Commento misterico Apocalisse di Giovanni - Sapienza Misterica

SAPIENZA MISTERICA
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Commento misterico Apocalisse di Giovanni

APOCALISSE SCRITTO MISTERICO
 
L’Apocalisse di Giovanni è un capolavoro di scienza misterica, e come tale i suoi significati sono ben sigillati, presenta inoltre interi passi che si ritrovano nel Libro di Enoch e in Daniele ed Ezechiele, che fanno a loro volta fanno riferimento ad Enoch. Il libro Apocalisse è redatto nella lingua dei Misteri. Le prime tre parole greche al primo verso dell’Apocalisse, di Giovanni, sono: Apokalýpsis Jesu Christu, cioè Apocalisse di Gesù Cristo. Apo è una preposizione che significa “via da”, cioè “togliere”, mentre kalýpto vuol dire nascondere, velare. La parola “Apocalisse” significa “rivelo cose nascoste”, ma in pratica Giovanni rivela cose solo per coloro che hanno gli occhi interiori aperti, cioè posseggono la visione spirituale.
 
Se non avessimo una tradizione cabalistica degna di fede su cui fondarci, saremmo forse costretti a chiederci se l’autorità dell’Apocalisse debba essere attribuita all’apostolo di questo nome. I libri di Ezechiele, Daniele, Enoch e la Rivelazione di San Giovanni, sono puramente cabalistici. L’interpretazione dei teologi è un perfetto schermo che ne impedisce la giusta visione. Sembra che l’autore si chiamasse Giovanni Teologo che, all’epoca, viveva sull’isola greca di Patmos. Forse “Giovanni” non è un nome di persona, bensì un nome che esprime un grado, una carica, un nome che rappresenta un certo grado evolutivo. La questione dell’origine del Libro dell’Apocalisse è di scarsa importanza. Essendo uno scritto misterico numeri, immagini e simboli sembrano mischiati in modo tale da rendere davvero incomprensibile il messaggio contenuto nel libro. Il valore intrinseco del libro della Rivelazione risiede nel suo magnifico compendio del Mistero Universale – un’osservazione che ha portato San Girolamo a dichiarare che è suscettibile di “sette interpretazioni” o chiavi di lettura.
 
Giovanni si manifesta come un Iniziato alla Sapienza Segreta quanto divulga nell’Apocalisse il segno di iniziazione. “A colui che vincerà, darò da mangiare la manna segreta (la conoscenza occulta che discende come saggezza divina dal cielo); e gli darò una pietra bianca; e su di essa sarà scritto un nome nuovo (il “nome misterico” dell’uomo interiore, o l’Ego, l’Anima spirituale), che nessun uomo conosce - se non chi lo riceve” (Apocalisse II, 17). Su una pietra bianca era inciso il nome segreto, ed era il simbolo dato al neofita che, durante la sua Iniziazione, aveva superato con successo tutte le prove dei Misteri. Giovanni scrive per uomini che conoscono il linguaggio misterico, che è correttamente inteso da coloro che erano stati iniziati o che avevano una conoscenza iniziatica e sapevano esattamente che cosa lo scritto intendeva dire.
 
La Kabala o Qabbalah ebraica è un’antica dottrina iniziatica di natura filosofica e mistica, trasmessa dapprima oralmente e poi esposta in trattati, che mediante la combinazione di simboli geometrici e numerici (da 1 a 10) e alfabetici (le 22 lettere dell’alfabeto ebraico) consente agli iniziati di comprendere il messaggio occulto delle parole e di avvicinarsi così alla conoscenza di Dio, secondo i cabalisti, infatti “Dio ha tracciato il suo nome nelle tre forme della Scrittura, del Numero e della Parola”.
 
Giovanni si esprime con il linguaggio misterico della Kabala, ma inserito in un ambito che ha come riferimento Christos, ignorato e avversato dalla scuola rabbinica, ma che si ritrova nel Codex Nazareus, in ambiente Nazareno. I Nazar o Nazareni a cui apparteneva Gesù le cui leggi si trovano nella Bibbia, nei Numeri al capitolo sesto, erano una confraternita composta da uomini aventi regole di vita molto particolari: purezza e castità. Il vero significato della parola nazar נוד, è separazione, allontanamento dagli uomini per consacrarsi al servizio di Dio. Tutti i profeti che si opponevano all’idolatria del clero di Gerusalemme erano dei Nazar.
 
Il Codex Nazaraeus fu scritto in un dialetto caldeo-siriaco mescolato ad un linguaggio gnostico poco comprensibile. Il vangelo nazareno Pistis Sophia afferma che sulla croce Christos e Sophia lasciarono il corpo morto di Gesù, cui fu dato in cambio un corpo eterico di resurrezione Christos, egli fu anima e spirito, e per questa ragione non fu riconosciuto dai discepoli dopo la resurrezione. La storia afferma che le prime sette cristiane erano di Nazareni. Il Talmud chiama indiscriminatamente Nozari tutti i cristiani. Si comprende l’avversione degli ultimi Nazareni per gli Ebrei ortodossi  seguaci della formale legge mosaica espressa dalla Sinagoga.
 
Giovanni comincia l’Apocalisse con la presenza del Cristo. Il riferimento è al Christos Cosmico, se la lotta le forze dello spirito e quelle della materialità è riferita al macrocosmo, al Christos planetario se la lotta è riferita al pianeta su cui viviamo, e al Christos interiore speranza di salvezza: “Non Io, ma il Cristo in me ”. Vi sono un conflitto cosmico, un conflitto planetario e un conflitto individuale. La guerra contro il male definita jihad dall’Islam, è una lotta interiore, immagine di quella planetaria e a sua volta di quella cosmica. Nella jihad interiore Giovanni ci racconta come possiamo sconfiggere le Bestie, e Babilonia, che dimorano nel proprio essere per poter giungere alla Gerusalemme Celeste. All’inizio della battaglia le Bestie avranno su di noi il loro dominio, e Babilonia la sua temporanea gloria. La Rivelazione Racconta a livello individuale la nostra metamorfosi, e a livello planetario la metamorfosi o l’evoluzione spirituale dell’umanità. Giovanni ci descrive in dettaglio un evento grandioso e al tempo stesso impressionante in cui si susseguono immagini e rappresentazioni di fatti che riguardano l’umanità intera.
 
Rivelazione di Gesù Cristo, che gli fu data da Dio, affinché mostrasse ai suoi servitori le cose che devono accadere fra breve. E che egli comunicò, con l’invio del suo angelo, al suo Servo Giovanni, il quale attesta la parola di Dio e la testimonianza di Gesù Cristo secondo quanto vide. Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino! (Apocalisse I, 1-3).
 
Il tempo è vicino” è l’affermazione pronunciata al primo capitolo (I, 3), e ribadita nell’ultimo capitolo al ventiduesimo (XXII, 10). Giovanni scrive che il tempo è vicino  in greco “o gar kairòs engǜs”. Kairòs è l’attimo irripetibile, l’occasione unica, differente da krònos che è la totalità del tempo. “Beato chi legge e ascolta le parole della profezia”.
 
Gli scritti misterici hanno fino a sette livelli di interpretazione, che vanno dal macrocosmo al microcosmo, e come conferma San Girolamo, l’Apocalisse o Rivelazione di Giovanni è appunto uno di questi. La chiave d’interpretazione per comprendere il linguaggio misterico va dunque girata in sette serrature diverse, per aprire sette porte.
 
In quest’opera commento l’Apocalisse essenzialmente per l’aspetto legato all’evoluzione umana planetaria, con riferimento alla Quinta Generazione, la nostra. Per far comprendere che esistono più livelli di lettura, prendo in esame tre brani riguardanti il capitolo primo, il dodicesimo e il diciannovesimo, ed espongo una possibile chiave di interpretazione riguardante il macrocosmo.
 
Io mi volsi e vidi nel mezzo dei sette candelieri uno simile al Figlio dell’Uomo ... la sua testa ed i suoi capelli candidi, come lana candida, come neve, ed i suoi occhi come fiamma del sole di fuoco, e i suoi piedi erano come bronzo prezioso arroventato in una fornace, e la sua voce come voce di molte acque, ed aveva nella sua mano destra sette stelle, e dalla sua bocca usciva una spada penetrante (Apocalisse I, 13, 14, 15).
 
Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e Veritiero: egli giudica e combatte con giustizia … E le schiere che erano nel cielo lo seguivano su bianchi cavalli… E teneva nella destra Sette Stelle e dalla sua bocca usciva una spada affilata per percuotere con essa le nazioni (Ap. XIX, 11-15).
 
Giovanni scrive che nella sua visione che sia l’Assiso sul Trono che il Cavaliere tenevano nella destra Sette Stelle, ma non precisa quali. Sappiamo che nel cosmo esistono gruppi stellari formati ciascuno con sette stelle, come le Pleiadi e l’Orsa Maggiore, che in oriente sono rispettivamente dette le sette  sorelle spose dei sette fratelli, questo per affermare che vi è una polarità di elettricità cosmica tra questi due gruppi di stelle. Il secondo livello di interpretazione riferito al nostro sistema solare, è che le sette stelle possano intendersi come i sette luminari planetari.
 
All’inizio del capitolo dodici appare nello spazio la Donna vestita di Sole. Ed un gran segno apparve nel cielo, una Donna avvolta del Sole, e la Luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle, ed aveva nel ventre, e gridava travagliata e messa alla prova dal partorire.
 
L’Oceano Primordiale dello Spazio il Caos Primordiale descritto come un Abisso, la Grande Profondità, è personificato dalla Dee Vergini e Madri. Quando giunge il Giorno della creazione, il Raggio Divino agisce come un Soffio sulle Acque della Materia Cosmica differenziandola: la Vergine Cosmica diviene la Madre Universale, partorisce i suoi Figli e resta sempre Vergine. La Vergine Maria è rappresentata come la “Donna rivestita di Sole” dell’Apocalisse di Giovanni, circondata da una corona di dodici stelle con la Luna crescente ai suoi piedi con il fanciullo in grembo. La Vergine Immacolata, la Madre-Natura eternamente giovane, genera e partorisce il proprio Figlio, l’Universo.
 
FIGURA 1. LA VERGINE COSMICA

 
La Donna, nella cosmogonia, è in relazione con la “Materia” o Grande Abisso, come “Vergine del Mare” che schiaccia sotto i piedi il “Drago”. Il “Diluvio” è anche mostrato spesso, nella fraseologia simbolica, come il “grande Drago”. La Luna ha tanta influenza sulle maree — era la “Vergine del Mare”. La Vergine Maria nota come “Vergine del Mare”. Mar, il Mare, è la radice del nome Maria. Il colore azzurro, che presso gli antichi era simbolo del mondo materiale, era il colore del cielo stellato delle volte delle cattedrali gotiche dedicate a “Notre Dame”, cioè a Nostra Signora.
 
La Luna chiama ripetutamente se stessa: “La Luce che brilla nelle Tenebre”, la “Donna-Luce”. Perciò essa divenne il simbolo accettato di tutte le Dee Vergini-Madri. La Vergine è rappresentata su una falce lunare mentre schiaccia il Serpente sotto i suoi piedi. E questo perché la testa e la coda del Drago, che fino ai giorni nostri, rappresentano, nell’Astronomia orientale, i nodi ascendenti e discendenti della Luna. Ed è perciò che la Luna è stata sempre intimamente collegata in tutte le Teogonie pagane con il Drago, suo eterno nemico.
 
Ed apparve un altro segno nel cielo, ed ecco un gran Drago Rosso, che aveva sette teste e dieci corna e sulle sue teste sette diademi; la sua coda trascinava giù la terza parte delle stelle del cielo e le gettava sulla terra. E il Dragone si fermò di fronte alla Donna che stava per partorire alfine di divorarne il Figlio quanto avesse partorito (XII, 3-4).
 
L’interpretazione macrocosmica dell’associazione tra il Drago e l’idea della Tenebra ha anche un significato astronomico. La posizione occupata un tempo dalla costellazione del Dragone prova che il Gran Serpente era il re della notte. Questa costellazione si trovava allora al centro del cielo, ed è così estesa, che veniva chiamata il Grande Dragone. Il suo corpo si estende su sette segni dello Zodiaco, e nel Dragone dell’Apocalisse un riferimento al serpente celeste. “Non deve meravigliare che una costellazione così estesa fosse rappresentata da Giovanni come un grande Dragone con sette teste, che prendeva un terzo delle stelle dal cielo e le lasciava cadere sulla terra”.
 
In astronomia, il nodo discendente; la coda del Drago Celeste che attacca il Sole, il Figlio della Donna ammantata di sole, durante le eclissi, ed anche una cometa, una meteora. Un Daitya (demone) le cui parti inferiori erano simili alla coda di un drago. Si rese immortale rubando agli dèi un po’ di Amrita – l’elisir della vita divina - per la cui produzione essi stavano sbattendo l’oceano di latte. Vishnu, incapace di privarlo della sua immortalità, lo esiliò dalla terra e fece di lui la costellazione del Dragone: la sua testa fu chiamata Rahu e la sua coda Ketu - astronomicamente, i nodi ascendenti e discendenti. E questo perché la testa e la coda del Drago, che fino ai giorni nostri, rappresentano, nell’Astronomia orientale, i nodi ascendenti e discendenti della Luna. Un rito buddhista cinese e indù è quello di far rumore durante certe eclissi per mettere in fuga “il grande Drago Rosso” che ha teso un complotto per rapire la “luce”!
 
Ci sono varie costellazioni che rappresentano forze apparentemente negative - Idra, Cetus, forse Serpens - costellazioni che suggeriscono mostri e serpenti. Cetus tradotto con balena è un mostro marino con testa di drago. Serpens è l’unica delle moderne costellazioni ad essere divisa in due parti: la Testa del Serpente (Serpens Caput) ad ovest e la Coda del Serpente (Serpens Cauda) ad est. Tra queste due parti si trova la costellazione di Ofiuco, colui che porta il serpente.
 
E vi fu guerra in cielo; Michele e i suoi Angeli combatterono il Drago, e il Drago combatté con i suoi angeli (Ap. XII, 7). L’antico conflitto tra due schieramenti o campi di forza opposti Luce e Tenebre, Spirito e Materia, come descritto da Giovanni nella Rivelazione è solo la riproduzione di un’altra lotta più antica e più terribile, che secondo antichi scritti misterici avvenne nel macrocosmo. La battaglia si svolge nel Cosmo, nel Sistema Solare, sul nostra pianeta e in ogni uomo.
SIMBOLOLISMO NUMERICO DELL’APOCALISSE
 
L’Apocalisse di Giovanni è scritta in “22” ventidue capitoli. Il Libro della Formazione, Sepher Yetzirah, la più occulta di tutte le opere Cabalistiche, tratta dell’evoluzione. È composto da sei Perakim (capitoli), suddivisi in trentatre brevi Mishna o Sezioni. Vi si dice che la Divinità ha formato (creato) l’Universo per mezzo di numeri Nel Sepher Jetzirah, il processo della creazione è dato in 22 numeri, lasciando intendere che la Saggezza di Dio è contenuta nei numeri, in perfetto accordo col pensiero pitagorico. Quale creazione sottintende la Rivelazione di Giovanni?
 
Il Sepher Jetzirah narra come la Divinità ha formato (creato) l’Universo per mezzo di Numeri “per trentadue sentieri di saggezza segreta”. È narrata la creazione dell’universo dai Dieci Numeri Primordiali denominati Sephiroth, seguiti dalle Ventidue lettere (suoni) dell’alfabeto ebraico. La Luce, la prima menzionata nel Genesi, è definita dai cabalisti Sephirah, o la Divina Intelligenza, la Madre di tutte le Sephiroth (Luci, Emanazioni), mentre la Sapienza nascosta è il Padre.
 
Nel primo capitolo del Libro Sepher Yetzirah appaiono i Dieci Numeri Primordiali, la Triade o Corona dei Sephiroth, e le Sette membra dell’Uomo Celeste. Sette sono gli Spiriti davanti al Trono divino nella visione di Giovanni. Nel secondo capitolo del Libro Sepher Yetzirah appaiono 22 lettere, ventidue suoni che rappresentano la creazione la potenza generante della Parola di Dio, perché essa possa esistere, è ovviamente necessario disporre di un linguaggio e di un alfabeto le lettere fondamentali con le quali Dio ha formato l’anima dell’intera creazione e di tutto ciò che è stato creato. Per mezzo del loro potere di combinazione, trasformazione e trasposizione forniscono un numero infinito di parole e cifre diventando così i tipi di tutti i molteplici fenomeni della creazione.
 
Nei primi tre capitoli della Rivelazione, Giovanni si rivolge alle Sette chiese d’Asia, che rappresentano le sette comunità o umanità. Indirettamente si allude alle Sephiroth 3+7=10.
 
Al primo capitolo della Rivelazione è pronunciata l’affermazione, “Il tempo è vicino”, e poi ribadita al verso dieci (il numero uno di un nuovo ciclo) dell’ultimo capitolo, il ventiduesimo, della Rivelazione. Colui che appare nel primo capitolo è il Cristo, il Primo – che è prima dell’inizio del ciclo settenario di nascita e morte – e l’Ultimo, dopo che nascita e morte avranno cessato di esistere.
 
Cristo tiene nella mano destra sette stelle, e sta in mezzo a sette lucerne, che sono gli Spiriti illuminano spiritualmente le sette comunità, sono la guida spirituale di tutta la storia del creato, in ogni suo ritmo di sette battiti. Nell’Epistola di Paolo agli Efesini (III, 9), è scritto che Dio ha “creato tutte le cose per mezzo di Cristo”. Giovanni dice con estrema chiarezza per “tre volte” chi gli appare, all’inizio al capitolo primo e poi nei capitoli ventuno e ventidue: “Io sono l’Alfa e l’Omega, dice Signore Iddio, Colui che è, che era e che viene” (I, 8).
 
Nel Secondo capitolo Quattro Angeli scrivono alle prime Quattro Chiese. Quattro rappresenta la base materiale.
 
Nel Terzo capitolo Tre Angeli scrivono alle ultime Tre Chiese. Tre rappresenta la parte spirituale.
 
Al Quarto capitolo della Rivelazione di Giovanni appare il Trono divino. Il quattro è il numero del quadrato della forma perfetta, tanto che è il numero della Giustizia.
 
Al Quinto capitolo appare l’Agnello Divino immolato alla fondazione del mondo. Il numero Cinque è il numero dell’Uomo, il Cristo è detto Figlio dell’Uomo.
 
Al Sesto capitolo l’Agnello divino apre i primi Sei Sigilli.
 
Al Settimo capitolo e al capitolo quattordici “2x7” abbiamo i redenti segnati sulla fronte, 144.000. Il numero Sette per i Pitagorici era la Monade, lo Spirito sul piano della manifestazione. I Pitagorici chiamavano il sette Atena perché questo numero è vergine senza vincoli matrimoniali, né è stato generato da madre, che è come dire da numero pari, né da padre come dire da numero dispari, bensì dalla parte sommitale cioè dalla testa, del Padre di tutti, cioè dall’Uno. Come Atena la Dea della Sapienza, le profetesse nell’antichità erano delle vergini. Sette è il numero che contrassegna il Mistero.
 
All’Ottavo capitolo si ha l’apertura del settimo sigillo, l’ultimo, e la visione dei Sette Angeli con Sette Trombe davanti a Dio: 1 (Dio)+7 (Angeli)=8.
 
Al Nono capitolo con la quinta tromba si apre la porta del pozzo dell’Abisso e del suo nero angelo, è l’oscuro Guardiano di Soglia dell’umanità che impedisce di arrivare al Dieci il compimento.
 
Al Decimo capitolo il libro del Cielo, scritto nelle stelle, deve essere completamente assimilato da Giovanni. Il numero dieci indica la totalità, la conclusione del ciclo dell’evoluzione singola e dell’umanità.
 
All’Undicesimo capitolo appaiono i Due Testimoni, il numero 11 è ridotto a 1+1=2, i Due Testimoni sono rappresentati dalle due unità.
 
Al capitolo Dodici appare la Donna rivestita di Luce  e il Dragone che l’attacca.  Il numero dodici è due volte sei, nel cielo, nello zodiaco, sei sono i segni luminosi dall’Ariete o Agnello alla Vergine, e sei sono oscuri dove regna Scorpio. L’Arcangelo Michele che combatte contro il Dragone, fin dalle origini, è stato festeggiato il 29 settembre, pochi giorni dopo l’equinozio autunnale.
 
Al capitolo Tredici appaiono la Bestia del Mare, e poi la Bestia della Terra  che impone il suo marchio. Il numero tredici è il sesto numero primo e rappresenta l’Insufficienza perché manca un’unità affinché si abbia quattordici, il numero tredici ci conduce alla prova, e alla sofferenza.
 
Il capitolo Quattordici dedicato all’Agnello e ai suoi redenti, cioè a coloro che hanno vinto le Bestie. Segue la mietitura e la vendemmia dell’umanità.
 
Al capitolo Quindici appaiono il Tempio, il Tabernacolo e Sette (7) Angeli con le Sette Coppe dell’ira. Il Tempio è un cubo, e in pianta un quadrato (4) lo stesso si dica del tabernacolo (4), sommando i tre numeri corrispondenti alla visione 4+4+7=15 si ottiene quindici, il numero del capitolo.
 
Il capitolo Sedici riguarda il versamento delle Sette Coppe ricolme dell’ira di Dio destinate alle Sette Generazioni umane. Il numero sedici “16” ridotto pitagoricamente  è 1+6=7, il numero delle coppe e delle Generazioni; inoltre sedici è anche la somma dei numeri triangolari tre (1+2+3) e quattro (1+2+3+4).
 
Al capitolo diciassette appare la Grande Meretrice seduta sulla Bestia. Il numero diciassette il settimo numero primo rappresenta l’ostacolo. Scrive Plutarco, che Osiride fu ucciso il giorno 17 del mese di Athyr, nel segno zodiacale di morte dello Scorpione (il nemico del Sole), quando si compiva il plenilunio. Il 17 ottobre è il primo giorno della creazione secondo la tradizione ebraica. La morte del Dio nel numero 17 equivale alla caduta dello Spirito nella Forma.
 
Il capitolo Diciotto riguarda la caduta di Babilonia ricettacolo di spiriti immondi. Il numero  18 è nove più nove, il primo nove e la comparsa dell’angelo dell’Abisso, nove capitoli dopo crolla il suo baluardo, Babilonia ricettacolo di scienza oscura, nera, infernale.
 
Al capitolo diciannove abbiamo la vittoria di Cristo sulle Bestie. Diciannove rappresenta anche la ciclicità, perché ogni 19 anni le fasi lunari ricadono nello stesso giorno dell’anno solare. Questo numero allude al ciclo di ritorno alla casa paterna dopo aver vinto gli ostacoli.
 
Nel capitolo venti Satana è legato per mille anni. Col numero venti si conclude il doppio ciclo di dieci anni, l’allontanamento dalla propria casa e il ritorno, la caduta nella materia e il ritorno allo spirito.
 
Nel capitolo ventuno sono descritti i Nuovi Cieli e la Nuova Terra, viene descritta la Gerusalemme Celeste. Ventuno è tre volte sette, i sette cieli superiori, i sette cieli inferiori e le sette terre. Tutto quello che è in Alto deve essere inteso come “Creazione invisibile” dell’universo che agisce al di fuori dello spazio e del tempo; ed è simboleggiato dalla J-H-V, il cui valore ghematrico è: 10+5+6=21. Quello che è in Basso, nel mondo della forma, deve essere inteso, invece, come “Creazione visibile” dell’universo; simboleggiato dalla seconda Hé, il cui valore numerico vale 5 che assommato al 21 delle prime tre lettere, ci dà il valore di 26, che è il valore del Nome Divino J-H-V-H.
 
La Gerusalemme Celeste che scende dal cielo descritta nel capitolo XXI della Rivelazione di Giovanni, è un Cubo perfetto. In questo Cubo della materia è imprigionato e crocefisso lo Spirito. La Crocifissione Cosmica ha a che fare con il Mistero del Primogenito che per manifestarsi si sacrifica e viene ucciso nella Croce della Materia donando la sua Vita per infondere Coscienza alla manifestazione.
 
Il capitolo Ventidue conclude il libro della Rivelazione con la descrizione dell’interno del Cubo Celeste. Nel Sepher Jetzirah Il Cubo dello spazio associa i tre assi del cubo, il punto centrale del cubo, i sei lati del cubo e i dodici bordi del cubo, con le 22 lettere dell’‎‎alfabeto ebraico‎‎. All’interno della Città Celeste è mostrata la visione del Fiume dell’Acqua di Vita che scaturiva dal Trono e dall’Agnello. E in mezzo alla piazza della Città, l’Albero della Vita dai dodici raccolti, e nella città non ci sarà più alcuna cosa maledetta.
 
La Rivelazione è principalmente scandita dal numero sette. In ebraico il numero sette, שכע che consiste di tre lettere, S-B-O, ha più di un significato. Anzitutto significa età o ciclo, tempo, Shabang; Sabbath שכה, possono essere tradotto età antica o anche riposo, in antico copto. Sabe significa sapienza, dottrina.
 
Troviamo il numero sette quando Giovanni descrive “Sette Lampade di Fuoco” che ardono dinanzi al Trono e sono i Sette Spiriti di Dio, le Sette Intelligenze planetarie. Ognuno dei sette numeri ha un significato e un riferimento ben preciso. Abbiamo nell’Apocalisse una quadruplicità di sette: lettere, sigilli, trombe, coppe dell’ira, e Tuoni; l’evoluzione nel tempo si svolge sempre in settuplicità, in settenari. Quattro volte sette, ventotto il mese lunare, con le sue quattro fasi, in 280 giorni, dieci mesi lunari, avviene la gestazione e la nascita dell’essere umano. La chiave di lettura è basata sul numero sette: a ciascuna delle sette chiese corrisponde un sigillo, una tromba e una coppa dell’ira. Precisamente alla prima chiesa che indica la prima civiltà è riferito il primo sigillo, la prima tromba, la prima coppa e così via.
 
Il dodici è il numero dello spazio, collegato alle dodici costellazioni zodiacali, dello spazio e dell’eternità. Se il sette “7” è il numero dell’evoluzione nel tempo, il dodici “12”  l’evoluzione nello  spazio.
 
Infine vi è una frazione che compare sovente nella Rivelazione: un terzo, o la terza parte. Ed il terzo angelo suonò la tromba; e cadde dal cielo una grande stella, ardente come lucerna, e cadde sulla terza parte dei fiumi e sulle sorgenti delle acque. Ed il quarto angelo suonò la tromba; e la terza parte del sole, e la terza parte della luna e la terza parte degli astri fu colpito. Ed apparve un altro segno nel cielo, ed ecco un gran drago rosso, che aveva sette teste e dieci corna e sulle sue teste sette diademi;  la sua coda trascinava giù la terza parte delle stelle del cielo e le gettava sulla terra. Questa frazione come vedremo cela un grande mistero.
LA VISIONE DEL FIGLIO DELL’UOMO

Nel primo capitolo dell’Apocalisse, Giovanni riceve la Rivelazione di Gesù Cristo Apokalýpsis Jesu Christu, quindi subito una sorta di iniziazione ai misteri del Cristo.
 
Ed “Ecco egli viene con le nuvole, ed ogni occhio lo vedrà … Amen (I, 7)” le nuvole indicano la Dottrina Velata o Segreta. “Amen” vuol dire: così è, così era e così sarà. È una realtà, quando c’è “amen” davanti a una frase, vuol dire che la frase che arriva è un principio che fa parte delle fondamenta dell’evoluzione terrena. La parola Amen nella Rivelazione è detta in più volte in cinque capitoli:  due volte al primo capitolo, all’inizio (I, 6-7); una volta al terzo capitolo rivolto alla settima chiesa (III, 14); una volta al quinto capitolo prima dell’apertura dei sigilli (V, 14); due volte al settimo capitolo dopo aver elencato i 144000 eletti (VII, 12); una volta al capitolo diciannove (XIX, 3) e due volte all’ultimo capitolo, alla fine (XXII, 20).
 
E come mi rivolsi per guardare la Voce che pronunciava per me, vidi Sette Candelabri d’oro  ed in mezzo ai candelabri un assimilato al Figlio dell’Uomo, incarnato saldo e cinto di una fascia d’oro sul petto; la sua testa ed i suoi capelli candidi, come lana candida, come neve, ed i suoi occhi come fiamma del sole di fuoco,  ed i suoi piedi assimilati ad oricalco come infuocati in fucina, e la sua voce come voce di molte acque, ed aveva nella sua mano destra sette stelle, e dalla sua bocca usciva una spada penetrante a doppio taglio, ed il suo aspetto come il sole che splende nella sua forza (I, 12-16).
 
Giovanni si volta per vedere la voce che gli parlava. È un voltarsi spirituale, vuol dire che la voce è un’Entità, non una voce anonima.                                                     La Voce, il Verbo, si trova in mezzo a Sette candelabri d’oro. Circondato dai suoi fiammeggianti Reggenti Planetari, questo Sublime Essere, che Giovanni dice assimilato al Figlio dell’Uomo, incarna così in una figura impressionante e misteriosa l’interezza della crescita evolutiva dell’umanità: passato, presente e futuro. E intorno al petto, intorno alla zona del cuore, c’è una cintura d’oro. Le forze del cuore vengono custodite, circondate dalle forze dell’amore.
 
La prima immagine che ci viene incontro è quella del maestoso essere assimilato a Figlio dell’Uomo. La “comparsa di un Uomo” è quella di Adam Kadmon, l’Uomo Celeste, attraverso cui passa il filo di luce rappresentato dal fuoco. Nella Kabala il “Figlio” del Padre nascosto che abita nella luce e nella gloria, è l’”Unto”, il Seir-Anpin che unisce in sé tutte le Sephiroth, è il Christos o uomo Celeste. Attraverso Cristo il Pneuma, o Spirito Santo, crea “tutte le cose” (Efesini, III, 9), e produce i quattro elementi, Aria, Acqua, Fuoco e Terra.
 
FIGURA 1. L’ASSISO SUL TRONO - Anagni - Cripta medioevale di San Magno

 
Giovanni ripete le parole di Daniele e di Ezechiele. “L’Antico dei Giorni... i cui capelli sono bianchi come pura lana ... ecc”. “E l’apparenza di un Uomo ... sopra il Trono… e l’apparire di un fuoco che brillava tutt’attorno”. In Daniele (7,10) e Enoch (47,3) l'Antico di Giorni è descritto come seduto sul Suo Trono di gloria con "il Libro della vita" aperto davanti a Lui.
 
Le sette stelle portate da questo immenso Essere nella sua mano destra sono i Governatori del mondo; la spada fiammeggiante che fuoriesce dalla sua bocca è la forza creativa, o Parola di potere, con la quale viene uccisa l’illusione della permanenza materiale. La figura del Logos descritta è un’immagine composita dei sette pianeti sacri, ha i capelli bianchi come la neve di Kronos (il Tempo del Padre). Tutte queste visioni “apocalittiche” sono fondate sulla descrizione della “testa bianca” dello Zohar, in cui la trinità cabalistica è unita: la testa bianca, “che nasconde nel suo cranio lo spirito” e che è circondata da fuoco sottile.
IL SIGNIFICATO DELLLE SETTE CHIESE NELL’ASIA

A Giovanni è ordinato con Voce di tromba di scrivere un libro e di inviarlo alle Sette Chiese  d’Asia.
 
«Giovanni alle Sette Chiese che sono nell’Asia: grazia a voi e pace da parte di Dio che è, che era, che viene, e da parte dei Sette Spiriti che stanno dinanzi al suo Trono» (Apocalisse I, 4).
 
Eliphas Lévi nei Misteri della Kabala inizia il commento dell’Apocalisse con le Sette Chiese d’Asia. L’Asia sta  a significare l’Oriente, l’origine della Luce, il mondo spirituale. Le Sette Chiese per l’abate significano le sette Età successive della Chiesa Universale.
 
  1. Efeso rappresenta la chiesa della prima età.
  2. Smirne rappresenta la chiesa della seconda età.
  3. Pergamo rappresenta la chiesa della terza età.
  4. Tiatiri rappresenta la chiesa della quarta età.
  5. Sardi rappresenta la chiesa della quinta età.
  6. Filadelfia rappresenta la chiesa della sesta età.
  7. Laodicea rappresenta la chiesa della settima età.
             
Le sette età scrive E. Lévi, corrispondono ai sette angeli, ai sette candelieri, alle sette stelle, ai sette sigilli, alle sette trombe e alle sette coppe, e alle sette teste della Bestia. L’abate Eliphas Lévi, pseudonimo di Alphonse Louis Constant ha pubblicato nel 1920 i “Misteri della Kabala” dove ha commentato la profezia di Ezechiele e l’Apocalisse di Giovanni.
 
Per Rudolf Steiner il significato delle sette lettere inviate alle “Sette Chiese” è riferito esotericamente a sette grandi comunità o civiltà che appaiono in sette distinte età. Giovanni ha scritto la Rivelazione in greco e la parola ekklèsia è stata traslitterata in Chiesa, ma l’esatta traduzione della parola greca è comunità. Giovanni colloca in Asia un settenario, formato da sette comunità tradotte come sette chiese, che riassumono tutta l’evoluzione compiuta dall’umanità in Asia e quella ancora da  compiersi. Queste sette comunità dell’Asia a cui vengono scritte le lettere sono sette archetipi dell’evoluzione, rappresentano i sette gradi dell’evoluzione su tutti i piani. Ed ecco che Giovanni parla, o meglio lascia risuonare la parola, che non è direttamente per sette le comunità, ma per i Sette Angeli che le reggono: “E all’Angelo della chiesa di … scrivi”. E sono dirette mistericamente a tutta l’evoluzione umana. Se l’autore dell’Apocalisse scrive una lettera ad ognuna di esse vuol dire che questa è l’evoluzione che deve compiere ogni uomo o umanità attraverso questa settuplicità.
 
Giovanni dedica  lo scritto alle sette Chiese d’Asia? Perché in Asia? Perché misticamente la luce viene da Oriente, e geograficamente perché coloro che si sono salvati dalla furia delle acque del Diluvio, che portò alla distruzione del continente che si trovava dove ora vi è l’oceano atlantico, si salvarono solo coloro che prima della catastrofe planetaria si erano spostati sugli altopiani dell’Asia come quelli del Pamir. Il libro della Genesi riporta che l’Arca di Noè si posò il settimo mese e nel diciassettesimo (10+7) giorno sul monte Ararat (in Armenia), noto come il monte della discesa, la terra fisica, in quanto Ararat è il raddoppiamento di Arath che in aramaico significa terra.
 
Ovidio narra che Zeus ordinò a Prometeo e ad Atena di far nascere una nuova razza d’uomini dal pantano lasciato dalle acque del Diluvio. Il poeta  spiega che così iniziò l’attuale era, l’Età del Ferro, post diluvio si sviluppò a partire dall’oriente. Prometeo è figlio dell’Asia, non della Grecia, sia perché è descritto incatenato, su una roccia in mezzo alle nevi del Caucaso, e sia perché uno dei nomi di sua madre è Asopis, Asia. Esiodo scrive che l’attuale umanità appartiene alla Quinta Generazione.
 
“Le sette chiese o civiltà sono riferite alla Quinta Generazione, quella di Noè e dei suoi figli”, sono riferite negli annali misterici a sette periodi di civiltà. Noè con i suoi tre figli e le loro tre spose formano il numero sette 1+3+3=7. La famiglia di Noè rappresenta gli archetipi di “Sette Civiltà”, che si sono sviluppati prima e dopo il diluvio, quando discesero dagli altopiani dove avevano trovato rifugio dalla furia delle acque. Prima del diluvio perché erano presenti prima che fosse costruita l’Arca, cioè queste civiltà erano già presenti prima della catastrofe. Dopo il diluvio quando le acque si erano ritirate e le paludi e gli acquitrini si erano in buona parte prosciugati ripopolarono il mondo scendendo dagli altipiani ove avevano trovato rifugio.
 
Rudolf Steiner assegna alle sette chiese sette o comunità, periodi storici di civiltà. Il primo periodo culturale fu la civiltà indiana, dei Rishi sacri nella regione dell’India attuale, ad avere un ruolo decisivo, la nota fondamentale di questa civiltà è il culto di Brahman e Atman, indicata nella comunità di Efeso.
 
Un secondo periodo culturale, lo vediamo nella seconda lettera, è stata la civiltà persiana, dove la nota fondamentale  fu il dualismo, la separazione di luce e tenebre, morte e vita, indicata nella comunità di Smirne.
 
L’umanità ha compiuto un terzo passo culturale, durante la civiltà degli Egizi e dei Caldei la comunità di Pergamo. È una comunità che vive nella tradizione dell’Egitto e della Caldea, dove il mondo terreno è considerato scrittura celeste; tutto ciò che è visibile è ritenuto scrittura degli dèi o degli esseri spirituali che deve essere decifrata, letta, capita.
 
Al tempo di Giovanni era in corso la quarta civiltà greca-romana, la comunità di Tiatiri, che rappresenta la spiritualità in cui si è incarnato il Cristo.
 
Segue la quinta di Sardi, cioè la nostra. La sesta di Filadelfia, e la settima di Laodicea devono ancora venire
 
A ciascuna Chiesa, cioè Comunità, Civiltà, viene mossa critica o esortazione; ciò affinché coloro che vi appartengono non si arrestino nel cammino o, peggio, devino dal retto procedere. Chi opera seguendo il corretto incedere riesce nell’impresa e viene chiamato “Vittorioso”, termine che nel linguaggio misterico vuol dire iniziato; la vittoria è sui tentacoli della materialità, non comporta alcun vantaggio materiale. Le Sette Chiese, dunque, rappresentano i vari livelli di Coscienza/Conoscenza; la gradualità può percepirsi anche dalle parole conclusive che l’Angelo pronuncia per ciascun Vittorioso.
 
Nelle prime sei Chiese o Civiltà si rileva la presenza di due aspetti antitetici: la coesistenza di un lato, potremmo dire, oscuro e di un altro chiaro e luminoso. Solo nella 7° Chiesa (quella di Laodicea) non compaiono forze antagoniste.
 
La fase uno della Quinta Generazione è quella che ha cominciato a sperimentare un nuovo mondo terreno inizia con l’uomo della prima chiesa di Efeso che simbolizza la civiltà indiana. Si ha uno stato di caduta della coscienza-conoscenza, un peccato originale intellettuale nel senso che tutto ciò di cui prendiamo coscienza proviene dal mondo materiale terreno inferiore. Hai messo alla prova quelli si chiamano apostoli  e non lo sono (II, 2). L’uomo della prima civiltà viene mandato per la prima volta nel mondo terreno per essere “un apostolo”, un messaggero del mondo spirituale. Ma ho contro di te che hai abbandonato il tuo primo amore (II, 4). Il primo, ultimo e unico amore degno dell’uomo e dato all’uomo come compito divino non è né l’amore per lo spirito né quello per la Terra, ma l’amore reciproco fra spirito e materia. Il primo amore dell’uomo è per la pienezza della natura umana è lo spirito incarnato. Solo l’uomo può essere uno spirito creatore nel mondo, agli angeli non è concesso. Se non lo farai, verrò sopra di te e toglierò il tuo candelabro dal suo posto (II, 5). I sette candelabri sono recipienti, sono come, diciamo, portatori di luce e rappresentano le sette comunità.
 
A chi vince darò da mangiare dell’albero della vita che è nel paradiso di Dio (II, 7). Pietro Archiati nel commento all’Apocalisse di Giovanni, spiega questo brano dicendo che il paradiso è il mondo spirituale, dove c’erano due alberi: un albero della vita – la vita nello spirituale – e un albero della conoscenza. Nel momento in cui l’umanità comincerà a mangiare dall’albero della conoscenza morirà, immergendosi nella fisicità e perderà la vita, perché nel momento in cui il corpo non ci sarà più si crederà che anche l’uomo sia scomparso. Quando l’uomo mangerà i frutti dell’albero della vita allora aprirà gli occhi verso l’origine della vita verso i mondi superiori o spirituali. La purificazione della prima civiltà è quella del corpo fisico.
 
La seconda fase inizia con la Chiesa o civiltà di Smirne. Conosco la tua tribolazione e la tua povertà (II, 9). È la tribolazione del secondo stadio, dove l’uomo viene per la prima volta messo a confronto con le controforze della materia. Questa è la lotta fra luce e tenebre, bene e male, spirito e materia. Non temere ciò che soffrirai! Vedi, il diavolo getterà in prigione alcuni di voi per mettervi alla prova e sarete tribolati per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte, così ti darò la corona della vita (II, 10). Si tratta della prigione del contrasto con il mondo terreno, la lotta la dualità tra spirito e materia dura dieci giorni o unità di tempo. Qui  appare “la corona della vita” come immagine della seconda civiltà, quella del corpo eterico, del corpo vitale. La purificazione della seconda civiltà è dunque quella del corpo della vitalità, l’eterico.
 
Chi ha orecchi ascolti, ciò che lo Spirito dice alle chiese. Chi vince non sarà punto offeso con la seconda morte (II, 11). Al Vittorioso della Chiesa di Smirne – ossia a colui che avrà realizzato un ulteriore passo verso la Coscienza/Conoscenza – dice: gli sarà data la salvezza, vincerà, e quindi eviterà di precipitare nella seconda Morte che è l’annichilimento.
 
E all’angelo della comunità di Pergamo scrivi: queste cose dice chi ha una spada affilata a doppio taglio. So dove abiti: là dove c’è il trono di Satana (II, 12-13). Satana rappresenta le forze che agiscono contro l’evoluzione spirituale, cioè quella parte di umanità immersa nella materialità. «Ma ho qualcosa contro di te: tu hai gente che segue la dottrina di Balaam che insegnava a Balac a sedurre e a maledire gli Israeliti (II, 14)». Gli uomini di Balaam sono uomini che si dedicano alla magia nera, i manipolatori delle oscure forze della natura. «Cambia il tuo modo di pensare, ma se non lo farai io verrò presto su di te e combatterò contro di loro con la spada della mia bocca (II, 16)». Cambia il tuo modo di pensare, cioè rivolto all’appagamento totale dei desideri. La purificazione della terza civiltà è quella dei desideri delle forze di Kama (del corpo astrale).
 
A chi vince darò la manna nascosta, e gli darò una pietruzza bianca scritta con un nome nuovo che nessuno conosce, se non chi lo riceve (II, 17). Chi opera seguendo il corretto incedere riesce nell’impresa e viene chiamato dall’Angelo “Vittorioso”, che riceve una pietruzza bianca su cui è inciso un nome nuovo. Tale nome nuovo è conosciuto solo da chi lo riceve e ciò proprio perché è riferito al suo conseguito grado di coscienza e quindi alla correlata vibrazione. Al Vittorioso della Chiesa di Pergamo dice: gli sarà concesso di alimentarsi della manna nascosta che è la manna nell’anima, il manas superiore, che può scendere nei corpi inferiori purificati.
 
E all’angelo della quarta comunità quella di Tiatiri. Ma ho contro di te che tolleri Gezabele, quella donna che sostiene di essere una profetessa e insegna e seduce i miei servi, inducendoli ad esercitare la fornicazione (II, 20). La sibilla Gezabele si spaccia per profetessa, millanta di predirre il futuro, ma in realtà seduce, cioè rende l’uomo ancor più schiavo delle forze naturali e lo fa tornare indietro. Gezabele è l’impurità e l’oscuramento dell’anima che ha perso di vista il proprio spirito. «E lascerò morire nella morte i suoi figli». Significa che gli uomini che sono uomini di Gezabele muoiono anche nell’anima quando muore il loro corpo.
 
E chi vince e mantiene le mie opere fino alla fine darò il potere sulle nazioni (II, 26). Al Vittorioso della Chiesa di Tiatiri l’angelo dice che sarà vittorioso colui che avrà tenuto fede all’impegno usando delle sue facoltà superiori per servire i fratelli e non per trarre vantaggio personale al pari della profetessa Gezabele che istiga i servi a “prostituirsi mangiando la carne immolata agli idoli”. In altri termini non si scambi ciò che è sacro con miserabili vantaggi materiali, umani. E ai vincitori verrà data la stella del mattino. La stella del mattino è Mercurio, mentre la stella della sera è Venere. Presso i Greci, Mercurio, Mercurious, Markurios è Kurios,  la Sapienza Divina. I vincitori che avranno purificato il quarto corpo della mente personale kama-manas avranno il potere della Mente spirituale, saranno loro i profeti e non Gezabele che potranno guidare le moltitudini, e  indirizzarle.
 
Alla quinta chiesa di Sardi: «Svegliati e rafforza il resto che sta per morire, poiché non ho trovato le tue opere perfette davanti al mio Dio… Ma se non ti sveglierai verrò come un ladro e non saprai a che ora giungerò sopra di te (III, 2-3)». Il ladro arriva di notte, nell’oscuramento della coscienza, là dove non accendi la luce della coscienza, dove non provvedi personalmente a far sorgere la coscienza; nell’oscurità della coscienza che hai lasciato tale, viene il ladro e ti ruba le possibilità evolutive che ti vengono offerte una sola volta, dopo di che non le avrai più. L’ora è un periodo di tempo breve ed è giunta. Siamo nel massimo punto della nostra Quinta Epoca e il Cristo e i suoi collaboratori stanno per giungere.
 
