Il respiro del Cosmo il numero 432 - Sapienza Misterica

SAPIENZA MISTERICA
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Il respiro del Cosmo il numero 432

Sapienza Pitagorica

IL RESPIRO DI BRAHMA
 
 
L’apparizione e la sparizione del Cosmo sono rappresentate come un’espirazione e un’inspirazione del “Grande Soffio”, che è eterno e che, essendo Moto, è uno dei tre simboli dell’Assoluto — lo Spazio Astratto e la Durata ne sono gli altri due. Quando il Grande Soffio è proiettato, prende il nome di Soffio Divino, ed è considerato come il respiro della Divinità Inconoscibile — l’Esistenza Unica — che espira, per così dire, un pensiero che diviene l’intero Cosmo. Così avviene pure quando il Soffio Divino è inspirato: l’Universo sparisce nel seno della Grande Madre (lo Spazio), allora dormiente “ravvolta nelle sue Vesti Eternamente Invisibili”[1]. Le stanze di Dzyan recitano così:

Dov’era il Silenzio? Dov’erano gli orecchi per percepirlo? No; non vi era né Silenzio né Suono; nulla salvo l’incessante Alito (Respiro) Eterno, che non conosce se stesso[2].
 
Quando giunge il periodo della manifestazione, nello Spazio Astratto Oscuro appare un Uovo, e al centro un Punto da cui scaturisce il Suono Assoluto, il Padre di tutti i Suoni, che attraversando lo Spazio infinito di Materia indifferenziata produce Un Raggio di Luce. I Pitagorici affermavano che il Suono è prodotto dal movimento. Il Primo Movimento è il Grande Soffio, Theos che crea il Suono Assoluto, la Luce è conseguente al Suono.
 
Prima che il nostro globo prendesse la forma ovale (e così pure l’Universo), “una lunga striscia di polvere cosmica (o nuvola di Fuoco) si muoveva e si attorcigliava nello Spazio come un Serpente, che soffiava fuoco e luce sulle acque primordiali, fino a che, covata la Materia Cosmica, le fece assumere la forma anulare di un serpente che si morde la coda — il che simboleggia non solo l’eternità e l’infinitudine, ma anche la forma sferica di tutti i corpi formatisi nell’Universo da quella nebbia ardente.
Figura 1. Il Serpente Eterno dello Spazio infinito
 
Platone chiama questo Grande Soffio Theos, nel Cratilo lo fa derivare dalla parola the-ein, che significa muovere. Ciò che è privo di movimento non può essere Divino. La divinità è assimilata a un incessante movimento, l’Eterno Divenire. Il Grande Soffio è la fonte della Forza che muove la Materia dello Spazio, è descritto come il movimento di un Serpente Igneo, che è sinuoso come l’onda generata dall’oscillazione armonica di una corda musicale.
 
Il movimento del Grande Soffio porta con sé:
  • L’inizio del Tempo Periodico.
  • Il Suono quale effetto del movimento oscillatorio nell’Aether primordiale.

[1] H.P. Blavatsky Cosmogenesi.
[2] Stanze di Dzyan, II, 2.

 
IL TEMPO PERIODICO
 
 
L’unico modo in cui si può definire il Tempo è attraverso il movimento che è un’oscillazione, una forma d’onda. L’inizio del Tempo periodico (in oriente Khanda-kâla), e dell’universo materiale corrisponde alla manifestazione della divinità (Brahma in oriente , Logos in occidente), che appare periodicamente come l’effetto dell’Intelligenza Universale.
 
Secondo l’insegnamento dei Rishi (Saggi) dell’India, il nostro cosmo (esotericamente il nostro sistema solare) è creato periodicamente da Brahma. La durata della vita del cosmo coincide con quella di Brahma, in 100 anni divini, ciascun composto di 360 Giorni o Kalpa, e altrettante Notti. Segue un altro periodo di Non attività anch’esso di 100 anni di Brahma. Durante il Giorno di Brahma il cosmo è in espansione, durante la Notte si contrae. Espansione e contrazione sono le due fasi del respiro Cosmico, l’espirazione e l’inspirazione. Alla fine di ogni Giorno di Brahma segue una Notte, della stessa durata del giorno, durante la quale avviene una parziale distruzione del mondo (Pralaya). Inoltre durante ogni Giorno della sua vita, gli occhi del dio si aprono e si chiudono 1.000 volte, ogni chiusura dell’occhio corrisponde a un Maha Yuga di 4.320.000 anni. I cicli di creazione, durata e distruzione passano attraverso Quattro stadi, detti Yuga, ordinati in serie decrescente.
     
  1. Satya Yuga
          
    Δ
    x4 =  1.728.000 anni
  2. Tetra Yuga
           
    Δ
    x3 =  1.296.000 anni
  3. Dvapara Yuga
      
    Δ
    x2 =     864.000 anni
  4. Kali Yuga
              
    Δ
    x1 =      432.000 anni
  5. Maha Yuga      
    Δ
    x10 =  4.320.000 anni
 
  • 1.000 Maha Yuga formano un Giorno di Brahma  4.320.000.000 anni.
  • Un Giorno e una Notte di Brahma formano          8.640.000.000 anni.
  • Il Maha Yuga o Grande Periodo è formato da 4 Tempi risultanti dalla somma di 10 intervalli “D” di tempo più piccoli.
                                                               
La Tetractis di Pitagora, secondo la Raffigurazione fatta da Theone di Smirne e da Nicòmaco di Cerasa, consiste in Dieci Punti (1 + 2+ 3 + 4 = 10) inscritti in un Triangolo Equilatero di lato Quattro. Questo D Triangolo nasconde grandi segreti. La Tetractis per i Pitagorici era il simbolo del Cosmo, contenendo entro di sé il punto (1), la linea (2), la superficie (3) e il solido (4); in altri termini, l’essenziale di tutte le forme.
 
Ordinando in modo inverso i numeri della Tetractis, escludendo la Monade, l’Uno, si ottiene il numero sacro 432 per il calcolo del tempo periodico o Ciclo. Il numero Nove, la somma dei tre numeri 4 + 3+ 2 = 9, rappresenta il Cerchio in rotazione, cioè il Serpente che si morde la coda. Il simbolo del respiro giornaliero di Brahma è il Cerchio, il Kala Eterno del Tempo Illimitato, visualizzato come il Serpente che si morde la coda.
 
