Pitagorismo e Sepher Yetzirah
Sapienza Pitagorica
Nel trattato Pirchè Avot (5, Mishnà 6), che fa parte del Talmud babilonese, è scritto che dieci cose furono create alla fine Sesto Giorno della creazione del mondo. Le dieci cose sono: la bocca della terra, la bocca della sorgente, la bocca dell’asina, l’arcobaleno, la manna, la verga, lo Shamìr, le lettere sacre, lo scritto e le Tavole dell’Alleanza.
Il Pentateuco narra che dopo essere fuggito dall'egitto, Mosè visse nel paese di Madian ospitato da Jethro, il veggente madianita, il quale aveva Sette Figlie. Mosè incontra presso un pozzo (simbolo della conoscenza segreta) una delle fioglie, Zipporah o Sephora, e se innamora. Zipporah o Sephora è la Sapienza esoterica, la splendente luce della conoscenza, perché Siprah significa “fulgido” o “risplendente” dal verbo “sapar” risplendere. Sippara, in Caldea, era la città del “Sole”. significa la risplendente. In questa allegoria, Sephora rappresenta la personificazione delle scienze occulte trasmesse da Jethro l'Iniziatore a Mosè. Il nome di Sephora è simile a Sephira.

Il Sepher Yetzirah (Jetzirah) o Libro della Formazione, è un trattato Cabalistico molto antico, anche se la critica lo attribuisce al VI secolo, fu scritto a babilonia dal Rabbi Akiba, che fu il maestro e istruttore di Simeon Ben Iochai, detto il principe dei cabalisti e autore del Zohar. Franck afferma che lo Jetzirah fu scritto un secolo a.C. (Die Kabbala, 65).
Le opere misteriche cabaliste come il Siphrah Dzeniutha, il Sepher Yetzirah, lo Zohar di Simeon Ben Iochai si rifanno tutti a una tradizione o insegnamento primordiale. Gli Ebrei dopo la prima distruzione del Tempio furono portati a Babilonia tra i Caldei. A Babilonia il dotto scriba Esdra riscrisse il Pentateuco. Tutto ciò che gli Ebrei sapevano lo avevano ricevuto da popoli più vecchi di loro.
Essendo l’alfabeto ebraico andato perduto all’epoca della cattività di Babilonia, quando Esdra volle ricostituire il testo della Torah, si servì di una scrittura caldaica, o più esattamente assira, che è la scrittura ebraica detta quadrata, ancora oggi impiegata. Il nuovo alfabeto ebbe 22 lettere come l'antico, ma le corrispondenze furono modificate e divennero quelle che si ritrovano nel Sepher Yetzirah (R. Guenon, l’Archeometra).
I magi caldei erano stati i loro maestri della dottrina segreta, e durante la cattività di Babilonia ne impararono gli insegnamenti metafisici e pratici. I Caldei erano i sapienti, i maghi di Babilonia, astrologhi e indovini. Il famoso Hillel, il precursore di Gesù nella filosofia e nell’etica, era un caldeo. Franck, nella sua Kabbala, fa notare la stretta somiglianza della “dottrina segreta” che si trova nell’Avesta e la metafisica religiosa dei Caldei.
Al Libro dei Numeri Caldeo si sono ispirati sia lo Sepher Yetzirah di Akiba, sia lo Zohar di Simeon Ben-Jochai. Lo Zohar, è l’estratto delle più antiche dottrine orientali, trasmesse per la prima volta a voce, poi trascritte nei trattati indipendenti durante la prigionia a Babilonia e infine raccolte dal rabbino Simeon Ben Iochai, verso l’inizio del Era cristiana prima della seconda distruzione del tempio.
Il Libro della formazione si occupa di 4 argomenti:
- Le Sephiroth;
- Le lettere dell'alfabeto;
- Le tre divisioni principali delle lettere ebraiche in madri, doppie e semplici (e la relativa ripartizione astrologica);
- Le figure del Drago, della Terra e dell’Uomo nell’Opera della creazione.
Porfirio, parlando di Pitagora, dice che fu purificato e iniziato in Babilonia da Zar-adas, il capo del sacro collegio. Pitagora affermava che ciascuna lettera dell’alfabeto ha un suo grado di vibrazione, il quale produce un particolare suono che determina effetti su chi lo ascolta. Gli indù sostengono di aver ricevuto i caratteri sanscriti dai Deva (Dèi) e la scrittura fu chiamata Devanâgâri, la “lingua dei Deva”. Nello stesso modo la maggior parte delle nazioni antiche rivendicò un analogo privilegio per l’origine delle proprie lettere e della propria lingua. La Cabala denomina l’alfabeto ebraico “le lettere degli Angeli”, che furono comunicate ai Patriarchi, proprio come il Devanâgâri fu comunicato ai Rishi dai Deva. I Caldei trovarono le loro lettere tracciate nel cielo dalle “stelle e comete non ancora orbitanti”, afferma il Libro dei Numeri. La suddivisione nel Sepher Yetzirah delle lettere in tre classi di vocali, mute e sonore appare anche nei testi gnostici greci. Marco lo gnostico pitagorico di Lione (II secolo) divideva le lettere greche in tre classi, ritenute emanazioni delle tre potenze che includono il totale degli elementi superiori. Gli studiosi ammettono che la dottrina delle Sephiroth e il sistema linguistico fanno pensare a influenze neopitagoriche, in realtà per entrambi è pura sapienza misterica. Stoica per gli studiosi è l’insistenza sulla doppia pronuncia di “bagad kafat”. Secondo gli studiosi alcuni dei termini impiegati nel libro erano tradotti dal greco, dove il termine στοιχεῖα indica tanto “elementi” quanto “lettere”.
