Le-Puy-en-Velay
Sacri Luoghi di energia
<> IL DOLMEN E IL CERVO IL POZZO DI PUY-EN-VELAY <> NOTRE-DAME DE PUY-EN-VELAY <> PORTICO DEL FOR <> IL CHIOSTRO <> SCULTURE SUI CAPITELLI <> SALA CAPITOLARE <> LA VERGINE NERA <> LA CAPPELLA DI SANTA CHIARA <> LE PUY - SAINT MICHEL AIGUILHE <>
Le Puy en Velay è un luogo ad alta energia proveniente da Madre Terra.
La cittadina di Le Puy en Velay (Massiccio Centrale), è un caso stupefacente. Essa poggia quasi in bilico su spuntoni di roccia, del cratere di un vulcano spento. Nella regione si contano all’incirca 300 vulcani! Situata a pochi chilometri dal corso superiore del fiume Loira, Le Puy che significa “il Picco” è cresciuto alla base di due masse sostanziali di basalto, coni di antichi vulcani. Le Puy en Velay è stata definita la Chartres meridionale della Francia. Luis Charpentier scriveva nei ”Segreti della cattedrale di Chartres”, che la cattedrale della Vergine nera era stata costruita inglobando un grosso dolmen, e che vi era un pozzo sacro druidico le cui acque erano miracolose:
A Chartres e in qualche altro luogo, come a Puy-en-Velay o a San Giacomo di Compostela, una qualità particolare della Terra, una corrente tellurica di una potenza speciale, permette all'uomo di ottenere questa integrazione, questa iniziazione, questa grazia, ed è evidente che questa nuova nascita in uno stato superiore d'umanità era considerata una meta importante per mettere in cammino tanta folla di pellegrini. Bisogna pure ammettere che, fra tutti quelli chiamati, il numero degli «eletti» doveva essere molto esiguo, e, senza dubbio, i Druidi che furono per molto tempo i gerofanti del luogo, prendevano qualche precauzione per iniziare solo quelli che ne erano degni e, di conseguenza, era necessario che non fossero tentati di adoperare male i poteri eccezionali loro concessi.
Chartres e Le Puy en Velay hanno custodito le Vergini Nere, entrambe famose. I due santuari hanno condiviso lo stesso destino con la rivoluzione francese: le antiche statue della Vergine Nera furono bruciate. Nessuno delle due cattedrali poteva ricevere sepolture, questi sacri luoghi potevano solo celebrare la vita.
Ognuno dei suoi tre punti vulcanici più elevati è segnato da una chiesa o da una statua. Una grande statua della vergine è posta su un picco di basalto vulcanico. Il nome della roccia è “Comeille” che nella vecchia lingua francese significava suonare il corno, cioè dare l’allarme. Sul più piccolo di questi, l’Aiguilhe (l’ago) ammiriamo la cappella di Saint-Michel d’Aiguilhe un piccolo eremo fu costruito nell’anno 969. Visibilissimo da lontano, questo spuntone di roccia alto 80 metri sulla cui cima si può ammirare la bellissima cappella dedicata a San Michele Arcangelo, la vetta si raggiunge dopo esserci inerpicati per 268 gradini! È forse la più bella chiesa altomedievale in Francia. L'unico modo per raggiungere la cappella di Saint Michel de l’Aiguilhe è di 268 gradini.
Figura 1. Francobollo emesso nel 1933 in onore di Le Puy-en-Velay
Edificata in cima al Mont Anis, la Cattedrale di Notre-Dame, emana un fascino tutto particolare, è una delle più grandi e distintive cattedrali romaniche di Francia. Salendo e 134 gradini della scalinata centrale che portano all’entrata, si resta colpiti perché essa è architettonicamente parlando molto particolare. Infatti, ha le sembianze di un vascello che accoglie il pellegrino per guidarlo verso la navata e arrivare così davanti al coro. A causa della sua situazione sul lato del “Puy”, l’ingresso principale della cattedrale è nel seminterrato, e i visitatori devono poi salire le scale, per emergere nel centro della cattedrale. Percorrendo la scalinata di questa chiesa si ha l'impressione di essere accolti da una madre. Non per nulla è denominata la scalinata del ventre. Si ha l’impressione di rientrare nel ventre materno. La costruzione dell’ampliamento della cattedrale fatta nel XII secolo probabilmente è opera dei Maestri d’Opera di scuola cistercense.
A Le Puy en Velay, un presidio dei Cavalieri Templari, un Quadrato Magico del SATOR, confermano la particolare aura sacra del luogo che, anche prima del Cristianesimo, era stato interessato da culti assidui della Grande Madre. Le sue origini sono antichissime ed è significativo che sia stata edificata sulla cima del "Monte Anis", sin dai tempi più remoti dedicato al culto della dea Anas. "Anas", o "Anua", è una delle tante forme cultuali dedicate alla Grande Madre, e non a caso la madre della Vergine Maria si chiama Anna.
IL DOLMEN E IL CERVO IL POZZO DI PUY-EN-VELAY
Nei tempi antichi, quando la regione Velay era ancora coperta di fitte foreste, dal cratere vulcanico di Le-Puy, è emersa una roccia su cui sorgeva un dolmen. Di fronte alla venerazione che i Vellaves portavano al loro sacro dolmen, una pietra nera, i Romani avevano perfino innalzato un tempio. La regione è vulcanica, la pietra nera tellurica è un dono della Madre Terra Nera. Gervasio da Tilbury cronista che visse tra il XII e il XIII secolo, narra che quando re Artù sentì avvicinarsi la sua fine pregò il cielo di esaudire il suo ultimo desiderio, far riparare la sua preziosissima spada che si era rotta in due parti. Come risposta alla supplica San Michele Arcangelo e gli angeli lo sollevarono in volo e lo portarono sul monte Etna, dove il fuoco saldò immediatamente i due tronconi della sua spada. Secondo la leggenda, Artù riposa nel vulcano Etna, in attesa di tornare nel mondo quando questo ne sentirà nuovamente il bisogno. Quella di Artù nel vulcano è la più atipica tra le leggende che circolano nell’angolo orientale della Sicilia, nella piana vulcanica fertile di lava. Puy den Velay è su roccia vulcanica e su una guglia è edificato il Santuario di san Michele. La spada di Michele è forgiata col fuoco divino. Diverse tradizioni affermano che una spada sacra, o magica, è forgiata dall’unione di due potenze opposte: il fuoco e l’acqua, dove il fuoco è dato al vulcano, mentre l’acqua proviene da una sorgente. Una sorgente sacra è all’esterno della cattedrale di Notre-Dame.
Il dolmen è pietra di religione. È situato in un luogo, dove la corrente tellurica ha un’influenza spirituale sull’uomo; è situato in un luogo, dove soffia lo spirito. Esso ricrea la caverna, ed è nel seno stesso della terra, nella camera dolmenica, che l’uomo ricerca il dono terrestre.
Anicium, in altre parole Le-Puy-en-Velay, era il centro sacro della Gallia meridionale. Questo posto, usato dai Celti, e molto prima di loro dal popolo dei megaliti, divenne, con Chartres, Il più antico santuario mariano in Francia. A Puy i Druidi, custodi della religione gallica, ma anche arbitri, studiosi e saggi, avevano un seggio. Giulio Cesare scrive che i Druidi del nord e del sud s’incontrano ogni anno per un'assemblea generale nella terra di Carnutes, nella regione di Chartres. Il dolmen venerato dai Druidi era considerato sacra reliquia, tanto che i colonizzatori romani lo venerarono a loro volta.