Figura 1. La Tetractis inversa la ruota del Tempo

 
 
Secondo la concezione tradizionale lo scorrere del Tempo segue un ritmo circolare, anche se probabilmente l’immagine della spirale sarebbe più adatta per descrivere il percorso dei secoli.
 
Nove è un numero che ritorna sempre su se stesso: quando si moltiplica per qualsiasi altro numero, si ottiene un risultato le cui cifre, sommate fra loro, danno ancora nove. Il numero Nove poiché si riproduce continuamente, scomponendosi e ricomponendosi rappresentava per i pitagorici anche la generazione fisica, come pure l’eterna evoluzione dell’universo.
 
Si parte dal numero 432, si moltiplica per 1000, l’Unità di quarto livello dei Pitagorici, si ottiene D = 432x1.000 = 432.000. Questo numero base D, definisce il Kali Yuga, per ottenere la successione dei quattro tempi, i quattro cicli o Yuga moltiplichiamo D per i numeri della Tetractis 4, 3, 2, 1, e sommandoli otteniamo il Maha Yuga.
 
Ciascun Yuga o Ciclo è preceduto da un periodo di transizione chiamato nei Purana, Sandhya o alba, ed è seguito da un altro periodo di eguale durata chiamato Sandhyansa o porzione del crepuscolo. Ciascun periodo di transizione equivale a un decimo dello Yuga. Il cerchio celeste, simbolo della vita ciclica, è formato da 360°, aggiungendo i due periodi di transizione di 1/10, noti come Alba e Crepuscolo di un ciclo si ottiene: 360 + 36 + 36 = 432. Scritto in modo diverso abbiamo 432 = 10x36 + 2x36 = 12x36.
 
Secondo il Surya Siddhanta, “Il tempo occupato nel pronunciare 10 lunghe sillabe, corrisponde alla lunghezza di un respiro”. Il respiro di un uomo equivale a 10 lunghe sillabe (Gurvakshara) che sono uguali a un periodo di 4 secondi. Ritroviamo i numeri Quattro e Dieci della Tetractis.
 
Per Giorno di Brahma s’intendono 12 ore di luce formate da 1.000 cicli di 4 Yuga, che sulla Terra durano ognuno 4.320.000.000 di anni. Dopo un Giorno di Brahma del nostro sistema solare, termina il periodo di vita del pianeta Terra, il nuovo periodo di vita inizierà alla fine della Notte di Brahma, cioè dopo un Kalpa. Un Giorno e una Notte 12+12=24 ore.
 
  • Un’ora divina è 4.320.000.000/12 =  360.000.000 anni.
  • Un secondo divino 360.000.000/3600 = 100.000 anni umani.
  • Un respiro di 4 secondi di Brahma vale 400.000 anni umani, sic transit gloria mundi (così passa la gloria del mondo) detto in altro modo: come sono effimere le cose del mondo!
Durante ogni giorno della vita di Brahma, gli occhi del dio si aprono e si chiudono 1.000 volte, ad ogni chiusura dell’occhio, è trascorso un Maha Yuga.
  • Un Maha Yuga di 4.320.000 anni che equivale a 4.320.000/100.000 = 43,2 secondi di Brahma, cioè 9 respiri di 4 secondi divini comprensivi di ritenzione del respiro, cioè: 9x4x100.000 = 3.600.000 anni aggiungendo le ritenzioni di 2/10 di respiro 2/10x3.600.000= 720.000 in totale 3.600.000 + 720.000 = 4.320.000 anni.
 
Il Commentario alla IV Stanza di Dzyan ci spiega che:
 
La grande Madre sta col Δ (3) e la I (1) e il o (4), la seconda I (1) e la « (5) nel seno pronta a partorirli i valorosi figli del o (4), Δ, (3), II (2), i cui antenati sono il O e il l.[1]
 
Le Potenze Creatrici, i Figli Divini, nati da Madre Immacolata sono i 31415, Sette per i Cieli Superiori, Sette per i Cieli Inferiori. Queste Potenze, rappresentano una Gerarchia Numerica che circoscrive il mondo interiore, l’interno dell’Uovo. Questo Cerchio è chiamato la Corda degli Angeli (Dhyanipasha), l’Anello Non Passare, invalicabile che separa il cosmo fenomenico da quello noumenico, dell’Essere Supremo, l’Uno La Materia Primordiale indifferenziata sta col 31415, il sacro p, o i 2x7 che occupano i Sette cieli e le Sette Terre pronta a partorirli. Questi sono i valorosi figli del 432 (il numero del Ciclo) i cui antenati sono il Punto cioè la Monade, e il Cerchio Celeste. Gli Arithmoi 432 hanno dunque come antenati il Punto, la Monade, e il Cerchio Celeste. Il pitmene di 432 è 4+2+2 =9 numero del Cerchio e del Ciclo.
 
I numeri 1, 2, 3, 4, sono le successive emanazioni della Madre (Spazio) che, man mano che discende, forma la propria veste, distendendola sui sette gradini della Creazione. L’anello ritorna su se stesso, poiché un lembo si congiunge con l’altro nell’infinità, e i numeri 4, 3, 2, appaiono, poiché sono la sola parte del velo che possiamo scorgere, il primo numero essendo perso nella sua inaccessibile solitudine. ... Il Padre, che è il Tempo sconfinato, genera la Madre, che è lo Spazio infinito, nell’Eternità; e la Madre genera il Padre nei Manvantara, che sono divisioni della durata, quel Giorno che questo mondo diviene un Cosmo. Indi la Madre diviene Nara (le Acque, il grande Abisso) Perché Nara (lo Spirito supremo) vi si riposi o vi si muova, è detto, quando 1, 2, 3, 4, discendono a dimorare nel mondo dell’invisibile, mentre 4, 3, 2, diventano i limiti nel mondo visibile, per partecipare alla manifestazione del Padre (Tempo).[2]
 
Il commentario afferma che le potenze indicate con 1, 2, 3, 4 discendono per dimorare nel mondo dell’invisibile, mentre 4, 3, 2 diventano i limiti temporali del mondo visibile, cioè i cicli di manifestazione.
 
Il numero 432 moltiplicato per 60 l’unità del tempo[3] fornisce 25.920 gli anni del Grande Anno Precessionale.  
 
