Notre Dame de Amiens
L'impronta templare nel Gotico primitivo

LA PIÙ GRANDE CATTEDRALE GOTICA DI FRANCIA
La Cattedrale di Amiens costruita nel cuore della Piccardia è la più grande delle cattedrali gotiche francesi, con la volta che si spinge verso il cielo fino a toccare 42,5 metri in altezza. La cattedrale d’Amiens, come scrive Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc (Dict., II, p. 330) è la chiesa ogivale per eccellenza. La cattedrale coprendo una superficie di 7700 mq è anche la più vasta delle chiese francesi.
FIGURA 1. NOTRE-DAME DI AMIENS EUGÈNE VIOLLET-LE-DUC E IL SUO MONOGRAMMA
La Cattedrale gotica di Amiens prende forma dopo l’arrivo dell’aristocratico vescovo Evrard de Fouilloy, che aveva legami di parentela con l’alta nobiltà ed era determinato a fare della sua sede una delle più illustri di Francia. Com'era fin troppo usuale all’epoca, un incendio avvenuto nel 1218 distrusse la cattedrale in stile gotico consacrata nel 1152 sotto la protezione della Madonna, sorta sulla preesistente chiesa romanica di San Firmino. Osserviamo che casualmente, tutte le cattedrali gotiche sono state costruite dopo un incendio che aveva distrutto l’edificio presedente. Come indicato sulla lapide sepolcrale del vescovo, i lavori di ricostruzione furono iniziati intorno al 1220 e la navata fu completata intorno al 1245. Contrariamente alla consuetudine i lavori furono iniziati dalla parte frontale, di modo che la facciata fu la prima a essere conclusa, nel 1236. Dopo alcuni anni in cui i lavori precedettero a ritmo lento, la costruzione riprese con celerità: nel 1247 il braccio settentrionale del transetto era terminato, nel 1258 le cappelle dell’abside e, nel 1269, la volta dell’incrocio del transetto. La maggior parte di questa porzione dell’edificio, compreso il transetto, è stata completata nel 1288.
Robert de Luzarches fu il Maestro d’Opera dal 1220 fino al 1228. II suo nome appariva, assieme a quello di Thomas de Cormont e del figlio Regnault de Cormont, suoi successori nella direzione dei lavori, in un’iscrizione situata al centro del labirinto costruito nella navata centrale, simile a quelli di Reims e Chartres. Il labirinto è stato terminato nel 1288.
Infine, nel 1279 fu finalmente possibile procedere alla traslazione delle reliquie di San Firmino cui è dedicato il portale ovest di sinistra. Durante questo pe-riodo, il progetto originale di Luzarches subì alcune notevoli modifiche. La facciata fu arricchita di un ciclo scultoreo più imponente del previsto; fu aumentata l’altezza delle volte, che raggiunse i 42,30 metri, supe-rando qualsiasi altra cattedrale francese.
FIGURA 2. FACCIATA OVEST CATTEDRALE NOTRE-DAME DI AMIENS
La Rivoluzione francese ha danneggiato l’edificio, che ha subito solo restauri minori. L’accesso e l'uscita dall'edificio sono resi possibili dalla presenza di nove portali, tre per ogni facciata (oltre alla principale, si contano due facciate minori in corrispondenza della navata trasversale). Nella parte inferiore della facciata, in corrispondenza con la navata principale e con quelle laterali, si aprono tre portali strombati con ghimberga.
Fulcanelli osserva che è rilevabile una forte affinità nella decorazione del portale del Salvatore di Notre-Dame di Amiens con quello di Notre-Dame di Parigi. Altri simboli alchemici si rilevano nei rilievi che decorano il portale di sinistra o settentrionale, detto di San Firmino. A trenta metri di altezza sopra il rosone della facciata ovest e la parte superiore della torre nord vi è la galleria con 22 Re, restaurata nel 1849 Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc.
FIGURA 3. NOTRE-DAME DI AMIENS - FACCIATA OVEST GALLERIA DEI RE
Notre-Dame di Amiens ha una galleria con 22 Re, la cattedrale di Reims ha una galleria con 56 Re, Notre-Dame di Parigi 28 Re, Notre-Dame di Chartres nella facciata ovest 16 Re, nella facciata Sud ha 18 re. La regalità totale delle due gallerie di Chartres è di 16+18=34 statue. Tutti questi Re sono individuati exotericamente come Re di Giuda e re di Francia. Il tema dei Re è tanto importante a Chartres che è rappresentato anche nella vetrata di St. Chéron dei “scultori donatori e tagliatori di pietra” che mostra all’opera l’apprendista e il maestro scultore nella realizzazione di statue dei Re poste obliquamente al suolo su un lato e su una pietra squadrata sull’altro.
I 22 Re ad Amiens sono divisi in tre gruppi. Al centro Otto Re sotto una grande Rosa con 8 petali: domina il numero otto, il numero dell’equilibrio del quadrato del bene e del quadrato del male. Ai lati due gruppi di Cinque statue in totale 2x5, numero che rappresenta la parte spirituale e materiale dell’uomo. Infine Quattro statue isolate che dividono e contengono i tre gruppi. Nel Sepher Yetzirah (il Libro della Formazione), il numero 22 indica i 22 “suoni” tramite cui Elohim crea il mondo. Il numero 22 è anche una particolare Tetrade di proporzione geometrica decrescente(1): 14+23+32+41=22. Il lato Ovest dove sono rappresentati i Re, è quello in cui tramonta il Sole, ed è associato alla morte e l’inizio del viaggio verso la luce, da questo lato entrano i fedeli nel tempio. Il rosone della facciata Ovest con Otto grandi petali suddivisi in quattro per un totale di 32 petali, misura 40’ piedi di diametro. Il piede di Amiens è quello parigino di 0,32484 m, pollice 1/12 di piede 0,02707m. il numero otto è mostrato nella parte centrale della facciata principale con otto Re e otto grandi petali della Rosa Ovest detta Rosa del Mare o della Madre. Sotto la galleria con 8 Re, vi sono 4 grandi lance bifore che contengono due monofore, in totale monofore. Conteggiando anche le lance sotto le torri, si hanno 8 bifore e 16 monofore. Il numero dei petali della Rosa d’occidente è 4x8=32. I due numeri pari all’interno della Decade che generano 32 sono il 4 e l’8, che formano un rettangolo con rapporto tra i lati 4/8=1/2, l’ottava musicale. Nel Sepher Yetzirah, Elohim crea mediante le 10 Sephiroth e le 22 consonanti dell’alfabeto ebraico, 32 in tutto. La Creazione, così com’è descritta nel primo capitolo del Genesi, contiene esattamente 32 volte il nome Elohim. La Rosa del mare ha un diametro di 40 piedi. Quaranta giorni, settimane, mesi, anni, si ritrovano spesso nel calcolo di un ciclo temporale. Quaranta settimane (40x7 giorni) occorrono per il concepimento del bambino. Quaranta è il numero dell’attesa (quarantena) nell’oscurità, ma anche della purificazione necessaria a iniziare una nuova vita.