Figura 1. Il Dolmen nero sul monte Anicium a Le Puy en Velay[1]
Vi era sulla cima del monte Anicium o Anis, Rocher Corneille, un antico dolmen druidico: una grossa lastra di pietra nera che lo sormontava divenne preziosa quando secondo una leggenda risalente all’VIII secolo, una vedova del posto, sdraiatavisi sopra secondo i consigli che la stessa Madonna le aveva dato in una delle sue apparizioni. Sin dai tempi più remoti il monte era dedicato al culto della dea Anas. Anas, Anua, Ana, è una delle tante forme cultuali dedicate alla Grande Madre, e non a caso la madre della Vergine Maria si chiama Anna. Una statua di Sant’Anna è presente nella cattedrale. Oggi, sulla terza sommità o picco vulcanico, noto come il Rocher Corneille, si erge la monumentale statua di Nôtre-Dame de France, edificata, nel 1860, con il metallo di 213 cannoni sequestrati ai Russi nella battaglia di Sebastopoli, durante la Guerra di Crimea, e offerti dall'imperatore Napoleone III.
La leggenda non fa accento come se su quella roccia non fosse mai esistito il tempio romano poi distrutto. Il dolmen originale era costituito da due o tre massicce pietre grezze reggenti un grosso masso appiattito, formava un vano riparato abbastanza alto perché un uomo lo potesse attraversare. Si ritiene che il vano incorporasse un punto del suolo particolarmente attivo, un’importante fertile fonte di energia emanante dalla terra. Queste correnti telluriche montavano e si affievolivano secondo le stagioni, e rivitalizzavano chiunque ne venisse in contatto.
La leggenda dell’ottavo secolo narra che in epoca gallo-romanica nel 47 d.C. di una matrona romana di nome Vila sdraiata sul dolmen, sulla pietra sacra, si addormentò e in sogno le apparve una visione meravigliosa che disse di essere la Madre di Dio, intenzionata a riservarsi quel luogo. Vila andò a dirlo al vescovo Giorgio, il quale si lasciò convincere e, con i suoi preti, si portò sul monte. Con grande sorpresa lo trovò innevato, sebbene fosse luglio. C’era anche un cervo e alla sua apparizione guarì miracolosamente da una febbre maligna che l’affliggeva da tempo. Il cervo con le corna tracciò la pianta della chiesa da costruire.
Vosy il vescovo di Le Puy riconobbe il miracolo, avrebbe voluto obbedire alla richiesta della Vergine, ma non aveva i soldi per una grande chiesa. Così si accontentò di piantare una siepe di spine sopra il piano terra fino a quando tale finanziamento potrebbe essere trovato. Il giorno successivo, la siepe era fiorita. La “Pietra delle Febbri”, com’era stata rinominata dopo il miracolo, ne divenne la mensa d’altare.
Il cervo era considerato dai Celti un essere spirituale appartenente alla Dea Madre ed era associato a un culto della fertilità più terreno che celeste. I cervi erano considerati gli intermediari fra il mondo degli dèi e quello degli uomini. Il miracolo della neve a luglio? Di fronte al sole e al leone zodiacale del mese di luglio, la neve incarna il principio femminile che subirà la fecondazione necessaria per una nuova vita. Il roveto è lì per confermare la fecondazione, il giorno successivo.
Il nome del monte Corneille deriva da Cernunnos, il cervo, la rappresentazione del dio gallico, il sito è dunque un antico ricordo del culto questa divinità. Si è verificato un trasferimento di potere dal paganesimo morente al cristianesimo nascente, i druidi, gli antichi iniziati minori, i sacerdoti dell’antico culto, divennero sacerdoti della nuova religione cristiana; in cambio, i dolmen e i menhir saranno conservati e la Vergine sarà Nera. La leggenda del vescovo, che cercò l’approvazione del papa, la nevicata e il cervo sorta nell’ottavo secolo nacque nel bel mezzo di una polemica intorno ai culti pagani dei dolmen. A un certo punto intorno a questo periodo, il dolmen è stato distrutto.
La pietra piatta del dolmen popolarmente conosciuta come la “Pietra delle Febbri e delle Visioni”, è stata abbattuta e rotta si dice da un fulmine divino! La pietra piatta ha continuato a essere riverita e malati dormivano su di essa o accanto nella speranza di guarigione. Alla fine qualcuno ha visto la necessità di dare questa iscrizione latina: “Sapete perché coloro che vengono a dormire su questa pietra sono guariti? Perché il potere appartiene all’altare”. Nell’XI secolo, la pietra piatta del dolmen fu collocata nel pavimento della navata meridionale, dove è rimasta per 800 anni. Folle di persone malate, in particolare chi soffriva di febbre, dormivano non solo sulla pietra, ma riempivano l’intera navata. La “Pietra delle Febbri” non occupa più il suo posto originario sull'altare principale, ma si trova oggi di fronte alla Porta d'Oro dell’entrata principale. Nel XVIII secolo[2], il clero diventato stufo di questa pratica trasferì la pietra alla facciata ovest. Da allora è stata spostata indietro nella cattedrale, e ora è stato incorporato nel pavimento di una sezione della chiesa chiamata la Chambre Angélique, o la “Camera degli Angeli”. La “Pietra sacra nera” immersa nella semioscurità si trova a sinistra a pochi metri dalla Madonna Nera, che troneggia al centro del coro.
Si dovette attendere altri due secoli e il vescovo Scutario prima che il santuario mariano vedesse la luce. Esso fu eretto, cosa rara, proprio attorno a quel dolmen pagano. Scutarius, era anche architetto e senatore romano, fu responsabile della costruzione tra 415 e 430. Il dolmen fu incorporato nella chiesa, e questo è stato certamente il motivo della richiesta di costruzione del Vescovo a Roma, non avendo assolutamente alcuna necessità di approvazione pontificia per costruire una normale chiesa. La chiesa aveva una sola navata 40x80 piedi (12x24m), rapporto 1:2 ottava musicale.
Figura 2. La Pietra Nera di Le Puy
Accanto al dolmen si trovavano un albero di biancospino e una sorgente di acqua che aveva potere di guarigione[3]. Le virtù curative del luogo sacro pozzo e dolmen furono riconsacrati a Maria, che secondo la tradizione ha curato malattie col contatto con la pietra. Le Puy-en-Velay è con Chartres, il più antico santuario mariano della Gallia cristiana. Le Puy era un grande centro sacro druidico del Sud della Francia e Chartres quello del Nord. Il pozzo sacro è posto sul retro della cattedrale, dalla parte dell’abside, in un piccolo cortile verso la parete est, dove si ammirano bellissime sculture frammenti dell’antico tempio di Augusto e Adidon che rappresentano scene di caccia tra animali. È importante osservare che nella rappresentazione un leone caccia una cerva.
Abbiamo detto che di fronte al sole e al leone zodiacale del mese di luglio, la neve incarna il principio femminile che subirà la fecondazione necessaria per una nuova vita, il principio femminile è la cerva. Il tema della caccia alla cerva è misterico ed è stato un tema dei Cavalieri del Tempio. Nei dipinti della Cappella Templare di San Bevignate troviamo la cerva senza il centauro che la caccia. La cerva rappresenta la parte spirituale, l’anima. Il Salmo 41 recita così: “Come la cerva anela ai corsi d’acqua, così l’anima mia anela a te, o Dio.” Una testa di cervo si trova scolpita all’interno della cattedrale, un centauro è scolpito su un capitello.
