probabilmente era l’appellativo di Belo figlio di Poseidone, che donò la Libia e l’Egitto rispettivamente ai figli Danao ed Egitto, evidente memoria atavica della colonizzazione di quelle terre.
 
Agenore partì per la Fenicia ne divenne re e fu il capostipite di una grande stirpe. Belo ebbe anch’egli due gemelli Danao ed Egitto. Egitto ebbe in sorte l’Arabia e in seguito conquistò la terra d’Egitto. Danao ebbe in sorte la Libia.
 
Figura 1. Le terre e i popoli di Agenore

 
Danao che regnò sulla Libia, rappresenta le terre del Nord-Africa che si affacciavano sul Golfo di Tritone. L’Egitto come terra gemella della Libia, risale a questo evento periodo. Agenore, il Forte, regnò sulla Fenicia, ebbe una sola figlia Europa che doveva essere ritrovata o come terra popolata, ma non dai discendenti di Agenore, giacché i fratelli non la trovarono.
La storia inizia come sempre con una coppia di gemelli, Danao[1] ed Egitto, figli di Belo, il cui nome è una trasformazione del Dio fenicio Baal, il Signore. Gli Egiziani sostennero che Bel, Belo dei Caldei, il Signore degli Abissi, era il discendente di una dinastia di Re-Divini, che abbandonò la terra di Kemi per fondare una colonia Egiziana sulle sponde dell’Eufrate. Non è causale che tutti questi personaggi primordiali abbiano i loro nomi collegati con le acque: Poseidone, l’Oceano, Nilo il grande fiume, e con le nuove terre Libia, Egitto.
Belo divise il suo regno insediando in Libia Danao e in Arabia Egitto, il quale sottomise la terra dei Melampodi e dal proprio nome la chiamò Egitto. A Egitto nacquero 50 figli e a Danao 50 figlie. Malgrado che Belo avesse diviso il suo regno, i due fratelli entrarono in conflitto e si racconta che Danao e le su figlie temessero i figli di Egitto. Su consiglio di Atena, Danao costruì la prima nave per cinquanta rematori. La prima nave a cinquanta remi affidata a Giasone fu costruita per 50 Argonauti, con il legno delle querce di Dodona, da Argo su consiglio di Atena e dal suo costruttore prese il nome. Se entrambi i miti affermano che il vascello era la prima nave allora questa aveva il nome di Argo, Argha, Arca o nave di vita. La quercia di Dodona fu collocata da Atena al centro della chiglia, in modo da occupare l’intera lunghezza della nave. La magica quercia era in grado di avvisare i guidare gli Argonauti.
 
La mitologia greca narra che dopo il secondo Diluvio, l’Arca con Deucalione toccò terra a Dodona, il luogo da cui fu prelevata la trave per guidare la nave Argo.La nave con le Danaidi giunse il paese delle loro origini sulle rive del fiume Inaco ad Argo. L’arrivo delle figlie di Danao, fu portato in scena dal solito Eschilo nelle Supplici[2] che, faceva parte delle vicende legate a Prometeo. Eschilo scrisse altre settantuno opere, ma solamente sette sono rimaste alla posterità. La distruzione delle opere di Eschilo è probabilmente legata all’accusa di aver divulgato argomenti che facevano parte dei sacri Misteri Sabasi e come tali dovevano essere tenuti segreti. Eschilo, spergiurando di non essere mai stato Iniziato a tali Misteri, riuscì a salvare la sua vita, ma non le sue opere.
 
L’inizio della ”X Ode Nemea” di Pindaro, tratta della città di Argo, chiamata la città di Danao.
 
La città di Danao
E le sue 50 figlie sui troni splendenti
Cantate o Grazie,
Di Argo, sede d Era, adatta agli Dèi
 