La storia della salvezza biblica è contrassegnata da questo numero. Mosè per 40 anni dimorò in Egitto, e dopo aver ucciso un egiziano, fuggì nel deserto di Madian, dove rimase con Jethro durante 40 anni. Visse per altri 40 anni. Restò per 40 giorni e 40 notti sulla vetta del monte Sinai, prima di ricevere le Due Tavole della Legge. Elia camminò 40 giorni e 40 notti prima di raggiungere il monte Horeb. Dopo aver digiunato per 40 giorni prima di iniziare il suo ministero pubblico e rimase 40 giorni sul monte Carmelo (1 K 19,8). Elia era stato giudice d’Israele per 40 anni. Saul regna 40 anni, Davide anche (II Samuele 5, 4); lo stesso vale per Salomone; Gesù svolge la sua predicazione per 40 mesi, e appare poi ai suoi discepoli nei quaranta giorni che precedono l’Ascensione (Atti degli Apostoli 1, 3); Il Vangelo di Matteo (2, 13), riferisce che “Egli, dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, finalmente ebbe fame”. Infine per 40 ore rimase nel sepolcro come morto. La Quaresima è un periodo di penitenza e preghiera lungo quaranta giorni. Occorre ricordare che sia Buddha sia Maometto iniziarono la loro predicazione all’età di quaranta anni. Sul pilastro del portale centrale appare la famosa statua di Cristo in atteggiamento maestoso, popolarmente conosciuta come Beau Dieu, e nel timpano superiore la scena del Giudizio universale. Cristo è vestito con la lunga tunica e il mantello; tiene il libro con la mano sinistra e benedice da destra; i suoi piedi schiacciano la testa del drago. Scrive Viollet-le-Duc che questa scultura è trattata come le teste greche, chiamate Aeginetic: la stessa semplicità di modellazione, la stessa purezza dei contorni, la stessa esecuzione ampia e raffinata allo stesso tempo. Una miscela di dolcezza e fermezza; gravità senza tristezza.
II portale destro descrive la vita della Beata Vergine, quella della porta destra del volto occidentale della Madonna di Amiens, risale all’inizio del XIII secolo. La statua più popolare tra tutte è la Vierge Dorée, situata nel portale sul fianco meridionale che si apre alla testata del transetto, opera della fine del XIII secolo. La statua della Vierge Dorée risponde appieno alla tendenza di umanizzare la figura di Maria, accentuando il carattere materno.
FIGURA 4. NOTRE-DAME DI AMIENS - BEAU DIEU – LA VERGINE DIVINA E LA VIERGE DORÉE
La prima Madre è seria, estende la mano in segno di concessione di una grazia. Il bambino benedetto; la sua posa è, come quella della madre, calma e dignitosa. La seconda Madre è umana e materna e rivolge al bambino il suo sorriso. La prima rappresentazione ha l’aspetto di una divinità; lei riceve l'omaggio e sembra rispondere; con il suo piede destro schiaccia la testa del drago con la testa di una donna, e sul piedistallo che la sostiene, sono rappresentate la nascita di Eva e la caduta di Adamo. La seconda rappresentazione che risale alla fine alla fine del XIII secolo è un’affascinante madre che sembra non avere altra cura che accarezzare il bambino sul suo braccio. Ai lati del portale Centrale dove è rappresentato il Salvatore, vi sono sei nicchie, in basso sul lato nord, a sinistra, vi è un albero rigoglioso, che reca due enormi frutti. Seguono, dal basso verso l’alto, cinque figure femminili che recano in mano, sollevati, dei recipienti di varie fogge e misure: sono vasi, calici. Dall’altro lato verso sud la situazione si capovolge: le cinque figurine femminili recano dei calici o dei vasi che sono tutti rivolti verso il basso, svuotati, e l’albero alla base ha i rami dritti e spogli. In totale si hanno 2x5=10 figure femminili. Dieci è il numero dell’Uomo Celeste e anche il doppio pentagono Spirito e Materia.
L’iconografia del calice sollevato, e abbassato, ricorda i due portatori di fiaccole (dadofori), nel culto di Mitra, rappresentati sempre uno con la torcia sollevata (luce che sorge, alba) e l’altro con la torcia abbassata (luce che si spegne, tramonto). La coppa, o vaso, è simbolo il femminile della generazione e del contenitore della vita(2).
FIGURA 5. PORTALE PRINCIPALE - FIGURE FEMMINILI CON COPPE
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(1) Proprio come per il numero chiave del ciclo o Yuga: 432, cioè decrescente.
(2) http://www.angolohermes.com/Speciali/Francia/Amiens/Cattedrale.html.
DIMENSIONAMENTO DELLA PLANIMETRIA
Il modello segue i canoni stabiliti a Chartres, con tre navate sia nella parte frontale sia nel transetto, e un'ampia abside divisa in quattro settori. Il deambulatorio, doppio ai lati ma semplice nel tratto curvo, immette in sette cappelle radiali. All'interno, le pareti sono suddivise verticalmente in tre livelli, archi, trifore e finestre, con la particolarità che la parte di sfondo del triforio, generalmente chiusa, qui adotta la struttura a vetrata. Quando si progetta di costruire un luogo sacro per prima cosa si determina uno spazio quadrato che indica il modulo geometrico della cattedrale, cioè la larghezza della navata e del transetto. Nella cattedrale di Amiens il modulo geometrico è pressoché un Quadrato, di 14,60x14,25 m cioè un rapporto uguale a 0,98, pressoché uno cioè un modulo 1/1.