Figura 3. Il tema della cerva e del centauro nella cattedrale di Le Puy
Sopra le scene di caccia si legge: “FONS OPE DIVINA LANGUENTIBUS GRATIS MEDICINA SUBVENIENS UBI DEFICIT ARS HYPOCRATIS”. “Questa fontana con la forza divina, è utilizzata per curare malati in modo gratuito quando fallisce l’arte di Ippocrate”. Questa frase si riferisce al pozzo vicino, che è alimentato da una sorgente sacra. Senza acqua non c’è chiesa, tutte le antiche chiese sono costruite su reti geomagnetiche, ma anche in relazione a fiumi sotterranei. L’acqua è probabilmente la fonte che scorreva vicino ai dolmen. Il Dolmen unito alla sorgente, era ciò che causava i cosiddetti miracoli di guarigione. Sopra l’iscrizione vi è un fregio decorativo in forma di “S” alternate a una “I”, che si può leggere: ISISISIS. Potrebbe rappresentare le energie che permeano il luogo. Il fregio è identico a quella dell’archivolto della porticina del Portico di For, trovato nelle fondamenta della cattedrale presso le rovine romane.
Figura 4. Il pozzo sacro - cattedrale di Le Puy
C’era anche una piccola fontana che sorgeva timidamente superficie altrettanto antica la cui posizione era nota nel XVII secolo sotto il nome “Font-Forte”. Troviamo le sue tracce in un taccuino di un custode conosciuto come scritti di Sauray St Arhain. Il nome della sorgente è stato dato per la strana acqua calda e frizzante che emergeva in quel punto. La leggenda dice che si è prosciugata, ma deve riemergere e segnare “l’inizio di una nuova era”. Con un rivelatore a infrarossi si è determinata la sua posizione. Le antiche chiese sono costruite su corsi d’acqua sotterranei. L’acqua è un elemento essenziale che sintonizza la terra e il cosmo. Alcuni flussi sono stati convogliati anche prima della costruzione della chiesa con letti di ghiaia (vedi scoperta fatta nella cripta della chiesa romanica di Thuret) o conica con ugelli di terracotta per aumentare l’influenza del luogo scelto sulla mappa geomagnetica.
Sculture di sirene si trovano spesso nelle chiese e sono simboli di questi flussi sotterranei. Spesso troviamo scolpita una sirena con la doppia coda sia sugli stipiti di diverse chiese romaniche, come la Basilica di San Nicola di Bari, sia nelle cattedrali gotiche e in alcuni mosaici pavimentali, come quello della Cattedrale di Otranto. La raffigurazione, busto di donna e coda di pesce, ha un’origine sia mediorientale sia nordica. Spesso queste sirene hanno una o due code semplicemente indicando un incrocio di acqua sotterranea. Due porte permettono l’accesso alla chiesa, la Porta papale, riservato ai sacerdoti, è la più grande. Sul pilastro massiccio, c’è una sirena bifida, con due code, accompagnata da una gemella, quindi il messaggio è chiaro, ci sono quattro corsi d’acqua che attraversano il portico. Un’altra sirena con una coda annodata in forma di un otto è presente al centro di un arco del portico del chiostro.
Figura 5. Sirena caudata portico di For – sirena coda portico chiostro - cattedrale di Le Puy
[1] Realizzazione grafica dell’autore del libro.
[2] Alla fine di questo secolo scoppiò la Rivoluzione di un popolo insofferente verso la monarchia e il clero.
[3] Come a Chartres.
NOTRE-DAME DE PUY-EN-VELAY
L’antico santuario dedicato alla Vergine Nera, Nostra Signora, Notre-Dame, de Le Puy-en-Velay è il luogo di partenza di uno dei quattro cammini francesi di Santiago de Compostela. I pellegrini provenienti dalla Francia orientale e dalla germania si riunivano nella cattedrale di Notre-Dame di Le Puy con la sua Madonna Nera e la cosiddetta “Pietra delle Febbri”, il dolmen di pietra nera vulcanica, prima di partire per Compostela.
FIGURA 1. LE PUY CAMMINO DI COMPOSTELA
All'inizio della nostra era, i Romani eressero sul Monte Anicium, prendendo l'aspetto di una vera e propria acropoli, una serie di edifici religiosi, tra cui il tempio di Diana, dove ora vi è la cappella ottagonale di Santa Chiara, e il tempio che ha incluso la fonte sacra e il dolmen. Al momento del declino dell'impero, i cristiani hanno investito il posto, distruggendo i templi ma preservando il dolmen e la fonte. Si costruirono intorno a loro, intorno al V secolo, cosa sarebbe diventata la basilica.
Un tempio romano vi fu costruito nel I secolo, dedicato ad Adido, un dio locale e all’imperatore Augusto. Costruito nei pressi di una fonte sacra, ha incorporato il dolmen. Il tempio fu distrutto nei primi del V secolo per ordine degli imperatori romani cristiani. Perché al suo posto fu edificato il primo tempio nel 415 d.C. dal vescovo Scutarius di Le Puy?
Il vescovo era chiaramente un forte sostenitore del potere del dolmen esistente, che pertanto l’ha voluto incorporare nella sua cattedrale, in un periodo in cui la tolleranza al paganesimo comportava la scomunica immediata. La successiva basilica romanica, dell’XI-XII sec. inglobò e ampliò il precedente edificio. Scutarius ha costruito la sua chiesa sulle rovine del tempio romano, che incorpora alcune delle sue mura. La chiesa aveva una sola navata di due campate. Sono state trovate sotto il pavimento, le fondazioni del coro della prima chiesa che era 12x24 m, rapporto di 1:2 ottava. Le navate laterali sono state aggiunte nel 6° secolo, utilizzando antiche lapidi romane nelle pareti, con la tomba Scutarius collocata nella navata sud.
La cattedrale, di stile romanico, fu costruita nel periodo gotico, ma le cui origini sono leggendarie. Il santuario presto sulla vetta del Monte Anicium sembrerebbe anteriore alla fondazione di una chiesa primitiva di Nostra Signora di Le Puy ad Anicium, che è stato attribuito al Vescovo Vosy, che trasferì la sede episcopale da Ruessium ad Anicium. Nell’800, il grande Carlo Magno arrivò due volte a Puy, prova che la sua fama era già grande. Theodulphe, vescovo di Orleans, offrì una preziosa Bibbia, stile carolingio, che è ancora conservata sul posto. La cattedrale costituisce il punto più alto della città, che sorge ai piedi del Rocher Corneille (roccia del corvo). Sospesa nel vuoto, sembra un gigantesco vascello, la cui prua si slancia verso i pellegrini per accoglierli nel suo interno attraverso una scalinata, che seguendo il picco roccioso, passa sotto la navata e permette di arrivare davanti al coro.
Sebbene la cattedrale sia veramente imponente, è racchiusa tra gli edifici del centro storico, con solo una lunga e ripida scalinata di 134 scalini che ne accentua l’ingresso. Il numero 134 ridotto 1+3+4=8, forma l’ottagono sacro. Anche la facciata sembra essere costruita sul piano di un doppio quadrato 4+4=8 verticale che si trova alla ricerca spirituale su una base materiale. Anche le campate della navata sono coperte da cupole ottagonali.
Costruita con pietre vulcaniche di vari colori, la facciata occidentale, è fatta di pietre policrome, mosaici, archi semicircolari e piccoli frontoni.