Lo Sepher Yetzirah afferma che nessun suono può essere prodotto senza la lingua, alla quale gli altri organi della parola semplicemente prestano assistenza. Quindi la formazione delle lettere è descritta come segue:
- Con la punta della lingua e la gola
- Tra le labbra e la punta della lingua
- Al centro della lingua
- Con la punta della lingua
- Con la lingua, che viene appiattita e distesa, e con i denti.
Inoltre le lettere sono distinte dall’intensità del suono necessario a produrle, e di conseguenza sono divise tra:
- Mute, non accompagnate da suono, come la Mem.
- Sibilanti, come la Shin, che viene quindi chiamata “shin sibilante”.
- Aspirate, come Aleph, che detiene una posizione tra mute e sibilanti, ed è designata come “Aleph ariosa, che mantiene equilibrio nel mezzo”.
Oltre queste tre lettere, che sono chiamate “madri”, si fa una distinzione tra sette lettere “doppie”, che hanno due suoni diversi secondo l’inflessione, e dodici lettere “semplici”, i rimanenti caratteri dell’alfabeto che rappresentano solo un suono ciascuno.
Nel trattato Sanhedrin del Talmud il libro è citato con il nome Hilchoth Yetzirah ossia: “norme relative alla creazione” e viene presentato come un’opera di magia. Il Rabbino Joshua Ben-Chananea, che morì verso il 72 d. C., dichiarava apertamente che aveva compiuto dei “miracoli” per mezzo del Sepher Jetzirah. Franck, citando il Talmud babilonese, nomina altri due taumaturghi, i Rabbi Chanina e Oshoi.
Il Libro della Formazione è la più occulta di tutte le opere Cabalistiche, tratta dell’evoluzione dell’Universo secondo un sistema di corrispondenze e di numeri. Nel Sepher Yetzirah, tutto il processo dell’evoluzione è dato in numeri.
1-1 Trentadue sentieri meravigliosi di Saggezza tracciò, Yah Yhwh Dio di Israele, Elohim vivente re dell'universo El Shaddai, misericordioso e clemente, supremo ed eccelso che risiede in Alto e il cui Nome è Santo. Stabilì il suo universo con tre Sepharim (libri): Sephor (il numero), Sippur (la parola) e Sapher (lo scritto).
Nei suoi “32 Sentieri della Saggezza” il numero 3 è ripetuto quattro volte, e il numero 4 cinque volte. Dunque, la Saggezza di Dio è contenuta nei numeri (Sephrim o Sephiroth) poiché Sepher (senza vocali, S-ph-r) significa “calcolare”. Per questo, anche Platone dice che Dio “geometrizza” costruendo l’Universo. Il libro cabalistico, il Sepher Yetzirah, inizia con un’esposizione della saggezza occulta di Alhim nei Sepharim, cioè l’Elohim nei Sephiroth.
Il Libro afferma che il mondo fu fatto “per opera di tre Sepharim: Sephor, Sapher e Sippur”, o “per opera del Numero, dei Numeri e dei Numerati”. Il Peso, la Misura e il Numero, nel Sepher Jetzirah, sono gli attributi dei Sephiroth (le tre Sephrim, o cifre), che coprono tutto il numero collettivo 10; e che i Sephiroth sono collettivamente Adamo-Kadmon, “l’Uomo Celeste”.
Nel Sepher Jetzirah, il processo della creazione è dato in numeri, lasciando intendere che la Saggezza di Dio è contenuta nei numeri, in perfetto accordo col pensiero pitagorico.
1-2 Dieci Sephiroth b'limah (belì = senza, mah = cosa) e ventidue lettere di fondamento: tre madri, sette doppie e dodici semplici.
Il Libro narra come la Divinità ha formato (creato) l’Universo per mezzo di Numeri “per trentadue sentieri di saggezza segreta”. È narrata la creazione dell’universo dai Dieci Numeri Primordiali denominati Sephiroth procede l’Universo seguiti dalle Ventidue lettere dell’alfabeto ebraico 10+22=32. Le indicano i numeri metafisici o le enumerazioni che abbracciano gli aspetti di Dio, che in se sono infiniti e perciò è impossibile enumerare.
1-3 Dieci Séphiroth b'limah (senza che cosa); come il numero delle dieci dita: cinque di fronte a cinque, e l'alleanza unica nell’asse centrale, fondata con la parola della lingua e con l'incisione nella pelle.
