Lez.33 - La costruzione della seconda parte dell'Antahkarana - Sapienza Misterica

SAPIENZA MISTERICA
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Lez.33 - La costruzione della seconda parte dell'Antahkarana

La dottrina del Filo d'Oro III Antahkarana
 
Il Maestro D.K. spiega che tra i centri spinali della testa due interruzioni o lacune che nel corso dell’evoluzione devono venir riempite dall’azione energetica della vibrazione rapidamente crescente dell’unità di forza. Queste due lacune sono la corrispondenza fisica nel cervello di due lacune sui livelli mentali. Il riempimento di questi vuoti equivale alla costruzione di un duplice ponte chiamato dell’Antahkarana, e tale costruzione si sviluppa in più fasi:
1.     Nella prima parte è creato un ponte energetico che unisce l’unità mentale della personalità integrata con l’Anima. Questa porzione dell’Antahkarana si svolge dentro l’anello invalicabile individuale.
2.      La seconda parte dell’Antahkarana serve di ponte tra l’Anima e Manas l’atomo permanente mentale nella Triade Spirituale e va quindi oltre l’anello invalicabile.
                           
Sul piano mentale appare un triangolo prodotto dall’attività manasica, e questo triangolo di fuoco comincia a circolare lentamente tra l’atomo permanente mentale e un punto al centro del loto egoico, dove vi è un punto brillante di fuoco elettrico di colore blu-bianco (il Gioiello nel Loto), e di qui all’unità mentale che è comparsa sul quarto sottopiano per l’istinto innato che si avvicina al mentale. Questo triangolo di fuoco, che è fatto di pura forza manasica elettrica, diventa sempre più brillante finché produce una vibrazione in risposta tanto dall’inferiore che dal superiore. Questo triangolo è il nucleo dell’Antahkarana.  
Figura 1. Le tre fasi dell’Antahkarana
 
 
3.      In seguito l’Antahkarana si estende direttamente tra la personalità integrata e la Monade senza intervento dell’Anima che non è più necessaria: è lo stadio in cui il corpo causale brucia.
 
La prima metà dell’Antahkarana consiste nel conformarsi della personalità alla vita dell’Anima, che è percepita come coscienza di gruppo e dall’unità ed è costituita di sostanza mentale.
 
Si opera con la luce, sostanza che affluisce tramite la meditazione; con l’afflusso di luce che continua a rivelare, la facoltà di visualizzare cresce con l’aiuto della mente illuminata e diviene possibile educare in seguito il discepolo a creare;
La seconda metà del ponte fra l’anima e la triade spirituale con la monade si realizza con la Scienza della Visione, poiché come la prima metà del ponte è fatta di sostanza mentale, la seconda parte del ponte è di luce.
L’attività della mente astratta si può incrementare con l’osservazione, la concentrazione, l’allineamento interiore, la meditazione ricettiva e l’attivazione del processo ispirativo, pensando in modo geometrico e astratto. La personalità risiede nei sette sottopiani del Fisico, dell’Astrale e sui quattro del mentale concreto. Solo quando abbiamo sperimentato le diciotto (7+7+4) vibrazioni o sottopiani attraverso le quali la personalità agisce e sperimenta, allora potremo cominciare a costruire il ponte Antahkarana, composto delle migliori qualità che avremo integrato nel nostro carattere, scaturite dal processo di purificazione cui avremo sottoposto la nostra personalità.
Come l’Anima non è un loto dai dodici petali che galleggia nella sostanza mentale, ma è in realtà un vortice di forza o dodici energie legate insieme dalla volontà dell’entità spirituale (la Monade sul suo piano), così l’Antahkarana non è una serie di fili di energia, tessuti lentamente dalla personalità fusa con l’anima e riuniti dai raggi corrispondenti proiettati dalla Triade Spirituale, ma è in realtà uno stato di consapevolezza.
In realtà l’Antahkarana è l’estensione del triplice filo ottenuto mediante il processo di proiezione cosciente delle tre energie fuse della personalità che sono attratte dall’anima attraverso per differenza di potenziale colmando così l’interruzione fra la mente superiore astratta e la mente inferiore, finora esistente nella coscienza. Quando esso è completato, vi è un rapporto perfetto fra la Monade e la sua espressione sul piano fisico, l’iniziato nel mondo della forma. La costruzione del ponte tra il sé inferiore e il Sé superiore è la reazione all’impulso motore di Dio, il Suo desiderio primo, è per l’unione e l’unificazione.
Il primo fattore che rivela la natura divina è la tendenza alla sintesi. Nell’uomo la sintesi avviene dapprima tra materia attributo istinto, e anima attributo intelletto, poi tra anima e spirito attributo intuizione. Infine l’unione con divino attributo illuminazione.
 