FIGURA 2. INGRESSO E FACCIATA CATTEDRALE DI NOTRE-DAME DE LE PUY
La facciata della cattedrale si trova in cima a una grande scalinata. Ha cinque piani di dispositivo dell’architettura policroma, con archi di conci di colori alternati e delle pietre vulcaniche decorative disposte in diamante come un mosaico. Cinque è il numero dell’uomo terreno, Dieci il numero dell’Uomo Celeste.
Il piano basso l’ingresso è segnato come in tutte le sacre costruzioni con tre aperture, la centrale più alta, nell’uomo indica lo Spirito, quella di destra l’anima, quella di sinistra il corpo. Il piano successivo, il secondo, con 3+3+3=9 monofore chiuse. Il numero nove indica la perfezione da raggiungere 32: le monofore sono chiuse. Il terzo piano (3) al livello della navata nuovamente 3 grandi finestre, il quarto piano ha 3+5+3 6+5=11 monofore. Cinque è il numero dell’uomo! Sei è il numero delle direzioni dello Spazio. Undici è l’addizione del Pentagono, cioè l’Uomo, con l’Esagono, cioè il Macrocosmo. Il numero undici essendo la prima cifra che segue il dieci 11, simboleggia l’inizio di un nuovo progresso, di un rinnovamento, una nuova nascita. È il quinto numero primo. È il numero delle spire del labirinto di Chartres, al centro un fiore a sei petali con il suo gambo, che ricorda una rosa selvatica. La cripta di St. Lubin nella cattedrale di Chartres è stata costruita con un modulo di 11 piedi e suoi multipli. Dante nella Divina Commedia rappresenta Cristo che risiede con la grande Rosa nel centro del Paradiso. Il quinto livello, quello in alto ha 1+3+1=5 monofore, il percorso dell’uomo termina in una completa spiritualizzazione. La facciata della cattedrale porta la firma del numero cinque, nel numero di livelli, nel quinto numero primo, e nel numero delle monofore del livello più alto.
Con i suoi tre archi che sembrano tre portali, inganna la vista e impedisce di vedere che la navata comincia più su, al secondo piano, senza veri portali di ingresso. La cattedrale accoglie ma non fa entrare. La maestosa facciata maschera un segreto: la grande basilica di Notre-Dame, a Le Puy-en-Velay, è letteralmente sospesa in aria. Le lunghe scalinate esterne portano su, a quello che sembra l’accesso della chiesa; ma varcato questo ingresso, ci si ritrova in realtà in una sorta di “nartece sotterraneo”. E prima di condurre nel ventre di Notre-Dame, porta a percorrere altri 102 gradini, al coperto e nascosti, oltre ai 134 già fatti per salire al suo cospetto. Il numero 102 ridotto 1+0+2=3 dorma il triangolo sacro, si giunge nel luogo sacro, nei pressi dell’altare.
E dentro il nartece, a lungo il visitatore cammina senza rendersene conto sotto la grande navata, sempre salendo, fino a percorrere l’ultima scalinata che, giunta finalmente al livello del pavimento, lo “buca” e lo attraversa, e dà accesso alla chiesa.
L’ascesa al santuario, fatta con la salita di 134+102 gradini, diventa un viaggio in cui il corpo e la mente si preparano a ricevere la Signora, come in molti altri luoghi alti da un punto di vista energetico sommando i numeri che caratterizzano le due rampe 8+3=11, si ottiene l’undici, che ha particolarità di poter essere letto in modo inverso cioè sia da destra sia da sinistra. Il numero 11 è la dualità armonizzata 1+1=2, simbolicamente rappresenta una coppia di colonne, che sono poste all’ingresso del Tempio. L’undici, essendo la prima cifra che segue il dieci 10+1=11, simboleggia un inizio, un rinnovamento, o anche di un capovolgimento, infatti, il pellegrino alla fine dell’ascesa “esce” dal ventre della chiesa ed entra proprio al centro della basilica.
La scala termina alla Porta d’Oro e dietro di essa, diciassette gradini conducono al centro della navata. Dopo in numero 11 troviamo anche il numero 17 entrambi numeri primi, così detti perche non divisibili, emanano direttamente dall’Uno, simbolicamente il Padre Celeste. I numeri primi sono non essendo divisibili sono considerati incorruttibili. L’undici è in quinto numero primo, il cinque rappresenta l’uomo, il diciassette rappresenta il settimo numero primo, sette è il numero del mistero. L’undici e il diciassette sono numeri della prova.
FIGURA 3. CATTEDRALE DI LE PUY PORTA D’ORO
La scala termina tra i due pilastri di fronte ai quali sono state collocate le statue di San Luigi e Giovanna d'Arco, esattamente di fronte all'altare maggiore. Ciò ha permesso a un religioso di dire che “entriamo nella chiesa vicino all'ombelico e che veniamo fuori in entrambe le orecchie”. Percorrere il passaggio del cordone ombelicale della cattedrale, significa simbolicamente rinascere nella vita reale fornita dalla Vergine Nera, e allo stesso tempo rientrare nel grembo materno, cioè, fare il percorso inverso, dalla nascita perché ad entrare nel santuario, torniamo nel buio, che è la fonte della nostra vita e di tutta la luce.
Si passa nel grembo della madre terra, nella placenta della Madre Terra, dove si viene avvolti dagli elementi e ricoperto di pelle! Nel liquido della placenta ci s’immerge negli elementi del grande Mare, nuotando come un pesce. Gesù era denominato IHΣ, il Pesce, il Grande Pesce che salva i piccoli pesci. Il passaggio cosciente nella placenta è la seconda nascita, o la nascita del Divino Fanciullo, la caratteristica dell’Iniziazione misterica. Su una stele egizia leggiamo le parole che Osiride rivolge al suo figlio Horos: Sei tu figlio mio che passi nella pelle ed esci dal Nun, tu non muori più.
La chiesa di Notre Dame de Le Puy è stata costruita per metà “a sbalzo”, sospesa sul vuoto trasformato in una sorte di portentoso nartece. La parte originaria, costruita nell’XI secolo, è quella posta ad oriente. Si trattava di una chiesa “a croce greca”, in cui il transetto era uno dei bracci, mentre l’altro era costituito dal presbiterio e dalle due campate della navata più vicine al presbiterio stesso. Tutto il resto, cioè buona parte della grande navata, non esisteva in origine.
Il coro appoggia direttamente sulla roccia, ma in seguito nell’XI e XII secolo per la pressione dei pellegrinaggi per accogliere il crescente numero di pellegrini, i Costruttori Maestri d’Opera di scuola cistercense ampliarono la chiesa, costruendo prima due nuove campate, poi ancora altre due; per due volte allungarono la navata costruendola sopra le scalinate che portavano all’antica chiesa più piccola, e affidandone il peso a quello che oggi è diventato il budello sotterraneo. Poiché la navata allungata con quattro campate in più doveva estendersi su un dislivello di 17 m, in sostanza sul vuoto, sono state realizzate quattro campate di più sono audacemente costruite sul vuoto; per raggiungere, grandi pilastri sostengono le alte arcate. Nella prima campata del portico, i capitelli dei pilastri sono decorati con rappresentazioni del Tetramorfo, vale a dire i quattro esseri tradizionalmente associati ai quattro Evangelisti.
