I Dardani
Stirpe Dardanica
Dardano e la sua famiglia nacquero nel continente primordiale che sotto il nome di Arcadia, è il nome del Terzo Continente abitato dagli uomini della Terza Generazione. Iasone non si sposò, mentre Dardano si unì con Crise, figlia di Pallante, e ebbe i figli Ideo e Dimante. Costoro ereditarono il regno da Atlante e governarono per un certo tempo in Arcadia. L’Arcadia era il luogo-continente primordiale e Pallante era considerato come un re primordiale educatore di Pallade Atena.
Dardano e Iasone regnarono, per un certo periodo in Arcadia e narra Dionigi d’Alicarnasso a seguito di una grande Diluvio, il Terzo, precisa Nonno di Panopoli, sarebbero fuggiti dall’Arcadia. Iasone non si sposò, mentre Dardano si unì con Crise, figlia di Pallante, e ebbe i figli Ideo e Dimante. Costoro ereditarono il regno da Atlante e governarono per un certo tempo in Arcadia. L’Arcadia era il luogo-continente primordiale e Pallante era considerato come un re primordiale educatore di Pallade Atena.
All’inizio di un’Età vi sono sempre Due Gemelli uno divino e spirituale, l’altro mortale e materiale. Il divino o spirituale apparentemente muore, o scompare dalle vicende materiali del mondo, cioè non partecipa alla creazione materiale o al governo del regno, che spetta al gemello terrestre che genera una progenie.
La Samotracia fu colonizzata dai misteriosi Pelasgi, poi dai Fenici. I Pelasgi sono i discendenti di Iasio, il fratello di Dardano, e venivano anche chiamati Pelargi o cicogne. Molti resti ciclopici delle opere dei Pelasgi si trovano sia in Grecia che in Italia; essi assomigliano molto alle rovine della civiltà Inca. Ai Pelasgi pare siano da attribuire anche i tumuli ed i dolmen. Platone farebbe derivare il loro nome da “pelagus”, il grande mare, ovvero l’oceano. È da lì dovevano esser venuti.
Dionigi d’Alicarnasso scrive che i Pelasgi arrivarono in Italia dalla Tessaglia sette generazioni prima della guerra di Troia. Nell’Iliade, il capostipite dei Troiani è Dardano, come lo stesso Omero fa dire ad Enea, quando egli ricorda ad Achille i propri antenati:
Io mi vanto d’esser nato figlio del magnanimo Anchise, e mia madre è Afrodite [...]. Se però vuoi conoscer bene tutta la mia stirpe, molti la sanno fra gli uomini. Dardano primo fu generato da Zeus adunatore di nubi, e fondò Dardania, perché la sacra Ilio, città di mortali, non si ergeva ancora sulla pianura, ma la popolazione abitava alle falde dell'Ida ricco d'acque.
I miti narrano due versioni del viaggio di Dardano apparentemente in contraddizione tra loro.
- Il mito greco narra che il viaggio inizia in Arcadia, per terminare in Troade. L’Arcadia per gli storici è una regione dell’antica Grecia, corrispondente al Peloponneso centrale. Questo è vero per il nome dato a una regione in ricordo di un antico mito. La stessa cosa è avvenuta con la fondazione di città. L’antica usanza di dare nomi alle città che si riferiscono a vicende mitiche o misteriche era in uso nell’antichità e in qualche misura è continuata anche nel nostro tempo, si pensi a quante città è stato dato il nome di Troia. In realtà Arcadia è nome dato dai Greci alla Terra o Continente Primordiale, quello della Terza Generazione.
- Nel mito italico, viceversa, il viaggio di Dardano inizia in Etruria, cioè in Italia. Secondo la tradizione latina, il padre di Iasione era il re dei Tirreni, Corito; e il suo gemello, Dardano, era figlio di Zeus e di Elettra. Corito fondò la città di Cortona, da cui Iasione e Dardano emigrarono, dopo aver diviso tra loro le sacre immagini. Iasione andò a Samotracia e Dardano nella Troade.
Le due tradizioni, quella che si riferisce all’Arcadia e quella che si riferisce all’Etruria sono entrambe vere, soltanto che si riferiscono a due tempi diversi e molto lontani tra loro.
Scrive Karóly Kerényi in Miti e Misteri, fu soltanto al principio di quell’età eroica, nella quale la storia del mondo cominciò in modo mitologico, al tempo in cui la terra già soffriva, perché l’umanità era diventata troppo numerosa, ed alcune grandi dee furono condannate a generare figli con i mortali. Si potrebbe dire che le storie degli Eroi entrino allora nel “tempo” inteso secondo la nostra concezione: tutto quanto era accaduto prima era “tempo primordiale” o “tempo” confuso ancora con il “tempo primordiale”. Sulla costa asiatica del mare greco, Afrodite, la dea dell’Amore si unì col pastore troiano Anchise, nipote di Laomedonte, che era stato punito da Eracle e gli partorì Enea, che non fu allevato da lei stessa, ma fu affidato alle Nife del monte Ida. Il figlio di Afrodite doveva rassomigliare di aspetto agli Dèi ed essere il solo a Troia, così protetto dagli dèi, da restare serbatoio della futura umanità.
La caduta di Troia e di Tebe che segna la fine dell’Età del Bronzo, quella della Quarta generazione, fu arbitrariamente stabilita nel 1.184 a .C., facendola coincidere con la distruzione di una città di nome Troia situata nell’odierna Turchia. La distruzione mitica di Troia e di Tebe ha il significato di fine di una Generazione, la fine di un’epoca, di un sistema ordinato un Kósmos, che cede alle forze disgregatrici del Caos.
Enea figlio di Anchise, nell’Iliade è descritto come un principe troiano discendente di Dardano. Virgilio nell’Eneide narra il viaggio delle cicogne troiane fino alle foci del Tevere, e da Ascanio detto Julio o Iulo la discendenza dardanica dei romani.
L’opera che narra le vicende della stirpe dardanica si articola in quattro parti:
- NASCITA E MORTE DI UN KÓSMOS – TROIA
- GLI ETRUSCHI - LE CICOGNE DARDANICHE
- ENEA E LA MIGRAZIONE DI UN POPOLO - LE CICOGNE TROIANE
- LE RADICI ETRUSCHE DI ROMA