Il valor medio ideale di questo quadrato è 14,40 m che rapportato in piedi e pollici parigini, fornisce 44’4” (14,29296+0,10828=14,4 m), che è uguale al lato del modulo riferito alla navata trovato in piedi champagne nella cattedrale di Troyes, l’uguaglianza è nel numero di piedi, ma non le dimensioni effettive. Il piede di Amiens è quello parigino di 0,32484 m, pollice 1/12 di piede 0,02707 m. Il piede champagne è uguale a quello internazionale inglese di 0,3048 m.
Prendendo come riferimento il modulo approssimato a quadrato di lato 44’4”, lo s’inscriva in un cerchio il cui diametro è la diagonale del quadrato cioè radice di due volte il lato: 44’4”x√2= 123’4”/2. Vi è un celato riferimento ai quattro numeri della Tetractis.
FIGURA 6. IL QUADRATO 88’8”
Sette circonferenze impongono la lunghezza assiale della cattedrale dai gradini fino all’esterno della cappella centrale. Tre cerchi impongono la lunghezza trasversale fino ai gradini delle porte Nord e Sud. La somma delle circonferenze longitudinali trasversale è 3+7=10, la Decade, l’Uomo Celeste.
FIGURA 7. IL DIECI, L’UOMO CELESTE, NELLA PLANIMETRIA DELLA CATTEDRALE
I due cerchi assiali tangenti a quello centrale del modulo determinano la posizione verso Ovest del centro del labirinto, verso Est l’ingresso dell’abside. Il modulo costruttivo della cattedrale è l’unità direttiva di base della costruzione che organizza, ordina e armonizza in perfetto accordo simbolico strutturale i punti nodali della pianta. I Maestri d’Opera partendo da questa unità l’hanno fatta cresce in modo aureo, cioè amplificata di φ=1,618, creando un quadrato che è in rapporto aureo con il quadrato del modulo costruttivo.
FIGURA 8. IL QUADRATO AUREO RISPETTO AL MODULO COSTRUTTIVO
Il dimensionamento orizzontale della cattedrale è stato fatto “ad quadratum”, due quadrati “aurei” determinano la larghezza costruttiva delle tre navate; tre quadrati per la larghezza costruttiva del transetto; tre quadrati all’ingresso al coro; cinque quadrati alla fine del coro; sei quadrati per la cappella centrale.
FIGURA 9. DIMENSIONAMENTO PLANIMETRICO AD QUADRATUM AMIENS
La distanza dal portale ovest alla porta del coro è di 220’ piedi; la larghezza della cappella assiale di fronte al coro è di 22’ piedi. Ventidue per la cabala sono le lettere della creazione, Elohim crea usando 22 “suoni” dalle cui diverse combinazioni ha origine il molteplice. Per Valentino, lo Gnostico, la generazione comprende 22 Eoni. Il numero 220 esprimibile 10x22 è la somma dei primi 10 numeri triangolari. Per questo motivo la porta dell’inizio del coro è spostata di 2 piedi e 10 pollici. Per passare dalla navata al coro occorre salire Quattro gradini con un dislivello di Tre piedi, sommando i due numeri 4+3=7, si ottiene il numero del mistero.
FIGURA 10. PLANIMETRIA E MODULO 1/1 DELLA CATTEDRALE NOTRE-DAME DI AMIENS
Il portale principale sul lato ovest ha una profondità di 17’; la riduzione del numero diciassette dà otto: 17=1+7=8. L’otto è due volte 4 ed è quindi un numero che rivela l’interesse per la materia, ma all’interno di un equilibrio tra l’ordine terrestre e quello e quello celeste. Il 17° numero triangolare è 153, il numero dei pesci della pesca miracolosa di Gesù. Il numero 17, inviso ai Pitagorici, si pone come un ostacolo e spezza la proporzione di uno e un ottavo in intervalli disuguali.
FIGURA 11. NOTRE-DAME DI AMIENS MISURE PORTALI
Il portale centrale ha una larghezza di 35’ generato dal prodotto 5x7, il cinque numero dell’uomo e il sette numero del mistero, la cui somma fornisce l’otto. I portali laterali presentano una larghezza di 19’, questo numero è l’ottavo numero primo (escludendo l’uno). I numeri primi sono incomposti, cioè non si possono scomporre, sono numeri incorruttibili La profondità è 14’, cioè due volte sette, sette cieli superiori e sette cieli inferiori, le sette virtù e i sette peccati, Osiride fu dilaniato in 14 pezzi che furono dispersi.
FIGURA 12. NOTRE-DAME DI AMIENS MISURE CAPPELLE DEL CORO
Dietro il coro vi sono 7 cappelle i cui pilastri distano tra loro 15’ profondità 19’ e le cui basi hanno un diametro di 7’ 6”. Quindici è il Quinto numero triangolare la Pentactide, dodici punti disposti attorno alla Triade Divina: 12+3.
Nella cattedrale ci sono 126 pilastri o colonne, il diametro dei pilastri isolati è 4’ 2” la circonferenza è di 12’ 6”, piedi e pollici stanno nel rapporto 2:1, i numeri sono 6 e 12, cioè due volte sei. Le 126 colonne sono una coppia di 63, un numero spirituale rettangolare, il prodotto di due numeri dispari all’interno della Decade 7x9=63. Il numero 63 compare in un gioco molto famoso, quello dell’Oca. Secondo Eliphas Lévy (La chiave dei grandi Misteri) nel gioco dell’Oca si può leggere una trasposizione dei Tarocchi. Fulcanelli scrive che il Gioco dell’Oca è un labirinto popolare dell’Arte sacra e una raccolta dei principali geroglifici della Grande Opera. Una zampa d’oca, il Pédaque, era la firma degli Enfants de maître Jacques una confraternita, quella dei Compagnos du Devoir, costruttori medievali al tempo dell’edificazione delle grandi cattedrali gotiche, meglio conosciuti come Jars, il maschio dell’oca. I più alti pilastri raggiungono un’altezza di 108’ piedi, cioè 3x36, numero legato alla limitazione della divinità nella forma. I pilastri nella cattedrale di Reims raggiungono 89 piedi, mentre a Chartres i pilastri raggiungono un’altezza di 75 piedi pari a 10 volte il loro spessore.
