Lez.34 - I partecipanti ai Misteri - Sapienza Misterica

SAPIENZA MISTERICA
Vai ai contenuti

Lez.34 - I partecipanti ai Misteri

I Misteri
 
Il termine iniziazione deriva da due parole latine: in dentro, e ire andare; perciò il primo significato è cominciare, dare inizio o entrare in qualche cosa. Nel suo più profondo significato, indica l’ingresso nella vita spirituale o in un suo nuovo stato di coscienza. L´iniziazione rappresenta il coronamento dell´esperienza interiore ed il conseguimento della realizzazione individuale. Ognuno raggiungerà questa meta seconda le leggi dell´evoluzione ordinaria, ma tale processo è lentissimo. Nel corso dell’iniziazione, si parte dalla conoscenza sensoriale e intellettiva del piano materiale, per giungere alla saggezza che comprende in modo intuitivo l´essenza delle cose, fino a penetrare nella mente del Logos, conoscere lo scopo della manifestazione universale e collaborare al Piano divino.
 
Le iniziazioni planetarie sono cinque e non avvengono sul piano fisico, le prime tre iniziazioni hanno luogo sul piano Mentale. La quarta e la quinta iniziazione si svolgono rispettivamente sui piani Buddhico e Atmico, a esse partecipano molti membri extraplanetari della Gerarchia. Le cerimonie misteriche non si materializzano sul piano fisico. Il legame fra i piani superiori e fisico esiste nella continuità di coscienza sviluppata dall’iniziato, che gli consente di far giungere al cervello fisico la percezione di quanto avviene sui piani soggettivi della vita. Come le espansioni di coscienza minori che si producono in noi normalmente ogni giorno e che chiamiamo “imparare” qualcosa si riferiscono al riconoscimento da parte del cervello di un fatto o di una circostanza, così è pure per le più vaste espansioni che ne sono la conseguenza. L’espansione di coscienza detta iniziazione deve ripercuotersi come informazione a livello astrale (emozionale) e mentale inferiore e fisico, nel cervello, altrimenti non ha valore.
 
La prima iniziazione precede sempre lo stadio del discepolato accettato. Nessun Maestro accetta nel Suo Ashram (gruppo di discepoli) chi non sia nato il Cristo. I discepoli che hanno superato la seconda iniziazione sono considerati “iniziati in prova” e soltanto quando hanno superato la terza, sono considerati veramente iniziati dalla Gerarchia. Perciò il termine Discepolo Accettato include gli stadi della prima e della seconda iniziazione. Superata la terza, non si è più tecnicamente un discepolo accettato, anche se si rimane ancora nel gruppo del Maestro fino alla quarta iniziazione.
 
Vi sono molti malintesi in merito al modo di agire di un Maestro per permettere a un discepolo di avere la consapevolezza di essere accettato. Si crede ad esempio che egli ne riceva comunicazione e che gli sia accordato un incontro, durante il quale il Maestro lo accetta e lo inizia al lavoro, ma non è così. La legge occulta vige tanto nel discepolato come nell’iniziazione, e l’uomo procede alla cieca. Spera, ma non sa; si aspetta che sia così, ma non ha alcuna certezza tangibile. Studiando se stesso e osservando i requisiti maturati può dedurre di aver forse raggiunto lo stato di discepolo accettato. Agisce pertanto in conformità a questa supposizione, osserva attentamente i suoi atti, sorveglia le sue parole e controlla i suoi pensieri affinché nessun atto manifesto, nessuna parola superflua, nessun pensiero cattivo possa interrompere il ritmo che crede di aver stabilito[1].
 
Nel considerare le entità che partecipano alle cerimonie d’iniziazione, le prime di cui dobbiamo trattare sono quelle denominate Esistenze planetarie. Sono i grandi Esseri che adombrano la nostra umanità o stanno con essa per un certo periodo di manifestazione planetaria.
 
L’Osservatore Silenzioso”, il Logos Planetario, la grande Entità che informa la vita del pianeta e che ha, rispetto al Signore del Mondo, Sanat Kumara, lo stesso rapporto dell’Anima rispetto al sé inferiore dell’uomo. Egli corrisponde al Dio personale dei Cristiani. Opera attraverso il Suo rappresentante fisico, Sanat Kumara, punto focale per la Sua vita ed energia. Egli tiene il mondo nella Sua aura.
 
