Numero Suono Colore Forma - Sapienza Misterica

SAPIENZA MISTERICA
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Numero Suono Colore Forma

Sapienza Antica e Scienza Moderna

Revisione ottobre 2020
 

PREMESSA

Questo trattato è un’estensione del libro Dottrina Segreta e Fisica Quantistica riguardante l’azione di Fohat, l’Igneo Turbine, nello Spazio dell’Universo, il sacro Æther dei greci. Fohat, nelle sue diverse manifestazioni, è il misterioso legame tra la Mente e la Materia, il principio animatore che elettrifica ogni atomo dandogli vita e coscienza. È la coscienza che crea l’illusoria sensazione di un corpo o di qualunque altro oggetto ci circondi che noi interpretiamo come fisico.
 
Alla base della forma vi è il numero, e il numero guida il Suono sinonimo di Verbo, il Logos, cioè di rapporto tra numeri 1:2, tra la Monade e la Diade (*). Uno degli insegnamenti fondamentali della filosofia misterica o esoterica è che ogni suono ha in sé il suo colore nell’Etere Universale; e che, come corollario, poiché suono e colore sono manifestazioni di ritmi di vibrazione, non può esserci alcun suono né colore senza numero, poiché ogni periodo di frequenza vibratoria ha proprio tante unità di vibrazione, il che equivale a dire che è un numero.

Le cose che ci appaiono fisiche, veramente non hanno una struttura fisica! Gli atomi sono fatti di energia invisibile. Come l’uomo indaga lo spazio che lo circonda tramite i cinque sensi, così la moderna tecnologia per indagare lo spazio circostante si avvale di sensori. Tramite i sensi, possiamo affermare che qualcosa esiste, e normalmente diciamo che ha forma ed è reale, anche se ciò che vediamo è sostanzialmente illusorio. La forma e il colore, l’apparente solidità, l’odore, il sapore, che recepiamo attraverso i cinque sensi non sono altro che l’elaborazione sotto forma d’immagini delle frequenze giunte al nostro cervello. Quello che crediamo di osservare non è altro che il risultato dell’interpretazione che il nostro cervello ci offre delle onde, frequenze, d’interferenza che compongono la più piccola forma e la più grande forma, quella dell’universo.

NUMERO PADRE-MADRE DELLA CREAZIONE

La Dottrina Segreta attraverso le stanze di Dzyan afferma che l’Inizio è un Numero nato dal Non Numero.

Ascoltate, o figli della terra, i vostri istruttori - i figli del Fuoco - imparate che non vi è né primo né ultimo; poiché tutto è un Numero, emerso dal Non-Numero[1].

Il Non Numero, lo Zero è simbolizzato dal Cerchio, il Nulla per i nostri sensi fisici, in realtà il Tutto. Il Non Numero è l’Unità Celata, il Nulla, l’Indifferenziato.

Rammenti lo studioso che alla base della forma vi è il numero, e il numero guida il suono. Il numero sta alla radice dell’Universo manifestato: i numeri e le proporzioni armoniose guidano le prime differenziazioni della sostanza omogenea in elementi eterogenei; e il numero e i numeri pongono i limiti alla mano formatrice della Natura[2].

I numeri rappresentano l’essenza delle cose, gli Archetipi primi della Creazione. Suono è sinonimo di Verbo, Parola o Logos, il rapporto tra numeri 1:2, tra la Monade e la Diade. Armonia è il nome dato al primo rapporto 1:2 fra lo Spirito e il Molteplice. La scuola pitagorica si fondava sull’assioma che i Numeri sono la sostanza di tutte le cose. Dal Molteplice o Chaos nasce il Cosmo, per effetto del Logos, il rapporto numerico, la Parola, che genera e mantiene l’Armonia. Pitagora considerava la Divinità, il Logos, come il Centro dell’Universo e la Sorgente dell’Armonia. I Pitagorici asserivano che la Dottrina dei Numeri, la più importante di tutte nell’Esoterismo, era stata rivelata all’uomo dalle Divinità Celesti; che il Mondo era stato tratto dal Caos, dal Suono o dall’Armonia e costruito secondo i princìpi della proporzione musicale. Nella Teogonia Pitagorica le Gerarchie della Legione Celeste e degli Dèi erano numerate ed espresse numericamente.

Il Numero è l’origine del Suono. La Forza Creatrice, nel suo incessante compito di trasformazione, produce Numeri, in forma di rapporti delle vibrazioni che compongono e dissociano atomi e molecole. La vibrazione per frizione nella Materia produce Suono, che appare come Luce o Colore.

La Materia Primordiale, prima di emergere dallo stato di ciò che non si manifesta mai, e di risvegliarsi al fremito dell’azione sotto l’impulso di dell’Elettricità Cosmica, chiamata Fohat, “una radiazione fredda, senza colore, senza forma, senza gusto e priva di qualsiasi aspetto e qualità”. Pitagora e Platone affermavano che Dio geometrizza, ed è vero, poiché il Dio nella forma e nel numero, aiutato dal potere dirigente elettrico di Fohat che dà origine al pieno sviluppo della manifestazione, immediatamente comincia a dividere la sostanza manifestata che è generata in seno alla Luce. Essendo 10 il numero sacro, i primi 3 dei 10 rappresentano la prima Trinità, il vero Universo Archetipico, e i rimanenti 7 simbolizzano le grandi divisioni dell’intero Universo in manifestazione.

I Suoni emessi sotto forma di note, vocali, sillabe e parole nell’attraversare lo Spazio si manifestano come Colori. Il Soffio, la Vibrazione genera il Suono che si manifesta come Colore. Suono e Colore sono espressioni di velocità di vibrazione, non vi possono essere né Suono né Colore senza Numero. L’impatto di Fohat sulla materia produce si manifesta come i Sette Suoni e i Sette Colori o Raggi di Colore. La Forza Creatrice, nel suo incessante compito di trasformazione, produce Suono, Luce o Colore, che sono Numeri, in forma di rapporti delle vibrazioni che compongono e dissociano gli atomi.
Tutte le volte che parliamo del numero, se avessimo gli occhi per vederlo e le orecchie per udirlo, noi vedremmo il colore, come pure udiremmo il suono corrispondente a tale numero o frequenza vibrazionale. È a questo che Pitagora alludeva quando parlava della maestosa armonia delle sfere.


[1] Cosmogenesi, Stanza, IV, I.
[2] H.P. Blavatsky, seconda Parte del Volume III de La Dottrina Segreta, OM.
IL SUONO ASSOLUTO

Lo Spazio è la sola cosa eterna che possiamo immaginarci più facilmente, immobile nella sua astrazione e non influenzato né dalla presenza né dall’assenza in esso di un Universo oggettivo. In qualsiasi senso, esso è senza dimensioni ed esistente per se stesso. Lo Spazio che chiameremo Astratto, non è la Materia come noi la conosciamo, bensì l’essenza spirituale della Materia, chiamata dagli Indù Mulaprakriti e dicono che essa è la Sostanza Primordiale. Nella Dottrina Segreta la realtà Unica assoluta SAT, Esseità piuttosto che Essere, è simboleggiata sotto due aspetti: primo, lo Spazio Astratto assoluto[1], rappresentante la pura soggettività, la sola cosa che nessuna mente umana può escludere da qualsiasi concezione né concepire di per sé. Secondo, il Movimento Astratto assoluto, il Grande Soffio, rappresentante la Coscienza Incondizionata. Il Catechismo esoterico Senzar chiede e risponde:
 
Che cosa è ciò che è sempre?” - “Lo Spazio, l’eterno Anupadaka.” [Senza Genitori] - “Che cosa è ciò che fu sempre?” “Il Germe nella Radice.” “Che cosa è ciò che va e viene continuamente?” - “Il Grande Soffio.” - “Vi sono dunque tre Eterni?” - “No, i Tre sono Uno. Ciò che è sempre è Uno, ciò che fu sempre è Uno, ciò che sempre è, e sempre diverrà è pure Uno: e questo è lo Spazio.”

Le Tenebre sono Padre-Madre: la Luce il loro Figlio”, dice un antico proverbio orientale. Il “Padre” e la “Madre” sono il princìpio maschile e femminile, il Grande Soffio e lo Spazio Astratto, nella Radice-Natura, i Poli opposti che si manifestano in tutte le cose, l’Universo è il loro Figlio.  
 
Dov’era il Silenzio? Dove gli orecchi per percepirlo? No, non vi era né Silenzio, né Suono; niente, salvo l’Incessante Alito Eterno, che non conosce se stesso [2].
 
La Sapienza Arcaica afferma che: “Il Soffio Eterno non conosce se stesso”. L’Illimitato non può avere nessuna relazione con il limitato e il condizionato. La coscienza implica limitazioni e qualificazioni: qualche cosa di cui si è coscienti, e qualcuno che ne sia cosciente. La Coscienza Assoluta contiene il Conoscitore, la Cosa Conosciuta e la Conoscenza; tutti e Tre in se stessi e in pari tempi Uno solo. La Prima Triade, è una pura astrazione metafisica cui è dato il nome di: AUM per la tradizione indù, AIN per la tradizione caldea. La Dottrina Esoterica, come il Buddhismo e il Brahmanesimo, insegna che l’Essenza Unica, infinita e sconosciuta, sussiste da tutta l’Eternità, divenendo passiva o attiva in successioni regolari e armoniche. Queste condizioni sono chiamate dalla filosofia indù i Giorni di Brahma quando Egli è “sveglio”, e Notti, quando Egli è “addormentato”. Il precedente Universo si è dissolto nella sua Causa primordiale ed eterna, e si è, per così dire, si è disciolto nello Spazio. Secondo l’Insegnamento orientale, alla fine della Notte Cosmica, quando giunge il Periodo[3] dell’Attività, nella pura Soggettività dello Spazio Astratto[4], si produce una naturale espansione dall’interno verso l’esterno: un flusso dovuto al Movimento del Grande Soffio. Platone chiama Theos questo Grande Soffio, nel Cratilo lo fa derivare dalla parola the-ein, che significa muovere. Ciò che è privo di movimento non può essere Divino. La divinità è assimilata a un incessante movimento, l’Eterno Divenire, un Moto Perpetuo. Le Stanze di Dzyan affermano che. “Non vi era né Silenzio, né Suono. Solo era presente l’Alito eterno”. Parlare di Suono o di Silenzio in questo non-stato non ha alcun senso. Non é ancora stato dato inizio al mondo della dualità e della contrapposizione e Tutto era Uno.

L’apparizione e la sparizione dell’Universo sono rappresentate come un’espirazione e un’inspirazione del “Grande Soffio”, che è eterno e che, essendo Moto, è uno dei tre simboli dell’Assoluto — lo Spazio Astratto e la Durata ne sono gli altri due. Quando il Soffio Divino è inspirato: l’Universo sparisce nel seno dello Spazio, della Grande Madre, allora dormiente “ravvolta nelle sue Vesti Eternamente Invisibili”. Questo Soffio, non può mai cessare, neppure durante le Eternità di Non Manifestazione, dette Pralaya. Lo “Spirito di Dio che si muove sul Caos” è stato simboleggiato, da ogni nazione, con un Serpente Ardente che soffiava fuoco e luce sulle Acque Primordiali (lo Spazio). Le Stanze di Dzyan descrivono l’espansione della tela dell’Universo sotto l’azione del “Respiro di Fuoco”. L’espandersi e il contrarsi della “Tela”, cioè la stoffa del mondo, o atomi, esprime qui il movimento pulsatorio; perché la contrazione e l’espansione regolari dell’Oceano infinito e illimitato sono la causa della vibrazione universale degli atomi. Il Grande Soffio è la fonte della Forza che muove la Materia dello Spazio. Il movimento del Serpente Igneo è oscillatorio come l’onda generata dall’oscillazione armonica di una corda musicale.

“In princìpio, prima che la Madre divenisse Padre-Madre, il Drago Fiammeggiante si muoveva solo nell’Infinitudine”.[5]

Il Grande soffio, simbolicamente il Serpente Drago dell’Eternità, finché si muove in modo regolare produce nello Spazio Assoluto una debolissima vibrazione, che chiameremo il Non Suono, finché quando giunge l’Ora, con un movimento fulmineo causa una depressione nella materia dello spazio un’esplosione che si manifesta come un Suono Primordiale. All’inizio il Drago Fiammeggiante, emette un Soffio, un Sibilo, un Suono, che provoca una depressione nelle Acque dello Spazio, intorno alla quale si formerà il corpo sferico dell’Universo.

 
Figura 1. Il simbolo del drago e la depressione delle acque dello spazio
 
La scienza ci dice che per generare un’onda sonora c’è bisogno di una sorgente che vada a perturbare un mezzo materiale la cui compressione ed espansione sono percepiti come suono. La sorgente è il Grande Soffio, il mezzo è la Materia dello spazio. Il Soffio alito Eterno, increspa l’oceano della materia, si crea un’onda, una perturbazione che si propaga nello spazio e che trasporta energia da un punto all’altro dello Spazio.
 
La tradizione nordica occidentale narra di un Drago di Fuoco che era apparso all’improvviso da una voragine che si era aperta sull’abisso primordiale. Il mito narra che per prima cosa il Drago, si rannicchiò su se stesso chiudendosi come l’uovo generatore per poi si alzarsi in piedi e stendersi in tutta la sua altezza aprendo le braccia, che diventarono gigantesche e possenti ali, dispiegandole in tutta la loro estensione. A questo punto il Drago lanciò il suo possente urlo verso il grande spazio oscuro che lo circondava, tanto forte da risvegliare la vita che esso nascondeva. Il suo urlo rappresenta il primo suono della Natura. Il Drago accennò al suo primo passo di danza. Una citazione che unisce indelebilmente il Drago primordiale alla danza sacra della Kemò-vad, la “danza nel vento”, la danza di Shiva.
 
Prima che il nostro globo prendesse la forma ovale (e così pure l’Universo), “una lunga striscia di polvere cosmica (o nuvola di fuoco) si muoveva e si attorcigliava nello Spazio come un Serpente, che soffiava fuoco e luce sulle acque primordiali, fino a che, covata la Materia Cosmica, le fece assumere la forma anulare di un serpente che si morde la coda — il che simboleggia non solo l’eternità e l’infinitudine, ma anche la forma sferica di tutti i corpi formatisi nell’Universo da quella nebbia ardente.
 
Gli antichi egizi rappresentavano il Grande Soffio con Kneph sotto la forma di un Serpente alato, poiché il Serpente è il simbolo della Saggezza Assoluta. Il Serpente si muove con sinuoso moto ondulatorio, oscillatorio, proprio come la trasmissione d’energia e del suono nello spazio. Il Serpente con le ali è equivalente all’Uccello, entrambi ovipari. Il Dio Creatore egizio emerge dall’Uovo che esce dalla Bocca di Kneph.
 
Lo Spirito è la Fiamma Invisibile, che non brucia mai, ma accede tutto ciò che tocca, e gli dà vita. Il Serpente Igneo attorcigliandosi su se stesso separa dallo Spazio Astratto Infinito una parte di forma sferica che dovrà diventare il nostro Universo. Questo è il significato del primo simbolo, il Cerchio luminoso su fondo Nero. Il simbolo di questo stato pre iniziale è un cerchio di fuoco debolmente luminoso, un fuoco molto diffuso, ma senza vera intensità. Il Cerchio, la Ruota gira lentamente, tanto che il moto è quasi impercettibile.