DIMENSIONAMENTO DELL’ALZATA
Il modulo è l’unità direttiva di base della costruzione che organizza, ordina e armonizza in perfetto accordo simbolico strutturale non solo i punti nodali della pianta (le colonne) ma anche il ritmo dell’alzata.
FIGURA 13. SCHEMA GENERALE PER DIMENSIONARE LE SUPERFICI
La cattedrale di Amiens è stata costruita prendendo come riferimento il lato della navata principale di 14,60 metri, corrispondenti a 45’ piedi. Ad Amiens è stato utilizzato il modulo quadrato riferito al lato della navata di 45’.
L’altezza alla chiave di volta è 132’, aggiungendo 3 piedi si ottiene 135’ l’altezza sino alla copertura della navata cioè 3x45’, aggiungendo un altro modulo si ottiene l’altezza del tetto 135+45=180’. Quattro moduli quadrati di 45’ determinano l’altezza del tetto, Tre moduli per l’altezza della navata. Un quadrato racchiude i limiti della cattedrale, compresi i doccioni o gargouille. L’inclinazione del tetto è data da un triangolo isoscele che è la metà di un quadrato ruotato di 45°, con la diagonale che prende gli estremi della struttura. La navata è sormontata da un tetto a sezione triangolo equilatero, la cui altezza è i 6/7 del modulo. Il baricentro del triangolo(3) coincide con un vertice del quadrato precedente, cioè ruotato di 45°.
FIGURA 14. SCHEMA ELEVAZIONE Coro IN FUNZIONE DELL’ARMONIA PENTAGONALE NOTRE-DAME DI AMIENS
L’alzata della cattedrale è poi suddivisa in spazi armonici sotto la legge dei numeri aurei. Ricordiamo che il Maestro d’Opera ha a sua disposizione tre strumenti, la corda divisa in 12 parti con 13 nodi, la squadra a lati interni non paralleli, e la canna o bastone suddiviso in base ai lati aurei del Pentagono e della Stella a Cinque punte. Il lato del Pentagono è preso come riferimento e fatto coincidere con il lato del modulo che è uguale all’interasse di una coppia di colonne dell’alzata della navata che in questo caso è uguale alla distanza tra gli assi delle colonne della navata principale. Il primo pentagono ha come lato di base l’interasse delle colonne e come vertice superiore il centro del secondo modulo quadrato; disegnando un secondo pentagono il cui lato di base coincide con vertice del primo pentagono si verifica che il vertice coincide con quello dell’ogiva; si è così giunti alla massima altezza della navata. Le linee orizzontali tracciate per i vertici dei pentagoni individuano l’altezza delle colonne della navata nella parte inferiore e in quella superiore l’altezza delle colonne delle bifore. A metà altezza della navata sono situate le basi delle colonne delle bifore del triforio. Quest’altezza è determinata dl vertice del primo pentagono. Viollet-le-Duc, nel “Dizionario ragionato di architettura dall’XI al XVI secolo”, Proporzioni, chiarisce: Abbiamo spiegato come le proporzioni delle cattedrali di Parigi e Amiens erano state stabilite con i triangoli egiziani ed equilateri. Infatti, il triangolo isoscele è raramente accettato come un principio di proporzione negli edifici del periodo gotico.
FIGURA 15. SCHEMA ELEVAZIONE IN FUNZIONE TRIANGOLARE NOTRE-DAME DI AMIENS
Per comprendere quanto afferma Viollet-le-Duc si prende in esame la sezione del coro e si possono tracciare due tipi di triangoli, quello equilatero e quello egiziano (tratteggiato) di base otto e altezza 5, cioè con rapporto 8/5. Un’altra conferma di questo schema nelle cattedrali gotiche ci è data da Cesare Cesariano nel 1521 precisa che la sua elevazione (Duomo di Milano) poté essere effettuata con l’aiuto di triangoli e che fu applicata la “symmetria germanica” vale a dire il metodo gotico. Cesariano applicò gli insegnamenti dell’architetto romano Pollione Vitruvio. Questa simmetria, che insieme al metodo quadrato avrebbe costituito il segreto delle costruzioni delle cattedrali, era in realtà il metodo più semplice per garantire la corrispondenza dell’esecuzione al disegno e nello stesso tempo incorporava nella costruzione una forma ritenuta di origine divina. Il dimensionamento degli elementi che compongono l’alzata è scandito dall’armonia pitagorica musicale. L’altezza alla chiave di volta della navata vista in sezione può essere considerata come una corda che può vibrare. Questa corda presa come fondamentale 1/1 genera l’Unisono. L’altezza è assunta come lunghezza di corda dell’Unisono, metà altezza è un’ottava.
FIGURA 16. DIMENSIONAMENTO ALZATA NAVATA IN BASE ALL’ARMONIA MUSICALE
Il successivo dimensionamento degli elementi che compongono l’alzata è scandito dall’armonia pitagorica musicale. L’altezza della chiave di volta della navata (di tre moduli) è assunta come lunghezza di corda dell’Unisono, metà altezza è un’ottava. Utilizzando la scala musicale pitagorica naturale ideata da Archita di Taranto, si verifica che le sette note generate con l’Unisono si hanno come lunghezza di corda la distanza misurata dal basso, cioè dal pavimento. Precisamente:
- L’altezza dei rosoni del cleristorio rispetto all’altezza alla chiave di volta è 8/9 RE; quella delle colonnine delle bifore sotto il capitello è 4/5 RE;
- L’altezza delle colonne fra due bifore è 3/4 FA;
- L’altezza della fascia inferiore delle colonnette del cleristorio è 2/3 SOL;
- L’altezza dei rosoni del triforio è 3/5 LA;
- L’altezza della fascia inferiore delle colonnine del triforio è 8/15 SI;
- L’altezza della base del triforio è 1/2 DO’.
- Le successive sette note generate dalla seconda ottava più acuta rispetto alla prima, vibrano nella parte bassa della cattedrale dove si dispongono i devoti.