Il cerchio celeste è diviso in Quattro parti e ognuna a sua volta in Tre parti per un totale di Dodici settori che simboleggiano i segni zodiacali, i mesi dell’anno e più in grande le Ore di un Orologio Cosmico, le Dodici Ore della Creazione. Le quattro parti principali rappresentano nella natura le quattro stagioni, nell’uomo le quattro età. Quattro sono i tempi del Respiro Cosmico che nell’uomo avviene per inspirazione, ritenzione, espirazione, ritenzione.
 
Le quattro Età, o quattro tempi, sono divise a loro volta in tre settori che formano 4+3=7 il numero perfetto 7, il Tre nasce dall’equilibrio tra i due opposti Padre Spirito e Madre Materia.
 
Per la sapienza Taoista il numero del Creativo è 216, la metà del numero 432, la chiave dei cicli. I numeri del Creativo sono 216 e 2.160 sono gli anni che impiega il Sole a percorrere un segno zodiacale, 1/12 del cerchio celeste. Un Grande Saros è 60 Saros, 60x3.600 = 603 = 216.000 anni. In India è il ciclo di Prajapati. Due Grandi Saros 2x216.000 = 432.000 anni, l’Eone di Berosso.
 
Quaranta giorni, settimane, mesi, anni, si ritrovano spesso nel calcolo di un ciclo temporale.
 
  • Quaranta è 4 volte 10, Quattro è la Misura, Dieci è il numero del ciclo completo.
  • Quattro cicli minori, le stagioni, compongono il ciclo maggiore.
  • Nel Rig Veda, 40 Aion di 10.800 anni, formano il periodo di 432.000 anni del Kali Yuga.
  • “E piovve sulla terra per 40 giorni e 40 notti … il Diluvio venne sopra la terra per 40 giorni[4].
 
Secondo Censorino, 10.800 è il numero degli anni assegnati da Eraclito alla durata dell’Aion, il Grande Anno. Pertanto, su indicazioni del Rig Veda, 40 Aion di 10.800 anni, formano il periodo di 432.000 anni del Kali Yuga. Il numero delle strofe del Rig Veda è 10.800 per 40 sillabe per strofe 432.000 sillabe totali. Il numero 108 è legato al numero 40! Pertanto, su indicazioni del Rig Veda, 40 Aion di 10.800 anni, formano il periodo di 432.000 anni del Kali Yuga.
 
La parola ciclo deriva dal greco Kuklia che significa cerchio, giro, orbita. In sanscrito la ruota è chakra, ma quando si parla del ciclo del tempo per periodi cosmologici si usa il termine Kalpa. Gli antichi dividevano il tempo in cicli infiniti, cerchi dentro cerchi, cioè cicli minori entro cicli maggiori, e tutti questi periodi erano di varia durata e segnavano il principio o la fine di qualche evento cosmico, fisico o metafisico.

[1] Helena Petrovna Blavatsky, La  Dottrina Segreta, I
[2] H.P. Blavatsky, Dottrina Segreta, Commentario alla Stanza IX, sui Cicli.
[3] Fra i Caldei fra cui Pitagora soggiornò e apprese la scienza astronomica, il numero 60 era il numero di Anu, il Cielo.[4] Genesi, 7, 12, 17.
 
IL SUONO DEL RESPIRO COSMICO
 
Pitagora affermò che non solo il numero è l’essenza del mondo, ma che anche i suoni sono il risultato di rapporti numerici ben determinati. Questi numeri dunque, riguardano il dominio dell’Armonica. I Pitagorici asserivano che la Dottrina dei Numeri, la più importante di tutte nell’Esoterismo, era stata rivelata all’uomo dalle Divinità Celesti; che il Mondo era stato tratto dal Caos, dal Suono o dall’Armonia e costruito secondo i princìpi dei rapporti musicali.
 
La Tradizione Pitagorica allude al Monocordo come fonte dell’Unisono come dire: “In principio fu la corda[1]. L’estremità superiore della corda era legata allo Spirito, all’Uno, mentre l’estremità inferiore era legata alla Materia, alla Diade. Il movimento, l’oscillazione della corda solare, produce il Suono Supremo, l’Unisono, questo Suono è il Logos.
 
Il Diametro-Corda del primo Monocordo, vibra ed emette l’Unisono.
 
Per i Pitagorici, la dualità il “2” conduce al rapporto 1/2, l’ottava, alla concezione della musica come movimento, ben presente anche nella successiva tradizione neopitagorica e neoplatonica, che intesero il “movimento ben proporzionato” quale rapporto matematico espresso da suoni di altezza diversa.                                                                                                              
I Pitagorici riferendosi alla Musica delle Sfere, presero riferimento, la distanza (media) tra la Terra e il Sole[2]. La Terra rappresenta il corpo fisico del genere umano, il Sole rappresenta il corpo fisico del Logos Solare. Due ottave erano il riferimento per la distanza dalla Terra alle Stelle Fisse, il cerchio o anello che chiude il nostro sistema. La lunghezza totale del Monocordo Solare è la distanza fra le Stelle Fisse e la Terra, questa corda emette un DO a frequenza più bassa rispetto al DO’ Emesso dalla corda Sole Terra.   
La Tetractis 1+2+3+4, racchiude l’Armonia del Suono, infatti, se partendo dall’Uno, eseguiamo i rapporti tra coppie successive di numeri si ottengono le tre consonanze principali 1/2 – 2/3 – 3/4 che confrontate con l’Unisono “1” danno luogo a Quattro Suoni e a tre intervalli[3] principali.
 
Figura 1. La Tetractis genera i Quattro Suoni
 
 
  • L’Unisono 1/1, è il suono di riferimento.
  • Il Diapason[4] 1/2, è l’intervallo di Ottava DO-DO’. Un detto attribuito allo stesso Pitagora[5] afferma: “L’inizio è la metà del tutto”, suggerendo che l’ottava racchiude in sé il cosmo, perché luogo ordinato dei possibili accadimenti.
  • Il Diapente 2/3, che significa per cinque, è l’intervallo di Quinta DO-SOL.
  • Il Diatessaron 3/4, che significa per Quattro, crea l’intervallo di Quarta DO-FA.
 
Le tre consonanze il Diapason (1/2), il Diapente (2/3), il Diatessaron (3/4), descrivono nel loro sviluppo geometrico e musicale l’emanazione che dall’Uno (1/1) procede sino al molteplice. Sono il canto d’un organismo vivente, il canto dell’universo.
 