 
 
IL SUONO DELL’INIZIO E DELLA FINE DELL’UNIVERSO
 
Lo Spazio interessato dall’azione del Drago Fiammeggiante, assume una forma sferica, il Serpente espelle un Uovo che successivamente è messo in rotazione dai fuochi interni alla materia, producendo irradiazione. Alla fine della manifestazione il serpente ingoia l’Uovo. La bocca del Serpente è un buco nero nello spazio. Inizio e fine sono speculari uno rispetto all’altro.  La fine è il processo inverso, un riassorbimento, il Soffio inverte la sua direzione in una grande inspirazione, visivamente nello spazio appare un buco nero che risucchia tutto quanto è intorno ad esso.
 
I modelli matematici e fisici dell’universo prevedono che dapprima con il Big Bang esso si espanda e poi che la forza gravitazionale prevalga e tutto comincia a contrarsi fino a implodere nel Big Crunch. Il nostro “Universo” è soltanto uno degli innumerevoli Universi, tutti sono anelli della grande catena cosmica degli Universi, e ognuno sta nella relazione di un effetto in rapporto al suo predecessore, e di una causa in rapporto al suo successore.
 
Poiché le leggi della fisica sono simmetriche rispetto al tempo, devono esistere singolarità[6] antitetiche ai buchi neri. Mentre un buco nero cattura la materia e la luce che entra nel suo campo gravitazionale, un buco bianco[7] emette luce e materia in modo violento, ma nel quale nulla può entrare. Per la Dottrina segreta, la Gravitazione, è la Regina e sovrana della Materia.
 
Se consideriamo il buco bianco come la regione da cui materia ed energia emergono in modo molto violento da una singolarità, allora il Big Bang, il fenomeno che ha dato origine all’universo, è un enorme buco bianco.
 
                                    
Come un buco nero è alla base della morte del nostro universo, così un buco bianco è alla base della nascita di questo nostro stesso universo.

 
Figura 2. Big Bang e Big Crunch
 
Shiva è anche chiamato il «Signore della Danza», la cui danza cosmica è ciò tramite cui l’universo viene manifestato, preservato e infine riassorbito. La danza è simbolo dell’eterno mutamento della natura, dell’universo manifesto, che attraverso una danza scatenata Shiva equilibra con armonia, determinando la nascita, il moto e la morte di un numero infinito di corpi celesti.

Quando Shiva inizia a danzare l’Universo si dissolve, e la sua energia diminuisce sempre di più fino a concentrarsi in un singolo punto, questo punto lentamente si dissolve, lasciando solo un tenue suono, una vibrazione primitiva, d’intensità sempre più debole, per assestarsi a valori impercettibili.
 
Quando giunge il momento, la Divinità dai Tre Aspetti, riprendendo la sua danza, crea un nuovo Universo, ripercorrendo in senso opposto tutti i passaggi della distruzione: il ritmo della danza fa vibrare lo Spazio, da cui scaturisce un Suono, che si concentra in un Punto denso e di dimensioni infinitesime, il quale continuando a vibrare, aumenta di dimensione fino a esplodere in un nuovo Universo. A questo punto, creazione è compiuta.
 
Il Suono dell’Inizio o del Buco Bianco per la scienza è quello del Big Bang, ossia la radiazione di fondo dell’immane vampata di energia che accompagnò la nascita dell’Universo, secondo la scienza circa 15 miliardi di anni fa. Gli studi in discussione si sono tutti concentrati sull’analisi della radiazione cosmica di fondo a microonde (CMBR o radiazione CMB, da Cosmic Microwave Background). John Cramer dell’Università di Washington ha elaborato al computer le frequenze delle onde che pervadevano l’universo qualche millennio dopo la sua nascita. La simulazione della durata di 100 secondi dell’eco del Big Bang così come si poteva ascoltare 760.000 anni più tardi. Il suono che risulta dalla sovrapposizione delle radiazioni non è udibile perché di sotto le frequenze percettibili dall’orecchio. Per renderlo percepibile Cramer ha dovuto alzare la frequenza di un fattore 1026, pari a 100.000 miliardi di miliardi di volte. Durante i 100 secondi di registrazione, le frequenze cadono perché le onde sonore vengono allungate come l'Universo si espande. “Diventa più di uno strumento di basso”, dice Cramer. Dato che il Big Bang non descrive un’esplosione nello spazio, ma un ampliamento dello spazio stesso, il suono dell'Universo primordiale evoluzione non era un botto, ma un lungo, interminabile, ronzio.
 
Il Suono della fine o del Buco Nero è stato scoperto grazie all’osservatorio Chandra, ai Raggi X della NASA: è stata per la prima individuata un’onda sonora proveniente da un buco nero nella costellazione del Perseo localizzata a circa 250 milioni di anni luce dalla terra. Nessun essere umano sarà in grado di ascoltare questa nota, perché è 57 ottave più basse della nota DO medio. Siamo alla presenza della frequenza più profonda che sia mai stata registrata da un oggetto nell’Universo ed è più bassa della frequenza limite delle nostre orecchie di un milione di miliardi di volte. Per generare il collasso della materia, la cavità del Buco Nero è necessario un grande ammasso di energia, pari all’energia combinata di 100 milioni di supernova. La maggior parte di questa energia è trasportata dalle onde acustiche e si potrebbe dissipare nei gas delle costellazioni, mantenendo i gas caldi e, probabilmente, prevenendo un flusso di raffreddamento. Se così fosse, il SI bemolle dell’onda acustica, 57 ottave più basse del DO medio, sarebbe rimasta pressoché costante per qualcosa come 2,5 miliardi di anni.


[1] Lo Spazio Astratto nel catechismo Senzar è chiamato la Radice della Materia.
[2] Stanze di Dzyan II, 2.
[3] Il Tempo Infinito è chiamato Kala.
[4] I filosofi della più antica Scuola di Buddhismo che esiste ancora in Nepal, speculano soltanto sulla condizione attiva di questa Essenza, e non vogliono teorizzare sul potere Astratto e Inconoscibile nella sua condizione passiva.
[5] Libro di Sarparâjni.
[6] Una singolarità gravitazionale è un punto dello spaziotempo in cui il campo gravitazionale ha tendenza verso un valore infinito. L’universo ha avuto inizio con una singolarità gravitazionale (il Big Bang) e avrà fine con essa.
[7] Albert Einstein e Nathan Rosen furono i primi a parlare di buco bianco come d’ipotetica controparte di un buco nero.
IL SUONO DELL’INIZIO SECONDO LA DOTTINA SEGRETA

Il simbolo del risveglio dell’universo è rappresentato con un Triangolo con il lato sinistro (femminile) tratteggiato, aperto, poiché è il lato dell’Emanazione, attraverso cui emerge per l’insegnamento orientale Aditi[1] il Velo dell’Ignoto, e per l’insegnamento ebraico Sephira, la Luce illimitata. Il Tempo della manifestazione è rappresentato dal lato sinistro del Triangolo aperto, da cui esce il Grande Soffio.

Il Tempo non era, poiché giaceva dormiente nel seno infinito della Durata[2].
 
La Dottrina Segreta ci dice che il Tempo non è che un’illusione prodotta dalla successione dei nostri stati di Coscienza mentre viaggiamo attraverso l’Eterna Durata, e non esiste se non esiste una Coscienza in cui possa essere prodotta l’illusione, ma “giace dormiente”.

Figura 1. Il simbolo del Suono Assoluto

I Due lati del Triangolo, il lato destro e la base, composti di linee ininterrotte, simboleggiano l’Essenza Ineffabile e il suo Corpo Manifestato, l’Universo. Il simbolo rappresenta una Bocca aperta da cui esce l’Alito di Fuoco, il Soffio, il Primo Suono, il Suono Assoluto, e al cui interno vi è la Radice del Suono Assoluto.   
 
L’AUM degli indù è diventato l’Άιών (Aion) per i greci, e l’Ævum per i romani, il Pan o Tutto. È bene precisare che il suono AUM pronunciato dagli uomini è un pallido tentativo di riprodurre su scala infinitesima.
 
il triplice suono cosmico che rese possibile la creazione. Il Suono è la vibrazione generatrice AUM che ha dato vita all’Universo. Finché la vibrazione generatrice è dormiente all’interno del Triangolo, non vi è alcun Suono, o più precisamente vi è la Radice del Suono, ma: “Dove gli orecchi per percepirlo?”. AUM rappresenta la primordiale differenziazione Tre in Uno, per sempre celata, non dal ma nell’UNO Assoluto. Per la Cabala ebraica, l’Inconoscibile Immanifestato è descritto indirettamente come “Tre veli di esistenza negativa”. AIN “Esistenza negativa” origina AIN SOPH “l’Illimitato”, da cui quando periodicamente, emerge AIN SOPH AUR la “Luce Illimitata”, o Sephira che, irradiando in tutte le direzioni, circonda l’intero Triangolo e concentra la sua essenza in Un Punto. Sephira, il Potere Attivo, chiamato il Punto Primordiale, procede dall’interno dell’Essenza Eterna di AIN SOPH. La Luce Illimitata è il Punto nell’Uovo del Mondo, il Germe che diverrà l’Universo, il Cosmo illimitato e periodico, un Germe che è, periodicamente e alternativamente, latente e attivo. La Luce e il Suono per sempre soggettivi e latenti, che esistono eternamente in seno all’Inconoscibile. Questa triplice emanazione forma il Triangolo astratto.
 
Nella Cabala caldea ebraica, come nell’Insegnamento Orientale, i Numeri, il Suono, e la Luce, sono i tre fattori della creazione.
 
Brahman, il Movimento Astratto, il Grande Soffio, è descritto anche sotto forma di un Uccello acquatico[3], un Cigno, Hamsa, che si muove increspando la superficie delle Acque dell’Abisso Celeste. Nella Cabala ebraica, Ain Soph è chiamato “l’Anima Ignea del Pellicano”[4]. L’Uccello depone un Uovo d’Oro, l’Uovo del Mondo, simbolo dell’Universo e dei suoi corpi sferici. Il Cigno con le ali spiegate forma un Triangolo, il primo simbolo della Divinità, l’Uno nei Tre che sono lo Spazio Astratto, il Movimento Astratto, e la loro l’emanazione periodica, l’Universo. Gli Orfici, in occidente, narrano che all’inizio esisteva la Notte, rappresentata da un Uccello dalle ali Nere[5] che fecondato dal Vento, il Grande Soffio, deponeva un Uovo d’Argento[6], nell’immenso grembo dell’oscurità. Suono Triplice AUM, simbolicamente rappresentato ai tre vertici del suo corpo: sull’ala destra dal suono della lettera A, sull’ala sinistra dal suono della lettera U, e sulla coda dal suono della lettera M. Il cigno nero lascia cadere un Uovo, che esprime visivamente la forma sferoidale primordiale.
                
Figura 2. L’Uccello Nero dell’Eternità e il Triangolo
 
Fra le denominazioni date nella Filosofia Esoterica per il Principio nascosto, vi sono quelle di “Tenebre Insondabili”, e “Kalahansa“, il “Kala-ham-sa” ed anche il “ Kali Hamsa” (Hamsa = Cigno, Kali = Nero), il Cigno Nero degli Orfici. Brahman è a volte chiamato Kalahamsa, e così pure Brahma, il Creatore. In realtà si dovrebbe parlare Brahman (neutro) come Hamsa-vahana (quello che usa il Cigno come proprio Veicolo), e non di Brahma il Creatore, che è il vero Kalahamsa, mentre Brahman (neutro) è Hamsa, e A-hamsa.
 
La “m” e la “n” si possono invertire, ambedue hanno il suono nasale vi sono molti nomi sacri misteriosi che, non dicono più di qualsiasi altra parola, perché nascosti sotto forma di anagramma. La parola “Hansa” (uccello), o esotericamente “Hamsa” (cigno), presenta appunto uno di questi casi. Hamsa equivale ad A-ham-sa, tre parole che significano “ Io sono Lui”, mentre, separate ancora in un altro modo, si leggerà “So-ham”, “Egli (è) Me”, essendo soham equivalente a sah, “egli”, e ad aham, “Io”. La medesima parola si può leggere anche “Kalaham-sa” o “Io sono Io nell’eternità del Tempo”, e ciò corrisponde al biblico, o meglio zoroastriano, “Io sono ciò che sono”[7]. So-Ham è il mantra sacro (mistico suono)[8] del Respiro: la sillaba “so” è associata all’inspirazione, la sillaba “ham” è associata all’espirazione. Ripetendolo il suono SOHAM diventa HAMSA, il Cigno che nel Macrocosmo è il simbolo dell’Uno, e nel microcosmo, nell’uomo, il simbolo della Monade umana.
 
[1] Aditi è la Madre e il Padre di tutti gli Dèi, come Sephira è la Madre e il Padre di tutti i Sephiroth.
[2] Stanze di Dzyan , I, 2
[3] La specie di uccello non è molto importante, ma si deve pur sempre trattare di un uccello acquatico, che vola e si muove sulle Acque dell’Abisso. Esso esce dalle acque per dar vita ad altri esseri.
[4] La ragione per cui Mosè proibisce di mangiare il pellicano e il cigno (Deuteronomio, XIV, 16, 17), e classifica questi due uccelli fra gli animali impuri. La parola “impuro”, come qualsiasi altra, non dovrebbe esser presa nel suo significato letterale, poiché è esoterica. Ad esempio, i russi non mangiano il piccione perché sia impuro, ma perché lo “Spirito Santo” è apparso in forma di colomba.
[5] Il simbolo del cigno è doppio, perché nel periodo che precede la manifestazione è di colore nero, che diventa bianco quando poi tramite il Suono è creata la Luce.
[6] IL colore dell’Uovo per la filosofia Indù è d’oro, a significare luminoso, ma per la filosofia Orfica il colore luminoso è l’argento che si avvicina di più al colore del cerchio bianco della Dottrina Segreta.
[7] Dottrina Segreta I, commento alla Stanza III.
[8] I Mantra sono tratti dai libri segreti, custoditi dai sacerdoti; ciascun mantra opera un effetto sulla materia, poiché colui che lo legge o lo recita , con la semplice voce, produce una causalità segreta che si traduce in effetti immediati. Il mantra, infatti, è un insieme di vocali che quando pronunciate, risuona nella parola e produce determinate vibrazioni sia nell’aria sia nell’etere più sottile, ottenendo di conseguenza precisi effetti. Il potere dei mantra dipende dal suono e dal ritmo e dall’accento sillabico dato pronunciandoli e intonandoli.
IL TRIPLICE SUONO      
 
Le Stanze di Dzyan descrivono lo stato pre iniziale come un Cerchio di Fuoco debolmente luminoso, che ruota lentamente, tanto che il moto è quasi impercettibile.
 
Nella mitologia egiziana, Kneph, l’Eterno Dio Non-Rivelato, è rappresentato dall’emblema del Serpente dell’Eternità che cinge un’urna d’Acqua (le Acque dello Spazio, e la cui testa ondeggia sopra l’Acqua stessa, fecondandola con il suo Soffio. Kneph è un’altra immagine del Soffio Celato che da Vita all’Acqua che circonda emettendo un Soffio, un Sibilo, un Suono.

 
Figura 1. Kneph immagine del Soffio velato
 
Nello Spazio Astratto Oscuro appare un Punto, il Germe, la Vita, da cui scaturisce il Suono Assoluto, il Padre di tutti i Suoni, che attraversando lo Spazio infinito di Materia indifferenziata produce Un Raggio di Luce splendente. I Pitagorici affermavano che il Suono è prodotto dal movimento, il Primo Movimento è il Grande Soffio, Theos che crea il Suono Assoluto, la Luce è conseguente al Suono. Fiat Lux e Luce fu, afferma l’Insegnamento Cristiano, prima il Suono poi la Luce. Il Primo Suono e il Primo Raggio di Luce sono rappresentati dal Punto nel Cerchio ¤. Il cerchio intero è l’Unità divina da cui tutto procede e cui tutto ritorna.