FIGURA 17. SCHEMA ELEVAZIONE IN FUNZIONE DELL’ARMONIA MUSICALE NOTRE-DAME DI AMIENS
Non deve essere sottovalutata la tesi che le cattedrali siano state progettate sui rapporti musicali pitagorici, e che le colonne siano sotto tensione come le corde di uno strumento musicale. Le Cattedrali gotiche con le loro massicce e alte colonne, raccolte in fasci, lungo i cui assi si scarica tutto il peso della costruzione, tanto che i pilastri dove tale peso scende risuonano se percossi. Il senso dello spazio e il sapore della luce che fluiscono all’interno sono ulteriormente amplificati dalle semplici, severe linee dei pilastri e pilastrini che reggono gli archi gotici e la volta gloriosa. L’80% delle pareti sono formate da finestre con ampie vetrate e rosoni di vetro, capaci di catturare la luce in modo invidiabile. In questa cattedrale si apprezza con stupore la qualità misteriosa della luce che sembra squarciare le pareti attraverso le grandi vetrate. La sua altezza è di ben 42,30 m (rispetto a c. 37 m di Chartres e c. 38 m a Reims) sotto la chiave di volta. L’intero pavimento fu restaurato dall’architetto Viollet-le-Duc che lo rifece identico all’originale, si vede la Linea Sacra (linea nera al centro del pavimento), orientata verso il punto in cui sorge il sole il 21 dicembre, al solstizio d’inverno. A Chartres la Linea Sacra è diretta verso il punto in cui sorge il sole il 21 giugno, il solstizio estivo. Il labirinto sul pavimento della navata presenta una freccia che indica il nord, o piuttosto una direttrice orientale ruotata di 22° rispetto all’asse della cattedrale, la Linea Sacra che non è diretta verso l’Est ma verso il punto dove sorge il sole il 21 dicembre.
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(3) Posto a 1/3 dell’altezza del triangolo.
UN LUOGO MISTERICO
Sulla facciata ovest della cattedrale, in alto a sinistra rispetto al portale principale in un cerchio floreale vi è un fiore a Cinque petali simili a cerchi l’unione dei petali sigillata da un drago. In definitiva cinque petali, cinque draghi. Il numero cinque è riferito all’uomo. I vertici del fiore formano un pentagono col vertice rivolto verso l’alto. Altri fiori a cinque petali compongono una cornice esterna. Sotto i cinque draghi abbiamo l’albero rigoglioso e cinque giovani donne che portano coppe e vasi rivolti verso l’alto.
FIGURA 18. LATO SINISTRO PORTALE CENTRALE OVEST FIORE CON CINQUE DRAGHI
Viollett-le-Duc c’informa che sotto la galleria dei Re e sopra i tre portici vi è una terrazza come a Notre-Dame di Parigi, e una galleria inferiore di servizio coperta. Nel porticato della galleria inferiore sulle arcate si trovano sculture tra cui quella di un drago basilisco che scende dall’aspetto potente. Il candidato all’iniziazione deve affrontare le terribili prove terrene, identificate metaforicamente con “il Drago-Basilisco”.
FIGURA 19. GALLERIA SUPERIORE INFERIORE DRAGO BASILISCO
All’interno della cattedrale fu seppellito il vescovo Evrard de Fouilloy (1211-1222) colui che volle fortemente costruire questo tempio e a porre la prima pietra. È sepolto sotto una magnifica tomba in bronzo. Il vescovo è effigiato sul coperchio del sarcofago con volto sereno, e con due draghi intrecciati ai piedi invece dei soliti due leoni o due cani. Il significato misterico di tale rappresentazione è egli equilibrò la forza duale. Inoltre ha la mano destra chiusa a pugno sul cuore col dito rivolto pollice verso l’alto, anziché l’indice, come usualmente è raffigurato San Giovanni Battista. Senza dubbio questa è la magnifica tomba di un Iniziato ai sacri Misteri.
FIGURA 20. TEMI MISTERICI SUL SARCOFAGO DEL VESCOVO EVRARD DE FOUILLOY
La cattedrale di Amiens conserva ancora quasi tutta la sua pavimentazione del XIII secolo, che consiste solo di piccole piastrelle quadrate di un piede lato, di colore bianco e nero, la dualità, formando disegni diversi, con motivi a spirale destrogiro e sinistrogiro, delle greche, forma di svastica o croce mobile.
FIGURA 21. AMIENS NAVATA - DISEGNI GEOMETRICI SIMBOLICI SUL PAVIMENTO
Nella parte sinistra della navata Nord negli stalli del coro, si estende un prezioso lavoro di sculture e formelle, suddivise in due sezioni, che raccontano in ogni dettaglio la vita di San Giovanni Battista. Il primo gruppo, quello che si trova sulla destra, rappresenta le tradizioni riguardanti la vita del Santo, che partono dall’annuncio della gravidanza di Elisabetta da parte dell’angelo fino alla predicazione di Giovanni Battista nel deserto. La seconda serie, invece, è quella che occupa il lato sinistro, e presenta gli eventi legati alla morte per decapitazione e alle successive e alterne vicende che subirono i suoi resti mortali, fino all’arrivo del presunto cranio ad Amiens all’inizio del XIII secolo. Se si studia attentamente la disposizione e la scelta dei temi trattati, ci si accorge che tutto il Ciclo di San Giovanni Battista trabocca di concetti misterici. Le sculture del coro vanno lette opposte al modo convenzionale, cioè da destra verso sinistra, nel rispetto dell’ordine cronologico degli eventi rappresentati, e dal basso verso l’alto. Questo senso di lettura non è occidentale ma appartiene alla cultura orientale. È un modo per indurre il fedele a leggere questa tradizione in modo non convenzionale, travalicando il senso comune d’interpretazione e cercando altri significati nascosti. Giovanni Battista, quando egli si rivela come “Colui che deve preparare la strada al Signore”. Giovanni viene considerato dai Templari come il “messia esoterico”, che ha iniziato Gesù dell’inizio del suo mandato ai misteri spirituali ed ha suggellato questa iniziazione con l’atto del battesimo nel fiume Giordano. I Templari consideravano Giovanni Battista come loro patrono, ma non lo vedevano nella luce in cui è presentato dalla Bibbia. Il capo più eminente degli antichi Nazareni, discendenti dai Nazar delle Scritture era Giovanni Battista. Una raffigurazione descrive la presentazione della testa del Battista a Salomè, la giovane donna che, secondo la narrazione evangelica, ne aveva fatta richiesta come dono, però non sembra riferirsi al racconto canonico degli evangeli, ma rispecchia concetti che hanno radici nelle tradizioni esoteriche e nella storia misterica. Qui la testa di Giovanni non è concepita come un reperto sacro, ma allegoria del principio gnostico della Sophia, della Saggezza sacra.