FIGURA 4. SEZIONE LATERALE CATTEDRALE DI LE PUY
Questa scala occupa l’intera larghezza dell'edificio durante le prime due campate, poi si restringe per avere solo quella della navata centrale durante le due successive campate, due cappelle, dedicate a Saint Gilles e Saint Martin sono state poste sotto le navate laterali e chiuse dalle porte di cedro intagliate che una volta erano sulla facciata. Sono chiamate “porte di cedro” anche se sono di legno di pino, e risalgono al XII secolo. La scala ora termina dove, nel 1780, fu aperta la Porta d’Oro. Malauguratamente l’arcivescovo De Galard chiuse il passaggio nel 1781, creando un nuovo ingresso. Un ingresso laterale è stato realizzato nel diciannovesimo secolo.
Nel secolo XVIII la cattedrale necessita urgenti lavori di consolidamento. JC Portal, architetto, su richiesta del vescovo Galard Téraube intraprende le azioni necessarie ... ma che strano ... l’antico accesso sotterraneo al coro è bloccato. La scalinata ora finisce nella Porta d’Oro di fronte alla famosa Pietra nera delle febbri. I lavoratori in quel periodo raccontano che in questa occasione una sorta di piccola galleria “arcaica” è stata portata alla luce. Il lavoratore che si è avventurato lì non è più tornato ... poi è stata la volta degli abati e Mulley Casaiyt che provarono a visitare il passaggio stretto e basso. Ritornarono in fretta, rifiutandosi di dire di più, nonostante il loro grande stato di agitazione.
Nel 1893 uno studioso di archeologia ritrova la raccolta due abati e taccuino personale di Mulley, dove era relazionata la spedizione sotterranee: una piccola figura femminile con bambino in un metallo “lucido e molto pesante”, sette rulli incisi con segni sconosciuti, strane lavorazioni intagliate nella pietra blu, nera, molto dura e ... due vertebre umane di dimensioni sproporzionate, gigantesche! Ricordiamo che nelle vicinanze di Velay vi sono non meno di 116 testimonianze megalitiche... tra cui due enigmatiche “tombe di giganti”. Le annotazioni di Mulley insieme a bozzetti riflettono la sua grande preoccupazione mista a domande senza risposta. Egli ha aggiunto che l’esistenza di questa stranezza è stata menzionata dopo aver consultato un documento molto vecchio in possesso del vescovo .
La cattedrale di Le Puy è notevole non solo per la sua insolita configurazione nella sua architettura: una fusione di stili architettonici del periodo che va dal V secolo al XV, che gli conferisce un aspetto particolare che mescola influssi orientali, ma il più notevole è l'uso in stile orientale di diverse pietre colorate all'esterno della cattedrale, come anche del resto evidenti soprattutto nelle cupole ottagonali in stile bizantino della navata. La pianta della cattedrale è a croce latina ed è orientata secondo gli assi cardinali con il coro ad est e la navata ad ovest. La maggior parte di costruzione tuttavia risale alla prima metà del XII secolo .
La planimetria della chiesa è a croce latina con una navata centrale e due laterali con sei campate. La crociera all’incrocio della navata col transetto, alla maniera delle chiese cistercensi è un modulo quadrato coperto da una torre ottagonale con due piani finestrati terminanti con una cupola.
FIGURA 5. PLANIMETRIA CATTEDRALE DI LE PUY
PORTICO DEL FOR
A nord-est, il Portico di San Giovanni, vicino al battistero di cui porta il nome, ha ricevuto re e principi. A sud-est, il Portico del For (il Foro latino, che i romani avevano collocato in questo luogo) ospita la Porta Papale. Nel Foro di Lucca è stata edificata la Chiesa di san Michele.
Figura 1. Portico du For - Cattedrale di Le Puy
Due porte si aprono su questo portico a base quadrata. La più piccola, chiamata porta papale dal 1847, ospita un architrave rinvenuto durante gli scavi, con l’epitaffio del V secolo del vescovo Scutarius: “SCVTARI PAPA VIVE DEO”. Sopra il timpano, un fregio “ISISISIS” trovato nelle fondamenta della cattedrale presso le rovine romane. L’altro lato della pietra reca l’iscrizione dedicata al tempio romano del primo secolo che sorgeva su questo sito.
È anche possibile vedere una scultura che come Atlante sorregge la cupola del portico di For. In alto è una cupola celeste, alla base un quadrato, la Terra. Sulla sinistra si può vedere un personaggio in mezzo alla vegetazione che guarda la porta. Egli veglia e osserva. e custodisce il cancello. Un altro personaggio osserva anch’egli ma al centro di due animali di schiena. Il Maestro d’Opera Villard de Honnecourt disegna nel suo taccuino due leoni, due trombettieri appoggiati di schiena che guardano in direzioni opposte per simboleggiare l’equilibrio armonico dei contrari, al centro l’uomo spirituale doma equilibrandola, la duplice forza.
Figura 2. Cattedrale di Le Puy - Atlante e gli osservatori
Ritroviamo inciso sopra un arco, il marchio spirituale dei Cistercensi è una croce a bracci uguali con due o tre punte terminali, quella di Morimond con due terminali, quella di Fossanova con tre terminali. La croce a bracci uguali decussata dei Templari termina con punte. A Le Puy i Cistercensi hanno messo la croce all’interno di un quadrato. La sacralità di questo tipo di croce era tale che era utilizzata anche nell’ancoraggio dei muri come espone magistralmente Viollet le Duc, sia nella forma a croce classica a bracci uguali e sia nella forma a X di croce di S. Andrea o dell’Anima del Mondo di Platone.
Figura 3. La croce sacra cistercense a Le puy en Velay
Viollet le Duc disegna anche un ancoraggio fatto con due ferri ripiegati in modo da creare una M gotica, che si ritrova in un monolite (la lancia di San Michele) all’esterno della basilica cistercense di Staffarda in Piemonte. L’incisione è sotto una croce templare. La lettera gotica può essere vista sia come la sovrapposizione di una M e di una T, cioè il monogramma di Militia Templi, e sia come il monogramma di Madre, Maria oltre ad essere è anche una specie di marchio, presente nelle sacre costruzioni gotiche, perché disegna la bifora, una finestra con due aperture, divise da una colonnina o da un pilastrino su cui poggiano due archi, a tutto sesto o acuti. Le bifore gotiche appaiono come delle lance. Il significato della bifora è la dualità, espressa nelle cattedrali gotiche dalle Due Torri poste all’ingresso principale a Occidente, dai Due Cavalieri Templari su un unico cavallo.
IL CHIOSTRO
Il chiostro della cattedrale dedicato a San Giovanni Battista, è considerato da Mérimée come il più bello di Francia. Sebbene sia stato quasi interamente restaurato da Mallay e Mimey tra il 1842 e il 1853, questo monumento ha conservato tutto il suo fascino. Delle quattro gallerie del chiostro, solo la galleria sud è romanica. Il chiostro anziché di forma quadrata come per le abbazie cistercensi è rettangolare: 30,75x19 metri, il rapporto di questi due misure dà 1,6184 il numero aureo φ, quindi qui abbiamo un rettangolo aureo. Il chiostro ha un portico formato da 10 archi in lunghezza e cinque in larghezza, rapporto 2:1, un’ottava musicale.
Figura 1. Portico chiostro Le Puy
Nel chiostro si contano 153 capitelli, che è un numero mistico. Nei Vangeli si narra dell’apparizione agli Apostoli di Gesù risorto sul lago di Tiberiade dove invita Simon Pietro a gettare la rete nel lago: “Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatre grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò”. Il numero dei Pesci è appunto 153.