Il Signore del Mondo, l’Unico Iniziatore, Colui che nella Bibbia è chiamato “l’Antico dei Giorni” e nelle Scritture indù il “Primo Kumara”, Sanat Kumara, è Colui che dal Suo trono a Shamballa, presiede alla Loggia dei Maestri. Sanat Kumara è il primo Kumara, rappresenta il Logos planetario del nostro schema in incarnazione fisica.
 
Seguono due terne di Esseri, i tre Kumara e i capi dei tre Dipartimenti Planetari. I Tre Kumara, noti come i Tre Buddha di Attività, formano un triangolo entro le cui linee di forza sta l’iniziato, di fronte al Logos Planetario. Il secondo gruppo di Tre Capi dei Dipartimenti planetari il Mahachohan, il Bodhisattva, e il Manu cui si divide la Gerarchia, e perciò rappresentano, nella loro sfera particolare, i tre Aspetti della manifestazione divina.
 
I Tre Kumara con Sanat Kumara cui sono discepoli, costituiscono il Quaternario exoterico logoico, i “Quattro santi della Dottrina Segreta”. Uniti ad Essi vi sono altri Tre Kumara detti esoterici di cui parla la Dottrina Segreta, che rappresentano gli altri Tre Logoi, costituendo così dei punti focali per tutte le forze logoiche nella nostra catena, portando a Sette il numero dei Kumara. In ogni catena planetaria vi sono analoghi rappresentanti: sei punti focali inclusi dal settimo, il Logos planetario dello schema, che li tiene tutti nella Sua aura.
 
1. I Sette Kumara
 
 
I Tre Kumara associati al Quaternario logoico sono i vicari, sul nostro pianeta, di tre Logoi planetari. Essi hanno un rapporto vitale col candidato all’iniziazione poiché ciascuno di Essi incarna la forza o energia di uno dei tre sottopiani superiori del piano mentale.
 
  • Alla terza iniziazione uno dei tre Kumara trasmette al corpo causale dell’iniziato l’energia che distrugge la sostanza del terzo sottopiano, distruggendo così parzialmente quel veicolo.
  • Alla quarta iniziazione un altro Kumara trasmette forza del secondo sottopiano.
  • Alla quinta iniziazione il terzo Kumara trasmette la forza del primo sottopiano agli atomi del veicolo causale, producendo la liberazione finale.
 
Il Mahachohan è l’entità della nostra Gerarchia planetaria che presiede alle attività svolte sui Quattro Raggi minori e sul Terzo Raggio che li sintetizza. Il suo compito consiste nell’alimentare e rafforzare il rapporto fra spirito e materia, fra vita e forma, fra sé e non sé, rapporto che produce ciò che noi chiamiamo civiltà. Egli utilizza le forze della natura ed è la sorgente da cui emana l’energia elettrica quale noi la conosciamo. Essendo il riflesso del terzo aspetto o creativo. Ha a che fare con la civiltà, con la cultura intellettuale delle razze e con l’energia intelligente. È il capo di tutti gli Adepti.
 
Il Bodhisattva è l’esponente della forza di Secondo Raggio, l’Istruttore degli Adepti, degli uomini e degli angeli. Questa funzione era svolta originariamente dal Buddha, ma il Suo posto fu preso (dopo la Sua Illu-minazione) dal Cristo. Il lavoro del Bodhisattva riguarda le religioni del mondo e l’essere spirituale dell’uomo. In Oriente è noto come Signore Maitreya.
 
Il Manu è l’esponente della forza di Primo Raggio, è Colui che presiede all’evoluzione delle razze. Deve lavorare con le forme mediante le quali lo spirito si manifesta; egli distrugge e ricostruisce. È chiamato Vaivasvata ed è il Manu della Quinta Razza Radice. Il Manu opera prevalentemente in rapporto ai governi, alla politica planetaria e alla creazione, direzione e dissoluzione dei tipi e delle forme razziali. A Lui è affidato il volere e il proposito del Logos planetario.
 
Durante l’anno hanno luogo altre tre cerimonie d’iniziazione:
 
  1. Per le iniziazioni minori officiate dal Bodhisattva, tutte nel dipartimento del Mahachohan, e su uno dei Quattro Raggi Minori d’attributo.
  2. Per le iniziazioni maggiori, su uno dei Tre Raggi Maggiori, d’aspetto, officiate dal Bodhisattva; sono perciò le prime due iniziazioni.
  3. Per le tre iniziazioni superiori, officiate da Sanat Kumara, il Signore del Mondo.
 