1.      Istinto, che sta sotto il livello della coscienza, ma al tempo stesso protegge e regola la maggior parte delle abitudini e della vita dell’organismo. La vita emotiva è in gran parte così governata. L’istinto esercita il suo controllo tramite il plesso solare e i centri inferiori.
 
2.      Intelletto, che è autocoscienza intelligente, che guida e dirige l’attività della personalità integrata tramite mente e cervello, e opera mediante il centro della gola e l’Ajna.
 
3.      Ituizione. Riguarda soprattutto la coscienza di gruppo e infine governerà tutti i mutui rapporti, quando agiremo in unità di gruppo. Opera mediante il cuore e il suo centro ed è l’istinto superiore che consente all’uomo di riconoscere l’anima e sottomettersi al suo dominio e alle sue impressioni vitali.
 
4.     Illuminazione. Questo termine dovrebbe in realtà designare la coscienza superumana. È l’istinto divino che consente all’uomo di riconoscere il tutto di cui è parte. Agisce tramite l’anima dell'uomo utilizzando il centro della testa e infine inonda di luce o energia tutti i centri, collegando così l’uomo nella coscienza con le parti corrispondenti del Tutto divino.
 
Lo sforzo congiunto dell’umanità mentalmente risvegliata renderà possibile la costruzione dell’Antahkarana di gruppo planetario e la discesa delle energie del Logos Planetario sulla Terra.
 
La seconda parte del ponte o Antahkarana è di sostanza di luce, è costruita con i tre corpi dell’anima, la Triade Spirituale, che opera anch’essa su due piani e mezzo con il piano della Monade.
 
Non cercare, O Tu due volte benedetto, di raggiungere l’essenza spirituale prima che la mente si calmi. Non è così che si cerca la saggezza. Solo a colui che ha imbrigliato la mente e vede il mondo come in uno specchio, si può affidare senza pericolo il senso interiore. Soltanto colui che sa che i cinque sensi non sono che illusione, e che nulla rimane tranne i due che seguono, può essere ammesso nel segreto della trasposizione Cruciforme.
Il sentiero percorso dal Servitore è il sentiero di fuoco che passa attraverso il suo cuore e porta alla testa. Non è sul sentiero del piacere né su quello del dolore che può esser ottenuta la liberazione o che viene la saggezza. È trascendendo entrambi, fondendo dolore e piacere, che la meta viene raggiunta, quella meta che sta innanzi, come un punto di luce veduto nelle tenebre di una notte d’inverno[1].
 
Quando tutti e sei atomi permanenti delle due Triadi Superiore e Inferiore sono attivati, cioè quando si sono formati i corpi di base di tutti e cinque i piani, si avvicina il termine del processo evolutivo. La Monade consapevole di se stessa nei cinque piani di esperienza e informazione, si trova ora in una posizione in cui può essere riconciliata con suo Padre Creatore, in altre parole, come il Figliol Prodigo è in grado di trovare la strada di casa. L’Antahkarana, il triplice canale di collegamento fra la Triade inferiore della persona e la Triade superiore del Givatma si costruisce rendendo stabile il collegamento fra questi due vortici. Questo canale sostituisce infine il corpo causale come mezzo di comunicazione tra il superiore e l’inferiore. Quando ciò è avvenuto, allora si è costruito il ponte che congiunge la triplice personalità, il corpo causale e la Triade Spirituale, il corpo causale ha adempiuto il suo scopo, la personalità svanisce, il corpo causale si disintegra, la coscienza dell’uomo è assorbita dalla Monade, l’illusione svanisce. Chi ha trasferito la propria polarizzazione dai tre atomi della vita personale (racchiusi nel corpo causale) ai tre atomi della Triade spirituale, in Oriente è considerato un Maestro di Saggezza. Egli è coscientemente spirito-intuizione-mente astratta, o atma-buddhi-manas.
 