 
Figura 2. L’effetto nello Spazio del Primo suono
 
Dapprima l’Unità celata, lo Spazio Astratto Assoluto, poi un Soffio, un Raggio di Energia Sonora che causa una depressione simile a una sottocoppa. Appare al centro del Cerchio il Punto Primordiale che non ha né limiti né attributi, l’UNO nella Sfera della Materia dell’Universo. Il Punto, il centro del Cerchio appare come un Punto di Fuoco, visto semplicemente come, la rotazione della Sfera diventa più rapida.
 
L’Emanazione dal lato sinistro del Triangolo Sconosciuto, è una Forza Attiva, chiamata il Punto Primordiale, il Non Limitato, l’Uno che contiene in sé uniti in modo neutro i due aspetti Maschile e femminile, il Dispari e il Pari dei Pitagorici. Il Principio Unico, sotto i suoi due aspetti, Grande Soffio e Spazio Astratto, è asessuato, incondizionato ed eterno. La sua emanazione periodica o radiazione primordiale - è pure Una e androgina. Quando questa irradiazione irradia a sua volta, tutte le sue irradiazioni sono anch’esse androgine, ma divengono, princìpi maschili e femminili nei loro aspetti inferiori. Gli antichi associavano il Suono e la Parola con l’Etere dello Spazio, la cui caratteristica è il Suono.
 
Secondo Pitagora, la Monade ritorna nel Silenzio e nelle Tenebre non appena ha evoluto la Triade, la triplice testa del serpente, il Logos manifestato. La triplice testa sibila o soffia emettendo in successione le tre sillabe, i Tre Suoni A-U-M. Fohat, uno dei personaggi più importanti, se non il più importante della Cosmogonia esoterica, è descritto come un Serpente poiché “Fohat sibila mentre guizza qua e là” (a zig zag).  Quando giunge il periodo della manifestazione, Fohat diviene la Forza propulsiva, il Potere Attivo che è la causa per cui l’Uno diviene Due e Tre - sul piano cosmico della manifestazione. Fohat, nello stato iniziale è un Unico Suono, una radiazione fredda, priva di colore.
 
Come il Grande Soffio dopo aver circoscritto col suo movimento circolare una porzione dello Spazio che diventerà l’Universo, emana Tre suoi Aspetti Sonori, Tre Logos, così pure la Materia Primordiale indifferenziata, sotto l’azione del Grande Soffio, si differenzia in Tre Attributi detti in oriente, Guna. “Quanto alla Forma, possiamo dare anzitutto uno sguardo agli effetti di questi Aspetti che ottengono risposta dal lato Materia. Naturalmente non sono dovuti ai Logos di un sistema, ma sono la corrispondenza nella Materia universale degli Aspetti del Sé universale. L’Aspetto Beatitudine o Volontà impone alla Materia la qualità di Inerzia, Tamas, il potere di resistere, la stabilità, la quiete. L’Aspetto Attività dà alla Materia la responsività all’azione, Rajas, la mobilità. L’Aspetto Saggezza le dà il Ritmo, Sattva, vibrazione, armonia. È con l’aiuto della Materia così preparata che gli Aspetti della Coscienza Logoica possono manifestarsi come Esseri[1].
 
Tutto era Tamas (prima che avesse origine la manifestazione), Egli ordinò un mutamento e Tamas prese il colore di Rajas, e Rajas ricevuto un nuovo ordine, rivestì la natura di Sattva.
 
  • Tamas è l’inerzia è lo stato di riposo, la stabilità o la base della materia, la contrazione, la forza centripeta.
  • Rajas, il movimento, l’espansione, è l’attività frenetica della materia, la forza centrifuga, l’opposto dell’inerzia che rappresenta la forza centripeta.
  • Sattva è l’equilibrio, l’armonia, tra le Due Polarità, la causa del movimento rotatorio, la forza che rende possibile la formazione di nuclei di materia.
     
Lo stato iniziale della materia dello spazio è Tamas, stabilità, contrazione. Il cambiamento è l’espansione, il movimento, Rajas, a cui fa da freno Tamas.
 
  • Il Grande Soffio o Respiro emette il Suono Inudibile, rappresentato dalla testa del Cigno Hamsa. Prima della creazione manifesta, c’è una creazione muta. Chiamiamo parola il suono della nostra voce, ma senza l’aria invisibile che ispiriamo prima di parlare e l’adattamento muscolare della bocca non vi sarebbe alcun suono. Tutto quello che suona, si produce con l’azione di quello che non suona. Questa è l’azione dell’Uno, il Primo Logos. Il Cerchio con un Punto di Fuoco al centro (il Punto è la prima immagine del becco del Cigno), significando anche la produzione di calore nel cuore della Materia, il momento della prima attività rotatoria.
 
 
  • Seguendo l’Insegnamento Pitagorico, sappiamo che l’Uno, è Androgino, Positivo e Negativo, complessivamente neutro, che si polarizza generando il Due, la Diade. Il Punto Centrale vibra, tracciando un Diametro orizzontale nel Cerchio[2]; il Suono vibrando nella Materia dello Spazio diviene visibile come un Raggio brillante che squarcia le Tenebre. La vibrazione polarizza la Sostanza Universale, nasce il Bipolo. I Due Poli generano le linee di forza sulle quali è intessuta la tela di un universo.
                                                                                                                                                                                                                  
A questo stadio il punto di luce al centro del vortice di fuoco diventa più attivo; il moto rotatorio lo fa ardere più brillantemente, ed esso proietta raggi di fuoco in due direzioni che sembrano scindere il vortice in due. Il moto è molto accelerato, e la fiamma che divide il vortice scatta avanti e indietro stimolando il fuoco del centro stesso, finché un punto di molto maggior splendore è raggiunto[3].

Figura 3. La polarizzazione Cosmica
 
La “A”, la prima lettera in ogni alfabeto, si pronuncia spalancando la bocca, e facendo fuoriuscire aria. È il suono dell’inizio dell’attività Rajas a cui si contrappone il suono di Tamas. Al suono di Rajas segue quello di Sattva l”U”, l’equilibrio tra due moti rotatori opposti, la “U”, si pronuncia cominciando a chiudere la bocca.
 
Gli Orfici narrano che dall’Uovo balzò fuori il Figlio del Vento (lo Spirito) e della Notte (lo Spazio), un Dio con due ali d’oro, Eros-Phanes. L’Uovo del Mondo è spezzato in due, l’immagine è di una Bocca Aperta, allora tramite il potere di Vâch è pronunciata la Parola dalla quale esce la Voce, il Verbo di Dio.
 
Lo covò (l’Uovo Cosmico), ed avendolo covato, la sua bocca si spaccò come un uovo. Dalla sua bocca venne la Parola, dalla Parola, il Fuoco.[4]
 
Lo Spazio freme, la vibrazione polarizza la Sostanza universale, le particelle primordiali si aggregano e si differenziano, il Suono diventa “AU”. L’immagine della Bocca si apre e si chiude equivale all’oscillazione del Diametro centrale del Cerchio dell’Universo. Questa è l’azione del Secondo Logos         . Il Cerchio diviso in Due, segna la rotazione attiva e l’inizio della mobilità di due vortici opposti.
 
  • Nel Timeo, Platone precisa che “due cose non possono essere unite giustamente senza un terzo”; ci deve essere un certo legame che attesti l’unione fra loro, cioè che stabilizzi l’espansione vorticosa della prima coppia. Nasce una vibrazione perpendicolare alle prime due. Le due vibrazioni formando una Croce nel cerchio     , simbolo del Terzo Logos, il Demiurgo di Platone Crocefisso nello Spazio.
 
Il Cerchio diviso in quattro. Giungiamo ora al punto in cui il centro è straordinariamente attivo, con la croce entro la sua periferia che gira come la ruota stessa, producendo un effetto di grande bellezza e attività[5].
                    
Figura 4. L’azione del Triplice suono
 
La “M” si pronuncia a labbra strette, a bocca chiusa. Equivale a chiudere la porta al mondo esterno, per raggiungere il centro del nostro essere, alla ricerca della verità ultima, la pronuncia della “M” chiude il ciclo della manifestazione. Solo alla fine del terzo stadio, il triplice Suono “A-U-M” è pienamente manifestato e differenziato.
 
Il Cerchio diviso in Quattro è la Croce a bracci uguali dello Spirito Santo dei Cristiani, la raffigurazione della Materia Intelligente e Attiva. Indica la quarta qualità quadridimensionale della materia, e la penetrazione del Fuoco in quattro direzioni.
 
Visualizzando la sfera in sezione, vediamo un cerchio, in cui agisce la Mente creatrice per mezzo dell’Elettricità Cosmica, chiamata Fohat, il Serpente Igneo che simbolicamente attraversa il Cerchio con una linea verticale, poi un’orizzontale, e infine lo mette in moto. “Fohat congiunge i due poli o le due linee di fuoco dell’Elettricità e del Magnetismo in uno stretto abbraccio” cioè le racchiude temporaneamente entro limiti definiti nell’Universo Eterico. Le linee orizzontali e verticali che intersercandosi formano una Croce, rappresentano le due direzioni del campo elettrico e del campo magnetico.
 
Dal punto di vista cosmico Fohat è innanzitutto l’energia dirigente del Principio del Suono. Quando è in manifestazione, esso è “il Verbo”. La fisica afferma che l’onda elettromagnetica si sviluppa quando il campo elettrico e il campo magnetico hanno direzione perpendicolare tra loro. Fohat è il “ponte” per mezzo del quale le Idee esistenti nel “Pensiero Divino” sono impresse nella Sostanza Cosmica come Leggi della Natura. Fohat è così l’energia dinamica dell’Ideazione Cosmica, è il mezzo intelligente, il potere che guida ogni manifestazione, il Pensiero Divino trasmesso e reso manifesto dagli Architetti del mondo visibile.

[1] A. Besant Studio sulla Coscienza.
[2] Questo Diametro è il Primogenito, il Logos, il Suono, il Verbo, la Parola.
[3] A.A. Bailey, il Trattato del Fuoco Cosmico, 171.
[4] Aitareya Upanishad, I, 4.
[5] A.A. Bailey, il Trattato del Fuoco Cosmico, 171.
IL TRIPLICE SUONO MODIFICA LA MATERIA DELLO SPAZIO
 
 
Pitagora considerava la Divinità, il Logos, come il Centro dell’Universo e la Sorgente dell’Armonia. Questa Divinità era il Logos. Uno dei simbolo gnostici per rappresentare il Logos è il Serpente[1] che con il suo movimento indica l’oscillazione di una corda musicale. Il simbolo cinese del T’ai Chi T’u, della Suprema Polarità, visualizza il segreto motore dell’Universo. La linea di separazione fra il Chiaro e l’Oscuro è una Serpentina, un Serpente composto di due semicirconferenze di diametro che è la Metà del Cerchio, rapporto di ottava. Il T’ai Chi T’u va pensato in perpetua rotazione, cosa che insieme alla sua forma circolare simboleggia l’evoluzione continua e la ciclicità della natura. Se, infatti, vi fosse assenza perpetua di movimento, Yin e Yang non potrebbero differenziarsi e tutto resterebbe nello stato d’immobilità iniziale privo di ogni differenziazione. La rotazione è dovuta all’azione del Demiurgo. Il T’ai Chi T’u può essere visto in più aspetti: l’oscillazione di una corda musicale, l’azione di Fohat, il Serpente dello Spazio Infinito nell’Universo. La filosofia cinese visualizza nel Movimento, nel Mutamento la Manifestazione.
 
La Dottrina Segreta afferma che il Serpente di Fuoco, Fohat, “scava vuoti nello spazio”, creando così nel Koilon un numero incalcolabile di vortici o bolle, ognuno determinato dalla propria divina energia, e circondato di materia spaziale. L’idea dei vortici non è nuova, Descartes descrive l’Universo come un sistema di vortici turbinosi interconnessi ciascuno dei quali contiene particelle in rotazione. L’universo osservabile non è un condensato solido che fluttua sopra il vuoto, ma un insieme di bolle in esso sospeso. Il mondo materiale non è una solidificazione del vuoto quantistico, ma una sua diluizione.

Il Logos tramite una modificazione della sua coscienza, un movimento vorticoso d’inconcepibile rapidità, tramite un potere chiamato Tanmatra[2]scava buchi nello spazio. Un Tanmatra è la modificazione della coscienza del Logos. L’azione di Fohat, il Serpente Igneo nello Spazio, è come l’oscillazione di una corda musicale, che mette in rotazione la Sfera celeste, in termini, Fohat volge la sua forza in direzioni contrarie, con le sue due mani la materia cosmica. È quello che la mitologia orientale chiama la frullatura dell’Oceano celeste. Il perno o l’asse del frullamento è rappresentato da Vishnu, la personificazione della Legge Eterna, che periodicamente chiama in attività il Cosmo.
Figura 1. I primi vortici sonori creati da Fohat
 
 
Fohat, l’Elettricità Cosmica, forma dei vortici, li polarizza, cioè li divide in due campi opposti. Ogni bolla o vortice può variare il suo spin (rotazione), da destrogiro a sinistrogiro. La polarità dipende dal moto rotatorio, dallo spin. La polarizzazione delle bolle avviene perché hanno opposto senso di rotazione interno al proprio asse, una ruota in modo centrifugo o Rajas, l’altra ruota in modo centripeto o Tamas. Nell’oceano dell’Etere avviene che vortici opposti si uniscano per formare un doppio vortice complessivamente neutro Sattva.
 
La rotazione produce un suono. L’Induismo insegna che tutta la manifestazione è la “danza di Shiva”, e la medesima dottrina s’impartiva nei Misteri. Quando una Guna vibra, crea un’onda che Suona. Rajas e Tamas creano due onde sonore che viaggiano in direzioni opposte. Sattva come risultato di due moti circolari (vortici) uguali e opposti, crea un’onda sonora stazionaria.
 
  • Il Primo Logos fa muovere i vortici in modo centripeto e linea retta    Guna Tamas     Suono   A
  • Il Secondo Logos le polarizza e fornisce il moto circolare                   Guna Sattva     Suono   U
  • Il Terzo Logos fa muovere i vortici in modo centrifugo e linea retta    Guna Rajas       Suono  M
     
Il Suono possiede attraverso i tre stati della Materia o Guna, tre aspetti differenti: Srushti, Sthithi e Laya, cioè Creazione, Conservazione, Dissoluzione, funzioni che tradizionalmente appartengono rispettivamente a Brahma, Vishnu e Shiva.
 
Nell’antica Grecia, gli iniziati ai Misteri[3] di Eleusi, avevano, tra le altre esperienze, quella di “sentire” ciò che la sacra canestra conteneva, cioè i “Giocattoli di Dionisio”, tra questi giocattoli vi era il rombo.
 