Il Signore del Mondo presenzia a tutte le iniziazioni, ma alle prime due è in una posizione simile a quella dell’Osservatore Silenzioso quando, alla terza, quarta e quinta iniziazione, Sanat Kumara fa prestare giuramento. Il Suo potere fluisce e il risplendere della stella davanti all’iniziato è il segno della Sua approvazione, ma questi non Lo vede faccia a faccia fino alla terza iniziazione.
 
Gli elementi più importanti durante la cerimonia sono:
 
  • L’Iniziatore, lo Ierofante.
  • Il triangolo di forza formato da tre Adepti o Tre Kumara.
  • I Due Padrini ai lati del Candidato.
 
Alle prime due iniziazioni in cui il Bodhisattva è lo Ierofante, il Mahachohan, il Manu e un Chohan, che temporaneamente rappresenta il secondo dipartimento, svolgono una funzione di triangolazione elettrica, all’interno della quale è posto l’Iniziando. Alle prime due iniziazioni due Maestri stanno ai lati del candidato, entro i limiti del triangolo. Alla terza, quarta e quinta iniziazione, il Mahachohan e il Bodhisattva fungono da Padrini; alla sesta e alla settima, ai due vertici del triangolo elettrico stanno Due grandi Esseri i cui nomi si tacciono.
 
Vi è una precisa ragione occulta, in rapporto con la Legge di Elettricità, dietro il fatto noto che ogni iniziato presentato all’Iniziatore è accompagnato dai due Padrini, che gli stanno ai lati. I tre insieme formano un triangolo che rende possibile il lavoro. Da solo l’iniziato non potrebbe ricevere l’energia elettrica della Verga senza grave danno, ma in formazione triangolare la trasmissione avviene senza pericolo.
 
2. Il Triangolo delle polarità nell’Iniziazione
 
 
Il compito dei Due Padrini è di far passare attraverso i propri corpi, la forza o energia elettrica emanante dalla Verga d’iniziazione. Per irradiazione tale forza circola attorno al triangolo e ad essa si aggiunge la forza dei Tre Custodi; passa poi attraverso i centri dei Padrini e, con un atto di volontà, è trasmessa all’Iniziato.
 
I due Padrini che affiancano l’Iniziato rappresentano le due polarità, la positiva e la negativa e il Candidato, la polarità neutra del tutto elettrico. Una parte del lavoro dei due Padrini consiste quindi nell’affiancare tutti i candidati all’iniziazione quando si presentano al Grande Signore. Nel matrimonio religioso abbiamo due testimoni ai lati degli sposi (il maschile e femminile uniti) e il sacerdote posto di fronte.
 
La natura essenziale dell’uomo è positiva, ma i suoi veicoli sono negativi, complessivamente è elettricamente neutro o androgino. Il Sé spirituale è l’unità centrale di elettricità positiva che attrae e trattiene atomi dell’opposta polarità della personalità. In termini di Fuoco, al momento opportuno, quando la fiamma centrale o Fuoco Solare (É/) consuma il Terzo Fuoco quello per Attrito (), assorbendone l’essenza, alla fine si fonde con il Fuoco Elettrico (É) dello Spirito e scompare dalla manifestazione oggettiva. Quando egli ha riunito e fuso i due poli, e prodotto la folgorazione, la luce, allora ha luogo l’oscuramento con la distruzione della vecchia forma per assumerne una nuova, la rinascita nei mondi superiori. Alla quarta iniziazione la fusione dei tre fuochi provoca l’incendio e la distruzione del corpo causale.  
 
Il “Fuoco per Attrito” latente nella materia produce calore ed irradiazione, e provoca la reazione dell’opposto “Fuoco Elettrico” o Spirito che come raggio unico, cade nella materia. La fusione di questi due fuochi è il matrimonio sistemico del Padre e della Madre che genera il Figlio, il “Fuoco Solare”, lo splendore, la luce. In altri termini, quando i due poli elettrici sono stati collegati, si manifestano alla vista e alla percezione interiore come luce e calore. In termini cosmici quest’unione produce il sistema solare oggettivo, il Figlio del Padre e della Madre. In termini microcosmici essa produce il Sole individuale che si manifesta come la luce e il calore dell’Anima. L’umanità è l’evoluzione mediante la quale l’aspetto Figlio deve esprimersi il più perfettamente in questa incarnazione cosmica. L’uomo unifica le paia di opposti, ed in lui i tre fuochi s’incontrano.
 