Le 10 dita delle mani sono descritte come due serie di 5 dita opposte. Le Dieci Sephiroth sono descritte come una coppia di cinque, cioè maschili e femminili. Il Dieci è Due volte Cinque, nasce per il raddoppio di Cinque. Secondo gli Gnostici Perati, Nettuno è Chozzar che ha Cinque ministri androgini, cioè 2x5 = 10. Gli antichi Cinesi affermavano che vi erano Cinque numeri sia del Cielo sia della Terra, in totale Dieci. I numeri del Cielo erano dispari, quelli della Terra pari.
Di numeri del Cielo ve ne sono Cinque; di numeri della Terra ve ne sono Cinque. Distribuendoli ai Cinque posti, ciascuno ha il suo completamento (Ta Ciuann IX, 2).
Dieci numeri Cinque maschili per il Cielo, Cinque femminili per la Terra, in totale Dieci, la totalità della manifestazione, il numero dell’Uomo Celeste. Per i Cinesi, come per i Pitagorici, i numeri dispari sono maschili, mentre i numeri dispari sono femminili; Dieci numeri, come per la Decade pitagorica da Uno fino a Dieci. L’uomo è un essere duale, maschio e femmina. Il numero 10 è anche considerato simbolo di unione e di fratellanza, infatti, scambiandosi una stretta di mano, due persone uniscono fra loro le dieci dita. Plutarco ci informa che la parola pente (cinque) deriva da panta che significa tutto. La dualità del numero Cinque si riflette nelle 10 dita delle mani e dei piedi.
1-6 Dieci Séphiroth b'limah (senza che cosa). La loro apparizione ha l'aspetto di un lampo le cui estremità sono senza termine. Il suo Verbo corre in esse avanti e indietro e quando parla simile ad un uragano, si prostrano davanti al suo Trono e lo adorano.
Il Sepher Jetzirah, nel primo capitolo parla della creazione con i Dieci Numeri, nel secondo capitolo affronta la questione della creazione con le lettere: le tre madri, le sette doppie e le dodici semplici.
1-7 Dieci Séphiroth b'limah (senza che cosa). La loro fine risiede nel loro inizio ed il loro inizio nella loro fine come la fiamma è legata al tizzone. Il Signore è Unico e senza Secondo e prima di Lui che cosa stai a contare?
La fine è inclusa nel principio; più un cerchio è largo più la sua curva si avvicina all’infinito, il quale coincide con un punto. Prima dell’Uno che Numero puoi tu contare? Domanda lo Sepher Yetzirah. Il Numero Uno è emerge dal Non-Numero, lo Zero, il nulla per i nostri sensi è l’Ain di Ain-Soph. L’Ain ebraico, composto dalle lettere Aleph Yud Nun, non è privativo di qualità ma di luogo. Lo Zero è il contenitore e il contenuto di ogni cosa, l’Uovo Cosmico, pertanto era fuori da ogni discussione di calcolo o di proporzione, rappresentava la Divinità Celata, Innominabile. È da questo numero, 10, o Natura Creatrice, la Madre (la Cifra occulta, o “Zero”, che sempre procrea e moltiplica in unione con l’Unità “1”, o lo Spirito della Vita), che procede l’intero Universo.
Dall’Uno la Diade e poi la divina Triade Superiore, detta Corona Sephirothale, i Sephiroth, sono soltanto Sette, che diventano exotericamente Dieci se si conta la Triade Superiore. I Sephiroth della Triade superiore sono:
- Kether (la Corona), rappresentato dalla fronte del Macroprosopo;
- Chokmah (la Sapienza, un Princìpio maschile), rappresentato dalla sua spalla destra;
- Binah (l’intelligenza, un Princìpio femminile), rappresentato dalla sua spalla sinistra.
Seguono quindi le Sette membra dell’Uomo Celeste, il Microprosopo, cioè le Sephiroth Hessed, Gevurrah, Tif'eret, Netzakh, Hod, Yesod e Malkut, sui piani della manifestazione. Le Sette membra manifestate e le Tre celate sono il Corpo della Divinità.
I Dieci Sephiroth, i Tre ed i Sette, sono chiamati, nella Cabala, le Dieci Parole, D B R I M (Dabarim), i Numeri e le Emanazioni della Luce Celeste.
1-8 Dieci Séphiroth b'limah (senza che cosa). Trattieni la tua bocca dal parlare ed il tuo cuore dal riflettere, e se il tuo cuore corre via, riportalo nel luogo dove detto “E le H’ayoth andavano e venivano”. Su questa cosa fu sancita l’Alleanza.
L’ingiunzione di segretezza era tanto rigorosa presso i cabalisti quanto presso gli iniziati di Adyta e gli Yogi indù. Si confronti quanto affermato dalle due scuole.