Eschilo narra che malgrado Belo avesse diviso il suo regno, i due fratelli Egitto e Danao, entrarono ugualmente in conflitto. A Egitto nacquero 50 figli, mentre a Danao 50 figlie. Si racconta, in particolare, che Danao e le su figlie temessero di essere uccise dai figli di Egitto. Su consiglio di Atena, Danao costruì la prima nave per cinquanta rematori. Sappiamo da un altro mito, che la prima nave a cinquanta remi, fu affidata a Giasone, e fu costruita per 50 Argonauti, con il legno delle querce di Dodona[3]. Argo su consiglio di Atena costruì la mitica nave, che dal suo costruttore, prese il suo nome[4]. Se entrambi i miti affermano che il vascello a cinquanta remi, era la prima nave allora questa aveva il nome di Argo, Argha, Arca o Nave o Contenitore della Vita[5] che galleggia sulle acque del Caos. Da quest’Arca, dopo il Diluvio, esce il Creatore di un nuovo ciclo. Eschilo fa predire a Prometeo che: ”Cinquanta in numero torneranno ad Argo”. Cinquanta furono le Figlie di Thespio che Eracle sposò da cui ebbe cinquanta figli. Cinquanta erano le Figlie di Danao che tornarono ad Argo con la nave guidata da Giasone.
Le 50 figlie di Danao, provenivano dalla Libia e non erano ragazze comuni.  “Vengono descritte talvolta come esseri che non avevano voce femminile, che si esercitavano nei giochi con carri guerreschi … si armarono nella guerra contro i cugini, i figli di Egitto. Sono rappresentate come cinquanta Amazzoni, sebbene non siano mai chiamate così”[6].
 
Si armarono per la guerra contro i cugini, i figli di Egitto, o si limitarono ad armare la nave di cui sarebbero state esse stesse le rematrici? Torniamo alla citazione fatta da Pindaro sulle Danaidi: “E le sue 50 figlie sui troni splendenti” . Cinquanta erano i rematori della nave Argo raffigurati seduti. In un mito erano le Danaidi, in un altro gli Argonauti. Cinquanta erano gli Annunaki i figli di An il Cielo, cinquanta i compagni del ciclo epico di Gilgamesh. I Cinquanta figli del Cielo erano anch’essi raffigurati seduti sui troni.
 
Argolide era il nome dato dai Greci alla terra del primo uomo, una terra luminosa, che si trovava a oriente, nella direzione verso cui si era mossa la Vacca Io, pertanto il viaggio della prima nave Argo o Arca verso oriente è il racconto di una migrazione che dalle terre di Atlantide dei figli di Poseidone porta verso oriente verso quegli altopiani del Caucaso perché le pianure dell’est erano ricche d’acqua. Argo è definita la città degli Dèi, la sede di Giunone la regina degli Dèi, colei che mise il mostro Argo dai cento occhi a guardia di IO. Argo, quando riposava, metà occhi erano chiusi, gli altri 50 vegliavano. Nella cosmogonia Indù è il Sorvegliante della Terra. Giunone, nota anche sotto il nome di Era, il Tempo Ciclico, simboleggiava anche l’alimento dei viventi, la vita della natura.
 
Possiamo sorridere della sciocca auto glorificazione degli arcadici, che si dichiaravano “più antichi della luna” (προσέληνοι), e della gente dell’Attica, che dichiarava di essere esistita prima che il sole apparisse in cielo; ma non della loro innegabile antichità[7].
 
Il contrasto fra i tenebrosi figli d’Egitto e le figlie di Danao deve essere visto come un conflitto fra i tenebrosi giganti atlantidei legati al potere materiale e i discendenti di Danao seguaci dell’insegnamento di Atena, la Sapienza Misterica. Una lotta iniziata con la nascita della Quarta Generazione e che doveva finire con la distruzione dell’ultimo lembo di Atlantide, cioè Poseidone.
 
Egitto inviò i suoi figli ad Argo ordinando di non tornare prima di aver punito Danao e le sue figlie. Danao finse di accettare le nozze con i figli d’Egitto. A mezzanotte dopo il matrimonio ciascuna sposa uccise il proprio marito, solo uno sopravvisse: Linceo che aveva rispettato la sua verginità, che fu pertanto risparmiato da Ipermestra. Le restanti 49 figlie gettarono le teste dei loro sposi nelle acque profonde del Lerna che allora scaturì da altrettante teste. Il mito srotola nuovamente i suoi numeri sacri: 50 fanciulle, una tradisce, ne restano 49 e Un solo maschio, Linceo. Danao diede in sposa le sue figlie indicendo dei giochi, che da allora come le olimpiadi si svolgevano ogni quattro anni. I discendenti delle 49 fanciulle presero il nome di Danai.
 
La vittoria riportata sui cugini e persecutori, determinò soltanto quaggiù, sulla terra, un avvenimento terribile; in cielo le lune, che si susseguivano, trionfarono sull’oscurità della notte senza spargimenti di sangue.[8]
 
È molto indicativo, tutta la mitologia greca fa largo uso del numero 50, possiamo affermare che esso è in relazione con la vita della Fenice. Questo numero è formato da sette cicli di sette unità più il numero Uno che rappresenta il Principio: 50 = 7x7 + 1. Per l’insegnamento ebraico, la Fenice vive 1.000 anni, dopo di che accesa una fiamma si autodistrugge per poi rinascere dalle proprie ceneri altri 1.000 anni, fino a 7x7 manifestazioni, dopo di che viene il Giorno del Giudizio. I grandi cicli erano scanditi dal numero 100 (2x50)[9]. I Greci avevano il Grande Anno di 100 mesi.
 