Per il nostro sistema l’Uomo Celeste è Sirio, il Figlio della coppia di due stelle, una delle sette stelle dell’Orsa Maggiore, e l’altra di una delle sette Pleiadi. Questi Tre formano un Triangolo di Elettricità Cosmica che giunge sul pianeta Terra:
 
  • L’Orsa Maggiore introduce forza elettrica positiva (+).   È l’Occhio del Padre Cosmico.
  • Le Pleiadi forza elettrica negativa ().                          È l’Occhio della Madre Cosmica.
  • irio forza elettrica equilibrata (+/).                             È l’Occhio del Figlio Cosmico.
 
La Prima e più importante è l’Energia, o forza, che emana dal sole Sirio. Se così si può esprimere l’energia del pensiero o forza mentale, nella sua totalità, giunge al sistema solare da un remoto centro cosmico, attraverso Sirio. Sirio agisce quale trasmettitore, o centro focalizzatore, e poi emana gli influssi che producono l’autocoscienza nell’uomo. Durante l’iniziazione, per mezzo della Verga iniziatica (trasmettitore complementare e potente magnete) quell’energia è momentaneamente intensificata e applicata ai centri dell’iniziato con forza terrificante; se lo Ierofante e i Due Padrini non la facessero passare prima attraverso i propri corpi, egli non la potrebbe sostenere. Tale potenziamento dell’energia mentale produce espansione e conoscenza della verità qual è con effetti duraturi. È sentita principalmente nel centro della gola, l’importante organo di creazione mediante il suono.
 
La Seconda Energia raggiunge l’uomo da una delle Pleiadi, attraversando lo schema di Venere, come l’energia di Sirio passa attraverso Saturno. Essa ha un preciso effetto sul corpo causale e stimola il centro del cuore. Le Pleiadi sono la fonte d’energia elettrica per il nostro sistema solare.
 
La terza energia emana da una delle sette stelle dell’Orsa Maggiore è applicata all’iniziato e influenza il centro della testa. Essa la cui vita animante ha il medesimo rapporto con il Logos Planetario di quello dell’Anima (l’Ego, il Sé) con l’essere umano. Questa energia proveniente dalla coppia di sette stelle è settemplice e differisce secondo il raggio dell’uomo.
 
Poiché in Lui ci muoviamo, viviamo e siamo[2], i nostri Sé spirituali (che sono positivi rispetto ai propri veicoli) non sono altro che le cellule negative del corpo di un Uomo Celeste, e sono trattenute nella Sua sfera d’influenza dalla forza della Sua vita elettrica. Il Maestro D.K. ci dice che quando il rapporto della forma negativa con lo Spirito positivo sarà afferrato, ed il loro comune collegamento con le Entità cosmiche che dimorano entro l’intero sistema sarà appreso in certa misura, allora sarà realizzata la liberazione di gruppo, e il più grande gruppo è l’umanità. Un Maestro di Saggezza è colui che ha risolto il problema dei fenomeni elettrici nei tre mondi, da qui la Sua libertà.
 
La meta dell’evoluzione umana è la coscienza di gruppo. Il rapporto delle cellule con il gruppo, del gruppo con l’aggregato dei gruppi, e di tutti questi con l’Entità interiore che li mantiene in correlazione sintetica per mezzo della Legge della Polarità o di Attrazione e Repulsione, è d’importanza vitale. I termini “cellula, gruppo o aggregato di gruppi” si riferiscono interamente alla forma del veicolo e quindi all’aspetto materia. L’idea di un’Entità che sintetizza i gruppi, ed è la vita animante la cellula, è in rapporto con l’aspetto Spirito. Lo sviluppo della coscienza è l’espansione graduale della realizzazione dell’Abitatore della forma, della percezione da parte del Sé del suo rapporto con la forma.
 