Filolao di Crotone (470 a.C. - 390 a.C.) discepolo di Pitagora, della seconda generazione, celebre e per la sua scienza armonica i cui libri, contenenti l’insegnamento appreso da Pitagora, furono ceduti a Platone, è il primo a precisare i rapporti numerici corrispondenti agli intervalli fra le quattro corde del tetracordo, conosciuto anche come lira di Orfeo. La tradizione allude dapprima al Monocordo come fonte dell’Unisono. Dal monocordo poi si passò al Tetracordo[6] quale strumento per confrontare i suoni generati da più corde. Pitagora, i Pitagorici e in particolare Filolao, ricostruivano e studiavano le consonanze musicali e la loro organizzazione relazionale attraverso uno strumento costituito da una corda tesa.
 
Il Tetracordo di Filolao era in pratica la trasformazione del Monocordo in uno strumento a quattro corde. Dai rapporti numerici ricavati con i Quattro numeri della Tetractis 1, 2, 3, 4, è possibile isolare i singoli intervalli e dare un’interpretazione numerica, che descrive il rapporto fra la lunghezza complessiva della corda e quella necessaria a individuare l’intervallo stesso. Filolao, divise la corda di riferimento in tre e in quattro parti, individuò le quattro lunghezze fondamentali, individuate dai rapporti:
 
1/1        1/2        2/3        3/4
 
Figura 2. Le quattro note sul Tetracordo
 
 
I numeri indicavano gli estremi dei due punti che isolavano l’intervallo musicale sulla corda tesa: a quei punti corrispondevano, infatti, le cifre segnate su un asse graduato, che scorreva sotto la corda stessa.
 
Nel suono coesistono valore e numero:
  • Come numero il suono può essere misurato, in vibrazioni, lunghezze;
  • Come valore è percepito dall’animo.
 
Quando ascoltiamo due suoni diversi ad esempio DO- SOL, siamo subito in grado di giudicare se essi si accordano. Gli strumenti musicali si accordano in sé e tra essi solo e proprio per questa facoltà dell’udito. In secondo luogo si stabilisce una precisa proporzione numerica. L’udito si distingue dagli altri organi sensori per questo subitaneo giudizio di rapporto numerico.
 
I Pitagorici costruirono la scala musicale con la Legge di Quinta 2/3. Considerando solo le sette note musicali ottenibili con il Tetracordo di Filolao tramite la legge di quinta, cioè il SOL, si ottengono le sette note della scala pitagorica diatonica[7], esprimibili con i seguenti rapporti di corda:
 
DO(1/1) , RE(8/9), MI(64/81), FA(3/4), SOL(2/3), LA(16/27), SI(128/243), DO’(1/2).
 
L’invisibile Monocordo del Sistema Solare si trasforma in un Eptacordo, composto di sette corde. Il DO genera altri Sei suoni legati ai piani di esistenza divini; il DO’ generato dal DO a sua volta genera altri Sei suoni legati ai piani di esistenza materiali.
 
Nel Cratilo (405 cd) è Apollo, dio della Musica terrena e dell’Armonia del cosmo, che suona una lira a 7 corde che governa il sistema planetario, in cui i pianeti producono i suoni che a loro corrispondono, costituendo insieme la “Musica delle Sfere“.
 
  • I numeri 2, 3, 4 della Tetractis generano il SOL (2/3) e il FA (3/4);
  • I numeri 8, 9 (23 e 33) all’interno della Decade generano il RE o Tono (8/9);
  • I numeri (multipli di 2 e di 3) che al di fuori della Decade generano il LA (16/27=24/ 33), il MI (64/81=26/ 34) e il SI (128/243=27/ 35).
 
Osserviamo che le note della scala pitagorica contengono rapporti con sole potenze del 2 e del 3, cioè del principio dei numeri Pari e del primo numero Dispari. La stessa cosa si osserva per il numero 432 che è fattorizzabile in: 24x33.
 
Per i Pitagorici soltanto l’addizione permette il passaggio dall’unità alla dualità e in successione alla generazione dei numeri. L’esistenza dei numeri dipende dall’Unità che, li genera tutti. Con il rapporto abbiamo una correlazione tra due entità, come ad esempio:
 
1/2, il Diapason manifesta il rapporto tra il principio immobile l’Uno, o “Il Dio il cui Nome è Ignoto” e il Due, la “Diade Infinita”, cioè tra l’Uno e il Molteplice.
2/3, la materia, il Due, o archetipo femminile, è rapportata o correlata al Tre, l’archetipo maschile, principio manifesto corrispondente al Nous, o intelletto.
3/4, il principio manifesto, il Tre, si accorda con la materia “formata”, il Quattro, cioè la forma entra in relazione con il solido.
 
L’operazione inversa al rapporto, è la moltiplicazione che rappresenta la creazione materiale, soltanto i numeri primi procedono direttamente dall’uno solo per somma ma non prodotto. I rapporti delle note dell’ottava musicale producono per operazione inversa altri numeri attinenti al respiro del Cosmo.
 
Il DO l’Unisono rapporto di corda 1/1 si raffronta solo con se stesso   1x1 = 1
Il DO’ rapporto di corda 1/2 ha come suo corrispondente il prodotto   1x2 = 2
Il SOL rapporto di corda 2/3 ha come suo corrispondente il prodotto   2x3 = 6
Il FA rapporto 3/4 ha come suo corrispondente il prodotto                  3x4 = 12
Il RE rapporto 8/9 ha come suo corrispondente il prodotto                  8x9 = 72
Il LA rapporto 16/27 ha come suo corrispondente il prodotto  16x27 = 432
 
Il MI rapporto 64/81 ha come suo corrispondente il prodotto          64x81 = 5184
Il SI rapporto 128/243 ha come suo corrispondente il prodotto    128x243 = 31104
 
Il rapporto di corda 1/1, il DO, corrisponde al numero 1.
È l’Unisono, il Padre di tutti i Numeri .
 
Il rapporto di corda 1/2, il DO’, corrisponde al numero 2.
1X2 =2
 
È la Diade infinita, la Madre della dualità, della polarizzazione.
 