«Ma tu hai pochi a Sardi che non hanno macchiato le loro vesti; costoro cammineranno con me in abiti bianchi perché ne sono degni (III, 4)». Qui si afferma che la maggioranza degli uomini hanno macchiato la loro anima personale, gli abiti rappresentano le parti costitutive dell’uomo. Coloro che non hanno macchiato le loro vesti sono rappresentati nel quinto sigillo con abiti bianchi. La vesta bianca era indossata dagli iniziati. Chi vince  sarà così vestito di vesti bianche e io non cancellerò il suo nome del Libro della Vita (III, 5). Gli abiti bianchi sono le parti costitutive dell’uomo che vengono sublimate o cristificate. Il libro della vita è l’evoluzione complessiva dell’umanità. Il quinto involucro o abito è quello della mente spirituale. I perfetti o vincitori della quanta civiltà devono indossare cioè usare l’abito dell’anima di Manas.
 
Alla sesta chiesa di Filadelfia. Vedi, ti ho messo davanti una porta e nessuno può chiuderla, perché tu hai una piccola forza e hai preservato la mia parola e non hai negato il mio nome. Vedi, manderò alcuni della sinagoga di Satana, quelli che dicono di essere ebrei e non lo sono ma mentono (III, 8, 9). L’uomo ha la chiave della porta e decide cosa far entrare nel suo essere e quali elementi della sua interiorità portare all’esterno. Nessuno può imporgli qualcosa, nessuno può aprire senza il suo permesso, e nessuno può costringerlo a dire o a fare qualcosa che lui non vuole. La sinagoga di Satana sono gli uomini che vivono nelle forze della natura, nell’istintualità, o che si votano alle forze dell’istinto: dicono di essere Ebrei (spiritualisti) e non lo sono.
 
Alla sesta chiesa: “Chi vince io lo farò una colonna del tempio del mio Dio, ed egli non ne uscirà mai più, e il nome della città di Dio, della nuova Gerusalemme che scende dal cielo (III, 12)”.  In base a questa umanità di Filadelfia, dove gli uomini si integrano fra loro e tutti insieme diventano il tempio della divinità, ognuno è come una colonna che sorregge questo tempio.
 
La sesta epoca di Filadelfia che deve ancora venire, mediante il principio dell’amore reciproco, del sostegno reciproco (Filadelfia significa amore fraterno) descrive come si evolveranno gli uomini, gli individui, che procedono nel senso del bene. Il bene comune dell’uomo è la libertà e l’amore, sempre come orientamento, nel caso in cui lo si perda. Nella sesta lettera alla chiesa di Filadelfia è detto che il Cristo farà la sua riapparizione sulla terra: “Vengo presto; conserva quello che hai, così che nessuno si prenda la tua corona”. Il sesto abito bianco è quello della ragion pura Buddhi che è Amore, energia cristica. La corona nel simbolismo iniziatico veniva posta sul capo dei “giustificati o iniziati”. La sesta lettera è riferita sia alla sesta civiltà della Quinta Generazione e sia alla Sesta Generazione o Razza Madre,  quella che deve venire che saranno entrambe inaugurate dal Cristo.
 
Alla fine dell’epoca sesta di Filadelfia, dopo una grande guerra, il contrasto dello spirito col mondo della materia è finito. Solo nella settima Chiesa, quella di Laodicea, non compaiono forze antagoniste. E con la settima civiltà tutta la Terra e tutta la natura vengono portate alla risurrezione dall’umanità e spiritualizzate nello spirito dell’umanità. E lo spirito dell’umanità, lo spirito unitario dell’umanità, è il Cristo. Il conflitto fra bene e male comincia con la caduta nell’epoca di Smirne  “2”  la  seconda, e finisce nella sesta epoca di Filadelfia “6”. Nella settima “7” la separazione è definitiva, e i due gruppi sono l’uno di fronte all’altro.
 
All'Angelo della Chiesa di Laodicea scrivi: Così parla l’Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio (III, 14). Al settimo stadio parla l’Amen Colui che è stato ed è sempre presente, eterno, nell’evoluzione planetaria.
 
L’umanità rimasta indietro, quella oziosa, i tiepidi, né buoni né cattivi, perché non hanno fatto niente per evolversi, è rappresentata dagli indifferenti, tiepidi. Di te conosco le opere, che né freddo sei né caldo, magari fossi freddo o caldo. Così, poiché sei tiepido, e né caldo né freddo, sto per vomitarti dalla mia bocca, Tu dici: io sono ricco, ho abbastanza e non ho bisogno di niente e non sai di essere meschino e miserabile, povero, cieco e nudo (III, 16-17). Sono quelli che hanno omesso la loro umanità, la loro individualizzazione e che sono vomitati dalla bocca del Logos dissolvendosi nelle forze della natura. Pietro Archiati spiega che “tiepido” in greco è chliaròs e chlìo vuol dire “fondo, sciolgo”. Allora il ricco che non vuole nulla è solo ricco a livello quantitativo, ricchezza potere, ma a livello interiore niente di niente, chliaròs, tutto fonde, non c’è nulla di sostanziale. Ti consiglio di comprare da me oro che sia stato raffinato nel fuoco per diventare ricco; e delle vesti bianche (III, 18). Oro spirituale, non materiale: è l’oro dell’amore, che è stato raffinato nel fuoco. Nel fuoco del contrasto e delle difficoltà. Si tratterà di indirizzare a poco a poco al bene la corrente dell’umanità cattiva. Le vesti bianche sono i corpi dello spirito, al settimo stadio la veste di Atma, della Volontà del Padre.
 
Ecco, io sono alla porta e busso. Se qualcuno sentirà la mia voce e aprirà la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui e lui con me. Chi vincerà lo farò sedere con me sul mio Trono come anch’io ho vinto e mi sono seduto con mio Padre sul suo Trono (III, 20-21).
 Al Vittorioso della Chiesa di Laodicea: a colui cioè che non si sarà addormentato, pago di quanto ha già conquistato (colui che è tiepido), è rivolta l’esortazione alla piena accoglienza accogliere il Cristo e “cenare con Lui”, ossia spezzare insieme a Lui il Pane della Verità e nutrirsene, che equivale ad aderire ed uniformarsi completamente a Lui. Chi vincerà, riceverà il dono più alto ed ambito: potrà sedersi sul Trono, al fianco dell’Agnello così come l’Agnello che, Vittorioso, poté assidersi sul trono al fianco di Dio Padre.
L’EVOLUZIONE SETTENARIA
 
L’Apocalisse descrive il passato il presente e il futuro dell’evoluzione umana. Il Veggente Giovanni solo verso la fine del libro in modo velato spiega la sequenza temporale, quando fa dire a uno dei Sette Angeli con le Sette Coppe (ma non precisa quale):
 
E qui è  la mente che ha la Sapienza. Le sette teste sono sette montagne sulle quali siede la Donna  (la Grande Meretrice). E ci sono sette re; cinque sono caduti, uno è, e l’altro non è ancora venuto (XVII, 9-11).
 
Le sette montagne sono le sette terre che emergono dagli oceani, sette continenti. La Donna meretrice rappresenta la materialità. Sette sono i Re uno per ogni terra, i Cinque Re che caduti rappresentano le Quattro Generazioni o Razze-Radici passate che si sono conclusi con un grande Diluvio, e parte della Quinta, quella che è che sta per cadere, e “l’altro che non è ancora venuto”, il sesto Re e la Sesta Generazione; il settimo Re non citato perché ancora lontano nel tempo è riferito alla Settima Razza-Madre. Delle Sette Generazioni.
 
Per la “Legge di analogia o di corrispondenza”, che è la legge interpretativa della sapienza misterica, il numero che contraddistingue una delle sette chiese o civiltà è in corrispondenza con lo stesso numero di una delle Sette Generazioni o Razze Madri, con uno dei Sette Spiriti davanti al Trono, con una delle sette terre o globi planetari collegati all’evoluzione settenaria della Terra, e con uno dei Sette stati di materia e coscienza. In altri termini le Sette Intelligenze Planetarie, gli Spiriti di Fuoco davanti al Trono di Dio, sono come ispiratrici originarie della settuplice evoluzione sulla Terra; settuplice evoluzione dell’uomo in modo molteplice, poiché i settenari si ripetono sui piani più diversi – le sette incarnazioni planetarie della Terra divise ognuna in sette epoche o Generazioni di uomini, a loro volta divise in sette periodi.
 
I libri della Genesi e dell’Apocalisse rivelano, a chi sa interpretare il loro linguaggio simbolico, anche i misteri dell’evoluzione e della conquista dell’emancipazione da parte di umanità. L’Adamo del primo capitolo della Genesi che è fatto “ad immagine e somiglianza di Dio” è “l’Uomo Celeste”, l’Adamo - Kadmon. L’Adamo del secondo capitolo (Gen. II, 7) fatto con la polvere è la Prima Razza umana senza mente. Il nome Adamo usato in questi scritti per designare il primo essere umano, evidentemente non è un nome proprio, ma è usato solo come termine per l’umanità.
 
Il primo continente abitato dalla Prima Generazione, il Primo Adamo, negli scritti sacri è detto Polare, perché gravitava intorno al Polo Nord. Questa terra sorse al Polo Nord dal vasto oceano di acqua tiepida e ribollente, la mitologia orientale afferma che da essa sorse il monte Meru, che al pari del mitico monte Olimpo è considerato la casa degli Dèi. La Prima generazione o Razza-Radice era eterea, così come la nostra è materiale. La Genesi ebraica recita così: “Non c’era alcun uomo per coltivare il suolo, ma solo un vapore che saliva dalla terra” (Gen. II, 6), quando appare l’uomo (Gen. II, 7) vi era solo vapore. La Prima Razza Madre fu formata da esseri vaporosi che furono generati dal principio della dualità, capaci potenzialmente di crescere per evolversi. Furono formati dall’incontro e la comunione di due energie: quella solare (maschile) e quella Lunare (femminile).
 
Durante la Seconda Generazione, che Esiodo definisce quella dell’Argento, altra terra emerse dalle acque che si protendeva a sud e a ovest del Polo Nord e corrispondeva all’attuale Asia settentrionale. La mitologia designa il Secondo Continente Primordiale con il nome di Terra degli Iperborei. La terra degli Iperborei, la terra che si estendeva oltre Borea, il Dio dal cuore gelato, il Dio delle nevi e delle tempeste, che amava dormire profondamente sulla catena del Monte Rifeo. La consistenza materiale di questa umanità era una conseguenza dell’indurimento degli esseri vaporosi ancora morbida e plasmabile, senza ossa. Poi narra Esiodo, questa Prima Generazione s’immerse nelle nascoste profondità della terra trasformandosi per volontà di Zeus in buoni spiriti, vestiti d’aria si aggiravano per la terra. Il significato è che questi esseri morendo si dissolsero gradualmente e s’immersero nella materia più densa, la terra, divenendo così la Seconda Generazione più densa della prima ma ancora plastica.
 
La Seconda Generazione ancora senza mente (non aveva ancora assaggiato il frutto della conoscenza del Bene e del Male). Adamo viveva in questo Giardino in un felice stato d’incoscienza, proprio come l’umanità descritta nell’Età dell’Argento di Esiodo. Narra lo Zohar: “Quando Adamo abitava nel giardino dell’Eden, aveva il vestito del cielo, che è il vestito di luce celeste … luce di quella luce che era usata nel giardino dell’Eden”. La Genesi ebraica descrive il Secondo Adamo o la Seconda Generazione come asessuata, finché il Signore fece scendere un torpore sull’uomo che si addormentò: questo è il sonno dell’inazione mentale, lo stato d’incoscienza di una razza ancora sprovvista del potere mentale. Gli uomini, durante la prima e la seconda razza, non erano esseri fisici, ma semplici rudimenti degli uomini futuri.
 
Poi seguì la Terza Generazione quando da Adamo è creata Eva, estratta come per scissione da una costola di Adamo quando si era addormentato, per alludere che in questo stadio della separazione dei sessi, i due erano provvisti d’ossa. Lo stadio che precede la nascita di Eva implica che Adamo ed Eva erano un essere solo. Nel Libro di Enoch abbiamo Adamo, il primo divino androgino, che si separa in uomo e donna, e diventa Jah-Heva (maschio femmina) in una forma o Razza.
 
Durante la prima parte della Terza Generazione o Razza Madre, si formò il terzo continente, la Lemuria, ma il suo antico nome è Shâlmali, completamente distrutto dal fuoco e poi dall’acqua per sommersione. Quest’epoca primordiale per il genere umano dotato di corpo fisico possente è quella della Terza Generazione, quella del Bronzo. Esiodo descrive questa generazione formata da uomini violenti perché fisicamente possenti.
 
Dopo la separazione in Adamo ed Eva avvenne la loro cacciata dal Paradiso Terrestre, poiché avevano assaggiato il frutto del male e del bene erano stati provvisti di mente discriminatoria. Secondo Steiner durante questa Terza Età, Lucifero, chiamato anche da "Fosforo, portatore di luce" e secondo Steiner "fratello gemello di Cristo", volle illuminare ogni cosa con la luce della sua intelligenza: affermando la sua indipendenza, cadde, seguito da molti angeli. la legge dell’operare luciferico è il disdegno della materia, andar via dalla materia, la liberazione dalla materia. Quel che succede al mondo materiale, è un problema suo.
 
Dopo l’uscita dal Paradiso Terrestre, dopo la caduta, il Libro del Genesi, narra Adamo ed Eva generarono sessualmente Seth, il primo Uomo. A Seth nacque un figlio, che egli chiamò Enos, chiamato il Figlio dell’Uomo, rappresenta la Quarta Generazione, quella che precedette il Diluvio di Noè. I versetti della Genesi, dal capitolo I al V, sono stati mescolati di proposito, per ragioni di segretezza cabalistiche. L’umanità fisica comare solo nel quinto capitolo (il numero cinque è sempre riferito all’uomo) con Seth il figlio di Adamo ed Eva che rappresenta il Terzo Adamo, la Terza Generazione e con Enos che rappresenta il Quarto Adamo o la Quarta Generazione di uomini.
 
Chi ha trasmesso le informazioni contenute nell’Apocalisse abbracciava con lo sguardo il periodo precedente la nostra epoca terrestre attuale, vedeva le due epoche precedenti la nostra, i tempi in cui l’uomo, a metà dell’epoca lemurica, ha assunto la sua forma attuale. Vedeva la vita oltre la nascita e la morte. Prima che l’uomo assumesse l’attuale configurazione a metà dell’epoca lemurica, l’umanità aveva un aspetto ben diverso da quello che oggi chiamiamo «uomo». (R. Steiner 10 ottobre 1904). L’epoca lemurica si riferisce alla Terza Generazione.                                                                                                                              
                   
Il Quarto continente, abitato della Quarta Generazione, che Esiodo definisce quella degli Eroi, comprendeva il continente americano e un continente che si trovava dove ora è l’oceano atlantico, per tale motivo gli è stato dato il nome di Atlantide. Anche la Quarta Generazione ebbe sette periodi di civiltà, nell’ultimo terzo del periodo atlantiano, al tempo della sua quinta diramazione iniziò nostra Quinta Generazione formata da un gruppo di persone giunte al massimo gradino evolutivo spirituale della civiltà atlantidea. Questo gruppo si formò a nord dove ora vi è il mare occidentale dell’Irlanda, in seguito vi fu una migrazione verso oriente, verso l’Asia Centrale, da dove emigrarono dopo il diluvio tutte le popolazioni europee e mediorientali.
FIGURA 1. DIAGRAMMA DELLE SETTE RAZZE MADRI O GENERAZIONI DI UOMINI

 
Le Sette Chiese o civiltà post diluvio sono le sette diramazioni della Quinta Razza Radice, la nostra, e a loro volta portano ad immagine in sé le caratteriste delle Sette Generazioni Maggiori.
 
Siamo nel Quinto Periodo, nella Quinta Generazione o Razza Madre, e nella sua quinta delle sette civiltà in cui è suddivisa. In questo quinto periodo di cultura dell’epoca post-diluvio abbiamo raggiunto un profondo sviluppo dell’intelletto puramente fisico in cui gli uomini si sono staccati, in senso forte dal mondo divino. La sesta civiltà sta nascendo che sarà inaugurata dalla venuta di Cristo, e con essa porta gli uomini che formeranno la futura Sesta Generazione. Rudolf Steiner esclude la seconda venuta del Cristo in corpo fisico, considerano solo quella eterica. Questo è uno dei punti di divergenza di opinioni. La Quinta Generazione proseguirà il suo cammino con la sesta e la settima civiltà, cui sono destinati gli ultimi due sigilli, le due ultime trombe e le ultime due coppe dell’ira.
 
Facciamo parte di cicli di evoluzione settenaria che vanno al di là del nostro pianeta Terra, che riguardano il sistema solare e il nostro cosmo. Sette Generazioni ciascuna con sette diramazioni di umanità, per un totale di 7x7=49, che rappresenta il numero della Fenice. Per l’insegnamento ebraico, la Fenice Onec vive 1.000 anni, dopo i quali accesa una fiamma si autodistrugge per poi rinascere dalle proprie ceneri altri 1.000 anni, fino a 7x7=49 manifestazioni, dopo di che viene il Giorno del Giudizio 49+1=50, ciò significa che dopo il Giudizio del 50° anno avviene l’Oscuramento Totale del nostro mondo materiale. Poiché ogni Razza Madre o Generazione è divisa in sette parti o civiltà, ecco il numero 49 delle rinascite della Fenice, cioè dell’umanità.
 
All’inizio della rivelazione Colui che viene dalle nuvole afferma: Io sono l’Alfa e l’Omega dice il Signore Iddio che era che è, e che sarà, l’Onnipotente (I, 8). Alla fine del Libro della Rivelazione è ribadito: “Io sono l’Alfa e l’Omega, il primo e l’ultimo, il principio e la fine” (XXII, 13).
 
Pietro Archiati nel “Commento all’Apocalisse di Giovanni I” (pag. 65) scrive che in realtà la traduzione del primo brano è: «Io sono l’Alfa e l’Omega, dice il Signore Dio che è, che era e che verrà, il Pantocratore». Pantokràtor, colui che riunisce in sé tutte le forze cosmiche (kràtor), è il signore di tutto. L’Onnipotente non è una buona traduzione, perché onnipotente si riferisce a Dio Padre. Cristo è il Pantocratore, una forza completamente diversa. In senso divino onnipotente significa che agisce senza lasciare spazio alla libertà dell’uomo. All’uomo d’oggi l’espressione “l’Alfa e l’Omega” non dice molto. Che cos’è l’alfa? La prima delle sette vocali dell’alfabeto greco, l’omega è l’ultima. Le sette vocali ΑΕΗΙΟΥΩ alfa, epsilon, eta, iota, omicron, ipsilon, omega, contengono le potenze più occulte e formidabili. Le Sette Vocali, i Sette Tuoni, sono in relazione ai Sette Spiriti davanti al Trono. Le 7 vocali corrispondevano all’anima dei 7 pianeti.
 
Alfa la prima vocale rappresenta l’uomo all’inizio della sua creazione. L’evoluzione complessiva, infatti, non ha solo le Sette Civiltà dell’era postatlantidea simboleggiate dalle sette chiese, e Sette Grandi Epoche terrestri, essa contiene molte settuplicità. La più grande settuplicità che si può considerare è costituita Sette Globi, o forme planetarie, che potremmo chiamare Terra1, Terra2, Terra3, Terra4, Terra5, Terra6, Terra7, una catena settenaria planetaria, sette creazioni planetarie della Terra.
 
FIGURA 2. LE SETTE TERRE – LA CATENA PLANETARIA SETTENARIA

 
Attualmente siamo alla Terra4, alla vocale iota. La Terra5 che deve apparire è idealmente la Nuova Gerusalemme quelle Celeste.
 
Questi Sette Globi, o Terre corrispondono anche ai Sette Sephiroth inferiori della Kabala. Dopo le sette Terre segue la settuplicità delle Generazioni o Razze Madri, poi le diramazioni di ciascuna Generazione la settuplicità delle sette civiltà, infine la settuplicità nell’essere umano. Così nell’uomo inteso nella sua totalità, ad immagine dell’Uomo Celeste, abbiamo sette componenti, sette Corpi che si sono sviluppati nel tempo, che nel libro delle Rivelazione sono indicati come vesti. I sette corpi sono divisi in 4+3, in un gruppo mortale di quattro, e in uno immortale, spirituale di tre. I quattro corpi inferiori formati da quattro differenti gradi di materia rappresentano la base materiale, in altri termini la personalità, e sono:
 
  1. Il corpo fisico, percepibile mediante i cinque sensi abituali.
  2. Il doppio corpo eterico, il corpo nascosto o gemello invisibile, che come il nome stesso indica, è un perfetto duplicato della forma densa. Il vero ed esatto termine Indù per il doppio eterico è Praniama-yakosha, ossia veicolo di Prana, la forza vitale.
  3. Il corpo astrale, un ovale luminoso di materia che riflette tutti i nostri stati d’animo, i sentimenti ed i desideri e passioni, detto Kama-manas (desiderio-mente), il pensiero al servizio del desiderio.
  4. Il corpo mentale passionale che guarda verso il mondo fisico e passionale Kama-Manas.
       
I tre corpi superiori rappresentano i rivestimenti dello spirito, la Triade immortale nell’uomo che si manifesta come:
 
  1. Manas spirituale o Mente Creatrice, che rappresenta l’aspetto divino della mente materializzante presente nella personalità. (5)
  2. Buddhi, Amore che è Ragion Pura. (6)
  3. Atma, Volontà spirituale. (7)
     
L'uomo è, come la Terra, costituito da sette involucri e la sua missione è quella di risvegliarsi nel suo Sé Superiore integrando l’impulso cristico, per spiritualizzare completamente i suoi diversi involucri e diventare “Uomo-Spirito”. Parallelamente alo progresso delle sette civiltà di Coscienza/Conoscenza o abbiamo il perfezionamento dei nostri sette corpi. Questi sette corpi esistono sin da principio ma devono essere perfezionati in ciascuna delle sette tappe di civiltà partendo dalla prima perfezionando il corpo fisico con la seconda il doppio eterico e così di seguito.
 
A questa evoluzione macrocosmica e microcosmica del progresso spirituale si oppongono dallo stadio quattro, delle forze in direzione opposta: le forze del Male che appartengono a gerarchie cosmiche molto alte.
 
Anche nel corpo fisico denso, nell’organismo vivente, l’uomo è un settenario, anzi un duplice settenario: una settuplicità di organi, fegato, cistifellea, milza, cuore, reni, polmoni, cuore, cervello. Una settuplicità di processi vitali: respirazione, nutrizione, circolazione sanguigna, secrezione, conservazione, crescita, riproduzione.
 
FIGURA 3. L’EVOLUZIONE DEI SETTE CORPI

IL TRONO

La visione del Trono di Dio è descritta al capitolo uno e al capitolo quattro. Il primo capitolo fa riferimento al numero Uno al Padre, il quarto capitolo al numero Quattro al quadrato la stabilità. Il capitolo quarto presenta la seconda visione Giovanni che descrive il Trono di Dio. Il Trono è menzionato da Giovanni 40 volte 4x10. Il Trono è a base quadrata e in volume un cubo, la superficie che diventa volume. Il Trono cubico è la dimora del Padre Celeste. Il Santo dei Santi nel Tempio di Re Salomone dimorava in un cubo. La Città Celeste, la dimora di una nuova umanità descritta alla fine della Rivelazione è contenuta in un Cubo.
 
Grazia a voi e pace da parte di Colui che è, che era, che viene, e da parte dei Sette Spiriti che stanno dinanzi al suo Trono (I, 4) E da Gesù Cristo il fedele testimone il Primogenito (I, 4). “Da parte di colui che era, che è e che viene”: con queste parole si intende dire che il Cristo comprende la totalità dell’evoluzione. Il Trono rappresenta qualcosa di statico fermo come il centro di una ruota.
 
Gesù Cristo dice: “E chi giura per il cielo, giura per il Trono di Dio e per Colui che vi siede sopra” (Mt. 23:22).
 
Subito fui rapito in spirito: ed ecco un Trono posto nel cielo, e sul Trono vi era Uno seduto. E Colui che vi stava seduto nell’aspetto era simile alla pietra di diaspro e di sardonico; il Trono era circondato da un arcobaleno simile allo smeraldo (IV, 2-3).
 
Il Carro Divino (Merkabah) della visione di Ezechiele, il Carro del Trono celeste, fa riferimento alla Gloria di Dio che è Gloria senza misura, gloria nascosta, quella che all’esterno si manifesta a noi tramite la Shekhinah, ossia una presenza dell’Essere divino occultato, detto presenza della sua gloria divina. Il carro o Merkabah è il corpo di gloria, il nostro veicolo di luce capace di portarci nelle altre realtà per arrivare un giorno al Trono di Dio, cioè alla "Casa del Padre".
 
Colui che è seduto su un Trono si presenta simile nell’aspetto a una pietra di diaspro e di sardonico. Il diaspro e il sardonico sono due delle dodici pietre preziose che adornano la Gerusalemme Celeste. Alla fine del libro della Rivelazione, il luminare della Gerusalemme celeste è descritto “simile a una pietra preziosissima a guisa d'una pietra di diaspro cristallino (XXI, 11)”. Se non raffigurò Dio, Giovanni raffigurò la Sua Gloria, la forza, il prestigio, la magnificenza, lo splendore che Egli emanava. Intorno a quel centro vuoto, indescrivibile ed innominabile, dispose un tesoro di pietre preziose: ricordando Ezechiele e Daniele. Giovanni osservò che la Gloria prediligeva “tre pietre”, diaspro, sardonico e smeraldo. Il diaspro, la gemma simile al cristallo, che lascia passare la luce, emana luce e non è altro che un'ininterrotta energia luminosa. Il sardonico (sardio) è di color rosso sanguigno e rappresenta probabilmente la giustizia come il diaspro finissimo rappresentala sacralità del Re Celeste. E davanti al Trono come un mare di vetro simile a cristallo. Poi Giovanni descrisse la stessa antitesi tra la trasparenza del cristallo e il fulgore del rosso: l'oceano celeste, che si stendeva ai piedi del trono.
 
Il Trono è posto al centro di un arcobaleno verde (smeraldo), colore che nel Cristianesimo è simbolo della rigenerazione totale della coscienza. I pittori cristiani del medioevo rappresentavano la croce di colore verde per indicare la rigenerazione totale della coscienza. Gli strumenti della passione e il sepolcro di Cristo dovevano essere dipinti di verde. Vi è però per il verde un doppio significato: la degradazione morale, la follia. Una vetrata della cattedrale di Chartres rappresenta la tentazione di Gesù dove Satana ha la pelle e gli occhi verdi. L’occhio, nella simbolica, significa intelligenza, la luce intellettuale; l’uomo può orientarla verso il bene o il male. Satana e Minerva, la follia e la saggezza, furono rappresentati con gli occhi verdi. L’arcobaleno con i suoi sette colori indica i sette cieli. La più alta divinità concepibile, quale rappresentante della Luce Spirituale è posta in Trono al di sopra dei sette cieli.
 
E dal Trono partivano lampi e voci e tuoni; e sette lampade di fuoco ardevano davanti al Trono, che sono i Sette Spiriti di Dio. (IV, 5).
 
Dapprima Tre Energie: lampi voci e tuoni partono dal Trono divino. Poi Sette Fuochi (pyròs) le fiaccole ardenti, Luci davanti al Trono. Dieci sono le Sephiroth o Luci, Tre nascoste, e Sette manifestate che sono i Sette Spiriti davanti al Trono. Tre più Sette fanno Dieci.
 
Dieci Sephiroth b'limah (senza che cosa). La loro apparizione ha l'aspetto di un lampo le cui estremità sono senza termine. Il suo Verbo corre in esse avanti e indietro e quando parla simile ad un uragano, si prostrano davanti al suo Trono e lo adorano (Sepher Yetzirah 1, 6).
 
I Sette Spiriti davanti al Trono sono le Sette Intelligenze dei sette pianeti dell’antichità, che sono intesi come ispiratrici originarie della settuplice evoluzione sulla Terra, e della settuplice evoluzione dell’uomo. Ai sette pianeti sono associati sette Arcangeli: Michele (Sole), Gabriele (Luna), Samuele (Marte), Anaele (Venere), Raffaele (Mercurio), Zacariele (Giove) e Orifiele (Saturno). Il Sole è un astro, la Luna è un pianeta morto, pertanto il Sole e la Luna velano ciascuno un altro pianeta.
 
Davanti al Trono c’è un mare di vetro, simile a cristallo, di Dio, e nell’ultimo capitolo del libro è descritto il Fiume dell’Acqua di Vita limpido come il cristallo, cioè il firmamento, o ciò che gli antichi chiamavano crystallinum primum, o il paradiso dei cristalli.
 
E in mezzo al Trono e intorno al Trono Quattro figure celesti, piene di occhi davanti e dietro. E la prima figura era simile a un Leone, e la seconda figura era simile a un Toro, e la terza figura aveva il volto simile a un Uomo e la quarta figura era simile a un’Aquila che vola (IV, 6-7).
 
Le Quattro Figure sono in mezzo e intorno al Trono, e allora sono poste ai quattro lati del Trono che è a base quadrata. Questi Quattro Esseri disposti sui quattro punti cardinali, rappresentavano anche i quattro elementi della creazione. Le figure hanno occhi davanti e di dietro, perché rappresentano forze doppie, con polarità positiva e negativa. Sono Quattro Esseri Viventi descritti con le caratteristiche del Leone, Toro, Aquila e dell’Uomo e che sono i portatori cosmici della Vita. Sono raffigurati allo stesso modo delle guide dei quattro Evangelisti. Le sante creature viventi nella visione di Ezechiele della Merkabah, il veicolo o carro: sono le ruote o le sfere del mondo, i Quattro Animali simbolici, il Cherubino di Ezechiele e, nello Zodiaco, il Toro, il Leone, lo Scorpione (o l’Aquila) e l’Acquario, l’uomo. Infatti, se disponiamo equidistanti in croce questi Quattro sullo zodiaco allora li ritroviamo nei segni zodiacali del Leone, del Toro, dello Scorpione-Aquila e dell’Acquario o Uomo portatore d’acqua. Lo Scorpione ha preso il posto dell’Aquila, ma all’inizio era l’Aquila. Nella Kabala essi sono un gruppo di esseri assegnati alla Sephirah Chokmah, la Saggezza. Nel primo capitolo o sezione del Sepher Yetzirah è scritto che Dio incise nei Quattro Sacri il Trono della sua Gloria.
 
1-9 Dieci Séphiroth b'limah (senza che cosa). Uno: Soffio di Élohim Vivente, Sia benedetto e benedetto sia il Suo nome che è vivente in eterno. La Voce, il Soffio e la Parola sono lo Spirito Santo.
 
1-10 Due: Soffio generato dallo Spirito, tracciò e scolpì in esso 22 lettere fondamentali, tre Madri sette Doppie e dodici Semplici e un solo soffio le anima.
 
1-11 Tre: “Acque generate da Ruach (Spirito)", tracciò e scolpì 22 lettere uscite dal Tohu Vah Bohu di fango e di argilla. Le tracciò come una specie di giardino. Le scolpì come una specie di muro. Le spiegò come una specie di tetto. Versò della neve e divennero polvere, così come è scritto: “Dice alla neve: sii terra!”
 
1-12 Quattro: “Fuoco generato dalle Acque". Tracciò e scolpì in esso il Trono di Gloria, i Seraphim, gli Ophanim, gli H'ayoth ha-Qodésh ed i Suoi angeli officianti con loro tre fondò la Sua dimora” .                                                                                                                                                                                                                                           

Il Numero Uno, la prima  Sefirah,  fruttifica e risveglia il Potere duale, il Numero Due, la seconda Sephirah, Aria, e il Numero Tre la terza Sephirah, Acqua; in questi “sono oscurità e vuoto, il limo e la melma” – che è Caos, il Tohu-Vah-Bohu, Terra. L’Aria e l’Acqua emanano il Numero Quattro, Etere o Fuoco. Questo è il Quaternario cabalistico. Dall’Aria primordiale Dio creò, o "incise" su di essa, le 22 lettere, e dal Fuoco primordiale, il Trono di Gloria e le schiere angeliche, e con tre Aria, Acqua e Fuoco, formò la sua dimora.
 
Quattro sono zone nel mondo, quattro i venti principali provenienti dai quattro punti cardinali. Quattro è il numero del quadrato la forma perfetta del creato. Con la chiave astronomica, questi “Animali Sacri” diventano i segni dello Zodiaco.
 
FIGURA 1. IL TRONO DI DIO - LE QUATTROCREATURE VIVENTI- LE SETTE LUCI E I VENTIQUATTRO ANZIANI

 
Attorno al Trono erano ventiquattro seggi e sopra questi vidi seduti ventiquattro vegliardi, vestiti di bianche vesti e sulle loro teste corone d’oro (IV, 4).
 
E le Quattro Creature Viventi (Cherubini) avevano occhi davanti e di dietro, a significare che vedono tutto e non dormono mai, e ciascuna Creatura aveva sei ali, 4x6=24 in tutto. Attorno al Trono vi sono altri 24 troni. Perché ventiquattro troni? Perché nel creato tutto è duale, e il numero 24 rappresenta le ore del giorno e della notte, una coppia di 12. La Kabala afferma che, 24 sono le Ore durante le quali si compie la Creazione. Sui  troni siedono 24 Vegliardi o Anziani vestiti di bianco, che nel cosmo rappresentano le Gerarchie che vivono nel cerchio che ci abbraccia, lo Zodiaco.
 Plutarco descrivendo la religione di Zoroastro parla di 24 dèi luminosi creati da Horomazes. I Caldei distinguevano, al di fuori del cerchio zodiacale, 24 stelle di cui 12 australi e 12 boreali, chiamate “Giudici dell’Universo”. Esseri celesti che secondo la mitologia babilonese e persiana costituiscono la corte celeste. Questi 24 Vegliardi corrispondono alle 12 grandi forze cosmiche celestiali e alle 12 terrestri. Colui che è sul Trono è il Sole Centrale - il Nucleo della Cellula Solare. Le corone d’oro sulle teste dei Vegliardi simboleggiano la loro forza individuale o potenza di vita, materiale e spirituale. Per l’antica sapienza cinese, 24 sono le fasi dell’anno solare, chiamate chieh-ch’i. I Vegliardi venerano ciò come la cosa più alta, che è l’uomo intero, di fronte a ciò che loro rappresentano: una tappa dell’umanità.
IL LIBRO CON SETTE SIGILLI - APERTURA DEI SIGILLI

E vidi, nella mano destra di Colui che sedeva sul Trono, un Libro scritto sul lato interno e su quello esterno, sigillato con sette sigilli.” (V, 1).
 
Al capitolo quinto compare un Libro con Sette Sigilli, scritto dentro e fuori, perché la scrittura ha un doppio significato uno esoterico o interiore e uno exoterico formale  ed esteriore. E Giovanni piange e si lamenta perché viene a sapere che nessuno è in grado di aprire questo libro. I segreti dell’insegnamento sacro erano perduti e i sensi misteriosi delle scritture erano nascosti ai sacerdoti e al popolo.
 
Ed io vidi fra il Trono e le Quattro figure e in mezzo agli Anziani, un Agnello come scannato; aveva sette corna e sette occhi, che sono i Sette Spiriti di Dio, mandati in tutti i paesi. E venne e prese il Libro dalla destra di Colui che sedeva sul Trono (V, 6-7).
 
Colui che sedeva sul Trono teneva nella mano destra un Libro sigillato con sette sigilli che nessun uomo in cielo o in terra era in grado di aprire. Quindi cuore del Trono, e dei 4 Viventi, e dei 24 Anziani apparve un Agnello, con sette corna come sette Raggi e sette occhi come sette Luci. L’Agnello che era stato ucciso, immolato all’origine del mondo è degno di ricevere la settuplicità di forze: potenza, ricchezza, sapienza, forza, onore, gloria, lode. Le sette corna rappresentano le sette forze del settenario dei pianeti, perché un corno è una forza; “I sette occhi che sono i Sette Spiriti di Dio mandati in tutti i paesi”, stanno a significare che amministrano tutte le forze dell’evoluzione, uno Spirito per ciascuna delle Sette Chiese, la settuplicità delle forze dell’evoluzione che vengono gestite con sette forze planetarie.
 
L’Agnello, simbolo di Dio manifestato e sacrificato all’inizio dei tempi per il mondo, nel libro dell’Apocalisse di Giovanni è descritto con Sette occhi. In un affresco della chiesa di S. Climent de Tahulla, l’Agnello è rappresentato con Tre occhi da un lato del muso e Quattro occhi dall’altro lato.
 
FIGURA 1. SETTE OCCHI AGNELLO DIVINO

 
Sul piano noumenico, il Tre, il Triangolo è l’immagine della prima concezione della Divinità manifestata (Padre – Madre - Figlio), mentre il Quattro, il Quadrato è il numero perfetto, la radice ideale di tutte le cose sul piano fisico. L’insegnamento misterico ci dice che l’uomo terreno è fatto ad immagine (in analogia) con l’Uomo Celeste, il cui corpo è una croce di carne su cui egli viene crocifisso ogni volta che s’incarna.
 
Tu sei degno, tu hai la forza di prendere il Libro e di aprirne i sigilli, poiché tu sei stato sgozzato e col tuo sangue hai riacquistato a Dio uomini di tutte le tribù e di tutte le lingue, di tutti i popoli e di tutte le nazioni (V, 9). L’Agnello che è stato sgozzato è degno di ricevere la potenza, la ricchezza, la sapienza, la forza, l’onore, la gloria e la lode (V, 12).
 
L’Agnello prese il Libro dalla destra di Colui che sedeva sul Trono e le Quattro Bestie e i ventiquattro Anziani si inginocchiarono e venerarono Dio e l’Agnello, l’Agnus Dei. Durante i primi secoli della Chiesa cristiana l’agnello fu universalmente riconosciuto come il simbolo di Cristo, e solo dopo il quinto sinodo di Costantinopoli (il “Sinodo Quinisext”, 692 d.C.) la figura dell’uomo crocifisso fu sostituita a quella dell’Agnus Dei.
 
I capitoli dal sesto all’undicesimo compreso sono dedicati a un resoconto dell’apertura dei sette sigilli sul libro tenuto dall’Agnello.
 
Quando l’Agnello aprì il primo dei sette sigilli, vidi e sentii il primo dei Quattro Viventi che diceva come con voce di tuono: ‘Vieni!’ (VI, 1-3). Vieni è l’invito a far sì che l’evoluzione abbia luogo: Adesso il tutto si mette in moto, adesso l’evoluzione entra nel registro dei sette sigilli.
 
E vidi subito apparire un cavallo bianco, e colui che ci stava sopra aveva un arco, e gli fu donata una corona e partì vincitore, per riportare nuove vittorie. Quando l’Agnello aprì il secondo sigillo, sentii il secondo Vivente che diceva: `Vieni!’ (VI, 2-3).
 
Nel linguaggio esoterico l’apertura di un sigillo non significa altro che l’annuncio di qualcosa che prima veniva comunicato solo agli iniziati, che veniva rappresentato solo nei Misteri. Le sette leggi o misteri che sono rappresentate nell’Apocalisse come i sette sigilli che vengono aperti in successione, venivano poi date a colui che era nato una seconda volta cioè all’Iniziato. Il grande Settimo Mistero della Creazione, il primo e l’ultimo; e chi legge l’Apocalisse di Giovanni può trovare una vaga ombra celata sotto il settimo sigillo. Esso può essere rappresentato solo nella sua forma apparente, oggettiva, come l’eterno enigma della Sfinge. All’umanità nel suo insieme la Rivelazione è data generazione dopo generazione, attualmente siamo alla Quinta.
 
Giovanni ci dice che l’Agnello mistico ha aperto il libro dai sette sigilli. In questo libro ci sono i segreti dell’evoluzione successiva che continuano a ripetersi, anche nell’uomo, come in ogni stadio e in ogni epoca terrestre, come in tutte le evoluzioni cicliche.
 
Con la caduta dalla prima alla quarta Generazione, l’uomo unendosi sempre più con la materia  è diventato un individuo separato dagli altri. Quindi dalla coscienza umana sono stati a poco a poco cancellati i contenuti divini e l’uomo ha ricevuto nel proprio pensiero, nella propria coscienza, contenuti umani in misura sempre maggiore. Al punto che dobbiamo constatare che nella nostra civiltà, nella coscienza, nel pensiero dell’uomo, ci sono quasi esclusivamente contenuti materiali, terreni, percepibili mediante i cinque sensi.
 
I sette sigilli sono sette incisioni o marchi che si riferiscono principalmente alle sette civiltà o diramazioni della Quinta Generazione, la nostra, e sia in modo più velato alle Sette Razze o Generazioni umane. All’apertura dei primi quattro sigilli, Giovanni si avvale del simbolo del cavallo colorato. Il cavallo simboleggia di forza naturale associata alla libertà  cioè l’intelligenza spiritualizzata. Con l’apertura dei primi quattro sigilli esce ciò che è rappresentato simbolicamente dai Quattro Cavalieri.
 
Aperto il primo sigillo ecco sopraggiungere un cavallo bianco montato da un cavaliere con un arco; a questi fu data una corona e giunse da vittorioso per vincere ancora. La Corona è il simbolo di potere, di governo sulla materialità. La nascita è rappresentata dal cavaliere sul cavallo bianco che esce conquistando. Il primo cavallo, rappresenta  il primo stadio di coscienza, di pensiero, ed è completamente bianco. Il bianco con cui è indicato il colore del cavallo sta a significare la purezza di costoro che, appena nati allo spirito e all’autocoscienza, sono, come le creature della natura, privi di malizia, è riferito sia alla Prima Generazione o Polare, e sia alla prima diramazione della Quinta Generazione o Razza Madre.
 
All’apertura del secondo sigillo sopraggiunge un secondo cavallo color rosso, come quello del Dragone. Poi ha avuto inizio l’uomo – secondo stadio, secondo sigillo – una mescolanza da vivere fra il bianco dello spirituale puro e la materia; l’uomo ha cominciato a mescolare questo elemento spirituale con le percezioni sulla Terra. E questa mescolanza fra il bianco del divino e il torbido della materia dà origine al rosso. Il riferimento alle Sette Generazioni è alla Seconda Razza Madre o Iperborea, e alla seconda diramazione della Quinta Razza Madre. A colui che lo montava era stata data la potestà di togliere via dalla terra la pace, in modo che gli uomini si sgozzassero l’un l’altro; per questo gli fu data una grande spada. L’impetuosità della giovinezza e` rappresentata dal cavaliere sul cavallo rosso che eliminò la pace dalla Terra. Questo secondo brano è riferito alla seconda diramazione della nostra Generazione. Qui non vi è un cavaliere “vittorioso”; assistiamo alla formazione di una coscienza più fortemente individualizzata egoistica.
 
All’apertura del terzo sigillo vediamo apparire un cavallo nero e colui che lo monta reca in mano una bilancia. Poi la coscienza è stata ulteriormente oscurata, il bianco, lo spirituale, è scomparso ed è rimasto solo l’elemento terreno, lo stato della coscienza si amplia e si consolida – è il terzo cavallo, nero. La maturità del cavaliere sul cavallo nero che pesa tutte le cose sulla bilancia della ragione. E io udii una voce in mezzo alle Quattro Figure che diceva: una misura di frumento per un denaro e tre misure d’orzo per un denaro, ma non recar danno all’olio e al vino (VI, 6). Il denaro è la paga giornaliera, l’uomo riceve cioè che gli spetta che può essere anche il suo castigo. L’uomo, ormai pienamente cosciente di “Sé”, diviene anche responsabile del proprio operato e risponde alla legge del Karma simbolicamente rappresentata dal cavaliere con la bilancia. Il riferimento alla Terza Razza Madre, è quello dell’epoca lemurica, quando si completa la materializzazione fisica del genere umano  e l’uomo apre gli occhi e sa distinguere il bene dal male.
 
All’apertura del quarto sigillo appare un cavallo pallido, giallastro, montato da Morte e seguito da Ade. Gli fu data potestà di portare lo sterminio sulla quarta parte della terra. Non su tutti infatti Morte prevale. Per Ades è da intendersi quel “luogo” o “stato” in cui permangono gli spiriti dei morti nella carne (la prima morte, quella fisica). È il cavallo pallido, giallastro, con poco colore, dove l’uomo perde ogni contenuto nel suo pensiero. Questo è il quarto cavallo pallido, dove l’uomo ha solo l’immagine, in cui c’è solo l’apparenza.
 