La Cattedrale di Amiens è famosa per ospitare al suo interno un’importante reliquia, la testa di San Giovanni Battista. Non sappiamo se questo è l’autentico cranio del Battista, perché altri sostengono che il vero cranio sia quello conservato nella chiesa di San Silvestro in Capite, a Roma, arrivato nella Capitale italiana durante il pontificato di Innocenzo II (1130-1143). Il cranio di Amiens, invece, si dice sia stato portato dal canonico Walon de Sarton, di ritorno da Costantinopoli al termine della IV Crociata, e offerto al vescovo Richard de Gerberoy. Esso è stato posto nel Tesoro della Cattedrale nel 17 dicembre 1206 e da allora è stato venerato da re, principi e schiere di pellegrini che hanno visitato la Cattedrale. Il re Carlo VI nel 1385 offrì un reliquario d’oro per la sua conservazione, di cui l’attuale è una copia realizzata nel 1876. Il cranio del Battista si trova nella navata sinistra Nord della cattedrale il luogo buio degli Iniziati: l’importanza del “lato sinistro” della cattedrale, è rammentata nelle sculture della facciata ovest dalle cinque coppie figure femminili che recano in mano dei vasi o calici.
FIGURA 22. CRANIO DI SAN GIOVANNI BATTISTA
La testa del Battista è una forte immagine attraverso la quale possiamo vedere una rappresentazione della Sophia, la saggezza mistica degli Gnostici. Ritroviamo questo senso occulto nel mito legato al Baphomet, che i Cavalieri Templari confessarono di adorare negli interrogatori dell’Inquisizione, e che era collegato a una testa.
LA DOPPIA CONCHIGLIA
I labrum(4) degli antichi Romani indicavano bacini e vasche circolari per contenere acqua, divengono le acquasantiere per le abluzioni purificatrici poste all’ingresso delle Chiese e in particolare il fonte battesimale. Il vaso sostituì la piscina di acqua lustrale, dove i fedeli si lavavano per purificarsi. La piscina fu sostituita dapprima con due piccole vasche, dei lavabi. Vi sono in Francia alla fine del XII secolo il periodo del gotico primitivo, molte piscine di questo tipo incassate in doppie nicchie separate da un piccolo pilastro. All’interno delle nicchie si trovano due lavabi, la dualità della manifestazione, di sezione quadrata, o più generalmente circolare, con un foro al centro per penetrare il deflusso dell’acqua. Le cappelle della Cattedrale di Amiens, costruite intorno al 1240, hanno belle vasche tra l'arcata che forma la roccia; trattati con cura speciale, queste vasche sono poste a sinistra dell’altare (lato dell’epistola), secondo l’uso. Dall’altro lato, di fronte, viene praticato un guardaroba. Anche la Sainte-Chapelle du Palais, a Parigi, ha anche a sinistra dell’altare una bellissima piscina a doppia vasca, con una credenza sopra divisa in quattro scompartimenti. Il doppio lavacro lo ritroviamo in Italia, anche nell’abbazia cistercense di San Galgano situata nei pressi della collina di Montesiepi dove è infissa la spada nella roccia.
Nel simbolismo tradizionale ogni vasca rituale rappresenta l’Oceano Primordiale, le Acque della Genesi sulle quali lo Spirito si muoveva lo Spirito di Dio. Ed è con riferimento a queste Acque che il battistero o l’acquasantiera possiedono il potere di operare una rigenerazione, una nuova creazione. La conchiglia, ancor più della vasca, richiama l’utero e soprattutto l’utero universale che è il contenitore delle Acque originali e dei germi degli esseri. Essa evoca in maniera sorprendente quest’abisso oscuro dell’energia creatrice. Si spiega così come la conchiglia sia diventata l’emblema della seconda nascita, e il simbolo del Cammino verso Santiago di Compostela.
FIGURA 23. AMIENS - IL DOPPIO LAVABO
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(4) Con il termine labrum i Romani indicavano bacini e vasche circolari per contenere acqua. Le numerose fontane, che si incontrano passeggiando per le vie e le piazze di Roma, riutilizzano per la maggior parte di esse vasche e bacini antichi. Alcune di queste vasche sono state reimpiegate nelle Chiese, come preziose basi di altari o come fonti battesimali.
IL LABIRINTO DI AMIENS E I MAESTRI COSTRUTTORI
Il labirinto di Amiens ha la forma di un ottagono e la sua pietra centrale è la copia esatta di quella conservata nel Museo. Il labirinto ottagonale fu posto nella navata centrale, e al centro era stata incastonata una sbarra d’oro, insieme con un semicerchio dello stesso metallo, che dovevano simboleggiare la levata del sole sull’orizzonte. In seguito il sole d’oro fu sostituito da un sole di rame, poi anche questo fu tolto. Pesantemente danneggiato durante la Rivoluzione Francese, il labirinto fu rimosso. Quella che vediamo oggi è una riproduzione fedele che è stata realizzata nel XIX secolo. Oggi la placca ottagonale centrale riporta una croce fatta con scettri, orientata secondo i punti cardinali, e tutto intorno sono le figure del vescovo Evrard e degli architetti della cattedrale. L’intera genesi dell'edificio è nell’iscrizione della pietra centrale: Nell’anno di grazia 1220, fu iniziato questo lavoro. Il benedetto vescovo di questa diocesi era allora Evrard, re di Francia Luigi, figlio di Filippo il Saggio. Quello che era capocommessa fu nominato “Maestro Robert” e soprannominato “Luzarches. Dopo di lui venne il Maestro Thomas de Cormont, e dopo di lui suo figlio, Maestro Renaut, che aveva messo questa iscrizione in questo luogo, nell’anno dell’incarnazione del 1288. NB: una data è errata, perché nel 1220, il re era ancora Filippo Augusto, Luigi VIII non salì al trono, cioè nel 1222.