Il Pitagorico Archita di Taranto documenta esplicitamente l’uso dei rombi durante i Misteri[4]. Il rombo è descritto come una linguetta di legno o di metallo a forma di pesce cui è attaccata la funicella, ed era roteato nei Misteri[5], perché producesse una specie di ronzio come quello delle api. Secondo la lunghezza della corda, la velocità di rotazione, la grandezza della tavoletta si potevano ottenere infiniti suoni, che erano connessi con Dioniso: il muggito del toro, il sibilo del vento, il rombo del tuono, ecc. Si può dedurre dagli antichi simboli sonori che il suono da cui scaturì la vita fu rappresentato come un rumore stridulo sibilante di rombo. Tra i culti segreti o misterici quelli Kabirici erano legati ai segreti del Fuoco, cioè di Fohat,
 
L’Inno Orfico al Sole recita: “Titano di luce d’oro … sibilante, fiammeggiante, splendente, auriga, che dirigi il cammino con i giri del rombo infinito … che trascini la corsa armoniosa del cosmo …”.  “Ascolta la voce di Axieros, il Primo Kabiro: “La Mente del Padre turbina in un rombo riecheggiante, piena di Volontà invincibile … l’Universo rifulge adorno di idee variate, di cui il Fondamento è Uno e Solo. Da ciò: gli altri scaturiscono distribuiti e separati nei vari corpi dell’Universo e vengono trasportati in sciami attraverso gli immensi Abissi, sempre turbinando nell’Illimitata Radiazione”.[6]I sacerdoti pre-ellenici e gli Etruschi invocavano le folgori e la pioggia facendo roteare continuamente dei rombi in modo da descrivere la figura di un otto.
 
Tracciando la figura dell’otto rovesciato si descrivono due cerchi che ruotano in senso opposto lo spin di Rajas e lo spin di Tamas creando così la polarità, il moto descrive un’onda costituita dai un’energia a spirale destrorsa e una a spirale sinistrorsa, che trovano equilibrio nel punto centrale in Sattva.
 
Figura 2. La polarità creata dal “rombo”
 
 
Nell’oceano di Etere del nostro universo si creano vortici, dei Toroidi, piccoli tornado di energia spiraleggiante. Il vortice è il flusso naturale per i fluidi. I vortici nell’Etere sono come piccoli mulinelli[7] in un fiume del tutto simili a quelli creati dalla rotazione dei rombi! Il muggito del Toro era imitato dal roteare dei rombi nei Misteri. L’onda sonora “U”, il muggito del Toro nasce, dall’interferenza di due onde opposte “A” e “M”.
 
Pitagora affermava che il Sole, la Luna e i pianeti del sistema solare, per effetto dei loro movimenti di rotazione e rivoluzione, produrrebbero un suono continuo, impercettibile dall’orecchio umano, e tutti insieme produrrebbero un’armonia. Di conseguenza, la qualità della vita sulla Terra sarebbe influenzata da questi suoni celesti. Si prenda ad esempio la rotazione della Terra sul suo asse., 23 ore, 56 minuti e 4 secondi, cioè 86.164 secondi in totale, il valore reciproco di questo numero, è la frequenza della Terra rapportata a un secondo, il numero ottenuto è molto basso: 0,000001160576. Per essere riportato nello spettro udibile lo si alza con  24 raddoppi, ottave, e si arriva a una frequenza di 194,75 Hz che sarebbe un SOL leggermente calante nella nostra intonazione standard. La musica suonata in SOL ci mette in condizione di essere influenzati dall’energia della Terra.
 
Quando il triplice Logos cessa di far risuonare il sacro AUM e le vibrazioni cessano, la forma si disintegra. Nessun filosofo antico a mai dissociato lo Spirito dalla Materia o la Materia dallo Spirito, tutto si è originato dall’Uno e procedendo dall’Uno, deve alla fine ritornare all’Uno. Non vi è Spirito che non sia avviluppato di Materia; non vi è Materia che non sia animata dallo Spirito. Materia è limitazione e senza limitazione non esiste coscienza. Coscienza è percezione di una limitazione, di una dualità. Il Logos si manifesta come un’Unità nella sfera di materia sottilissima che Lo avvolge. Questi vuoti, ora pieni della Coscienza del Logos Cosmico. Nel linguaggio degli Iniziati, Atomi e Anime sono sinonimi. Ogni bolla è creata dal Grande Soffio è contemporaneamente un suono e un punto di Luce nelle Tenebre. Gli Indù quando danno a Brahma il nome di Anu, Atomo, riconoscono la divinità anche nella più minuscola forma, un’Anima, non necessariamente un’anima incarnata, ma un Giva, come lo chiamano gli Indù, un centro di Vitalità Potenziale.
 
Il campo quantistico è visto come un’entità fisica fondamentale: un mezzo continuo presente ovunque nello spazio. Le particelle sono soltanto condensazioni locali del campo, concentrazioni di energia che vanno e vengono e di conseguenza perdono il loro carattere individuale. A. Einstein diceva: “ Noi possiamo considerare la materia costituita dalle regioni dello spazio nelle quali il campo è estremamente intenso[8]”. Le bolle vuote nel Koilon sono il quantum foam, la schiuma quantistica descritta nella meccanica quantistica. La relatività generale si applica a scale astronomiche e ci mostra che in assenza di massa, lo spazio è piatto, per la meccanica quantistica invece, avvicinandosi gradualmente a grandezze sempre più piccole, il continuum spazio temporale assumerebbe gradualmente forme sempre più discrepate, fino ad apparire come un ribollire di minuscoli buchi neri delle dimensioni 10-33” centimetri centimetri che appaiono e scompaiono in 10-43” secondi. Nell’esplorazione ultramicroscopica dello spazio s’incontra un caos detto schiuma quantistica. Ingrandendo sempre di più una regione dello spazio, le ondulazioni casuali dello spazio dovute agli effetti quantistici sono così pronunciate da non dare più l’idea di un oggetto geometrico dalla curvatura regolare.
 
Le prime tre forme di materia sono semplici bolle costituite da queste Tre Guna non ancora interagenti fra loro. Guna significa “filo”, corda.  La filosofia Indù paragona i Tre stati della Materia a corde musicali, associate a Tre vibrazioni fondamentali, a Tre diversi gradi di tensione o vibrazione, a Tre Suoni. Secondo le Mandukya Upanishad, le sillabe di AUM rappresentano:
 
  • M = Tamas - stato di sonno profondo. La M, equivale a chiudere la porta al mondo esterno, per raggiungere il centro dell’Essere. Questo è il suono dello Spirito o di Shiva Mahadeva.
  • A = Rajas - stato di veglia. La A è lo stato di coscienza di veglia del suo mondo di esperienza fisica grossolana. Questo è il suono della Materia o di Brahma.
  • U = Sattva - stato di sogno. La U è lo stato di coscienza, legato alle forme sottili. Questo è il suono dell’Uomo Celeste o di Vishnu.
     
Secondo il Maestro Tibetano D.K.  e secondo la spiegazione fornita nelle pagine precedenti, non è così A è il suono di Shiva, mentre M è il suono di Brahma. Forse è stato gettato un velo su un profondo mistero, dobbiamo ricordare che nel mondo della forma le corrispondenze sono invertite.
 
  • Tutto ciò che esiste è basato sul suono o sulla Parola.
  • La differenziazione è il prodotto del suono.
  • L’opera di costruzione o di espulsione viene compiuta secondo la nota della Parola o la vibrazione del suono.
  • L’unica Parola triplice ha sette chiavi e queste hanno i propri sottotoni.
       
Il Suono Primordiale che esisteva prima della creazione è il Suono che rimarrà dopo il Pralaya. La Triplice Parola AUM continua a riverberarsi per l’intera vita dell’Universo, quando essa cesserà dopo 311.040.000.000.000 anni da quando è iniziato, l’Universo imploderà per ritornare allo stato originale, lo Spazio Astratto e il Grande Soffio.
 
Ogni parola è direttamente connessa con il triplice AUM e perciò con gli aspetti Brahma, Vishnu e Shiva dei quali Essi sono i rappresentanti planetari.
 
Il Primo Soffio o Suono mette in agitazione la Materia, il Secondo Soffio increspa in onde lo Spazio Cosmico con un movimento incessante eterno, descritto da Pitagora con l’effetto dell’oscillazione della corda di un immenso monocordo[9]. Il Terzo Soffio quieta la materia, fino a mettere fine all’espansione dell’Universo. Le tre Guna individuano la lunghezza di tre corde astratte nel mondo senza forma che con la loro oscillazione generano i Tre Suoni. La corda fondamentale è di una Unità.
 
  1. Shiva,      Suono A,     lunghezza corda 1/1,  frequenza 1
  2. Vishnu,    Suono U,     lunghezza corda 1/2,  frequenza 2
  3. Brahma    Suono M,    lunghezza corda 1/3,  frequenza 3
     
Tamas rappresenta la quiete con frequenza vibratoria minima, Rajas all’opposto è l’attività frenetica nella Materia e di conseguenza ha frequenza vibratoria massima, tre volte la minima. Il Demiurgo, il costruttore dei mondi materiali, è Brahma, il Terzo Logos cui è associata Guna Rajas la cui lunghezza di corda è 1/3.
 
AUM è tradizionalmente cantato tre volte, come un promemoria dei suoi tre aspetti. La prima volta, si canta alta; il secondo, più basso; e la terza, ancora più in basso. Brahma, la vibrazione creativa, ha un suono alto; Vishnu, la vibrazione conservante, uno un po' più basso; e Shiva, la vibrazione che dissolve tutto, è un suono basso e profondo.
 
Tamas rappresenta la quiete con frequenza vibratoria minima, Rajas all’opposto è l’attività frenetica nella Materia e di conseguenza ha frequenza vibratoria massima, tre volte la minima. Il Demiurgo, il costruttore dei mondi materiali, è Brahma, il Terzo Logos cui è associata Guna Rajas la cui lunghezza di corda è 1/3, ma la frequenza di oscillazione è tripla 3.
 
Le immagini della radiazione di fondo dell’universo, catturate da un telescopio portato fino a 37 chilometri di altezza da un enorme pallone chiamato «Boomerang», sopra i cieli incontaminati dell’Antartide hanno evidenziato come l’Universo neonato si dilatava velocemente, percorso da onde sonore che risuonavano come quelle di un flauto. La scoperta dà supporto alla teoria cosiddetta dell’inflazione, secondo la quale l’universo oggi osservabile proviene da una minuscola regione subatomica, che venne gonfiata vertiginosamente un attimo dopo il Big Bang[10].
 
Figura 3. Studio di Marco stefanelli
 
 
Secondo la teoria, nel gas incandescente hanno risuonato solo le onde con una lunghezza particolare:
 
  1. La fondamentale lunga circa 300.000 anni luce;                       corrisponde alla corda di Shiva
  2. Quella con lunghezza metà,  cioè 1/2 di 300.000 anni luce;   corrisponde alla corda di Vishnu
  3. Quella con lunghezza un terzo;                                                  corrisponde alla corda di Brahma.
     
L’anno luce (al) è un’unità di misura della lunghezza, definita come la distanza percorsa dalla radiazione elettromagnetica nello spazio nell’intervallo di un anno[11]. Poiché la velocità della luce nel vuoto (c) è pari a 299.792,458 chilometri al secondo, un anno luce corrisponde a 9.461 bilioni di metri, cioè 9,461x1012 Km, e 300.000 anni luce corrispondono a circa 2,8x1018 Km.
 Proprio come in un immenso Monocordo cosmico di lunghezza 300.000 anni luce, in cui risuona l’onda sonora fondamentale del Primo Logos Cosmico, ma anche quelle di lunghezza pari a metà della fondamentale del Secondo Logos Cosmico, un terzo del Terzo Logos Cosmico e cosi via. La scienza conferma che la materia si è formata rispettando quell’armonia musicale descritta da Pitagora.  

[1] E l’Eterno disse a Mosè fai un serpente ardente e mettilo su un’asta. Numeri 21:4-9.
[2] Letteralmente significa “misura di ciò, quiddità” e sta a significare gli elementi sottili che sono il substrato (la misura) sia dell’esperienza sensibile, sia dello sviluppo degli elementi grossolani.
[3]Nell’antichità le Scuole per pochi, dove attraverso un linguaggio simbolico, erano spiegati i segreti dell’Universo erano note sotto il nome di Misteri.
[4] Nell’antichità questo strumento era tenuto nascosto alle donne e ai fanciulli, ed era mostrato a questi soltanto quando nei riti d’iniziazione. Si tratta dunque dello strumento religioso più antico, più diffuso e più sacro che si conosca. La sua antichità è confermata dal fatto che esso era in uso, a quanto pare, anche nell’Egitto antico e nell’antica Mesopotamia.
[5] Era utilizzato oltre che nei Misteri dell’antica Grecia, anche fra gli Etruschi e tramite Numa ai Romani custodito dal collegio dei sacerdoti Salii.
[6]Oracolo Caldeo (Babilonia).
[7]Lo stesso flusso vorticoso si crea ogni volta che si toglie il tappo dal lavandino!
[8] Citato da F. Capra, Il Tao della Fisica.
[9] Il Monocorde è costituito da una sola corda tirata su una struttura di legno. Si dice che Pitagora abbia detto: “Studiate il monocorde e scoprirete i segreti dell’universo”.
[10] I responsabili del progetto sono, l’italiano Paolo De Bernardis, dell'Università La Sapienza di Roma, e Andrew Lande della California Institute of Technology. Al progetto partecipano ricercatori della Nasa e dell’Esa, ma anche d’istituti scientifici italiani come il Cnr, l’Enea e l’Asi.
[11] Altre unità di misura delle lunghezze accomunate con l'anno luce sono il minuto luce, il secondo luce.
IL SETTUPLICE SUONO E LE SETTUPLICI ONDE DI MATERIA
 
Fohat dapprima prima crea nello SPAZIO un vortice gigante al cui interno scava buchi che nel grande vortice centrale appaiono come“bolle”o dei microscopici vortici. Le bolle o vortici nello Spazio si combinano fra loro si aggregano in forme sempre più complesse dando luogo ai sette stati di materia o Piani a loro volta suddivisi in sette sottopiani, sempre più inerziali. Le Stanze di Dzyan ci informano che Fohat, la forza costruttiva dell'Elettricità Cosmica ha Sette Figli che sono i suoi Fratelli che rappresentano e personificano le sette forme di magnetismo cosmico, chiamate, nell’Occultismo pratico: le “Sette Radicali”, la cui progenie cooperante e attiva comprende, fra le altre energie, l'Elettricità, il Magnetismo, il Suono, la Luce, il Calore, la Coesione, ecc. I Tre aspetti del Suono Primordiale contenuti nelle tre lettere A-U-M, combinandosi fra loro generano a loro volta altri Sei Suoni, che sommati con il suono sintesi fanno Sette in tutto, il Settuplice Suono dell’OM-kara, tutti gli altri suoni detti Vi-kara (modificazione), sono distorsioni.
 
Colui che studia i segreti del Mantra[1] e comprende Vâch[2], la Voce nascosta nel Mantra, la manifestazione attiva della forza latente, arriverà a capire l’Eterna Causa.
 
La triplice azione di Fohat genera tre stati di materia a cui e contemporaneamente Tre Suoni Primordiali AUM, che  generano altri Sette suoni Dieci in tutto.
 
Il 10 è responsabile di tutte le cose, fondamento e guida sia della vita divina e celeste, sia di quella umana ... L’essenza e le opere del numero devono essere giudicate in rapporto alla potenza insita nella decade; grande, infatti, è la potenza del numero, e tutto opera e compie, principio e guida della vita divina e celeste e di quella umana. Senza di essa (la decade) tutto sarebbe interminato, incerto, oscuro[3].
 