Il numero ripete quello delle cinquanta lune di un ciclo festivo di quattro anni, la metà di un “grande anno”. La seconda metà di esso aveva soltanto quarantanove lune, come anche soltanto quarantanove delle figlie di Danao rimasero Danaidi fedeli. La vittoria riportata sui loro corteggiatori e persecutori determinò soltanto quaggiù, sulla terra, un avvenimento terribile; in cielo le lune che si susseguivano, trionfando sulla oscurità della notte senza spargimento di sangue.[10]
 
Nel Levitico (XXIII, 16) è scritto: “Fino all’indomani del settimo sabato (7x7=49) conterete cinquanta giorni, e voi offrirete un nuovo sacrificio di carne al Signore.” Il settimo sabato è il quarantanovesimo giorno, la fine di un ciclo contato in giorni[11], e solo allora si potranno deporre i vestiti di pelle, cioè i propri corpi, facendo un’offerta della nostra carne o corpo al Signore, ridiventando così puri spiriti nel cinquantesimo giorno[12]. Il numero è legato al grande anno, di cui i cinquanta mesi lunari sono solo un’immagine, al termine del quale avveniva un cataclisma, un rivolgimento planetario, un Diluvio[13]. Il mito delle Danaidi srotola nuovamente i suoi numeri sacri: 50 fanciulle, una tradisce, ne restano 49 e Un solo maschio, Linceo. Il numero è legato al grande anno, di cui i cinquanta mesi lunari sono solo una pallida immagine, al termine del quale avveniva un cataclisma, un rivolgimento planetario, un Diluvio.
 
Il contrasto fra i tenebrosi figli d’Egitto e le figlie di Danao deve essere visto come un conflitto fra i tenebrosi Giganti Atlantidei e i discendenti di Danao seguaci dell’insegnamento di Atena, la Sapienza Misterica, che si concluse con un cataclisma, un Diluvio d’acqua.
 
L’arrivo su una nave, ad Argo delle figlie di Danao, faceva indirettamente parte delle vicende legate a Prometeo[14], poiché Belo era un discendente di IO. Il paese soffriva per una prolungata siccità poiché Poseidone aveva prosciugato tutti i fiumi e tutte le sorgenti. Argo soffriva per una prolungata siccità poiché Poseidone aveva prosciugato tutti i fiumi e tutte le sorgenti. Danao mandò le sue figlie in cerca d’acqua, una di queste scagliò una freccia contro un cervo ma colpì un satiro addormentato che cercò di abusare di lei. Poseidone invocato dalla ragazza lanciò il suo tridente contro il satiro colpendo invece una roccia. Dai tre buchi provocati dal tridente, zampillarono tre fiotti che divennero la sorgente di Lerna che non si prosciuga mai. Argo era senza acqua, le figlie di Danao resero Argo ricca di acque”. Le figlie di Danao sono legate all’elemento acqua. Un ulteriore racconto ci dice che le figlie di Danao, le Manaidi, dopo aver ucciso i loro mariti, furono gettate nel Tartaro[15], dove furono costrette ad attingere continuamente acqua con anfore senza fondo. Cinquanta era il numero delle sacerdotesse della Luna e il loro compito era di fornire acqua al paese.
Una di queste cinquanta vergini[16], mancherà per amore, e ne resteranno quarantanove (7x7). Delle 50 fanciulle, una tradisce, ne restano 49. Ipermestra, la cinquantesima figlia di Danao, non uccise Linceo il marito, perché innamorata.
 
Da questa Argo otterrà regal prosapia ....
Ma un dì germoglierà da tal semenza
nel trar d’arco famoso inclito eroe
che da tal martirio mio mi disciorrà ...
Il tempo e il modo dir di quell’evento
lungo discorso esige[17]
 
Prometeo predice che da una stirpe regale nata ad Argo uscirà il figlio di Io, l’Epafo negro. L’Argo misteriosa non è quella situata in Grecia, ma quella situata in una mistica e Imperitura Terra, esente dagli sconvolgimenti geologici, di nome Arghyavarsha, situata in Oriente.
 
Ipermnestra, l’unica che non uccise il proprio marito Linceo, diede inizio alla dinastia dei re di Argo. Essi generarono Abante, che estese la sua sovranità a tutta la regione di Argo. Il carattere guerresco delle Danaidi si riflette anche su Abante era un guerriero così temibile che riusciva a terrorizzare i nemici anche solo mostrando le proprie armi custodite nel palazzo.
 