FIGURA 24. LA PIETRA CENTRALE NEL LABIRINTO NOTRE-DAME DI AMIENS
Le decorazioni pavimentali di colore bianco/nero, tipiche dei Templari, ricordano al pellegrino che il suo viaggio è nel mondo della dualità. Il nome Viollet-le-Duc è strettamente legato a Notre-Dame d'Amiens. Ha svolto il lavoro di restauro dal 1849 al 1874. Tra il 1850 e il 1862, restaurò la facciata occidentale. L’architetto Viollet-le-Duc ha lasciato il segno nel restauro del prestigioso monumento, nel primo senso della parola. Si è rappresentato che sorregge sulle spalle, come Atlante, il piedistallo di una colonna di saturazione della grande facciata sotto la statua del profeta Nathum, all’angolo del grande portale, con lo sguardo rivolto verso altri profeti come a significare: Ecco il mio lavoro!
FIGURA 25. RAPPRESENTAZIONE DI VIOLLET-LE-DUC ALLA BASE DI UNA COLONNA NOTRE-DAME DI AMIENS
I fratelli Duthoit eseguirono gli ordini del Maestro, che lasciò così la sua firma sul monumento, come aveva fatto a Notre-Dame di Parigi, quando aveva sostituito con la sua faccia il volto di San Tommaso, protettore degli architetti.
La scultura del viso dell’architetto testimonia la lunga catena umana iniziata nel XIII secolo il cui lavoro e dolore ci permettono, oggi, di beneficiare di questo grandioso strumento, la cattedrale, il sentiero dell’anima.
Viollet-le-Duc non ha fatto altro che riprendere il modo che avevano gli antichi Maestri Costruttori di apporre non con un nome, ma con il viso, la testa. Nel “groviglio del fogliame del triforio” su un capitello, nascosto sotto un portico vicino al rosone settentrionale, una strana figura umana emerge dal fogliame. Il volto coperto da un cappuccio.
FIGURA 26. MAESTRO D’OPERA DELLA CATTEDRALE?
Una rappresentazione simile si trova nella cattedrale gotica di Troyes: su un pilastro del deambulatorio, una protome umana, forse il viso di un Maestro d’Opera sconosciuto che ha realizzato la cattedrale.
LE VETRATE DI AMIENS
Gran parte delle vetrate sono andate piraticamente perdute durante la Seconda Guerra Mondiale, quando vennero smontate per essere portate in un luogo sicuro, e infine mai più ritrovate, molto probabilmente rubate e vendute al mercato nero dei collezionisti. Fanno eccezione alcune parti del XIII e XIV secolo, eccessivamente restaurate ma comunque preziose testimonianze di questa arte nei cent’anni trascorsi dalla meraviglia di Chartres. Preferiamo pensare che le vetrate di Amiens non siano state stupidamente distrutte ma siano in collezioni private e che prima o poi torneranno alla luce. Le vetrate sono testimoni, dal verde al nero, dal nero al bianco, dal bianco al blu, dal blu al viola, dal porpora all'oro, dalla trasmutazione della materia dal fuoco del terreno e dal fuoco celeste (Louis Charpentier). Nonostante che le vetrate di Nostra Signora di Amiens siano perdute, si studieranno ugualmente ponendo l’attenzione sull’aspetto geometrico. La struttura delle finestre che sostengono le vetrate è costituita da una colonna centrale, due archi sovrastati da un cerchio, un occhio indipendente, che riceve, i raggi formando generalmente una rosa a sei lobi. Tra l’occhio e gli archi il riempimento è fatto in muratura. I redenti mantengono alle loro estremità, come da tanti artigli, un cerchio di ferro che serve per fissare i pannelli di vetro. Le alte finestre della navata di Notre-Dame d’Amiens hanno un montante centrale che offre più campo rispetto agli altri due.
FIGURA 27. AMIENS STRUTTURA DELLE VETRATE A LANCE
La struttura delle finestre che contengono le vetrate segue la legge del ternario. Due piccole lance contenute in una terza lancia, due vetri a lancia e un vetro ad occhio o circolare. Il raddoppio porta a un senario racchiuso in una settima lancetta. I sei trovano equilibrio nel settimo punto. I cerchi principali sono tre. All’interno dei cerchi piccole rose sempre a sei petali o lobi.
ROSA LATO NORD Il lato Nord rappresenta l’inverno, il freddo, il buio tenebroso del mondo sotterraneo. Il Nord terrestre è associato al Nord Celeste. Il colore simbolico è il blu notte trovato come tono di base del rosone Nord. Il tema di questo rosone è dedicato anche alla Madre Del Mondo numero che governa la crescita geometrica del rosone Nord. A questo punto, il seme della creazione non è ancora fuori dalla sua matrice cosmica. Tutto è ancora nel grembo della notte. Il Nord è il sole di mezzanotte. Nel Nord della cattedrale il sole non penetra direttamente, il lavoro è al nero oscuro. Questo è il luogo dove troviamo la Materia Prima, questo è l’inizio del percorso simbolico dell’Adepto. Esso rappresenta il caos primordiale, le origini nell’Oceano della Materia. Siamo in un luogo buio, che nasconde in sé le origini segrete. Occorre scendere nelle viscere della terra per scoprire la Sapienza nascosta. Poiché il Nord rappresenta le tenebre e il Sud la luce, i Battisteri sono costruiti a Nord perché al momento del Battesimo il bambino vive nelle tenebre.
FIGURA 28. AMIENS ROSONE NORD 3X5 PETALI
Guardando dall’esterno il lato Nord della cattedrale si vede una grande Rosa con una stella a 5 punte dietro 3 grandi lance. I numeri di questo rosone sono 3 (lo spirito) e 5 (l’uomo). Ad Amiens il buio cammino del lavoro al nero è rappresentato sul rosone nord con una stella metallica a cinque punte rovesciata, che è il simbolo della notte, della buia materia, da cui occorre liberarci cioè a svegliarci nella luce dello spirito. Nel quaderno degli appunti del Maestro d’Opera Villard de Honnecourt vi è il disegno della stella capovolta che nasce dall’azione delle forze di due trombettieri che sorreggendosi di schiena suonano in direzioni opposte per simboleggiare l’equilibrio armonico dei contrari, suggerendo a chi ha gli occhi spirituali aperti, il lavoro da fare. Il suono delle due trombe risveglia alla Verità dei Due che devono divenire Uno.