- 153 è il diciassettesimo numero triangolare, cioè è la somma dei numeri dei numeri da 1 a 17 compresi.
- 153 ha la proprietà rara che è la somma dei cubi delle proprie relative cifre, cioè: 153 = 13 + 53 + 33.
- Espresso in modo fattoriale 153 è il numero Cinque triangolare fattoriale: 1!+2!+3!+4!+5! = 1+1x2+1x2x3+1x2x3x4+1x2x3x4x5 = 1+2+6+24+120=153
- La somma dei suoi numeri 1+5+3=9 porta al numero perfetto nove.
Si narra che in viaggio fra Sibari e Crotone Pitagora, si avvicinò a dei pescatori e, dato che la rete che essi tiravano a riva conteneva una grande quantità di pesce, egli predisse il numero esatto dei pesci da loro tirati a riva. Quando quei pescatori ebbero accettato di eseguire i suoi ordini, se solo la predizione si fosse rivelata esatta, dopo che ebbero contato minuziosamente i pesci, ordinò loro di gettare il pesce ancora vivo in acqua; la cosa più stupefacente fu che nessuno dei pesci, pur rimasti fuori dall’acqua, morì alla sua presenza, mentre fu compiuta la conta. Il numero secondo la tradizione era 153.
SCULTURE SUI CAPITELLI
Le sculture sui capitelli rappresentano le indicazioni misteriche negli edifici sacri medioevali. All’inizio c’era un grande dolmen e un cervo che traccia nella neve il perimetro della chiesa cristiana.
Il tema del cervo o più precisamente della cerva e della sua caccia, o inseguimento, è legato alla figura del centauro. Sulla facciata della chiesa di San Michele in Foro, si trova più volte il tema tipicamente templare del centauro che insegue la cerva aiutato dal cane. Oltre che a Lucca (a San Michele e a San Martino) ritroviamo il motivo della cerva (senza il centauro) in Austria sul portale dell’ossario templare di Mödling dove si può ammirare un rilievo di un cavaliere che insegue un cervo accompagnato da due cani[1]. A St. Gilles, in Francia nella Camargue in un’abbazia benedettina che poi divenne templare, ritroviamo scolpiti sull’architrave del portale d’ingresso, il tema del Centauro Sagittario che caccia la cerva. Sulla parete ovest della Cappella templare di Montsaunès si ammira quello che è rimasto dell’antico affresco, si vedono centauro con arco e freccia accompagnato dal cane e sulla parte opposta una cerva che fugge. Non è un caso che sui capitelli del chiostro della cattedrale siano scolpiti una coppia di centauri.
Figura 1. Cattedrale di Le Puy – coppia di centauri
Alcuni capitelli mostrano dei personaggi in posizione ieratica con le braccia alzate a squadra e pollice e indice aperti a squadra. Caratteristica la discriminatura dei capelli che si arrotola verso l’alto come sue onde contrarie. L’indice nell’antica Roma era connesso al Padre e alla Madre, era detto il dito della quercia. I giudici, gli imperatori o anche il pater e la mater familias quando volevano sottolineare la loro autorità alzavano sempre il dito indice. Era il dito della Lealtà. Il pollice era il dito della palma o della vite, piante sacre a Venere.
Nei primi tempi della Chiesa cattolica romana, il pollice e le prime due dita della mano sono stati usati per rappresentare la Santa Trinità: il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Per questo motivo, un prete portava un anello al dito “Spirito Santo”. Leonardo dipinge San Giovanni con il dito indice rivolto verso l’alto. Nel duomo templare di Barga, in Toscana i Maestri d’Opera comacini scolpiscono San Giovanni Battista con il dito indice rivolto inclinato verso l’alto. I maestri costruttori medievali veneravano particolarmente Giovanni Battista, inoltre il segno a squadra delle dita e delle braccia è un riferimento al Maestro d’Opera, e poiché sulle altre due facce del capitello vi sono altre due identiche figure, con gli indici che si uniscono, è un riferimento alla loggia dei Maestri d’Opera. Il tipo di abbigliamento e pettinatura ci indicano che un Maestro sa equilibrare le due forze opposte, ottenendo così l’armonia e la stabilità del Tempio e il Tempio dello Spirito santo è il corpo umano strumento dello Spirito.
Figura 2. Cattedrale di Le Puy – Capitello con Maestro d’Opera – Giovanni Battista Barga
Altri capitelli riportano il tema dell’equilibrio delle forze opposte, con la rappresentazione di teste femminili e maschili al centro di motivi floreali che sono identici al modello dei capelli del maestro d’Opera.
Figura 3. Cattedrale di Le Puy – Capitelli con motivo dualità
Un altro capitello mostra in alto due teste (dualità) di serpente dalla cui bocca esce una spirale serpentina che si arrotola intorno a una ruota o fiore con una corolla centrale a sei petali. Oltre al tema della dualità abbiamo quello del movimento a spirale destro giro e sinistro giro continuamente rappresentato con temi floreali nelle abbazie, nelle cattedrali medioevali.
Figura 4. Cattedrale di Le Puy – Capitello con motivi serpentini
[1] http://www.othmar.at/kirchen/karner/bilder_aussen/index.html
SALA CAPITOLARE
La sala del capitolo collega la galleria del chiostro attraverso una porta con quattro colonne di cui due molto rare, che per la loro forma sono chiamate onde. Sul timpano, un motivo alternato triangolare esprime l’analogo concetto che simboleggia l’acqua. La linea a forma d’onda ha 8 vertici (il numero di Cristo, e un numero templare) e di 6x2=12 cerchi.
Figura 1. Cattedrale di Le Puy - Portale sala capitolare
Un capitello è realizzato con due leoni schiena contro schiena tenuti da una corda annodata. Rappresentazione della dualità, gli opposti. Essi si sono impegnati contro la loro volontà, la corda annodata fa in modo che essi trovino un equilibrio. Il loro collegamento è l’asse cosmico che scende dall’alto, che li unisce in un solo corpo. Un altro capitello mostra due grifoni con le teste al centro in perfetto equilibrio e armonia. Nel grifone, i Maestri scalpellini vedevano la doppia natura umana e divina (si associavano l’aquila al cielo e il leone alla terra) proprio come la possedeva Cristo.
Figura 2. Cattedrale di Le Puy - particolare coppia di leoni e di grifoni
LA VERGINE NERA
Le Puy ha posseduto una venerata immagine della Vergine fin dai suoi primi giorni, ma purtroppo non sopravvivono oggi. Non c'è traccia dell'immagine della Vergine venerata nella cattedrale prima della fine del X secolo, fatta eccezione per alcune rappresentazioni ipotetiche.
L'originale statua della Vergine Maria ivi conservata fu donata, secondo la tradizione, da San Luigi nel 1254 Luigi IX al ritorno dalla settima crociata, anche se è noto da un altro documento che essa era già lì presente da prima, quando il Conte di Tolosa ordinò che una lampada perenne fosse accesa al suo cospetto. A quel tempo, sarebbe stata sostituita da quella offerta dal re Luigi IX (San Luigi) dopo la settima crociata. Si dice che Luigi la ebbe a sua volta in dono dal Gran Sultano di Babilonia, come pezzo facente parte del suo tesoro: l’autore era un certo Geremia, forse un monaco copto, e potrebbe essere stata fatta a immagine di Iside o di qualche altra dea orientale, forse Iside col piccolo Horus tra le braccia che divenne la veneratissima la Madonna Nera custodita all’interno della cattedrale.