La meta dell’evoluzione è il raggiungimento della coscienza su tutti i piani. L’involucro cosciente quantico planetario si genera per mezzo di sforzi collettivi dell’umanità, e a causa del basso livello della maggioranza del genere umano, è facile comprendere sia difficile il progresso dell’umanità verso stati di coscienza superiori. “La coscienza è il seme cosmico dell’onniscienza supercosmica, ha la potenzialità di sbocciare nella coscienza divina”[3].
 
Questi tempi sono saturi di tensione planetaria per effetto dell’afflusso di nuove energie, che produce la nell’umanità risvegliata la tendenza universale verso la consapevolezza di gruppo; il suo massimo risultato in seno alla famiglia umana è il compiere il primo passo verso l’iniziazione di gruppo. Il maestro D.K. in “Raggi e Iniziazioni” dice che dell’iniziazione di gruppo, non si era mai sentito parlare prima d’ora tranne che in relazione alle iniziazioni superiori emananti dal centro di Shamballa. L’iniziazione di gruppo è basata su una volontà di gruppo uniforme e unita, consacrata al servizio dell’umanità e fondata sulla lealtà, la collaborazione e l’interdipendenza. In passato si dava importanza all’individuo, alla sua formazione, al suo accostarsi all’iniziazione e alla sua ammissione solitaria al Tempio dell’iniziazione. Ma questa concentrazione individuale in futuro sarà sostituita da una condizione di gruppo che permetterà a parecchi discepoli di avanzare unitamente, di stare unitamente davanti all’Iniziatore e di conseguire unitamente e simultaneamente la grande realizzazione che è il risultato e la ricompensa del discepolato coronato da successo. Soltanto il gruppo, secondo il nuovo modo d’operare e l’iniziazione di gruppo, è in grado d’invocare la volontà di Shamballa[4]. L’iniziazione di gruppo significa che la maggior parte dei membri sono ben orientati; che si propongono di accettare la disciplina che li preparerà alla prossima grande espansione di coscienza, e che nessuno di loro potrà in alcun modo essere deviato dal suo proposito (la parola proposito implica la forza del Primo Raggio o di Shamballa), qualunque cosa avvenga nel suo ambiente o nella sua vita personale.
 
Un gruppo è Entità vivente, costituita dalle individualità dei membri partecipanti, che funziona contemporaneamente attraverso una molteplicità di forme e di unità viventi ad esso subordinata. È necessaria la concordanza di tutti i membri del gruppo sull’obiettivo scelto. La parola concordanza, deriva dal latino “cum corde”, cioè cuore unito. Dal cuore nasce la relazione, lo scambio, l’unità e l’interpretazione tra il centro e il Tutto.
 
L’individualizzazione segna uno stadio del processo con l’intensificazione del “Fuoco d’Attrito”. È connessa alla realizzazione di Brahma e contrassegna un punto nella energizzazione della materia. Certe forme sono pronte per l’autocoscienza. Due Raggi cosmici di polarità diverse si attraggono mutualmente.
 
L’iniziazione segna uno stadio di intensificazione del “Fuoco Solare”. È connessa alla realizzazione di Vishnu, e contrassegna un punto dell’evoluzione della coscienza, attraverso l’autocoscienza, verso la coscienza di gruppo o coscienza universale.
 
In “Iniziazione Umana e Solare” ci sono stati rivelati i cinque stadi della cerimonia di iniziazione.
 
1. La “Presenza” rivelata.
2. La “Visione”.
3. L’applicazione della Verga con effetti su:
    1. I corpi
    2. I centri
c. Il corpo causale o loto egoico.
2. Il giuramento.
3. La comunicazione del “Segreto” e della Parola.
 
Queste fasi sono elencate secondo il loro ordine il quale, conducono l’iniziato di rivelazione in rivelazione fino allo stadio culminante in cui gli vengono confidati uno dei segreti e una delle cinque parole di potere, che gli aprono i vari piani con tutte le loro evoluzioni[5].
 