La Decade, il Dieci, si rappresenta con il Cerchio tagliato in Due da un Diametro verticale. Il cerchio è lo Zero, la Divinità Celata, mentre il diametro è il Dio manifestato immagine di una corda musicale tesa nel cerchio dell’Universo. Nelle Leggi o Ordinanze di Manu, si dice che Brahma dapprima creò “i Dieci Signori dell’Essere”, i Dieci Prajapati o Forze Creative. Dieci sono le membra dell’Uomo Celeste, i 10 Sephiroth, i 3 ed i 7, sono chiamati, nella Cabala, le Dieci Parole, D B R I M (Dabarim), i Numeri e le Emanazioni della Luce Celeste.
 
Ciascuno dei Sei Suoni è formato dalla combinazione dei Tre Suoni Primordiali dove il primo suono emesso predomina sugli altri due. In grassetto è indicato il suono predominante. Il Settimo Suono è indicato con tre lettere in grassetto perché in esso, i Tre in Uno si trovano in perfetto equilibrio.
 
AUM
 
AUM   AMU   UAM   UMA  MUA  MAU
 
Il Triplice Suono crea la Parola “fatta” di Sette Sillabe, Sette Suoni, che aggregano le particelle dello Spazio in forme sempre più complesse.
 
“AUM, ” disse il Potente, e risuonò la Parola. Le settemplici onde della materia si separarono, e apparvero le forme. Ognuna prese il suo posto, ognuna nella sfera stabilita. Attesero che il sacro flusso venisse a penetrarle e a colmarle. I Costruttori risposero al sacro suono. In musicale collaborazione attesero al lavoro.[4]
 
 
In Dottrina Segreta e Fisica Quantistica è stato spiegato come l’Universo è una frattalizzazione di flussi energetici toroidali incorporati. l’Universo sia costruito sui frattali. Le bolle o vortici sono successivamente polarizzate e raccolte in gruppi di sette e poi ancora di sette. In questo modo sono costruiti Sette Tipi di tessuto con materia dello spazio in vortici concentrici, ognuno con la sua densità. Il processo continua a ripetersi nel Cosmo, nei vari sistemi solari, nei pianeti ecc. Il TEMPO è strettamente legato alle formazioni dei Sette Stati di Materia, segue con le sue suddivisioni la medesima legge settenaria dei frattali.                   
      

      
Figura 1. Quarantanove stati di materia  
 
Ogni stato o onda di materia a sua volta si scinde in sette stati chiamati  sottopiani. I Sette Piani di materia contengono 7x7=49 sottopiani. I Sette Piani di Materia cui usualmente ci riferiamo sono in realtà i sette sottopiani di una serie ancora maggiore di piani chiamati Piani Cosmici. I Sette Piani del nostro Sistema Solare fanno parte del Piano Fisico Cosmico (il più basso piano cosmico). Ci sono sette Piani Cosmici - questo significa che c’è un totale di 49 Piani nell’Universo.
 
Una galassia è una serie di 49 sfere che si compenetrano della materia di tutti i 49 piani, e che un sistema solare è una serie di 7 sfere di materia si compenetrano da 7 piani.
 
Le sette ondate di materia cosmica sono:
 
  • 1- ADI “Mare di Fuoco”   Piano della Vita Divina         (Elemento Cosmico I Etere)
  • 2- ANUPADAKA              Piano della Vita Monadica    (Elemento Cosmico II Etere)
  • 3- ATMA                        Piano dello Spirito               (Elemento Cosmico III Etere)
  • 4- BUDDHI                    Piano dell’Intuizione            (Elemento Cosmico IV Etere)
  • 5- MANAS                      Piano della Mente               (Elemento Cosmico Gassoso - Aria)
  • 6- KAMA                        Piano della Desiderio           (Elemento Cosmico Liquido -Acqua)
  • 7- FISICO                      Piano della Densità              (Elemento Cosmico Denso - Terra)
             
Gli stati o piani di materia sono convenzionalmente rappresentati uno sull’altro solo per facilitare la visualizzazione bidimensionale, in realtà sono aggregazioni sferiche di differenti stati di materia. La Materia e la Coscienza del nostro Sistema Solare fanno parte del settimo piano del Cosmo, cioè sono parte integrante del Piano Fisico Cosmico. I piani della coscienza divina, in cui si manifesta il triplice Logos, sono i primi due. Adi, che significa il Primo, è il fondamento e sostegno dell’Universo, in questo piano i tre aspetti del Logos, Volontà, Amore, e Intelligenza agiscono in tutta la loro perfezione. Il secondo detto Anupadaka, è quello in cui nessun veicolo è stato formato, il Logos scende nella materia e subisce una prima limitazione, il suo Primo Aspetto diviene latente, solo il Secondo e il Terzo Logos possono avere una perfetta espressione. Il piano successivo, l’Atmico, è quello dove si manifesta solo il Terzo Logos.
 
La densificazione delle forme è quella della coscienza. Sette stati di Coscienza, uno per ogni stato di materia, sono conosciuti nell’Esoterismo orientale. Le settemplici onde di materia sono accompagnate da Sette Suoni e Sette Colori: i Sette Raggi. La Forza Creatrice, nel suo incessante compito di trasformazione, produce Suono, Luce o Colore, e Numeri, in forma di rapporti delle vibrazioni che compongono e dissociano atomi e molecole. Benché invisibile e inudibile per noi nei particolari, la sintesi del tutto diviene per noi udibile sul piano materiale.
 
Il Simbolo adottato nella Scuola Orientale per rappresentare le sette Gerarchie di Poteri creativi è una ruota di sette cerchi concentrici, ogni cerchio con uno dei Sette Colori. I cerchi concentrici sono il simbolo delle Ruote di Ezechiele. Perché le Gerarchie dei Poteri creativi di Suoni e Colori vanno simbolizzate con cerchi concentrici? La risposta è che il sistema solare, va considerato come un particolare atomo cosmico.
 
  • I sette piani o stati o aggregazioni di materia, vanno considerati come sette grandi sfere che ruotano nel senso della latitudine entro la periferia solare. Ogni sfera compenetra effettivamente tutte le sfere in essa contenute. La Sfera vista in sezione appare come un piano e le sfere in essa contenute appaiono come piani sotto situati.
  • Il magnetismo è la forza di attrazione e repulsione  degli atomi e agisce come forza di latitudine, la forza elettrica Fohatica agisce perpendicolarmente a quella magnetica, nel senso della longitudine.
      
                      

  
  Figura 2. I Sette piani di materia e  i sette Raggi  
La figura è la rappresentazione dei sette piani o stati di materia, li descrive come una serie di sfere concentriche anziché l’usuale “pila di piani” uno sopra l’altro. Anche questa rappresentazione non è perfetta perché ogni piano compenetra effettivamente tutti i piani sotto situati. Ad esempio, il primo piano detto Divino, si estende in realtà tutta lo spazio sferico fino a includere il settimo piano detto fisico, gli altri piani intermedi si compenetrano come in un pozzo. Il piano fisico è compenetrato da tutti i sei piani sopra di esso.
 
  • Le due Forze Magnetiche ed Elettriche agiscono perpendicolarmente tra loro.
  • L’impatto di Fohat sulla materia produce si manifesta come i Sette Suoni e i Sette Colori o Raggi di Colore.
   

Figura 3. Forza Magnetica e Forza Elettrica formano una croce
   
  • I sette Raggi, considerati come le sette forme che velano i sette aspetti della divinità, fasce sferoidali di colore che ruotano longitudinalmente, formando (insieme ai sette piani) una vasta rete intrecciata. Ogni raggio di luce, non importa di quale colore, è pure una sfera di materia estremamente tenue, che ruota in direzione perpendicolare a quella dei piani.
  • Queste due serie di sfere (piani e raggi) formano la totalità del sistema solare, e producono la sua forma sferoidale.
 
Il SUONO, è di fatto un tremendo potere occulto. Dal punto di vista cosmico Fohat è innanzitutto l’energia dirigente del Principio del Suono. Quando è in manifestazione esso è “il Verbo,” o quell’espressione dell’Assoluto che comanda e deve essere obbedito. Tutte le cose furono fatte da Fohat quando divenne il Verbo manifestato. Il Serpente-Cigno con le ali dell’Eternità tuffandosi nel Cerchio dell’universo, da inizio a un nuovo ciclo o Manvantara. I due aspetti Maschile e Femminile, Positivo e Negativo si separano, nasce la Dualità.
 
Il tronco di ASVATTHA (l’albero della Vita e dell’Essere, la VERGA del Caduceo) spunta e discende ad ogni Inizio (ogni nuovo Manvatara) dalle due ali oscure del Cigno (HANSA) della Vita. I due Serpenti, l’Immortale e la sua illusione (Spirito e Materia) le cui teste spuntano da una sola testa fra le due ali, discendono lungo il tronco intrecciati in uno stretto abbraccio. Le due code si congiungono a terra, (l’Universo Manifestato) in una sola, e questa è la grande illusione, o Lanu!
 
Figura 4. Il Caduceo, Cigno e due Serpenti
 
 
Le due ali oscure del Cigno sono le sillabe A U, la coda è la sillaba M, tutte rappresentate dal Triplice Serpente che è Uno. Il Caduceo è stato considerevolmente modificato dai greci. II simbolo originale — con la triplice testa del serpente — fu alterato in una bacchetta con un pomo, e le due teste più basse furono separate, travisando alquanto il significato originale. Una lemniscata per l’evoluzione verso il basso, dallo Spirito alla Materia; un’altra a forma di spirale, forse, nella sua reinvoluzione verso l’alto, dalla materia allo spirito; e il necessario riassorbimento graduale e finale nella condizione laya, quello che la scienza chiama, nella propria terminologia, “il punto neutro o il punto zero. Tali sono i fatti e gli insegnamenti occulti[5]. L’A-U-M il Caduceo, è formato da tre semplicissimi movimenti simultanei lungo le tre direzioni dello spazio. Primo, una semplice oscillazione avanti e indietro (da est a ovest); secondo, una semplice oscillazione ad angolo retto con la prima (da nord a sud) di metà (1/2) del tempo periodico — cioè doppiamente veloce; — e terzo, un movimento ad angolo retto con questi due (dall’alto in basso). Il simbolo del Caduceo, rappresenta anche due onde sonore opposte, e l’onda stazionaria simbolizzata dalla bacchetta, posta tra i due serpenti. Le Parole di Potere, o le permutazioni dell’AUM, esistono in ogni possibile tono, sottotono e quarto di tono, e su queste sfumature di suono è costruita e mantenuta la creazione. Un suono fondamentale contiene una molteplicità di suoni che influenzano gruppi diversi.

[1] Mantra è il linguaggio degli incantesimi. Il linguaggio degli elementi è composto di SUONI, non di parole; di suoni, di numeri e di cifre.
[2] Nel Rig Veda, Vâch è il Suono, o Parola Mistica, l’aspetto femminile del Logos.
[3] Filolao
[4] A.A. Bailey, Trattato del Fuoco Cosmico, Stanza di Dzyan II, interpretata dal Maestro D.K.
[5] H.P. Blavatsky Cosmogenesi, sez. VIII.
SETTE SUONI – SETTE COLORI

Possiamo immaginare che i Tre Suoni Primordiali A-U-M siano generati da tre corde di lunghezza 1, 1/2, 1/3 rispettivamente con frequenza 1, 2, 3, sono strettamente connesse alla velocità della luce e simultaneamente presenti in tutto il mondo fisico e psichico, ma il prevalere dell’uno o dell’altro ne determina una diversa «colorazione». Proprio come in un immenso Monocordo cosmico di lunghezza 300.000 anni luce[1], in cui risuona l’onda sonora fondamentale del Primo Logos Cosmico riferito al nostro sistema solare, ma anche quelle di lunghezza pari a metà della fondamentale del Secondo Logos Cosmico, un terzo del Terzo Logos Cosmico e cosi via. La luce del Sole viaggia alla velocità di circa 300.000 chilometri al secondo. La Luce Assoluta – la Luce del Sole Centrale Spirituale – è sopra di ogni calcolo umano. La scienza conferma che la materia si è formata rispettando quell’armonia musicale descritta da Pitagora.
 
  1. La fondamentale lunga circa 300.000 anni luce;              corrisponde alla corda di Shiva
  2. Quella con lunghezza metà,  cioè 200.000 anni luce;       corrisponde alla corda di Vishnu
  3. Quella con lunghezza un terzo, cioè 100.000 anni luce;    corrisponde alla corda di Brahma.
     
I Sei Suoni sono formati dalla combinazione dei Tre Suoni Primordiali: 1+2+3 = 6, 1x2x3 = 6. Sei il numero perfetto, e poiché nel mondo della forma è tutto duale 2x6 = 12. La Corda Unitaria del Demiurgo quella di 100.000 anni luce è divisa in 12 parti. Secondo alcune scuole tantriche la sillaba OM è scomponibile in dodici articolazioni, corrispondenti ai 12 nomi del Sole.
 
Il Suono, la Parola, Logos in greco, in origine significava rapporto. Il primo rapporto 1/2, manifesta la relazione tra il Principio Immobile o “Il Dio il cui Nome è Ignoto” e la “Diade Infinita”, cioè tra l’Uno e il Molteplice. Il primo rapporto 1/2x12=6, fornisce il secondo valore estremo del monocordo di Filolao. I numeri 12 e 6, sono sia gli estremi del monocordo di Filolao che esprimono le note DO’ - DO, e sia quelli della perfettissima proporzione babilonese.
 
Giamblico stesso racconta che Pitagora avrebbe riportato da Babilonia in Grecia la “perfettissima” delle proporzioni, costituita dalla Tetractis 6, 8, 9, 12, che esprimono le note DO’, SOL, FA, DO .
 
  • Seguendo i Pitagorici e in particolare Filolao, la prima corda è di lunghezza 12/12, che oscillando fa risuonare la prima nota, l’Unisono, che chiameremo DO, frequenza f = 1.
  • L’Unisono si riflette nel mondo della forma dividendosi per 2; al dimezzamento 1/2x12=6 della corda corrisponde un raddoppio della frequenza vibratoria cui corrisponde la stessa nota di partenza, ma più acuta che chiameremo DO’.
  • Fra questi due estremi DO-DO’ s’inserisce la terza corda, che come hanno dimostrato i Pitagorici è la media armonica fra i due estremi:                                                 , una nota chiamata SOL o Quinta musicale.
     
Tra i due suoni estremi, tra Cielo e Terra si posiziona il SOL. I Pitagorici costruirono la scala musicale con la Legge di Quinta.
 
Prendendo come riferimento la corda SOL e la sua Ottava seguendo la legge di Quinta:
 
  • Si trova che il nuovo SOL che chiameremo RE vale: 8/9x12 = RE.
 
Procedendo con la legge di Quinta o del SOL, si prende come riferimento la corda i cui estremi sono il RE e la sua Ottava: DOb = 8/9x12 e DOb’ = 1/2x DOb .
 
  • Si trova un nuovo valore SOL (b) che chiameremo LA = 16/27 x12.
 
Procedendo nello stesso modo con la legge di Quinta, si prende come riferimento la corda i cui estremi sono il LA e la sua Ottava:
 
  • Si trova il valore SOL (c) che chiameremo MI = 64/81x12
 
Procedendo nello stesso modo con la legge di Quinta, si prende come riferimento la corda i cui estremi sono il MI e la sua Ottava:
 
  • Si trova il nuovo valore SOL (d) che chiameremo SI = 128/243x12.
 
Procedendo nello stesso modo con la legge di Quinta, si prende come riferimento la corda i cui estremi sono il SI e la sua Ottava:
 
  • Si trova un nuovo valore di SOL (e) che chiameremo FA = 512/729x12 ≈ 3/4 x12= 9
Procedendo con la legge di Quinta, si ritrova il valore 1/2x12 = 6 = DO’
  • Il DO’, l’Ottava, è anche la Quinta del FA     
 
           DO’ = SOL x FA
 
Partendo dalle tre note del tetracordo di Filolao DO, FA, SOL operando con la legge di Quinta si ottengono altre quattro note: RE, LA, MI, SI, sette in tutto e non di più. La successione delle note DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI, costituisce la scala pitagorica diatonica.
 