“Tieni chiusa la bocca perché tu non abbia a parlare di questo (il mistero), e il tuo cuore perché non abbia a pensare ad alta voce; e se il tuo cuore ti è sfuggito, riportalo al suo posto perché questo è il nostro patto”. “Questo è un segreto che reca morte; chiudi la bocca per non rivelarlo al volgo; comprimi il cervello perché qualche cosa non ne sfugga e cada fuori” (Agrouchada-Parikshai).
1-9 Dieci Séphiroth b'limah (senza che cosa). Uno: Soffio di Élohim Vivente, Sia benedetto e benedetto sia il Suo nome che è vivente in eterno. La Voce, il Soffio e la Parola sono lo Spirito Santo.
La Voce, il Verbo, la Parola; nella Cabala hanno come corrispondenza la dea Vâch tra gli Indù. Vâch, Shekinah e la “Musica delle Sfere” di Pitagora, non sono che una sola cosa. Nella Cabala, Shekinah è la nona emanazione di Sephirah, che contiene in sé l’insieme delle Dieci Sephiroth.
1-10 Due: Soffio generato dallo Spirito, tracciò e scolpì in esso 22 lettere fondamentali, tre Madri sette Doppie e dodici Semplici e un solo soffio le anima.
1-11 Tre: “Acque generate da Ruach (Spirito)", tracciò e scolpì 22 lettere uscite dal Tohu Vah Bohu di fango e di argilla. Le tracciò come una specie di giardino. Le scolpì come una specie di muro. Le spiegò come una specie di tetto. Versò della neve e divennero polvere, così come è scritto: “Dice alla neve: sii terra!”
1-12 Quattro: “Fuoco generato dalle Acque". Tracciò e scolpì in esso il Trono di Gloria, i Seraphim, gli Ophanim, gli H'ayoth ha-Qodésh ed i Suoi angeli officianti. Con loro tre, fondò la sua dimora, come è scritto: “Fa dei venti i suoi messaggeri, delle fiamme guizzanti i suoi servitori”.
Per primo, l’Uno emanò il numero Due, il Soffio o l’Aria, l’elemento creativo; quindi il numero Tre, l’Acqua, procedette dall’Aria; il Fuoco, completa il mistico Quattro, l’Arba-il.
E nel Sepher Yetzirah, quando i Tre-in-Uno sono essere chiamati in esistenza – per mezzo della manifestazione di Shekinah, il primo fulgore o radiazione del Cosmo manifestante – lo “Spirito di Dio”, o Numero Uno, fruttifica e risveglia il Potere duale, il Numero Due, Aria, e il Numero Tre, Acqua; in questi “sono oscurità e vuoto, il limo e la melma” – che è Caos, il Tohu-Vah-Bohu. L’Aria e l’Acqua emanano il Numero Quattro, Etere o Fuoco, il Figlio. Questo è il Quaternario cabalistico. Nel Sepher Yetzirah è detto che: “Dio incise nei Quattro Sacri il Trono della sua Gloria; gli Auphanim [Le Ruote o Sfere del Mondo], i Seraphim, e gli Animali Sacri, come gli Angeli Operanti, e da questi [Aria, Acqua e Fuoco] egli formò la sua dimora”.
Affinché l’Universo possa manifestarsi in modo intelligibile, il Triangolo Primitivo delle Tre Sephiroth Superiori, deve perdere la sua qualità unidimensionale e spandersi attraverso la Materia, formando in tal modo la base manifestata dello spazio tridimensionale.
Quando il Quadrato Perfetto, la superficie astratta, il modello cade nel mondo delle forme, allora la superficie diviene un volume, il Cubo Perfetto.
Per i Pitagorici il Cubo è la trasformazione nel creato del Quadrato mistico (Tetractis). Il Cubo Primordiale e perfetto è citato nei Purana indù. L’Uno dai Quattro Volti, Brahma “dalle Quattro Facce”, è detto Chatur-Mukham, il Cubo Perfetto, che forma se stesso dentro e dal Cerchio Infinito.
1.13 Scelse Tre lettere tra quelle semplici "AMSh" (Aleph, Mêm, Shin) e le sigillò e le formò nel suo Grande Nome, e sigillò l’universo in Sei direzioni.
Cinque: Si volse verso l'alto e sigillò l'Altezza con YHV.
Sei: Sigillò verso il basso, si volse verso giù e lo fissò con HYV.
Sette: Sigillò l'oriente, si volse in avanti e lo fissò con VYH.
Otto: Sigillò l'occidente, si volse indietro e lo fissò con VHY.
Nove: Sigillò il meridione, si volse verso destra e lo fissò con YVH.
Dieci: Sigillò il settentrione, si girò verso sinistra e lo fissò con HVY.
Le ultime Sei Sephiroth, quelle che vanno dalla Quinta alla Decima, rappresentano le sei direzioni dello spazio, sono generate dal Nome divino stesso, il Tetragramma YHVH.
Figura 1. Il Cubo dell’Uomo Celeste
Il Quarto Numero o Quarta Sephirah, nel Cosmo manifestato è l’Uno, il Dio Creatore, il Quaternario. Nel mondo della forma diventa il Cubo e da questo emana l’intero Cosmo. Il valore numerico sintetico delle tre lettere nelle sei direzioni è sempre 10+5+6 = 21. Tre sono le lettere HYV, 3 è il pitmene di 21=2+1=3. Essendo i Sei Suoni diversi anche i rispettivi numeri non ridotti sono diversi.