Il rapporto di corda 2/3, il SOL, corrisponde al numero 6.
2X3 =6
 
Il 6 è il numero perfetto per eccellenza. Il numero Sei per natura dà forma alla materia priva di forma, di dare forma stabile all’anima e generare in essa la sua natura, donde il suo nome Esade, di principio di vita. Il numero 6 indica il macrocosmo, e i tre assi polarizzati dello spazio tridimensionale, è l’inizio della creazione del cosmo. La somma dei numeri corrispondenti alla parola greca cosmos è 600.
 
Il rapporto 3/4 il FA della Natura corrisponde al numero 12.
3x4 =12
 
Il numero 6 del FA polarizzandosi diviene 12: Il ciclo di 12 periodi o trasformazioni è diviso in due semiperiodi di Sei tempi 6x2 = 12. Vi sono 12 Ore durante il Giorno e nelle quali si compie la Creazione.[8] Dodici ore di attività per il Giorno, Dodici ore di riposo per la Notte, ognuna divisa in due gruppi di Sei. Alla divisione duodecimale dell’anno è connessa quella del giorno e quella dello zodiaco. Dodici sono le facce pentagonali del Dodecaedro che simboleggia il Cosmo con i suoi Dodici segni Zodiacali.
 
Il RE, il Tono della creazione 8/9 corrisponde al numero 72.
8x9= 72
 
Questo numero ha più significati, uno riguardante la misura del tempo, l’altro relativo ad un significato mistico, in relazione con la morte e il dolore, infatti 72 è il numero dei congiurati che uccisero pugnalando Osiride, rinchiudendolo nella Bara, precipitandolo nel mare della manifestazione, nel Mondo del creato. È anche il numero mistico delle spine di cui doveva comporsi la corona posta sul capo di Gesù[9].  Il Sole equinoziale impiega 72 anni[10] per spostarsi di un grado e che ogni costellazione zodiacale occupa 30° dell’orizzonte celeste su un totale di 360. La fine del mondo si compie dopo 72 milioni di Maha Yuga, o 100 Anni di Brahma.
 
Il LA rapporto 16/27 corrisponde al numero chiave 432.
 
o LA        =    24/33
o 432      =    24x33
o 16x27  =    432        
 
Il sesto rapporto pitagorico musicale, il LA =16/27 è dunque collegato al 432 numero chiave e sacro dei cicli.
 
Il MI rapporto 64/81 ha come suo corrispondente il prodotto 5184 anch’esso in relazione con il tempo ciclico 72x72= 5184 . Ancora 12x432=5184. Come il numero 72 è la quinta parte del cerchio di 360°, così 5184 è la quinta parte del Grande Anno citato da Platone nel Timeo, cioè 25920/5=5184 anni, che è 12 volte 432.
12x432 = 5184
 
Il SI rapporto 128/243 ha come suo corrispondente il prodotto 31104, numero che come i precedenti è un multiplo di 6, infatti: 5184x6=31104, che è 72 volte 432.
12x6 x432 = 72x432 = 31104
 
Il SI indicato dai Pitagorici Tono, è la Settima nota che chiude il ciclo sonoro.
 
I Pitagorici riconoscevano anche il semitono diatonico o il Lemma 243/256, che ha come suo corrispondente prodotto è 243x256=62208, che è dodici volte 5184, cioè 144 volte 432.
2x72x432 =144x432 = 62208
 
La rigorosa scala pitagorica diatonica di Filolao e di Platone, è quella basata con rigore matematico sulla Tetractis e sull’intervallo di Quinta (rappresentato dal rapporto 2/3) e di ottava (rapporto 1/2). Questa scala è la sola che armonizza l’Identico con il Diverso.
 
Le lunghezze di corda manifestano l’aspetto spazio del processo sonoro. In fisica il processo di oscillazione della corda va sotto il nome di lunghezza d’onda. Il numero  delle oscillazioni, chiamato frequenza, manifesta l’aspetto tempo. I suoni acuti richiedono mezzi oscillanti più corti e hanno frequenze maggiori. In armonica le frequenze acustiche sono reciproche delle lunghezze d’onda, cioè in rapporto inverso, esempio lunghezza di corda o d’onda 2/3, frequenza 3/2.
 
Il Pitagorico Archita di Taranto, giovane discepolo di Filolao, ponendosi il problema della realizzazione pratica dei rapporti sul monocordo, volle formulare dei rapporti semplificati rispetto al rigore matematico. Archita pur mantenendo il legame tra armonia e rapporti numerici, abbandona la via della media armonica. Le note musicali MI, LA, SI, sono espresse con rapporti più semplici: 1/1 - 8/9 - 4/5 - 3/4 - 2/3 - 3/5 - 8/15 - 1/2. Avvenne così il primo allontanamento dall’Insegnamento di Pitagora. L’opera di allontanamento dall’Armonia originale dopo Archita fu portata avanti da Tolomeo e completata in epoca classica da Aristosseno discepolo di Aristotele.

[1] I “fisici di superstringa” sono convinti che la realtà dell’universo non sia costituita da particelle puntiformi, ma da stringhe, piccole corde, infinitamente piccole, che si estendono nello spazio a una dimensione.
[2] In astronomia l’unità astronomica (semplicemente UA, a volte anche AU dalla dizione inglese) è un’unità di misura pari a circa la distanza tra il pianeta Terra e il Sole. Sebbene non rientri tra le unità di misura del Sistema internazionale, il suo uso è esteso tra gli astronomi ancora oggi. Nella sua orbita la Terra viene a trovarsi, durante l'anno, a distanze diverse dal Sole, da un minimo di circa 147 milioni di chilometri (perielio) a un massimo di circa 152 milioni di chilometri (afelio). La distanza media è di 149 597 870,691 km.
[3] Si dice intervallo, la distanza fra due suoni.
[4] Diapason significa attraverso tutte le note.
[5] Giamblico, Vita Pitagorica, 162.
[6] I quattro martelli e incudini dei fabbri del racconto iniziatico di Pitagora, si trasformano nelle corde e nella cassa risuonante del tetracordo, per il confronto fra i suoni emessi.
[7] Per Filolao il criterio di proporzionalità è rigidamente fissato alla teologia pitagorica dei divini rapporti fra i Quattro numeri della Tetractis.
[8] Talmud, Mishna.
[9] Come i pontefici di Iside, quelli di Mosè dovevano indossare sopra la veste bianca, un’altra (piviale) sopra cui erano attaccati 72 piccoli campanelli d’oro.
[10] In realtà il periodo è di 71,6 anni, ma non sappiamo se la percorrenza dell’orbita si mantiene costante nei millenni, pertanto 72 può essere assunto come valore medio.
 
