Troyes Abbazia Sant'Urbano - Sapienza Misterica

SAPIENZA MISTERICA
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Troyes Abbazia Sant'Urbano

L'impronta templare nel Gotico primitivo
TROYES TEMPLARE

La città di Troyes situata a monte da Parigi, sulla Senna, è stata sempre una terra di leggende, misteri, segreti, tesori e grandi iniziati. I bacini della Senna e Alba erano sede di dolmen e menhir, di templi dalla connotazione celtica e Gallo-Romana per poi essere trasformati in chiese cristiane. Sotto la protezione del conte di Champagne l’Ordine del Tempio getterà i semi di tutte le grandi idee che daranno i loro frutti nei tempi moderni. Filosofia, letteratura, arti, commercio, industria emergono in parallelo con la libertà politica sulla barbarie. Qui dimorava ed era protetto Chrétien de Troyes, il creatore della leggenda del Graal, Lancillotto, Perceval. Due templi gotici sono oggetto di questo studio, Cattedrale di Troyes, dove è custodita la testa di San Bernardo di Chiaravalle, il sostenitore dell’Ordine dei Templari, e la Basilica gotica di Sant’Urbano che Viollet-le-Duc considera come “il capolavoro di un genio”. Situata nella Champagne francese, Troyes è un luogo molto particolare legato ai Templari, nel 1127 Ugo di Payns ritorna in Francia e, nell’anno 1129, durante un concilio, convocato nella cattedrale di Pietro e Paolo a Troyes, la Milizia dei poveri Cavalieri di Cristo ebbe il riconoscimento ufficiale della Chiesa. Il 13 gennaio 1129, il Consiglio si aprì alla presenza di molte personalità religiose, tra cui: il cardinale Matteo d'Albano, Legato del Papa in Francia, gli Arcivescovi di Reims e di Seins e dieci dei loro Vescovi suffraganei, quattro Abati Cistercensi (di Cîteaux, Clairvaux, Pontigny e Troisfontaines), due abati della Congregazione di Cluny (di Molesmes e Vézelay), due canonici, due Maestri ed un segretario. Oltre ai religiosi, vi erano importanti personaggi tra cui: Thibaut IV di Blois, Conte di Champagne, André de Baudement, Siniscalco della Contea di Champagne, Guillaume II, Conte di Nevers, Auxerre e Tonnerre.

FIGURA 1. CONCILIO DI TROYES


Hugues de Payns, il primo Grande Maestro dell’Ordine dei Templari, ha il feudo a Nord Ovest di Troyes, nel luogo che diverrà la prima commenda, guida d’Occidente. Appartiene alla famiglia dei conti di Champagne. Dei primi nove cavalieri non pochi erano suoi vassalli. La più antica chiesa di Troyes è dedicata a Maria Maddalena cara ai Templari. Fu ricostruita intorno al 1200 in stile gotico primitivo, conservando alcuni elementi romanici nella navata. Nel XVI e nel XVII secolo, è stata modificata in stile gotico fiammeggiante, forse per voler cancellare la primitiva impronta templare. Le vetrate sono del XVI secolo. I templi gotici a Troyes sono tre, Basilica di Sant’Urbano e la cattedrale di Pietro e Paolo, la chiesa di Maria Maddalena. La costruzione della Chiesa della Sainte-Madeleine iniziò nel XII secolo. È la chiesa più antica di Troyes. Fu ricostruita intorno al 1200 in stile gotico nascente, mantenendo alcuni elementi romanici nella navata. Intorno al 1500, l'abside e il coro sono state rinnovati in stile gotico fiammeggiante.

Nella Cattedrale di Troyes, si trova la testa di San Bernardo di Chiaravalle, il sostenitore dell’Ordine dei Templari. Nel 1813, l’ultimo abate di Chiaravalle rimette al Prefetto della cattedrale il cranio di San Bernardo1. Il Prefetto inserisce questa preziosa reliquia nel tesoro della cattedrale. Dopo cinque secoli la cattedrale di Troyes che vide la nascita dei Templari - non a caso - riceve la testa del suo gran mentore. La testa mozzata o separata dal corpo è un motivo dell’esoterismo templare e si trova rappresentata o custodita nelle cattedrali gotiche. Nella cattedrale di Amiens si trova la testa di Giovanni Battista. Nella cattedrale di Notre-Dame di Reims è raffigurato San Nicosia decollato, in quella di Notre-Dame di Parigi è raffigurato San Dionigi e in entrambe le sculture, al posto della testa due angeli pongono una corona. La cattedrale di Troyes, contiene tra l’altro tutta una serie di proporzioni e misurazioni relazionate con i nomi sacri.