Abante ebbe due gemelli: Acrisio e Preto. I due fratelli non si amavano ed erano sempre in lotta fra loro: si narra che i due avessero iniziato a battersi addirittura sin da quando si trovavano ancora nel grembo materno. Preto e Acrisio, si disputarono a lungo il diritto regnare su Argo, sino a quando si giunse alla spartizione del regno: Acrisio ottenne il trono di Argo, mentre Preto ebbe la sovranità di Tirinto. Il re di Argo, Acrisio ebbe come figlia la bella Danae, che avrebbe concepito Perseo, il fondatore di Micene, un’importante e potente città come attestano l’imponente cinta muraria “ciclopica” con la celebre Porta dei Leoni, e i resti dell’abitato, ma questa è un’altra storia.
 
Un ulteriore racconto ci dice che le Danaidi furono gettate nel Tartaro, dove furono costrette ad attingere continuamente acqua con anfore senza fondo. Cinquanta era il numero delle sacerdotesse della Luna e il loro compito era di fornire acqua al paese. Il numero è legato al grande anno, di cui i cinquanta mesi lunari sono solo un’immagine, al termine del quale avveniva un cataclisma, un rivolgimento planetario, un Diluvio.
 
Erodoto narra che furono le figlie di Danao a portare dall’Egitto nel Peloponneso gli insegnamenti degli Iniziati e insegnarli alle donne Pelasgiche. Danae fra gli Ebrei era Dinah, la Sapienza, mascolinizzato in Dan, il custode della Sapienza. Filone il sapiente neoplatonico ebraico, fa di Dan il Serpente della Saggezza. Il contrasto fra i tenebrosi figli d’Egitto e le figlie di Danao deve essere visto come un conflitto fra i tenebrosi giganti atlantidei legati al potere materiale e i discendenti di Danao seguaci dell’insegnamento di Atena, la Sapienza Misterica. Una lotta iniziata con la nascita della Quarta Generazione e che doveva finire con la distruzione dell’ultimo lembo di Atlantide, cioè Poseidone. Quando a Solone i sacerdoti egizi dissero:
 
La vostra città (Atene) distrusse un grande esercito, che insolentemente invadeva un tempo tutta l’Europa e l’Asia, muovendo di fuori dell’Oceano Atlantico. Questo mare era allora navigabile, e aveva un’isola innanzi a quella bocca, che si chiama ... colonne d’Ercole. L’Isola era più grande della Libia e dell’Asia riunite[18], e i navigatori potevano passare da quella ad altre isole, e dalle isole a tutto il continente opposto[19] ... dominavano (gli Atlantiani) le regioni della Libia (il Nord Africa) fino all’Egitto e dell’Europa fino alla Tirrenia (l’Etruria) ... Ma nel tempo successivo, accaduti grandi terremoti e inondazioni, nello spazio di un giorno e di una notte tremenda, tutti i vostri guerrieri sprofondarono insieme dentro terra, e similmente scomparve l’isola Atlantide.[20]
 
La colonizzazione della Grecia è assai più antica di quanto non venga affermato dalla storia ufficiale e una colonia detta degli Ateniesi, si scontrò con Atlantide prima dell’ultimo diluvio. Platone scrisse di questa guerra, mentre gli storici ufficiali l’hanno liquidata sulla base della convinzione che la civiltà greca non sia così antica; si sbagliano, la “Grecia classica” che loro hanno in mente fu un'espressione più tarda di quella cultura, non la prima. La Grecia primordiale esisteva prima degli ultimi cataclismi che sommersero Atlantide.
I Greci cui si riferivano i sacerdoti egizi erano gli antichi Pelasgi, i colonizzatori di Creta con il loro mitico fondatore Minosse, non i Greci dell’epoca di Solone. Il termine Pelasgi fu usato per indicare gli abitanti pre-ellenici della Grecia: i Pelasgi adottarono il nome di Danai, quando Danao con le sue 50 figlie giunsero ad Argo. Pertanto i Greci o almeno una parte di essi, anticamente erano chiamati Danai, discendenti di Danao.
I Danai lasciarono il nord africa, colonia di Atlantide, per insediarsi in Asia Minore, in Grecia e nelle isole dell’Egeo. Per molti anni il Mediterraneo era stato nelle mani di numerose piccole nazioni, per la maggior parte Etruschi o Akkadiani, ma l’imperatore di Poseidone decise di invadere il Mediterraneo attaccandole con un grande esercito e una grossa flotta. Tutte le piccole nazioni a partire dalla costa occidentale africana furono sconfitte e sottomesse. Contro l’alleanza fra Danai, Etruschi e Egizi-Ariani, l’imperatore di Poseidone mosse guerra con le sue navi, per assoggettarli.
 