CONSIDERAZIONI NUMERICHE
 
Solo alla Sesta nota il LA della scala pitagorica compare indirettamente il 432 come prodotto del numerato e del denominatore della frazione.
 
  • LA    =  24/33 = 16/27
  • 432 =   24x33= 16x27
 
Platone, dopo aver ricevuto i libri di Filolao dell’Insegnamento di Pitagora, scrive il Timeo, dove è esposta la dottrina pitagorica riguardante l’Anima del Mondo. Il dialogo vede la partecipazione del Pitagorico Timeo di Locri, cui è attribuito un trattato “Sulla natura del cosmo e dell’anima”. Nel dialogo cosmologico del Timeo, Platone presenta il modello pitagorico della creazione che spiega la struttura armonica del cosmo.
 
La creazione è in ragione dei numeri 2 e 3. Il corpo dell’universo nel Timeo è composto dai quattro Elementi Terra, Aria, Acqua e Fuoco, uniti secondo la proporzione geometrica che ha per estremi i due più piccoli numeri solidi, 8 (23) e 27 (33). I Cabalisti affermano che : “Il Dodecaedro giace celato nel Cubo perfetto”. Il Quadrato Primordiale cadendo nella manifestazione diventa il Cubo perfetto dalla Sei facce, ma ogni faccia è sia Chiara che Oscura, perciò vi sono2x6=12 aspetti da considerare, Dodici sono le facce del Dodecaedro.
 
Keplero era persuaso che il Creatore non possa aver creato un mondo disordinato. Il numero Cinque doveva governare su tutti gli altri numeri. Terza legge di Keplero: i periodi orbitali P elevati al quadrato sono proporzionali ai semiassi maggiori A dell’orbita, elevati al cubo:
 
A3=kP2  scritta in altro modo A=k’P2/3 . Il rapporto 2/3, è l'intervallo musicale di Quinta.
 
LA LEGGE DI QUINTA
 
IL SOL È LA QUINTA DEL DO
1/1*2/3
IL DO’ L’OTTAVA, È LA QUINTA DEL FA
OTTAVA = QUINTA x QUARTA
1/2 = 2/3 * 3/4
 
Platone nel Timeo, afferma che il Demiurgo concepisce l’Anima del Mondo secondo i principi dell’armonia musicale, spiega che il Demiurgo crea una scala musicale diatonica (di modo dorico) uguale a quella pitagorica. Il sesto rapporto di corda creato dal Demiurgo 16/27 è la Sesta nota pitagorica. La Bibbia descrive Sei Giorni di Creazione, riposo al Settimo. Filone Ebreo dice che. “Il Mondo fu completato secondo la natura perfetta del numero Sei. Il numero sette è il giorno festivo di tutta la Terra, il giorno della nascita del Mondo”. Il numero Sei esprime i sei assi polarizzati del mondo tridimensionale.

Il LA è espresso con il rapporto di corda 16/27. Visualizzando il rapporto in modo geometrico con dei cubi, allora:  
  • Il numero 16 compare come numero doppio 2x8 ed esprime geometricamente una coppia, una dualità, fatta ì con due cubi di lato 2.
  • Il numero 27 esprime un cubo di lato 3. Due il primo numero pari, mentre 3 è il primo numero dispari.
 
Figura 1. Rappresentazione geometrica di 16/27
 
 
Platone divide L’Anima del Mondo in più parti, secondo criteri di proporzionalità e armonia, le cui misure sono date dalle due quaterne di progressioni geometriche di 1, 21, 22, 23 e 1, 31, 32, 33 che insieme formano una serie di Sette numeri 1, 2, 3, 4, 8, 9, 27. Il 7° numero 27, è la somma dei primi 6 numeri dell’Anima del Mondo, 16/27 è la Sesta nota della scala pitagorica.
 
Ventisette sono anche le Nakshatra, le costellazioni vediche, precisamente 9 Nakshatra coprono 120° dello zodiaco. Quindi avremo 3 raggruppamenti di 9 Nakshatra. Questi tre gruppi sono associati alle tre qualità o movimenti della materia, le tre Guna: Rajas, Tamas, Sattva.
 
I Pitagorici affermavano che 16 è l’unico quadrato ad avere uguali perimetro e area. È generato dall’Uno per crescita fino al numero stesso, per poi decrescere fino all’Uno, con 7 numeri: 1 + 2 + 3 + 4 + 3 + 2 + 1 = 16.  Può essere visualizzato come somma del 3° e 4° numero triangolare: 3D+4D = (1+2+3)+(1+2+3+4) = 6+10 = 16. Si crea una losanga di lato 4, il rombo perfetto, che nasce sulla Vesica Piscis.    
Figura 2. Il numero 16 il Rombo perfetto
 
 
Detto in altri termini la losanga perfetta che nasce dalla Vesica Pisces si rapporta con i primi Sei numeri dell’Anima del Mondo. L’Anima del Mondo non era per Speusippo e Senocrate (discepoli di Platone), la divinità, ma una sua manifestazione, che nasce dall’unione del Medesimo con il Diverso, la Vesica Piscis.
 
IL LA A 432 HZ
 
Tutti i musicisti, prima di incominciare a suonare, accordano i loro strumenti, chiedendo al pianista di “dare il LA”, oppure all’oboista, se in orchestra, oppure, per l’appunto, fanno vibrare il diapason, prendendo la sua nota come riferimento.
 
Gli strumenti che risalgono ai tempi di Bach, Mozart, Beethoven, Shubert, Chopin e Brahms furono disegnati e costruiti su una scala ben temperata avendo come riferimento il DO = 256 Hz imitando le caratteristiche del gruppo delle specie vocali (soprano, mezzosoprano, tenore ecc.) e le composizioni musicali rispettavano i principi naturali delle voci stesse. Nel 1738 a Lipsia fu fondata una Società semisegreta da Lorenz Mizler, allievo di Bach, per le Scienze Musicali, con l’intento di mostrare i legami della matematica con la musica. Mizler affermava che “la musica è il suono della matematica”. Lo scopo era di riportare la musica alla sua origine pitagorica. Il blasone di questa società era costituito da due forme geometriche: un cerchio, e un triangolo.
 