FIGURA 29. VILLARD DE HONNECOURT – TROMBETTIERI STELLA CAPOVOLTA
La stella dà luogo a 5 petali, e tra una punta e l’altra ci sono due petali cioè 5x2=10, per un totale di 3x5=15 petali. Quindici è il 5° numero triangolare, la Pentactide, dodici punti disposti attorno alla Triade Divina. Quindici è sia la somma dei tre numeri dispari della Decade 3+5+7=15, e sia la somma dei tre numeri pari della Decade 4+5+6=15. L’uno e il due sono considerati i principi dei numeri dispari e dei numeri pari. Sotto il rosone si ripete il motivo numerico nelle finestrature a lancia. Vi sono 5 lance ognuna delle quali racchiude tre lance, due più lunghe e una centrale più corta, in totale 3x5=15. Ogni petalo ripete la struttura ternaria vista per le lance, due piccole lance contenute in una terza lancia, e un occhio o cerchio. Le piccole lance sono 2x15=30. L’occhio delle lance corrispondenti alle punte contiene tre piccoli cerchi disposti a triangolo. Per i cinque petali della stella vi sono 5x3=15 piccoli cerchi. Per gli altri 10 petali 4 piccoli cerchi 4x10=40. Tra i quindici petali vi sono altrettanti piccoli cerchi. In totale ci sono 15+40+15=70 piccoli cerchi. Abbiamo il numero 40 su cui si è precedentemente discusso, e il numero 70 che designa le 70 nazioni della tavola etnografica del Genesi, Mosè rivelò le “verità nascoste” solo ai 70 Anziani di Israele, i 70 anni (o settimane di anni) dell’Apocalisse, i 70 discepoli di Gesù. ROSA LATO SUD È l’estate, tutto in Natura è maturo e armonizzato.
Il Sud è il giorno eterno come il nord, la notte eterna. Cristo in gloria sede nel Sud, come Re del Cielo e della Terra, il Sud è associato con la regalità. Il colore simbolico associato è il giallo: il sole di mezzogiorno, e il bianco del Lavoro. È il lavoro da svolgere. Il materiale è finalmente trovato, ora l’adepto deve iniziare il lavoro di trasmutazione. Una Ruota Fuoco si trova sul rosone del fronte occidentale della cattedrale di Amiens. Ezechiele medita di fronte a due ruote intrecciate (è la meditazione dell’Adepto sulla Ruota di Fuoco?). Questo passaggio è importante: l’Adepto può finalmente lavorare in modo visibile, il materiale è portato alla maturazione, perché è il lato che rappresenta lo zenit solare, il culmine della creazione e la fruttificazione. Il rosone è meridionale chiamato la Rose del Cielo, è costituito da un un fiore a sei petali i cui vertici formano un esagono regolare che si trasforma in fiore a dodici petali e dodecagono dal centro verso il bordo esterno. La Rosa Sud contine 3x6=18 petali. Al Sud dominano i numeri sei e tre. Nella metà superiore del rosone si trova una serie di raggi, appese ai quali si vedono figure umane che dalla metà di sinistra si muovon verso l’alto come se fossero su una ruota, ridiscendendo poi nella metà di destra: a sinistra hanno un aspetto più giovane a destra diventano vecchie. Forse per questo il popolo ha dato alla rosa il nome di Ruota della Fortuna. Le figure sul bordo assomigliano a quelle presenti in qualche tempio indiano. A sinistra e a destra sono rappresentati un uomo a sinistra e una donna a destra con le braccia recise, oer simboleggiare il principio dualistico privano dell’operosittà materiale fatta con le mani.
FIGURA 30. AMIENS ROSONE SUD
Sotto la Grande Rosa, al secondo livello, 8 lance che contengono a loro volta due lancette, in totale 2x8=16. Ritorna il numero otto onnipresente nella cattedrale, dalla facciata principale al labirinto. Il terzo livello inferiore è formato da 5 grandi lance che contengono una coppia di lancette 2x5=10, che a loro volta due lancette più piccole, in totale 2x2x5=20. Gli estremi delle cinque grandi lance sono contenute in triangoli e sotto ogni vertice un trifoglio (3) che sovrasta la grande lancia, la cui punta ha un motivo circolare a quadrifoglio (4). Se sommiamo i petali del trigoglio e del quadrifoglio otteniamo 3+4=7, il numero del mistero; se li moltiplichiamo otteniamo 3x4=12 il numero di petali della Rosa Su detta Rosa del Cielo. ROSA LATO OCCIDENTE È il lato della caduta del Sole nel buio, il punto di contatto tra il giorno e la notte, la vita e la morte, il visibile e l’invisibile, ma anche tra il profano e il sacro; l’Occidente è l’autunno del mondo, la fine dei tempi. Il seme s’immerge sottoterra per la sua lunga permanenza nella notte per prepararsi una nuova nascita. Luogo dedicato al Giudizio e l’Apocalisse, il suo colore è rosso come il tramonto. A Ovest nella cattedrale di Amiens, la grande rosa rossa simboleggia il lavoro. In un luccichio di giallo e arancio, è il passo decisivo: la Pietra deve acquisire la sua efficacia. Questa è l’ultima tappa del pellegrinaggio, la più difficile perché deve guardarsi dai falsi istruttori.
Il rosone occidentale è chiamato la Rose de la Mère, la Rosa del Mare ma anche della Madre. La struttura geometrica è interamente mostra il quadrato e l’ottagono da esso derivato. Al centro un fiore a 8 petali che si trasforma in 16 petali per un totale di 3x8 petali. Sotto il rosone, al primo livello nella cosiddetta “Loggia dei Re” sono raffigurati, otto Re.
FIGURA 31. AMIENS ROSONE OVEST 8 PETALI DETTO ROSA DEL MARE
Al terzo livello quattro finestre a lancia con bifore, in totale otto monofore. Sopra le bifore, un occhio o lobo quadrilobato, cioè contenente i contorni di quattro cerchi. La monofora è trilobata. A Occidente dominano i numeri quattro, otto e multipli.
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