È il Quarto stadio dell’evoluzione terrestre la massima caduta l’uomo segue la bellezza della forma fisica e desidera possedere quella altrui, è lo stadio del rapimento delle belle Elene. Il pianeta Terra, durante la Quarta  Grande Era, era ancora sull’arco discendente del grande ciclo mondiale, e si stava avvicinando al punto più basso dell’arco. Tutti i suoi costituenti erano aumentati di peso e densità durante i precedenti Periodi della Terza Grande Era. I suoi abitanti avevano raggiunto un grado elevato di quella che potremmo chiamare civiltà materiale. La mente egoistica o inferiore con tutti i suoi concomitanti desideri e passioni era il principio dominante di quella civiltà molto materiale.
 
I cavalli fanno parte del nostro essere fisico, ed energici: rappresentano la nostra parte impulsiva, volitiva e anche la più nobile (quanta nobiltà passa di fronte a noi con un cavallo), che se viene domata da un cavaliere diviene forza e creatività del pensare. Con l’allegoria dei Quattro Cavalieri, Giovanni vuole indicarci i primi 4 gradini dell’evoluzione spirituale dell’umanità. Nella filosofia orientale questi cavalieri significano i quattro Yuga, o epoche, del mondo che, cavalcando verso i loro tempi stabiliti, diventano per un certo periodo i sovrani della creazione. La Rivelazione ci dice che vi sono 4 fasi principali in cui registriamo la coesistenza tra ragione e coscienza intuitiva, istintuale. Con l’arrivo dell’ultimo cavallo, quello giallastro, si raggiunge l’ultimo grado di coscienza dominato dalla materialità. Dal primo sigillo “1” al quarto “4” sempre cavalli: un cavallo bianco, un cavallo rosso, un cavallo nero, un cavallo pallido. Ma poi al quinto sigillo “5” grazie alla libertà per cui ora l’individuo dispone di tutti gli strumenti dei primi quattro sigilli e delle prime quattro civiltà. Secondo Rudolf Steiner, siamo agli inizi della formazione di due razze morali. La caduta nella materia è terminata a metà della Quarta Generazione, dopo inizia la risalita verso lo spirito.
 
All’apertura del quinto sigillo da parte dell’Agnello a prima visione è l’altare vediamo un sotto il quale si trovano le anime di coloro che sono stati uccisi a causa della parola di Dio, cioè i quali si sono elevati fino alla conoscenza e alla vita nello spirito. Fu data loro la veste bianca e chiesto si riposassero ancora perché deve completarsi il numero dei fratelli che dovranno essere uccisi come loro.
      
Il tempio è il corpo e l’altare è lo spirito, che vi dimora dentro. L’altare è il luogo in cui avviene o viene omesso il rapporto con il divino. Dove l’uomo o diventa sacerdote cioè si eleva cioè si evolve verso lo spirito. Una parte dell’umanità si eleva nella coscienza e nella fratellanza e idealmente va verso l’alto. Le vesti bianche di coloro che furono uccisi a causa della parola di Dio rappresentano l’intelligenza spirituale, che è la forza fondamentale del quinto sigillo, con il compito è spiritualizzare l’intelligenza materiale o egoistica che si manifesta attraverso il potere di un’economia. Il denaro ormai digitalizzato è energia vitale, che viene depredata da un’economia basata sul profitto e sullo sfruttamento. È l’economia che oggi divora completamente l’uomo portandolo ad un egoismo estremo un numero esiguo di potenti che divorano le energie vitali del genere umano. Un’altra corrente – che va verso il basso – lavora come forte corrente opposta per spingere l’individualità sempre più profondamente nel materialismo, così che il materialismo consegua infine la vittoria. Tutte le etnie fisiche diventano anacronistiche, d’ora in poi sorgono due razze morali, quella dei buoni e quella dei cattivi. E noi siamo dentro in pieno in questo processo. Fu detto di riposare, cioè di aver pazienza, resistere, perché deve completarsi il numero dei risvegliati. Perché il tempo è vicino! In questo nostro quinto periodo le cose si inaspriscono molto e questa è la nostra epoca.
 
 
FIGURA 2. IL QUINTO SIGILLO  -Anagni - Cripta medioevale di San Magno
 
Ed io vidi: quando aprì il sesto sigillo si verificò un forte terremoto, e il Sole si oscurò come un sacco nero e la Luna diventò come sangue. E le stelle del cielo caddero sulla Terra come un fico lascia cadere i suoi frutti quando viene scosso dal vento forte. E il cielo si ritrasse come una pergamena che si arrotola (VI, 12-14).
 
L’apertura del sesto sigillo a livello planetario è seguita da un terribile terremoto, tutto il creato così come ci appare alla vista fisica sembra scomparire; il cielo si accartoccia come un rotolo che si chiude, i monti e le isole scompaiono dai loro posti. Il sole diviene nero, la Luna diventa come il sangue. Nel sesto periodo accade un cataclisma sia nel mondo fisico e sia nelle coscienze dell’umanità.
 
Viviamo nel quinto periodo post-atlantico, seguirà un sesto ed un settimo periodo. La catastrofe che ci divide dal prossimo grande periodo che verrà – dopo il sesto ed il settimo periodo – non sarà solo un avvenimento naturale esteriore, come fu il periodo glaciale e come tutto ciò che si accenna attraverso i racconti sul diluvio universale, bensì la divisione fra il quinto ed il sesto periodo, si mostrerà più sul campo morale. Una guerra di tutti contro tutti a cui già spesso ho accennato dividerà, come catastrofe morale, il quinto grande periodo dal sesto, legato tuttavia ad avvenimenti naturali, anche se gli avvenimenti naturali entreranno di più in un secondo piano (R. Steiner 10 settembre 1924).
 
Avviene un sisma, che destabilizza tutto a livello fisico, emotivo e mentale. A livello planetario al sesto periodo avviene sempre un cataclisma, per quattro volte la geografia del pianeta è stata cambiata, la quinta catastrofe arriverà in un prossimo futuro, le date sono conosciute da pochi Maestri sono il segreto maggiormente custodito. Alla settima epoca seguirà la mietitura, la separazione completa tra le due parti. La Luna diviene come sangue. Il nostro sangue, ciò che ci identifica come individui unici, prende il controllo della Luna, dei ritmi che ci legano alla nostra specie, a ciò che si ripete sempre uguale. La materialità è superata e non più necessaria.
 
Qui è celato il segreto della fine del sesto periodo e dell’inizio del settimo. Il numero sei rappresenta due triadi o triangoli opposti, spirito e materia, uno scontro che trova la pace nel settimo periodo, il punto al centro dei due triangoli. Il bene dell’uomo è la lotta, è esporsi alla lotta, perché solo attraverso il conflitto fra spirito e materia l’uomo può progredire. Se l’uomo disdegna la materia e vuole avere solo lo spirito, la sua umanità non c’è più, non può fare passi avanti, è perduto, perché i passi avanti vengono fatti solo nella lotta dove spirito e materia interagiscono. Noi siamo nel Quarto Globo o Quarta Terra “T4”, e come umanità apparteniamo al Quarto Regno della Natura. La Dottrina Misterica contempla Sette Raggi mistici, il Quarto Raggio è Armonia conseguita tramite conflitto. Cristo si è fatto uomo, ha abbandonato il mondo puramente spirituale proprio per vivere l’elemento terreno.
 
Dopo di ciò, vidi Quattro Angeli che stavano ai quattro angoli della terra, e trattenevano i quattro venti della terra, perché non soffiasse vento sulla terra, né sul mare, né su ogni albero. E vidi un altro Angelo che saliva dal Sol levante, ed aveva il sigillo di Iddio Vivente spiritualmente, e gridò a gran voce ai Quattro Angeli ai quali era stato dato di porre fuori giustizia la terra ed il mare, dicendo: Non devastate la terra né il mare né le piante, finché non avremo impresso il sigillo sulla fronte dei servi del nostro Dio. E udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: 144.000 segnati, che portano il sigillo del Dio Vivente (VII, 1-4).
 
Il capitolo Settimo “7” si apre con quattro “4” Angeli che stavano ritti ai quattro angoli della terra affinché non soffiasse alcun vento. Quattro angeli ci ricordano la presenza del numero “4” sempre per la quadruplicità degli elementi, per la quadruplicità dei temperamenti, per la quadruplicità della personalità nel quaternario inferiore. I quattro angoli della Terra rappresentano la quadruplicità riferita al mondo materiale come le quattro forze fondamentali (Fuoco, Aria, Acqua, Terra). La quadruplicità nell’uomo è riferita ai suoi quattro corpi della personalità.
 
  1. Sette Lettere      Fisico
  2. Sette Sigilli         Eterico
  3. Sette Trombe     Astrale o Emozionale
  4. Sette Coppe       Mentale egoistico
       
Poi un Quinto “5” Angelo che ha il sigillo del Dio vivente (Michele) che giungeva da levante cioè collegato alla spiritualità del Sole dalla via di Michele-Cristo-Sole. Un Angelo grida che la terra, il mare e gli alberi non devono essere devastati e annientati. Terra, mare e alberi non devono perire, devono essere salvaguardati finché non avrà avuto luogo l’intera evoluzione degli esseri umani. Dal quinto stadio in avanti Giovanni espone la Rivelazione in modo maggiormente dettagliato, perché? Siamo nella quinta epoca per cui ci dobbiamo concentrare sulla quinta lettera, sul quinto sigillo, sulla quinta tromba, e sulla quinta coppa dell’ira.
 
In seguito abbiamo la descrizione del mistero dell’apposizione dei sigilli sulla fronte dei 144000 Eletti, e sigillo in greco significa incisione. Il sigillo è l’unione di un segno verticale con uno orizzontale, una croce, un tau. Giovanni da buon ebreo suddivide gli eletti in 12.000 per ogni tribù. Le mitiche 12 tribù disperse di Israele sono l'immagine in terra dei 12 segni zodiacali, le 12 Celesti Gerarchie Creative. Questo numero 144000 significa l’opera completata della Creazione Spirituale 12X12=144, dovuta alle 12 Gerarchie Celesti Creative ossia l’unione e unificazione perfetta dell’anima soggettiva e del corpo oggettivo, il simbolo del lavoro spirituale perfetto ed espresso, cioè del matrimonio tra l’anima e personalità. Sommando le cifre 144.000 secondo il sistema pitagorico della filosofia numerica, il numero 144 viene ridotto a 1+4+4=9, il simbolo mistico dell’uomo e anche il numero dell’iniziazione, poiché chi passa attraverso i nove gradi dei Misteri riceve il segno della croce come emblema della sua rigenerazione e liberazione dalla schiavitù della sua stessa natura infernale o inferiore.
 
E uno dei Vegliardi (Anziani) cominciò a parlare e mi disse: chi sono questi che sono avvolti in vesti bianche e da dove sono venuti? Ed io gli risposi: mio Signore, tu lo sai. Ed Egli mi disse: sono coloro che sono venuti dalla grande tribolazione (VII, 13-14).
 
Gli eletti che portano vesti bianche sono gli esseri umani che hanno compiuto l’evoluzione nel senso del bene, ma le vesti bianche si riferiscono a qualcos’altro, all’anima personale che è diventata bianca, cioè si è purificata. I purificati portavano rami di palma, il ramo è l’elemento individualizzato dell’albero del vincitore. L’evoluzione terrena viene chiamata la grande tribolazione, la grande prova.
 
Giovanni fa aprire sei sigilli, mentre il settimo è destinato ad aprirsi in seguito, quando l’uomo si sarà spinto oltre nella sua evoluzione. I sette sigilli verranno tutti aperti quando l’uomo sarà giunto alla conoscenza di se stesso quale immagine del Cristo il suo fratello maggiore.
 
All’inizio del capitolo ottavo l’Agnello apre il settimo sigillo, si fece silenzio per mezz’ora, dopo la catastrofe descritta al sesto sigillo e riferita alla Sesta Generazione si fermò tutto per ½ di ora tutto si fermerà, tutto verrà azzerato un piccolo pralaya terrestre, la durata misterica è mezz’ora che deve essere paragonata ai 42 mesi concessi ai Gentili e ai 1260 giorni dei Due Testimoni citati ai capitoli 11, 12, e 13. Questo tempo deve essere riferito ai 7 mesi di ciascuna Generazione suddivisa a sua volta in sette civiltà di un mese di 30 giorni di 24 ore; un’ora è 1/(30x24)=1/720; mezzora è 1/144 del tempo concesso a una civiltà. Riepilogando, avverranno due scontri, uno alla fine della sesta civiltà della Quinta Generazione e uno scontro finale alla fine sesta diramazione della Sesta Generazione fra umanità materialista ed egoista e umanità fraterna porta con sé convulsioni del pianeta terra, una catastrofe, una distruzione planetaria.
 
E un altro Angelo si fermò presso l’altare, prese il turibolo (l’incensiere) d’oro e lo riempì di fuoco dell’altare e lo rovesciò sulla Terra e ci furono tuoni, voci, lampi e terremoti (VIII, 5).
 
L’altare è la pietra quadrata, la pietra sacra, la pietra santificata. Senza l’altare nulla esiste, è la chiesa stessa che lo racchiude, l’edificio sacro è nulla senza l’altare. Gli altari derivano dalla “Pietra Cubica” orientata secondo i Quattro Punti Cardinali simbolo della divinità manifestata. Questa pietra è l’immagine sacra della Terra fecondata dai raggi del Sole. Il fuoco dell’altare è il fuoco solare. Dopo la distruzione planetaria con le acque del diluvio ora la distruzione col fuoco, la Quinta a livello planetario. L’incensiere d’oro ripieno di fuoco solare potrebbe rappresentare meteoriti che portano fuoco dallo spazio celeste.
LE PRIME QUATTRO TROMBE

Ai Sette Angeli furono date Sette Trombe affinché suonassero, come per i Sette Sigilli il riferimento è a sette periodi diversi passati presenti e futuri. Giovanni nella Rivelazione vede ciò che accaduto in passato, quello che accade nel suo tempo e quello che accadrà in futuro. La Rivelazione attraverso il suono delle trombe diventa un’esperienza sonora. Se si vuole vedere lo svolgimento di un’epoca terrestre occorre ravvisarlo nel mondo in cui essa risuona. I Sette periodi di epoche e di civiltà terrestre vengono annunciati dal suono delle trombe degli Angeli che si diffonde nel mondo. Nelle trombe degli angeli l’autore dell’Apocalisse allude a questi cicli cosmici di evoluzione spirituale.
 
Le prime Quattro Trombe sono riferite ai primi quattro stadi dell’evoluzione sia come Razze Madri o Generazioni, e sia come diramazioni di ciascuna Generazione trascorsa. Mentre attraversa le epoche terrestri l’uomo assorbe ciò che vive attorno a lui. Attualmente siamo alla Quinta, quella che ci ha preceduto era la Quarta distrutta con un diluvio planetario, la prossima, la Sesta è l’epoca della decisione: l’uno si unisce completamente alla materia, l’altro allo spirito, tutto l’essere si manifesterà al mondo intero. Ma ancor prima che tale epoca abbia inizio l’uomo può sviluppare dalla propria interiorità il principio cristico. Nel settimo periodo una parte dell’umanità avendo precedentemente sviluppato il principio cristico sarà allora in grado di percepire con l’intuizione la voce o parola interiore. Questo viene espresso con le trombe.
 
Il Primo Angelo suonò la tromba: grandine e fuoco, mescolati a sangue, scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra andò bruciato, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde andò bruciata (VIII, 7).
 
Il Secondo Angelo suonò la tromba: qualcosa come una grande montagna, tutta infuocata, fu scagliato nel mare. Un terzo del mare divenne sangue, un terzo delle creature che vivono nel mare morì e un terzo delle navi andò distrutto (VIII, 8-9).

 
FIGURA 1. L’ANGELO CHE SUONA LA TROMBA
 
Il Terzo Angelo suonò la tromba: cadde dal cielo una grande stella, ardente come una fiaccola, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque. La stella si chiama Assenzio; un terzo delle acque si mutò in assenzio e molti uomini morirono a causa di quelle acque, che erano divenute amare (VIII, 10-11).
 
Una stella, che si chiamava Assenzio, cadde dal cielo, Lucifero, un Angelo potente, pieno di grazia e di bellezza. Sulla fronte aveva un diadema di smeraldo verde. Egli viveva entro il Sole e “portava” la luce fuori nel mondo, e illuminava ogni essere. La sua forza e il suo fascino erano grandi, tanto che Michele non lo eguagliava: Lucifero era il “principe” della luce. Secondo R. Steiner Lucifero è quella forza che tende ad alimentare al massimo il fanatismo ascetico, l’esaltazione, l’eroismo, lo spiritualismo mistico. È la prima grande caduta nel mondo della forma. Terza Tromba, periodo della Terza Razza Madre o Lemuriana.
 
Il Quarto Angelo suonò la tromba: un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e così si oscurò un terzo degli astri; il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente… E vidi e udii un’aquila, che volava nell’alto del cielo e che gridava a gran voce: Guai, guai, guai agli abitanti della terra, al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre Angeli stanno per suonare! (VIII, 12-13).
 
  • Prima Tromba. Colpisce la terra, la fisicità, il pianeta Terra con un terzo delle terre emerse e la parte fisica dell’uomo.
  • Seconda Tromba. Colpisce il mare, un terzo degli oceani cambia il mondo fluente della vitalità. Colpisce il corpo vitale del pianeta.
  • Terza Tromba. Colpisce il cielo, da cui cade la stella lucente di Lucifero (Assenzio, come la bevanda che ci inebria e poi distende). Un terzo delle acque si mutò in assenzio e divennero amare e avvelenarono gli uomini. L’assenzio inebria il nostro sentire le emozioni. Colpisce il corpo emozionale.
  • Quarta Tromba. Colpisce un terzo del sole della luna e degli astri cioè il mondo della luce. Colpisce il corpo mentale che guarda verso il basso (kama-manas) la mente e il pensiero umano rivolto alla materialità.
       
Le quattro trombe colpiscono sempre la terza parte delle cose. L’interpretazione è sempre riferibile alle vicende planetarie e a quelle del singolo uomo. La terra Polare e quelle degli Iperborei come le umanità che vi dimoravano non erano ancora solide, o compatte. Si tratta del terzo rimasto indietro, che però non lo sarebbe di necessità. Le lettere alle comunità contengono non solo esortazioni, ma anche aspri rimproveri. Non tutti arrivano alla meta, la terza parte resta completamente tagliata fuori dall’evoluzione. Abbiamo quindi:
 
  • Un terzo, quello che raggiungerà la meta;
  • Un terzo, quello che resterà indietro;
  • Un ultimo terzo, quello che non raggiunge la sua meta ed è attirato dall’Abisso.
     
Un terzo raggiunge la propria meta e un altro terzo vi arriverà più tardi, abbiamo due terzi. Solo un terzo di quelli che hanno iniziato il cammino evolutivo avranno raggiunto alla fine della quinta epoca il grado evolutivo adeguato. I discepoli di Cristo erano rappresentati da un gruppo di dodici, ma c’è anche un gruppo di 72 discepoli, soprattutto nel Vangelo di Luca. In termini misterici Settantadue sono stati chiamati a prender parte all’evoluzione e a portare avanti il proprio sviluppo. I moniti alle sette comunità, che essi dovevano guidare, ci dicono che solo un terzo di loro raggiunge la meta. Se prendiamo un terzo di settantadue abbiamo 72/3=24, i ventiquattro Vegliardi o Anziani che saranno ancora lì quando verranno svelati i sette sigilli del libro.
 
Dopo il suono della quarta tromba, un’aquila volava nel cielo dicendo “guai, guai, guai” (per tre volte) a quelli che abitano sulla terra. L’aquila annunciava con i tre guai le ultime tre piaghe, flagelli, che attendono le ultime tre Generazioni. La messa in guardia delle ultime Tre Trombe che annunciano tre piaghe consiste nel fatto che tutto ciò che l’uomo si porta dentro moralmente sotto forma di pensieri buoni o cattivi, di buone azioni, di verità o di errore, di illusione, di menzogna o di bontà, di egoismo e cattiveria, agisce direttamente sulla natura.
LA QUINTA TROMBA
 
Il Quinto Angelo suonò la tromba; e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra, e gli fu data la chiave del Pozzo dell’Abisso. Ed aprì il Pozzo dell’Abisso e sorse fumo dal pozzo come fumo di una grande fornace, e fu oscurato il sole e l’aria dal fumo del pozzo (IX, 1-2).  
 
Il suono della Quinta Tromba, il Quinto Sigillo sono riferiti ai nostri tempi, alla nostra attuale Quinta Generazione e in particolare alla sua quinta diramazione. Siamo nella quinta epoca in cui ci dobbiamo concentrare, cioè sulla quinta lettera, sul quinto sigillo, sulla quinta tromba e sulla quinta coppa dell’ira. Giovanni ci descrive questa Apocalisse del nostro quinto periodo di cultura. Con il Quinto Sigillo ai paladini della Luce fu data loro la veste bianca fu detto di riposare, cioè di aver pazienza, resistere, continuare a tener duro di fronte all’attacco dei fratelli ammantati di oscurità.
 
Alla Quinta Tromba si apre il “Pozzo dell’Abisso”, la dimensione in cui non si ascolta la voce dello Spirito, ma quella della più buia materialità. L’Angelo con la Quinta Tromba trascina verso il basso l’uomo che si è gravato dell’affinità con la materia.
 
E un’altra stella cadde dal cielo e ad essa fu data la chiave della Fossa senza fondo l’Abisso, che aprì, causando la venuta di ogni sorta di creature malvagie senz’anima. La stella caduta è l’Angelo dell’Abisso che esprime la falsa luce della ragione umana, la mente diabolica materialistica, come distinta dalla ragione divina Il demone solare agisce e vive contro il principio cristico nell’uomo in modo tale che l’uomo, se si dà a questo demone solare, non voglia raggiungere il collegamento con la divinità del Cristo, ma voglia rimanere nella sub umanità. Il demone solare alimenta tutto ciò che viene all’uomo come animalità, nei pensieri e poi, progressivamente, anche negli impulsi di volontà. Una caratteristica dell’abisso è appunto che l’uomo si lascia abbagliare dal potere terreno.
 
L’apertura del Pozzo dell’Abisso va di pari passo con le scoperte dei segreti della genetica, delle forze occulte della natura. La manipolazione di queste forze dà all’uomo per la prima volta la possibilità di creare mostri senz’anima e precipitare nell’abisso della disumanità, poiché non ha imparato con l’occhio dell’aquila a gestire queste forze in senso umano.
 
L’uomo comincia ad avere la chiave per il Pozzo dell’Abisso, l’evoluzione diventa o totalmente abissale, disumana, perché viene ucciso l’elemento umano. Ci saranno uomini che diventeranno abissali cercando di penetrare le forze dell’abisso – le forze più profonde della materia – e uomini perseguitati, proprio soffrendo del fatto che si faccia di tutto per uccidere lo spirito anche in loro, salveranno lo spirito e saliranno tanto più in alto, distoglieranno lo spirito umano dall’abisso.
 
L’eccellente commento di Pietro Archiati del libro della Rivelazione “L’Apocalisse di Giovanni - Presente e futuro dell’umanità prima parte” spiega che il Pozzo dell’Abisso (in greco frèatos tes abýssu), è l’Ottava Sfera, tutto ciò che alla fine dell’evoluzione viene escluso, eliminato, questo Pozzo è la Sfera delle scorie che andranno frantumate per  tornare ad essere particelle elementari. Gli uomini che nella lotta contro la materialità si sono rafforzati come spiriti salgono, mentre quelli che si sono lasciati definitivamente vincere dalle forze oscure, e si sono indeboliti, annullando la loro umanità vengono trascinati verso il basso verso questo pozzo (I, 351-352).
 
Sale il fumo dell’Abisso, che oscura il Sole e il cielo, forze dell’oscuramento della coscienza umana, cioè porta di fronte all’anima spirituale la forza delle tenebre che vuole vincerla.
UOMINI LOCUSTA - UOMINI SENZ’ANIMA SPIRITUALE

E dal fumo uscirono locuste sulla Terra e fu dato loro un potere come hanno gli scorpioni sulla Terra (IX, 3). Il Pozzo dell’Abisso è in primo luogo extraumano dal quale sorgono entità malvagie che Giovanni descrive come locuste create dal Signore Oscuro ma si intendono uomini senza anima. Dal fumo dell’Abisso si generano locuste con potestà come scorpioni, cioè come i demoni del male; locuste con sembianze mostruose ma volto d’uomo, queste “locuste” sono uomini. Nel suo commento all’Apocalisse di Giovanni (I, 355), Pietro Archiati spiega che come prodotto di queste forze della natura cieche, fumose e oscuranti, come conseguenza dell’oscuramento nella coscienza. Questi esseri esternamente appaiono come uomini, ma sono più animali di uomini, e camminano tra noi. Per questo motivo viene usata l’immagine di un animale per indicarli, la locusta.
 
E fu detto loro di non porre in ingiustizia l’erba buona della terra, né ogni verde né ogni albero, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte (IX, 3).
 
Queste forze di scorpione e locusta non danneggiano la natura, ma trascinano l’uomo verso il basso, dal suo stadio umano a quello animale. Il giusto tema ecologico dietro di cui si celano gli oscuri è uno specchietto per gli uomini. Gli oscuri indossano abiti che attraggono. Pietro Archiati spiega che la caratteristica delle locuste è divorare i frutti della terra, ma a differenza degli insetti, queste devono lasciar perdere la natura, e scagliarsi sugli uomini. Queste forze sono controforze solo per l’uomo, non per le piante, non sono veleni per le piante o per gli animali. Sono prevalentemente forze antiumane, danneggiano solo gli uomini che omettono di aver sulla fronte il sigillo di Dio. Faust non si fa mai corrompere intimidire da Mefistofele e ribellandosi, diventa sempre più forte si rafforza nella direzione del bene.
 
In altre parole, le locuste hanno le loro superfici d’attacco, i loro punti d’attacco, là dove l’uomo omette il bene. là dove l’uomo omette il bene, che consiste nel farsi apporre il sigillo, nel riempire la propria anima con il sigillo di Dio, con le forze della divinità, con le forze del divino. Gli uomini che omettono di sigillare, di inscrivere nella loro interiorità le forze del divino, offrono una superficie d’attacco per le locuste.
 
E le locuste sembravano destrieri preparati per la guerra e sulle loro teste c’era qualcosa come corone d’oro e i loro volti sembravano volti umani (IX, 7). Queste locuste che escono dalle profondità della terra, hanno un elemento guerresco, l’impulso di farsi la guerra a vicenda. Qui non c’è il cavallo nel senso delle forze del pensiero, ma il destriero su cui cavalca il cavaliere per fare la guerra contro gli altri. Sulla testa hanno corone che sembrano d'oro e il loro aspetto è come quello degli uomini. La testa sembra quella di un uomo, poiché sono uomini, avrebbero potuto essere uomini. Le corone d’oro indicano che rivestono posti di comando.
 
FIGURA 1. UOMINI LOCUSTA

 
Hanno viso di uomini e i capelli come quelli di donne e i loro denti erano come quelli dei leoni. Hanno il torace simile a corazze di ferro e il rombo delle loro ali è come rombo di carri trainati da molti cavalli lanciati all'assalto. Hanno code come gli scorpioni e aculei, cioè sono letali. Nelle loro code c'è il potere di far soffrire gli uomini per cinque mesi. Secondo la visione di R. Steiner sono esseri senza spirito, demoni.
 
Questi esseri che giungono dal Pozzo dell’Abisso agiscono come locuste, ma sembrano scorpioni, sono le due cose in una. Lo scorpione invece ha come caratteristica il pungiglione che va verso l’esterno e uccide l’altro. Quindi da una parte riempirsi, abbuffarsi (locusta), dall’altra infliggere del male con il pungiglione (scorpione).
 
Come locuste rappresentano un’ingordigia senza pari, mangiano tutto quello che trovano – allora è l’egoismo, l’egocentrismo, il voler arraffare tutto. I corpi locusta o cavalletta in cui si incarnano solo quelli che hanno rifiutato quell’evoluzione che li avrebbe messi in condizione di pretendere corpi che degni dell’essere umano. Ma nessun uomo è costretto ad incarnarsi in questi corpi di orrore, lo fa deliberatamente.
 
E fu dato loro il potere di non ucciderli ma di tormentarli per cinque mesi. E il loro tormento era come quello che dà lo scorpione quando punge un uomo (IX, 5).
 
Quindi non hanno il potere di uccidere gli uomini, ma possono tormentarli per cinque mesi. Siamo all’interno del periodo della Quinta Tromba, della Quinta Civiltà della Quinta Generazione, è il riferimento velato è anche ai primi cinque periodi di questa. Che cos’è il veleno dello scorpione per l’anima, per lo spirito dell’uomo? Da una parte il veleno dello scorpione è menzogna, inganno, errore, e dall’altra parte è l’egoismo interiore che mette gli uomini gli uni contro gli altri, perché l’estrema conseguenza dell’egoismo è uccidere la parte spirituale paragonabile al pungiglione dello scorpione che porta l’uomo alla morte.  È quello che sta avvenendo in questi tempi.
 
E in quei giorni gli uomini cercheranno la morte e non la troveranno, brameranno di morire e la morte fuggirà da loro (IX, 6).
 
Nella misura in cui l’uomo si lascia andare e si rende da solo sempre più impotente nei confronti delle forze materializzanti che tramano contro di lui, questa impotenza per lui è peggiore della morte. Preferirebbe essere morto fisicamente anziché essere doppiamente morto anche nello spirito. Un incremento non solo della depressione, ma anche dei pensieri suicidi nell’umanità.
 
E sulle teste avevano delle corone simili ad oro e i loro volti sembravano umani … E la loro corazza era come di ferro (IX, 7-9). Nella regione cardiaca, abbiamo la corazza. Cosa vuol dire che la zona dove c’è il cuore è di ferro? Le forze della volontà possono essere di ferro, in esse vi è la forza e la resistenza del ferro, implacabile. Indossano una corona d’oro per dire che questi esseri sono al posto di comando esprimono la loro malvagità in modo implacabile con volontà di ferro piegano gli uomini ai loro oscuri progetti.
 
E avevano code come quelle degli scorpioni e avevano pungiglioni, e nelle code c’era il potere di nuocere agli uomini per cinque mesi (IX, 10). Nelle locuste e negli scorpioni la forza dannosa è nella zona inferiore, nella zona delle forze riproduttive: le forze dello scorpione sono le forze riproduttive, lì c’è il pungiglione. Le forze sessuali deviate rendono l’uomo completamente istintivo e lascivo, caratteristiche di questo attuale periodo e così l’uomo dopo essersi immerso della materialità nell’egoismo, nell’affermazione  del potere personale, nell’ingordigia, e in ogni genere di depravazione sessuale viene passo dopo passo portato alla morte spirituale.
 
A questa condizione umana si riferisce la piaga delle cavallette dell’epoca della quinta tromba dell'Apocalisse. E chi è la loro guida? Il loro re era l’Angelo dell’Abisso (IX, 11), che in ebraico si chiama Abaddon, lo Sterminatore, e in greco Apollion. Lo spirito stesso dell’Abisso, la guida di tutto ciò che va contro il bene e il Sole, ed, infatti, Giovanni non si riferisce al dio greco solare Apollo, chiamandolo Apollyon, nome che deriva da άπό λύω (apò-lýo), apo vuol dire “via da” e lyo “sciogliere”. Sono le forze che dissolvono l’uomo, lo annullano. Questo è allora quel che viene escluso, eliminato. Secondo R. Steiner questo Spirito dell’Abisso è la Bestia di Terra da lui chiamata Sorath, l’oppositore di Cristo.
 
Questi uomini-locuste sono sempre più frequenti, appartengono alla quinta civiltà. Sono uomini possiedono corpo fisico, vitalità ed animosità, ma mancano dell’Io spirituale (Anima spirituale). Il vuoto relativo all’assenza dell’Io, può essere ‘riempito’ da entità demoniache o arimaniche, da anime ‘vaganti’ o anche da anime che sono rientrate sulla terra in ritardo (R. Steiner, “La Scienza Occulta”).
 
Goethe, con il suo Faust alla seconda parte dell’opera, terzo atto, descrive Elena è accompagnata dal coro delle troiane. Queste hanno sembianze umane, sembrano donne, ma, in realtà – a parte Pantalide, che guida il coro – si tratta di esseri elementali rivestiti di sembianze umane, che oggi chiameremo androidi.
 
Nel nostro tempo compare un tipo di uomini in sovrannumero che sono senza Anima, senza Sé spirituale, i quali, in realtà, non sono uomini. La Sapienza misterica insegna che vi sono due Anime o due Sé:
 
  1. Il Sé superiore, che ha una coscienza universale e tende al benessere di tutte le cose; non è toccato dall'egoismo e, pur essendo isolato, si sente parte integrante del Tutto.
  2. Il Sé inferiore, generalmente chiamato "Io" o "personalità", che è tendenzialmente egoista e pesantemente influenzato dai desideri e passioni.
   
Nel corpo energetico, questi uomini appaiono proprio come Giovanni li descrive: come cavallette eteriche, con volti umani. Vengono posti all’interno dell’ereditarietà fisica, ricevono corpo eterico ed astrale, in un certo senso vengono equipaggiati interiormente con una coscienza demoniaca; se non si guardano esattamente danno l’impressione di essere uomini, ma nel pieno senso della parola non sono uomini. Il Maestro Morya in “Fratellanza” parla dei cadaveri che camminano, nei brani 78, 153, 406, 561.
 
Si domanderà se i cosiddetti cadaveri viventi restano a camminare in Terra per lungo tempo. Certamente, nella misura dell’attrazione animale che li lega al mondo fisico. L’energia psichica li abbandona, le loro radiazioni divengono trascurabili e un semplice apparato potrebbe rivelare i segni della morte. Essi sono facile preda di entità estranee ... Accade spesso che questi cadaveri restino alla testa di grandi imprese, ma con la loro necrosi vi infettano ogni cosa. Sono molto attaccati alla vita, perché non capiscono il mutare delle condizioni, e temono la morte. (Fratellanza, 561).
 
Carlos Castaneda spiega in “Una realtà separata” – la differenza tra guardare e vedere, come capacità di conoscere la realtà dietro alle sembianze esteriori – parla dell’esistenza di uomini senza l’Io, senza Anima spirituale.
 
Non vedo io le cose come sono realmente? – No. I tuoi occhi hanno imparato solo a guardare. Pensa per esempio, a quelle tre persone hai incontrato i tre messicani. Me li hai descritti particolareggiatamente, e mi hai persino raccontato che vestiti indossavano. Ma questo mi ha solo dimostrato che tu non li vedesti per niente. Se tu fossi in grado di vedere, avresti saputo immediatamente che quelli non erano persone. – Non erano persone? Che cosa erano? – Non erano persone, questo è tutto. – Ma questo è impossibile. Erano esattamente come te e come me. – No, non è così. Sono sicuro.
 
Nel libro La mia visita alla terra di Agartha L. T. Rampa narra che in uno dei tunnel sotterranei, si era imbattuto con le sue due guide, in creature spregevoli sensuali e malvagie che avevano perduto la loro anima.
 
Sono uomini che vivono vicini alla superficie della Terra”, disse a Rampa  il Lama Mingyar Dondup. Alcuni facevano parte di una razza che andò nel mondo interno prima dell’ultima era glaciale. Altri sono rimasti quaggiù più a lungo. Costoro non riuscirono a portarsi dietro la “scienza” perciò furono costretti a vivere in condizioni primitive. Molti dei loro discendenti, sono degenerati in bestie inumane cacciandosi l’un l’altro e talvolta prendendo qualche umano alla superficie, per cibo e sport. Esse sono creature spregevoli che esistono solo per il piacere della carne. Hanno perduto la loro umanità e le loro anime.
 
Come possono esistere uomini senz’anima? Quando l’Anima personale passionale fortemente egoista intossicata dai fumi della vita terrena, diviene insensibile alla voce del Sé superiore, cioè incapace di udire la voce ammonitrice del suo “Angelo custode” e del suo “Dio” che giunge attraverso il canale o filo di coscienza detto in oriente Antahkarana. Quando quest’anima passionale terrena, cioè quella di colui che non ha mai avuto un pensiero che non riguardasse il sé animale, si dedica solo allo sviluppo e alla comprensione della vita naturale e terrena per scoprire solo i misteri e i segreti della natura fisica, ignorando tutto ciò che non può essere dimostrato con gli organi di azione o di sensazione lentamente si separa dal suo Io superiore, indebolendo e assottigliando il filo della coscienza. Quando le paure  le speranze e le pene dell’uomo si fondono con l’esistenza terrena, in questo caso l’Anima personale, che non ha nulla da trasmettere al superiore, o da aggiungere alla somma delle esperienze raccolte, l’anima personale comincia a essere virtualmente morta e infine distruggendo il sentiero con la propria anima spirituale, muore completamente.
 
Che cosa succede all’Anima umana passionale, che è sempre stata quella di un uomo degradato e cattivo o di una persona priva di anima? Quest’Anima personale diventa separata dall’Ego. Non può innestare nulla di sé su quel tronco eterno. Essendo stato distrutto il canale o filo (Antahkarana) che collega l’uomo superiore inferiore a quello inferiore prima che questi abbia avuto l’opportunità di assimilare il Superiore divenendo di conseguenza uno con esso, “l’Anima” passionale (Kamica) diviene un’entità separata, per vivere d’ora innanzi, per un periodo breve o lungo, a seconda del suo Karma, come una “creatura” priva d’anima. Tale catastrofe può spesso avvenire molti anni prima della separazione finale del principio vitale dal corpo. La morte fisica libera solo un cadavere spirituale; nel caso migliore un idiota. Incapace di elevarsi nell’alto o di svegliarsi dal letargo, presto si dissolve negli elementi dell’atmosfera terrestre.
 
Il nostro ciclo attuale è imponentemente un ciclo di tali anime morte. Ci imbattiamo a ogni passo in uomini e donne senza anima. “Siamo vicini a uomini senza anima ad ogni passo della vita” (H.P. Blavatsky Iside Svelata II, 369).
 
A volte accade che, dopo la separazione, l’Anima personale, esausta, divenuta ora intensamente animale, si dissolva, come fanno tutte le altre anime animali. Avviene frequentemente che dopo che l’attuale vita dell’uomo senza anima è terminata, l’impulso della vita animale è troppo forte, e non può esaurirsi in una o due vite soltanto. Espulsi per sempre dalla coscienza dell’Individualità dell’Ego reincarnantesi, gli atomi fisici e le vibrazioni psichiche della nuova personalità separata si reincarnano immediatamente sulla stessa terra. Egli continua ancora e ancora a reincarnarsi in nuove personalità, in creature inferiori una più abietta dell’altra, condannato a tormenti karmici nel corso di tutta la sua nuova vita. Inoltre, se persiste nella sua condotta depravata e criminale, soffrirà una lunga serie di reincarnazioni immediate.
 
Il segreto principale e più importante nei riguardi di questa “seconda morte” nell’insegnamento misterico, era ed è tuttora la terribile possibilità della morte dell’Anima personale, cioè, della sua separazione dall’Ego o Anima spirituale sulla terra, durante il corso della vita di una persona. Questa è una vera morte  che non lascia vedere tracce in una persona, e tuttavia la lascia moralmente un cadavere vivente. Così troviamo due tipi di esseri senza anima sulla terra: quelli che hanno perso il loro Ego Superiore nella presente incarnazione, e quelli che sono nati senza anima, essendo stati strappati dalla loro Anima Spirituale nella nascita precedente.
IL POZZO DELL’ABISSO – L’OTTAVA SFERA IL PIANETA DELLA MORTE
 

L’Abisso è il concetto – ampiamente inteso – dell’ottava sfera. È tutto ciò che alla fine dell’evoluzione viene escluso, eliminato, è la “fornace ardente”, lo “stagno di fuoco” dell’Apocalisse. Quando, per il vizio, atroci delitti e passioni animali, uno spirito disincarnato è caduto nell’ottava sfera — l’allegorico Ade e la geenna della Bibbia — la più vicina alla nostra terra. La regione infernale dello sheol, è conosciuta dai cabalisti come ottava sfera, il pozzo dell’Abisso, un argomento proibito. Il Sentiero della Mano Sinistra è quello seguito dal Mago Nero e dai Fratelli dell’Ombra, deriva dall’uso delle forze naturali per fini egoistici; è caratterizzato da egoismo e da separatività intensi, e termina l’ottava sfera, chiamata in oriente Avîtchi, la dimora delle anime perdute o di quei gusci dell’uomo inferiore che si sono separati dal loro principio vitale individuale o egoico. L’annichilimento non significa semplicemente cessazione di vita umana sulla terra, poiché la terra è l’Avîtchi, l’ottava sfera l’inferno senza fine, ed il peggior Avîtchi possibile. Sono quelli che, preferiscono stare sempre a soffrire in Avîtchi sotto la legge karmica anziché rinunciare alle loro vite “nel Male”. Letteralmente Avîtchi significa “inferno ininterrotto”.
 
Le anime perdute non rimangono per un lungo periodo di tempo nell'atmosfera di questa terra ma, come pagliuzze che galleggiano vicino ad un mulinello, possono essere catturati e trascinati giù in quel terribile Maëlstrom [gorgo] per via del suo pesante magnetismo materiale che accelera i fallimenti verso la disintegrazione, in altre parole, verso Pianeta della Morte, l’Ottava Sfera. Spiega egregiamente G. de Purucker in “La sorgente primordiale dell’occultismo” Questo cupo pianeta è quello che in epoche diverse è stato chiamato il Pianeta della Morte, o l’Ottava Sfera, o il regno di Māra (Nel Buddismo, Māra è un demone che rappresenta la Morte). Come globo, sta lentamente morendo, e quindi è nella sua ultima ronda o ruota del tempo concesso. È quasi un cadavere, ed è appropriatamente chiamato, in doppio senso, il Pianeta della Morte.
 
Nei Precetti magici e filosofici di Psello (6 Plet. 2; Cory, Chaldean Oracles), troviamo un avvertimento all’umanità:
 
“Non guardare in basso, perché sotto la terra vi è un precipizio
 
Che attira in una discesa di SETTE gradini, sotto i quali
 
Vi è il trono della crudele necessità”.
 
L’anima umana perduta è risucchiata nel Pianeta della Morte, dove è distrutta ed è lentamente frantumata come in una grande macina. All’Ottava Sfera è stato dato il nome di Pianeta della Morte perché è la spaventosa sfera nella quale discendono per trovare l’annichilimento le anime completamente corrotte. Quando un'anima umana ha perduto il suo legame con il proprio dio interiore (lo spirito), non è più un canale idoneo e ricettivo alla vita spirituale che scaturisce dalla sua divinità ispiratrice, allora è scartata, è quindi gettata via perché le sue particelle sono diventate inutili, morte.
 
Per anima corrotta s’intende l’anima personale il kama-manas, la mente terrestre offuscata dal desiderio, perciò definita da San Giacomo diabolica. G. de Purucker spiega che questo globo o pianeta è di una materia così densa, così pesante, che noi, con i nostri corpi relativamente eterei e la sostanza relativamente eterea e fisica che ci circonda, non lo percepiamo come una sfera materiale. Comunque, ci sono delle occasioni dovute ad un numero di cause convergenti, inclusa l'influenza materializzante della luna, in cui alcuni individui possono intravederlo nei dintorni della luna. Il motivo per cui non lo vediamo è perché la sostanza grossolana o materiale è invisibile ed intangibile per noi come lo è la sostanza altamente eterea o spiritualizzata, in quanto entrambi i piani sono diversi dal nostro piano fisico.                                                                                                                                                 
Inoltre, afferma G. de Purucker, il Pianeta della Morte ha un movimento retrogrado di rotazione. Come dato di fatto, ogni pianeta o globo del sistema solare, visibile o invisibile, in differenti periodi nel suo ciclo planetario, cambia lentamente la posizione del suo asse di rotazione, in modo che l'asse abbia un movimento secolare d'inclinazione che aumenta (o decresce) lentamente attraverso le ere. Alla fine, l'intero soggetto è complicato dal fatto che il Pianeta della Morte è nella sua ultima ronda, o rotazione nel tempo, termine usato dalla cosmogonia orientale. E la Bestia che era, e non è anch’essa un Ottavo Re, e viene dai sette e se ne va in perdizione (XVII, 11). Giovanni spiega otto capitoli dopo il suono della Quinta Tromba che la Bestia (Sorath), è l’Ottavo Re che se ne va in perdizione, cioè va sull’Ottava Sfera dove regna.
FIGURA 1. CATENA PLANETARIA 7+1 E CATENA CIVILTÀ

 
Pietro Archiati nel suo commento all’Apocalisse di Giovanni, scrive: “Questo Pozzo dell’Abisso alla fine diventa l’Ottava Sfera … E  quando tutto sarà finito, qui (7), nella settima sfera, abbiamo il compimento, mentre l’Ottava Sfera viene esclusa come una scoria. È ciò che stavolta il bene non è riuscito a redimere del tutto” (vol. I, pag. 352). Quando alla fine del settenario sorge la Nuova Gerusalemme e questo ottavo diventa come una scoria morta, come una luna che gira attorno alla Terra nuova.
 