Il principale esperto di acustica ai tempi di Beethoven era Ernst Chladni (1756-1827), il padrino della cimatica. Il suo testo di teoria musicale definiva esplicitamente il DO come pari a 256/512 Hz, in corrispondenza con l’accordatura “scientifica”, in questa scala standard il LA sopra il DO centrale corrisponde a 432 Hz.
 
Quel genio spiritualista che era Rudolph Steiner (1861-1925) oggi noto prevalentemente per la pedagogia Waldorf, per la medicina antroposofica, e per l’agricoltura biodinamica affermò che:
 
La musica basata su DO a 128 Hz (un’ottava superiore a 256 Hz) aiuterà l’umanità nel suo percorso verso la libertà spirituale. L’orecchio interno dell’essere umano è costruito sul DO 128 Hz.”
 
Ora l’accordatura è più fatta non con un LA a frequenza 432 Hz bensì con 440 Hz, indicato più semplicemente con la notazione anglosassone A440, e conosciuto come diapason da concerto. La corsa all’acuto iniziò al tempo delle bande militari russe e austriache ai tempi di Wagner (1813-1883) con un diapason da 440 Hz a 450 Hz.
 
Giuseppe Verdi nel 1884 scrisse una lettera indirizzata alla Commissione musicale del governo italiano in cui chiese di ufficializzare l’utilizzo del corista (diapason) a 432 Hz e scrivendo al riguardo la frase: “per esigenze matematiche”, ottenne un decreto legge che normalizzava il diapason a un LA di 432 oscillazioni il secondo. Verdi, Mozart e altri musicisti accordavano la loro orchestra a 432 Hz. Il LA era una nota base nel sistema modale, in uso sin dai tempi dell’Antica Grecia e rimasto in vigore fino all’adozione dell’attuale sistema tonale.
 
Anticamente per contrassegnare le note musicali, si usava una notazione di origine greca che utilizzava le lettere dell’alfabeto Ζ-Ι-Κ-Ο-Σ-Φ-Χ-Γ. Tale notazione è ancora in uso nei paesi di lingua anglosassone: A = LA, B = SI, C = DO, D = RE, E = MI, F = FA, G = SOL . La notazione letterale è tuttora in uso anche nei paesi di lingua tedesca, con un’unica differenza: la nota SI è indicata con la lettera H (mentre B corrisponde al SI bemolle). I nomi delle note come li conosciamo noi, invece, risalgono all’undicesimo secolo e corrispondono alle sillabe iniziali dei primi sei versetti di un inno a San Giovanni Battista: UT queant laxis / REsonare fibris / MIra gestorum / FAmuli tuorum / SOLve polluti / LAbii reatum, Sancte Iohannes (affinché i tuoi servi possano cantare con voci libere le meraviglie delle tue azioni, cancella il peccato, o santo Giovanni, dalle loro labbra indegne).
 
Lo sforzo iniziale per rendere A = 440 Hz la base della messa a punto standard avvenne nel 1910, quando la Fondazione Rockefeller emise una sovvenzione alla Federazione Americana dei Musicisti per diffondere il concetto. Lo sforzo iniziale fallì. Nel 1939 il ministro della propaganda nazista Joseph Goebbels impose il diapason a 440 Hz, come intonazione ufficiale germanica visto che i suoi soldati, ascoltando musica così intonata, si caricavano di tensione ed aggressività prima delle battaglie[1]. Nel 1939 il BSI ‒ British Standards Institute ‒ ha adottato ufficialmente il LA su 440 Hz, promosso dall’influenza esercitata dalla strana commistione tra la Fondazione Rockefeller e il governo Nazista. Dobbiamo chiederci perché il Regno Unito ha accolto una norma di sintonizzazione musicale propagandata dal Terzo Reich, nel periodo in cui le nazioni stavano per entrare in guerra. Secondo alcuni studiosi la scelta dei 440 Hz fu frutto di ricerche commissionate dalla fondazione Rotschild/Rockfeller.
 
Nel 1965, nei libri di testo italiani, l’intonazione ufficiale manteneva ancora il LA a 432 Hz. Non a tutti è noto che la frequenza del LA a 440 Hz sia frutto di una scelta arbitraria, fatta a Londra nel 1953, decidendo di far uniformare tutte le esecuzioni musicali su questa nota (a questa ha fatto poi seguito la risoluzione europea n. 71 del 30 giugno 1971).
 
L’Istituto Schiller di Milano il 9 Aprile 1988 ha lanciato una campagna per il ritorno del valore standard internazionale musicale del LA in terza ottava da A = 440 Hz a 432 Hz, questa è l’intonazione più consona al registro vocale umano e al nostro peculiare ascolto. Il corrispondente DO in terza ottava si trova a 256 Hz.  Accordati sulla frequenza di 432 Hz, gli strumenti musicali, come la voce, acquisiscono ben 4 armoniche in più (12 al posto delle 8 generate dal “LA” 440 Hz), e inoltre, cosa davvero importantissima per i cantanti, il famoso passaggio di registro, nella voce umana, viene eliminato.
 
Per ottenere dal LA a 432 Hz, un DO a 256 Hz (432*16/27=256), occorre utilizzare un’accordatura pitagorica con lunghezza di corda: 1/1, 8/9, 64/81, 3/4, 2/3, 16/27, 128/243, 1/2, la frequenza corrispondente è l’inverso della lunghezza di corda.
 
Il motivo per cui la scala si è trasformata nel tempo, è che la scala Pitagorica era buona per la musica antica, che aveva una scarsa attitudine alla polifonia ed era derivata dagli armonici naturali e quindi dalla preminenza dell’intervallo di quinta sugli altri.
 
Per mezzo dell’accordatura del LA a 432 l’Unisono o il DO è di 256 Hz, e se ci spostiamo verso le ottave sempre più basse, si arriva a trovare un DO a 128 Hz, poi uno a 64 Hz, uno a 32 Hz, uno a 16 Hz e uno a 8 Hz. Per il principio delle armoniche secondo cui a un suono prodotto si aggiungono multipli e sottomultipli di quella frequenza, anche i DO delle altre ottave cominceranno a vibrare per “simpatia”, facendo risuonare naturalmente la frequenza di 8 Hz. L’obiettivo di accordare un LA a 432 Hz è di ottenere poi il DO a 256 Hz.
 