Il passaggio successivo è quello di realizzare quella parte di ponte tra il corpo causale e la Triade Spirituale, Trasferendo nella Triade la vita dell’Ego che funziona nel corpo causale, questo processo si termina nella dissociazione dalla manifestazione nei tre mondi.
Per fare questa trasmutazione, il Pensatore nel veicolo causale deve fare tre cose.
1.      Costruire ed equipaggiare il corpo causale.
2.      Produrre il collegamento cosciente, o dominio della triplice natura inferiore, per mezzo degli atomi permanenti.
3.      Gettare il ponte sul vuoto esistente tra il corpo causale sul suo livello, e l’atomo permanente manasico.
 
Gli atomi della personalità o triplice uomo inferiore sono dapprima vivificati in rotazione, e ciascuno mantiene la luce in successione ordinata, finché il triangolo inferiore non è interamente illuminato. In seguito deve avvenire trasmutazione, o in altri termini la polarizzazione deve trasferirsi dai tre atomi permanenti del triangolo inferiore ai tre atomi permanenti della Triade. Quando l’opera è compiuta:
1.      L’atomo permanente fisico è trasceso e la polarizzazione diventa manasica o mentale;
·        Collegamenti: centro della gola – unità mentale – petali della conoscenza – atomo permanente manasico.
2.      L’atomo permanente astrale è trasceso e la polarizzazione diventa buddhica;
·        Collegamenti: centro del cuore – atomo permanente astrale – petali dell’amore – atomo permanente buddhico.
3.      L’unità mentale è sostituita dall’atomo permanente del quinto piano, l’atmico;
·        Collegamenti: centro della testa – atomo permanente fisico – petali del sacrificio – atomo permanente atmico.
 
Figura 2. Trasmutazione degli atomi permanenti
 
 
                         
Il Fuoco Solare è duplice: è il fuoco della materia o sostanza ed il fuoco della mente fusi. Questo fa dell’uomo la Stella di Luce a sei punte, poiché ciascuno dei due fuochi è triplice. Lo Spirito entra in contatto con la Materia, questa è la Duplice Fiamma che traccia la croce cardinale nello spazio con i suoi due movimenti oscillatori. Il risultato è la nascita del Figlio o Ego, l’aspetto coscienza. La manifestazione egoica è perciò l’aspetto di mezzo, il posto dell’unificazione e dell’equilibrio. Il terzo calice, il corpo causale è prodotto dall’incontro della vita positiva, lo Spirito o Fuoco Elettrico, con il fuoco negativo della Materia o Fuoco per Attrito; questo causa il divampare del Fuoco Solare, il terzo fuoco. Al momento opportuno, la fiamma centrale consuma il terzo fuoco, o ne assorbe l’essenza, e alla fine si fonde con il fuoco dello Spirito e scompare dalla manifestazione oggettiva.   
Figura 3. Le due Triadi la stella sei punte e la sua trasformazione in stella a cinque punte
 