R. Steiner precisa che questa esclusione non può verificarsi completamente durante il quinto stadio terrestre. Colui che conosce parte dal Manas (mente spirituale), ma la creazione di ciò che è duraturo può aver origine solo dall’elemento Buddhi (visione e ragion pura, intuizione). Durante il quinto stadio terrestre si decide che cosa viene separato. La separazione completa, però, si verifica solo nel corso del sesto stadio terrestre con lo sviluppo del Buddhi (Esoterismo cristiano nell’Apocalisse pag. 35).
 
Le anime irrimediabilmente perdute sprofonderanno nell’abisso universale come sostanza di scarto non evolutasi a un’esistenza superiore e quindi induritasi in se stessa, la quale non essendo più in grado di accogliere la vita universale, diventa sedimento per un nuovo sistema solare. Per R. Steiner questa scoria negativa dell’Ottava Sfera, con tutti i suoi abitatori divenuti preda della magia nera di Sorath, lo Spirito del Pozzo dell’Abisso, non potranno essere come dire, ripristinati dalle forze del Figlio, ma soltanto attraverso le forze del Logos del Padre cosmico che potranno essere adoperati come sedimento per un nuovo sistema solare iniziando nuovamente da zero. Ci viene detto che questo è un sistema solare basato sul II Raggio dell’Amore, il Figlio, il prossimo sistema solare sarà basato sul I Raggio della Volontà spirituale o di bene, quello del Padre. Il sistema solare precedente era basato sul III Raggio dell’Attività intelligente, lo Spirito Santo.
LA SESTA TROMBA
 
Con il suono la Quinta Tromba l’Angelo dell’Abisso (IX, 11) trascina verso il basso l’uomo che si è gravato dell’affinità con la materia. Quest’uomo ha lasciato che l’affinità con il mondo della materia avesse una misura così grande da farsi trascinare in basso. La Sesta Tromba è riferita sia alla futura sesta civiltà della Quinta Generazione e sia a quella successiva, in quanto la sesta è l’epoca della decisione, una parte dell’umanità si unisce completamente alla materia, l’altra allo spirito.
 
Ed il Sesto Angelo suonò la tromba, ed allora udii Una Voce dai quattro lati dell’altare d’oro, quello di fronte ad Iddio, che diceva al sesto angelo, quello che aveva la tromba: “Sciogli i quattro angeli, legati sul fiume, il grande Eufrate”. E furono sciolti i quattro angeli, i preparati per l’ora, e giorno, e mese ed anno per uccidere la terza parte degli uomini. E il numero dell’esercito a cavallo era molte migliaia di migliaia, ne intesi il numero … Ed i rimanenti degli uomini, quelli che non perirono nei flagelli, questi, non mutarono mente dalle opere delle loro mani; non cessarono di adorare i demoni e gli idoli (IX, 13-20).
 
Non dai quattro angoli della Terra ma dai quattro angoli dell’altare, dal cuore della divinità dopo il suono della tromba del Sesto Angelo la Voce, come un tuono ordina: “Sciogli i quattro Angeli legati sul fiume, il grande Eufrate”. Anche nel capitolo sedicesimo viene nuovamente citato il fiume Eufrate in relazione con la “sesta coppa” dell’ira: “Poi il Sesto Angelo versò la sua coppa sul gran fiume Eufrate”. L’Eufrate è come l’archetipo dei fiumi, è un fiume di sostanza animica appartenente al mondo materiale, che non è spirito. Qui si dice che i quattro Angeli prima legati o impediti ad agire, e ora quali il cui compito è ostacolare l’umanità erano pronti.
 
La Sesta Tromba chiama un esercito demoniaco che uccide “un terzo dell’umanità”, nonostante ciò i restanti due terzi non mutano il loro pensiero. Il fatto che questi uomini abbiano omesso l’elemento individuale si manifesta con il loro essere uccisi nel terzo superiore del loro essere. Un terzo ha la propria evoluzione congelata spirituale in quanto sono rimasti intrappolati nella buia materialità. R. Steiner commenta: “Un terzo degli uomini, così si cita, verrà ucciso. Questo, naturalmente, accadrà solo nel corso del tempo. Con “uccidere” qui si intende questo non essere presente dell’Io (nell’Anima personale) in quegli uomini che già prima si erano degradati attraverso la forma di cavalletta”.
 
L’esercito di molte migliaia di migliaia a cavallo è un numero incalcolabile, cioè un numero che non si può contare. Sono gli esseri sub elementari dell’acqua e della terra – e qui sono quelli dell’abisso, cioè della materia, della materia profonda – sono innumerevoli, sono forze che appartengono al caos detriti di materia cosmica, residuo di una precedente creazione, substrato per una creazione successiva.
 
Rudolf Steiner spiega che nei nostri tempi solo pochissimi uomini hanno la capacità, ma davvero pochi, di cominciare a volere il male, e questo è il concetto della magia nera. Un mago nero è un individuo che è già così minato dalle potenze avverse che può perfino già cominciare a volere consapevolmente il male. Ma per fortuna si tratta di pochissime persone che non si manifestano di certo. Devono agire dietro le quinte, ma naturalmente esistono. E nella misura in cui l’uomo comincia a volere il male, la salvezza diventa sempre più difficile o quasi del tutto impossibile, poiché la divinità non vuole mai fare qualcosa contro la volontà dell’uomo. La libertà è il valore supremo dell’evoluzione dell’umanità.
 
Quanto la vostra razza – la Quinta avrà raggiunto il punto massimo dell’intellettualità fisica e sviluppato la massima civiltà … essendo incapace di proseguire oltre nel proprio ciclo, la sua avanzata verso il male assoluto sarà arrestata (come i suoi predecessori)Il progresso nel male assoluto, che soltanto un cataclisma può arrestare, comincia a manifestarsi in ogni razza arrivata al suo apogeo, quando per mezzo di ricerche puramente intellettuali e di esperimenti scientifici ordinari, gli uomini componenti quella razza si sono resi padroni di poteri particolari sulla natura … Questi poteri ottenuti con mezzi differenti da quelli che si ottengono con lo sviluppo delle più alte qualità morali, possono esporre la società ai pericoli più seri. Nelle mani degli egoisti e dei perversi divengono strumento dei delitti i più orribili, senza che i loro autori possano venire scoperti … Presso gli Atlantiani… i loro sapienti avevano una conoscenza completa della materia, che potevano eseguire la trasmutazione dei metalli [1]
 
Pietro Archiati nel commento all’Apocalisse di Giovanni spiega che ogni lotta tra bene e male, durante le 7 incarnazioni planetarie, e le 7 epoche, tra forza e controforza (cioè tra bene e male), al primo stadio “1” vengono creati i presupposti per la lotta che comincia nella fase “2” e finisce nella fase “6” sia nei cicli più lunghi che nei più brevi. Quindi, per quanto riguarda gli scontri, il sesto stadio “6” ha sempre un carattere definitivo.
 
L’umanità odierna è ora, allo stadio della quinta civiltà della Quinta Razza Madre, dove l’uomo non è ancora così progredito da poter volere il male assoluto, è solo al sesto stadio “6” che gli uomini cominciano ad avere la forza di volere il male. Adesso l’uomo può solo omettere il bene. La caratteristica dell’uomo del sesto periodo culturale (sesta sottogenerazione) sarà quella di avere le verità davanti agli occhi, di non aver più bisogno di credere ad esse o di comprenderle con l’intelletto, ma di poterle vedere con gli occhi, con uno spirito intuitivo. E il definitivo stadio evolutivo “7” viene vissuto attraverso il settimo periodo, l’equilibrio tra di due opposti.
 
Nella sesta diramazione della Quarta Generazione atlantidea (IV, 6) vi è stato il primo grande scontro tra le forze del bene e del male. Nella sesta diramazione della Quinta Generazione (V, 6) la nostra, ci sarà una prima conclusione dello scontro fra bene e male. Un successivo grande scontro avverrà alla sesta diramazione della futura Sesta Generazione (VI, 6) o Razza Madre. Abbiamo tre numeri sei, riferiti alla sesta diramazione della Quarta, Quinta e Sesta 666. La decisione ultima è sempre al momento sei.
 
Gli impulsi che le provocarono furono, in entrambi i casi, l’egoismo e il desiderio di basso ordine. La prossima grande divisione avrà origine nel mondo mentale e si compirà della sesta sottorazza. La Sesta Razza Madre avrà in sé i germi di un enorme disastro nella triplicità coordinata di mente, astralismo (emotività) e natura fisica, che determinerà un momento culminante per la dualità planetaria. (Maestro D.K. in M.B., 544).
 
Il simbolo della Sesta Generazione è formato da una coppia di triangoli opposti 2x3, cioè materializzanti e spiritualizzanti che dovranno essere armonizzati, equilibrati. In ogni caso il numero Sei che caratterizza la nuova Generazione o Razza Madre porta con sé l’immagine di unione armoniosa fra gli opposti: Spirito e Materia in perfetto equilibrio, che sintetizzano l’idea di una Comunità Universale. La fusione risulterà quindi essere una chiave per la Sesta Razza Madre. All’interno Sei grandi petali o vibrazioni energetiche che rappresentano le prime Sei Generazioni. La sintesi dei Sei petali è un Punto, il Centro della figura che alla Settima Generazione si espanderà diventando il Cerchio che tutto include e porta a compimento. L’intreccio dei due triangoli individua un Esagono. Unendo i vertici opposti dell’esagono si ottengono altre sei linee o corde che oscillando creano a loro volta sei petali più piccoli, che potrebbero rappresentare le sei sottorazze della Sesta Generazione che troveranno sintesi nella settima nel loro punto centrale.
 
Il simbolo del conflitto finale riporta tre coppie opposte di triangoli che si riferiscono ai tre periodi distinti della Quarta, Quinta e Sesta Generazione. La spada di fuoco e di luce al centro indica che ora lo scontro è massimo: il male tramite la Bestia che ormai controlla i poteri economici, tecnologici e mediatici ha sferrato un attacco globale, vuole annientare tutto ciò che è spirituale. Quando il Cristo fu sulla terra duemila anni fa, Egli predisse: “Non sono venuto a portare la pace, ma la spada”. La profezia afferma che la spada dello spirito è maneggiata dal Cristo e per suo mezzo il male cosmico e il male terrestre sono arrestati; la spada della discriminazione è maneggiata dagli iniziati e dai risvegliati del mondo, e per suo mezzo la distinzione fra il bene e il male. “Molti sognano lo scudo che protegge lo Yogi, ma trovano fastidioso forgiarsi la spada. Ma non si può imparare a colpire con la spada di un altro” (Agni Yoga, 204).
È finito il tempo del dialogo, la spada del Cristo si avvicina e separerà le tenebre. Fin dal principio è stato scritto che gli oscuri attaccheranno con livore e malvagità, ma alla fine non vinceranno, il ciclo evolutivo verso l'alto non si può fermare. Per l’uomo ammantato di oscurità che continua ad opporsi fino alla terza guerra non c’è più redenzione solo l’Ottava Sfera dell’annichilimento totale.   


[1] La lettera scritta dal Maestro K.H. è riportata nel volume: Le lettere dei Mahatma, lett. 23b, ricevuta nell’ottobre del 1882 a Simla. A. P. Sinnett, Il Buddhismo Esoterico, pag. 117-118.
 
 
IL LIBRO DIVORATO DA GIOVANNI

E vidi un altro Angelo, Possente, discendere dal cielo, avvolto in una nube; l’arcobaleno era sul suo capo e il suo volto era come il Sole e i suoi piedi come colonne di fuoco. Nella mano teneva un piccolo libro (rotolo) aperto (X, 1-2).                                                
 
FIGURA 1. N. ROERICH L’ULTIMO ANGELO

 
La nube protegge e nasconde, l’Angelo avvolto nella nube custodisce e porta la Sapienza Nascosta o segreta. L’arcobaleno, i sette colori, i Sette Divini Raggi erano intorno al suo capo; il suo volto era come il Sole, cioè egli ne era il messaggero. I suoi piedi e le sue gambe come colonne di fuoco. Il nome sanscrito del Fuoco è Agni. Non è un caso che nel Cristianesimo, l’Agnello di Dio, ha gli stessi simboli del Dio indù Agni. Come l’Agnus Dei espia e toglie i peccati del mondo, nella religione cristiana, così nella religione indù il Dio Agni, espia i ripetuti peccati contro la divinità, dell’uomo. Agnus Dei è Agni Dei.
 
L’Angelo aveva in mano un piccolo libro, il libricino è il libro piccolo, riguarda il microcosmo l’uomo, in particolare l’anima spirituale dell’uomo. Il libro grande con i sette sigilli riguarda la conoscenza del mondo è tutto ciò che sta scritto nel mondo, mentre il libricino la conoscenza dell’uomo, il libro piccolo viene dato a Giovanni.
 
L’Angelo posò il piede destro sul mare e il sinistro sulla terra. L’Angelo porta l’insegnamento misterico a Giovanni, una conoscenza antica che dalla Quarta Generazione atlantidea, simboleggiata dal mare giunge alla Quinta Generazione, simboleggiata dalla terra asciutta dopo il cataclisma.
 
E quando gridò i Sette Tuoni fecero sentire la loro voce. E dopo che i Sette Tuoni ebbero parlato, ero pronto a scrivere, ed udii una voce dal cielo che diceva: “Sigilla le cose che hanno pronunciato i Sette Tuoni, e non scrivere” (X, 3-4).
 
I Sette Tuoni sono le Sette vocali divine ΑΕΗΙΟΥΩ. Giovanni sul punto di scrivere quanto i Tuoni hanno detto; ma udì una voce del cielo che diceva: sigillalo non puoi farlo!
 
Quindi l’Angelo che prima avevo visto posarsi sul mare e sulla terra levò la mano destra verso il Cielo e giurò nel nome di Colui che vive nei secoli dei secoli. Colui che ha creato il Cielo e ciò che esso contiene, la terra e quanto essa contiene, il mare e ciò che esso contiene: “Non vi sarà più alcun indugio (tempo); ma quando il Settimo Angelo farà udire il suono della sua tromba, allora sarà consumato il mistero di Dio, secondo quanto ha annunciato ai profeti suoi servi” (X, 5-7).
 
E l’Angelo che vidi ritto sul mare e sulla Terra, levò la mano destra verso il Cielo, questa è la forza dell’erigersi, il regale dirigere le forze dal basso  verso l’alto, lo stare eretto sia nel mondo fisico, sulla Terra, che sul mare il mondo fluido delle emozioni. L’Angelo non si identifica soltanto con ciò che sta sotto, là dove l’uomo sperimenta la sua identità, nel mondo materiale, ma unisce la sua forza attiva con lo spirituale il cielo con la mano destra, la sua forza attiva, alzata verso l’alto.
 
Qui abbiamo un’affermazione solenne da parte dell’Angelo che levata la mano destra verso il cielo, l’alto, che giura nel nome di Colui che ha creato tutte le cose, cioè nel nome del Logos: terra, mare e cielo e tutto ciò che esse contengono; egli giura solennemente perché vuole non solo sottolineare l’importanza del messaggio, ma altresì che esso venga creduto, venga accettato da tutti come verità.
 
Poi la stessa voce che avevo udita dal cielo, di nuovo mi parlò e disse: ”Va’, prendi il libriccino aperto dalla mano dell’Angelo che sta posato sul mare e sulla terra”. Io allora m’appressai all’Angelo pregandolo di darmi il libriccino. Egli mi disse: “Prendilo e inghiottilo, esso sarà amaro al tuo stomaco, nella bocca sarà dolce come il miele”. Presi il libriccino dalla mano dell’Angelo e lo inghiottii: nella bocca era dolce come il miele; ma dopo che l’ebbi inghiottito, le mie viscere si riempirono d’amarezza. Quindi mi fu detto: “E’ necessario che tu faccia ancora profezie su popoli, nazioni, e re senza numero” (X, 8-11).
 
Questo Angelo diede a Giovanni un piccolo libro, un piccolo rotolo, dicendogli di mangiarlo, cosa che il veggente fece. Il libro è rappresentativo della Sapienza Segreta – quel cibo spirituale che è il nutrimento dello spirito. E Giovanni, essendo “nello spirito”, mangiò la saggezza di Dio e la fame della sua anima fu placata. Giovanni deve mangiare cioè assimilare di questo libro. Gli viene imposto dall’Alto di non rivelarne il contenuto del libriccino ma di sigillarlo, di mantenere il segreto. Quest’ultimo passaggio, conferma che tale momento, seppur valido nel contesto generale, sia riservato esclusivamente a Giovanni. Quando Giovanni scrive del libro dai 7 sigilli, si riferisce in senso generale al libro dell’umanità intera ed al tempo stesso di ciascuno. Ora però usa il diminutivo e lo chiama “libriccino” poiché vuole segnalarci che si sta riferendo al suo libro in cui è trascritta la vita interiore.
 Anche il profeta Ezechiele viene chiamato, a somiglianza della gloria del Signore, “Figlio dell’uomo”. Stesso titolo dato a Gesù Cristo. Questo titolo peculiare viene usato ripetutamente per tutto il rotolo libro di questo profeta Ezechiele, ed è cabalistico al pari del “rotolo di libro” che la “Gloria” gli fa mangiare. Esso è scritto dentro e fuori, e il suo vero significato è identico a quello dell’Apocalisse. È dolce nella bocca come il miele, perché coscienza ed anima sono già trasformate, ma ancora è amaro e purificatore nel ventre, nelle profondità della carne dove deve discendere risolutrice la spada di Michele. Dopo aver assimilato (mangiato) interiormente il libro celeste, il capitolo decimo si conclude con l’esortazione a fatta a Giovanni di profetizzare a popoli e nazioni.
IL TEMPIO DI DIO E I DUE TESTIMONI

L’undicesimo capitolo descrive l’azione dei Due Testimoni e il suono della Settima Tromba. Il numero undici che individua il capitolo del libro è scritto con due uno 11 che simboleggia 1+1=2 i due Testimoni. Inoltre il numero undici è la somma dei numeri 5 e di 6, rispettivamente del numero dell’uomo, e del numero del macrocosmo, e ne rappresenta l’unione. Il numero undici espresso nella forma 10+1=11 rappresenta l’inizio di un nuovo ciclo. Nel Cristianesimo il numero 11 è quello degli Apostoli rimasti prima della Passione, Morte e Risurrezione di Gesù, e che potrebbe assumere il significato di un imminente evento, cambiamento.
 
Poi mi fu data una canna simile a una verga e mi fu detto: "Alzati e misura il Tempio di Dio e l'Altare e il numero di quelli che vi stanno adorando. Ma l'atrio che è fuori del Tempio, lascialo da parte e non lo misurare, perché è stato dato in balìa dei Gentili (pagani), i quali calpesteranno la Città Santa per quarantadue mesi. Ma farò in modo che i miei Due Testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta giorni” (XI, 1-3).
 
Qui è mostrato l’importanza del peso, l’importanza del misurare. Alzati e misura (XI, 1) è ingiunto a Giovanni, cioè di misurare in posizione eretta, con la spina dorsale diritta come una lancia. La misura è sia quella sull’Uomo Celeste, quella sull’Umanità risvegliata e quella sull’uomo iniziato o risvegliato. Si misura l’uomo eretto, ma non l’uomo dormiente, perché in colui che dorme, lo spirito rinchiuso in una bara di pietra non riesce a comunicare. Questo è il motivo dell’ingiunzione  di non misurare coloro che sono fuori dal Santuario.
 
Poiché Dio Ordinò tutte le cose per numero, misura e peso (Sapienza XI, 21), a Giovanni fu ingiunto di misurare il Tempio e l’Altare (il cuore del Tempio) di Dio con una canna, conosce il modello divino. La canna, i cui spazi fra i nodi rappresentavano i palmi, e sette palmi componevano un cubito, compariva spesso in mano alla divinità.
 
Affinché l’Universo possa manifestarsi in modo intelligibile deve spandersi attraverso la Materia, formando in tal modo la base manifestata dello spazio tridimensionale. Il modello del Tempio è il Cubo, orientato verso i Quattro punti cardinali, che rappresenta la Terra Primordiale. Quanto il Quadrato celeste cade nel mondo delle forme si concretizza, e allora la superficie diviene un volume, il Cubo Perfetto, che sarà descritto nel XXI capitolo. Il Santo dei Santi nel Tempio di Salomone dimora in un cubo perfetto. La Misura del Tempio di Dio si riferisce al corpo di manifestazione dello Spirito, il cosmo, il pianeta Terra, l’Umanità, l’uomo.
 
Il Tempio è il corpo e l’Altare è lo Spirito, che dimora all’interno. Gli altari derivano dalle “Pietre Cubiche” simbolo della divinità manifestata. La pietra quadrata, la pietra sacra, la pietra santificata dall’unzione santa che solo lo Ierofante o l’Iniziato di più alto grado può toccare senza contaminazione e senza sacrilegio. Questa pietra è l’immagine sacra della Terra fecondata dai raggi del Sole; l’Ara Maxima dei latini era sovrastata dal sistema planetario degli antichi dominata dal Sole.
 
Nel tempio di Gerusalemme esistevano diversi altari l’altare per gli olocausti era quadrato e misurava 5x5 cubiti, l’altare per l’incenso un quadrato di 1x1 cubiti ed, infine, una pietra particolarmente sacra, la pietra shethiyah, sulla quale era appoggiata l’Arca dell’Alleanza.
 
La tradizione ebraica racconta che, al momento della Creazione, il Signore Iddio gettò dal Suo Trono una Pietra preziosa nell’Abisso; un’estremità si conficcò nell’abisso e l’altra emerse dal caos. Questa estremità formò un punto che cominciò a estendersi, creando così la distesa al disopra di cui fu stabilito il mondo. Ecco perché questa pietra si chiama shethiyah, che vuol dire pietra fondamento.
 
I Due Testimoni sono teologicamente individuati in Enoch ed Elia, ma essi non operarono insieme, rappresentano qualcos’altro. Essi simbolicamente sono le due colonne di bronzo Jachin o (Vittoria) a destra, e a sinistra Boaz (Forza) poste all’ingresso del Tempio di Re Salomone. Le due colonne di destra Yakin e di sinistra Boaz simboleggiano rispettivamente la Sephiroth seconda Saggezza, Chokmah, e Boaz la terza Sephiroth l’Intelligenza, cioè Binah. Le due colonne sono l’emblema della Polarità simboli della dualità Sole e Luna.
 
Alla fine dell’undicesimo capitolo Giovanni vede nel Tempio l’Arca dell’Alleanza. E poiché nel Tempio di Salomone era custodita l’Arca, il modello del Tempio misurato da Giovanni è dunque quello del Re Salomone edificato sul monte Moria. Il libro delle Cronache afferma che fu re Davide a consegnare il modello del Tempio a Salomone quasi si trattasse di una trasmissione di sapienza iniziatica. Il tempio era composto da tre locali in successione, diviso in tre parti: cortile d’ingresso, l’Ulam, il Tempio o l’Hekal, e la cella cubica il Debir dov’era conservata l’Arca del Patto con il suo contenuto vegliata da Due Cherubini alti 10 cubiti.
 
L’atrio era lungo 10 cubiti, la sala del culto lunga 40 cubiti, il Debir, la camera del Santo dei Santi lunga 20 cubiti. In totale abbiamo 70 cubiti. Il numero 70 era quello degli Anziani a cui Mosè comunicava verbalmente l’Insegnamento. Escludendo l’atrio abbiamo una lunghezza di 60 cubiti, un doppio quadrato di 20+20 per la sala del culto, un quadrato di 20 per il locale del Santo dei Santi, che era anche un perfetto cubo, di lato 20. Tre quadrati uguali in successione, l’Uno che genera il Due, la Diade insieme il divino numero Tre. Il doppio quadrato, l’Hekal, quello della Diade permette la costruzione geometrica con squadra e compasso del segmento aureo Φ.
 
Giovanni scrive che i Due Testimoni sono i due olivi e i due candelabri, al cospetto del Signore della Terra. Dalla loro bocca esce il fuoco che divora i loro nemici, vale a dire che sono  portatori della forza del Fuoco sceso in Terra, con il quale bruciano le scorie della materialità.
 
E questi Due Testimoni testimoniano le due polarità dell’uomo, e poiché stanno di fronte al Signore della terra, il Cristo, lo rappresentano. Nella sesta epoca terrestre, dopo che il Sesto Angelo aveva suonato la Sesta Tromba, l’energie e le forze del Sole e della Luna vengono presentate come i Due Testimoni dell’evoluzione terrestre.
 
E se qualcuno vorrà fare ad essi del male, uscirà dalla loro bocca fuoco che divorerà i loro nemici e chiunque vorrà nuocere loro dovrà perire in tal modo. Essi hanno il potere di chiudere il cielo, perché non piova nel periodo della loro predicazione, come pure hanno il potere di convertire le acque in sangue e di percuotere la Terra con ogni flagello, tante volte quanto vorranno (XI, 5-6).
 
I Due  Profeti sono quelli che dicono dove si deve andare e la profezia è il futuro dell’evoluzione. Questa profezia può venire sperimentata come un tormento da una parte del genere umano che non vuole cambiare modo di vita. Sentirsi dire che bisogna darsi da fare, bisogna agire, bisogna sforzarsi altrimenti si finisce nell’Abisso, tutto questo viene sperimentato dagli uomini come un tormento.
 
In questa immagine i Due Testimoni portatori della forza del Fuoco sceso in Terra, con il quale consuma i loro offensivi nemici hanno due pieni poteri. Il primo potere è quello di chiudere il cielo affinché non piova più; e il secondo potere è la capacità di trasformare l’acqua in sangue. Essi hanno la potenza o la forza di operare sul piano fisico, e chiudere il cielo, tutte le capacità di operare sul piano naturale. Nella seconda l’immagine dell’acqua nel simbolismo misterico oltre a rappresentare la materia fluida, nella suddivisione degli elementi rappresenta l’emotività, nel nostro caso il kama-manas, il desiderio che governa la mente egoistica. L’immagine del sangue rappresenta la vita che è governata dal cuore. Il cuore rappresenta il sole nel corpo umano. La forza vitale utilizza il flusso sanguigno e la forza psichica opera tramite il sistema nervoso.  L’aspetto amore si palesa tramite il cuore, il sistema circolatorio e il sistema nervoso. Siamo nel capitolo undici, e il sangue solare impiega dieci dei suoi anni a circolare, e un anno intero a passare attraverso i suoi atri e i suoi ventricoli, prima di andare nei polmoni e ritornare quindi alle grandi arterie e vene del Sistema. Questo potere consiste nell’affermare che tutto ciò che è kama-manas – acqua – viene trasformato in forze di amore – sangue.
 
E quando poi avranno compiuto la loro testimonianza, la Bestia che sale dall'Abisso farà guerra contro di loro, li vincerà e li ucciderà. I loro cadaveri rimarranno esposti sulla piazza della grande città, che simbolicamente si chiama Sodoma ed Egitto, dove appunto il loro Signore fu crocifisso (XI, 7-8).
 
Questi Due Testimoni conducono per 1260 giorni i seguaci della luce e dell’amore fino a che non si compie in loro il tempo della trasformazione dei corpi, un’iniziazione, un’evoluzione spirituale che si compie a livello planetario su un numero ben definito di uomini.
 
Sodoma è per la tradizione la città della depravazione sessuale, ed Egitto la nazione della schiavitù materiale, Gesù Cristo fu crocifisso dalle oscure forze della materia che trovano alimento nello sfrenato desiderio sessuale e nell’imprigionamento o assenza di libertà.
 
Giovanni all’inizio del capitolo numerato i redenti all’interno del Tempio, obbedisce all’ingiunzione di non misurare l’atrio assegnato ai Gentili o profani, coloro che sono fuori del Tempio dello Spirito e sono in balia della materialità. Questi profani calpesteranno l’atrio, la parte esterna della città santa per 42 mesi, cioè per 6x7 mesi. Nel capitolo tredicesimo, alla Bestia che sale dal mare fu data la possibilità per agire per 42 mesi. Per contro di Due Testimoni porteranno avanti la loro missione per 1260 giorni. Dopo aver misurato, conosciuto il Tempio, e aver precisato che fuori di esso vi sono i profani, attenzione s’incentra sui Due Testimoni, che devono profetare ai coloro che sono fuori del tempio.
 
Si tratta di un testo piuttosto oscuro, prima si misura del Tempio, ma non l’atrio a cui è associato il numero di 42 mesi e lo stesso numero è associato a tempo della Bestia; le due misure di intervalli di tempo, una per i profani e una per i Due Testimoni, uguali ma date in modo diverso, nascondono un segreto: una è la misura dello spazio, l’altra quella del tempo.
 
Ma dopo tre giorni e mezzo “3,5”, un soffio di vita procedente da Dio entrò in essi e si alzarono in piedi, con grande terrore di quelli che stavano a guardarli (XI, 11).
 
L’interpretazione numerica di questi brani è dello scrivente. Vi sono due numeri: 42 mesi e 1260 giorni esteriormente uguali ma esotericamente diversi. In termini velati è detto che vi è un periodo oscuro di 42 o 7x6 mesi dovuto all’azione dei profani, e un periodo luminoso di “tre anni e mezzo” o 1260 giorni, dovuto ai Due Testimoni.
 
La sesta tromba si riferisce ai sesti periodi, a quello di Filadelfia della sesta civiltà della Quinta Generazione, e a quello della Sesta Generazione, entrambi che devono venire.
 
Un tempo di 6x7=42 unità di tempo (mesi) è concesso ai fautori della materialità. La Fenice muore e rinasce sette volte sette 7x7, manca un periodo, il settimo vuol dire che il tempo concesso 6/7 è riferito alle prime Sei Generazioni, è fino al termine della sesta civiltà della Generazione post diluvio, rispetto al totale di 7/7 o di 49 mesi per tutte le Sette Generazioni. La lotta contro la Bestia e i suoi accoliti termina al Sesto Grande periodo o Generazione. Alla sesta diramazione della Razza Atlantidea avvenne il primo grande scontro tra i Figli della Luce e quelli delle Tenebre, con la separazione di quest’ultimi e la loro iniziale caduta nell’Ottava Sfera nel regno della Bestia. Subisce una battuta di arresto anche ai 6/7 della Quinta Generazione, quella di Filadelfia. Il contrasto proseguirà fino alla sesta diramazione o civiltà della Sesta Generazione i 6/7 del ciclo terrestre.                      
      

      
FIGURA 1. I 6/7 DEL TEMPO CONCESSO  
I “Due Testimoni” al termine del loro periodo sono uccisi dalla Bestia dell’Abisso. Giovanni dice che i loro corpi saranno esposti per “tre giorni e mezzo” che in seguito sarà definito come un tempo, due tempi, mezzo tempo, 1+2+1/2=7/2=3,5 la metà di un ciclo settenario.
 
Perché è così importante la metà? Perché ogni evoluzione deve avere una svolta al suo centro. Metà di un ciclo settenario o di sette, allora tre e mezzo dall’inizio fino alla metà, la discesa nella materialità, e tre e mezzo dalla metà fino alla fine, la risalita verso la spiritualità. Questo schema vale tutti i cicli. Il parametro di misura dei tre giorni e mezzo ci dice che ogni evoluzione si svolge in sette tappe.
 
Alla metà del ciclo settenario “3,5” cioè alla metà del ciclo terrestre a metà della Quarta Razza o Generazione atantidea avvenne l’inversione del processo evolutivo, la separazione di ciò che appartiene alla Bestia e ciò che va verso l’alto verso lo spirito. Il ciclo materializzante era terminato e iniziava il ciclo spiritualizzante.
 
Dopo i tre giorni e mezzo, mezzo ciclo settenario (7/2), i Due Testimoni si rizzarono in piedi, la loro morte era solo apparente, poiché i loro corpi non erano entrati in uno stadio di putrefazione. Dopo la morte, alla fine dei tre giorni e mezzo il corpo eterico o vitale si stacca definitivamente dal corpo fisico. Una Razza madre o Generazione dura un settimo del ciclo, cioè sette mesi ciascuno di 30 giorni. Un giorno 1/7x30, un’ora 1/(7x30x24) cioè 1/5040 del tempo concesso a una Generazione. Il numero 5040 appare come numero di case nel libro Sepher Yetzirah. Inoltre tre ore e mezza sono 3,5/5040=1/1440 del tempo concesso a una Generazione, ritroviamo in questo calcolo il numero 144 rapportato agli Eletti segnati da Dio.
 
Giovanni narra anche un antico processo d’iniziazione. Chi doveva essere iniziato veniva deposto in una bara a forma di sarcofago così che il suo corpo ondeggiasse in una situazione intermedia fra la morte e la vita, e potesse di nuovo riavere lo spirito dopo tre giorni e mezzo. Per lo stesso motivo era stato necessario che Lazzaro, iniziato dal Cristo stesso, rimanesse tre giorni e mezzo nella tomba. Per questo motivo tutte le iniziazioni, dove si celebravano i Misteri, venivano compiute nell’arco di tre giorni e mezzo, al termine del quale l’iniziato risorgeva a nuova vita e saliva al cielo, Giovanni aggiunge in una nube. La Nube era considerata da S. Paolo (I Lettera ai Corinzi, 10) e nei Libri ebraici dell’Esodo (cap. IX) e dei Numeri (XIV) come simbolo di protezione.
 
E per gli abitanti della città vi fu un terremoto e la decima parte delle persone 1/10, morì, cioè la loro evoluzione arrestata, perché ancora troppo imperfetta, grossolana. Giovanni specifica che morirono 7000 persone, su una città di 70.000 abitanti, nuovamente il riferimento al numero sette e al suo multiplo 7x10=70, il numero di nazioni della tavola etnografica del Genesi, i 70 anziani di Mosè. Ogni Maestro ha gruppi di 70 discepoli, come fece Gesù Cristo, che vanno in coppia, cioè due a due.  
LA SETTIMA TROMBA

Ed il Settimo Angelo suonò la tromba; e divennero grandi voci nel cielo dicendo: “Il regno del cosmo è divenuto del Signore nostro e del suo Cristo, e regnerà nelle ere degli eoni”… Ed i popoli montarono in ira, ed è giunta la tua ira, ed il momento opportuno di giudicare i morti, e donare la ricompensa ai tuoi servi… E si aprì il Tempio di Iddio, quello nel cielo, ed apparve nel suo Tempio l’Arca della sua Alleanza; e divennero fulmini, e voci, e tuoni, e sisma e grande grandinata (XI, 15-19).
 
L’undicesimo capitolo si chiude con Giovanni ci dice che dopo lo squillo della sesta tromba l’evoluzione dell’uomo è all’epilogo, con la settima civiltà, e che la tromba suonata da Settimo Angelo è ormai prossima a suonare e quando essa avrà suonato, si sarà compiuto il Mistero di Dio, ossia tutto sarà compiuto, tutto sarà manifesto finalmente all’uomo, tutto gli sarà rivelato; quanto è stato a lui nascosto dal mistero si aprirà finalmente ai suoi occhi così come fu reso chiaro e percepibile da tempo ai profeti servi del Signore. La carne vuole dire la sua, ma la sua voce troverà ora il frutto delle Trombe divine. Ciò che prima era sigillato viene disigillato, ciò che gli occhi hanno visto risuona nell’orecchio spirituale aperto come una rivelazione dal mondo esterno, come attraverso una tromba. L’Apocalisse rappresenta questo ulteriore svelamento dei segreti mediante le trombe degli angeli.
 
Ci furono voci, possenti voci, il che significa che non si tratta di parole piccole, ma di parole grandiose che rappresentano il senso dei mondi e dell’evoluzione. “Il regno del cosmo intendesi mondo celeste, è divenuto del Signore nostro e del suo Cristo, e regnerà nelle ere degli eoni”. Qui il Signore è il Padre Celeste riconosciuto quale grande Signore del Mondo dell’eternità. Quindi gli uomini riconoscono questo duplice agire: quello del Padre celeste, il sistema solare con tutti i pianeti che ruotano attorno al Sole, e ambito del Figlio, il Christos, sul pianeta Terra. Non si tratta soltanto di un dominio, di un regno del Padre, ma anche del Figlio che è diventato Signore: il Figlio in ogni uomo, perché il Figlio di Dio è l’umanità cristificata, è l’uomo compenetrato dal Cristo. Significa che l’uomo, l’intera umanità è chiamata in Cristo a regnare assieme al Dio Padre, al regno.
 
Al settimo gradino non c’è qual­cosa di totalmente nuovo; il sette è l’insieme di tutto ciò che va da uno a sei, quindi è il bilanciamento, l’armonizzazione del tutto.
 
Allora i ventiquattro Anziani, seduti sui loro troni davanti a Dio, caddero faccia a terra e pregarono Dio. Quando i Quattro Animali attorno al Trono ognuno con sei ali 4x6=24, entrano in azione, cioè quando l’uomo scopre la sua relazione con la divinità, le 24 guide delle 24 ore del giorno e della notte del grande giorno cosmico cadono di fronte al suo volto. I 24 Vegliardi oltre a rappresentare unità di tempo rappresentano gradini dell’evoluzione 2x12 due volte dodici, sono gli impulsi dell’evoluzione sperimentati uno dopo l’altro, e che ora stanno insieme.
 
E (i 24 Anziani) dicevano: noi ti ringraziamo, Signore Dio Onnipotente, che sei e che eri, perché hai messo mano alla tua grande potenza e hai instaurato il tuo regno (XI, 17)!
 
Gli Anziani intorno al Trono ringraziano per la grazia che rende gli uomini capaci di libertà. La chiamata a costruire assieme la storia dell’umanità, il regno di Dio sulla Terra.
 
E i popoli diventarono irati, ma è giunta l'ora della tua ira, il tempo di giudicare i morti, di dare la ricompensa ai tuoi servi, ai profeti e ai santi e a quanti temono il tuo nome, piccoli e grandi, e di annientare coloro che distruggono la terra (XI, 18). Ecco comparire l’ira divina il cui significato sarà chiarito nel commento del capitolo XV dedicato ai sette angeli che versano le sette coppe dell’ira di Dio.
 
E si aprì il Tempio di Dio nel cielo, e apparve l’Arca dell’Alleanza (XI, 19) quella di Mosè. Il Tempio era il luogo di protezione dell’Arca dell’Alleanza. Cosa significa la comparsa dell’Arca per la nostra epoca? La Terra da sotto trema, il terremoto, e la grandine che  viene interpretata da Steiner, per quanto riguarda l’Apocalisse specialmente riferendola a quel che appare in cielo, con le meteoriti, con le comete. Ma la grandine di cui si parla qui sono forze cosmiche che con la diffusione del ferro meteorico portano sulla Terra forze spirituali, forze elementari che sono necessarie per l’evoluzione dell’uomo. Ma queste meteoriti debbono apparire più volte. Secondo la leggenda tibetana, un Cavallo Alato, al galoppo attraverso l’universo, ha portato sulla Terra un cofanetto con i quattro oggetti sacri, tra i quali vi era la pietra Chintamani. Nel Buddismo si dice che Chintamani sia una delle quattro reliquie cadute in uno scrigno dal cielo. La leggenda afferma che la Pietra, un meteorite, entrò in collisione con la superficie terrestre molti milioni di anni fa.
 
L’Arca con i suoi immensi poteri custodita nel Tempio di Salomone e in seguito occultata riapparirà accompagnata da fulmini, tuoni, terremoti e meteoriti? Con la settima tromba, la nostra unione con il divino è ormai sancita, e siamo così pronti, a ristabilire l’Alleanza tra Dio e l’umanità, che si concluderà nella Nuova Gerusalemme.
 
Anche se non appare nello schema del libro ad ogni chiesa o civiltà corrisponde un sigillo, un suono di una tromba, e una coppa dell’ira, è questa la chiave di lettura e di interpretazione. Pertanto anche se dopo la settima tromba Giovanni introduce la Donna Celeste e il Drago suo nemico, questo avvenimento non è successivo alla settima tromba.
LA DONNA VESTITA DI SOLE
 
Nel capitolo XII è narrata l’apparizione della Donna vestita di Sole con la Luna ai suoi piedi che partorisce il Figlio divino, il Cristo, e l’attacco del Drago Rosso.
 
Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di Sole, con la Luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era in cinta e gridava nelle doglie tormentose del parto (XII, 1).
 
Un grande segno, una grande apparizione, divenne visibile non nel mondo terrestre, ma in cielo, nel mondo spirituale. Appare la Donna vestita di Sole con le forze cosmiche che il Logos ha messo a sua disposizione: le dodici stelle o forze dello Zodiaco. La Donna porta in sé il Sole (la Luce del Logos) e la Luna (il potere della generazione) ai suoi piedi, cioè il potere cosmico elettromagnetico: positivo negativo.
 
La Donna, nella cosmogonia, è in relazione con la “Materia”, il Mare della materia cosmica, per tale motivo è detta “Vergine del Mare”. Il simbolo della Dea Vergine Madre in passato era il Pesce, rappresentazione grafica del ventre femminile. Una delle figure più importanti della geometria sacra è la Vesica Piscis, conosciuta anche come mandorla. Il Pesce vive nell’acqua, simbolo dell’elemento primordiale, ma le acque sono anche il simbolo della Sapienza e degli Insegnamenti segreti. La Donna è in cinta  pronta a partorire un Figlio Maschio, il primo significato che sorge alla mente è quello del Christos, il Messia che molto spesso è indicato come il Pesce. I primi cristiani, nei loro Misteri sacri, chiamavano sé stessi “pisciculi” (piccoli pesci) e si ritenevano tutti pesci cresciuti nell’acqua e salvati da un grande Pesce. S. Agostino dice di Gesù: “Egli è un pesce che vive fra le acque”. Il secondo significato quello nascosto è che il Figlio indichi l’intera umanità, i piccoli pesci. La volontà sovrana è rappresentata dal simbolo della Donna che schiaccia la testa del Serpente, e con l’Angelo risplendente che abbatte il Drago tenendolo sotto il suo piede e sotto la sua lancia.
 

FIGURA 1. LA VERGINE E IL PESCE
 
Con l’immagine della Donna in cinta pronta a partorire il Figlio della Luce è descritta la nascita Cristo Sole, nel periodo più buio al solstizio invernale cosmico. La nascita come entità macrocosmica e fratello maggiore dell’umanità è quella del Cristo, e come entità microcosmica quella dell’umanità anch’essa in procinto di nascere nella Luce. Non si tratta qui dell’uomo fatto di fango delle prime due Generazioni, ma quella dell’umanità provvista del principio cristico. Siamo alla Terza Generazione: E Adamo … generò un figlio a sua somiglianza, secondo la sua immagine, e gli diede il nome di Seth. Per alludere alla Terza Generazione i compilatori del Genesi fecero apparire il terzo figlio di Adamo dopo Abele e Caino è Seth, il vero “Progenitore” dei primi uomini della Terza Razza. Nel Libro del Genesi, a Seth, il primo Uomo generato sessualmente dopo la caduta (la Terza Generazione), nacque un figlio, che egli chiamò Enos, chiamato il Figlio dell’Uomo, rappresenta la Quarta Generazione, quella che precedette il Diluvio di Noè.
 
L’intera Apocalisse è costruita sulla legge evolutiva del tempo. La caduta verso la materia parte dallo stadio della Prima Generazione, prosegue con la Seconda, con la Terza per raggiungere la massima materialità nel punto di mezzo della Quarta, per poi risalire sull’arco evolutivo la Quinta, la Sesta e la Settima.  La svolta innesta anche un processo di rispecchiamento Nel processo di rispecchiamento vi è una corrispondenza tra le Razze Madri o Generazioni, la Quinta con la Terza, la Sesta con la Seconda sull’arco evolutivo.
 
FIGURA 2. LA METÀ DI UN CICLO SETTENARIO
 
       
LA GUERRA DELL’ARCANGELO MICHELE CONTRO IL DRAGO

Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme Drago Rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette corone; la sua coda trascinava un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra (XII, 2-3).
 
Apparve un enorme Drago Rosso con sette teste, ma la parola greca rosso πνρρός  vuol dire infuocato. È un Drago di fuoco. Sette teste coronate, che rappresentano Sette gradi di Materia, Sette Generazioni di uomini. Poiché la corona esprime il potere di comandare, di gestire gli uomini, le sette corone sono le sette forze che esprimono il potere di dominare l’uomo. A cosa si riferiscono le Dieci corna del Drago? Dieci è il numero che chiude il ciclo scandito da quattro tempi: lo Yuga indù è formato con quattro periodi di tempo decrescenti 4+3+2+1=10. Il corno è simbolo di sovranità, e di forza fisica, mentre il numero riferito alle corna è dieci, e si riferisce alla dualità del creato due volte cinque. Per quanto riguarda l’uomo terrestre, quello fisico, le dieci corna sono anche un’allusione alla sua struttura fisica. Una prima allusione  è la similitudine corno-dito: 10 dita delle mani e 10 dei piedi. Il Pitagorico Filolao diceva che il 10 è responsabile di tutte le cose, fondamento e guida sia della vita celeste, sia di quella umana.
 