La “perfettissima” delle proporzioni, espressa nel Tetracordo di Filolao[2] 6, 8, 9, 12, nasconde il segreto dell’OMkara, delle Sette Note Cosmiche i cui valori si basano sulle lunghezze delle Tre Divine Corde.
 
Le note della scala pitagorica contengono rapporti con sole potenze dell’1, del 2 e del 3, cioè i raporti delle lunghezze delle tre corde Guna. Riferendoci per semplicità numerica a una corda di lunghezza unitaria:
 
(DO) 1/1          (RE) 8/9 = 2(2/3)2        (MI) 64/81 = 22(2/3)4                          (FA) 3/4 = 3/22                      (SOL) 2/3
 
(LA) 16/27 = 2(2/3)3                            (SI) 128/243 = 22 (2/3)5                     (DO’) 1/2
 
Se in Cina Kwan-Yin è la “Voce Melodiosa”, il “Melodioso Cielo del Suono”, Vâch in India è la Vacca Melodiosa. Vâch e Kwan-Yin sono ambedue i poteri magici del Suono occulto ed è questa “Voce “ che fa uscire dal Caos e dai Sette Elementi, Sien-Tchan, la forma transitoria dell’Universo. Il Triplice Suono crea la Parola “fatta” di Sette Sillabe, Sette Suoni, che a loro volta aggregano le particelle dello Spazio in forme sempre più complesse. “Fohat indurisce e dissemina i Sette Fratelli, Fohat sibila (emette suoni) mentre guizza qua e là”. La Teogonia di Celso[3], la genesi delle stelle e dei pianeti, del suono e del colore, non trovò come risposta altro che satire.
 
H.P. Blavatsky, commentando le Stanze di Dzyan (Stanza VI) scrive: “Molte sono le dimore di Fohat” — è detto. “Esso colloca i suoi Quattro Figli Ignei (elettro-positivi) nei Quattro Circoli”; questi Circoli sono l’equatore, l’eclittica e i due paralleli di declinazione o di tropici, per presiedere sui climi … La strana frase di una delle Stanze, che dice : “I canti di Fohat e dei suoi Figli erano RADIOSI … i QUATTRO FIGLI … “VIDERO i Canti del loro Padre e ne udirono la Radiosità”. Udire i Colori e vedere i Suoni, ecco l’arcano. I fenomeni luminosi che si producono alle aurore boreali producono suoni assai forti simili a sibili e a scoppi fragorosi che li accompagnano.
 
Il Soffio, la Vibrazione genera il Suono che si manifesta come Colore. Quando “le stelle cantano insieme”, quando “il canto degli Dei” risuona nel gran coro dei cieli, essi producono una corrispondente sinfonia di colori. Suono e Colore, sono espressioni di velocità di vibrazione, non vi possono essere né Suono né Colore senza Numero, poiché ogni periodo di frequenza vibrazionale ha proprio tante unità di vibrazione, il che equivale a dire che è un numero. I colori che vediamo con i nostri occhi fisici non sono i veri colori della Natura Occulta, ma sono semplicemente l’effetto prodotto sul meccanismo dei nostri organi fisici da certe frequenze di vibrazioni. Quando parliamo del suono, implichiamo contemporaneamente sia il colore sia il numero; o, tutte le volte che parliamo del colore, implichiamo il suono e il numero vibrazionale che lo manifesta; ed egualmente, tutte le volte che parliamo del numero, se avessimo gli occhi per vederlo e le orecchie per udirlo, noi vedremmo il colore, come pure udiremmo il suono corrispondente a tale numero o frequenza vibrazionale. È a questo che Pitagora alludeva quando parlava della maestosa armonia delle sfere.


Figura 1. Il prisma i Sette suoni e i Sette Raggi
 
Perché sono tanto importanti i Colori, e perché i Sette Logoi sono definiti Luce Settenaria e Raggi divini assegnandone un colore a ciascuno?  Sappiamo tutti che un prisma separa per rifrazione la luce bianca nei sette colori che compongono lo spettro visibile. sette colori: rosso, arancio, giallo, verde, blu, indaco e violetto. Ciascuno di questi sette settori luminosi dello spettro contiene a sua volta molte gradazioni di colore diverse, distinguibili dall’occhio, osserviamo che i colori, sfumano l’uno nell’altro con continuità, senza contorni netti. La sezione del prisma è un Triangolo che visualizza i Tre aspetti del Suono Primordiale contenuti nelle tre lettere A-U-M, che combinandosi fra loro generano a loro volta altri una coppia di Tre Suoni-Colori, che sommati con il Suono-Colore di sintesi fanno Sette in tutto. I colori si dividono in caldi e freddi, qui rappresentati con un triangolo rosso e un triangolo blu. Le Sette radiazioni di colori nello Spazio sono note come i Sette Raggi.
 
La parola “colore” nel suo senso originale e fondamentale di “ciò che vela”, cioè coprire o nascondere. Il colore vela la settemplice differenziazione della manifestazione del Logos. Il colore serve un duplice scopo:
 
  • Fa da velo a ciò che sta dietro di esso, ed è quindi attratto alla scintilla centrale;
  • Manifesta la qualità attrattiva della vita centrale.
Tutti i colori sono quindi dei centri d’attrazione, sono complementari, o reciprocamente avversi.
     
  • Il Colore è ciò che vela l’aspetto Spirito come la forma densa vela l’anima.
  • Il Suono, ciò che lo Spirito emette per rendere sé stesso cosciente e per produrre la consapevolezza psichica.
   
H. P. Blavatsky in Iside Svelata (p. 514) ci dice che “suoni e colori sono tutti numeri spirituali”. Il Maestro D.K. spiega nel Trattato del Fuoco Cosmico, che quando il Logos pronunciò la grande Parola cosmica per questo sistema solare, ne scaturirono Tre correnti di colore, che si frazionarono quasi simultaneamente in altre Quattro, formando così le (4+3) Sette correnti di colore mediante le quali è possibile la manifestazione.

[1] L’anno luce (al) è un’unità di misura della lunghezza, definita come la distanza percorsa dalla radiazione elettromagnetica nello spazio nell’intervallo di un anno . Poiché la velocità della luce nel vuoto (c) è pari a 299.792,458 chilometri al secondo, un anno luce corrisponde a 9.461 bilioni di metri, cioè 9,461x1012 Km, e 300.000 anni luce corrispondono a circa 2,8x1018 Km.
[2] Filolao era un discepolo diretto di Pitagora.
[3] Celso è stato un filosofo greco antico del II secolo, di ispirazione platonica, sarebbe vissuto durante il regno di Marco Aurelio.
SETTE SUONI-RAGGI E SETTE SUONI-SOTTORAGGI
 
Nel Cratilo (405 cd) è Apollo, dio della Musica terrena e dell’Armonia del cosmo, che suona una lira a 7 corde che governa il sistema planetario, in cui i pianeti producono i suoni che a loro corrispondono, costituendo insieme la “Musica delle Sfere“.

Poiché la Terra rappresenta il corpo fisico del genere umano, il Sole rappresenta il corpo fisico del Logos Solare, i
Pitagorici riferendosi alla Musica delle Sfere, con molta probabilità presero come riferimento la distanza (media) tra la Terra e il Sole[1]. Due ottave erano il riferimento per la distanza dalla Terra alle Stelle Fisse, il cerchio o anello che chiude il nostro sistema.
 
Figura 1. Il Monocordo Solare
 
La lunghezza totale del Monocordo Solare è la distanza fra le Stelle Fisse e la Terra, questa corda emette un DO a frequenza più bassa rispetto al DO’ Emesso dalla corda Sole Terra. L’invisibile Monocordo del Sistema Solare si trasforma in un Eptacordo, composto di sette corde. Il DO genera altri Sei suoni legati ai piani di esistenza divini; il DO’ generato dal DO a sua volta genera altri Sei suoni legati ai piani di esistenza materiali.
 
Per determinare i Numeri dei Sette Suoni appartenenti a ciascuna Ruota o Raggio, si utilizzano i rigorosi rapporti della Divina Scala musicale Pitagorica[2], e non su quelli della scala naturale[3]. I rapporti di lunghezza di corda delle Sette Note Fondamentali o Sette Raggi di Colore, come dai calcoli pitagorici effettuati risultano:
 
DO(1/1)          RE(8/9)           MI(64/81)       FA(3/4)           SOL(2/3)         LA(16/27)            SI(128/243)
 
I Pitagorici, e in particolare Filolao partendo dal Tetracordo dalle note DO, FA, SOL, operando con la Legge del SOL o di Quinta, trovarono altre Quattro Note e non di più. Sette Note, Sette Raggi, Tre Principali, Quattro Secondari. Le frequenze di oscillazione aumentano partendo dal DO raggiungendo il massimo con il SI, per raddoppiare con l’Ottava, il DO’.
 
Si divide la lunghezza della Corda Unitaria del Monocordo Solare (il doppio della distanza Terra Sole), partendo dalla nota considerata, come prima armonica per 1, e in successione per 2(‘), per 3(‘’), per 4(‘’’), per 5(IV), per 6(V), per 7(VI). La serie armonica è una progressione aritmetica di frequenze: 1 × f, 2 × f, 3 × f, 4 × f, 5 × f, 6 x f, 7 x f, dove f è la frequenza fondamentale[4]. In termini di frequenza, la differenza tra due armoniche consecutive è costante e pari alla fondamentale.
 
Figura 2. La serie delle sette Armoniche
 
 
                          
 
In sanscrito i termini suono e luce hanno una radice fonetica unica, suono si dice svara e luce svar a sottolineare il potere creativo che entrambi i termini evocano. La corrispondenza fra Suoni (Note) e Colori indicata nella Dottrina Segreta coincide con quella fornita da Newton. S’ipotizza[5] che ciascuna Ruota dei Suoni/Colori sia a sua volta composta di sette suoni-colori la cui frequenza obbedisca alla progressione aritmetica. I Sette colori madre hanno ciascuno sette figli, vale a dire 7x7 = 49 sfumature o figli fra i sette, le cui tinte graduate sono altrettante lettere o caratteri alfabetici. Per l’Iniziato il linguaggio dei colori ha in totale 49+7 = 56 lettere o suoni[6]. Di queste lettere, ogni settenario è assorbito dal colore madre, così come ognuno dei sette colori madre è alla fine assorbito nel raggio bianco, l’unità Divina simboleggiata da questi colori.
 
Ogni nota, come ogni colore, ha sei sottotoni che con la nota principale fanno sette[7], quindi la legge di Vibrazione comprende 42 vibrazioni minori e 7 maggiori, per un totale di 49.
 
  1. Le Sette Note fondamentali DO, RE, MI, FA, SOL, LA, SI, nascono sulla prima corda di rapporto 1/1.
  2. Sulla seconda corda di rapporto 1/2, nascono altre sette note: DO’, RE’, MI’, FA’, SOL’, LA’, SI’.
  3. Sulla terza corda di rapporto 1/3, nascono altre sette note:      DO’’, RE’’, MI’’, FA’’, SOL’’, LA’’, SI’’.
  4. Sulla quarta corda di rapporto 1/4, nascono altre sette note:    DO”’, RE”’, MI”’, FA”’, SOL”’, LA”’, SI”’.
  5. Sulla quinta corda di rapporto 1/5, nascono altre sette note:    DO IV, RE IV, MI IV, FA IV, SOL IV, LA IV, SIIV.
  6. Sulla sesta corda di rapporto 1/6, nascono altre sette note:      DO V, RE V, MI V, FA V, SOL V, LA V, SIV.
  7. Sulla settima corda di rapporto 1/7, nascono altre sette note:   DO VI, RE VI, MI VI, FA VI, SOL VI, LA VI, SIVI.
             
I sette Raggi che si manifestano in tutto il nostro sistema non sono che i Sette sottoraggi di un unico grande Raggio, il Blu, il Logos che incarna l’Amore-Saggezza. Il Sole è il corpo fisico del Logos Solare. H.P. Blavatsky ha affermato che “il vero colore del Sole è Blu” (D.S., I, 205-6, nota)  perché la sua aura vitale è azzurra. La forza dell’azzurro è l’aura vitale del sole mescolata, in un certo grado, con l’energia intellettuale e spirituale, che sgorga dal sole continuamente e in tutte le direzioni. Il sole riversa costantemente questa energia azzurra in quantità davvero inestimabile. Non sarebbe però corretto affermare che l’aura vitale del Sole è il Sole Interiore, ma è solo uno dei suoi degli strati del suo uovo aurico, e non certo uno dei più interni. L’Energia Blu dell’aura vitale del Sole è mescolata, in una certa misura, con l’energia intellettuale e spirituale, del Manas Spirituale che continuamente scaturisce dal Sole in tutte le direzioni. Il Sole riversa costantemente questa energia Blu. Altri soli hanno altri colori. Il Blu e l’Indaco, essendo correlati in senso cosmico e non semplicemente analoghi, si possono intercambiare allo scopo di velare. Per il Maestro D.K. il Raggio esoterico del nostro Sistema Solare è l’Azzurro, mentre quello exoterico è l’Indaco, visto come Blu notte, che si suddivide poi nei tre colori maggiori e quindi nei quattro minori, formando i sette colori dello spettro. Il sottoraggio Indaco del raggio Indaco è il sentiero di minor resistenza che dal cuore della materia più densa torna alla sorgente.
 
Il Logos meditò, ponderò, concepì mentalmente, formò un mondo ideale e lo costruì di materia pensante. Il nostro universo oggettivo lampeggiò allora, radiante con i sette colori e avendo per sottotono il blu profondo o indaco[8]. La difficoltà nel determinare quale sia il Raggio o Colore specifico è dovuta alla nostra atmosfera che è attraversata dai raggi colorati. L’atmosfera che circonda la Terra è in un certo senso un commutatore e un solvente. L’atmosfera è un trasmutatore e un trasmettitore, deforma e modifica effettivamente la luce - e quindi il suono - che giunge dai corpi planetari e solari. Tutti i differenti colori dello spettro solare hanno origine nel Sole e sono rappresentati sulla nostra terra sotto forma di luce, sotto forma di forze. Questi sette raggi dello spettro sono sette flussi aurici di vitalità provenienti dal cuore solare.
 
Il rapporto suono e colore, seguendo la scala musicale, secondo quanto riportato da H.P.B. nelle Istruzioni destinate al circolo interno:
 
  • DO con suono basso e vibrazione lunga, coincide col colore Rosso luminoso;
  • RE coincide con il colore Arancione;
  • MI corrisponde al Giallo;
  • FA corrisponde al Verde;
  • SOL corrisponde al Blu;
  • LA corrisponde all’Indaco;
  • SI corrisponde al Violetto, il più etereo, leggerissimo, con vibrazioni alte e brevi.
  • DO’ con suono alto e vibrazione doppia rispetto al DO, coincide col colore Rosso più cupo;
               
Si parte dal DO, il Rosso, per arrivare al SI, o Viola. Il vero Viola, l’estremo lembo dello spettro, non è un colore composto di Rosso e azzurro ma preso tre ottave più alte è un colore omogeneo con vibrazioni sette volte più rapide di quelle del Rosso. Si otterranno così sette DO a frequenze crescenti: fondamentale, prima seconda, terza, quarta, quinta, sesta, per un totale di 49 note.
 