 
Nel Trattato del Fuoco Cosmico il Maestro D.K. insegna: “Ci occupiamo cioè di quella parte della sua natura che riguarda il processo della sua trasformazione nella stella a sei punte durante lo stadio preliminare (la triplice personalità e la triplice Triade si unirono e si fusero e produssero, nel punto di mezzo, il corpo causale), e della trasformazione successiva, quando il corpo fisico sia eliminato, nella stella a cinque punte, o il perfetto Manasaputra[2].
La Stella a Cinque punte o Pentade, è il simbolo misterico dei Pitagorici e dei Manasaputra Indù. I perfetti Manasaputra sono le Monadi umane che operano sui cinque piani di coscienza: Atmico, Buddhico, Mentale, Astrale o emozionale, e Fisico eterico. Possiamo rappresentare il processo di fusione fra anima e personalità con una stella a sei punte, che indica la fusione della Triade Spirituale con la triade inferiore della personalità alla Terza Iniziazione. Questa stella a sei punte in realtà è composta dall’energia di solo cinque piani, perché l’unità mentale e l’atomo permanente mentale appartengono allo stesso piano di materia, anche se a densità diverse. La stella a cinque punte testimonia che la separazione tra la mente inferiore e la mente superiore non esiste più, la scissione, la frattura non c’è più.
Le iniziazioni maggiori, o di Manas, sono conseguite sul piano mentale e nel corpo causale. Esse segnano lo stadio evolutivo in cui l’unità riconosce di fatto, e non solo in teoria, la propria identità con il divino Manasaputra nel cui corpo dimora. Alle iniziazioni del piano mentale, la stella a cinque punte risplende sulla testa dell’iniziato.
Alle due iniziazioni finali, che segnano la liberazione dell’uomo dai tre mondi mettendolo in grado di operare nel corpo di vitalità del Logos e ad usare quella forza, l’iniziato diviene la stella a cinque punte, che discende su di lui, si fonde in lui ed egli ne diventa il centro. Questa discesa è prodotta dall’Iniziatore, il quale usa la Verga di Potere e pone l’uomo in contatto con il centro del Corpo del Logos planetario di cui fa parte, e tutto ciò in piena coscienza.
 
Ma fuori dal quadruplice fuoco, alto sull’altare delle età, sorge il Liberato, la Fiamma. La duplice Fiamma ritorna al fuoco del Cosmo. L’essenza è assorbita nei Tre e diventa tutt’uno con la sua Sorgente. La Scintilla diventa la Fiamma, la Fiamma diventa il Fuoco, e diventa parte della grande vampa Cosmica che tiene celato nel cuore il segreto dei Cinque [3].
 
Il Quadruplice Fuoco è quello del quaternario inferiore i corpi materiali della persona, il quattro lo ritroviamo nei quattro giri del Loto Egoico. La triplice natura inferiore è essenzialmente un quaternario: il corpo eterico, la vita animatrice o Prana, il corpo emotivo o kama-manas, e la mente inferiore. Il Manas, o Quinto Principio, fa da collegamento tra l’inferiore ed il superiore. I sottopiani del mentale concreto sono quattro.
Questi quattro, con l’uno che li sintetizza, sono in Se stessi la totalità del Manas. Solo quando la stella a sei punte diviene la stella a cinque punte, o la sintesi dell’inferiore nell’astratto o superiore, la trasmutazione nei tre, o Triade Spirituale, diviene possibile attraverso i quattro. Quando il microcosmo ha trasceso i tre mondi della materia ed è divenuto la stella a cinque punte, passa nella coscienza della Monade o puro Spirito attraverso il quarto piano di Buddhi.
Si può asserire che la liberazione dell’Anima o Ego è prossima, quando il lavoro di redenzione della materia (tramite la sua utilizzazione nella costruzione delle forme) è stato portato avanti fino ad un punto opportuno. Non è dovuto soprattutto al raggiungimento da parte dell’uomo di una certa statura spirituale o la dimostrazione di certe qualità spirituali. Questa statura e qualità spirituali si manifestano quando i veicoli sono stati “redenti occultamente” e quindi la materia è stata trasformata, trasmutata e simbolicamente “innalzata al cielo”. Quando i veicoli vibrano all’unisono con l’Anima, la liberazione è conseguita.
Dapprima si dissolvono i tre petali della conoscenza, ciò significa che l’Anima non è più limitata, o imprigionata, da una civilizzazione o da una cultura e che la mente illuminata è sostituita da una diretta intuizione. Lo stesso avviene per altri due aspetti, ma dobbiamo comprendere che questa è una liberazione dalla limitazione e non un’incapacità a funzionare nei tre mondi o al livello dell’anima.
Allora i fuochi della sostanza (la vitalità degli atomi permanenti) sfuggono dalle sfere atomiche, e uniscono la loro parte alla grande sfera in cui sono contenuti; il fuoco della mente si unisce alla fonte che lo ha emanato, e la vita centrale si libera. Questa è la grande liberazione. L’uomo, in termini di sforzo umano, ha raggiunto la meta ... quindi è aperta la seconda serie di petali … i tre petali superiori dell’anello interno ... la stimolazione e l’apertura di questi petali interiori porteranno alla conflagrazione finale e la combustione del corpo causale, con la conseguente liberazione della Vita o Fuoco centrale[4].
 