Le corna le ritroviamo anche nella figura dell’Agnello, ma solo in numero di sette, per indicare le Sette Generazioni di uomini: «Ed io vidi fra il Trono e le Quattro figure e in mezzo agli Anziani un Agnello come scannato; aveva sette corna e sette occhi» (V, 6).
 
Un terzo delle stelle del cielo (Angeli) precipitò in terra. Essi furono condannati a soffrirne nelle nascite future, furono colpiti dalla punizione karmica. La causa, che non poteva creare altro che cattivi risultati, era stata generata. Nel regno umano, coesistono l’animale e il divino e le due correnti entrano in contrasto fra loro e nasce la cosiddetta lotta fra le forze del Male inerenti alla Materia, e quelle del Bene del Divino. Platone a riguardo del male diceva che: “Nella materia esiste una forza cieca e inerte che si oppone alla Volontà del grande Artefice”.
 
La Kabala insegna che l’Orgoglio e la Presunzione di entità angeliche sono le due cause che tolsero al Cielo un terzo dei suoi divini abitanti, misticamente, e un terzo delle stelle – astronomicamente; in altre parole, la prima dichiarazione è un’allegoria, la seconda un fatto. Questa fu la leggendaria “Guerra in Cielo” provocata dalla ribellione degli Angeli. Il Male è il risultato della Creazione. Poiché la Creazione è il risultato della proiezione dello Spirito nella Materia, e con questa proiezione venne il primo germe del male. Il male è l’effetto della materializzazione dello Spirito. Questo è un grande mistero.
 
Il Drago si pose davanti alla Donna, che stava per partorire, in modo da divorare il Bambino appena lo avesse partorito. Essa partorì un Figlio Maschio, destinato a governare tutti i popoli con scettro di ferro, e suo Figlio fu rapito verso Dio e verso il suo Trono (XII, 4-5).
 
La Donna è in cinta e pronta a partorire il Figlio della Luce, il Cristo. La decisione per la discesa nella manifestazione del Cristo è stata presa. Il Figlio, il Cristo, destinato a governare tutti i popoli con scettro di ferro, la traduzione letterale è pascolare anziché governare, l’interpretazione è che Egli sia il Buon Pastore, ma con un bastone di ferro. Il ferro nel senso che è il fondamento del volere, volontà di ferro, per il movimento dell’uomo. L’uomo ha sempre collegato la volontà col ferro, perché il ferro è immagine di forza. Questa è la verga di ferro, che poi diventa spada nelle mani di Michele.
 
Il corpo di Cristo è luminoso, glorioso, non ancora fisico, perché altrimenti non potrebbe stare al cospetto del Trono di Dio. L’Avversario, il Drago Rosso per impedire un tale evento si piazza davanti alla donna pronto ad annichilire il neonato. Cristo, come entità macrocosmica successivamente incarnata in un corpo fisico, quello di Gesù di Nazareth, occupa un posto assolutamente centrale ed eccezionale in questa evoluzione cosmica, poiché segna il punto di partenza di una spiritualizzazione del mondo.
 
Vi fu nel cielo una ribellione contro la Donna che stava per partorire un Figlio del Cielo. Perché un terzo degli angeli, un terzo delle stelle, al comando del Dragone Rosso, si ribellò? Fu una ribellione contro il piano evolutivo del Logos, essi erano troppo perfetti per dimorare in uomini primitivi. Un Antico Commentario alla Dottrina Misterica recita così: “Così prevalsero fin dal princìpio i sentimenti egoistici anche fra gli Dèi, ed essi caddero sotto l’occhio dei Lipika karmici”. I Lipika sono gli scriba celesti, sono gli Agenti del Karma, la legge di causa ed effetto, li troviamo anche nella religione egizia come i Quaranta Assessori che nell'Amenti accusano l'anima del morto davanti ad Osiride.
 
E vi fu battaglia in cielo; Michele e i suoi Angeli combatterono il Drago, e il Drago combatté con i suoi Angeli, ma non prevalse; ed essi non ebbero più il loro posto in cielo. Il grande Drago, il Serpente Antico, colui che chiamiamo il Diavolo e Satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi Angeli (XII, 7-9).
 
Avvenne una battaglia indicata nel testo greco πόλεμος una lotta. La lotta richiama un’opposizione tra due forze con finalità diverse. Per tre volte c’è il termine “combattere”, mettersi alla prova, contrapporsi di due forze opposte quale legge fondamentale dell’evoluzione. Vi furono battaglie in cielo ancor prima che sulla terra apparisse il genere umano. La lotta di Michele col drago è l’immagine antichissima, del fenomeno primordiale dell’evoluzione nel tempo, della contrapposizione fra la forza evolutiva e la forza inerziale. Guerre combattute fra le stelle e le costellazioni, fra le lune ed i pianeti. La guerra  narrata da Giovanni si riferisce ai primordi del genere umano, quando fu provvisto del principio pensante. L’uomo dei primordi nel passaggio dalla condizione di torpore e incoscienza alla condizione di essere dotato di mente e volontà, fu dotato di una scintilla divina, un Angelo del Sole, simbolicamente una stella del cielo. Siamo agli inizi dell’evoluzione sul pianeta Terra, quello che nell’evoluzione settenaria è “T4” il quarto globo. I due combattenti sono Michele e il Drago, qui la Cosmogenesi si trasforma in  Antropogenesi.
 
L’Arcangelo Michele è esotericamente uno dei Sette arcangeli che a metà della Terza Generazione diede origine alla forma fisica umana. Michele è il creatore della forma umana che soggiace alla nascita, cioè alla sessualità, e infine alla morte. E per il fatto che l’uomo è entrato nel ciclo di nascita e morte, e Michele, l’angelo della forma, gli ha dato questo aspetto, la legge della polarità ha fatto sì che dall’altra parte comparisse l’avversario di Michele, che agisce sempre nel corso dell’evoluzione e che nell’esoterismo cristiano viene chiamato il Drago o il Serpente. Michele è il Capo delle Legioni Celesti, il Dio della guerra (Marte), equivalente a Kârttikeya che nei poemi epici indù come il Râmâyana e il Mahabharata e viene recitata la sua storia. Nell’antica tradizione indiana le Krittika le nutrici di Kârttikeya, cioè le Pleiadi, erano chiamate “le stelle del Fuoco”, e sono raffigurate da una fiamma o da una spada.
 
Michele fu chiamato dai cabalisti e dagli gnostici “il Salvatore”, l’Angelo del Sole, e Angelo della Luce (ביבאל probabilmente, da יבח, manifestare, e אל, Dio). Egli era il primo degli Eoni ed è noto agli studiosi di antichità come o “l’Angelo sconosciuto” rappresentato sugli amuleti gnostici. L’autore dell’Apocalisse, se non un cabalista ebraico, deve essere stato uno gnostico, in ogni caso un iniziato ai sacri misteri di Dio.
 
Michele era incaricato di combattere il Drago, e lo stesso avvenne a Kârttikeya indù, e nelle stesse circostanze. Entrambi sono “Condottieri della Legione Celeste”, entrambi “Capi dei Santi”, “Portatori di lancia” (Shakti-dhara). L'immagine classica di Michele lo raffigura in battaglia con un Drago e lo mostra in piedi sul Drago e lo trafigge in bocca. Un modo di interpretare questo potrebbe essere dire che ciò che Michele sta facendo ci mostra come penetrare il drago del materialismo con visione e intuizione spirituali, in modo che lo spirito avvolto nella materia possa essere rilasciato.
 
L'Arcangelo Michele che sconfigge il Drago è conosciuto anche come "Genio del Sole", "Angelo del Fuoco", Angelo della Luce, potenza di Dio fra le più luminose. Le legioni del Drago furono precipitate sulla terra cioè gettati nel mondo fisico. Gli angeli comandati dal Drago Rosso cacciati sulla terra conoscono i segreti della materia dell’Albero della Conoscenza. Nelle iconografie orientali e occidentali, Michele viene raffigurato in due ruoli particolari:
 
  1. Come un Arcangelo combattente, con la spada o la lancia nella mano, ricoperto da corazza, bellissimo e fulgido di luce, vincitore contro il Male strisciante ai suoi piedi nelle sembianze di serpente o drago. Vedi anche Libro del profeta Daniele.
  2. Come un Arcangelo che porta in mano una bilancia per pesare le anime, quale Guida delle anime al momento del trapasso, in quanto Egli è al nostro fianco nel Giorno del Giudizio.
   

FIGURA 1. I PUNTI CRITICI DEL CICLO
Ma (gli Angeli ribelli) non vinsero e il loro luogo non ebbe più posto in cielo. Non fu trovato un posto per il Drago e per i suoi Angeli in cielo. E il Grande Drago fu gettato sulla Terra e con lui furono gettati i suoi Angeli (XII, 8-9).
 
Quando il Dragone si vide precipitato sulla terra, si mise a perseguitare la Donna che aveva partorito il Figlio maschio (XII, 13). Inizia la lotta del Drago Rosso contro la Donna e la sua discendenza spirituale. Ma furono date alla Donna le due ali della grande aquila, perché volasse nel deserto verso il proprio rifugio dove viene nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo, lontano dalla vita del Serpente (XII, 14).
 
La Donna riceve ora le due ali della grande aquila, uccello che ha il dominio assoluto dell’aria incarna la potenza cosmica. Questo simbolo è uno dei più antichi, ed era consacrato al Sole, detto anche “uccello di fuoco”, per la sua capacità di sfidare il Sole guardandolo senza bruciarsi e assimilando la potenza dai suoi raggi. Nutrendosi di serpenti incarna idealmente il trionfo del bene sul male. La Donna che era in cielo trova rifugio nel deserto, cioè sulla terra.
 
Quando accadde questo evento? Non è detto quanto dura la guerra in cielo, è però detto in modo misterico che la Donna doveva essere nutrita per un tempo, due tempi e un mezzo tempo (XII, 14). L’espressione “Un tempo, due tempi, la metà di un tempo” cioè 1+2+1/2=3,5, si ritrova anche in Daniele (7, 25). Tre anni e mezzo sono la metà di un ciclo settenario, cioè di sette misterici anni. I corpi dei “Due Testimoni” uccisi dalla Bestia che sale dall’Abisso saranno esposti per “tre giorni e mezzo” cioè per un tempo, due tempi, mezzo tempo, 1+2+1/2=7/2=3,5, mezzo ciclo settenario.
 
Nel ciclo settenario della terra e dei suoi abitanti doveva essere trascorso metà ciclo cioè il racconto è riferito al punto di mezzo della Quarta Generazione, era dunque passato un settimo di periodo da metà della Terza Generazione a metà della Quarta.
 
L’evoluzione naturale per un cosmo, un pianeta, un’umanità, un uomo, ha una svolta nel suo punto centrale, e questo vale per ogni processo evolutivo. Il punto più basso dell’evoluzione è raggiunto a metà ciclo nel caso delle Generazioni di uomini a metà della Quarta generazione o atlantidea, e da quel momento il processo s’inverte fino all’inizio di un altro grande ciclo. La svolta causa la lotta planetaria tra le forze spirituali e quelle materializzanti che agivano nel semiciclo discendente nella materialità fino al punto di inversione situato a metà del ciclo.
 
Giovanni scrive due periodi apparentemente uguali ma in due modi diversi 3,5 anni e tempi, e 1260 giorni, per alludere a due avvenimenti. E la donna fuggì nel deserto, dove per lei c’era un luogo preparato da Dio, affinché vi fosse nutrita per 1260 giorni (XII, 6). Farò in modo che i miei Due Testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta giorni (XI, 3). In due capitoli successivi XI e XII abbiamo il riferimento ai 1260 giorni. Il numero si 1260 giorni è uguale a 42=6x7 mesi di 30 giorni e come, ho già spiegato indica un tempo di 6/7 di un ciclo settenario.
 
  • Il numero un tempo due tempi e mezzo tempo cioè 3,5 è riferito alla meta di un ciclo settenario e indica il momento dell’inversione del ciclo. Dopo l’attacco del Drago Infuocato la Donna Celeste scese sulla terra, nel deserto, un luogo di attesa, per restare tre tempi e mezzo, dell’intero ciclo delle Sette Generazioni.
  • Per 1260 giorni la Donna fu nutrita, cioè per 42 mesi che si riferiscono ai sei settimi del ciclo 6/7, in altri termini alla sesta civiltà di una Generazione, a cominciare dalla Quarta e per terminare alla Sesta. Due Testimoni compiono profetizzano per 1260 giorni, cioè per i 6/7 di un ciclo razziale.
 
Il primo scontro o guerra è avvenuto nei cieli o nei mondi superiori, il secondo scontro tra le forze materializzanti e quelle spiritualizzanti riferito alla Quarta Generazione o atlantidea è avvenuto nel mondo fisico denso ed è stato narrato nel Mahâbhârata e nel Râmâyana dove i guerrieri dei due schieramenti si avvalgono di armi di altissimo livello tecnologico e combattono utilizzando dei Vimâna cioè macchine o che viaggiano nello spazio, dotate di armi micidiali, quelle modernamente chiamate Ufo. Vi fu una grande battaglia in cielo Michele e le sue legioni celesti combatterono nello spazio contro il demone (Dragone) Râvana e sue oscure legioni celesti. Questa fu la grande battaglia tra il Bene ed il Male, per la supremazia delle forze divine sui poteri inferiori, terrestri o cosmici. Ebbe luogo la grande guerra tra i tenebrosi Signori della Forma e i luminosi Signori dell’Essere, cioè tra le Forze della Materia e la Grande Loggia Bianca.
 
Il Râmayâna, è la narrazione mistica in forma epica della lotta tra Râma - il primo re della Dinastia Divina degli Ariani primitivi, all’inizio della Quinta Generazione - e il demoniaco Râvana, la personificazione simbolica della Razza Atlantidea (Lankâ) dedita alla conoscenza o magia oscura. Il potere di questi giganti, sia nell’intelletto che nel corpo, proveniva direttamente dalla scoperta dei tremendi poteri di alcune delle forze più sottili della natura – aspetti del fuoco creativo. Poiché avevano carpito questi segreti tramite la “magia nera” proibita alla razza umana, il mito narra che “avevano rubato il fuoco creativo”. Questo fuoco l’hanno modellato in una massa dal debole luccichio. Vale a dire che usarono il fuoco creativo rubato per materializzare le forze spirituali e, tramite questo processo, portarono a termine le loro oscure ambizioni sull’umanità all’epoca della Quarta generazione, del capitolo sesto del libro della Genesi. Il Drago è rosso come il fuoco. Il Drago rosso, con sette teste e sette diademi possiamo immaginarlo nei mondi materiali come una settuplice flotta di navi stellari ed altrettanto per le armate celesti di Michele. Questo scontro avvenne alla sesta civiltà atlantidea ai suoi 6/7 del ciclo atlantiano.
 
È scritto che lo scontro tra le forze del bene e quelle del male avverrebbe alla fine del tempo, ma esistono vari modi per definire la fine di un tempo o di un ciclo. Poiché l’Agnello dell’Apocalisse di Giovanni con sette occhi e sette corna è il Cristo, allora è bene comprendere le ultime parole del Cristo agli apostoli: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell’età (o ciclo) presente” (Matteo, 28, 20). La parola significativa è “fine”. Il vocabolo usato è il greco “sun-teleia” che indica la fine di un periodo, dopo il quale ne inizia immediatamente un altro (dunque la fine di un ciclo). L’ultima fine è indicata con la parola greca télos. In Matteo (24, 6) “ma la fine non è ancora”, è usata la parola télos, per significare “non si è ancora giunti alla fine del primo periodo”.
 
Prima del Giudizio Finale ci saranno altri Giorni minori del Giudizio, uno si è verificato durante la sesta diramazione Quarta Generazione, e ora un altro scontro si deve verificare con la sesta diramazione della Quinta Generazione, poi ci sarà un altro scontro finale con la sesta diramazione della Sesta Generazione o Razza Madre. Questi guerre o Jihad, avvengono in ogni Generazione, sono iniziati al tempo della Quarta, l’atlantidea nella quale i malvagi trovarono la morte nelle acque del Diluvio che spazzò dalla faccia della terra centinaia di migliaia di esseri umani, e continueranno fino alla fine del ciclo.
 
Michele oltre alla guerra cosmica vede svolgersi il più grande evento nella storia della Terra: la preparazione della discesa di Cristo sulla Terra. Preparazione perché il Figlio fu portato presso il Trono celeste. Michele è “uno con Dio”, o il suo “Doppio” per gli scopi terreni. Michele e i suoi angeli travolgono il Drago Rosso e i suoi angeli oscuri: “E il Grande Drago fu abbattuto, chiamato Diavolo e Satana, che ingannò il mondo intero”.
 
La legge del tempo ciclico è governata dal numero sette cicli minori entro cicli maggiori. Di questi cicli minori s’interessò Johannes Trithemius (1462-1513), abate benedettino dotato di spirito profetico. Tritemio rivelò che la storia è ciclica in quanto formata dal continuo ripetersi di sette epoche, ciascuna retta da un arcangelo per una durata di 354 anni, questo numero è uguale ai giorni di un anno lunare, giorni che per l’abate s’intendono anni solari. Uno di questi cicli minori di 354 anni  è indicato da Rudolf Steiner (che cita la visione dell’abate Tritemio) dice che dal 1879 era iniziata per il pianeta Terra “l'epoca dell’Arcangelo Michele”, e dice inoltre che contemporaneamente Ahriman quale spirito di menzogna, errore e corruzione, negli anni a seguire e in particolar modo nel XX secolo metterà in atto un disegno per intrappolare l’umanità in un mondo puramente fisico, in una serie di sottili seduzioni intellettuali collocate ai confini del materialismo scientifico. Michele è dunque alla guida dell'umanità nel periodo attuale e ci resterà per altri duecento anni.
 
Rudolf Steiner nella Caduta degli spiriti spiega che il Drago Rosso da lui individuato con Ahriman dal 1879, la data dell’inizio dell’epoca di Michele, ha iniziato un nuovo periodo di scontro, tentando di impadronirsi del pensiero dell’uomo, per farne la sua roccaforte e ridurre tutta la vita spirituale, tutta la ricchezza della coscienza a esclusiva vita intellettuale, e puro materialismo. Con il XIX secolo inizia l’ascesa il materialismo scientifico, che sta toccando le vette in questo XXI secolo. L’opera di Ahriman e della sua Loggia Nera si adoperano per creare e “mantenere in essere” un mondo materialistico con l’importanza che esso dà alle forme e al denaro.
 
Secondo Steiner dal 1879, l’arcangelo Michele ha abbandonato l’elevata sede spirituale per stare vicino all’umanità aiutandola a contrastare l’egoismo materialistico. Questa entità celeste ha da sempre sostenuto l’uomo, aiutandolo a sviluppare l’intelligenza, a vincere con la forza del pensiero spirituale il sopravvento del male. Michele stimola il pensiero spirituale, in modo che guidi il pensiero della personalità, che se lasciato solo è portato verso il tornaconto materiale ed egoistico.
 
L’opera evolutiva di Michele è quella di aiutare l’umanità a realizzare “il sentiero” che concilia anima e personalità, spirito e materia. Poiché Michele ha già sconfitto il Drago in Cielo precipitato in terra per continuare la sua nefasta opera con i suoi accoliti "i Draghi in terra", il Portatore di Lancia  si appresta a regolare i conti anche con i draghi in terra che portano terrore e distruzione tra gli uomini. La lancia di Michele trapasserà il cranio dei Draghi al servizio del Grande Drago, inchiodandoli a terra, rispedendoli nelle tenebre. Chi ha occhi e orecchie aperte intenda.
 
In Satana ci imbattiamo in un’altissima entità che percorre altre strade (il male cosmico) di quelle che possono venire percorse sulla Terra. Ahriman o Satana è un’entità legata al male cosmico, perché è rimasto ancorato alla fase cosmica precedente, quella del Sole Antico.
 
Allora il Serpente vomitò dalla sua bocca un fiume di acqua gettandola contro la donna per sommergerla; ma ad essa venne in soccorso la terra che aprì la sua bocca ed assorbì il fiume che il Dragone aveva emesso dalla sua bocca. Allora questo s’adirò maggiormente contro la Donna e si mise a far guerra contro i rimanenti della sua discendenza di lei, quelli che osservano i comandamenti di Dio e posseggono la testimonianza di Gesù. Si pose sulla spiaggia del mare (XII, 15-18).
 
Quando il Drago sconfitto si vide precipitato sulla terra, si avventò infuriato contro la Donna che aveva partorito il Figlio maschio, il Cristo, muovendo guerra contro la sua discendenza, cioè contro gli uomini giusti e spirituali. La guerra non è dunque finita. Il Dragone ormai può operare solo sulla terra (corpo fisico) e sull’acqua (corpo emozionale ove hanno sede i sentimenti e le emozioni).
 
Il  flusso o corrente d’acqua vomitata dal Drago rappresenta l’intellettualismo materialistico della scienza naturale. Il Drago è la negazione dello spirito, e quella negazione dello spirito vuole annegare l’anima spirituale. Il getto d’acqua vomitato dal Drago rappresenta anche le basse energie vitali, emozionali e mentali del mondo materiale ma la donna rimane immune poiché l’acqua viene attratta dalla sabbia del deserto su cui riposa la Donna, ossia la terra che assorbe ed assimila l’acqua. Il Dragone, nulla avendo potuto contro la Donna, è spinto allora a volgersi verso la stirpe di lei i risvegliati nello spirito. Il Dragone allora “Si pose sulla spiaggia del mare” in attesa della Bestia che saliva dalle profondità del mare, dall’Abisso dell’oceano.
LA BESTIA CHE SALE DAL MARE
 
Vidi salire dal Mare una Bestia che aveva dieci corna e sette teste, sulle corna dieci diademi e su ciascuna testa un titolo blasfemo. La Bestia che io vidi era simile a una pantera, con le zampe come quelle di un orso e la bocca come quella di un leone. Il Drago le diede la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande. Una delle sue teste sembrò colpita a morte, ma la sua piaga mortale fu guarita (XIII, 1-3).
 
Dopo che il Drago rosso sconfitto in cielo da Michele è precipitato in terra con i suoi angeli continuò la guerra sulla terra. Questi eventi sono riferiti alla Quarta Generazione Atlantidea maledetta per le sue iniquità dalla divinità e che fu distrutta dall’Acqua del Diluvio al suo sesto periodo. Il “Drago” della visione di Giovanni è Poseidone-Nettuno, che regna abissi del mare. Nettuno è il simbolo della Magia nera atlantiana.
 
Il Dragone si fermò, cioè attese il tempo opportuno sulla riva del mare. Ed ecco salire dagli abissi del mare dove era stata sprofondata la razza iniqua del sesto capitolo della Genesi, una Bestia anch’essa provvista di sette teste che rappresenta la parte malefica delle sette sottorazze che componevano la Quarta Razza Madre o Generazione. Questa Bestia sale dal mare delle oscure passioni e desideri, come salirono dal mare i continenti dopo l’inabissamento di Atlantide. Il tempo è quello della Quinta Generazione.
 
Il Drago Rosso è rappresentato con sette teste e dieci corna e sulle teste sette corone. La Bestia del Mare ha anch’essa sette teste e dieci corna, e sulle corna dieci diademi. Tre teste sono provviste di una coppia di corna 3x2=6, le altre 4 teste hanno solo un corno: 6+4=10. L’Agnello, il Figlio, che prende nutrimento dal Padre e manifesta lo Spirito ha sette corna e sette occhi (V, 5-6). Teste corna e diademi sono simboli. Poseidone divise l’Atlantide tra i suoi dieci figli. I dieci diademi o corone ricordano i dieci re di Atlantide del racconto di Platone. L’interpretazione probabile è che dieci uomini ricchissimi e potenti cercheranno di prendere il potere assoluto sulla terra.
 
Il Drago diede alla Bestia la sua forza, il suo trono e la sua potestà grande. Le potenze oscure ringalluzzite degli stregoni atlantidei ritornano occupando posti di potere politico, finanziario e militare per dare nuovamente battaglia. Sulle teste portano nomi blasfemi. Blasfemìa la parola in greco vuol dire: nuocere, danneggiare, recare danno, rendere interiormente malata l’umanità.
 
La figura della Bestia è descritta come una sintesi delle quattro Bestie della prima visione di Daniele, anch’esse emergenti dal mare. “Le prime tre erano un leone, un orso e un leopardo, mentre la quarta aveva dieci corna” (Dn 7, 3-7) proprio come la Bestia dell’Apocalisse che sale dal mare. La circostanza non certo casuale della menzione in ordine inverso rispetto a Daniele delle fiere delle cui parti anatomiche si compone la bestia apocalittica, fa pensare che in questa visione di Giovanni il futuro è contemplato con un occhio volto sul passato. La stessa idea è suggerita dalle sette teste e dieci corna della bestia apocalittica. Tali collegamenti con il passato indicano che l’entità politica che si cela nella bestia emergente dal mare doveva in qualche modo ripristinare ed esercitare quel malvagio dominio universale e quell’opposizione contro il popolo di Dio che nei trascorsi secoli avevano esercitato gli atlantidei antidiluviani.
 
La “Bestia che emerge dal Mare” rappresenta gli animaleschi desideri egoistici che emergono dall’interno e sono in grado di controllare l’inconscio umano. Questi desideri emergono dell’intelletto non spirituale dell’umanità che il mondo adora come un simbolo di successo materiale. L’intelletto umano, privo di orientamento spirituale, si taglia fuori da tutto ciò che è divino. L’uomo o l’umanità che rimane legata al passato e alla carne giunge dal mare delle passioni e dei desideri di potenza, mediante la Bestia dalle sette teste. L’uomo dell’avvenire giunge da una Donna che genera l’uomo spirituale, il Cristo.
 
La Bestia della visione di Giovanni riceve l’autorità dal Drago Rosso (XIII, 2), è il suo emissario ciò significa che il potere che esercita le viene delegato da Satana o da Ahriman. La Bestia che sale dal Mare propone un’ideologia che seduce le menti deboli.
 
E le fu data una bocca per pronunciare grandi cose e bestemmie, e le fu data la potenza per operare per quarantadue mesi (XII, 5). Il potere della Bestia  è quello della materialità e dura per 42 mesi lo stesso periodo concesso ai Gentili o Pagani di calcare l’atrio del Tempio della Città Santa. Per un periodo di 6x7 mesi cioè fino al sesto periodo o civiltà di ogni generazione fino alla Sesta Generazione, poi un grande scontro planetario e cataclisma.
 
Ed io vidi una delle sue teste come ferita a morte; e la sua piaga mortale fu risanata (XIII, 3). Una delle 7 teste della Bestia venuta dal mare aveva ricevuto una ferita mortale da una spada, un’azione guidata da Michele; ma la testa era tornata in vita. Poiché ai 6/7 di un ciclo alla sesta testa, avviene la resa dei conti, allora questa testa si riferisce al periodo che precede lo scontro, la testa è la quinta, e si riferisce all’attuale civiltà umana. Allora la terra presa d'ammirazione, andò dietro alla Bestia e gli uomini adorarono il Drago perché aveva dato il potere alla Bestia e adorarono la Bestia dicendo: “Chi è simile alla Bestia e chi può combattere con essa?” (XIII, 4).
 
Nella Bestia del Mare abbiamo a che fare con potenze che seducono l’uomo e che possiedono, in un contesto morale ed intellettuale, la volontà di portare l’umanità su falsi binari per chi non accoglie il principio Cristico. La Bestia del Mare estensione del Drago Rosso o di Ahriman in questa opera demoniaca si avvale di uomini disumani che corrompono ogni cosa e inflazionano e degradano i principi più sacri dell’esistenza. Pensieri, idee, parole e concetti vengono distorti, deformati, alterati, oscurati ai fini più diabolici che sono in grado di concepire. Il Drago Rosso, Satana è il male che cerca di darci false verità attraverso l’intelletto, che trova verità razionali ma non vere. E’ un male potente, ma come si afferma nella Rivelazione non avrà comunque la forza per la vittoria.
 
LA TESTA COLPITA A MORTE È QUELLA DEL NAZISMO formalmente sconfitto con la seconda guerra mondiale, ma non morto. La corruzione dei pensieri ha condotto a quella falsa verità che è l’ideologia nazista, un tenebroso ordine mondiale dove non esiste più il disordine, cioè il libero arbitrio, e che si fonda sulla sottomissione a un Super Potere, un regime nel quale alla vita delle piccole nazioni sarà permesso di continuare solo nella misura in cui serviranno al bisogno di chi comanda. La potenza è diritto, che appartiene ad un’élite superiore; soltanto un’élite dovrebbe avere il privilegio di educare e governare. Le masse popolari non sono altro che gregge.
 
Secondo Rudolf Steiner, la forza che si oppone a Cristo stesso sarebbe apparsa intorno al 1933, provocando fino all'oggi spaventose devastazioni: dittature, olocausti, genocidi, guerre. Rudolf Steiner profetizzò: “Prima che il Cristo eterico possa venire afferrato dall’uomo nel modo giusto, l’umanità deve preparasi all’incontro con la bestia che si ergerà nel 1933, che individuò in Sorath, un demone solare”.
 
Il Maestro M. ci dice che l’Armageddon è iniziato nel 1931. Nelle elezioni del settembre 1930 i nazisti si assicurarono il 18,3% al Reichstag (il parlamento) e il 29 gennaio 1933 Adolf Hitler fu nominato cancelliere.
 
Le date planetarie corrispondono a quelle sovramundane. Lo stato di oscurità di questo pianeta richiede l’impiego di tutte le forze per ristabilire l’equilibrio. È facile pensare al futuro se lo spirito sa che i due Mondi sono in mutuo rapporto, se riesce ad avanzare verso il Mondo del Fuoco. Qualsiasi incremento di tensione gli rivela la magnitudine degli eventi futuri. Nel Mondo sottile sono in atto sviluppi che assecondano le manifestazioni fisiche, e specialmente tesi sono gli strati più prossimi alla Terra. Interi eserciti si vanno preparando. Popoli interi prendono le armi per contrastare le forze distruttive. Il Mondo superiore non lascerà il pianeta senza soccorso.
 
Anche la Madre del Mondo e la Gerarchia e i grandi Signori del Fuoco mobilitano le loro armate. Grande davvero è quest’epoca, risolutiva per i destini della Terra: le Forze del Cielo pervadono lo spazio. (1935 Mondo del Fuoco III, 89).
 
In meno di venti anni, la Germania, uscita da una terribile sconfitta della prima guerra mondiale e con un debito di guerra colossale, diventò uno dei più ricchi e forti paesi europei. Dall’ascesa di Hitler, in soli “sette anni”, la Germania diventò in grado di sfidare militarmente una grande potenza mondiale come la Gran Bretagna. Senza aiuti da parte della grande finanza e delle grandi Corporation questo non sarebbe certamente stato possibile. L’élite finanziaria tedesca sostenuta da quella anglo-americana, si adoperò affinché che il nazismo prendesse il potere. Le potenti famiglie che finanziarono e sostennero il nazismo e anche gli Alleati nella guerra contro il nazismo e così apparentemente si “opposero” a Hitler e continuando così ad accrescere il loro capitale finanziario.
  Al tempo del nazismo il potere finanziario fece in modo che valenti scienziati in Germania realizzassero una tecnologia di guerra che fosse all’avanguardia, si sperimentarono medicinali provati senza scrupoli su cavie umane, esperimenti di genetica, mezzi che avrebbero condotto all’asservimento del mondo. La Germania di Hitler ha riunito la sua potente macchina bellica dopo anni di preparazione scientifica e pianificata. Vi fu un concentramento in Germania del potere egoista e malvagio della Loggia Nera, del Male, che operò tramite i suoi sette rappresentanti. Ai capi minori della gerarchia nazista fu assegnato il compito di impartire ordini, per coltivare l’odio e falsare la verità, per condizionare la pubblica opinione e trascinare la mente della massa, per piegarla alla volontà di un capo, in questo caso Hitler. Le cateratte dell’odio furono aperte dalla Germania quando cominciò gli attacchi contro gli Ebrei.

FIGURA 1. LA BESTIA CHE SALE DAGLI ABISSI  DEL MARE
 
Si scatenò una guerra planetaria e la Germania nazista che terrorizzò il mondo fu sconfitta, ma non il nazismo, non i suoi oscuri maestri d’odio e menzogna che agiscono protetti nelle pieghe delle vesti dei potenti che finanziarono il nazismo e che continuano a controllare la ricchezza mondiale. Le Forze del Male, che operarono tramite l’ideologia nazista non sono state sconfitte, stanno sferrando il loro attacco finale. Nel nuovo ordine mondiale l’individuo non ha diritti; non ha alcuna libertà tranne in quanto serve lo stato; non vi sarà alcuna libertà di pensiero o di coscienza, e il privato cittadino non avrà alcun diritto d’opinione. Gli uomini saranno ingaggiati al servizio dello stato senza diritti e privacy, un controllo totale del genere umano.
 
Alla Bestia fu data una bocca per proferire parole d'orgoglio e bestemmie, con il potere di agire per quarantadue mesi. Essa aprì la bocca per proferire bestemmie contro Dio, per bestemmiare il suo nome e la sua dimora, contro tutti quelli che abitano in cielo. Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni popolo.(XIII, 5-7).
 
Nel capitolo undici Due Testimoni profetizzano per 1260 giorni, 42 mesi. Nel capitolo dodici la Donna vestita di Sole fugge nel deserto per 1260 giorni (XII, 6).  Nel capitolo tredici, alla Bestia con 7 teste e 10 corna viene data potestà di agire su tutti per 42 mesi (XIII, 5), per 6/7 unità di tempo per un ciclo di 7x7=49 mesi. Per tre capitoli consecutivi è ripetuta la cifra 1260.
Le fu permesso di far guerra contro i santi e di vincerli; le fu dato potere sopra ogni popolo. La Bestia agirà  con pieni poteri per mettere alla prova l’umanità ricorrendo a seduzioni, corruzioni, perversioni, minacce, e terrore, fino ai 6/7 del tempo prescritto, fino al sesto periodo di un ciclo settenario. Il numero sei è riferito alla sesta civiltà ed epoca. Il numero 6 è formato con due triangoli di forza opposti che ci informano che al sesto stadio la lotta tra bene e male giunge al termine. Nella sesta diramazione (IV, 6) della Quarta Generazione Atlantidea vi fu uno scontro planetario raccontato nel Mahabharata. Nella sesta diramazione della Quinta Generazione (V, 6) ci sarà una prima conclusione dello scontro fra bene e male. Poi alla sesta diramazione della futura Sesta Razza Madre (VI, 6) avverrà lo scontro definitivo tra bene e male. Solo allora si avrà completato il ciclo della Bestia formato con tre sei cioè il numero 666.

FIGURA 2. IL SEGRETO DELLE SESTE EPOCHE
 
In una conferenza tenutasi nel 1916, Rudolf Steiner fece delle affermazioni che si potrebbero considerare molto attuali o addirittura “profetiche”. Non sarà trascorso molto tempo da che sul calendario sarà passato l’anno 2000, che si manifesterà – a partire dall’America – un divieto, non diretto, ma comunque un divieto di ogni tipo di pensare, una legge che avrà lo scopo di soffocare ogni pensiero individuale. Si potrebbe intuire e ipotizzare che molto probabilmente in tale “profezia” Steiner si riferiva  anche all’instaurazione del cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale, ovvero il graduale passaggio a una società totalitaria globale, che proprio dagli USA sembra stia iniziando la sua “ascesa”.
 
Una delle teste della Bestia è ferita mortalmente, ma poi la piaga mortale procuratale dalla ferita guarisce e tutto il mondo la segue. Questo vuol dire che la Bestia conosce le leggi della salute del corpo fisico, in termini moderni scienziati e medici al soldo di colossi farmaceutici che scoprono i segreti del DNA. Tutto il mondo ora segue le disposizioni di Big Pharma.
 Se uno ha orecchie, oda: Se uno porta in prigionia, vada in prigionia; se uno uccide con la spada, bisogna che sia ucciso con la spada. In questo è la costanza e la fede dei santi (XIII, 9-10).  In questo brano è enunciata la legge di causa ed effetto, la legge divina del karma. Se qualcuno si è sviluppato così da andare in prigione, allora ci vada, nella prigione della materia, la sua libertà lo fa decidere dove andare. La costanza è la pazienza e quello che è tradotto con fede è in greco pistis è in realtà un tipo di conoscenza superiore e la giusta visione delle cose.
LA BESTIA CHE SALE DALLA TERRA

Poi vidi un’altra Bestia, che saliva dalla Terra, e aveva due corna come quelle d’un agnello, ma parlava come un Dragone. Ed esercitava tutta la potestà della prima Bestia, alla sua presenza; e faceva sì che la terra e quelli che l’abitano adorassero la prima Bestia, la cui piaga mortale era stata sanata. E operava grandi meraviglie, fino a far scendere del fuoco dal cielo sulla terra sotto lo sguardo degli uomini (XIII, 11-13).
 
La prima Bestia uscita dal Mare, creatura del Drago Rosso (Ahriman), è assistita da un’altra Bestia che saliva dalla Terra, che è in grado di operare grandi meraviglie, cioè esercitare poteri che provengono dalla conoscenza oscura della materia, e d’invocare il fuoco dal cielo. Il capitolo tredicesimo descrive due grandi Bestie, prima quella che sale da Mare, e poi la Bestia sale dalla Terra  e che poi impone il suo marchio. Dopo il Mare del desiderio, la Terra della corporeità. Il numero tredici conduce l’umanità alla prova, e alla sofferenza.
 
La Bestia che sale dalla Terra è descritta con due corna come quelle di un Agnello ma con corpo di Dragone, cioè il suo opposto aggressivo. L'Agnello rappresenta le forze spirituali e la magia bianca, mentre "la seconda Bestia di Terra", incarna la magia nera e le forze della pietrificazione. È la Bestia di Terra con due corna che fornisce poteri e fascinazione e seduzione ipnotica alla Bestia uscita dal Mare. Uno dei mezzi di seduzione utilizzati dalla Bestia  della terra è basato sull’abuso delle forze nascoste della materia. Cristo e Anticristo sono la dualità di spiritualità e materialismo, tanto nell’individuo che nell’insieme dell’umanità. Per qualificare questa forza Steiner non usa il termine “Anticristo”, ma quello di “Grande Avversario!” E gli dà il nome di Sorath un grande demone. Anche Peter Tradowsky (nato a Berlino nel 1934) usa il termine "Antichrist" nel suo libro “Christ und Antichrist” pubblicato nel 1996.
 
Il Maestro D.K.  descrive l’Anticristo come un ingannatore di anime che, con un falso insegnamento (il Falso Profeta nota di V.P.) operando i cosiddetti miracoli, con la suggestione di massa getta un velo sul mondo e costringe gli uomini ad avanzare nella grande illusione. È interessante notare come l’opera di Satana, colui che imprigiona le anime, comincia a perdere il suo potere, poiché il genere umano è sul punto di comprendere che la vera morte è l’immersione nella forma e che la materia non è che una parte del Tutto divino. La forma pensiero di questo “Guardiano della Soglia”, costruita dall’umanità per milioni di anni, sta per essere distrutta. L’opera dell’Anticristo invece, comincia soltanto ora il suo periodo ascendente e il predominio dell’illusione della ricchezza, dei possessi, dei falsi insegnamenti aumenterà ancora, ma la durata dell’illusione sarà più breve di quella della distruzione, poiché ciascuno di questi fattori è soggetto al proprio ciclo e ha il suo flusso e riflusso (TMB, 240).
 
E seduceva coloro che abitano sulla terra, coi miracoli che le era dato di fare in presenza della Bestia, dicendo agli abitanti della terra di fare un’immagine della Bestia che aveva ricevuta la ferita della spada ed era tornata in vita (XIII, 14).
 
Il colpo mortale inferto dalla spada di Michele alla quinta testa della Bestia del Mare non era bastato. Il nazismo, non è morto, si è occultato e si è infiltrato nei gangli vitali delle democrazie, protetto nelle pieghe delle vesti dei potenti che controllano la ricchezza mondiale. L’opera demoniaca ha ripreso a tessere e finanziare oscure trame fin dall’anno 1950, progetti di potere che includono la privazione dei diritti umani chiamati modernamente agende del World Economic Forum, che devono concludersi entro il 2030. Nel senso più ampio, la Bestia a due corna ha come suoi incantatori i media, che “costringono abitanti della terra ad adorare e a prostrarsi alla Bestia”.
 
Le forze delle tenebre lavorano sull’espressione formale, per istituire un centro di dominio completamente in loro potere, e sottomettere ai loro ordini le forme viventi in tutti i regni di natura. La nostra cultura è veramente molto vicina all’Abisso della Bestia, ancor più di quanto noi forse ci immaginiamo, la demonicità della Bestia è davvero in voga nell’umanità di oggi. Il pensare è una delle più importanti attività dell’essere umano, se non addirittura la più importante. Se l’essere umano nel pensare non avesse libertà, allora non sarebbe libero, come accade oggi con la seduzione del Pensiero Unico. In che cosa consiste la libertà nel pensare? Ovviamente proprio nel fatto che si ha libertà di fare un bel passo avanti, di diventare sempre più creativi, sempre più attivi nel pensare. Ossia il fatto che si debba avere la possibilità di elevarsi liberamente, per propria volontà allo spirito – il fatto che l’anima diventi sempre di più come un contenitore dello spirito – o in alternativa di lasciarsi sfuggire l'occasione di questa evoluzione spirituale, non attuarla e sprofondare sempre più nell’animalità, nelle forze del corpo fisico.
 
E le fu concesso di animare l’immagine della Bestia, onde l’immagine della Bestia parlasse e facesse sì che tutti quelli che non adorassero l’immagine della Bestia fossero uccisi… Chi ha intelligenza calcoli il numero della Bestia: è infatti un numero di uomo, e il suo numero è seicentosessantasei (XIII, 15-18).
 
E faceva sì che la terra e quelli che l’abitano adorassero la prima Bestia. Come era già successo al tempo di Mosè con gli ebrei nel deserto che si sono prostrati dinnanzi alla ricchezza, al vitello d’oro, ora si prostrano adorando un nuovo idolo quello la Bestia del Mare; questo idolo è il corpo fisico degli uomini, bellezza, salute, potere, sesso. Gli uomini anziché volgere il loro essere al divino si rivolgono alla BESTIA CHE PROCLAMA UNA NUOVA RELIGIONE BASATA SUI SENSI, nemica dello spirito e che interrompe negli uomini ogni canale con i mondi superiori. Sta per nascere una religione mondiale abilmente confezionata dal gesuitismo e dalla massoneria finanziaria basata sull’adorazione della Bestia di Terra, una diversa forma del vitello d’oro adorato dagli Ebrei nel deserto, cioè il corpo fisico. Quello che resta di spirituale nella Chiesa di Roma si appresta a recitare il de profundis.
 
A Roma il seggio papale è occupato da un gesuita che appoggia il Nuovo Ordine Mondiale e il transumanesimo. Il gesuitismo che nasce ai tempi dei Borgia, da una famiglia che usava ad arte i veleni, cioè da Francesco Borgia, e da suo zio il papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia), tende ad un regno terreno, anziché ad uno celeste, e la nuova religione basata sul trans umanesimo è in fase di gestazione nel Vaticano. Nella chiesa cattolica il processo dell’allontanamento dallo Spirito iniziò con l’ottavo concilio nel nono secolo, dove alla divisione ternaria dell’uomo spirito anima e corpo rimase solo quella di anima e corpo, scomparve lo spirito. Ora si vuole far sparire anche l’anima spirituale.
 
Questa entità oscura appare in Steiner come una forza del Male ancora più profonda dei poteri di Ahriman; è una forza demoniaca, che attacca l’Anima, il Sé Spirituale degli uomini. Le forze del Male appartengono a gerarchie di esseri cosmici che, invece di far avanzare l'evoluzione cosmica e umana, la ostacolano. Con l’avvento dell’Avversario scompare anche l’anima spirituale per rimanere solo quella diabolica della personalità sensuale egoistica e violenta.
 
In ambito politico ed esoterico, l'influenza di Sorath si manifesterebbe attraverso la cieca sottomissione di un numero crescente di persone a un'autorità, che impedisse loro di sviluppare il proprio giudizio. L'uso della magia nera - caratteristica dell'azione di Sorath - porta secondo Steiner ad un indurimento o indebolimento energetico della Terra. L’influenza di Sorath e dei suoi servitori si vede in tutto ciò che si oppone allo sviluppo del Sé Superiore: passioni e dipendenze di ogni tipo, razzismo, shoah, pericoli della scienza moderna cioè manipolazione genetica, creazioni di ibridi umani e tecnologici, per poi giungere agli androidi.
 