La statua della Madonna nera in legno di cedro fu bruciata durante la Rivoluzione francese. Il simbolismo della Vergine Nera è la Madre Terra, la Matrice, la fonte cui si abbevera ogni alchimia, il corvo nero della Grande Opera. Qualunque sia lo spazio in cui si è eretto, a volte sostituendo una vecchia pietra nera, significa un luogo di emersione Terra.
Di questa statua nel 1777 o 1778 Faujas de Saint-Fons fu in grado di studiarla a suo piacimento, lasciò, nel 1777, una descrizione e un disegno sicuramente molto fedeli. Fa una precisa descrizione: alta 72 cm, nera e scolpita in cedro, si rimarca che le due porte del santuario erano cedro ... e decorate in stile orientale con la scritta: “Dio ha voluto così”. La statua di cedro della Vergine sera raffigurata seduta su un trono, il Bambino in ginocchio. I volti della Madre e del Bambino erano di un nero scuro, ma le mani, erano dipinte di bianco. “La forma del viso rappresenta un ovale estremamente allungato”, con un naso esageratamente lungo. Le caratteristiche erano severe, con occhi di vetro o pietre preziose. Secondo Faujas era seduta alla maniera di alcune divinità egizie indossando un abito in stile orientale nei toni del rosso, blu-verde per la parte superiore, ocra verso il basso, ed era coronata da una sorta di cuffia in rame dorato, ornata di cammei antichi. La statua era interamente avvolta in diverse strisce di una tela piuttosto fine, saldamente incollata al legno e dipinta.
Il bambino Gesù sembra bloccato sul ventre della madre e mostra la sua testolina nera attraverso un’apertura fatta nel mantello (il ventre della Vergine ha un rapporto col suo ombelico). Faujas osserva che la testa della Vergine non aveva capelli o orecchie. La testa era coperta tre cuffie. Un antico testo dice che “entriamo cattedrale attraverso l’ombelico e che usciamo le orecchie”. Soprattutto scrive Faujas, ciò che più colpisce nella faccia nera della statua è un naso eccessivamente lungo e gli occhi di vetro forti che danno un’aria distaccata stupita che ispira sorpresa e persino terrore. La Vergine Nera a Le Puy, come a Chartres, non è innocua!
Il 19 gennaio 1794 i rivoluzionari portano fuori la statua della cattedrale, spogliata dei suoi gioielli e stupidamente decidono che deve essere bruciata. Da una piccola cavità è espulso un piccolo rotolo di pergamena. I rivoluzionari non vogliono che sia salvato il documento che brucia tra le fiamme con il suo segreto dell’origine della strana Madonna Nera.
Figura 1. Copia della Vergine Nera di Le Puy e Vergine Nera di san Maurizio del Rifugio
Una statua della Madonna nera (secolo XIII) che proviene dall’antica cappella di San Maurizio del Rifugio, si trova solitamente sull’altare maggiore della Cattedrale, ed è stata incoronata dal vescovo di Le Puy in nome del Papa Pio IX, l’8 giugno 1856. Dal “mantello” della Vergine appare solo la testa del Bambino; il mantello è la protezione della madre. Le caratteristiche delle due facce sono le stesse e le cui corone sono simili. Il Bambino completamente staccato dalla madre ha la stessa “maestà” della Vergine, ma è tenuto sotto controllo sulle ginocchia, rigorosamente in linea.
Nell’VIII secolo esisteva già il pellegrinaggio alla Madonna di Puy, che fu la più importante meta di pellegrinaggio francese durante il Medioevo. Nel X secolo che l’antica città di Anicium cambia nome, per assumere quello di Puy-Sainte-Marie. La devozione mariana era collegata anche al pellegrinaggio verso Santiago di Compostela: Puy era, infatti, una tappa nel cammino che dalla Francia raggiungeva Santiago. Dalla Francia, in particolare, erano quattro i cammini che convergevano verso Santiago di Compostela, di questi il più antico e noto partiva dalla città di Le-Puy, ed era chiamato la “Via Podense”.
Il merito di tanta popolarità è attribuito soprattutto all’allora vescovo della città, Gotescalco, che nell’anno 951 guidò il primo pellegrinaggio francese verso Santiago. Al suo ritorno fece edificare nella città un santuario dedicato a San Michele Arcangelo, e cominciò a promuovere attivamente il culto della Madonna Nera, la Vergine di Le Puy.
Sulla via per san Giacomo di Compostela, troviamo che il culto della Vergine Nera è sempre associato a quello dell’Arcangelo Michele, la prima rappresenta l’energia della Madre Terra, il secondo rappresenta le potenze del Cielo.
La tribuna di Saint-Michel, situata nel braccio nord del transetto della cattedrale, è decorata con un grande affresco di Michele alto 5,50 metri, rappresentato con la veste degli imperatori bizantini con la sciarpa imperiale ornata di placche d'oro e pietre preziose. L’arcangelo calpesta un drago rosso e lo trafigge con la sua lancia, che tiene con la mano destra. Questa immagine sviluppa tutte le caratteristiche dei cannoni bizantini tradizionali.
Figura 2. San Michele affresco
LA CAPPELLA DI SANTA CHIARA
Prima di giungere alla base del Rocher, comunque, s’incontra sulla strada un altro importante edificio, dai forti connotati simbolici, la Chapelle St. Clair, o "Cappella di Santa Chiara", posta in un’amena piazzetta allietata da un'antica fontana. La cappella è costruita in pietra vulcanica e ricoperta di ardesia. Ha una pianta ottagonale, estesa da un’abside semicircolare. Ogni facciata della cappella è decorata con mosaici di pietre policrome sormontate da un arco sporgente sostenuto da due colonne sormontate da capitelli scolpiti molto stilizzati.
È importante notare che sul luogo, anticamente, sorgeva un tempio dedicato alla dea Diana, e Diana/Artemide è stata, nel mondo classico, una delle eredi dei culti della Grande Madre più antichi. Più comunemente denominato “Tempio di Diana”, la cappella Saint-Clair, un piccolo edificio ottagonale. Si afferma che fosse appartenuta ai Cavalieri Templari, sebbene un avviso, affisso all'interno della stessa, smentisca categoricamente questa affermazione. Eppure, a ben vedere, è improbabile che i Cavalieri non avessero, a Le Puy, una loro mansione, data l’importanza strategica del luogo come meta obbligata del cammino di Santiago e oggetto del flusso continuo di pellegrini. D’altronde, altre prove circostanziali farebbero puntare il dito sull’ordine dei monaci guerrieri. Oltre alla già citata forma ottagonale, è da notare anche il motivo decorativo a rombi del portale d'ingresso, realizzato a fasce alternate di marmo bianco e nero, che richiamerebbe, in un certo senso, il Beauceant, il vessillo bicolore dei Cavalieri.
Figura 1. Cappella ottagonale di Saint Claire
Degno di nota è anche un piccolo fregio, posto di sopra del portale d’accesso, che rappresenterebbe le frasi dei due astri principali, il Sole e la Luna, rappresentati con i rispettivi simboli alchemici. Nelle immediate vicinanze della cappella, all'interno del cortile di un’abitazione privata, si trova un'importante presenza simbolica che molto spesso è stata collegata, direttamente o indirettamente, ai Cavalieri del Tempio: il Quadrato del SATOR.