Cercate voi questi misteri?” — domanda Gesù nella Pistis-Sophia. “Nessun mistero è più eccellente di queste (le Sette vocali); perché esse condurranno le vostre anime alla Luce delle Luci” — cioè alla vera Saggezza. “Niente quindi è più eccellente dei misteri che voi cercate, eccettuato il mistero delle Sette Vocali, dei loro quarantanove Poteri e dei loro Numeri”. In India era il mistero dei Sette Fuochi e dei loro Quarantanove Fuochi o aspetti, o “il loro numero”.
 
SETTE GERARCHIE   SETTE RAGGI   SETTE VOLTE SETTE SOTTORAGGI E SOTTOSUONI
 
Frequenze                                          1         2          3         4         5         6        7
 
Ruota del DO        ROSSO                DO      RE’      MI’’     FA’’’   SOLIV  LAV   SIVI
 
Ruota del RE        ARANCIONE        DOVI    RE      MI’     FA’’    SOL’’’  LAIV   SIV
 
Ruota del MI        GIALLO                DOV     REVI   MI      FA’     SOL’’   LA’’’   SIIV
 
Ruota del FA        VERDE                 DOIV    REV    MIVI    FA      SOL   LA’’     SI’’’
 
Ruota del SOL     BLU                       DO’’’    REIV    MIV    FAVI   SOL    LA     SI’’
 
Ruota del LA        INDACO               DO’’     RE’’’     MIIV   FAV    SOLVI LA      SI
 
Ruota del SI        VIOLETTO            DO’     RE’’     MI’’’     FAIV    SOLV   LAVI   SI    SI
 
In ciascuna di queste “Ruote” un cerchio sarà più brillante e di colore più vivo del resto, e la ruota sarà circondata da un’Aura di quel colore. Questo Colore [Raggio] sarà il colore caratteristico della Gerarchia nel suo insieme. I Sette Colori Prismatici sono dirette emanazioni delle Sette Gerarchie di Esseri. A ogni Colore corrisponde, un Suono essendo il Verbo,  il Logos, il suo Padre-Pensiero.
 
Ciascuno dei Primordiali Sette, i primi Sette Raggi che formano il Logos Manifestato, è a sua volta settuplice[9]. In tal modo, come i Sette colori dello spettro solare corrispondono ai Sette Raggi, o Gerarchie, così ciascuna di queste ha, a sua volta, le sue sette divisioni corrispondenti alla stessa serie di colori. Queste Gerarchie possono essere simbolizzate soltanto come cerchi concentrici con i colori prismatici; essendo ogni gerarchia rappresentata da una serie di sette cerchi concentrici, ogni cerchio rappresenta uno dei colori prismatici nel loro ordine naturale. Ma in ciascuna di queste “ruote” un cerchio sarà più brillante e di colore più vivo del resto, e la ruota sarà circondata da un’Aura (una frangia, come la chiamano i fisici) di quel colore. Questo colore sarà il colore caratteristico della Gerarchia nel suo insieme. Inoltre, ogni Gerarchia fornisce l’Aura di uno dei sette principi nell’uomo, con il suo specifico colore. Inoltre, poiché ognuna di queste Gerarchie è il Governatore di uno dei sette Pianeti Sacri, si comprenderà facilmente come venne in esistenza l’Astrologia, e che la vera Astrologia ha una base rigorosamente scientifica.
 
Ad esempio il Vortice o la Ruota della Gerarchia dove predomina il Verde, i sette colori sono contornati da un’aura Verde. Ogni suono principale ha un rapporto strettissimo con le vibrazioni luminose cromatiche. Le note, dal grave DO all’acuto SI, sono legate alle vibrazioni: lunghe e rade nel caso della prima nota; brevi e frequenti nella settima.
Figura 3. La Ruota del  Raggio Verde
 
Ogni Raggio principale ha i suoi Sottoraggi che corrispondono a tutti e Sette. Il Raggio cosmico permanente è quello del nostro stesso Logos; i sottoraggi di questo Raggio permeano tutto il sistema. Gli altri sei Raggi Cosmici, che animano altri sistemi, influenzano il nostro e si riflettono nei sottoraggi del nostro Raggio logoico[10].
 
Ogni lettera a cui corrisponde un suono, ha il proprio colore o sfumatura di colore. Chi ha imparato i colori delle lettere dell’alfabeto diviso in tre, quattro o sette settenari, o quarantanove lettere e i numeri corrispondenti dei sette e quarantanove colori e sfumature sulla scala dei piani delle forze, e conosce il loro rispettivo ordine sui sette piani, s’impadronisce presto dell’arte di disporle secondo l’affinità e l’azione reciproca. Gli alfabeti Senzar e Sanscrito, e altre lingue occulte, in aggiunta ad altri poteri, hanno un numero, un colore e una sillaba distinta per ogni lettera, e così l’aveva anche l’antico Ebraico mosaico.

[1] In astronomia l’unità astronomica (semplicemente UA, a volte anche AU dalla dizione inglese) è un’unità di misura pari a circa la distanza tra il pianeta Terra e il Sole. Sebbene non rientri tra le unità di misura del Sistema internazionale, il suo uso è esteso tra gli astronomi ancora oggi. Nella sua orbita la Terra viene a trovarsi, durante l'anno, a distanze diverse dal Sole, da un minimo di circa 147 milioni di chilometri (perielio) a un massimo di circa 152 milioni di chilometri (afelio). La distanza media è di 149 597 870,691 km.
[2] Basata sull’intervallo di quinta (rappresentato dal rapporto 2/3) e di ottava (rapporto 1/2).
[3] La scala naturale ideata da Archita, è usata dai musicisti e da H. Kaiser nei suoi studi sul Lambdoma Pitagorico.
[4] La serie delle ottave è una progressione geometrica: 2 × f, 4 × f, 8 × f, 16 × f, ..., e sentiamo queste distanze come uguali nel senso d’intervallo musicale. I tasti del pianoforte sono disposti secondo sette ottave.
[5] Queste ipotesi sono state fatte dall’autore V. Pisciuneri, sviluppando le considerazioni fatte nella Dottrina Segreta e nel Trattato del Fuoco Cosmico.
[6] Vincenzo Pisciuneri Arithmòs Logos Armonia.
[7] A.A. Bailey, Trattato del Fuoco Cosmico, p. 574, istruzioni del Maestro D.K.
[8] A.A. Bailey, Lettere sulla meditazione occulta pag. 205-206.
[9] In totale 7x7 = 49 Suoni-Colori.   
[10] Trattato del Fuoco Cosmico, pag. 437.
I VENTUN SUONI DEL NOSTRO SISTEMA SOLARE
 
La discesa nella forma è rappresentata dalla combinazione dei Tre Suoni Primordiali: 1+2+3=6, 1x2x3=6, dal numero perfetto Sei. I Numeri Triangolari sono lo sviluppo spaziale dell’Armonia che comprende i Due Opposti. Il numero Sei, diviene nello spazio il Sesto numero triangolare che è 21, tre volte sette.
 
Marco, uno Gnostico la cui filosofica era decisamente Pitagorica, parla di tre Ebdomada (letteralmente gruppo di Sette), ognuna di queste emette un Suono. Due gruppi di sette in Cielo, una nel Cielo superiore e una in quello inferiore, infine una terza in terra sul piano della materia: in totale 7 + 7 + 7 = 21, i Suoni del nostro Sistema Solare. Secondo il Rig Veda, infatti, la Creazione non è opera di Brahma, ma dei Prajapati. come sintesi dei Signori dell’Esistenza (gli Elohim degli Ebrei), in numero di 7, di 10 se sono sommati con la Triade Superiore o di 21.  
 
Dal fulgore della Luce – Il Raggio dell’Eterna Tenebra – balzarono nello Spazio le Energie risvegliate. L’Uno dall’Uovo, i Sei, i Cinque. Quindi i Tre, l’Uno, i Quattro, l’Uno, i Cinque – i Due volte Sette, la somma totale – queste sono le Essenze, le Fiamme, gli Elementi, i Costruttori, i Numeri, gli Arupa (senza forma), i Rupa, e la  Forza o Uomo Divino, la Somma Totale.[1]
L’Energie risvegliate cioè i Suoni e i Colori sono: l’Uno dall’Uovo “ ”, il Dieci, poi il Sei e il Cinque, cioè 1065. La somma del tre numeri vale: 10 +  6 + 5 = 21 = 3x7. Il valore del Primogenito (più tardi Brahma Prajapati) è 1065, che corrisponde ai numeri  7, 14 (due volte sette), 21 (tre volte sette). Nel Mahabharata i Prajapati sono 21 o dieci, sei e cinque (1065) tre volte sette. Il numero del Primogenito è 1065 = 10+6+5 =21, l’Essere Duale che contiene in sé tutta la manifestazione.

Il Maestro D.K. nel Trattato sul Fuoco Cosmico ci dice che la Parola Sacra, o Suono emesso dal Creatore, esiste in varie forme; sebbene sia in realtà un’unica Parola, ha parecchie sillabe. L’insieme delle sillabe forma una frase solare; separate, esse formano certe parole di potere che producono differenti effetti.
 
La grande PAROLA che risuona per cento Anni di Brahma[2], continua a riverberarsi attraverso un sistema solare, è il sacro suono A U M. Nella differenziazione, e come è udita nel tempo e nello spazio, ognuna delle Tre lettere mistiche sta per la prima lettera di una frase sussidiaria che consiste di vari suoni. Una lettera, con una successione di quattro suoni, forma la vibrazione o nota di Brahma, che è l’aspetto intelligenza predominante nella materia. Da qui il mistero nascosto nel Pentagono, nel quinto principio della mente e nei cinque piani dell’evoluzione umana. Queste Cinque Lettere, fatte risuonare sulla nota giusta, danno la chiave della vera interiorità della materia, e quindi del suo dominio che è fondato sulla giusta interpretazione della Legge di Economia.

Brahma è anche descritto cinque facce o cinque teste (Panchasya), i cinque Dhyani Buddha del Buddhismo. L’allegoria dei volti dell’universo indica che la figura dell’universo è delimitata dai Pentagoni. La filosofia misterica afferma che l’universo è costruito simmetricamente utilizzando come modello pentagoni regolari, che uniti tra loro formano ovviamente un Dodecaedro, il modello geometrico imitato dal Demiurgo nella costruzione dell’universo materiale.
 
  • Il Signore cosmico della Volontà o Potere
  • II. Il Signore cosmico dell’Amore-Saggezza
  • III. Il Signore Cosmico dell’Intelligenza Attiva (verde).                      1.
    • IV.  Il Signore Cosmico dell’Armonia e dell’Arte (giallo)                  2.
    • V.   Il Signore Cosmico dell’Intelligenza Concreta (arancione)         3.
    • VI.  Il Signore Cosmico dell’Idealismo Astratto o Devozione (rosa)  4.
    • VII. Il Signore Cosmico della Magia Cerimoniale (violetto)              5.
             
                                                                                                                                                                                                                      
Figura 1. La Stella di Brahma          
      

 
Questi Cinque Signori Cosmici formano la stella a Cinque punte di Brahma, il suo quintuplice aspetto. L’individualizzazione della grande Entità cosmica che chiamiamo Brahma, ed i Quattro costituirono il contenuto del Suo corpo. La vita sintetica di questi Cinque Uomini Celesti è quella che s’intende soprattutto quando parliamo di Brahma, di quell’Entità cosmica che è la totalità dell’Intelligenza Attiva, il Terzo Logos, la cui corrispondenza è nel Terzo Raggio dell’Attività.
 
Un’altra frase, questa volta di Sette Lettere, una lettera per ognuno dei Sette Uomini Celesti, incarna il suono o nota dell’aspetto Vishnu, il secondo aspetto logoico o aspetto costruttore delle forme. Facendola risuonare correttamente o parzialmente con la sua riverberazione completa o incompleta, si costruiscono e si adattano le forme. La Legge di Attrazione si esprime mediante la manipolazione della materia, e la sua disposizione nelle forme ad uso dello Spirito.
 
Poi una Terza Parola o frase è aggiunta alle altre due, completando l’intera parola logoica, e producendo il compimento. È una parola di Nove Lettere, ottenendo così i Ventuno Suoni (5+7+9) di questo sistema solare. Gli ultimi nove suoni producono la sintesi spirituale e la dissociazione dello Spirito dalla forma.[3]

La terza frase è formata dalle restanti 9 consonanti, cinque sull’ipotenusa, quattro sul cateto di base. L’ultima sillaba mancante è la “M” di Shiva Mahadeva. Le nove consonanti appartengono alla sfera dello spirito. Gli ultimi nove suoni producono la sintesi spirituale e la dissociazione dello Spirito dalla forma. Nove è l’ultimo numero emanato dall’Uno, il limite delle cifre, il compimento del ciclo.  Secondo Plutarco, il numero Nove è il più perfetto fra i numeri, perché è primo quadrato costruito sul Tre, il principio del numero dispari, il più spirituale fra i numeri. Il Maestro D.K. afferma che con l’ultima parola di Nove Lettere, si ottengono i Ventuno Suoni (5+7+9) di questo sistema solare.
 
 
 
Il padre di Plutarco, Nestorio[4], dispose ai lati del Triangolo Sacro egizio (3, 4, 5), i suoni-lettere della Gloria del Pleroma, lettere composte dalle 17 consonanti e dalle 7 vocali dell’alfabeto greco. Precisamente si hanno: 5 semiconsonanti, 7 vocali, 9 consonanti, per un totale di 5+7+9=21 Suoni del nostro sistema solare. Alle 21 lettere vanno aggiunte 3 consonanti doppie, disposte da Nestorio sul Triangolo Sacro sul lato verticale dello Spirito, per un totale di 24 lettere dell’alfabeto greco, il numero di elementi del Pleroma.
 
  • Le consonanti simboleggiano gli elementi ineffabili o senza suono appartenenti alla sfera dello Spirito.
  • Le semiconsonanti a mezza strada fra le lettere senza suono e i suoni appartengono all’umanità, il Figlio.
  • Le 7 vocali rappresentano le Potenze creatrici, appartengono alla sfera della manifestazione.
  • Le Tre consonanti Doppie, appartengono ai piani spirituali aformali.
Figura 2. Il Triangolo Sacro di Nestorio  

Nello schema di Nestorio, rimangono nascoste le Tre Consonanti Doppie (nell’alfabeto greco erano inutilizzate) sul cateto verticale, sul lato del Padre Spirito, che rappresentano la Triade Spirituale Astratta, che sommate alle 21 formano il numero 24 gli elementi del Pleroma. Le 24 lettere simbolo dell’alfabeto greco erano assegnate in coppie alle 12 membra del Corpo dell’Uomo Celeste, il simbolo grafico dell’ordinamento gerarchico dell’universo.
Proclo nel suo Commentario alla Repubblica cita uno schema attribuito a Nestorio che dispone pitagoricamente le sette vocali in modo triangolare[*], il settimo numero triangolare è 21! Il primo cielo emana un suono o una vocale  A (a) (1), il secondo l’E (e) (1+1=2), il cielo mediano, il terzo emana H (h) (2+1=3), il quarto emana I (i) (3+1=4), il quinto O (o) (4+1=5), il sesto l’U (u) (5+1=6), il settimo W (w) (6+1=7). E tutte unendosi insieme per armonia, emanano un suono, e glorificano colui dal quale furono emanate: il Logos del sistema o edificatore del mondo[5].
 