Già nel 1924 Rudolf Steiner aveva avvertito che, se l’umanità non avesse riconosciuto il Cristo nella sua forma eterica, l’umanità avrebbe dovuto affrontare la Bestia scaturita dall’abisso della Terra nel 1933 che individuò in Sorath. Ora questa data  è quella della presa del potere di Hitler. Allora l’azione di Adolf Hitler può essere veramente intesa solo come una violenta offensiva nel XX secolo della seconda Bestia. Rudolf Steiner identifica l’avversario dell’Agnello con il demone solare Sorath, nel senso che egli proviene da precedenti epoche cosmiche, un precedente sole, dove ha sviluppato intelligenza egoistica venendo a conoscenza dei segreti della natura. Questo demone cosmico, immerso nella più completa materialità, definito Bestia che saliva (dalle profondità) della terra, si sente profondamente soddisfatto quando s’imbatte in esseri che saranno i malvagi come lui perché avranno rifiutato di accogliere interiormente quanto può fluire di buono dalla terra.
 
Testimone, secondo lui, l’incredibile potere di Hitler sugli altri uomini, la sua capacità di annientare le loro volontà e ammaliare le folle, il misto di fanatismo e calcolo, ubriachezza e ragione che caratterizza la sua personalità. Lo testimonia anche il suo desiderio di prendere il posto di Cristo, come egli stesso afferma: "L'opera che Cristo ha iniziato, io la completerò!" (Hitler citato da Peter Tradowsky, 1996, 44). In questo contesto, si può vedere in Hitler un vero precursore dell'Anticristo. Il conflitto mondiale con il nazismo durò dal 1933 al 1945, un periodo di dodici anni. Suppongo che questo periodo di dodici anni sia molto importante, perché ha a che fare con l’inizio della discesa del Cristo dalle sfere eteriche nelle sfere terrene.
 
I seguaci del demone di Sorath conducono alla morte le loro vittime infliggendo loro un dolore lancinante e traendone godimento. Secondo Steiner, le pratiche e i rituali della magia nera agiscono sull'Io paralizzandolo, e quindi confinano l'uomo nel mondo astrale (emozionale), escludendolo dal fisico eterico, costringendolo a condurre una vita animale.
 
Il segno o marchio di Sorath del XXI secolo è l’immissione di proteine magnetiche e di nano-robot nell’organismo. È questo il marchio o strumento di schiavitù e controllo delle potenze dell’oscurità subdolamente chiamato Governo Unico Mondiale, o Nuovo ordine Mondiale.

Secondo R. Steiner ci fu la mano di Sorath dietro l’annientamento dell’Ordine dei Cavalieri del Tempio (i Templari) per mano del re  Filippo il Bello e papa Clemente V, perché i Templari avevano il progetto di trasformare socialmente l’Europa secondo l’impulso cristico. Il motivo di tanto accadimento è perché l’Ordine del Tempio si apprestava a realizzare in occidente un ordine mondiale spirituale basato sulla sicurezza economica, spiritualizzando il denaro, creando le condizioni per abbattere la povertà e lo sfruttamento feudale. Non per nulla i neri discepoli di Sorath hanno messo da secoli le loro avide mani sulla ricchezza mondiale.

FIGURA 1. SORATH
IL NUMERO DELLA BESTIA 666 E L’AMMALIAMENTO BIOTECNOLOGICO

Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte; e che nessuno potesse comprare o vendere senza avere tale marchio, cioè il nome della Bestia o il numero del suo nome. Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza calcoli il numero della Bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei (XIII, 15-18).
 
Il numero 666 potrebbe indicare che la bestia è il denaro (mammona), che domina su tutta la terra. Quanto al termine Sorath, che designa il demone solare, in opposizione al principio cristico, non è un termine biblico. Secondo Steiner, che fa riferimento all’antica tradizione della Kabbalah, Sorath designa in ebraico il “demone del sole”. Il nome Sorath “SVRT” composto dalle quattro lettere ebraiche Samech/Vau/Resh/Tav, che interpretate secondo la gematria, fornisce i valori numerici: 60, 6, 200, 400, che danno come somma 666. Le Quattro lettere che richiamano il quaternario inferiore dell’uomo, la personalità, l’ombra dello spirito. Anche René Guénon attribuisce a Sorath il demone solare opposto a Michele il valore 666.
 
Il nome greco di  Gesù, Ἰησους, IESOUS, è composto di Sei lettere, il Sesto numero triangolare vale 21, tre volte Sette, e ha per valore numerico 888. Sei sono le mistiche lettere del nome greco di Gesù che generano 888, tre gruppi di otto, 24 come il numero degli Anziani attorno al Trono. Le 24 lettere dell’alfabeto greco venivano assegnate dagli Gnostici in coppie alle 12 membra del Corpo dell’Uomo Celeste. Il Corpo dell’uomo Celeste è il simbolo grafico dell’ordinamento gerarchico dell’universo.
 
In una tradizione cristiana che si fa risalire alla Vergine Maria: “La cifra 333, indicata una volta, esprime il mistero dell’Unità di Dio”. Il numero di uomo potrebbe intendersi il simbolo di un dualismo 333x2, Luce e Ombra, legato all’oscillazione tra spirito e materia. Tutte queste allegorie ci informano che a livello misterico per parte oscura, materiale, il demone tentatore, si deve intendere il corpo terreno, il quale dopo la morte dell’uomo per il microcosmo e del pianeta e del sistema solare per il macrocosmo, si dissolverà certamente nel fuoco degli elementi eterei.
 
Il numero 666 è identico al valore dei talenti che venivano portati a Salomone ogni anno: “La quantità d’oro che affluiva nelle casse di Salomone ogni anno era di seicentosessantasei talenti” (I Re, 10,14; II Cronache, 9, 13). Questo numero è legato alla ricchezza materiale, all’oro. Il sigillo di Salomone composto con due triangoli intrecciati 2x3=6 rappresenta il numero 6. Se leggiamo con attenzione, notiamo che oltre al numero 666 è collegato con l’oro materiale, ad indicare che la Bestia è il denaro, che domina su tutta la terra. Il testo che si riferisce a Salomone indica il tempo di un anno, qui, come riferendo a un ciclo, un giro celeste di 360 gradi. Lo zodiaco egizio di Dendera è formato con 12 segni e 36 decani, ogni segno tre decani. I giorni dell’anno venivano suddivisi in 36 decadi, cioè in 36 periodi. Il numero 666 è il 36° numero triangolare. La Grande Bestia 666 rappresenta anche è il Tempo concesso. Tempo che alla fine distrugge ogni forma.
 
Nel Trattato sul Fuoco Cosmico leggiamo: “I maghi neri lavorano sotto certe grandi Entità, in numero di sei, di cui si dice per esempio nell’Apocalisse che hanno il numero 666. Esse vennero (essendo cosmiche) sulla corrente di forza emanante dai livelli mentali cosmici, che produsse (all’alba dei tempi) i tre mondi dello sforzo umano (fisico, emotivo e mentale). Se abbiamo un sei per ognuno dei tre mondi, allora si forma il 666.
 
E’ interessante notare che la sigla che individua il web “www” in ebraico ha valore numerico 666, poiché la nostra ‘w’ è la lettera ‘vav’ in ebraico, che ha valore numerico 6; “www” traslitterato in ebraico è “vav vav vav”, numericamente è 666. Man mano che il mondo si avvicina a un sistema di governance globale, il codice QR verrà utilizzato per visualizzare le informazioni ufficiali e personali richieste dal governo e da chi comanda. Il QR Code fornisce una matrice bidimensionale di informazioni digitali che presenta vantaggi significativi rispetto ai codici unidimensionali, come il codice a barre UPC. Il QR Code probabilmente sarebbe rimasto una variante minore del design del codice a barre se non fosse stato per lo sviluppo degli smartphone. La capacità di scansione rapida dei codici QR da uno smartphone consente loro di diventare collegamenti rapidi a molte fonti di informazioni online o per l'accesso a luoghi o servizi sicuri. In tutti i codici a barre vi è nella terna di doppie barre start stop il numero 666 nascosto. Il QR Code consiste in una serie di quadrati neri disposti in una griglia o matrice su uno sfondo quadrato bianco. I motivi che i quadrati bianchi e neri creano all'interno del QR Code rappresentano i dati digitali. Ha 3 quadrati o segni di posizionamento disposti ai tre angoli della matrice quadrata, ciascuno contenente un set visivo di 6 distinte regioni in bianco e nero. Alcuni giustamente diranno che questo non è veramente il numero 666 e sono d’accordo. Tuttavia, l’aspetto visivo del design 666 è indicativo dell'ascesa dello spirito oscuro del 666 all'interno del sistema economico mondiale. Probabilmente non era previsto che apparisse in questo modo dai progettisti del QR Code; è avvenuto solo a causa dei tempi profetici in cui viviamo. Il Numero della Bestia sta crescendo all'interno del sistema dell'Impero economico!
 
Gli spiriti delle tenebre ammantati di bio tecnologia e potere politico finanziario sono in mezzo a noi, come uomini locusta usciti dalla terra al suono della quinta tromba, che l’uomo li riconosca o meno, non fa alcuna differenza per la loro reale esistenza. La quinta tromba, ricordiamo che è riferita al nostro quinto periodo. Per questi spiriti oscuri lo scopo è portare confusione, dare false informazioni in ciò che si sta ora diffondendo in tutto il mondo, nonostante ciò gli spiriti della luce continueranno a operare nella direzione evolutiva.
 
Nel film visionario Matrix, al vertice dell’esistenza degli uomini c’è un’onnipotente intelligenza artificiale “AI”, che attraverso la tecnologia trasformerà gli uomini in bio-macchine a loro volta saranno governate da macchine senz’anima. Venduto come una nuova aurea età, che toglierebbe ogni preoccupazione agli uomini, ma in realtà in uno stato simile a quello descritto nel film Matrix, dove gli uomini addormentati e attaccati a macchine che succhiano la loro energia mentre sognano di agire e vivere, ma in realtà immersi in un sonno, in una realtà virtuale, sono morti viventi.
 
Rudolf Steiner quasi 100 anni fa parlava dello sviluppo di un vaccino particolare, contro l’evoluzione spirituale, contro lo sviluppo dell’onda di coscienza, ovviamente, dal punto di vista materialistico. Aggi assistiamo a sieri  che contengono proteine magnetiche, dei nano robot che secondo la narrazione del pensiero unico dovrebbe salvarci da una pandemia perenne. Un team dell’Interdisciplinary Center, a Herzliya, e della Bar Ilan University, a Ramat Gan, entrambi in Israele, hanno sviluppato un sistema che consente un controllo preciso sul momento esatto in cui il farmaco viene rilasciato nell’organismo. Quello che hanno fatto è mettere un “cancello” ai nanorobot, fatto di nanoporticelle, che si apre con l’energia elettromagnetica, lasciando così fuoriuscire il farmaco.
 
Il siero miracoloso che dovrà essere su tutti ripetuto molte volte (si parla di parecchi anni) contiene proteine magnetiche. Non c’è bisogno di microchip ingombranti, ora si inocula nanotecnologia, essa è composta da una catena di nanoparticelle magnetiche che consente loro di muoversi nella direzione di un campo magnetico esterno. Riceveremo impulsi e trasmetteremo informazioni, si dice per la nostra salute, in realtà per controllo e comando e anche per indurre pazzia, o sviluppare desideri egoistici sensuali e di dominio sugli altri. Per i recidivi malattia, e se si ritorna nel gregge guarigione altrimenti dolore e poi morte.
 
Un nanorobot è una macchina in grado di costruire e manipolare cose con precisione a livello atomico. Si immagini un robot in grado di estrarre, raccogliere e posizionare atomi. Si dà a questi nano robot nomi biologici come "ribosoma", ma sono essenzialmente macchine programmate con una funzione come "leggere l'RNA messaggero per creare una proteina specifica". Vi sono nanotecnologie "biologiche", che sostanzialmente utilizzano il DNA e i macchinari della vita per creare strutture uniche fatte di proteine ​​o DNA (come materiale da costruzione). Ray Kurzweil co-fondatore della Singularity University immagina un mondo in cui il concetto di Stato-nazione sarà ormai superficiale e la biotecnologia prenderà il sopravvento sulla medicina. Egli afferma che i nanorobot ci permetteranno di connettere il nostro sistema nervoso biologico al cloud (internet) entro il 2030. consentendoci di inviare e-mail e foto direttamente al cervello e di eseguire il backup dei nostri pensieri e ricordi. Questo sarà possibile, dice, tramite i nanobot, piccoli robot ricavati da filamenti di DNA, che nuotano nei capillari del nostro cervello. Vede l'estensione del nostro cervello nel pensiero prevalentemente non biologico come il prossimo passo nell'evoluzione degli esseri umani, proprio come imparare a usare gli strumenti è stato per i nostri antenati. L’agenda del World Economic Forum afferma anche che per il 2030 non esisterà più privacy. Nano robot capaci di interagire ed impadronirsi del nostro sistema fisico. Questa potente arma in mano a uomini senza scrupoli, cioè quelli che detengono il potere finanziario e tecnologico potrebbe ridurre il genere umano in schiavitù fisica e                                                   psicologica.

 
FIGURA 1. NANOROBOT
 
Questo è il marchio della Bestia descritto nell’Apocalisse, il cui recondito scopo oltre al controllo fisico totale è bloccare tutte le inclinazioni verso idee spirituali, in modo che dopo una serie di inoculazioni crederanno per tutta la loro esistenza solo alla materia fisica. La Bestia rappresenta una tendenza involutiva, ed è l’incarnazione della materialità, e attualmente si trova incarnata in un potentissimo uomo fisico, un grande burattinaio.
 
Chi non porterà il Marchio della Bestia non potrà comprare vendere e momentaneamente mangiare in luoghi diversi dalla propria abitazione, poi in seguito gli verrà cancellato il reddito, non potrà esistere, questa è la sorte che il mondo di oggi. Chi si oppone al pensiero unico, alla nuova terapia è perseguitato, deriso, oltraggiato, impossibilitato a muoversi liberamente, e a lavorare. Questa nanotecnologia materialistica è il Marchio della Bestia descritto nell’Apocalisse di Giovanni, il divino Veggente.
 
Il marchio della Bestia sarà completamente impresso solo dopo ripetute somministrazioni che porteranno l’uomo a divenire sempre più un essere materiale il cui ultimo stato di trasformazione. A questo stadio corrisponde il distacco del conduttore energetico detto filo della coscienza che lo collega all’anima spirituale, il ponte o Antahkarana fra il divino e l’uomo non esiste più. La restante gran massa che nonostante aver ceduto conserva ancora un barlume di luce resisterà si troverà retrocessa nel processo di evoluzione, torna indietro come nel gioco esoterico dell’oca.
 
Viviamo in un mondo che non considera ciò che è giusto o ciò che è ingiusto, ma che decide in base al potere“. Il potere, naturalmente, agisce sui popoli mediante la propaganda; esso utilizza gli enormi mezzi a sua disposizione per corrompere, guidare, comprare coloro che devono raccontare gli eventi al pubblico. Di conseguenza impariamo a nostre spese che ogni notizia che ci viene presentata come verità, tale non può essere qualora collida con gli interessi del potere. Quando si vuole ottenere un determinato risultato nel mondo, risultato che deve rappresentare l’opposto della regolare direzione dell’evoluzione dell’umanità, ebbene, allora gli si dà, per così dire, un nome che significa il contrario. L’umanità deve imparare a non credere ciecamente ai nomi.
 
Sulla mente degli uomini è stato calato il velo dell’illusione e della menzogna che nasconde la verità. Queste forze oscure, per quanto riguarda i popoli intelligenti del mondo, operano insidiosamente e rivestono i loro sforzi di belle parole, portando perfino le persone particolarmente evolute ad esprimere odio verso persone e ideologie, alimentando i semi nascosti dell’odio insiti in molti esseri umani. Attizzano fino al furore la paura e l’odio.
 
Affinché un nuovo sole (nero) sorga all’orizzonte e un nuovo ordine sociale che va sotto le voci di democrazia ecologia, benessere, occorre rieducare l’umanità, uniformando tutto e tutti. Innanzi tutto obbedire e dimenticare privacy e libertà, soprattutto di pensiero cioè al di fuori del pensiero unico. Sotto la spinta della paura di un nemico invisibile per il nostro corpo siamo felici di ricevere un siero salvifico che in pratica non è. Ci convincono ad assumere consenziente un siero che dovrebbe proteggerci dai virus che contiene nanotecnologia.
 
Gli eventi sono maturi, nuvole nere minacciose di energia preannunciato il temporale dell’Armageddon, che è una battaglia che si combatterà sia fisicamente in terra e in cielo, e sia sovramundana, relativa ai livelli di coscienza superiori. Un Nuovo Oscuro Ordine Mondiale appare all’orizzonte, dietro di cui vanno incantati e foraggiati i media e nostri uomini politici, specie quelli che avevano all’inizio lo scopo di difendere i più deboli e i popoli. I nuovi democratici sognano con i soldi della finanza internazionale (oscura) il sorgere del sole dell’avvenire, ma è un sole nero.
 
    Il primo attacco  contro il Cristo avvenne attraverso la nascita della bestia nazista negli anni ’30, del secolo scorso, il secondo attacco con la diffusione delle droghe negli anni ’60, il terzo attacco attraverso la nuova minaccia che è sorta negli anni ’90. Questa nuova manifestazione è legata alla tentazione del trasformare le pietre in pane, che significa, coll’aiuto della tecnologia, sostituire ciò che è vivente con ciò che è morto e meccanico, dandogli l’apparenza di essere vivente.
 
La tecnocrazia è una malizia degli oscuri. Molte volte essi hanno sospinto l’uomo verso soluzioni meccaniche, nell’intento di bloccarne l’attenzione, così estraniandola dallo sviluppo spirituale. Pure, i problemi della vita si risolvono solo con l’espandersi della coscienza. (Mondo Del Fuoco 349).

 
FIGURA 2. BIO-MACCHINE
 
In tutto il mondo lavorano segretamente, realizzando tecnologie per il controllo dell’informazione, viene detto per i nemici della democrazia. In laboratori super attrezzati, finanziati da potenti gruppi economici, si fanno ricerche su armi biologiche, virus per intenderci, per i militari. Sono all’avanguardia tecnologica e biologica, per creare bio-macchine. Avendo ammaliato la maggior parte mondo politico, il controllo sarà totale attraverso l’intelligenza artificiale AI, utilizzando una rete di trasmissione dati velocissima. Ora stanno esaltando ed espandendo la rete dati G5, ma è in progettazione una rete un’ancora più veloce la G6; l’ideale per gli oscuri che ogni uomo diventi egli stesso un nodo della trasmissione delle informazioni.
Il CARBONIO LA BASE DELL’UOMO PURAMENTE FISICO
 
Sappiamo che sono allo studio vaccini intranasali, anche per il Covid, proprio usando nanoparticelle di ossido di grafene. Una società chiamata Nanografi con sede in Turchia, che si occupa di  nanotecnologie che utilizzano il grafene, sta producendo la nuova versione nasale del vaccino anti covid da spruzzare direttamente nel naso.
 
Il carbonio esiste in tre modificazioni allotropiche: il Diamante, la Grafite e il Carbonio amorfo. Di recente è comparso una quarta modificazione il grafene, che ha una struttura ordinata in forma esagonale degli atomi di carbonio in due dimensioni. L’ossido di grafene (GO) e i suoi derivati, negli ultimi decenni, hanno assunto un ruolo di primaria importanza in quella che viene definita età del carbonio. L’ossido di grafene è un materiale stratificato prodotto dall’ossidazione della grafite.
 
Due ricercatori spagnoli dell’Università di Almeria hanno trovato ossido di grafene nelle fiale di due vaccini. Aifa nega fermamente e la notizia viene ripetutamente etichettata come bufala, tuttavia in Giappone, su un lotto di vaccini Moderna, è stato individuato un contaminante, definito “particolato metallico” e “sostanza magnetizzabile” non meglio identificata. Esistono brevetti depositati per l’uso delle nanoparticelle di ossido di grafene come vettore di vaccini per il Covid-19.
 
La produzione di nano particelle sta crescendo in modo esponenziale, sappiamo inoltre che le nano particelle di ossido di grafene possono pericolose e potenzialmente tossiche, perché penetrano nelle cellule e possono danneggiarle. In medicina il grafene può essere utilizzato come materiale di rilascio dei farmaci ed ha campi di applicazione in fase di studio per quanto riguarda la lotta contro il cancro. Si tratta di nanotecnologia applicata alla medicina, per indurre la morte programmata delle cellule tumorali.
 
Quanto segue  è tratto da Teogenesi che tratta della Terza Sezione delle Antiche Stanze di Dzyan, commentate dal Maestro H.
 
Tutti gli elementi fisici, metafisici, chimici e metachimici possono essere ridotti a tre termini: Sostanza, Forza e Coscienza. L’azione e l’interazione di questi tre, dell’uno o dell’altro, costituiscono il cosmo e le sue manifestazioni, movimenti e cambiamenti, quali la germinazione di un seme, la nascita di un mondo, di un essere umano o di un animale, il movimento dei soli e dei pianeti nello spazio e l’azione di tutta la vita in noi e attorno a noi.
 
Il nostro corpo di manifestazione o personalità è quadruplice: un corpo fisico, un corpo o apparato energetico di prana, un corpo del desiderio o emozionale, e un corpo mentale separativo fatto di desiderio e mente detto kama-manas. Ciascuno di questi corpi è sottoposto all’azione delle 7x7=49 modificazioni di Agni, il Fuoco che a loro volta trovano corrispondenza nei meta elementi.
 
  • Kama Manas   =   Idrogeno
  • Corpo Astrale  =   Azoto
  • Prana             =   Ossigeno
  • Corpo Fisico    =   Carbonio
       
Il carbonio corrisponde al corpo fisico, la terra; così il corpo può essere considerato come il prodotto finale dei Principi Superiori, che agiscono uno sull’altro e precipitano il corpo. Il carbonio, cioè il corpo fisico, è la “cenere” (gli skanda), per così dire, che deriva dall’azione di questi elementi ignei sulla materia, analoghi alle ceneri lasciate dal legno che è stato consumato dal fuoco. Il carbonio è abbondante in tutte le parti dell’organismo.
 
Il carbonio è un elemento molto abbondante in natura. Tutto il legno è prevalentemente puro carbonio, e carbone. È anche abbondante in tutte le creature del regno animale, compreso l’uomo. Infatti, il Carbonio può essere considerato la base dell’uomo puramente fisico. C’è molto carbonio non usato nel nostro organismo. Esso rende l’uomo troppo materiale poiché l’eccesso di carbonio intasa gli ingressi delle forze sottili interiori e ne ostacola il funzionamento.
 
Il carbonio entra grandemente nella composizione di sostanze tossiche prodotte nei nostri corpi quale risultato di un modo di vivere e di abitudini sbagliate e di funzioni anormali. Per avere una salute normale e produrre elementi superiori e benefici per noi, dobbiamo ridurre il livello di carbonio e di prodotti carbonacei al minimo. Per far questo dobbiamo aumentare il quantitativo di ossigeno o elemento fuoco nei nostri corpi, e questo può avvenire con una corretta respirazione e dagli esercizi. Questo ci libera del surplus di grassi e di tossine che sono costituite largamente di elementi di carbonio.
 
L’Ossigeno rappresenta il Prana, perciò quando il Prana è debole o non può agire propriamente, le sostanze tossiche si accumulano nei nostri corpi fisici e astrali e ci danneggiano su uno o più piani, e in questo modo inibiscono la nostra normale evoluzione. Probabilmente se facessimo agire in modo giusto il Prana nel nostro corpo, esso non morirebbe. Il Prana può agire molto o poco. Una giusta respirazione manterrà in equilibrio le quantità di Carbone e Ossigeno.
 
La struttura del grafene è esagonale. Le molecole del carbonio sono formate con 6 protoni, 6 neutroni e 6 elettroni, scritto in altro modo 666 il numero della Bestia.
 
Durante molte epoche, il pianeta chiamato Terra è stato conosciuto dai Maestri come “la stella nera” non perché fosse privo di luce visibile, ma a causa degli effetti delle cattive azioni perpetrate dall’uomo fin da quando divenne responsabile dei propri atti.
 
“La stella dal volto annerito” è la nostra Terra, il solo pianeta in questo sistema solare che dipende dal carbonio per la manifestazione delle sue varie forme di vita. La crosta della terra è il suo “volto”, e le enormi quantità di carbonio nell’atmosfera e i depositi carboniferi disseminati attraverso i suoi vari strati hanno, figurativamente parlando, annerito il suo volto, distinguendo così la terra da altri pianeti. Nel simbolismo, carbonio e peccato sono termini intercambiabili.
L’AGNELLO E I SUOI REDENTI

Il numero del capitolo quattordici, due volte sette, ci indica che è finito un ciclo scandito dal numero sette. Gli argomenti del capitolo sono divisi in tre sezioni: l’Agnello e i suoi redenti sul monte, il Giudizio proclamato da tre Angeli,  la mietitura e la vendemmia dell’umanità.
 
Poi guardai e vidi l'Agnello che stava in piedi sul monte Sion e con lui erano centoquarantaquattromila persone che avevano il suo nome e il nome di suo Padre scritto sulla fronte (XIV, 1).
 
Faceva sì che tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi ricevessero un marchio sulla mano destra e sulla fronte … Chi ha intelligenza calcoli il numero della Bestia: essa rappresenta un nome d'uomo. E tal cifra è seicentosessantasei (XIII, 15-18).
 
Abbiamo due numeri 144000 e 666 che si riferiscono a due tipi di marchi, uno il segno dei Tau o della croce sulla fronte dei redenti, l’altro sulla mano destra e sulla fronte dei prigionieri della Bestia. La mano destra simbolicamente rappresenta l’azione principale dell’uomo. La parte destra rappresenta lo spirito, contaminata dal marchio bestiale. La mano è comandata da cervello, ecco perché Giovanni indica la mano destra e la fronte portatori del Marchio della materialità demoniaca. I 144000 redenti hanno il segno di Dio solo in fronte.
 
E udii venire dal cielo un coro paragonabile alla voce delle grandi acque e al rombo di un gran tuono. Il coro che udii era come il canto di citaristi che suonino le loro cetre. E cantavano un cantico nuovo davanti al Trono, dinanzi ai Quattro Viventi e agli Anziani, e nessuno poteva imparare il cantico se non i centoquarantaquattromila riscattati dalla terra. Questi sono quelli che non si sono macchiati con donne, poiché sono vergini: essi seguono l’Agnello dovunque va. Essi furono riscattati fra gli uomini, primizie a Dio e all’Agnello (XIV, 2-4).
 
Il riferimento alla condizione di verginità allude a due fatti, il primo riguarda Giovanni quale iniziato della sapienza Arcana doveva essere obbligatoriamente vergine, il secondo è il riferimento alla Settima Generazione quanto avremo un’umanità asessuata, ermafrodita come all’inizio del libro della Genesi: “Maschio e Femmina li creò”. Il fatto mistico dell’evoluzione di ritorno alla divinità viene espresso in questo brano dell’Apocalisse.
 
Questi due marchi indicati con dei numeri ci forniscono ulteriori informazioni. Il Marchio Dello Spirito è descritto da Giovanni nel capitolo “7” dell’Apocalisse, dove indica il numero di 144.000 eletti segnati da Quattro Angeli (le quattro direzioni cardinali) con il nome del Padre sulla fronte, cioè con un Tau, una croce, l’Alfa e Omega, lo Spirito e la Materia, le due linee incrociandosi creano quattro bracci, come il numero dei Quattro Esseri Viventi. I centoquarantaquattromila eletti sono nuovamente citati, nel capitolo “14” cioè due volte sette.
 
Il numero 144.000 ha messo in difficoltà i commentatori e i teologi. Giovanni da buon cabalista ebreo suddivide gli eletti in 12.000 per ognuna delle 12 tribù. Le mitiche 12 tribù disperse di Israele sono l’immagine in terra dei 12 segni zodiacali, e delle 12 Gerarchie Creative Cosmiche. Il numero 144.000 indica l’opera completata della Creazione Spirituale 12X12=144, dovuta alle 12 Gerarchie Creative ossia l’unificazione perfetta dell’anima soggettiva e del corpo oggettivo, il simbolo del lavoro spirituale perfetto ed espresso, cioè del matrimonio mistico tra l’anima e personalità.
 
Il segno degli eletti è solo sulla fronte, e al centro della fronte abbiamo un centro (vortice) di forza eterica detto chakra Ajna, il cui compito è raccogliere l’energia dei cinque centri inferiori del corpo. Ognuno dei centri o vortici energetici dell’uomo detti in oriente chakra, ha un numero diverso di petali o vibrazioni, e precisamente partendo dal basso fino alla gola, la loro somma è: 4+6+10+12+16=48 petali. Queste energie, nel loro duplice aspetto d’energia vitale fisica e qualità dell’anima, salgono e vengono raccolte dal sesto chakra al “centro della fronte” nei due petali del centro fra le sopracciglia o Ajna, costituendo 48x2=96 petali minori o vibrazioni. Anche qui al sesto gradino, come alla sesta civiltà abbiano la dualità, due gruppi uno opposto all’altro.
 
Se sommiamo i 48 petali dei cinque centri del corpo con i 96 petali del centro in mezzo alla fronte, otteniamo 144. Questo numero significa l’opera completata della Creazione Spirituale 12X12=144, ossia l’unione e unificazione perfetta dell’anima soggettiva e del corpo oggettivo, il simbolo del lavoro spirituale perfetto ed espresso, cioè del matrimonio tra l’anima e personalità. Da un punto di vista fisico i centoquarantaquattro corrispondono perfettamente alle nostre vie nervose, 72x2 lungo la colonna vertebrale. Il numero 144  (tre cifre) indica l’iniziato, l’unto del Signore.
 
Il centro energetico frontale Ajna invia le 144 vibrazioni al loto dei 1000 petali del “centro supremo della testa”, che le amplifica di mille volete, si ha il numero di coloro che si salveranno, secondo la profezia dell’Apocalisse, i 144.000 che potranno stare al cospetto di Dio. Quando l’uomo avrà completato la grande opera in se stesso e vedrà il numero centoquarantaquattro come simbolo del suo conseguimento, egli potrà stare al cospetto di Dio; non più solo davanti all’Angelo della Presenza, ma dinanzi alla Presenza stessa.
FIGURA 1. IL NUMERO DIVINO E IL NUMERO INFERNALE
I TRE GIUDIZI DI DIO
 
Giovanni vede Tre Angeli volare in mezzo al cielo, uno dopo l’altro, recanti messaggi potenti, tre annunci profetici.
 
E io vidi un altro Angelo volare in mezzo al cielo, recante il vangelo eterno per annunziarlo... dicendo a gran voce: “Temi Dio, e dagli gloria; poiché l’ora del Suo giudizio è venuta.” …
 
Poi un secondo Angelo seguì dicendo: “Caduta, caduta è Babilonia la grande… “
 
Seguì un terzo Angelo, dicendo a gran voce: “Chiunque adora la Bestia e la sua immagine, e ne prende il marchio sulla fronte o sulla mano, egli pure berrà il vino dell’ira di Dio versato puro nel calice della sua ira; e sarà tormentato con fuoco e zolfo davanti ai santi angeli e davanti all’Agnello … e non avranno requie né giorno e né notte, quelli che adorano la Bestia e la sua immagine e chi abbia ricevuto il marchio del suo nome” (XIV, 6-11).
 
  1. Il primo Angelo annuncia l’ora del giudizio.
  2. Il secondo Angelo annuncia la caduta di Babilonia, che rappresenta quel fascino ammaliatore dell’insegnamento passato che ha portato allo sviluppo dei poteri psichici e alla conoscenza lato oscuro della forza della materia, in altri termini la magia nera e la stregoneria.
  3. Il terzo Angelo annuncia l’ira divina su coloro che hanno adorato la Bestia, cioè hanno seguito ed applicato i suoi insegnamenti oscuri.
     
R. Steiner ci dice che Giovanni vuole portare gli uomini attraverso la descrizione del prossimo periodo della Terra. Egli descrive la sua visione sull’irrompere dei mondi spirituali e sull’afferrare dell’entità umana terrestre, attraverso questi stessi mondi spirituali. Egli fa procedere questo avvenimento da tre stadi che noi dobbiamo conoscere. In ognuna di queste tre tappe viene rappresentato ciò che, in un certo senso, deve accadere prima che l’uomo divenga degno e capace di accogliere in tutta purezza il mondo spirituale nel suo lavoro, nel suo pensiero, e nel suo sentimento.
 
Con i tre angeli le schiere di Michele annunciano i tempi nuovi, e la fine ingloriosa di chi non ha accettato le prove per crescere: soffrirà, ma senza trarne un’esperienza iniziatica (XIV, 11).
 
  • Il primo Angelo annuncia che l’ora del Giudizio è giunta.
  • Il secondo Angelo annuncia la caduta di Babilonia la grande.
  • Il terzo Angelo annuncia il tormento di coloro che hanno adorato la Bestia.     
 

LA MIETITURA E LA VENDEMMIA
 
Al verso 14 (due volte sette) del quattordicesimo capitolo Giovanni descrive la mietitura ne la vendemmia dell’umanità.
 
E vidi, ed ecco una nube bianca e sulla nube assiso uno simile al Figlio dell’Uomo, avendo sul suo capo una corona d’oro e nella sua mano una falce affilata (XIV, 14).
 
Dopo la visione del Figlio dell’Uomo a Giovanni appaiono in sequenza Tre Angeli che escono dal Tempio. Il primo Angelo gridò a gran voce Mieti, perché l’ora di mietere è giunta perché la messe della terra è ben matura il secondo Angelo uscì dal Tempio che è nel cielo con una falce tagliente. Il terzo Angelo che aveva la podestà sul fuoco uscì dall’Altare  e gridò all’Angelo che aveva la falce tagliente metti mano alla falce tagliente e vendemmia i grappoli… e l’Angelo gettò la sua falce sulla terra, e vendemmiò la vigna della terra e gettò le uve nel gran tino, dell’ira  di Iddioe dal tino uscì il sangue (XIV, 15-20).
 
Quante volte il Vangelo ci parla della vite? “Io sono la vera vigna e mio Padre è il vignaiolo. Egli taglia in me quel tralcio che non porta frutto” (Giovanni XV, 1), dice Gesù. “Io non berrò più il frutto della vigna fino al giorno in cui lo berrò ancora nel regno di Dio”. Nella Kabala ebraica l’Antico degli Antichi, o “Grande Faccia” pianta una vigna, che rappresenta il genere umano, ricavandone un vino che significa la Vita, inoltre lo Spirito del Re Messia è rappresentato mentre lava le sue vesti nel vino che viene dall’alto, fin dalla creazione del mondo. Nel Codex Nazareno, sette vigne sono create dalla divinità. Il vino è lo spirito che anima la materia, simboleggiata dal pane. Quando Gesù dice: “Bevete... questo è il mio sangue”, non fa che identificare metaforicamente se stesso con la vigna che produce grappoli il cui succo è il suo sangue: vino.
 
Gesù - Cristo dice: “Io sono la Vite — voi siete i tralci. Se un uomo non rimane in me, è gettato via come un tralcio ed è seccato e buttato nel fuoco a bruciare”. Egli (Cristo) ha il suo ventilabro (vaglio) in mano e netterà l’aia sua e raccoglierà il suo grano nel granaio, ma arderà la pula (la scoria) con il fuoco inestinguibile” (Matteo III, 12). Così come chi usa il vaglio ventila sul suo pavimento i chicchi di grano e chiude il buon frumento nel suo granaio. Funzione simile a quella di Gesù che porta la spada della discriminazione che separa il vero dal falso (Matteo X, 34). Nei Misteri greci, Demetra era rappresentata con la spiga di grano in mano, e Bacco e Dionisio con un grappolo d’uva. Cerere era il pane e Bacco era il vino; il primo significava la rigenerazione della vita dal seme, e il secondo — l’uva — era l’emblema della sapienza e della conoscenza. La fermentazione del mosto in vino alludeva al mistero della manifestazione dello Spirito. “Ogni volta che mangiate il pane, questo e bevete il calice di vino, questo, voi proclamate la morte del Signore finché non venga”  diceva Paolo.
 
I grandi Misteri si celebravano ad Eleusi sette mesi dopo i Piccoli Misteri, nei mesi di settembre ottobre nel periodo della vendemmia. La festa ebraica dei Tabernacoli durava sette giorni e cominciava il 15 e finiva il 22 del mese di Ethanim, chiamata nell’Esodo (XXIII, 16) festa della raccolta. “Tutti gli uomini di Israele si radunarono presso il Re Salomone nel mese di Ethanim, che è il settimo” (I Re, VIII, 2).
 
La mietitura e la vendemmia avvengono al Settimo mese, esotericamente alla settima epoca. Nella sesta epoca avviene lo scontro tra le forze del bene e quelle del male, dopo segue sempre una distruzione, poi la settima epoca la mietitura, la raccolta di ciò che è maturato, cioè dell’umanità che si è evoluta.
 
Giovanni nella Rivelazione per affermare che il vino è simboleggiato dal sangue scrive: “E dal tino uscì il sangue…”. Il capitolo quattordici si conclude con le parole enigmatiche “Dal tino uscì del sangue e si diffuse per una distesa di 1600 stadi. Il numero 1600=40x40 rappresenta la superficie di un quadrato di lato 40. Quaranta è 4 volte 10, Quattro è la Misura. “E piovve sulla terra  per 40 giorni e 40 notti … il Diluvio venne sopra la terra per 40 giorni”.  Il numero 40 rappresenta l’attesa (quarantena) nell’oscurità, ma anche della purificazione necessaria a iniziare una nuova vita, il processo di incarnazione dell’anima nel corpo, o viceversa il distacco e l’elevazione della parte spirituale dalla materia. E se 1600 è ridotto pitagoricamente 1+6+0+0=7, troviamo il numero 7 del mese della vendemmia e della raccolta.
LE PRIME SEI COPPE DELL’IRA

E vidi nel cielo un altro segno grande e meraviglioso, Sette Angeli che avevano sette flagelli; gli ultimi, poiché in essi si compie l’ira di Iddio (XV, 1).
 
Pietro Archiati reinterpreta il primo brano, sostituisce la parola flagelli con prove, perché «Nella sfera dell’illusione umana l’amore divino compare nella forma dell’ira divina». E io vidi un altro segno nel cielo, che agiva potentemente e suscitava meraviglia, Sette Angeli aventi con sé – portanti – le sette prove finali, perché in essi viene portato a compimento il senti­mento di Dio.
 
E vidi come mare vitreo misto a fuoco, e coloro che avevano vinto sulla Bestia e sulla sua immagine e sul numero del suo nome, stavano ritti sul mare vitreo, avendo cetre di Iddio… Ed Uno dei Quattro Viventi diede ai Sette Angeli Sette Coppe dorate colme dell’ira di Iddio. (XV, 2-7).
 
Un mare di cristallo mischiato col fuoco è l’inizio della fine dei Quattro Elementi, Fuoco, Aria, Acqua, Terra, perché essi restano quattro finché possiamo distin­guerli l’uno dall’altro. Lo stato solido non è fluido e viceversa, c’è un confine fra loro, un salto. Un mare di cristallo: cristallo e acqua, solidità e liquidità in una cosa sola, e penetrabile dallo sguardo. Un mare di cristallo misto a fuoco, il freddo cristallino, il fuoco scioglie. Il mare di cristallo è un’immagine del mare ghiacciato, che si scioglie per la vicinanza del fuoco per dire che la polarità freddo e caldo delle stagioni inizia a scomparire, perché siamo giunti nel periodo dell’inizio dello sparire con le differenze cominciano a svanire. Nei prossimi secoli ci sarà sempre meno un’estate vera e propria in cui il caldo scioglie tutto l’acqueo, e non ci sarà neppure un vero e proprio inverno col ghiaccio e la neve; al loro posto sorgerà qual­cosa di intermedio. Si va sempre più in questa direzione.
 
La Bestia è il materialismo, le for­ze di natura che rendono l’uomo non-libero, in preda agli istinti. Giovanni cita Quelli che avevano vinto, la Bestia e il suo numero 666, perché qui si parla di battaglia, di lotta, di contrapposizione e di vittoria; l’immagine del vincere. Non c’è evoluzione senza lotta, senza scontro. L’arpa è uno strumento musicale, che fa suonare le corde del cuore. Le coppe sono appelli al risveglio affinché l’uomo si accorga delle sue bassezze e vada avanti. Tutte le forze invece che irrompono dal basso, dall’abisso, dalla Bestia, – quella con sette teste e dieci corna, oppure quella con due corna, queste controforze fanno di tutto affinché l’uomo soccomba. L’uomo deve imparare a distinguere: questa è una divina coppa dell’ira, oppure è una Bestia che sale dall’abisso?
 
Le coppe dell’ira date ai sette angeli da uno dei Quattro Viventi intorno al Trono, sono recipienti, qualcosa dentro che viene riconosciuto per il fatto di essere versato. Nell’Apocalisse, ai sette sigilli seguono poi sette trombe, che rappresentano una sequenza, ancor più distante nel tempo, di sette civiltà, o epoche culturali. Infine, seguono le sette coppe dell’ira, che conducono l’umanità attraverso sette stadi di purificazione, per giungere al successivo stadio evolutivo, chiamato ‘Gerusalemme Celeste’ nell’Apocalisse. Alla fine del capitolo XIV, l’ultimo angelo dopo aver vendemmiato aveva gettato le uve nel gran tino dell’Ira di Iddio, e da quel tino uscì sangue, che è vita e conoscenza spirituale. Le coppe sono ripiene del vino della vendemmia. E alla settima coppa: “E Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle la coppa del vino del furore della sua ira” (XVI, 19).
 
“Bevete questo è il mio sangue” dice il Cristo, assimilate la sapienza cristica, la sapienza celeste, quella comunicata nel libro rotolo che Giovanni ha mangiato. La sapienza celeste non si lega con la sapienza terrestre o diabolica, la prima scaccia la seconda, la prima è l’ira divina che scaccia la materialità l’egoismo l’impurità. Le coppe dell’ira che verranno rovesciate rappresentano una grande interiorità che viene comunicata all’esterno.
 
L’amore di Dio si manifesta nella materialità come ira che separa la scoria dal frutto. La sapienza di Cristo dopo aver separato i chicchi di grano dalla pula arderà quest’ultima (la scoria) con il fuoco inestinguibile. Nella sfera dell’illusione umana l’amore divino viene a manifestarsi nella forma dell’ira divina, che vuole l’espulsione della materialità, perché i nuovi corpi dovranno diventare sempre più l’espressione dell’anima divina. L’ira di Dio che vuole la purificazione della personalità che implica l’espulsione della materialità dai tre corpi: fisico, emotivo e mentale.
 
La collera di Dio è la fatica della libertà, questa è la scomodità dell’evoluzione. Ma una libertà senza fatica non è libertà. Il dolore è un pezzo dell’ira divina, o più esattamente è un pezzo dell’amore di Dio per risvegliare la nostra attenzione; il dolore è un dono per renderci attenti. Il materialismo ci ha messo in testa che sarebbe meglio se le sofferenze non ci fossero. Rudolf Steiner invece dice che ci sono malattie che non provocano dolore e che sono ben peggiori delle altre, perché l’organismo non le percepisce e quindi l’uomo non si accorge di averle.
 
Viene il tempo di versare le coppe dell’animo di Iddio. E queste trasformeranno tutto ciò che non si è voluto trasformare da sé. La libera scelta di passare ad uno stato superiore di esistenza è stata offerta più e più volte; ora tutto ciò che non ha voluto (o potuto, per lasciare il posto ad altri) elevarsi sarà elevato. Ma anche se Iddio fa il bene di ogni creatura, se essa lo segue controvoglia le sembrerà il peggior tormento.
 
Lo scrittore dell’Apocalisse parla dello svuotamento delle coppe dell’ira. Le sette coppe rappresentano sette stadi di trasformazione attraverso la purificazione. Un conduttore elettrico fatto con materiale con assenza di impurità è in grado di condurre una corrente esegetica elevata, viceversa la resistenza interna, l’impurità provocherà calore che condurrà alla fusione del conduttore stesso.
 
Le prime quattro coppe versate dai quattro angeli sono per la purificazione dei quattro livelli base, la personalità dell’essere umano:
 
Il Primo Angelo andò e versò la sua coppa sulla terra e un'ulcera maligna e dolorosa colpì gli uomini che avevano il marchio della Bestia e che adoravano la sua immagine. La terra è il simbolo del corpo fisico denso.
 
Poi il Secondo Angelo versò la sua coppa nel mare; esso divenne sangue simile a quello di un morto, e ogni essere vivente che si trovava nel mare morì. Il Mare le acque che avvolgono la terra, rappresenta il corpo eterico che nutre di energia vitale il corpo fisico.
 
Poi il Terzo Angelo versò la sua coppa nei fiumi e nelle sorgenti; e le acque diventarono sangue. La sorgente rappresenta un livello superiore di acque che nutrono la terra, il corpo delle emozioni e dei sentimenti.
 
Poi il Quarto Angelo versò la sua coppa sul sole e al sole fu concesso di bruciare gli uomini con il fuoco. Il fuoco è l’elemento che caratterizza il corpo mentale della personalità, perché il pensiero è fuoco della mente. La quarta coppa è riferita alla quarta comunità del periodo greco-romano, ma lo è anche alla Quarta Generazione atlantica, e in uno schema maggiore all’attuale quarta terra “T4” o Globo planetario.
 