LE PUY - SAINT MICHEL AIGUILHE
Su un picco vulcanico alto 85 metri, Aiguilhe, di fronte alla cattedrale di Le Puy, sorge la Cappella di San Michele, un luogo sacro per eccellenza. La struttura inaugurata nel 972, consisteva inizialmente, in una cappella quadrangolare con tre absidi. La forma di roccia vulcanica a punta paragonata a un ago è stata un luogo sacro per migliaia di anni, ben prima dell’avvento del cristianesimo. La cappella a sezione quadrata, con l’abside rivolto a nord e ingresso a sud, è stata fatta costruire dal vescovo di Puy per celebrare il ritorno di San Michele, che era in pellegrinaggio a San Giacomo di Compostela.
FIGURA 1. SAINT MICHEL AIGUILHE
Una leggenda cristiana è legata al carattere sacro della roccia. Si narra che una giovane ragazza accusata di cattiva condotta è gettata dall'alto della roccia come punizione e prova della sua innocenza. Si salva miracolosamente e decide di replicare il miracolo si getta dalla roccia e muore e per questo motivo è ora chiamato il salto della vergine. La stessa leggenda si narra in Italia riferita alla Sacra di san Michele edificata in Valle Susa su uno sperone di roccia. La roccia, la giovane il salto e san Michele sono gli elementi che uniscono i due luoghi. In tempi lontanissimi, un vulcano creatosi un milione di anni fa, emerge in mezzo alle acque di un enorme lago. Un dolmen preistorico è stato edificato lì in cima, e Romani dedicarono il luogo a Mercurio prima che i cristiani costruissero una cappella dedicata a San Michele. Le tre grandi pietre incorporate nella cappella di San Michele si pensa che siano i resti di un dolmen preistorico lì edificato.
L’arrampicata sulla guglia vulcanica è un viaggio iniziatico. La scala a chiocciola è scandita da tre oratori e 268 passi. Il primo è dedicato all’Arcangelo Gabriele “forza di Dio”, l’inizio del percorso corrisponde all’Annunciazione, all'inizio della grande opera. È sotto l’influenza della luna. Il secondo è dedicato all’Arcangelo Raffaele “la guarigione di Dio”, corrisponde al mercurio dell’alchimia. Il terzo è dedicato a Saint Guignefort, un Santo bretone o meglio celtico che guarisce il corpo e tra le altre cose, la sterilità della donna. Questo ci riporta alla leggenda della pietra nera conservata nella cattedrale di Le Puy. Prima di arrivare, una fenditura nella roccia, e ... un po' acqua! E sulla parte anteriore, due nicchie scavate nella pietra permettono di pellegrini di attingere direttamente le forze della Madre Terra(1). In Italia, in Puglia a Monte Sant Angelo, nel santuario nella roccia di San Michele l’acqua stillante dal soffitto della grotta era ritenuta miracolosa. Un altro luogo è la grotta di S. Michele a Cagnano Varano (Foggia) dove è ancora possibile raccogliere l’acqua sacra e terapeutica che sgorga in una pozza. Il portale d’ingresso è decorato con i colori bianco rosso e nero colori adottati dai templari, ricordiamo che San, Michele è il patrono dei Cavalieri del Tempio. I motivi dell’arco sono un’alternanza di rombi, figure sacre templari di colore bianchi e rossi su fondo nero che realizza due triangoli isosceli che uniti formano il rombo. Sull’architrave all’ingresso si vede un paio di visi con gli occhi sbarrati che vomitano un arcobaleno di foglie su un cieco timpano che poggia su una coppia di sirene una con la coda di drago, e una con la coda di un pesce per simboleggiare la presenza di correnti energetiche sotterranee legate all’antico vulcano. L’Agnus Dei in una mandorla riposa sopra l’apice dell’arco, mentre gli uomini adorano in ginocchio su ogni lato.
FIGURA 2. SAINT MICHEL AIGUILHE - PORTALE
Sui due capitelli sono scolpite a destra una doppia Aquila simbolo solare, in realtà una Fenice che si esce da un fogliame a forma di palma (simbolo d’immortalità e rigenerazione). A sinistra anziché la Fenice, un Uomo che emerge anch’egli dal fogliame palmizio che tiene quattro gigli a tre petali, due in ogni mano. Il giglio a tre punte è il Fiore di Lys caro ai Templari. L’Uomo a destra è l’Iniziato che come la Fenice muore ma trionfa sulla morte ascendendo al cielo e abbandonando al fuoco il corpo vecchio.
FIGURA 3. SAINT MICHEL AIGUILHE – GREEN MAN
Sopra l’architrave, una lunetta finemente scolpita con un motivo floreale, con gruppi di tre fiori a tre petali 3x3=9, il numero della perfezione, l’iniziazione. A destra e a sinistra due teste umane dalla cui bocca esce e rientra nell’altra bocca il flusso di rami. A questa raffigurazione che appare sulle chiese medioevali è stato dato il nome di “green man, l’uomo verde”. All’uscita della bocca un ramo porta un frutto cui si cibano delle sue bacche una coppia di colombe, in altri termini che si cibano della Sapienza Divina.
Le teste sono quelle del green man che in genere rappresentato con la bocca che emette un duplice flusso di rami, una duplice corrente, gli opposti. L’emissione dei rami e del fogliame da un uomo verde forma l’immagine dell’Albero di Vita. È il sottile riferimento con la rinascita della Natura, con la Primavera e con la rinascita dell’anima. La raffigurazione dell’uomo verde, il “green man”, che ingoia o rigurgita due rami è presente nelle colonnine del portale Ovest di Chartres(2). In alto sulla seconda lunetta, lo stesso motivo dell’Albero della Vita, i due uomini verdi trattengono con le mani e le gambe, i rami, come se fossero una cosa unica.
Scolpiti nella pietra sul portale trilobato, all’interno di cinque nicchie vi sono San Giovanni, la Vergine Maria, Cristo, l'Arcangelo San Michele e San Pietro. Anche qui come per Notre-Dame, la facciata è segnata dal numero cinque.
FIGURA 4. PORTALE SAINT MICHEL AIGUILHE – CINQUE SCULTURE
Notiamo che alla destra del Cristo vi è Michele e alla sinistra Maria. Immancabile Giovanni, Pietro, Petra rappresenta la Chiesa. Oltrepassando il portale, vi sono altri sette gradini, che conducono a un deambulatorio semi-ellittico, sostenuto da colonne monolitiche.
FIGURA 5. SAINT MICHEL AIGUILHE – INTERNO
Merita una particolare attenzione, un affresco in alto, all’interno di un cerchio una mano si protende verso il basso, una croce a bracci uguali è all’interno del cerchio e dietro la mano divina. Quest’affresco collega questo luogo con la cattedrale di Chartres. Un restauro effettuato del 1975 nella cripta di Fulbert ha fatto riscoprire sulla volta una parte dell’antico decoro di tipo misterico che fu ricoperto in epoca barocca. Si vede il cielo stellato con la mano di Dio in un cerchio che esce da un disegno geometrico.
FIGURA 6. SAINT MICHEL AIGUILHE – CHARTRES CRIPTA DI FULBERT - MANO DIVINA
---------------------
1. http://lieuxsacres.canalblog.com/archives/le_puy___saint_michel_d_aiguilhe__43_haute_loire_/index.html
2. Vincenzo Pisciuneri Notre-Dame De Chartres Templare I - I Segreti Della Facciata Ovest www.sapienzamisterica.it