5. YH V = 10 5 6
6. HY V = 5 10 6
7. VY H = 6 10 5
8. VH Y = 6 5 10
9. YV H = 10 6 5
10. HV Y = 5 6 10
La Quarta Sephirah è il punto centrale delle Sei direzioni dello spazio, esotericamente è la Settima Luce. Il Cubo ha sei facce visibili, sviluppate in piano formano due bracci uno di Tre facce, l’altro di Quattro, la faccia centrale, di sintesi, è contata due volte. Il mistico Cubo in cui riposa l’Idea Creatrice, il Verbo, la Voce che si manifesta [o linguaggio articolato – Vâch]. Lo Zohar chiarisce questo punto.
Noi siamo le Sei Luci che emanano dalla Settima Luce (origine di) tutti noi. Poiché non vi è stabilità alcuna in quelle Sei, salvo la Settima , poiché tutte le cose dipendono dalla Settima.[1]
Il Cubo dello spazio associa i tre assi del cubo, il punto centrale del cubo, i sei lati del cubo e i dodici bordi del cubo, con le 22 lettere dell’alfabeto ebraico. Il cubo è il Microprosopo, la Faccia Minore, il riflesso del Macroprosopo, la Grande Faccia. È il Quadrato che segue il Triangolo nella Tetractis pitagorica, il cubo a sei facce, il Tetragramma. Il Microprosopo è costituito dai sette Sephiroth inferiori dell’Albero dei Sephiroth. Clemente Alessandrino in Stromates scriveva:
Da Dio – Cuore dell’Universo (Punto Centrale) – si dipartono distese infinite che si dirigono, l’una in alto (Zenit), l’altra in basso (Nadir), l’una a destra (Est), l’altra a sinistra (Ovest), l’una in avanti (Nord), l’altra indietro (Sud), svolgendo lo sguardo verso le Sei distese come un numero sempre uguale, Egli porta a compimento il mondo; Egli è il Principio e la Fine, in Lui si compiono le Sei fasi del tempo e da Lui ricevono la loro estensione infinita, tale è il segreto del numero Sette.
In questo Cubo della materia è imprigionato e crocefisso lo Spirito. La Crocifissione Cosmica ha a che fare con il Mistero del Primogenito che per manifestarsi si sacrifica e viene ucciso nella Croce della Materia donando la sua Vita per infondere Coscienza alla manifestazione. Il mistero ci dice che l’uomo terreno è fatto ad immagine (in analogia) con l’Uomo Celeste, il cui corpo è una croce di carne su cui egli viene crocifisso ogni volta che s’incarna. Nell’antica Grecia, Mercurio era rappresentato sotto forma di un cubo senza braccia.
Delle quattro lettere YHVH del Tetragramma, Jod-He-Vau-He, l’ultima è doppia ripetuta e non contandola si YHV che ha il valore numerico 10+5+6, ossia 1056 = 21 = 7+7+7, tre volte sette. I Rabbini considerano i numeri 10, 6, 5 i più sacri di tutti. Il valore numerico di Jod(10) - Hè(5) - Vau(6) - Hè(5) è 10565=10+5+6+5=26, ma se si considera una sola volta Hè allora si ha 1065 cioè 1+0+6+5=21.
Il numero 1056, in cifre è 1, 0, 6, 5. La Monade, l’Uno, lo Zero, l’Uovo Cosmico, il Pentagono e l’Esagono. Le Stanze di Dzyan rapportano questo numero, alla Cosmogenesi.
Dal fulgore della Luce – Il Raggio dell’Eterna Tenebra – balzarono nello Spazio le Energie risvegliate. L’Uno dall’Uovo, i Sei, i Cinque.[2]
L’Energie risvegliate sono: l’Uno dall’Uovo “ 
”, il Dieci, poi il Sei e il Cinque, cioè 1065. La somma dei tre numeri vale: 10+6+5 = 21 = 3x7. Il valore del Primogenito è 1065, che corrisponde ai numeri 7, 14 (due volte sette), 21 (tre volte sette). Secondo il Rig Veda, la Creazione non è opera di Brahma, ma dei Prajapati (gli Elohim degli Ebrei), in numero di 7 (oppure di 10 se sono sommati con la Triade Superiore ), di 21 o 10, 6 e 5, secondo il Mahabharata.
Nella Cabala gli stessi numeri, cioè 1065, corrispondono al valore di YHVH, poiché i valori numerici delle tre lettere che compongono il suo nome — Jod, Vau e due volte Hé — sono rispettivamente 10 (י ), 6 (ו ) e 5 (ח), o nuovamente tre volte sette, 21. “Dieci è la Madre dell’Anima, perché la Vita e la Luce sono in essa unite, — dice Ermete — Perché il numero Uno è nato dallo Spirito, e il numero Dieci dalla materia (Caos, femminile); l’Unità ha fatto il Dieci ed il Dieci l’Unità”. Mediante il Temura, il metodo anagrammatico della Cabala e la conoscenza del 1065 (21) si può ottenere una scienza universale riferentesi al Cosmo ed ai suoi misteri (Rabbino Yogel). I Rabbini considerano i numeri 10, 6 e 5, come i più sacri di tutti.