Nulla rimane salvo una triplice fiamma violetta, indaco e gialla. QUELLO scompare. Poi regnano le tenebre. Tuttavia il Signore di Vita permane, sebbene invisibile[5].
 
Il quarto etere è usato dal raggio violetto come mezzo d’espressione, è quello di cui è fatta la maggioranza dei corpi eterici degli uomini. Il posto del violetto nello spettro ha un’importanza primaria relativamente ai cicli maggiori, e segna la fine di un ciclo ed il principio di un altro. Questo quarto etere, nell’attuale quarta ronda della quarta catena, deve essere pienamente padroneggiato e dominato dalla Gerarchia Umana, la quarta Gerarchia Creativa. Il Piano Buddhico è particolarmente il piano del violetto, sebbene tutti i colori vi trovino posto; il Signore del Raggio della Magia Cerimoniale, che incarna il Raggio, o la Gerarchia, violetto, è in rapporto particolare con il Piano Buddhico, che incarna il colore giallo. Come la maggioranza dei corpi eterici umani sono fatti di materia del quarto etere, così si può dire che Quattro degli Uomini Celesti, i Kumara, hanno il veicolo eterico composto con questo quarto Etere Cosmico (materia buddhica).
 
·        Nel Piano Fisico Solare il Quarto sottopiano eterico è il Quarto Etere cioè il Piano Buddhico Fisico.
·        Quarta Ronda[6]
·        Quarta catena terrestre: il luogo designato per il dominio del corpo eterico da parte della monade umana.   
·        Quattro Kumara i cui corpi eterici sono di materia buddhica.
·        Quarto Piano Buddhico la meta umana.
·        Quarta Gerarchia Creativa, l’Umana, i Signori del Sacrificio.  

“I Misteri vengono rivelati, non con il ricevere le informazioni su di essi e i loro processi, ma per azione di certi processi attuati nel corpo eterico del discepolo. Questi lo mettono in grado di conoscere ciò che è nascosto...[7]

Quando tutti i petali del Loto Egoico hanno fuso le loro forze altrove, il processo di rivelazione è completo. I fuochi inferiori si spengono; il fuoco centrale è assorbito, e solo permane il punto radioso di fuoco elettrico. Allora, all’iniziazione finale, si osserva un curioso fenomeno. Il Gioiello di fuoco sfolgora come Sette Gioielli in Uno o come settemplice scintilla elettrica, e l’intensità dello splendore così creato è riassorbita nella Monade, o nell’Uno. A questo processo corrisponde, al compimento finale dell’evoluzione solare, il divampare dei Sette Soli Prima del grande Pralaya[8].
Come il Logos Solare è definito il “Logos Blu”, così nel colore dell’uomo perfetto e dell’involucro aurico mediante il quale si manifesta predomina il blu.
 