Il Sole, dice Pitagora, esercita sul mondo la sua arte di calcolatore e geometra così: il mondo sensibile, quello di cui stiamo parlando, è uno. Ora il Sole, da quell’abile calcolatore e architetto che è, l’ha diviso in Dodici parti.
 
Ci è stato lasciato un metodo di conteggio e misurazione e l’importanza di dividere un’unità per dodici sembra essere la regola principale data che è stata adottata dall'umanità. La lunghezza di corda del tetracordo di Filolao è divisa in 12 parti.
 
Che cosa succede quando si divide lo standard musicale di oggi A = 440Hz per 12?
 
440 Hz / 12 = 36,6666666666666 … è un numero periodico.
 
Che cosa succede quando si divide A = 432 Hz, noto come A di G. Verdi?
 
432 Hz / 12 = 36 … è la Tetractis chiamata Mondo, la forma più alta di giuramento dei Pitagorici, secondo quanto ci riferisce Plutarco. È la somma dei primi quattro numeri pari e dei primi quattro dispari contenuti nella Decade. Il numero 36 era chiamato Mondo perché era la chiave per interpretare l’Universo nel Dodecaedro. Si verifica che il numero 432 è un accordo alternativo che è matematicamente coerente con l’universo dodecaedrico, dodici facce pentagonali.
 
La risonanza elettromagnetica globale nella cavità che si trova tra la superficie terrestre e la ionosfera, cioè il “battito” fondamentale del pianeta, noto come “risonanza Schumann” è di circa 8 Hz. La frequenza fondamentale delle risonanze di Schumann è un’onda stazionaria nella cavità Terra-ionosfera con una lunghezza d’onda uguale alla circonferenza della Terra. La frequenza fondamentale più bassa (e di maggiore intensità) della risonanza di Schumann è pari a circa 7,83 Hz, tuttavia può variare a causa di svariati fattori, come le perturbazioni della ionosfera indotte dal Sole, che comprimono la parete superiore della cavità (7,83 – 14,1 – 20,3 Hz).
 
La frequenza subsonica di 8 Hz è quella emessa dai delfini e dalle balene, ed è in grado di generare la stimolazione Alfa-Theta del cervello con la quale i nostri due bioemisferi sono in equilibrio, cioè sono sincronizzati per lavorare bene insieme. Accade, dunque, che un cantante quale organismo vivente è “accordato” coerentemente con il DNA di tutte le cellule. Le frequenze delle particelle subatomiche sono anch’esse coinvolte nel processo, tanto nel cantante quanto nell’aria attraverso la quale il suono si diffonde.  
 
Alla frequenza di 8 Hz, la Lunghezza d’Onda è pari alla Circonferenza della Terra (40,075 km). Si prenda in esame l’ottava che va da 8 a 16 Hz, sapendo che è 16 Hz è la prima nota (subcontrattiva) che una persona inizia a sentire, le otto note della scala diatonica sono le seguenti:
 
DO (8 Hz) – RE (8X9/8 = 9 Hz) – MI (8X81/64 = 81/8 = 10,125 Hz) – FA (8X4/3 = 32/3 = 10,667 Hz) – SOL (8X3/2 = 12 Hz) – LA (8X27/16 = 27/2 = 13,5 Hz) – SI (8X243/128 = 243/16 = 15,187 Hz) – DO (8X2 = 16 Hz)
 
La ghiandola pineale è attivata direttamente dalla frequenza di 8 Hz, stimolando la guarigione, il rallentamento dell’invecchiamento, la produzione di sostanze anti-tumorali, migliorando il sonno e accelerando l’evoluzione di coscienza;
 
La melatonina sottoposta a 8 Hz induce la replicazione mitosica del DNA, rafforzando la riparazione del danno del DNA dovuto alla vecchiaia e, perfino, la rigenerazione;
 
La frequenza di replicazione della doppia elica DNA umano è di 8 Hz. Un team di ricercatori italoamericani guidati dal biologo Carlo Ventura e dal fisico James Gimzewski ha dimostrato che il DNA vibra ad una certa frequenza durante la sua replicazione. Quindi il DNA se attraversato da questa frequenza evita di produrre i danni cellulari che sono alla base delle cellule tumorali[2].
 
Noi siamo fatti di suoni, salute e serenità producono meravigliose sinfonie, mentre la malattia emette accordi stonati. Le cellule tumorali cantano suoni dissonanti, mentre, quando le cellule sono in perfetta salute, intonano delle melodie incantevoli.
 
Alla base di tutto ciò che ci circonda, vi sono minuscole cordicelle chiuse e aperte, che vibrano in continuazione componendo infinite sinfonie. Il suono e la musica sono una parte essenziale della nostra vita, ogni vibrazione nella nostra aura, cioè nei campi energetici più sottili che ci circondano, è carica di note musicali in sospensione.  Siamo musica nel profondo, nella più piccola particella del nostro essere, siamo musica nel nucleo del DNA e nella struttura molecolare. Esiste una frequenza unica per ogni individuo, che pare risuonare dall’interno all’esterno in modo particolarmente chiaro e completo. Questa frequenza è specifica del DNA di ogni essere umano.
 
Il ritorno è la strada inversa, è quella dei sottotoni, le molte voci sono fatte tacere una a una, fino a sentire la Voce che parla nel Silenzio.
 
La Scienza Esoterica insegna che ogni Suono nel mondo visibile risveglia il proprio corrispondente suono nei mondi invisibili. Il mondo delle molte e assordanti voci è quello in cui l’umanità fisica è immersa, suoni assordanti che appartengno alla iriade di forme in agitato movimento di cui l’uomo è artefice. Il mondo esteriore è acuto e assordante, viceversa quello interiore quello dello spirito è fatto di toni bassi che tendono verso il silenzio. Il segreto motivo per cui Gesù aveva proibito ai suoi uditori di andare nelle pubbliche Sinagoghe, è lo stesso che induce gli Istruttori dell’antico Insegnamento, a impedire ai propri allievi di andare in luoghi affollati, ora come allora, cioè di entrare nelle chiese, in locali di riunione, a meno che essi non siano in simpatia con la folla.


[1] Laurent Rosenfeld ha scritto l’articolo “Come i nazisti hanno rovinato l’accordatura musicale“, pubblicato nel numero di settembre 1988 della rivista Executive Intelligence Review.
[2] https://www.dionidream.com/432-hz-musica-armonia-guarigione-corpo/
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