- 10 è L’Uno dallo Zero, l’Uomo Celeste, l’Essere Duale 2x5, maschile e femminile.
- 6 è l’Esagono, la Stella a 6 punte Y, le Sei Forze della Natura, l’equilibrio, è un numero pari.
- 5 è il sacro Pentagono, l’unione del primo numero pari 2 e del primo numero dispari 3 considerato femminile.
- 1065 il valore numerico del Primogenito è formato da numeri maschili e femminili.
- Riducendo ulteriormente 21 si ha: 2+1 = 3, si ottiene la Triade, il triangolo, i Tre Logos; si conclude che le 21 Potenze creatrici sono emanate dal Triangolo Astratto formato dai tre Sephiroth Superiori.
- Se si divide 1065 per 3, si ottiene 355, il valore dell’anno lunare ebraico Shanah 50+5+300 = 355.
- In ebraico, una delle forme di parola per l’uomo è A T SH ha valore numerico delle lettere 300+10+1= 311; leggendo 311 in modo inverso da destra a sinistra si ottiene 113, il numero dell’Uomo.
- Il numero dell’Uomo 113 è anche il diametro di una circonferenza di 355.
- Per rapportare i numeri dell’uomo all’Uomo celeste, il Primogenito, basta moltiplicare per Tre: 3x355=1065 e 3x113=339.
- Allora, 339/1065 = 113/355 = 1/p, che rappresenta il rapporto tra l’Uomo e il ciclo lunare della manifestazione.
- Se 113 è il valore del Diametro rispetto a una circonferenza di 355. Sei diametri 6x113=678 dividono la circonferenza in 12 settori, i 2x6 tempi della manifestazione, le 12 Ore del Giorno.
Ralston Skinner, l’autore di The Source of Measures, legge nella parola ebraica Alhim sostituto degli Elohim, i numeri che portano al p: poiché א (a) è 1; ל (l) è 3 (o 30); ח è 5; י (i) è 1 per 10; e ם (m) è 4 (40). Togliendo gli zeri si ottiene 13514 e permutando, 31415, il numero p, numericamente la circonferenza di un cerchio con diametro Uno, esotericamente l’anello che circonda il mondo fenomenico, l’anello invalicabile, la corda degli Angeli Non-passare.
Figura 2. Il numero dell’Uomo, e le 12 divisioni dell’Uomo Celeste
- Noè dopo il Diluvio lasciò andare un corvo nero che non ritornò. Secondo Skinner, il valore numerico del corvo nel senso di eth-h’orev è 678 = 6 x113, sei doppi tempi.
- Il valore numerico della colomba bianca è 71, che è nominata 5 volte cioè 71x5 = 355 il valore della circonferenza.
Il numero 1065 è 3x5x71. Il numero 71 caratterizza il Manvantara, il periodo cosmico tra due Manu. Secondo l’astronomia tradizionale indù un Manvantara è 71 volte il Maha Yuga, e 14 Manvantara fanno un Giorno di Brahma, 4.320.000.000 anni.
1-14 tali sono le Dieci Sephiroth b'limah (senza che cosa): Soffio di Élohim Vivente, Soffio generato dallo Spirito, Acque generate da Ruach (spirito), Fuoco generato dalle Acque, Alto e Basso, Oriente ed Occidente, Settentrione e Meridione.
Nei più antichi diagrammi cabalistici i Sephiroth (i Sette e i Tre) sono rappresentati come ruote e cerchi, e Adamo Kadmon, l’Uomo Celeste, come un pilastro diritto. “Ruote e Serafini e le Sante Creature” (Chioth), dice il Rabbino Akiba.
La figura seguente secondo il manoscritto ebreo 763 della Biblioteca Nazionale di Parigi, combina le Sephiroth (disposte su una ruota) e loro nome ebraico. Permette di evidenziare le relazioni che sono meno facilmente identificabili nel classico disegno dell’Albero che rappresenta l’Uomo Celeste o Adam Kadmon.
Figura 3. Sephiroth disposte a ruota – Adam kadmon
La disposizione a ruota mostra 17 sentieri anziché i 32 citati dal Libro della formazione. L’autore di The Source of Measures dice che il fondamento della Cabala e di tutti i libri mistici poggia sui Dieci Sephiroth; il che è una verità fondamentale. Egli presenta questi Dieci Sephiroth e i 10 numeri nel seguente diagramma:
Figura 4. I Dieci Numeri
La Decade, il Dieci, si rappresenta con il Cerchio tagliato in Due da un Diametro verticale. Il Cerchio è lo Zero, la Divinità Celata, mentre il Diametro è il Dio manifestato. La Cabala mistica ebraica si poggia sui Dieci Sephiroth[3], Luci o Emanazioni divine. Dalla stessa Cabala apprendiamo che questi 10 Sephiroth erano i Numeri o emanazioni della Luce celeste. Le Sephiroth possono venire capite come le qualità possedute dai primi 10 numeri interi.