Dal calice blu splende e arde l’interna luce divina finché tutte le forme non sono bruciate e scomparse, e nulla è lasciato tranne un’unica astrazione divina. In basso non rimane nulla se non gli involucri, nulla, tranne le forme da usare, e al momento culminante, quale strano evento si vede? Sosta, O Pellegrino, davanti a questa strana apparizione, con testa china osserva il progredire del fuoco. Lentamente il triplice calice si fonde in un altare, e da quel triplice altare il fuoco sale fino alla sua Sorgente. Mentre la fiamma interna sale e si espande, la bellezza della sfera centrale, illuminata, e irradiante una luce bianca, fa che i mondi guardino ed esclamino: “Guardate, ecco un Dio”. Le fiamme salgono sempre più alte e il calore fluisce sempre di più, finché nel momento dell’ora fissata — la fiamma distrugge tutto, e tutto è finito: il lavoro di ere è ridotto, in un attimo, a nulla[9].
 
Quando la costruzione dell’Antahkarana è completa raggiunge i due aspetti più alti della Triade spirituale: Buddhi e Atma; e allo stesso tempo, è raggiunta gradualmente l’unificazione della personalità con l'Anima. Allora il corpo causale non è più necessario avendo esso compiuto la sua funzione che dura da secoli e così si dissolve. Ma questo avviene soltanto alla Quarta Iniziazione.
 
Alla quarta iniziazione il Gioiello nel Loto è rivelato completamente, e appare con la luce splendente, l’intenso calore radiante, e il tremendo effluvio di forza, producono la disintegrazione della forma circostante, la frantumazione del corpo causale, la dissoluzione del fiore di loto, cioè la distruzione di ciò che in termini mistici è chiamato il Tempio di Salomone. Il Commentario spiega che il terzo Calice di colore blu, s’incendia in una sfera di luce bianca, tutte le sue forme sono bruciate in basso rimangono solo gli involucri, il Dio all’interno del Loto è Liberato. Il triplice fuoco sale verso la sua sorgente, la Triade Spirituale, il lavoro di molte ere è terminato, il Pellegrino è libero dalla Ruota della Vita nei mondi più densi.
 
La sesta e la settima iniziazione hanno luogo sul piano Buddhico e su quello Atmico; la stella a cinque punte “divampa entro se stessa” e diventa la stella a sette punte; essa discende sull’uomo ed egli penetra entro la fiamma[10]. L’iniziato diviene consapevole di quella “Presenza” che include anche l’Entità spirituale che è la sua Monade, egli vede la sua Monade tutt’una con il Logos planetario.

 
L’INSEGNAMENTO DELLA NUOVA ERA LA SCIENZA DELL’ANTAHKARANA
 
Il maestro D.K. annuncia che la nuova scienza dell’Antahkarana ancora sconosciuta all’umanità, ma che diverrà la scienza della mente nella Nuova Era, la scienza del costruire ponti, tratterà, analizzerà e interpreterà le leggi del pensiero, poiché la mente sarà considerata come l’anello di giunzione fra anima e cervello. Queste leggi sono i mezzi per cui:
 
    1. S’intuiscono le idee.
    2. Si promulgano gli ideali.
    3. Si costruiscono concetti mentali o le forme-pensiero che al momento giusto s’imprimeranno per telepatia sulle menti umane.
 
La nuova scienza si dedicherà a organizzare e sviluppare la mente concreta inferiore. Insegnerà all’uomo a pensare dall’universale al particolare cioè anche ad analizzare nel giusto modo i particolari. Di conseguenza nelle scuole del futuro s’insisterà meno sull’esercizio mnemonico. La volontà di ricordare sarà di gran lunga migliorata dall’interesse. Tutto questo farà dell’uomo un buon cittadino sviluppandone gli aspetti razionali della coscienza e della vita, insegnandogli come impiegare il corredo delle sue qualità ereditate, acquisite o ricevute in dono per dare evidenza alle attitudini e alla coscienza sociali. La scienza dell’Antahkarana insegna come costruire un ponte sul varco che esiste nella coscienza umana tra il mondo dell’esperienza ordinaria, il triplice mondo del fisico-emotivo-mentale e i livelli più alti di sviluppo cosiddetto spirituale che sono il mondo delle idee, della percezione intuitiva, della penetrazione e della comprensione spirituali. L’applicazione di questa scienza permetterà agli uomini la libera espressione dell'innata divinità dell’uomo. La razza umana è pronta e per la prima volta nella storia nell’opera di “collegare con ponti la mente materiale con la mente divina”. Una scienza che insegna è educazione mentale. L’educazione è quindi la Scienza dell’Antahkarana. Gli compiti principali della futura scienza-educazione condurranno a:
 