Poi il Quinto Angelo versò la sua coppa sul trono della Bestia. Il suo regno fu avvolto dalle tenebree gli uomini si morsero la lingua per il dolore, e bestemmiarono Dio nel cielo a causa del dolore e a causa delle loro piaghe, e non si pentirono delle loro azioni (XVI, 10).
 
Il Quinto Angelo versa la coppa dell’ira per l’umanità  della quinta Chiesa o comunità. Ricordiamo che la Quinta Chiesa rappresenta la quinta civiltà, la nostra, e che il quinto sigillo, il suono della quinta tromba con gli uomini locuste saliti dal pozzo dell’Abisso, e la quinta coppa con la distruzione del dominio della Bestia, sono attuali perché destinate alla nostra quinta civiltà.  Viene versato il contenuto della coppa sul trono o dominio della Bestia terminandone il regno che fu avvolto dalle tenebre, cioè togliendole l’energia solare e facendo sì che il suo mondo precipiti verso l’abisso dove c’è il suo trono oscuro,  il  luogo  in  cui  essa  parla. Gli uomini si morsero la lingua, cioè sorgono le sofferenze in quell’umanità deviata che si è identificata, aggrap­pata a ciò che genera sempre nuove malattie e dolori. Questo mordersi la lingua, questo tagliarsi la lingua è un’immagine: come l’uomo che ha seguito la Bestia, attra­verso la regressione della capacità di parlare, diventi anch’egli bestia, privo della capacità di parlare, in altri termini non ha più niente da dire in modo creativo. Questi uomini deviati, ebbri del potere conferito dalla Bestia dell'avidità e del potere, che non si pentono delle loro opere sono attirati dal Pozzo dell’Abisso, verso la schiavitù dei demoni uomini cavallette.

 
FIGURA 1. LA QUINTA COPPA DELL’IRA - ESCORIAL BEATUS
 
Nella quinta civiltà il Manas superiore (5), la mente spirituale dell’anima, o sottomette il Manas inferiore  la mente diabolica Kama-manas (4), o l’uomo segue la facile strada dell’egoismo e della materialità. Al quinto stadio vi è la separazione del bene dal male nella coscienza degli uomini. Quando si tratta del bene e del male, non c’è tolleranza, c’è antagonismo e bisogna scegliere. Alla sesta civiltà la separazione è definitiva.
 
Poi il Sesto Angelo versò la sua coppa sul gran fiume Eufrate, e le sue acque si prosciugarono perché fosse preparata la via ai Re che vengono dall'Oriente. E vidi uscire dalla bocca del Dragone, da quella della Bestia e da quella del Falso Profeta tre spiriti immondi, simili a rane (XVI, 12).
 
La  trasformazione  arriva  fino  al  fiume  Eufrate,  che  non  è  altro  che  l’antico “fiume” delle forze animiche che viene disseccato, e ora è una strada per camminare, è una via per i piedi dell’uomo, per la sua evoluzione. Si prepara la via ai Re che vengono da levante dove sorge il sole, che  è  anche il  luogo  da  cui  veniva  di Michele-Cristo-Sole,  il  Quinto  Angelo (VII, 2). I Re che vengono dall’oriente sono  le  nuove  forze  spirituali  cristiche, che vogliono  una  strada  asciutta,  ripulita  dall’umido  ed  appiccicoso  fluido lunare dalla conoscenza oscura e dalle antiche facoltà magiche sensuali, simbolicamente di Babilonia.
 
Nel Codex Nazareno, sette vigne sono create dalla divinità, cioè una vigna per ogni civiltà e Generazione. Sette sono le teste della Bestia. Hanno bevuto il vino dell’ira di Dio e anziché purificare i tre corpi, fisico, emotivo e mentale hanno adorato la Bestia, cioè hanno seguito ed applicato i suoi insegnamenti oscuri. Alla settima coppa: “E Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle la coppa del vino del furore della sua ira” (XVI, 19). Le coppe sono ripiene del vino della vendemmia del giudizio.
 
Al sesto stadio o civiltà avviene sempre uno scontro, una grande battaglia tra le forze evolutive e le forze cristallizzanti e inerziali. La guerra è avvenuta al sesto stadio della civiltà atlantidea, avverrà presto al sesto stato della Quinta Generazione. E nella sesta civiltà del Sesta Generazione avverrà lo scontro o l’Armageddon finale.
ARMAGEDDON
 
E vidi dalla bocca del Drago e dalla bocca della Bestia e dalla bocca del Falso Profeta, tre spiriti immondi, simili a rane, sono, infatti, spiriti di demoni che operano segni, vanno a radunare i re di tutta la terra abitata, per raccoglierli per la guerra del giorno, il grande di Iddio l’onnipotente (XVI, 13-14).
 
Ed  ecco  apparire  tre  figure  in  noi  (XVI,  13),  il Drago, cioè il male nella nostra volontà, nelle viscere; la Bestia, cioè il male nel sentire, nel petto; l’orgoglio, il Falso Profeta o Pseudoprofeta, il male nel pensiero, la voce in noi che ci ispira le False Verità, le false profezie. Le tre parti che riassumono tutto il nostro essere caduto, ormai assommato nei suoi archetipi, nelle sue guide, nel suo essenziale smascherato.
 
Dalla bocca giunge la parola espressione del pensiero, la parola nel senso del bene. La parola in bocca al Cristo è la spada a doppio taglio dell’evoluzione. Dalle bocche dei Tre Demoniaci escono tre spiriti immondi simili a rane, ripugnanti. L’uomo deve imparare a distinguere il bene, bello e il vero, dal male ripugnante, dal falso. Le tre rane sono spiriti di menzogna e rappresentano falsità, bruttura e cattiveria, opposte a verità, bellezza e bontà.
 
E li radunarono nel luogo, il chiamato in ebraico Armageddon (XVI, 16). Giovanni dà un nome a questo scontro finale fra le Forze della Luce e delle Tenebre: Armageddon, parola che è l’equivalente greco del termine ebraico har megiddon (la montagna nel territorio di Meghiddo). Questo evento fu previsto perché inevitabile, in tutte le antiche profezie, presenti nelle scritture di ogni popolo.
 
Emil Bock propone per Armageddon: montagna della soglia. Li radunano nel luogo di Armageddon, Armageddon è un campo di battaglia, un luogo dove, secondo la Rivelazione o Apocalisse di Giovanni si radunerebbero Tre figli delle Tenebre e i re della terra loro alleati contro la discesa dal cielo del Figlio di Dio. I re della terra sono i potenti che gestiscono a loro piacimento le ricchezze della terra, corrompendo minacciando e quando è il caso uccidendo chi sbarra il loro cammino di razzia e di dominio.
 
Da ambo le parti si radunano tutte le forze per combattere la lotta ultima. Siamo alla sesta coppa dell’ira. La battaglia finale l’Armageddon viene combattuta su una montagna, la montagna del Guardiano di Soglia dell’umanità. La battaglia di Armageddon si combatte e vince qui sulla terra, interiormente ed esteriormente, affinché ogni individuo stronchi definitivamente ogni legame con il Male. Sono le Forze del Male, che hanno creato e “mantenuto in essere” il moderno mondo materialistico con l’importanza che esso dà alle forme e al denaro. Le istituzioni finanziarie centrali e le criminali organizzazioni finanziarie e industriali associate hanno come obiettivo imporre il controllo assoluto sul sistema finanziario mondiale per controllare i processi politici dell’occidente.
 
Il Maestro M. avverte di non sottovalutare questo evento inevitabile. Occorre prendere in seria considerazione l’Armageddon e il conseguente inquinamento di tutta l’atmosfera. Infatti, non solo gli strati terrestri che ci circondano sono infetti per via della decomposizione, ma anche le sfere lontane del Mondo Sottile (per non parlare di quelle più vicine alla Terra). L’Armageddon non è solo una guerra fisica. È un complesso di rischi incalcolabili, tra cui le epidemie, ma le conseguenze più disastrose sono le perversioni psichiche. Gli uomini diffideranno l’uno dell’altro e faranno a gara nel far male. Odieranno chiunque non è dei loro, divenendo irresponsabili e depravati. A tutte queste follie se ne aggiungerà un’altra, la più vergognosa: il conflitto fra maschi e femmine. Mentre Noi insistiamo sulla piena uguaglianza di doveri e diritti, gli schiavi delle tenebre estrometteranno le donne da molti settori, là dove sono più benefiche. (Sovramundano II, 286).
 

LA SETTIMA COPPA DELL’IRA
 
Poi il Settimo Angelo versò la sua coppa nell’aria; e dal Tempio uscì una gran voce proveniente dal Trono, che diceva: “È fatto”. E si fecero lampi voci e tuoni e ci fu un gran terremoto tale che da quando gli uomini sono stati sulla terra, non si ebbe mai un terremoto così grande e così forte. La grande città si divise in tre parti, e le città delle nazioni (materialistiche) crollarono e Dio si ricordò di Babilonia la grande per darle la coppa del vino della sua ira ardente (XVI, 17-19).
 
Una grande voce uscì dal Trono e dal Tempio. il Trono di Dio è quello descritto al capitolo quarto. E la Voce che dice è fatto, è compiuto, il tempo ciclico e concluso, l’evoluzione nel tempo è finita. E accaddero fulmini, boati, tuoni e un grande terremoto una meravigliosa quadruplicità, che si riferisce oltre ai fenomeni fisici sul pianeta, anche al genere umano e precisamente al corpo fisico con i terremoti, al corpo eterico con i tuoni, al corpo astrale o emozionale con i boati, ed infine al corpo mentale inferiore con i lampi.
 
La grande città divisa in tre parti è l’umanità, divisa in tre gruppi di persone, quelli che sono sotto il dominio dell’aspetto materiale, cioè della forma e dei suoi appetiti, quelli che si sono liberati dalle catene della bestialità ed hanno elevato la loro coscienza verso mondo spirituale, cioè al divino,  e una parte intermedia che è preda sia dei desideri di dominio e sia sensibile alla voce dello spirito. Cadono le città che erano sotto l’ammaliamento di Babilonia, la magia nera, oggi prettamente bio-tecnologica perversa ed egoistica. le città sono tutto ciò che è terreno nella misura in cui non si sono lasciate compenetrare dal Cristo. Le città dei pagani, nella misura in cui sono rimaste ter­rene, e hanno preso come realtà solo ciò che è sensorialmente perce­pibile, tutto questo precipita.
 
Quando saranno trascorse la sesta e la settima epoca, che cosa avrà fatto l’uomo di se stesso? Che cosa avrà egli fatto del suo corpo? Si potrebbe ipotizzare gli uomini evoluti della settima epoca con corpi affinati, spiritualizzati, e viceversa coloro che invece hanno indurito in sé il principio della materia, conservando in sé le parti più grossolane della materia, precipitino come scorze in quella sfera materiale che rimarrà quale residuo dopo l’epoca che viene indicata mediante il suono delle trombe. Per quanto riguarda il pianeta terra la visione è distruttiva la chiusura definitiva di un ciclo.
 
Ed ogni isola fuggì, e non si trovarono monti. E grandine grande come del peso d’un talento scrosciò dal cielo sugli uomini, e gli uomini bestemmiarono Iddio per il flagello della grandine, poiché è davvero grande il flagello di essa (XVI, 20-21).
 
Nell’ultima epoca, quella indicata dal suono della Settima Tromba, ci fu un gran terremoto tale che da quando gli uomini sono stati sulla terra, non si ebbe mai un terremoto così grande e così forte e poi le isole scompaiono tra i flutti, i monti scompaiono in un cataclisma planetario accompagnato dalla grandine, da pietre di ghiaccio da cielo, che rappresenta l’interpretazione per quei tempi della caduta dallo spazio di meteoriti che flagellano la terra. È la conclusione del ciclo terreste indicato con “T4” l’attuale pianeta Terra.
LA GRANDE MERETRICE E LA CADUTA DI BABILONIA
 
Poi uno dei 7 Angeli dalle 7 coppe s’avvicinò a me e disse: “Vieni, voglio mostrarti il giudizio della Grande Meretrice che sta seduta su acque copiose; con essa i re della terra hanno fornicato e col vino della sua prostituzione si sono inebriati gli abitanti della terra” (XVII, 1-2).
 
Tutti i Sette Angeli erano delle coppe presenti, ma solo uno degli angeli mostra a Giovanni la Grande Meretrice, e non poteva essere il settimo, quanto tutto è concluso, e Giovanni e mancano ancora sei capitoli alla conclusione, presumibilmente è il Sesto e il riferimento è alla corrispondente civiltà.  Le acque che tu hai visto, e sulle quali siede la prostituta, sono i popoli, le moltitudini, le nazioni e le lingue. La Donna è anche seduta  sulla Bestia scarlatta a 7 teste e 10 corna, ed è indicata come la Donna prostituta. Con i termini prostituta e Babilonia, exotericamente si è quasi sempre pensato alla sfera sessuale, il rapporto col potere terreno, è un grado ancora più profondo di prostituzione. Si è prostituita con i potenti, i re della Terra. Si è prostituita  con tutti gli uomini – ubriachi del vino della sua pro­stituzione. Il vino della prostituzione è l’anima personale (kama-manas) che viene spinta dal basso, quindi nel corporeo, dai desideri in base al successo terreno.
 
Mi trasportò quindi in spirito nel deserto, dove vidi una Donna seduta sopra una Bestia Scarlatta, piena di nomi blasfemi, con sette teste e dieci corna. La Donna era vestita di porpora e di scarlatto, tutta adorna di gioielli d’oro, pietre preziose e perle; teneva in mano una coppa d’oro ricolma di abominazioni e di impurità della sua prostituzione. Sulla fronte portava scritto un nome simbolico: “Babilonia la grande, la madre delle meretrici e delle abominazioni della terra”. E potei scorgere come la Donna fosse ebbra del sangue dei santi e del sangue dei martiri di Gesù. E mi proferì l’Angelo: “Perché ti sei stupito? Io ti affermerò il mistero della Donna e della Bestia che la porta, che ha le sette teste e le dieci corna” (XVII, 3-7).
 
Giovanni fu trasportato in spirito nel deserto, simbolo della materia e della terra e della solitudine, dove vide una Donna seduta sopra una Bestia Scarlatta. Nel deserto aveva trovato rifugio anche la Donna rivestita di Sole. A livello misterico Giovanni subì l’esperienza della solitudine nel deserto del Sé personale. Lì vide la Donna seduta sulla Bestia scarlatta. Questa è la visione dell’anima umana unita alla Bestia della materialità cioè prigioniera dell’animalità. La Donna Meretrice è la parte oscura cioè materiale della Donna Celeste, la spirituale. Abbiamo nello scritto misterico due Donne opposte tra loro, una rivestita di luce, l’altra di pura materialità, qui sta la soluzione del mistero. Il Drago rosso scarlatto con sette teste nemico della Donna rivestita di Sole è la controparte maschile della Donna della materia.
 
La Meretrice teneva in mano una coppa d’oro ricolma di abominazioni e di impurità della sua prostituzione, bella esternamente e impura dentro. La parola greca corrispondente a scarlatto ci dice che viene dalla cocciniglia, quindi dal mondo degli animali terrestri. Il colore scarlatto è anche il colore del sangue ed indica il dolore dell’anima umana unita all’animale.
 
La Donna scarlatta è chiamata la grande prostituta, e il suo compagno o controparte maschile è la Bestia scarlatta emblemi della femmina e del maschio. A livello macrocosmico abbiamo il Centro Polare, il vero utero della creazione, che veniva indicato dalla costellazione della Coscia, chiamata in Egitto la Khepsh di Tifone, l’antico Drago nel nordico luogo di nascita del Tempo nel cielo.
 
A livello microcosmico, la prostituzione è il pervertimento dell’anima, perché prostituirsi vuol dire degenerazione delle forze dell’anima – ma non solo nella sfera sessuale, ma a tutti i quattro livelli del quaternario di base. La perversione verso lo Spirito è la blasfemia (blasphemìa). La perversione verso l’Anima è l’impurità (a-kàtharsia). La perversione verso il corpo è abominio (bdelygmà). La Donna sulla Bestia rappresenta l’umanità che non ha superato la tentazione di prostituire il potere mentale per accrescere il potere personale egoistico separativo di sfruttamento e di dominio e perversione sessuale.
 
La Donna rivestita di porpora e di scarlatto, sulla fronte portava la scritta Babilonia la Grande, il nome rappresenta l’essere planetario che nutre il quaternario fisico.
 
L’Angelo dice a Giovanni “Io ti svelerò il mistero della Donna e della Bestia che la porta, che ha le sette teste e le dieci corna”. Il Tabernacolo eretto da Mosè nel “deserto” di forma quadrata era ricoperto con “dieci” teli di lino di color viola, porpora e scarlatto, ciascuno lungo 28  (7x4) cubiti e largo 4 cubiti. Il numero 28 è quello del ciclo lunare della gestazione, il numero 4  rappresenta molte cose tra cui i quattro elementi, il mondo materiale.
 
La Bestia che hai visto era e non è, e sta per salire dall’Abisso, ed andrà in rovina; e stupiranno gli abitanti della terra di cui non è scritto il nome nel Libro della Vita spirituale da creazione di cosmo, guardando la Bestia che era e non è, e sta (XVII, 8). La Bestia che sale dall’Abisso con Sette Teste, che era cioè è stata, e non è stata cioè che deve ancora manifestarsi, ma che adesso sta, è il simbolo dell’evoluzione, si riferisce ai sette aspetti materiali, le manifestazioni terre, di continenti su cui dimorano le Sette Generazioni quattro passate, una attuale due che devono manifestarsi.
 
Nell’Apocalisse ci sono due cammini fondamentali: uomini che percorrono un cammino evolutivo, i cui nomi sono scritti nel Libro della Vita e uomini che scelgono volontariamente il cammino opposto verso l’abisso e verso l’ottava sfera, e i cui nomi stanno scritti nel Libro della Morte.
 
L’interpretazione concernente l’evoluzione delle Generazioni di uomini mette in relazione le sette teste della Bestia di color scarlatto, il colore del sangue, con le Sette Razze Madri dell’umanità.
 
E qui è la mente che ha la Sapienza. Le sette teste sono sette montagne (sette Continenti abitati da sette Razze) sulle quali siede la Donna (la Grande Meretrice). E ci sono sette re; cinque sono caduti, uno è, e l’altro non è ancora venuto, quando verrà – dunque il settimo – egli deve restare poco tempo (XVII, 9-10).
 
Giovanni scrive dell’esistenza del Libro della Vita spirituale fin dalla Fondazione del mondo o Creazione del cosmo. L’evoluzione procede per piccoli settenari, per medi settenari e per grandi settenari. Abbiamo sette montagne, un settenario di montagne: l’evoluzione della corporeità; poi, la Don­na ci si siede sopra, un settenario dell’evoluzione dell’anima. I sette Re rappresentano le sette Generazioni umane che evolvono verso i mondi spirituali o stati di coscienza superiori.
 
Cinque Re sono Caduti significa che l’uno viene seguito da un altro, sorgono e scompaiono, perché evolu­zione nel tempo vuol dire sorgere e sparire. I cinque Re caduti sono le Quattro Generazioni o Razze-Radici passate e parte della Quinta. E nell’altro, “che non è ancora venuto”, il riferimento è alle future Generazioni o Razze-Radici, la Sesta e la  Settima. La Donna vestita di porpora e scarlatto e il Drago scarlatto rappresentano la parte inerziale della materia e ciò che la anima, che si oppone all’evoluzione che vuole la loro redenzione o sublimazione e lotta contro lo spirito.
 
E la Bestia che è stata e ora non è, è anch’essa un ottavo re e viene dai sette e se ne va in perdizione (XVII, 11). Questa ottavo re che viene dai sette è quello che regna sull’Abisso della bestia, sull’Ottava Sfera, quella del male, quale risultato di ciò che è sprofondato nell’Abisso, di ciò che è stato separato dall’evoluzione terrestre. Una scoria morta, come una Luna che gira attorno alla Terra nuova. E alla fine se ne andrà in perdizione, uscirà completamente dallo schema di evoluzione.
 
E le dieci corna che hai visto sono dieci re, che non hanno ancora cominciato il loro regno, ma diverranno re e riceveranno potere insieme alla Bestia per un’ora. Questi re hanno solo uno scopo e danno la loro forza e il loro potere alla Bestia. Costoro guerreggeranno contro l’Agnello e l’Agnello li vincerà perché è il Signore dei signori, il Re dei re (XVII, 12-14).  
 
Il corno è simbolo di sovranità, e di forza fisica. Il testo distingue due tipi di Re, Sette Re maggiori di cui uno è per la Quinta Generazione o Razza Madre, e poi altri dieci re minori che non hanno ancora cominciato il loro regno. Ogni Generazione è suddivisa in sette civiltà cui corrispondono altrettanti re minori. Poiché Giovanni scrive la Rivelazione nel quarto periodo Pietro Archiati ipotizza l’epoca dei dieci re a partire appunto dal quarto periodo. Tre re che verranno sono quelli della quinta, sesta e settima civiltà di questa Quinta Generazione o Razza radice. Altri Sette Re appartengono alla successiva Generazione, la Sesta Razza Madre. Giovanni scrive che i dieci re riceveranno potere insieme alla Bestia per un’ora, non un giorno o un anno. Alla Bestia con 7 teste e 10 corna viene data potestà di agire su tutti per 42=6x7  mesi (XIII, 5), per 6/7 unità di tempo per un ciclo di 7x7=49 mesi; il tempo riferito a una Generazione o Razza Madre, è 7 mesi. Dividendo i 7 mesi del tempo di una Generazione, abbiamo un mese, dividendo ancora per  30 abbiamo un giorno, ed infine dividendo per 24 abbiamo un’ora. Pertanto un’ora è 1/(7x30x24) cioè 1/5040, dell’intero ciclo di una Generazione o Razza Madre. Troviamo il numero 5040 che compare nel Libro della Formazione o Creazione, Sepher Yetzirah (IV, 16).
 
Sette lettere doppie … Due mattoni costruiscono due case; tre mattoni costruiscono sei case; quattro mattoni costruiscono ventiquattro case; cinque mattoni costruiscono centoventi case; sei mattoni costruiscono settecentoventi case; sette mattoni costruiscono cinquemilaquaranta case.
 
Il Demiurgo costruisce la “Casa”, il creato, con le 7 lettere  doppie chiamate dal Sepher Yetzirah “mattoni o pietre” al quarto capitolo del Libro della Creazione, e al verso 16 (4x4). Le lettere sono paragonate ai mattoni della costruzione: Sette mattoni creano 7x6x5x4x3x2x1=7!=5.040 case. Questo numero non è privo di significato, in quanto Platone nelle Leggi, parla di una Città Ideale formata da 5040 lotti urbani. Il rapporto 1/5040 che indica un’ora di una Generazione o Razza Madre ci dice che equivale a 1/5040 della Casa, della Città, abitata da Una Generazione o Razza Madre. La Donna che hai visto è la grande Città, che ha dominio sui re della Terra (XVII, 18).  E ancor prima Giovanni scrive e la Grande Città venne divisa in tre parti (XVI, 19), la Grande Città è Babilonia, ed è anche la Terra, e infine il nostro corpo fisico.
 
Archita, il Pitagorico commentando la città ideale, scrive che il numero 5.040 è divisibile per tutti i numeri della decade: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10. Ritroviamo nella decade il numero 10. Questi dieci re che hanno solo uno scopo e danno la loro forza e il loro potere alla Bestia sono quelli che dominano sulla Terra, o che bramano il potere terreno. Giunge un periodo breve di dominio dei 10 re della Bestia per un’ora un tempo breve durante il quale si dividerà l’umanità, per libera scelta tra il regno nel mondo spirituale o il regno nell’ambito del potere: o regno dello spirito, o regno del potere della Bestia.
 
A livello individuale, interiore, i re che la Bestia porta in sé sono i dominatori del nostro essere personale, rappresentano la tendenza, l’impulso, l’anelito nei confronti del potere terreno che ci hanno comandato e continuano a dominarci prima della nostra liberazione. Combatteranno contro l’Agnello, e l’Agnello li sconfiggerà. Bestia e Agnello contrapposti, come Potere terreno e Amore spirituale. Poiché l’Agnello, il Cristo è il Re dei re, vince sui poteri materiali o re terreni.
 
Le dieci corna che hai viste e la Bestia odieranno la Prostituta, la spoglieranno e la lasceranno nuda, ne mangeranno le carni e la bruceranno col fuoco, La Donna che hai vista simboleggia la città grande, che regna su tutti i re della terra (XVII, 17-18). Il re e i potenti della terra consumeranno e impoveriranno il pianeta corpo della Donna della terra.
 
Dopo queste cose, vidi un altro Angelo discendere dal cielo, avendo gran potestà e la terra fu illuminata dalla sua gloria. E gridò in voce vigorosa dicendo: È caduta, è caduta Babilonia la grande ed è divenuta un albergo di demoni, e custodia di ogni spirito immondo, e custodia d’ogni uccello immondo e custodia di ogni bestia immonda ed aborrita. Perché tutte le nazioni hanno bevuto del vino della sua sfrenata prostituzione, i re della terra si sono prostituiti con essa e i mercanti della terra si sono arricchiti del suo lusso sfrenato (XVIII, 1-3).
 
La Babilonia della visione di Giovanni ha portato allo sviluppo dei poteri psichici e al lato oscuro della forza. Giovanni ha indicato Babilonia come rappresentante della corruzione morale, albergo di demoni, spiriti extra-umani che avidamente vogliono servirsi del corpo umano per mostrarsi, e promuovere se stessi fanno dell’uomo un posseduto. Babilonia rappresenta quel fascino ammaliatore dell’insegnamento passato e alla conoscenza lato oscuro della forza della materia l’ammaliamento di Babilonia, la magia nera, oggi prettamente bio-tecnologica perversa ed egoistica. La caduta di Babilonia è la caduta della spiritualità attraverso le passioni, e l’intera umanità che ha portato avanti ciò che ha vissuto a Babilonia. Coloro che si sono appropriati di conoscenze superiori per scopi egoistici, con la magia oscura, cadranno e verranno tagliati fuori dall’evoluzione. Fra coloro che cadono a Babilonia, vi sono solo uomini; è uno smarrimento umano.
 
Pietro Archiati dice che questo è il mistero della Bestia e del Falso Profeta: la possessione, che nel nostro tempo il fenomeno della possessione comincia a diventare sempre più forte. Custodia di ogni spirito immondo, una prigione di ogni uccello immondo, questi uccelli sono i pensieri prostituiti all’avidità al possesso al domino. Prigione di tutte le bestie impure e abominevoli, queste bestie hanno più a che fare con l’istintuale, con gli impulsi di volontà di dominio.
 
Vi sono tre tipi di Babilonia, quella della personalità ogni persona ricettacoli di desideri e pensieri di dominio e soddisfazione. Quella rappresentata dall’umanità giunta alla fine del ciclo evolutivo, ma che è rimasta prigioniera  dei demoni che ha allevato. Infine la terza, l’antica Babilonia che è anche la vecchia Gerusalemme il nostro pianeta la Quarta Terra “T4” che verrà sostituita dalla Nuova Terra o Gerusalemme Celeste “T5”.
 
Al versetto 3 sono citati i lamenti dei re e dei mercanti della terra, e al versetto 17 sono citati i lamenti di tutti proprietari di navi, di navi e tutti i timonieri e i naviganti. I re della terra simbolizzano il potere materiale, i mercanti  il denaro, e poi quelli che navigano nel mare dell’emotività – ma senza orientamento. Gettandosi sul capo la polvere gridano, piangono e gemono: “Guai, guai, immensa città, del cui lusso arricchirono quanti avevano navi sul mare! In un’ora sola fu ridotta a un deserto!”.
 
Per questo, in un solo giorno, verranno su di lei questi flagelli: morte, lutto e fame; sarà bruciata dal fuoco, poiché potente Signore è Dio che l’ha condannata (XVIII, 8). Ed un Angelo vigoroso sollevò una pietra come grande mola, e gettò nel mare dicendo: “Con tale sforzo sarà precipitata Babilonia, la grande città, e non si troverà più (XVIII, 21).
 
In questi due versetti è decretata la distruzione della Grande Città pianeta, Babilonia, la quarta Terra “T4”.
L’ARRIVO  DEL VERITIERO SUL CAVALLO BIANCO
 
Ed aveva nella sua mano destra sette stelle, e dalla sua bocca usciva una spada penetrante a doppio taglio, ed il suo aspetto come il sole che splende nella sua forza (I, 16).
 
“All’Angelo della comunità in Pergamo scrivi: “Così dice Colui che ha la spada, quella a due tagli, la penetrante” (II, 12).
 
Poi vidi il cielo aperto, ed ecco un cavallo bianco; colui che lo cavalcava si chiamava Fedele e Veritiero: egli giudica e combatte con giustizia … E le milizie che erano nel cielo lo seguivano su bianchi cavalli… E teneva nella destra Sette Stelle e dalla sua bocca usciva una spada affilata per percuotere con essa le nazioni ed egli sarà loro pastore in verga di ferro; ed egli pigerà il tino del vino dell’ardente ira di Iddio, l’onnipotente (XIX, 11-15).
 
STANZE DI DZYAN
 
Allora la compassione si risvegliò nel cuore del Possente – che cavalcava maestoso il Cavallo Bianco – ed Egli rispose loro dicendo: “Manderò a voi mio Figlio. Sarà rivestito di Fuoco per essere una torcia che illumini i Fuochi nei vostri cuori. Dai Fuochi così accesi la vera Luce splenderà su di voi” (Stanza VI Sloka 4 - Teogenesi).
 
PROFEZIA (Dagli archivi della Gerarchia Spirituale)
 
Dalle porte d’oro fino all’imo (fondo) della terra, dal fuoco fiammeggiante al cerchio d’ombra, cavalca l’Avatar segreto, brandendo la spada che trafigge. Nulla può impedire che s’accosti, e nessuno può dirgli di no. Verso le tenebre della nostra sfera Egli cavalca solitario, ed al suo avvicinarsi si vede la massima calamità ed il caos di ciò che cerca di resistere. Gli Asura (Demoni) si velano la faccia, e l’abisso di maya (la forma mutevole) vacilla fino alle fondamenta.
 
Nulla può impedire che s’accosti, e nessuno può dirgli di no. Verso le tenebre della nostra sfera Egli cavalca solitario, ed al suo avvicinarsi si vede la massima calamità ed il caos di ciò che cerca di resistere (Trattato sul Fuoco Cosmico).
 
COMMENTO
 
Dallo spazio giunge il l’Avatar Colui che possiede un immenso potere, cavalcando un cavallo bianco impugnando “una spada” che trafigge, un’arma rivolta verso i demoni oscuri che hanno e soggiogato le menti e drogato i cuori di quella parte dell’umanità sensibile al fascino del potere oscuro materiale. “Colui che Viene” giunge dallo spazio su un “Cavallo Bianco”, che simboleggia la sua forza, le scritture spiegano che il cavallo bianco è il cavallo del Sole. È per mezzo dei raggi solari che questa forza elettromagnetica inglobata nel cavallo, in termini moderni la sua astronave bianca (luminosa), è raccolta e distribuita a tutta la sostanza vivente appartenente al nostro sistema solare. La sua spada è la sua potente arma. Non verrà da solo, perché le milizie del cielo lo seguivano su “cavalli bianchi”.
 
Colui che Viene è accompagnato dal Comandante delle Legioni Celesti l’Arcangelo Michele, che è “uno con Dio”, o il suo “Alias”, per i compiti terreni. Secondo Peter Deunov (1864-1944) in questa epoca, un compito particolare e grandioso è svolto dall'Arcangelo Michele. Deunov afferma: "Attualmente, noi entriamo nell'epoca dell’Arcangelo Michele il quale è legato alle forze del Sole. E' la civiltà solare, dunque, che arriva sulla terra. Il Cristo è la luce interiore del mondo: tutti gli spiriti delle tenebre fuggono davanti a questa luce interiore".
 
Omraam Mikhaël Aïvanhov (1900-1986) afferma che le forze presiedute dall'Arcangelo Michele sono forze di equilibrio, di giustizia, quindi di discernimento tra il buono e il cattivo in vista di liberare ciò che è bene e di trasformare ciò che è male. Ma il bene e il male sono così strettamente uniti che non si possono separare prematuramente senza provocare lacerazioni. L'arte di separare i contrari è la più difficile che ci sia; ed è in natura che gli Iniziati si sono istruiti in quest'arte. Non è facile separare la noce dal suo mallo, ma la natura sa come farlo: essa lascia maturare il frutto, il mallo si apre da solo e la noce si libera. Il tempo della mietitura è quello in cui i frutti sono maturi. Bisogna quindi aspettare quel momento per separare il male dal bene, e tale separazione sarà operata dall'Arcangelo Michele. Solo l'Arcangelo Michele è in grado di vincere quest'egregora. Con l'aiuto del suo esercito, realizzerà ciò che da secoli le moltitudini implorano dal Creatore. La luce trionferà sulle tenebre: è stato predetto e così sarà. Perché non partecipare a quell'evento? I figli di Dio che saranno iscritti nel numero di coloro che avranno partecipato al combattimento dell'Arcangelo Michele, il Genio del Sole, questa potenza di Dio tra le più luminose, riceveranno il bacio dell'Angelo del fuoco. Tale bacio non li brucerà ma li illuminerà.
 
Giovanni scrive che nella sua visione il Cavaliere teneva nella destra Sette Stelle ma non precisa quali. Sappiamo che esistono due gruppi formati ciascuno con sette stelle, le Pleiadi e l’Orsa Maggiore, che in oriente sono rispettivamente dette le sette  sorelle spose dei sette fratelli. Le Pleiadi esprimono elettricità cosmica negativa, L’Orsa Maggiore elettricità cosmica positiva, insieme formano un potentissimo bipolo elettrico cosmico.
FIGURA 1. L’AVATAR CHE GIUNGE DALLO SPAZIO
 
Nell’antica tradizione indiana le Krittika, le Pleiadi, erano chiamate “le stelle del Fuoco”, e sono raffigurate da una fiamma o da una spada, divennero le nutrici di Kârttikeya un guerriero. Quando Kârttikeya fu affidato dagli Dèi alle Krittika, queste erano solo sei, una e Pleiade non si vede, per questo nel Mahâbhârata, Kârttikeya, è rappresentato con sei facce, come il cubo.
 
Secondo i Pûrana, l’ammasso stellare delle Pleiadi, le Krittika nakshatra è governato da Agni, e Kârttikeya di cui Marte è un alias, è associato ad Agni. Sirio, la Stella del Cane, è chiamata in molti antichi testi “la guida dell’intera schiera celeste”. Kârttikeya il figlio di Agni, il “Capo delle Legioni Celesti”, raffigurato armato di lancia, è dunque simile a Sirio e all’Arcangelo Michele. Michele in India è Kârttikeya, il figlio di Agni, il Fuoco dello spazio, in altri termini egli cioè nato dal fuoco. Kârttikeya è il condottiero delle schiere di Shiva nella lotta contro i Demoni nemici degli Dèi.
 
Da dove giunge il Colui che cavalca o dirige la bianca astronave stellare? Giunge da Sirio che è chiamata in molti antichi testi “la guida dell’intera schiera celeste”. Dal punto di vista della scienza dello spirito, Sirio che significa ardente, ha un profondo significato: “Il nostro Dio è un Fuoco che consuma” e Sirio è il simbolo sia dell’Anima Universale che dell’anima individuale.
 
Nel cosmo il Cristo Cosmico è Sirio l’ardente, in basso sul pianeta Terra è il Cristo che l’umanità attende ed  è Colui che sul simbolico cavallo bianco guida la schiera celeste, e a suo fianco in cielo come in terra vi è Michele al comando delle Legioni Celesti.
 
Nulla può impedire che s’accosti, e nessuno può dirgli di no. Verso le tenebre della nostra sfera Egli cavalca solitario, ed al suo avvicinarsi si vede la massima calamità ed il caos di ciò che cerca di resistere.
 
All’avvicinarsi del Cavaliere su Cavallo Bianco e delle sue legioni stellari, le forze oscure scateneranno calamità e Caos. Egli si avvicina, portando una Spada e chiamando su questo pianeta alla battaglia i guerrieri schierati dalla parte della Luce. Nei prossimi anni dobbiamo aspettarci un aumento del caos. La Guerra spirituale tra la Luce e le Tenebre continua a giocarsi a livello planetario senza esclusione di colpi. Le energie note come forze del male o nere, sono connesse a quello che è considerato il lato oscuro della natura. Sono manipolate da esseri umani grandi e materialmente potenti, dispongono di immense quantità di denaro e controllano la tecnologia. Questa è la battaglia connessa alla sesta civiltà della Quinta Generazione, la nostra.
 
Il Maestro D.K. conferma questa affermazione e spiega cosa avverrà. In questo ciclo mondiale particolare, la rottura o divisione fra le cosiddette forze bianche e nere avverrà durante il periodo della Sesta Razza nella ronda attuale. Verso la fine della Sesta Razza Madre, prima che emerga la settima, avremo il vero Armageddon del quale tanto si è detto (VI, 6 nota di V.P.). Un piccolo ciclo, corrispondente a questa battaglia e separazione finale, si verificherà durante la sesta sottorazza che si sta formando ora (V, 6 nota di V.P.). La guerra mondiale appena terminata e l’attuale ciclo di separatività e sconvolgimento non costituiscono il vero Armageddon. Le origini dei disordini e i semi dei disastri causati dalla guerra che ci è narrata nel Mahabharata (alla sesta sottorazza atlantidea IV, 6 nota di V.P.) e di quella attuale vanno ricercate rispettivamente nel mondo astrale (emozionale) inferiore e nel mondo astrale superiore.
 
I testi sacri indù narrano della venuta del Kalki Avatar su un cavallo bianco alla fine del Kali Yuga, per la distruzione finale del maligno, per il rinnovo dell’umanità e “il ritorno della purezza”, questo evento si riferisce non alla battaglia che avverrà alla sesta civiltà della Quinta Generazione, ma al conflitto finale alla sesta civiltà della Sesta Generazione o Razza Madre.
 
Durante un temporale i più cercano scampo anche in un rifugio poco sicuro, pochi affrontano tuoni e fulmini all’aperto. Del pari, solo una minoranza capisce la qualità sovramundana della vita: gli altri, resi scettici dalla paura, rifiutano l’idea (Sovramundano II, 310). Molti si nasconderanno altri risponderanno all’appello. Ciò che è predestinato non è accidentale e le cose accadono quando è l’ora. Le date predestinate allo scontro sono prossime, gli anni mancanti si contano sulle dita di una mano.
 
“Conosciamo le date prefisse della Terra e nulla può annebbiarci la vista. Il Custode delle date ci ha confidato la conformità delle forze e delle decisioni. Ieri fremevamo nell’attesa, ma oggi ci rallegra l’ardore della battaglia, sapendo che è destinata e foriera di vittoria.
 
“Signore delle Sette Porte, guidaci verso il sole, che abbiamo traversata la mezzanotte.
 
Le nostre frecce sono Tue, Signore.
 
Senza il Tuo Comando non entreremo nella città del riposo.
 
Né un’ora, né un giorno, né un anno si fermerà la nostra marcia;
 
Poiché Tu, il velocissimo, tieni le redini dei nostri cavalli. (Agni Yoga , 117)
 
Secondo il Kalachakra Tantra buddista, Kalki Rudracakrin verrà alla fine dell'Era Oscura su un cavallo bianco (in alcune descrizioni blu) da Shamballa per distruggere il male nel mondo. Questo Essere è anche noto tra i buddisti mongoli come Rigden Dragpo, o Jyepo (Djapo). L’Avatara dal “Cavallo Bianco” è dunque simile al Figlio di Dio sul cavallo bianco dell’Apocalisse di Giovanni. Nella lingua tibetana, “Rigden” è una parte del nome del Signore di Shamballa, che secondo le più antiche cronache combatterà egli stesso contro il Principe delle Tenebre, battaglia che avverrà sia nelle sfere sottili, e sia qui in terra, dove il Signore di Shamballa agirà mediante i suoi guerrieri terreni. Il suo nome in occidente è Melchisedech, l’Antico dei Giorni della Genesi ebraica. In uno dei Manoscritti esseni del Mar Morto, è descritto quale capo dei Figli della Luce, nel manoscritto si narra “La Guerra dei figli della Luce contro quelli dell’Oscurità”. La guerra si concluderà con la vittoria dei Figli della Luce e la sconfitta di Beliar o Belial, il capo dei Figli dell’Oscurità. Cristo quando fu sulla terra duemila anni fa, predisse: “Non sono venuto a portare la pace, ma la spada”.
 
La spada dello spirito è maneggiata dal Cristo e dai suoi collaboratori la Gerarchia Spirituale del pianeta, e per suo mezzo il male cosmico è arrestato. La spada del Veritiero separerà gli iniqui e i malvagi dagli uomini guidati dalla volontà di bene. “Le tenebre hanno incatenato l’umanità, ma il lampo della spada le squarcerà da cima fondo” (Foglie del giardino di Morya I, 283).
 
Poi vidi un Angelo che stava in piedi nel Sole che gridava a gran voce a tutti gli uccelli che volano in mezzo al cielo: Venite, radunatevi al grande banchetto di Dio. Mangiate le carni dei re, le carni dei capitani, le carni degli eroi, le carni dei cavalli e dei cavalieri e le carni di tutti gli uomini, liberi e schiavi, piccoli e grandi. (XIX, 17-18). Michele è l’Angelo del Sole che chiama a raccolta gli uccelli che volano nel cielo, simbolo di coloro che non sono prigionieri dell’elemento terreno. Gli uccelli sono considerati i messaggeri di Dio, come gli Angeli che sono rappresentati provvisti di ali.
 
Michele chiama a raduno le milizie del cielo: è l’inizio della lotta degli Angeli (Deva) e degli uomini risvegliati spiritualmente contro i Demoni (gli Asura) e dell’umanità piombata nella malvagità. È la lotta delle potenze celesti contro le potenze infernali, dell’opposizione tra gli stati superiori e gli stati inferiori. L’aquila, l’ibis, la cicogna, l'airone, gli uccelli in genere sono tutti nemici e distruttori dei rettili che strisciano sulla terra.
SCONFITTA DELLA BESTIA E DEL FALSO PROFETA
 
Vidi allora la Bestia e i re della terra con i loro eserciti radunati per muover guerra contro Colui che era seduto sul cavallo e contro il suo esercito (XIX, 19).
 
Al capitolo diciannove, verso diciannove, abbiamo lo scontro del Cavaliere sul Cavallo Bianco e della Bestia quella uscita dal mare e dei suoi servitori i potenti della terra. Diciannove rappresenta anche la ciclicità, perché ogni 19 anni le fasi lunari ricadono nello stesso giorno dell’anno solare, è l’incontro del Sole con la Luna.
 
R. Steiner predisse un secolo fa che in questo tempo due Signori Oscuri a cui ha dato il nome di Ahriman e Sorath si manifesteranno fisicamente e scenderanno in campo con tutti i loro seguaci. Ahriman è un Essere freddo come la notte sprona e da forza all’inclinazione umana a istituire l’egemonia del denaro, dell’homo economicus; assecondare una serie di sottili seduzioni intellettuali collocate ai confini del materialismo scientifico, egli è l’ispiratore del progresso tecnologico e scientifico che porta alla creazione di ibridi.
 
La Bestia salita dalle profondità della Terra il Falso profeta è Sorath, noto come il “Demone del Sole”, che si oppone al ritorno di Cristo e alla realizzazione del principio cristico nell'uomo. Nella nostra epoca attuale, Ahriman è per noi una grande minaccia, è infinitamente intelligente e ci sta aiutando a sviluppare la nostra civiltà tecnologica. Egli desidera che avanziamo a rotta di collo, molto prima che la nostra individualità e la nostra natura morale siano pronte per tali progressi. Vuole accorciare il nostro sviluppo in modo che non possiamo mai raggiungere il nostro vero obiettivo, ma solo un falso obiettivo fatto di godimento e infiniti beni materiali, ma solo per la minoranza che comanda. I re della terra sono i potenti che gestiscono a loro piacimento le ricchezze della terra, corrompendo minacciando e quando è il caso uccidendo chi sbarra il loro cammino di razzia e di dominio.
 
Lo scienziato, il tecnologo e l'inventore sono la preda naturale di Ahriman, ma tutti noi possiamo cadere vittime delle sue tentazioni. Ovunque ci sono egoismo e amore per il potere, alle forze oscure l'ingresso è facilitato. Questo essere lavora per incorporare saldamente le persone nella fisicità, incoraggiando atteggiamenti ottusi e materialistici e un intelletto ipocrita e asciutto.
 
Ma la Bestia fu catturata e con essa il Falso Profeta che alla sua presenza aveva operato quei portenti con i quali aveva sedotto quanti avevano ricevuto il Marchio della Bestia e ne avevano adorato la statua. Ambedue furono gettati vivi nello Stagno di Fuoco, ardente di zolfo. Tutti gli altri furono uccisi dalla spada che usciva di bocca al Cavaliere. (XIX, 20).
 
