Dal XIII Archivio La Scala
La dottrina del Filo d'Oro III Antahkarana
Quanto segue è estratto dal XIII Archivio dei Maestri e contiene un messaggio per coloro che intendono percorrere il Sentiero. È presentato in una forma simile a un antico catechismo e veniva recitato dai partecipanti ai misteri minori, prima di passare ai maggiori[1].
Cosa vedi, Pellegrino? Guarda in alto e descrivi ciò che vedi.
Vedo una scala che sale nella volta azzurra, la base confusa nelle nebbie che circondano il pianeta.
Dove sei, Pellegrino? Dove poggiano i tuoi piedi?
Sono su un gradino della scala, quasi al sommo della quarta parte; l’ultima parte sale nella tenebra di una notte tempestosa. Oltre quella sfera oscura la scala prosegue radiosa e splendente nella quinta parte.
Cosa segnano le divisioni che descrivi come distinte le une dalle altre? Non formano un’unica scala di nette proporzioni?
All’occhio appare sempre una separazione che da vicino si risolve in una Croce mediante la quale si sale alla parte successiva.
Cosa produce la Croce? In che modo serve per salire? La Croce è formata dalle aspirazioni mosse dall’impulso divino, le quali recidono trasversalmente i desideri mondani alimentati dalla vita che procede dal basso.
Spiega meglio cosa intendi, e come la Croce diviene la Via.
Il braccio orizzontale della Croce è la grande linea che separa l’inferiore dal superiore. Vi sono inchiodate le mani – mani che afferrano e trattengono per le necessità inferiori, a ciò abituate da millenni. Ma quando sono impotenti e non possono più afferrare e tenere, la vita interiore sfugge dal proprio involucro e sale sul braccio verticale. Supera il quarto inferiore, e la Croce fa attraversare l’abisso.
È facile tale passaggio, salire sul braccio verticale e abbandonare il quarto?
Si passa fra le lacrime, le nubi e le nebbie; si soffre e si muore. Si lasciano tutti gli amici terreni; si sale da soli; si costruisce un ponte sull’abisso con atti amorevoli compiuti nella sofferenza della vita; si tende una mano a Colui che sta sopra e l’altra all’uomo che segue. Le mani sono libere dal braccio trasversale soltanto per collegare. Solo mani vuote, segnate dai chiodi, assicurano la continuità della catena.
Dove termina la scala? Quale zona di tenebra attraversa e dove si proietta la sua estremità?
Essa taglia la sfera cristallizzante con le sue miriadi di forme; attraversa il piano acqueo, agitato da maree vorticose; attraversa l’infimo inferno, nella maya più densa e termina nel fuoco latente, entro il lago fuso del fuoco più ardente, raggiunge gli abitanti del fuoco, gli Agnichaitan del fuoco scarlatto.
Fin dove sale la scala? Dove culmina?
Sale attraverso le sfere radianti, per tutte le loro sei suddivisioni. Sale fino al possente Seggio al termine della quinta, e continua ancora verso una ancora maggiore.
Chi siede sul Seggio possente al termine della quinta parte?
Non con un Nome, ma solo con perfetta adorazione Lo si può indicare; il Giovane dalle innumerevoli Estati, la Luce della Vita stessa; il Mirabile, l’Antico, il Signore dell’Amore di Venere; il grande Kumara con la Spada Fiammeggiante, la Pace di tutta la Terra.
Siede solo, sul Suo trono di zaffiri, il Mirabile?
Siede solo; eppure vicino, sui gradini dell’arcobaleno, stanno tre altri Signori, i Quali colgono il frutto del Loro lavoro e lo offrono in sacrificio per collaborare col Signore dell’Amore.
Sono Essi assistiti nel loro lavoro? Vi sono altri Esseri dai poteri maggiori dei nostri sulla scala?
Questi potenti Quattro, Azione e Amore, operano con saggezza assieme ai Loro Fratelli di grado inferiore, i tre Grandi Signori a noi noti.
Chi collabora con questi possenti Signori? Chi opera a collegare l’inferiore al superiore?
I Fratelli dell’Amore logoico, di ogni grado. Essi dimorano entro i confini del quinto fino a quando esso assorbirà tutto il quarto (regno).
Poi dove ascende la Scala?
Raggiunge l’eccelso di tutti i Signori, dinanzi al quale persino l’Antico s’inchina; dinanzi al cui trono di fulgida Luce i massimi Angeli, Maestri e Signori di perfetta compassione si prostrano umili in attesa che la Parola prorompa.
Quando risuonerà quella Parola e che avverrà quando echeggerà nelle Sfere?
Quella Parola non risuonerà fino a che tutto non sarà compiuto, fino a che al Signore di Eterno Amore l’opera non apparirà perfetta. Egli dirà allora una Parola minore che vibrerà in tutto lo schema. Il Signore maggiore dell’Amore cosmico, udendo il suono completerà l’accordo, espirandola intera.
E che avverrà, oh Pellegrino sul sentiero, all’accordo finale?
La musica delle sfere infinite, la fusione dei sette; la fine delle lacrime, del peccato, del conflitto; l’infrangersi delle forme, la fine della scala, la fusione del Tutto; la perfezione delle sfere roteanti e il loro ingresso nella pace.
Quale parte hai tu in questo piano, oh Pellegrino sul Sentiero? Come entrerai nella Pace? Come ti presenterai dinanzi al tuo Signore?
Assolvo il mio compito con ferma risoluzione, con ardente aspirazione. Guardo in alto, aiuto in basso; non sogno né riposo; lavoro, servo, raccolgo, prego; sono la Croce, sono la Via; passo sopra il lavoro che compio; salgo calpestando il mio morto sé. Uccido il desiderio e mi sforzo, dimenticando ogni ricompensa. Rinuncio alla tranquillità e al riposo e nella tensione del dolore perdo me stesso, trovo Me stesso ed entro nella pace.
[1] A.A. Bailey Iniziazione Umana e Solare.