  1. Allineare mente e cervello mediante la corretta comprensione della costituzione interiore dell’uomo, in modo particolare del corpo eterico e dei centri di forza.
  2. Costruire un ponte tra il cervello, la mente e l’anima, dando origine ad una personalità integrata, espressione in continuo sviluppo dell’anima entrostante.
  3. Costruire un ponte che colleghi la mente inferiore, l’anima e la mente superiore, in modo da rendere possibile l’illuminazione della personalità.
 
Esercitare la mente, in modo che possa attuare tre funzioni:
    1. Occuparsi con intelligenza delle informazioni trasmesse dal cervello, provenienti dal mondo sensoriale.
    2. Creare forme-pensiero in risposta agli impulsi provenienti dal piano fisico, alle reazioni emotive poste in moto dalla natura emotivo-senziente, a quel mondo di pensiero nel quale si trova l’ambiente dell’uomo.
    3. Orientarsi verso il sé spirituale, sì che questi possa, emergendo da una condizione potenziale, assumere attivamente il governo.
 
Il Maestro D.K. suggerisce cicli decennali di sviluppo, suddivisi in due parti: sette anni di apprendimento e tre di applicazione. Durante i primi dieci anni di vita, all’adolescente si deve insegnare a reagire in modo intelligente alle informazioni che giungono al suo cervello tramite i cinque sensi: devono essere curate in modo particolare l’osservazione, la risposta rapida e la coordinazione fisica ottenuta intenzionalmente. Gli si deve insegnare a vedere e a udire, ad avere contatti e a discernere; le sue dita devono poi rispondere agli impulsi creativi per fare e produrre ciò che vede e sente. Si pongono così in lui gli elementi delle arti e dei mestieri, del disegno e della musica.
 
Durante i dieci anni successivi (dai dieci ai vent’anni di età) la mente deve essere addestrata in modo definito perché divenga fattore dominante. S’insegna all’allievo a razionalizzare i propri impulsi emotivi e i desideri e a discriminare tra il giusto e l’errato, tra ciò che è desiderabile ed essenziale e ciò che non lo è. Questo può essere fatto per mezzo dello studio della storia e con il particolare esercizio intellettuale obbligatorio per legge nel paese nel quale vive. Si stabiliscono così un certo senso dei valori ed una certa scala di modelli. Gli si mostra la differenza tra il semplice esercizio della memoria e il pensare; tra un insieme di fatti, accertati dai pensatori ed elencati nei libri e la loro applicazione agli eventi dell’esistenza oggettiva e inoltre (e qui sta un concetto di vera importanza) la loro causa soggettiva e il loro rapporto con quella realtà di cui il mondo fenomenico non è che il simbolo.
 
Farà parte di questi studi la meditazione, secondo direttrici opportune. Meditazione è quel processo per mezzo del quale le tendenze oggettive e gli impulsi mentali diretti verso l’esterno sono frustrati e la mente comincia a farsi soggettiva, a focalizzarsi, a intuire. Ciò può essere insegnato addestrando l’allievo a pensare profondamente su qualsiasi soggetto — matematico, biologico e così via.
 