Il Cerchio è lo Zero; il suo Diametro verticale è l’UNO primo o primordiale (il Verbo, o Logos), dal quale derivano il 2, il 3, e così via fino al 9, il limite delle cifre. Il 10 è la prima manifestazione divina, che contiene ogni potenza possibile di espressione esatta di valori: il sacro Jod.
Il 10 è responsabile di tutte le cose, fondamento e guida sia della vita divina e celeste, sia di quella umana ... L’essenza e le opere del numero devono essere giudicate in rapporto alla potenza insita nella Decade; grande, infatti, è la potenza del numero, e tutto opera e compie, principio e guida della vita divina e celeste e di quella umana. Senza di essa (la Decade) tutto sarebbe interminato, incerto, oscuro[4].
[1] Zohar (Luce), La Santa Assemblea Superiore.
[2] Le Stanze di Dzyan, IV, 3.
[3] I Dieci splendori, sono anche le Dieci membra dell’Uomo Celeste.
[4] Filolao.
LA GENESI DELLE 22 LETTERE
Lo Sepher Yetzirah pone al centro della creazione la potenza generante della Parola di Dio, perché essa possa esistere, è ovviamente necessario disporre di un linguaggio e di un alfabeto. Nel secondo capitolo del Libro della Formazione si parla delle 22 consonanti. Esse sono le lettere fondamentali con le quali Dio ha formato l’anima dell’intera creazione e di tutto ciò che è stato creato; per mezzo del loro potere di combinazione, trasformazione e trasposizione forniscono un numero infinito di parole e cifre diventando così i tipi di tutti i molteplici fenomeni della creazione. Ventidue sono le lettere dell’alfabeto Akkadico, Fenicio, Egizio, Ebraico, Arabo, Aramaico.
2-1 Ventidue lettere fondamentali: tre madri, sette doppie e dodici semplici. Le tre madri sono AMSh (Aleph, Mêm, Shin). Riposano sul piatto del merito e sul piatto del dovere; la lingua del patto è l'equilibrio tra i due. Tre madri AMSh. Mêm è ronzante, Shin è sibilante ed Aleph è il soffio dell’aria che equilibra i due.
2-2 Ventidue lettere fondamentali: Le ha incise, scolpite, combinate, pesate e permutate. Con esse, ha rappresentato tutto ciò che è stato formato e tutto ciò che sarà formato.
La Creazione, è pure, una sorta di spartito musicale per pronunciare i “suoni” (ossia le permutazioni dei suoni fondamentali) che Elohim ha usato per creare il suo mondo, così permettendo all’uomo che li ripeta correttamente di creare a sua volta altra vita. Il Sepher ci presenta una creazione armonica in cui Elohim crea usando le 22 lettere dalle cui diverse combinazioni ha origine il molteplice.
Le ventidue (22) lettere sono distribuite in una Triade (3), un Settenario (7), ed una Dodecade (12), corrispondenti alle Tre lettere madri A, M, S, ai Sette pianeti e ai Dodici segni dello Zodiaco.
L’intera creazione e l’intero linguaggio scaturiscono da un’unica combinazione di lettere. Le lettere ebraiche sono 22, ognuna delle quali ha un valore numerico preciso, dall’1 al 10, dal 10 al 100, e dal 100 al 400. Per Valentino, lo Gnostico, la generazione comprende 22 Eoni, una decade “10” e una dodecade “12” . Come i primi Dieci Numeri Primordiali sono alla base della prima produzione della forma così, le 22 lettere sono la causa prima della materia.
Premettendo che dell’insegnamento misterico gnostico si conosce ben poco e per la maggior parte quanto detto dai loro avversari, per Valentino, lo Gnostico, dall’Ogdoade (8), la generazione prosegue con altri 22 Eoni, cioè una decade “10” e una dodecade “12” . Il Totale è 8+10+12=30. Marco lo gnostico pitagorico, attribuisce alla Divinità il numero 30 lettere in quattro sillabe. Marco aggiunge che ogni singolo elemento dei Trenta ha la sua speciale espressione, ma non conosce la forma del suono di cui è un elemento. Così proferendo tutto quello che sa, crede di far risuonare l’intero Nome. Poiché essendo ciascun elemento, parte dell’intero Nome, enuncia il suo suono speciale come se fosse l’intera Parola, e non cessa di risuonare fino a che non giunga l’ultimissima lettera dell’ultimo sub-elemento nella sua lingua speciale. Trenta è il numero gnostico del Pleroma. Secondo Ireneo di Lione (Contro le eresie Adversus Haereses, libro 1, capitolo 12), i seguaci degli gnostici Tolomeo e Colorbaso parlavano di Eoni diversi da quelli di Valentino. Aggiungendo Logos e Zoe alla Ogdoade (8) il numero diventa 32.