TROYES BASILICA GOTICA DI SANT’URBANO


FIGURA 2. FACCIATA PRINCIPALE BASILICA DI SANT’URBANO TROYES

La costruzione della Basilica di sant’Urbano avvenne per volere di papa Urbano IV, figlio di un ciabattino di Troyes. La chiesa fu progettata dal Maestro d’Opera Jean Langlois che ne fece una delle maggiori espressioni dell’architettura gotica secondo la variante radiante; stile sviluppatosi a Parigi e nel Nord della Francia dalla metà del XIII secolo. La Basilica copre una superficie di 1250 mq e la maggior parte fu costruita in meno di trent’anni, fra il 1262 e il 1286. Seguendo l’indirizzo di Suger di Saint-Denis di “armonizzare il nuovo gotico con il vecchio romanico” il Maestro d’Opera utilizza il modulo costruttivo quadrato tipico del tempio romanico e dalla sua rotazione realizza la superficie orizzontale della basilica. Il modulo geometrico dell’edificio, è dato dalla larghezza della navata e del transetto. Questo spazio quadrangolare identifica il modulo geometrico, l’unità direttiva di base della costruzione che organizza, ordina e armonizza in perfetto accordo simbolico strutturale non solo i punti nodali della pianta ma anche il ritmo dell’alzata. Papa Urbano IV desiderò vivamente che la geometria della sua Basilica riflettesse quella di altre strutture divinamente ispirate. Fu usato il piede romano di 0,294 m, anziché il piede champagne di 0,3048 m, stabilendo così una fedeltà ideale tra l’antico tempio romanico italico e il nuovo tempio gotico champagne. Nella Basilica Sant’Urbano a Troyes il modulo è un perfetto Quadrato di 36 piedi romani circa 10,58 m.

Viollet-le-Duc considera la Basilica gotica di Sant’Urbano a Troyes come “il capolavoro di un genio”. Stabilito sul pavimento del tempio il Quadrato in Terra il modulo di 36’, l’alzata sopra la chiave di volta è di due moduli cioè 72’, nove canne da otto piedi romani. 9x8=72. Il numero 9 rappresenta il compimento del ciclo che porta alla distruzione delle forme obsolete per riportare la forma materiale ai suoi Tre principi costitutivi. L’altezza della colonna della navata è data dalla diagonale del modulo 36√2. Metà del modulo stabilisce la posizione dei capitelli delle navate laterali. Anche la diagonale del modulo delle navate 36/Φ laterali determina la loro altezza.

FIGURA 3. ELEVAZIONE BASILICA DI SANT’URBANO TROYES

L’elevazione è stabilita non solo dal modulo quadrato ma anche dal Triangolo Equilatero. La Basilica rappresenta un bell’esempio della progettazione dell’alzata del tempio gotico in funzione dei triangoli. L’altezza alla chiave di volta è stabilita per la parte superiore, la copertura dal modulo, ma per la chiave di volta sopra la navata dal Triangolo Equilatero. Un altro triangolo equilatero compare per completare l’altezza del tempio. Sopra i due moduli quadrati di 2x36’=72’ un triangolo equilatero di lato 36’ e altezza 36’x√3/2= 72’/√3, determina la massima elevazione del tempio. Il numero trentasei è l’Ottavo numero triangolare 36=8r! Il Maestro d’Opera utilizza Quattro canne da Otto piedi per realizzare il modulo del Tempio. Il numero otto è legato alla figura di Gesù Cristo, ripetuto per tre volte 888, è il valore numero greco di Gesù. Un doppio quadrato inevitabilmente introduce la figura dell’Ottagono. II mondo di Pitagora ci dice Plutarco, consisteva di un doppio Quaternario (Quadrato), cioè un Ottagono. Un ottagono è inscritto nel cerchio minore del modulo. L’Ottagono dai Pitagorici era ritenuto una delle figure geometriche più armoniose. L’antica forma del Battistero cristiano è ottagonale perché l’Ottagono è simbolo di rinascita, simile a un paradiso terrestre. Il battesimo è la prima iniziazione cristiana, attraverso esso si entra a far parte della comunità della Chiesa, il passaggio dal mondo delle tenebre, Quadrato del male, a quello della Luce simbolizzato dal Quadrato del bene. L’angolo fra due lati dell’Ottagono è 135° cioè 5x33, gli otto angoli formano il numero 1080, ricompare il 108= 3x36, legato alla limitazione della divinità nella forma.