Nella Bestia e nel Falso Profeta, abbiamo a che fare con potenze che seducono l’uomo e che possiedono, in un contesto morale ed intellettuale, la volontà di portare l’umanità su falsi binari. R. Steiner spiega che vi saranno uomini sulla Terra che saranno come demoni, che vanno in giro, e in cui agiranno direttamente le potenze demoniache, gli uomini locusta del Pozzo dell’Abisso e questo è riferito alla quinta civiltà. Verrà il momento per coloro che non sono succubi della malia ipnotica della Bestia dovranno porsi seriamente la domanda incontrando un uomo: “È veramente un uomo oppure è un contenitore per gli spiriti demoniaci o arimanici?“
 
La natura inferiore della personalità è essenzialmente un quaternario: il corpo fisico, il veicolo eterico, il veicolo emozionale kama, e la mente inferiore detta kama-manas. I tre veicoli superiori, quelli dello Spirito, sono Atma-Buddhi-Manas, cioè volontà spirituale, intuizione, e mente superiore. L’uomo è un settenario, costituito dall’unione del tre e del quattro. Il più grande disastro che possa accadere all’unità umana, è quando la mente, Manas, il quinto principio, diviene indebitamente sviluppata, cessando di unire il superiore e l’inferiore, formando una sfera a sé, e diviene come la Bestia, e va in perdizione nell’Ottava Sfera (vedi capitolo uomini senz’anima).
 
Giovanni predice che la Bestia e il Falso Profeta, saranno entrambi gettati nello stagno ardente, e tutti gli altri che hanno sedotto quelli che portano il “Marchio della Bestia” compresi i Re (i potenti) saranno uccisi dalla spada di Verità che distrugge la menzogna e le immonde opere materiali.
 
Abbiamo due battaglie, la prima in questi tempi che vedono il primo sviluppo della sesta civiltà della Quinta Generazione. L’affermazione “il tempo è vicino” che si ritrova nell’Apocalisse è riferita alla nostra civiltà. La seconda, ancora lontana nel tempo, è quella finale che R. Steiner descrive come la guerra di tutti contro tutti, avverrà alla sesta civiltà della Sesta Razza Madre. Il Lago di Fuoco e l’Ottava Sfera sono riferiti all’evento finale. La Bestia e il Falso Profeta vanno nell’Ottava Sfera: furono gettati vivi nello stagno di fuoco e zolfo. Secondo Pietro Archiati il fuoco è l’incenerimento del calore dell’amore e lo zolfo è la decomposizione degli impulsi volitivi. In quella sfera cadranno coloro che a causa del loro stesso egoismo finiscono per separarsi dal proprio sé superiore e dal resto dell’umanità.
 
Il Marchio della Bestia caratterizzerà coloro che non solo avranno completamente ceduto alle lusinghe della Bestia ma saranno essi stessi diventati una parte di essa avranno soffocato la voce dell’anima, è quello che si intende vendere l’anima al diavolo. La restante gran massa che nonostante aver ceduto conserva ancora un barlume di luce resisterà si troverà retrocessa nel processo di evoluzione, torna indietro come nel gioco esoterico dell’oca. Nel quinto stadio terrestre, durante la Quinta Generazione si vede il risultato del karma: gli uomini porteranno in volto ciò che si è sviluppato dentro di loro. La maggior parte di essi avrà pareggiato il karma nel corso della propria evoluzione. Ma quelli che si sono appropriati di conoscenze oscure per scopi egoistici vengono tagliati fuori dall’evoluzione.
 
Questa esclusione non può verificarsi completamente durante il Quinto stadio terrestre. Durante questo attuale stadio terrestre si decide che cosa viene separato. Colui che conosce il Manas superiore, cioè la mente divina, ma la creazione di ciò che è duraturo può aver origine solo dall’elemento Buddhi, che è la ragion pura. La separazione completa, si verifica solo nel corso del Sesto stadio terrestre con il risveglio per una parte dell’umanità della ragion pura, Buddhi.
 
IL DRAGONE LEGATO PER 1000 ANNI – IL GIUDIZIO FINALE
E vidi un Angelo che scendeva dal cielo, ed aveva la Chiave dell’Abisso e gran catena sulla sua mano. Ed ebbe potere sul Drago, il Serpente l’arcaico, che è Diavolo ed il Satana, e lo incatenò per mille anni, e lo gettò nell’Abisso, e chiuse a chiave e sigillò su di lui, perché non seducesse più i popoli, fino al giungere al fine dei mille anni; dopo queste cose dovrà essere sciolto per poco tempo. (XX 1-3).
Il Dragone Rosso, è vinto, è vinto il materialismo, perché con la venuta del Cristo è stata contrapposta una concezione del mondo spirituale. In Satana ci imbattiamo in un’altissima entità che percorre altre strade di quelle che possono venire percorse sulla Terra, quelle del male cosmico. Ahriman o Satana è un’entità legata al male cosmico, rimasta ancorata alla fase cosmica del precedente sistema solare, quella del Sole Antico.
Satana è legato, ma dopo mille anni sarà di nuovo libero. Se Satana non fosse legato, al tempo presente, si manifesterebbe tutto ciò che, in effetti, potrebbe riversare completamente le coppe dell’ira. Se Satana non fosse legato, si mostrerebbe al mondo esteriore, in una maniera orribile il rapporto con ciò che oggi sulla Terra è presente come modo di pensare materialistico e come comportamento di vita materialistico. Di conseguenza, il più profondo cinismo annuncerebbe il materialismo come verità e stimolerebbe, nel Satana divincolato, una tale brama che questo prepararsi del modo di pensare materialistico e del comportamento di vita materialistico e questo avvicinamento attraverso le forze demoniache si vedrebbe come le malattie più spaventose e orrende.
Per 1.000 anni dura l’incatenamento della Bestia. La chiave del numero 1000 è uno dei misteri dell’antica Dottrina Segreta e della sua filosofia. Molto spesso quello che, s’intende per 1.000 anni, nella dottrina esoterica significa un lungo ciclo di una durata conosciuta solo dagli iniziati.
Il Tempo è un destriero con 7 raggi, e 1000 occhi, che non invecchia ed è pieno di fecondità. Si muove su 7 Ruote che girano su 7 mozzi: l’immortalità è il suo asse (Atharva Veda). Il trattato cabalistico ebraico Siphra Dtznenioutha (cifra svelata) quando parla del Caos Primordiale e dell’Evoluzione dell’Universo dopo una distruzione (Pralaya), lo confronta con un serpente che distende le sue spire: “Estendendosi di qua e di là, la coda nella bocca, la testa ripiegata sul collo, egli è irritato e in collera... egli osserva e si nasconde. Ogni mille Giorni si manifesta” (I, 16).
E vidi dei troni, e a coloro che vi sedettero fu data facoltà di sentenza, ed alle anime che erano stati decollati per la testimonianza di Gesù e per il verbo di Iddio, ed a quanti non avevano adorato la Bestia né la sua immagine e non ne avevano ricevuto il marchio sulla fronte e sulla loro mano; e vissero spiritualmente e tornarono in vita con il Cristo per mille anni. I rimanenti dei morti non vissero spiritualmente finché non furono giunti al fine i mille anni. Questa è la prima resurrezione. (XX, 4-5).
Nel ciclo settenario terrestre delle Generazioni nel pianeta Terra “T4” i mille anni rappresentano il trascorrere di un intero periodo generazionale, un’intera Generazione, il riferimento è all’ultima la Settima. Nel ciclo settenario della Terra i mille anni rappresentano il trascorrere del tempo dalla Terra4, alla Terra5, il nuovo pianeta che accoglierà l’umanità. Nella prossima fase evolutiva planetaria, Terra5, gli uomini saranno diventati Angeli oppure bestie.
Un certo numero di queste vite furono “ammesse”, e la marea della vita le trasportò consentendo loro di evolvere gradualmente. Le altre furono respinte, e come gruppo divennero temporaneamente quiescenti e non si manifesteranno in forma fisica fino al prossimo ciclo. Durante questo periodo di mille anni, sarà consentito solo alle anime evolute di tornare in vita cioè incarnarsi sulla terra.
E quando i mille anni saranno giunti al fine, Satana sarà sciolto dalla sua custodia, ed uscirà per sedurre i popoli, quelli nei quattro angoli della terra, Gog e Magog, per adunarli per la guerra: il loro numero è come la sabbia del mare (XX, 8).
Alla fine di questo periodo, le rimanenti anime torneranno a incarnarsi, portando con sé i loro desideri e ambizioni insoddisfatti. Questo, naturalmente, porta alle precedenti condizioni di squilibrio (guerre e pestilenze).
E salirono sulla superficie della terra e circondarono la schiera dei santi e la città diletta (La Gerusalemme Celeste?). E scese fuoco dal cielo e li inghiottì; ed il Diavolo, che li aveva sedotti, fu gettato nello stagno del fuoco e zolfo, dove anche la Bestia e lo Pseudoprofeta, e saranno messi alla prova giorno e notte per le ere degli eoni (XX, 8-10).
E dopo quest’epoca di preparazione spirituale di mille anni, Satana, cioè l’intero male per l’ultima volta attivo, tenterà di sedurre piccoli (Gog) e grandi (Magog) gruppi di uomini, dalle forze terrestri. Tenta di sfruttare le ultime forze, ma ormai non bastano, perché questo levarsi del male non è altro che il suo autoesaurimento.
E il mare rese i morti ch’erano in esso; e la morte e l’Ade resero i loro morti ed essi furono Giudicati (XX, 14).  
E tutto si trasformerà, crescerà, messo alla prova per le ere degli eoni, cioè fino alla fine della Terra. Queste condizioni, tutti artificiose, ora sono esse stesse eliminate e tutte le forme mentali e i modelli non formati dalla volontà divina vengono eliminati.
E la morte e l’Ade furono gettati nello stagno del fuoco. Questa è la morte, la seconda, lo stagno del fuoco. E se uno non si trovava scritto nel libro della Vita spirituale veniva gettato nello stagno del fuoco (XX, 15).
E la morte e l’Ade furono gettati nello stagno del fuoco. Cosa significa? Che l’Ade, il Purgatorio cristiano non avranno più ragione di esistere, il ciclo è terminato tutto ciò che è contenuto in quel serbatoio di morte che è l’Ade va distrutto riportato agli elementi primordiali. L’Ade degli antichi e, rigorosamente parlando, una località solo in senso relativo. Non ha un’estensione definita né un confine, ma esiste dentro lo spazio soggettivo; cioè, è al di là dei nostri sensi fisici. Tuttavia esiste, ed è là che le forme astrali di tutti gli esseri che hanno vissuto, attendono la loro seconda morte. Questa non-entità, il fantasma, rimanendo privo del suo principio pensante superiore (Manas) e che lo informa e il cui aspetto inferiore è l’intelligenza animale, non ricevendo più luce dalla mente superiore, e non avendo più un cervello fisico attraverso il quale agire, si estingue. L’anima buona o purificata unitamente al suo superiore lo spirito, è più o meno la vittima dell’oscura influenza del Drago. Se ha raggiunto l’ultima conoscenza dei misteri celesti e infernali, ossia la completa riunione con lo spirito, trionferà sui suoi nemici; altrimenti l’anima non può sfuggire alla seconda morte, ossia al “lago ardente di fuoco e zolfo” cioè gli elementi, nel quale chi vi è gettato subisce una “seconda morte”. Questa morte è la graduale dissoluzione della forma desiderio-mente (kama-manas) detta astrale nei suoi elementi primitivi.
  • Quella di Babilonia è la prima caduta nel male, il primo gradino dell’Abisso che consiste nell’omissione, nella mancata pratica del bene. Babilonia rappresenta uno specifico stadio terrestre, dominato dal desiderio e a tutte le forze che si oppongono al Cristo.
  • Il secondo gradino è il fatto che l’uomo viene posseduto in questo vuoto. È la caduta della Bestia e di chi si è posto accanto a lei e propriamente, del Falso Profeta, chi segue l’insegnamento e diffonde l’oscuro insegnamento della Bestia.
  • La terza caduta è quella di Satana, del Drago Rosso, del Demone Solare, ossia del male, nella misura in cui esso opera al livello del sistema solare. La terza tappa è la caduta delle forze di opposizione divine, nel modo in cui esse vengono chiamate: Satana.
    
Come vi è una chiave di lettura di questo libro misterico riferita al pianeta Terra, ma vi è un’altra chiave di lettura riferita al nostro Logos. Perché il riferimento al Logos? Perché in Lui ci muoviamo ci muoviamo e siamo il suo corpo di manifestazione. La città amata non può essere la vecchia Gerusalemme dove non vi era il campo dei santi, la città è la Nuova Gerusalemme che è formata dopo il periodo dei mille anni, in termini velati è la Quinta Terra “T5”. Ci sarà un ulteriore “Giorno del Giudizio” sul prossimo globo o pianeta, il Quinto “T5”, su cui dovrà evolvere l’umanità.
Il “Giorno del Giudizio” che vedrà un periodo di conflitto planetario sui livelli mentali tale da far sembrare insignificante l’attuale agitazione del mondo. Così nella Quinta Terra, ronda o globo, vedrà la sconfitta definitiva dei Signori dal Volto Tenebroso, e sarà Lui che e che provocherà la grande separazione, che chiamiamo il “Giudizio”. Questo causerà l’apparente distruzione una parte della famiglia umana, e la traslazione delle unità di coscienza che vi dimoravano su stati di esistenza più elevati e adatti al loro stadio d’evoluzione (Trattato del Fuoco Cosmico pag. 391).
Pietro Archiati nel suo commento all’Apocalisse (II pag. 54) al libricino divorato da Giovanni donato dall’Angelo che stava sul mare e sulla terra. E (l’Angelo) giurò a Colui che vive per i secoli dei secoli, che ha fatto i Cieli e ciò che in essi è contenuto e la Terra con tutto quanto contiene, e il mare con tutto ciò che vi è in esso: Non ci sarà più tempo (X, 6). Cioè il tempo non ci sarà più alla settima tromba. Ma nei giorni quando il Settimo Angelo eleverà la sua voce, e le trombe suoneranno, allora sarà compiuto il mistero di Dio, come l’aveva preannunciato ai suoi servi, i Profeti(X, 7).
Il tempo è concluso, è compiuto, e tutti e sette i gradini sono presenti perché tutti sono interiorizzati nella memoria, diventano dimensioni interiori dello spirito umano, dell’anima umana. Cos’è il mistero del Dio Padre? Il Figlio. Questo mistero che prima era nascosto in Dio Padre, poi è stato rivelato; l’evoluzione dell’umanità è il divenire manifesto del mistero Figlio della Divinità. Questa è la chiamata dell’uomo che, in quanto si cristifica, diventa sempre più divino: questo è il Mistero di Dio, che è la libertà dell’uomo. Il senso dell’evoluzione terrestre è quello di trasformare il cosmo di Intelligenza in un cosmo di Amore.

FIGURA 1. DA UOMINI AD ANGELI                                                                           
Quando Giovanni ci dice che l’Anima spirituale il Sé dell’uomo, è profondamente legata all’Angelo. P. Archiati spiega che Angelo, nell’Apocalisse, significa sempre il gradino evolutivo immediatamente seguente a quello umano, perché il senso della nostra fase evolutiva, Terra 4, a cui corrisponde la quarta coppa, è portare ciascun uomo a livello dell’Angelo, oppure l’uomo cade, torna indietro allo stadio animale. Il tempo non c’è più è riferito alla Quarta fase evolutiva “T4”. Nella prossima fase evolutiva planetaria, Terra5, a cui corrisponde la quinta coppa, gli uomini saranno diventati Angeli oppure bestie. Il riempitivo minerale, le scorie dell’ottava sfera “8“ viene lasciato cadere nell’Abisso, nel grande deposito di materia cosmica e una nuova forma. Quindi attraverso l’amore si verifica la trasformazione dell’intera creazione, avviene l’umanizzazione di tutto il creato.
Nel ciclo settenario dei pianeti i 1000 anni rappresenta l’avvenimento si verificherà su il globo successivo “T5”, nel Trattato del Fuoco Cosmico è detto che un definitivo Giorno del Giudizio si verificherà sul pianeta successivo al nostro, a metà del ciclo settenario 7/2=3,5 chiamato ronda. Il ciclo o ronda di un pianeta è secondo la sapienza orientale formato da 1000 Maha Yuga di  4.320.000 anni ciascuno che fanno un Giorno di Brahma di 4.320.000.000 anni, il ciclo o ronda attuale, quello della Terra è considerato il Quarto “T4”. Al termine della nostra ronda considerata un Giorno di Brahma seguirà una distruzione, la notte di Brahma un periodo cosmico di inattività detto Pralaya della durata simbolica nell’Apocalisse di 1000 anni, ma di 4.320.000.000 anni umani.
IL MISTERO DELLA GERUSALEMME CELESTE
 
E vidi un cielo nuovo e una terra nuova: il cielo e la terra di prima infatti erano scomparsi e il mare non c’era più. E vidi anche la Città Santa, la Gerusalemme Nuova, scendere dal cielo, da Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. Udii allora una voce potente, che veniva dal Trono e diceva: Ecco il Tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli ed egli sarà il Dio con loro, il loro Dio. Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non vi sarà più morte, né lutto, né grido, né pena esisterà più, perché il primo mondo è sparito (XXI, 1-4).
 
Dopo il Giudizio finale, alla fine dei tempi del nostro stadio terrestre “T4” il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più, il primo mondo è sparito, e a Giovanni viene mostrato un Nuovo Cielo e una Nuova Terra “T5”, la Nuova Gerusalemme. Giovanni sigilla la sua bocca sul periodo di silenzio che segue al Giudizio Finale. Solo dopo la Notte Cosmica sorge libera dalla materia grossolana la Nuova Gerusalemme “T5”, la nuova città o terra dell’umanità.
 
Come la Città Celeste è la sposa dell’Agnello, cioè il suo corpo di manifestazione, così il corpo umano inteso nella sua totalità materiale e spirituale, è il tempio e corpo di manifestazione dello spirito umano. Giovanni dice che la Nuova Gerusalemme scenderà dal cielo, perché rappresenta la Luce, cioè l’Intelligenza, la Saggezza Divina, che permette di organizzare e armonizzare le cose, viene sempre dall'alto, dal cielo, per realizzarsi in basso, sulla terra. La nuova Gerusalemme è l’umanità perfetta, è una vita sociale perfetta ed è questo il regno di pace e di giustizia dove regna Melchisedech, re di Salem, ed “Egli abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli“ cioè regnerà riconosciuto in mezzo agli uomini liberi dalla materialità e spiritualmente risvegliati.
 
Per i vili ed increduli, e abietti ed omicidi, ai fortificatori, agli stregoni agli idolatri, e per tutti i mentitori, la loro parte sarà nello stagno ardente di fuoco e zolfo, che è la morte, la seconda (XXI, 8). Il brano si riferisce al Giorno del Giudizio Finale, e alla seconda morte e la dissoluzione negli elementi dei corpi infernali composti da kama-manas, desiderio-mente diabolici.
 
Poi venne uno dei Sette Angeli che avevano le Sette Coppe piene degli ultimi sette flagelli, e mi parlò, dicendo: «Vieni e ti mostrerò la sposa, la moglie dell'Agnello».  Egli mi trasportò in spirito su una grande e alta montagna, e mi mostrò la santa città, Gerusalemme, che scendeva dal cielo da presso Dio (XXI, 9-10).
 
L’Angelo portatore della Coppa dell’ira che mostra a Giovanni la Gerusalemme Celeste, anche se non è specificato è il Settimo, l’ultimo, perché  il ciclo terrestre T4 è concluso.
 
Colui che parlava (l’Angelo) con me aveva una misura, una canna d’oro, per misurare la città, le sue porte e il suo muro. La città è un quadrato, e la sua lunghezza è uguale alla larghezza. Egli misurò con la canna la città: dodicimila stadi, e la lunghezza e la larghezza come pure la sua altezza sono uguali. Poi misurò il suo muro: centoquarantaquattro cubiti, a misura d’Uomo cioè dell’Angelo (XXI, 15-17).
 
Il testo greco recita: “Kai emetrηsen το teicos autes ekaton tesserakontatessaron pecωn, meθrωn anθrωpon, o estin aggelon”. Le traduzioni presentano due scenari completamente diversi.
 
Nella Bibbia della Cei-Ueci si legge: “Ne misurò anche le mura, sono alte centoquarantaquattro cubiti, secondo la misura in uso tra gli uomini adoperata dall’angelo”. Altre traduzioni affermano: “Ne misurò anche il muro, ed era di centoquarantaquattro cubiti, a misura d’uomo, cioè d’angelo”.
 
Nella Bibbia di Re Giacomo si legge:
 
“And he measured the wall thereof, an hundred [and] forty [and] four cubits, [according to] the measure of a man, that is, of the angel”. “Ed egli misurò la parete di lui, cento e quaranta e quattro cubiti, secondo la misura di un uomo, cioè dell’angelo”. Nella versione della Cei, l’Angelo semplicemente utilizza le misure dell’uomo. Nelle altre versioni le due misure sembrerebbero coincidere, così come l’angelo e l’uomo.
 
Già nell’undicesimo capitolo e prima del suono della Settima Tromba a Giovanni, ossia all’iniziato, viene data una canna simile a una verga e gli viene detto. “Alzati e misura il Tempio di Dio e l'Altare e il numero di quelli che vi stanno adorando”. Al ventunesimo capitolo, dopo il Giudizio Finale, un Angelo utilizza un’altra canna, una “canna d’oro” per misurare la Città Celeste. La città viene misurata con una canna d’oro, luminosa come il sole. Si tratta della misura che avrà un giorno l’uomo che si svilupperà fino a quella misura nel corso della settima epoca terrestre. La Nuova Gerusalemme Celeste per le sue proporzioni, le sue misure e gli elementi che la compongono sono un riflesso dell’Ordine cosmico.
 
E la città era quadrangolare, e la sua lunghezza era uguale alla larghezza; egli misurò la città con la canna, ed era dodicimila stadi (12x1000); la sua lunghezza, la sua larghezza e la sua altezza erano uguali” (XXI, 16). La Gerusalemme Celeste è un cubo di 12000x12000x12000 di stadi cubici. Il muro era di 144 cubiti (12x12) a misura d’uomo cioè di angelo, qui l’uomo è uguale all’angelo, e 144000 (12x12x1000)  è il numero dei Perfetti. L’uomo è un angelo racchiuso in un corpo materiale, ossia nel cubo della bestia, il cubo della corporeità, quello che è il numero dell’uomo Bestia 6x6x6, mentre l’uomo angelo misura con una canna d’oro (ossia di luce) il cubo celeste, che è 12x12x12. Il cubito è una misura sacra e le misure della Nuova Gerusalemme sono simboliche.
 
L’arca che Ziusudra, re di Shuruppak, (il Noè biblico) costruì, su consiglio del dio Enki, aveva la forma di un cubo, con ciascun lato di 120 cubiti. Il Debir del Tempio di Re Salomone al cui interno era posta l’Arca dell’Alleanza vegliata da due enormi Cherubini in legno d’ulivo e ricoperti d’oro è un Cubo perfetto di 20 cubiti di lato.
 
Anche nel Sepher Yetzirah appare il Cubo Celeste. I Dieci Sephiroth, i Tre ed i Sette, sono chiamati, nella Kabala ebraica, le Dieci Parole, D B R I M (Dabarim), i Numeri e le Emanazioni della Luce Celeste. Il Sepher Yetzirah narra che con i primi Quattro Sephiroth  Egli formò la sua dimora, il Cubo dello Spazio.     
Il Sepher Yetzirah associa al “Cubo dello spazio”, i restanti Sei Sephiroth alle sei direzioni dello spazio che sono generate dal Nome divino stesso, il Tetragramma YHVH (יחוח). I 12 bordi del Cubo sono i 12 segni zodiacali.
FIGURA 1. IL CUBO DELL’UOMO CELESTE YHVH
 
 
Da Dio – Cuore dell’Universo (Punto Centrale) – si dipartono distese infinite che si dirigono, l’una in alto (Zenit), l’altra in basso (Nadir), l’una a destra (Est), l’altra a sinistra (Ovest), l’una in avanti (Nord), l’altra indietro (Sud), svolgendo lo sguardo verso le Sei distese come un numero sempre uguale, Egli porta a compimento il mondo; Egli è il Principio e la Fine, in Lui si compiono le Sei fasi del tempo e da Lui ricevono la loro estensione infinita, tale è il segreto del numero Sette. (S. Clemente Alessandrino)
 
La Gerusalemme Celeste ha forma di Cubo delimitato con Dodici linee (spigoli). È possibile riferire le sue Sei Facce ai Sei “Giorni della Creazione”, riferendo invece il suo Centro, occupato da YHVH al Settimo Giorno, che è, infatti “il Giorno del Signore”, il luogo metafisico della Pace Divina. Al ventiduesimo capitolo si conclude la descrizione della Gerusalemme Celeste, la nuova creazione la nuova Terra. Nel Sepher Yetzirah la divinità crea utilizzando le 22 lettere dell’alfabeto ebraico, composte da 3 madri, 7 doppie, e 12 semplici.
 
Dodici semplici. Il loro fondamento è di dodici Frontiere Diagonali … E si estendono e vanno fino all’infinito e proprio loro sono le frontiere del mondo. Sepher Yetzirah (V, 2)
 
  • Il Tetragramma YHVH (יחוח) – I Quattro Elementi       4
  • Le direzioni dello Spazio - I Sei giorni della Creazione   6
  • I lati del Cubo nello Spazio – I Dodici dello Zodiaco     12
  • Le consonanti di Dio - Il numero della Creazione         22
       
La sposa dell’Agnello, la Gerusalemme Celeste, è di forma cubica. Nel simbolismo del cubo, come in quello del quadrato, si trova numero Quattro, il numero della forma perfetta ed equilibrata. Il Cristo, l’Agnello divino, si unisce con la sua Sposa, il Cubo della Creazione, per donarle la luminosità di una pietra preziosa, la trasparenza del cristallo.
 
Il suo splendore è simile a quello di una gemma preziosissima, come pietra di  cristallino. La Città è cinta da un grande e alto muro con dodici porte, sopra queste porte stanno dodici Angeli e con scritto i nomi delle dodici tribù dei figli di Israele. A Oriente tre porte, a Settentrione tre porte, a Mezzogiorno tre porte e ad Occidente tre porte. Le mura della Città poggiano su dodici basamenti, sopra i quali sono i dodici nomi dei dodici Apostoli dell’Agnello (XXI, 11-14).
 
Le mura sono costruite con diaspro e la città è di oro puro, simile a terso cristallo (XXI, 18). Le mura fatte di diaspro sono trasparenti come il cristallo. Il diaspro che lascia passare la luce, emana luce e non è altro che un'ininterrotta energia luminosa.
 
Le fondamenta delle mura della città sono adorne di ogni specie di pietre preziose. Il primo fondamento è di diaspro, il secondo di zaffiro, il terzo di calcedonio, il quarto di smeraldo, il quinto di sardonice, il sesto di cornalina, il settimo di crisolito, l'ottavo di berillo, il nono di topazio, il decimo di crisopazio, l'undecimo di giacinto, il dodicesimo di ametista. (XXI, 19-20).
 
Le fondamenta delle mura della Città sono adorne di ogni specie di pietre preziose. Il primo fondamento è di Diaspro, il secondo di Zaffiro, il terzo di Calcedonio, il quarto di Smeraldo, il quinto di Sardonice, il sesto di Cornalina, il settimo di Crisolito, l’ottavo di Berillo, il nono di Topazio, il decimo di Crisopazio, l’undicesimo di Giacinto, il dodicesimo di Ametista.
 
E' così che le pietre preziose sono generate dall'acqua e dal fuoco e per questo contengono sia il fuoco che l'umidità. Esse possiedono molte forze ed effetti. Molte cose si possono fare per mezzo loro, ma solo azioni buone e oneste che giovano all'uomo e non hanno a che fare con la seduzione, la fornicazione, l'adulterio, l'inimicizia, gli omicidi e altre simili pratiche che portano ai vizi e sono contrarie all'uomo. La natura intrinseca di quelle pietre preziose le porta infatti a produrre degli effetti buoni ed utili e ad evitare ciò che è cattivo e nocivo per l'uomo, come le virtù evitano i vizi e come i vizi non possono collaborare con le virtù. Santa Ildegarda.
 
Dodici pietre preziose divise in quattro gruppi di tre, dovevano ornare l’Efod, il pettorale di Aronne, il sommo sacerdote. Otto pietre del pettorale, e cioè la sardonice, il topazio, lo smeraldo, lo zaffiro, il calcedonio, l'ametista, il crisolito e il diaspro, in ordine diverso le ritroviamo citate nella Gerusalemme Celeste.
 
  • Primo gruppo: Sardonico; Topazio; Smeraldo.
  • Secondo gruppo: Turchese; Zaffiro;  Calcedonio.
  • Terzo gruppo: Giacinto (Opale); Agata; Ametista.
  • Quarto gruppo: Crisolito (Cornalina); Onice; Diaspro.
       
Le restanti quattro possono essere individuate. Onice è la traduzione dell'ebraico "soham", che però può essere tradotto anche come Berillo. Il Rubino, nell'originale ebraico è "nophek", una pietra rossa tradotta con "anthrax", Karchedon", Calcedonio. in ebraico "lesem", oltre che con Opale, potrebbe essere identificata secondo vari commentatori con l'Ambra, o proprio con il Giacinto. L’Agata dell'Esodo viene dall'originale ebraico "sebo", forse potrebbe essere identificata col Crisopazio.
 
Lo storico ebreo Giuseppe Flavio afferma che vi era una connessione tra le dodici pietre del pettorale di Aronne, i dodici mesi dell'anno e i dodici segni dello zodiaco.
 
Il Diaspro è una pietra che simboleggia profonda equità, giustizia, e compassione, pertanto rafforza le responsabilità, le scelte migliori per la nostra evoluzione. Viene associato al pianeta Marte e al segno zodiacale dell'Ariete.
 
Lo Zaffiro è una pietra blu rappresenta lealtà, saggezza, verità, sincerità e fedeltà, è associata al segno del Toro. "Se vuoi raggiungere la pace, prendi lo zaffiro orientale, perché genera concordia e rende l'uomo devoto a Dio", diceva il filosofo medievale Sant'Alberto Magno (1206-1280). Viene solitamente associato al pianeta Giove ed al segno del Sagittario.
 
Calcedonio probabilmente verde con strie di giallo, è una pietra che simboleggia la calma e la compostezza, ed armonia, purezza, fedeltà e speranza nell’immortalità. Per i Tibetani è una pietra di purezza, forte concentrazione e interiorizzazione dell'essenziale. Il calcedonio è tradizionalmente associato al pianeta Saturno e al segno del Capricorno.
 
Uno Smeraldo verde è caduto sceso dalla fronte di Lucifero a seguito del combattimento con Michele. Gli antichi dicevano che possedesse un potere profetico. «Un arcobaleno simile a smeraldo avvolgeva il Trono (IV, 3)». È solitamente associato al pianeta Venere ed al segno del Toro.
 
Sardonico roseo una varietà dell’Agata. Sardonice rosso cupo trasparente è una varietà di Agata, aiuta discernere la verità. È associata alla Luna e al segno della Vergine. La cornalina è sempre stata ritenuta legata all'energia del sangue. Essa è legata al pianeta Mercurio e al segno zodiacale dei Gemelli.
 
Cornalina o Crisolito dal greco "pietra d'oro", giallo ambra. Si dice che induca a pentirsi delle colpe commesse e che doni allegria a chi lo porta. È associato al pianeta Nettuno e al segno zodiacale dei Pesci.
 
Berillo colore del mare. È definita la "pietra del veggente": nell'Irlanda medievale gli indovini usavano sfere di berillo per scopi divinatori. Il suo corpo celeste è la Luna e il suo segno zodiacale è il Cancro.
 
Topazio verde dorato. Crisopazio verde pallido. Presso gli antichi egizi simboleggiava Ra, il dio del Sole. Di topazio sono le ruote del Carro del Signore nella visione di Ezechiele (1,16). Risulta associato al Sole e al segno del Leone.
 
Il crisopazio o crisoprasio è una varietà di quarzo. Il suo nome in greco significa "porro d'oro" perché si tratta di una pietra traslucida di colore verde come il porro. Secondo la leggenda, il diavolo lo ha in odio al pari dell'acqua santa; il suo pianeta è Venere e il suo segno è la Bilancia.
 
Il giacinto è una pietra varietà di zircone di colore arancione o rosso granato, ricordata già da Plinio il Vecchio. Quando l’Angelo  suona la sesta tromba compare una cavalleria: «Così mi apparvero i cavalli e i cavalieri, questi avevano corazze di fuoco, di giacinto, di zolfo (IX, 17)». Questa pietra rafforzerebbe le capacità mentali, ed equilibrerebbe le ghiandole pituitaria e pineale. Il suo corpo celeste è Plutone e il suo segno zodiacale è lo Scorpione.
 
Ametista pietra di colore violetto. È anche chiamata la "pietra dell'umiltà" per la sua supposta capacità di placare l'orgoglio e tradurlo in riflessione ed introspezione, favorendo la lungimiranza. Il suo pianeta sarebbe Urano, e il suo segno zodiacale sarebbe quello dell'Acquario.
 
I 12 confini (gli spigoli) del Cubo Celeste, sono assegnati alle dodici costellazioni zodiacali. Le mura della Gerusalemme Celeste fatte di cristallino diaspro sono segnate dal numero 12, dodicimila stadi di lunghezza e di larghezza un quadrato di 12x12 mila cubiti, ed alte 144=12x12 cubiti, ha le fondamenta ricoperte da gemme, associate alle perfezioni, alle virtù e ai 12 segni zodiacali.
 
Le mura servono come confine, e anche come protezione, ma da cosa? Ci devono proteggere dal Male Cosmico. Il Sommo Sacerdote ebraico indossava l’Efod adornato con le stesse Dodici pietre preziose divise in quattro gruppi di tre delle fondamenta del miro della Città Celeste. Secondo i cabalisti, le pietre dell’Efod in certi eventi alcune si accendevano di luce speciale per tale motivo erano dette “Urim Tumim”, accese o spente. Urim da or, luce, e significa acceso, e Tumim da tam, e significa spento.
 
E le dodici porte sono dodici perle, ciascuna porta è formata da una sola perla. E la piazza della Città è di oro puro, come cristallo trasparente (XXI, 21).
 
Le dodici porte sono formate con dodici perle. Queste perle sono un simbolo. Il regno di Cristo è paragonato ad una perla, che un mercante acquista dopo aver venduto tutti i suoi beni. Altra frase del Vangelo: "Non gettare le perle ai porci".
 
L’ostrica perlifera inizia a produrre la perla da un’impurità, un granello di sabbia. L’ostrica seguendo le fasi lunari secerne una sostanza che ricopre il granello, rugoso e irritante. Con il tempio strato dopo strato diventa liscio, brillante e sferico, la perla. L’ostrica perlifera è il principio femminile, la donna, che mette al mondo una perla, cioè il figlio, che simboleggia l’uomo puro e splendente cioè spirituale. La perla è il simbolo della nascita del bambino Gesù. Noi dobbiamo diventare come una perla. La perla simboleggia l’elemento acqua, la Luna, e la Madre, il suo colore e splendore indica la purezza. Non si può entrare nella Città Santa se non si è rinati nella purezza e nello spirito.
 
Perché la perla è assibilata ad una porta? Exotericamente perché l’ostrica che la contiene si apre e chiude periodicamente. Vi sono dodici porte, suddivise in tre gruppi di quattro come le costellazioni, le 12 porte zodiacali celesti. Nella Bhagavad Gita è detto: “In Me tutte le cose sono infilate come una collana di perle in un filo”. Questo filo luminoso è detto Sutratma, il filo di Atma lo Spirito immortale impersonale. Atma che, come un filo (sutra), penetra e lega fra loro tutti i mondi. Occorre passare vita dopo vita attraverso le dodici porte, fino a quando non si sarà appresa la lezione di vita l’essenza di quell’energia  cosmica. La perla è connessa al segno zodiacale del Cancro, la porta d’ingresso per quando si cade nella manifestazione, si percorre il cerchio celeste due volte, la prima volta per la materia in senso orario da Ariete a Pesci, la seconda volta per lo spirito in senso antiorario da Ariete a Toro, in totale 12+12=24.
 
Dodici Semplici. Fondò, incise, plasmò, combinò, soppesò, cambiò, e formò con esse i dodici Segni Zodiacali nel Mondo, dodici mesi nell'anno, dodici organi nell'anima maschile e femminile. Sepher Yetzirah (V, 3)
 
Il Sepher Yetzirah (V, 4) specifica dodici organi dell’anima maschile e femminile: due Mani, due Piedi, due Reni, Milza, Fegato, Bile, Intestino cieco, Colon, Intestino retto. Queste divisioni sono in realtà parti del corpo. Abbiamo altri dodici organi che però sono delle porte delle aperture: due occhi, due orecchie, due narici, una bocca quindi nella testa siamo 6+1=7 a sette. Poi altri cinque nel tronco, alcuni chiusi: due capezzoli, un ombelico, l’organo sessuale e l’ano.
 
E non vidi Tempio in essa, infatti il Signore Iddio, l’onnipotente è suo Tempio, e l’Agnello (XXI, 22). Poiché la Città Celeste è la sposa dell’Agnello, cioè il suo corpo di manifestazione, così l’uomo è il  tempio di Dio in cui dimora lo Spirito Santo, lo Spirito di Dio (S. Paolo I Corinzi).
 
La Gerusalemme Celeste si rivela quale modello eterno del Cosmo, perfetto Piano divino del corso del tempo; progetto del Grande Architetto dell’Universo, che contiene in sé tutte le pure essenze spirituali, le infinite Idee, platonicamente intese, di tutti gli enti passati, presenti e futuri.
 
La piazza della città era d'oro puro, simile a cristallo trasparente. Mi mostrò poi un fiume d'acqua viva limpida come cristallo, che scaturiva dal Trono di Dio e dell'Agnello. In mezzo alla piazza della città e da una parte e dall'altra del fiume si trova un Albero di Vita che dà dodici raccolti e produce frutti ogni mese; le foglie dell'albero servono a guarire le nazioni. E non vi sarà più cosa maledetta. Il Trono di Dio e dell'Agnello sarà in mezzo a lei e i suoi servi lo adoreranno; ed essi vedranno la Sua Faccia e porteranno il suo Nome sulla fronte. Non vi sarà più notte e non avranno più bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli (XXII, 1-5).
 
Accanto all'Albero della Vita nell’Eden esisteva l’Albero della Conoscenza del Bene e del Male, dal quale derivò la divisione del mondo in due sfere opposte: bene e male. Dopo il settimo stadio rimane solo l'Albero della Vita. Invece di essere divisa negli opposti, l'Essenza di Dio è ora intera e indivisa: i Suoi due volti si sono riunificati al di sopra del Bene e del Male, come i colori antitetici si sono riunificati nell'unità della Luce. Ad ognuna delle Sette Chiese, o tappa, c’è un premio per il “vincitore”. Prima tappa prima comunità: “Al vincitore darò da mangiare dell’albero della vita”. Alla Settima comunità e ultima tappa: “Il vincitore lo farò sedere presso di me, sul mio Trono”. Sia l’Albero della Vita che il Trono divino sono posti al centro della Gerusalemme Celeste.
 
Al centro della Gerusalemme Celeste si trova “l’Albero della Vita che produce ben dodici raccolti all’anno”, uno per ciascun mese. L’albero della Vita è l’immagine dell’Asse del Mondo a partire dal quale l’Universo si produce e da cui ottiene l’energia spirituale con cui nutre la propria esistenza.  Si possono associare i dodici raccolti o tipi di frutto ai dodici segni zodiacali. Il primo frutto rende l’uomo attivo, dinamico e deciso. Il secondo gli fornisce una grande sensibilità, molta gentilezza e bontà. Il terzo lo spinge verso la conoscenza e lo incita ad andare dappertutto, a interessarsi di tutto, a viaggiare. Il quarto gli dà una forte medianità per captare le onde e le presenze più sottili. Il quinto gli ispira una grande nobiltà d’animo e coraggio per aiutare a salvare gli altri. Il sesto purifica e pulisce. Il settimo dà la possibilità di unirsi alla Causa divina e ristabilire in sé l’Equilibrio cosmico. L’ottavo fa comprendere il senso della vita e della morte. Il nono permette di sdoppiarsi, di abbandonare il corpo fisico e di viaggiare nello spazio. Il decimo ispira la potenza, l’autorità per dominare se stessi e gli altri. L’undicesimo fornisce molto fascino e la capacità di attirare amici attorno a sé. Il dodicesimo stimola le rinunce e la sopportazione delle sofferenze e induce anche a vederne il lato buono e rallegrarsene (Omraam Mikhael Aïvanhov).
Ed aveva un grande e alto muro, ed aveva dodici porte, e sulle porte dodici angeli … ad oriente tre porte, ed a settentrione tre porte, ed a meridione tre porte e ad occidente tre porte; ed il muro della città ha dodici pietre di fondazione (XXI, 12-14). Le 12 porte rivolte verso i quattro punti cardinali: est, nord, ovest e sud. La Gerusalemme Celeste è, infatti, la "quadratura" del ciclo celeste, le sue porte sono corrispondenti ai dodici mesi dell'anno, nonché alle analoghe divisioni dei cicli maggiori, come la precessione degli equinozi che, nel sistema del mondo antico, è la più grande di tutti i cicli astronomici e quindi la più grande misura del tempo 12x12x180=25920.
 
FIGURA 2. GERUSALEMME CELESTE dall'Apocalisse di Saint-Sever (XI secolo)

 
Il numero 144 (12x12) menzionato nell'Apocalisse come misura delle mura della città è di natura solare e ciclica, 144x180=25920 è il numero di anni contenuti nel ciclo completo degli equinozi. Metà del cerchio celeste è 180° la linea degli equinozi divide in due semicerchi il cielo se moltiplichiamo per 360 raddoppiamo gli anni 2x25920 il ciclo del giorno e della notte. Tra gli Ebrei, il giorno è diviso in 24 ore e ogni ora in 1080 parti, dette halakim. Perciò ogni parte dura 3⅓ secondi, ossia 1/18 di un minuto. Il giorno è così diviso in 25.920 parti. Il riferimento implicito era al giorno equinoziale. Il ciclo precessionale è anche fornito dal calcolo 432x60 = 25.920 anni. Cinquanta cicli di 25920 anni fanno un Tetra Yuga 1260000, pari a tre Kali Yuga di 432000 anni.
 
La Divinità è assisa sul Trono al centro della Città Celeste e sappiamo che intorno al Trono vi sono i Quattro Viventi, e i Sette spiriti di Dio, sommando 1+4+7=12 troviamo il numero distintivo delle Gerusalemme Celeste. Inoltre il Trono è circondato dai Ventiquattro Anziani 2x12, un multiplo di dodici. In totale 12+2x12=36. Il numero 36 (3x12) è legato al conteggio del tempo, al ciclo. Plutarco in Iside e Osiride: “La cosiddetta Tetractis, ossia il trentasei, era la forma più alta di giuramento, come è stato rivelato, ed ha avuto il nome di Mondo”. Trentasei è il numero sacro che rappresenta il mondo. Il cerchio celeste, simbolo della vita ciclica, è formato da 360°, aggiungendo i due periodi di transizione tra un ciclo e l’altro si ottiene il numero chiave: 360+36+36=432. Il tempo di esistenza assegnato al nostro globo chiamato Terra è secondo l’insegnamento orientale pari a un Giorno di Brahma (Kalpa) cioè 4.320.000.000 anni umani o solari, a questo giorno segue una Notte di uguale durata, un Pralaya cosmico dove non esiste alcuna forma di vita incarnata. L’umanità dorme racchiusa in un grembo o arca, per poi ricominciare in un ciclo superiore, un nuovo Giorno, nella Nuova Terra, la Quinta “T5”. Quella che si svilupperà nel corso di un nuovo stadio terrestre viene definita dall’autore dell’Apocalisse la Nuova Terra, la Nuova Gerusalemme. Alla Vecchia Gerusalemme “T4” egli dà il nome di Babilonia fatta di Terra e dei suoi materiali, mentre la Nuova Gerusalemme “T5” è fatta del Cielo e dei suoi ingredienti spirituali. Quando l’uomo si sarà sviluppato fino alla massima fioritura e avrà raggiunto quello stato elevato non potrà più soffrire. Allora sarà arrivato al massimo grado della sua settuplicità. Qualunque cosa ci riserva il futuro, la nostra prima preoccupazione dovrebbe in ogni caso restare quella di edificare la nostra Gerusalemme Celeste interiore cioè il Corpo Causale (il “corpo dell’Anima”), sede della vera coscienza di sé, in cui soltanto può risvegliarsi la coscienza del Cristo in noi.
FIGURA 3. GIORNO E NOTTE