Nel panteon indù abbiamo gli Dèi che sono divisi in tre categorie per un totale di 33 divinità[1], divise in tre gruppi, 11 nel cielo, 11 nel mondo intermedio, 11 nella terra. Le 11 divinità del mondo intermedio, l’atmosfera, sommate con le 11 della terra, fanno in tutto 22, il numero delle consonanti della creazione.
- Dèi celesti. 12 Aditya, i Figli della Grande madre Aditi. I figli di Aditi, dapprima erano Sette, Otto con Martanda, poi divennero i Dodici Grandi Dei del Pantheon Indù. Sono le Sette Legioni che, nati nella sfera dell’Operazione, considerato il piano del Padre, volevano operare per esso. Nella filosofia esoterica sono uno dei gruppi che compongono i Rudra[2], alti Deva o Dhyan Chohan. Sono assimilati ai dodici mesi dell’anno.
- Dèi atmosferici: 8 Vasu, detti i Benefici, il Fuoco, la Terra, il Vento, l’Atmosfera, il Sole, il Cielo, la Luna, le Stelle.
- Dèi terrestri: 10 Rudra, 11 con a capo Rudra stesso, il fulmine. Nelle Upanishad, questi Rudra sono i 10 Spiriti Vitali, l’undicesimo, è Atman, lo Spirito.
Il numero 22 lo ritroviamo in oriente nei 10 Rudra e nei 12 Aditya (figli di Aditi). Rudra era una divinità terrifica del periodo vedico assimilata al Fuoco Celeste, al fulmine e a Shiva. Esotericamente, Rudra-Shiva comprende anche gli agenti della creazione, angeli e uomini. Gli Spiriti del Fuoco, la cui caratteristica è settenaria, sono la personificazione dei Fuochi Sacri più occulti della Natura. Il Libro della Formazione, cita 22 lettere più 10 Sfere, 32 in tutto; questo numero coincide con gli Dèi del Trimundio se non consideriamo il Supremo Rudra.
Marco parla di una rivelazione che gli fu fatta dai 7 Cieli, che pronunciavano i 7 nomi delle Gerarchie angeliche, emettendo ciascuno una vocale. Il primo cielo emana un suono o una vocale A (a ), il secondo l’E (ε), il terzo H (η), il cielo mediano, il quarto emana I (i), il quinto O (o), il sesto l’U (υ), il settimo W (ω). E tutte unendosi insieme per armonia, emanano un Suono.
Le 21 lettere-suoni divine descritti da Marco rappresentano le combinazioni aehiouw - ehiouw - hiouw - iouw - ouw - uw - w, che concorrono a formare un Suono di sintesi, visualizzabile con il triangolo maggiore che contiene i 21 piccoli triangoli, in totale 1+21=22.
Figura 1. Le Lettere Suoni divine di Marco
Ricordiamo che 22 è anche il numero degli aminoacidi che concorrono a formare l’impalcatura della vita o come i 22 paia di cromosomi contenuti nel seme umano e di qualsiasi altra cellula del corpo umano. I 46 cromosomi sono suddivisi in 23 coppie, cioè 22 coppie di autosomi e una di cromosomi sessuali. La testa dell’uomo è fatta di 22 ossa: 8 craniche e 14 facciali.
La base della Grande Piramide, quella di Cheope è di 440 cubiti reali[3], 220 cubiti di semibase (22x10).
Il numero 22 può come suggerito dal Neopitagorico Theone di Smirne, può essere espresso come somma di triangolo D più quadrato o, una forma geometrica del Sette, cioè del terzo numero triangolare e del quarto numero quadrato: 3D+4o = 6+16 =22.
Figura 2. Le forme del numero 22
Il numero 22 è anche una particolare Tetrade di proporzione geometrica decrescente[4]: 14+23+32+41=22.
La Creazione, è pure, una sorta di spartito musicale per pronunciare i “suoni” (ossia le permutazioni dei suoni fondamentali) che Elohim ha usato per creare il suo mondo, così permettendo all’uomo che li ripeta correttamente di creare a sua volta altra vita. Il Sepher Yetzirah ci presenta una creazione armonica in cui Elohim crea usando le 22 lettere dalle cui diverse combinazioni ha origine il molteplice. L’opera è visualizzata in 22 canali che collegano le 10 Sephiroth tra di loro nell’Albero Sephirotico della Cabala. Il Vendidad, il sacro libro dell’Avesta, scritto da Zarathustra, ha 22 capitoli.
Figura 3. Le 22 Lettere ebraiche come descritte nello Sepher Yetzirah.
[1] I 33 Dèi sono divenuti 33 koti, cioè 330 milioni di dèi.
[2] Rudra era una divinità terrifica del periodo vedico assimilata al Fuoco Celeste, al fulmine e a Shiva.
[3] Il numero 440 deriva dal fatto che la manifestazione è duale, tutto è raddoppiato negli opposti.
[4] Proprio come per il numero chiave del ciclo 432, cioè decrescente.