I numeri 36 e 72 sono caratteristici del triangolo aureo e di conseguenza col numero aureo Φ, del decagono che ha come angolo al vertice 36° e angoli di base 72°. La Tradizione Cristiana pone a 72 il numero delle spine (simboli dei coltelli) della corona che fu posta prima di morire sul capo di Gesù. Come i Pontefici di Iside, anche quelli di IHVH per ordine di Mosè dovevano indossare sopra la veste bianca, un’altra chiamata piviale attorno alla quale erano attaccati 72 campanelli d’oro. Questo numero è in relazione con il Tempo: lo spostamento dell’asse terrestre dovuto alla precessione degli equinozi è di un grado ogni 72 anni. Settantadue è il numero della caduta del Divino nel mare della manifestazione, nel Mondo del creato. L’inclinazione del tetto delle navate laterali è realizzata con triangoli rettangoli imponendo un rapporto tra altezza e base di 3/5, il LA della scala musicale naturale pitagorica.

Il modulo è un quadrato di 36 piedi, il numero 36, rappresenta una Tetractide, infatti, come ci riferisce Plutarco in Iside e Osiride, essa prendeva il nome di “Mondo”: “La cosiddetta Tetractide, ossia il trentasei, era la forma più alta di giuramento, com’è stato rivelato, ed ha avuto il nome di Mondo perché è formata dalla somma dei primi quattro numeri pari e dei primi quattro numeri dispari”. Il cerchio celeste è 360°, diviso in 10 parti, dà 36° l’angolo al vertice del lato di un Decagono che forma un triangolo isoscele aureo!

FIGURA 4. PLANIMETRIA AD QUADRATUM BASILICA DI SANT’URBANO TROYES

Per quanto riguarda la planimetria fino all’asse trasversale delle tre cappelle, essa è realizzata con tre moduli quadrati (due moduli più due mezzi moduli). Le navate laterali hanno una larghezza ridotta del numero aureo Φ creando un altro modulo con rapporto aureo 1/Φ rispetto al modulo centrale 1/1. L’allargamento laterale del transetto è in pratica scomparso, ma un altro modulo con rapporto aureo 1/Φ determina la posizione dei contrafforti.

Il Maestro d’Opera opera sul Quadrato in Terra amplificando i lati di √2 creando un secondo quadrato che presenta i vertici perpendicolari ai lati del modulo primitivo. Amplifica ulteriormente il lato di questo quadrato disposto a rombo sommandogli il lato del modulo primitivo, creando un rombo di lati (L+√2L). Poi esegue la stessa operazione sull’altro lato del primo rombo, ottenendo due rombi che s’intersecano attorno al modulo quadrato. I vertici dei rombi delimitano la superficie rettangolare del tempio, lasciando fuori i contrafforti.

FIGURA 5. SVILUPPO PLANIMETRICO IN BASE AL MODULO BASILICA DI SANT’URBANO TROYES

Il Quadrato in Terra, il modulo primitivo, è inscritto e circoscritto da circonferenze. Cinque circonferenze inscritte diametro 36’ piedi, determinano la lunghezza assiale del Tempio dalla Porta Ovest all’abside cioè: 5x36=180 piedi. Cinque è il numero riferito all’uomo, il pavimento della navata è riferito al percorso terreno dell’uomo per ricongiungersi alla sua parte spirituale realizzando il Dieci, la cui figura è il decagono. La dimensione trasversale fino al contrafforte centrale (arretrato rispetto agli altri due) è fornita da altre due circonferenze di 36’, tangenti al cerchio circoscritto al modulo di diametro 36’x√2.

La crescita del modulo di base L+√2L=(1+√2)L, crea un quadrato, che raddoppiato e disposto a rombi intersecati determina le dimensioni della basilica. Il doppio quadrato crea l’ottagono, su cui è ulteriormente modellata la planimetria della basilica.

FIGURA 6. ARMONIE OTTAGONALI BASILICA DI SANT’URBANO TROYES

L’ottagono che compare nella planimetria è figlio del modulo costruttivo della basilica, infatti è inscritto in un cerchio che a sua volta è inscritto nel quadrato del modulo. Quattro ottagoni della stessa dimensione sono idealmente disposti all’ingresso della navata alla fine del coro e alle due estremità del transetto, Cinque con l’ottagono della cappella centrale. Anche le due cappelle alla fine delle navate laterali sono formate su ottagoni più piccoli. Poiché la dimensione delle navate laterali è L/Φ, anche il rapporto tra i due cerchi che contengono gli ottagoni è il numero aureo Φ, così anche il rapporto tra i lati degli ottagoni è aureo.



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