Patanjali affermava che: “La concentrazione prolungata è meditazione” (Sutra Yoga, Libro III, 2). Il primo scopo della meditazione è permettere di focalizzarsi sul piano mentale iniziando a lavorare con la sostanza mentale esercitandosi nei poteri e negli usi del pensiero. A questo punto si può proiettare la luce della mente in due direzioni: in basso nel mondo dell’attività umana, e in alto nel mondo dell’Anima. Questo rapporto fra la mente superiore e l’inferiore è descritto simbolicamente in termini di luce, la “via illuminata”, fra la personalità e la Triade spirituale, tramite il corpo dell’anima, esattamente come l’anima stabilì un definito contatto con il cervello, tramite la mente. La “via illuminata” è il ponte di luce. Lo si costruisce con la “meditazione”, con lo sforzo costante di suscitare l’intuizione, con l’osservanza e l’obbedienza al Piano evolutivo Divino per servire e assimilarsi nel Tutto, e l’incorporazione cosciente nel gruppo formato da coloro che stanno o hanno costruito l’Antahkarana per costruire un antahkarana di gruppo fra il mondo spirituale e il mondo degli uomini. La meditazione porta in allineamento creativo l’istinto, l’intelletto e l’intuizione, come pure l’Identificazione cosciente. La costruzione  del canale dell’antahkarana tra la personalità-anima e la Monade impone di assumere coscientemente, l’atteggiamento dell’Osservatore. Questo implica tre stadi:
  1. Osservare la personalità e consideratela dal punto di vista del corpo eterico.
  2. Mandare coscientemente l’energia dell’anima verso il basso, nel centro alla base della spina dorsale. Quindi, innalzarla lentamente, attraverso i cinque centri e i due centri della testa (l’Ajna e il centro superiore della testa, quello coronario), fino al corpo dell’anima. Ciò produce, se eseguito correttamente, una vivificazione del Sutratma e collega la personalità e l’anima in un’unità fusa. Questo potrebbe essere definito l’apice dell’allineamento.
  3. Cercate di dirigere l’attenzione della personalità-anima unificata verso la Triade Spirituale.
La meditazione ha quattro effetti
  1. Consente all’uomo di mettersi in contatto con l’Ego e di allineare i tre corpi inferiori.
  2. Pone l’uomo in uno stato d’equilibrio, né completamente ricettivo e negativo, né del tutto positivo, ma in un punto bilanciato. Grazie a questa pratica costante l’intero punto d’equilibrio si eleva gradualmente, finché giunge il momento in cui il punto inferiore d’attrazione nell’oscillare e nell’adattarsi non è il fisico, non tocca l’emotivo, non contatta il mentale (anche il corpo causale sfugge) e l’uomo è polarizzato d’ora in poi nella coscienza spirituale. Ciò segna la quarta iniziazione.
  3. Stabilizza le vibrazioni inferiori nei sottopiani del piano emotivo e mentale. Inizia l’opera di intonare il sé alla vibrazione del terzo sottopiano di ciascuno dei tre piani inferiori, fino a dominarlo. Ora va sincronizzato il secondo sottopiano. Possiamo dire che il quarto sottopiano dei piani fisico, emotivo e mentale (quando siano dominati, allineati e operanti simultaneamente nella medesima incarnazione) è il piano della personalità perfezionata, nel senso concreto del termine e dal punto di vista inferiore.
  4. Favorisce il trasferimento della polarizzazione da uno degli atomi permanenti della personalità al corrispondente atomo nella Triade spirituale.
 
[1] Trattato dei Sette Raggi V, “Stanze per discepoli” pag. 761.
[2] Trattato del Fuoco Cosmico - “La manifestazione egoica è prodotta da due fuochi”, pag. 506.
[3] Trattato dei Sette Raggi V, Stanze per discepoli”, pag. 768.
[4] Trattato del Fuoco Cosmico, pag. 542-543.
[5] Trattato del Fuoco Cosmico, pag. 820.
[6] Secondo la Dottrina arcaica, un Giorno di Brahma detto Kalpa, o Mahayuga, rappresenta 4.320.000.000 anni divisi in 7 Ruote o Ronde, Cicli che formano una Catena Planetaria, e ciascuna Ronda contiene Sette Globi. Ciascun globo contiene sette periodi dell’umanità.
[7] A.A. Bailey I Raggi e le Iniziazioni, pag. 337.
[8] Trattato del Fuoco Cosmico, pag. 1119.
[9] Trattato dei Sette Raggi V, Stanze per discepoli”, pag. 768.
[10] A.A. Bailey Iniziazione umana e solare, pag. 16.
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