La Rivelazione della “Presenza”. Negli ultimi periodi del ciclo d’incarnazione in cui l’uomo oscilla fra le paia di opposti e, discriminando, diviene consapevole della realtà e dell’irrealtà, nella sua mente si rende sempre più conto di essere un’Esistenza immortale, un Dio eterno, una parte dell’Infinito. Giunge allora un momento in cui si trova coscientemente faccia a faccia con il suo vero Sé e sa di essere quel Sé in realtà e non solo teoricamente; è cosciente del Dio interiore, ma non con l’udito o ascoltando la voce interiore che dirige o governa, chiamata “voce della coscienza”. Ora il riconoscimento avviene con la vista e la visione diretta. Ciò che viene riconosciuto differisce alle varie iniziazioni. Queste profonde rivelazioni appaiono all’iniziato in tre modi:
 
  • Come un essere angelico radioso che l’occhio interiore vede con la medesima esattezza di visione e di giudizio con cui si vede chi ci sta di fronte. Il grande Angelo solare che incarna l’uomo reale.

  • Come una sfera di fuoco radiante collegata con l’iniziato che le sta di fronte per mezzo del magnetico filo di fuoco che attraversa tutti i corpi e termina nel centro del cervello fisico. Questo “filo d’argento” emana dal centro del cuore dell’Angelo Solare, collegando così cuore e cervello.

  • Come un Loto variopinto a nove petali, disposti in tre cerchi attorno a un centro formato di tre petali chiusi, a proteggere quello che nei testi orientali è detto “Il Gioiello nel Loto”. Questo Loto è di rara bellezza, pulsante di vita e radioso di tutti i colori dell’arcobaleno, e alle prime tre iniziazioni i tre cerchi di petali si rivelano secondo il proprio ordine, fino a che, alla quarta, l’iniziato ha una rivelazione ancora più vasta e apprende il segreto di ciò che dimora nel bocciolo centrale. A questo riguardo la terza iniziazione differisce leggermente dalle altre due, poiché mediante il potere di uno Ierofante ancora più elevato del Bodhisattva, l’iniziato viene per la prima volta in contatto con il fuoco elettrico del puro Spirito latente nel cuore del Loto.
 
Rivelazione della visione. Condotto l’iniziato al cospetto di Colui con il quale è in rapporto da innumerevoli età, e avendo risvegliato in lui l’incrollabile realizzazione dell’unità della vita fondamentale che si manifesta mediante tutte le vite minori, la successiva, importante rivelazione è la Visione.
 
    1. Il suo Ego
    2. Il suo gruppo egoico
    3. Il suo gruppo di raggio
    4. Il suo Logos planetario
 
Queste quattro conoscenze indicano la graduale presa di coscienza realizzata durante le quattro iniziazioni che precedono la liberazione finale. Durante la cerimonia d’iniziazione la visione che si palesa all’iniziato affinché veda e comprenda si divide in tre fasi di un solo processo:
 
  • Il passato. Secondo la particolare iniziazione egli vede e s’identifica con:
 
    1. Se stesso in molte incarnazioni precedenti.
    2. Il proprio gruppo in vite di gruppo precedenti.
    3. Il proprio raggio egoico manifestantesi per molti cicli.
    4. Il Logos planetario nel Suo operare nel passato mediante molte evoluzioni e molti regni in tutto lo schema.
 
  • Il presente. All’iniziato si rivela il lavoro specifico che deve essere compiuto durante il ciclo minore nel quale è coinvolto al presente. Ciò significa che non solo vede ciò che lo concerne in una data esistenza, ma sa qual è la piccola parte immediata del Piano (che include forse parecchi brevi cicli o incarnazioni) che il Logos planetario intende sia compiuta.
 
  • Il futuro. A titolo d’incoraggiamento all’iniziato è accordata una visione del compimento finale.
 
[1] A.A. Bailey. “Trattato di Magia Bianca”, Il Discepolo Accettato pag. 169.
[2] Queste tre parole esprimono la triplicità della manifestazione, perché “Essere” si riferisce all’aspetto Spirito, “Movimento” all’aspetto anima o coscienza, e “Vita” all’apparenza sul piano fisico. Su quest’ultimo piano esteriore si trova la sintesi fondamentale della vita incarnata.
[3] Dottrina Segreta - S.D.-, III, 555.
[4] Il Maestro D.K. precisa che questa è la ragione per cui Hitler, esponente della reazione invertita a Shamballa (e di conseguenza della reazione del male), dovette riunire intorno a sé un gruppo di persone e personalità di mentalità simile. Sull’arco superiore del ciclo evocativo (Hitler essendo l’espressione dell’arco invocativo delle forze di Shamballa) occorre un gruppo per produrre l’evocazione.
[5] A.A. Bailey Iniziazione Umana e solare, pag. 112.
Torna ai contenuti