... Costretta a combattere da sola per la defezione di altri, affrontati gli estremi pericoli ... liberò generosamente tutti gli altri, quanti abitano (compresi gli Egiziani che parlavano con Solone) di qua dalle colonne d’Ercole.[21]
 
Da quanto riferiscono a Solone i sacerdoti egizi, solo i Danai con la loro piccola flotta distrussero le ambizioni dei tenebrosi figli d’Egitto. I marinai Pelasgi con una piccola flotta attaccarono gli Atlantidei e li sconfissero liberando così il Mediterraneo dalla potenza di Poseidone. La vittoria dei Pelasgi rafforzò la loro condizione di predominio sulle coste, dove furono fondate parecchie colonie. A questo fatto si riferivano i sacerdoti Egizi le cui notizie le attinsero dagli archivi sacri.
Nel 9.564 a.C. un terribile maremoto prodotto dalla sommersione di Poseidone distrusse le città costiere del Mediterraneo e il Mare del Gobi e il Mare Tritone divennero l’attuale deserto del Gobi e deserto del Sahara. Diodoro Siculo scrisse che il Mare di Tritone fu svuotato di tutte le sue acque in una sola notte, in seguito ad un cataclisma che scrollò le colonne d’Ercole, distrusse l’isola che stava oltre ad esse (Poseidone) e fece innalzare il livello del mare Mediterraneo in modo impressionante.
 
[1] Danao deriva da Danae che significa Terra Arida. Zeus l’Etere feconda Danae, la Terra Arida rendendola fertile.
[2] Eschilo ambientò le Supplici in un’epoca remotissima, quando l’Ellade si chiamava Pelasgia. La seconda opera della Trilogia, Gli Egizi, e la terza, Le Danaidi, unitamente ad altre settantuno, furono perdute e solamente sette opere sono rimaste alla posterità. La distruzione delle opere di Eschilo è probabilmente legata all’accusa di aver divulgato argomenti che facevano parte dei sacri Misteri e come tali dovevano essere tenuti segreti. Eschilo riuscì a salvare la sua vita, ma non le sue opere.
[3] Dodona e le sue querce sono citate nel Prometeo Incatenato.
[4] Secondo un altro mito le Cinquanta Figlie di Danao tornarono ad Argo con la nave Argo guidata da Giasone.
[5]L’Arghya era pure la Navis dei Misteri, un vaso di forma oblunga, a forma di falce lunare. Io dai corni lunari è il simbolo del potere generativo della Luna.
[6] K. Keréniy, Gli Dei e gli Eroi della Grecia, 2, p.50. Garzanti Editore.
[7] H.P. Blavatsky, Antropogenesi.
[8] K. Kerényi, Gli Dèi e gli Eroi della Grecia: Danao e le sue figlie.
[9] La vita del nostro sistema solare è calcolata dal calendario di Asuramaya con i 100 Anni di Brahma.
[10] K. Kerényi, gli Dei della Grecia 2, p. 50, ed. Garzanti.
[11] Chiaramente il giorno è riferito al periodo di esistenza di un gruppo razziale, o di una sottorazza. I giorni della creazione della Genesi sono riferiti all’esistenza di mondi, di sistemi planetari e non sono formati dalle nostre ventiquattro ore.
[12] Nel cinquantesimo giorno è celato il segreto del Giubileo, il Ritorno al centro, al Signore.
[13] All’interno di questo grande ciclo i conteggi erano fatti in base al numero 60, i minuti, i sottomultipli delle ore della creazione.
[14] Narrato nelle Supplici.
[15] La profondità dell’oceano.
[16] Si ripete lo schema mitico delle cinquanta Thespiadi.
[17] H.P.B., Antropogenesi, V, p.238.
[18] Soltanto delle menti ostinate a negare tutto, soprattutto l’evidenza, possono ostinarsi a distorcere secondo il ritmo della loro digestione, le parole di Platone, riducendo una grande nazione a un’isoletta in mezzo al Mar mediterraneo.
[19] Platone chiarisce senza ombra di dubbio che l’isola era fra due continenti, di cui uno a oriente delle colonne d’Ercole.
[20] Platone, Timeo, 24, 25.   
[21] Platone, Timeo, 25.
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