Riepilogando:
 
  • Una lettera, con una successione di quattro suoni, forma la vibrazione o nota di Brahma, che è l’aspetto intelligenza predominante nella materia”. La prima lettera, è la sillaba predominante del triplice AUM, la “A” di Brahma cui seguirebbero quattro suoni, cinque suoni in tutto. Seguendo lo schema di Nestorio, abbiamo sul triangolo sacro, cinque semiconsonanti disposte sull’ipotenusa, il lato del Figlio, la manifestazione.
  • La Pentade, il Numero Cinque nasce dall’unione del Primo Numero Femminile (Due) col Primo Numero Maschile (Tre). È il numero di mezzo della Decade, rappresenta il numero del Figlio, dell’Uomo sia Divino che umano. Per i Cinesi, Cinque è il numero del Mutamento, questo numero riproduce il Principio Organizzatore dell’universo.
  • “Un’altra frase, questa volta di Sette Lettere, una lettera per ognuno dei sette Uomini Celesti, incarna il suono o nota dell’aspetto Vishnu”. Questa è la sillaba “U” di Vishnu.
  • Il numero Sette non è un numero generato, Anupadaka, senza genitori. Le sette vocali non sono disposte sull’ipotenusa. “I Sette Uomini Celesti sono le sette vocali disposte tre sul lato dello Spirito, il cateto verticale, quattro sul lato della Materia, il cateto orizzontale”. Le Sette Vocali, sono i Sette Logoi, le Potenze creatrici, le Sette Gerarchie dei Creatori Planetari. Ippolito, l’eresiologo, scrive che Marco, lo Gnostico Pitagorico, cantava le lodi del Demiurgo in sette vocali.
       
Il nome occulto che si ritrova nelle Stanze di Dzyan per le “sette vocalizzazioni” è OEAOHOO, la manifestazione sempre presente del Principio Universale. “Oeaohoo” è tradotto “Padre-Madre degli Dèi” o i “Sei in Uno”, la Radice Settenaria da cui tutto procede. Tutto dipende dall’accento che si dà a queste sette vocali, che possono essere pronunciate come una, tre, o anche sette sillabe, aggiungendo una “e” dopo la lettera “o”. Questo nome mistico è divulgato soltanto perché, se non si ha la cognizione perfetta della triplice pronunzia, rimane sempre senza effetto[6]. Le Stanze di Dzyan affermano che Oeaohoo riluce come il Sole, egli è il Divino Drago Fiammeggiante risplendente di Saggezza che i filosofi greci chiamavano Logos, Verbo del Pensiero Divino.
 
“Colui che s’immerge nella luce di OEAOHOO (le Sette mistiche vocali) non sarà mai ingannato dal Velo di Maya”.
 
Nella filosofia Indù solo ciò che è senza mutamento ed eterno è chiamato realtà; tutto ciò che è soggetto a cambiamento attraverso la decadenza e la differenziazione, cioè attraverso la forma, e che ha quindi un principio ed una fine, è considerato maya, apparenza illusoria. Maya (√ma, misurare, foggiare, fare), letteralmente significa “ciò che può essere misurato”. Maya è il «mezzo di ogni creazione, divina o umana, o l’«arte» materna con cui vien fatta ogni cosa (√ma si ritrova in Madre, Materia, Maria, Mare).

L’Ophis o Serpente Gnostico con le sette vocali sulla testa, contiene lo stesso triplice simbolismo nelle sue sette vocali, con le sue una, tre, e sette sillabe; cioè il primo il Non-Manifestato, il secondo, il Manifestato, poi il Triangolo che si concretizza nel Quaternario e i Raggi di quest’ultimo sul piano materiale [7].
 
Gli ultimi nove suoni producono la sintesi spirituale e la dissociazione dello Spirito dalla forma[7]. Nove è l’ultimo numero emanato dall’Uno, il limite delle cifre, il compimento del ciclo.  Secondo Plutarco, il numero Nove è il più perfetto fra i numeri, perché è primo quadrato costruito sul Tre, il principio del numero dispari, il più spirituale fra i numeri. Il Maestro D.K. afferma che con l’ultima parola di Nove Lettere, si ottengono i Ventuno Suoni (5+7+9) di questo sistema solare.


[1] Le Stanze di Dzyan, IV, 3.
[2] Cento anni di Brahma sono uguali a 311.040.000.000.000 dei nostri anni solari.
[3] A.A. Bailey, Trattato del Fuoco Cosmico, pag. 218.
[4] Nestorio a lui anteriore di tre generazioni, era padre di Plutarco che a sua volta fu maestro di Proclo.
[5] Vincenza Pisciuneri Arithmòs Logos Armonia.
[6] H.P. Blavatsky, commento a Stanze di Dzyan III, 5.
[7] H. P. Blavatsky, Dottrina Segreta commento alle sette vocali Oeaohoo.
[*] Lucien Gérardin, “Le mystere des nombres”. Edition Dangles.

L’ALLEGORIA DI AMITABHA E PADMAPANI-AVALOKITESVARA
 
 
Il legame e la corrispondenza fra i Suoni e i colori è abilmente velato in un racconto appartenente alla Tradizione Buddista Himalayana. Il commento su suono e colore fatto da H.P. Blavatsky[1] prende spunto noto mantra “OM Mani Padme Hum” che è parte integrante del racconto della Dottrina Mahâyana del Bodhisattva Padmapani[2] o Chenrezig, la figura più nota nel buddhismo tibetano associata al fiore di Loto, il simbolo dell’Universo manifestato. Padmapani significa Portatore del Loto, ma esotericamente rappresenta l’Uno nel Loto. Il racconto della Tradizione Buddhista Himalayana delle vicende di Padmapani è una forma velata dell’antico Insegnamento.
 
Si narra che il Buddha supremo, o Amitabha[3], nell’ora della creazione dell’uomo, fece uscire dal suo occhio destro un raggio di luce roseo. Il raggio emise un suono e divenne il Bodhisattva[4] Padmapani. Poi la Deità lasciò scorrere dal suo occhio sinistro un raggio di luce azzurra che, incarnandosi nelle due vergini Dolma[5] acquisì il potere di illuminare le menti degli esseri viventi. Amitabha chiamò allora la combinazione che prese subito dimora nell’uomo: “OM Mani Padme Hum”, “Io sono il Gioiello nel Loto e in esso io rimarrò.” Quindi Padmapani, “l’Uno nel Loto” fece voto di non smettere mai di lavorare finché non avesse indotto l’Umanità a sentire in se stessa la sua presenza, salvandola in tal modo dalla miseria della rinascita. Egli fece voto di compiere l’opera prima della fine del Kalpa[6], aggiungendo che, in caso d’insuccesso, desiderava che la sua testa dovesse essere divisa in innumerevoli frammenti. Il Kalpa ebbe termine, ma l’Umanità non lo sentiva entro il suo freddo, cattivo cuore. Allora la testa di Padmapani si divise e fu dispersa in mille frammenti. Mossa da compassione, la Divinità ricompose i pezzi in dieci teste, tre bianche e sette di vari colori. E da quel giorno, l’uomo è diventato un numero perfetto, DIECI[7].
 
H.P. Blavatsky nel III volume della Dottrina Segreta chiarisce la natura di  “Amitabha” in tibetano Odpag-med e in cinese, “Wu-liang-sheu” letteralmente “Età Sconfinata”, quale sinonimo di “En”, o “Ain-Suph”, l’“Anziano dei Giorni”, ed è un epiteto che lo collega direttamente con la sconfinata Adi-Buddhi (Anima Universale primordiale) degli indù, così come lo Sconfinato e Infinito dei cabalisti. Sia l’Amitabha cinese  sia il tibetano, sono stati successivamente trasformati in Dèi personali governanti e viventi nella regione celeste; mentre l’Adi-Buddhi dell’indù filosofico, e l’Amita Buddha della filosofia cinese e  tibetana, sono nomi per idee primordiali universali.
 
Come la Monade, l‘Uno di Pitagora emette la prima coppia il Due, la Diade, così Amitabha che è esotericamente[8] il Buddha supremo, l’Uno Primordiale emette due raggi dall’occhio destro maschile, e dall’occhio sinistro, femminile. Questi raggi sono l’equivalente di Nara (Padre) e Nari (Madre) della filosofia Indù, che divengono per il Buddhismo rispettivamente Padmapani e Tara. Padmapani, è il Bodhisattva di Amitabha Buddha, detto anche  Avalokiteshvara.
 
Il Logos Immanifesto, emette il Suono Assoluto, visualizzabile come il Punto nel Cerchio. Il Suono divide il Cerchio in Due, il risultato è il Diametro, un Raggio Bianco[9], senza colore, poiché contiene potenzialmente tutti i colori. Amitabha[10]l’Infinito Splendore, l’Incolore o il Candore Glorioso è il Grande Soffio, Adi il Primo, cioè Adi-Buddha emette Due Raggi, il Secondo Logos, il “Padre-Madre”. L’Uno Supremo ed Eterno — si manifesta come Padmapani o Avalokiteshvara, il Secondo che è Maschio e Femmina, l’Androgino. Il terzo stadio che appartiene al Terzo Logos è quello della successiva differenziazione della Luce Bianca in Sette Raggi colorati. L’insegnamento della Cabala ebraica afferma che quando giunge il periodo attivo, nasce all’interno di AIN SOPH, dell’Essenza Eterna, Sephira il Potere attivo, il Punto primordiale al centro del Cerchio, Kether descritto anche come il Grande Volto, la Testa Bianca. Da Kether due emanazioni una maschile e una femminile rispettivamente Chokmah e Binah, le Tre Teste Bianche delle Scritture Cabalistiche, le Tre Luci che non sono state mai viste da alcuno.
 
Dall’occhio sinistro di Amitabha un raggio di luce azzurra che, incarnandosi nelle due vergini Dolma o Tara. La tradizione tibetana narra di due Tara, una Verde e guerriera, una Bianca e pacifica. Tara Bianca e indicata come la Madre di tutti i Buddha. La caratteristica di Tara Bianca è di aver 7 occhi del sapere, oltre ai due frontali altri 5 occhi, i palmi della mano e le piante dei piedi hanno ciascuno un occhio, un occhio in mezzo alla fronte. A Tara Bianca vengono cantate 21 lodi (di vari colori, atteggiate in diversi mudra e ciascuna con mantra diverso). Il mantra di Tara “Om Tara Tuttare Ture Svaha” è quello che si sente recitare più frequentemente, dopo il mantra “Om Mani Padme Hum”. Tara Bianca ha sette occhi, sette sono gli stati di materia e sette i colori che trovano la loro sintesi nel bianco.
 
Il testo buddhista conosciuto come “Mani Khabum”, narra che dalla sua Terra Pura , il Devachan, il Buddha Amitabha dal suo occhio destro emise un raggio di Luce Bianca e da quello sinistro un raggio di Luce Verde. Da questi raggi scaturirono rispettivamente Chenrezig e Tara. Dalla Luce Bianca Chenrezig, un altro nome di Padmapani o Avalokiteshvara. Dalla Luce Verde Tara, si suppone Tar Verde.
 
Il testo Mani Khabum differisce in un particolare quando afferma che Amitabha emette un raggio di Luce Bianca dall’occhio destro e un raggio di Luce Verde da quello sinistro. Questi due colori non coincidono con quelli del racconto fatto precedentemente, Azzurro Blu e Rosa Rosso. Amitabha è in genere raffigurato di color rosso.  I primi due colori il Rosso e il Blu, sono quelli della narrazione di H.P. Blavatsky, il terzo colore, il Verde è della narrazione del testo buddhista “Mani Khabum”. I due testi forniscono informazioni che si completano vicendevolmente, infatti la narrazione del “Mani Khabum”, aggiunge il particolare che dagli occhi di Padmapani chiamato Chenrezig “Occhi amorevoli”, sono emanati i raggi di luce colorati, lasciando un velo sul loro numero.
 
Chenrezig prese il voto di liberare gli esseri dalla sofferenza, indipendentemente dal regno in cui si trovassero, e di condurli al risveglio. Se avesse rotto questa promessa, il suo corpo si sarebbe frantumato in migliaia di pezzi. In profonda meditazione Chenrezig emise dai suoi occhi[11] raggi di luce variamente colorati[12], verso i sei regni di sofferenza, mandando emanazioni di se stesso per dare beneficio agli altri. Dopo alcuni Kalpa[13] di meditazione, il grande Bodhisattva aprì i suoi occhi e vide che i regni inferiori erano di nuovo pieni di sofferenza, e decise che questo compito andava oltre perfino alle sue capacità. Di conseguenza, Chenrezig si divise in migliaia di pezzi[14]. Amitabha allora si mise al lavoro per ricostruire il Bodhisattva frantumato e decise di appoggiare la sua nobile decisione. Questa volta Amitabha fornì a Chenrezig nove volti pacifici e uno irato, coronati dalla sua testa, Dieci in tutto. Amitabha diede a Padmapani il mantra “OM Mani Padme Hum” è usualmente detto, delle sei sillabe.
 
Il primo racconto buddista afferma che l’Unica testa fu ricomposta in Tre teste Bianche e Sette Colorate, e da quel giorno l’Uomo è diventato il perfetto numero Dieci. l’Uomo Celeste, l’Adamo Kadmon, è nell’interpretazione occidentale, i Dieci Sephiroth, essendo egli stesso una Trinità. I Dieci Sephiroth, i Tre e i Sette, sono chiamati, nella Cabala, le Dieci Parole, D B R I M (Dabarim), i Numeri e le Emanazioni della Luce Celeste. I Sette sono i Dhyani Buddha Quelli “dal Cuore Misericordioso” Anch’essi hanno un significato segreto[15].  Avalokiteshvara è la sintesi dei sette Dhyani Buddha.
 
Vi sono due “Fuochi” negli insegnamenti occulti, il primo, o Fuoco puro, incolore e senza forma,  invisibile, celato nel Sole Centrale Spirituale, è considerato come “Triplo”. Il primo Fuoco o la Luce Incolore, emana un secondo Fuoco composto di Sette splendide Luci o Raggi, che portano il totale a 10. Le 10 Teste raffigurano i dieci Punti della Tetractis Pitagorica: i primi 3 punti rappresentano il triplice suono, l’AUM e la triplice Luce Bianca, i restanti 7 punti sono i Sette suoni, i Sette Colori dello spettro. I colori e le tonalità sono le potenze attive creative che, provenienti dalla Causa Prima, che creano l’universo. I Sette sono divisi in due gruppi (3+4), uno contenente tre potenze e l’altro le restanti quattro. Il gruppo superiore - di tre - rappresenta la natura spirituale dell’universo, il gruppo inferiore - di quattro - si manifesta come la sfera del mondo materiale.
 
Figura 1. I Dieci Punti - le Dieci teste Tre bianche Sette colorate
 
 
Dall’occhio destro di Amitabha un raggio Rosa Avalokiteshvara. La parola Avalokita significa “osserva i suoni del mondo” e Isvara significa “signore”. H.P. Blavatsky scrive che quest’allegoria per l’estraneo appare come una delle tante fiabe prive di senso sulla creazione; ma è pregna di significato spirituale e divino fisico e magico. Da Amitabha — l’Incolore o il Candore Glorioso — nascono i sette colori differenziati del prisma. Ognuno di questi emette un suono a esso corrispondente, formando i sette della scala musicale. Questo è il significato dei due raggi, maschili e femminili, emessi dagli occhi di Amitabha. Amitabha, è l’Unisono Primordiale che si manifesta nella Pura Luce Candida, di questa Luce fa parte Avalokiteshvara, il Secondo che è Androgino, Duplice.
 
Il Suono-Luce androgino si divide in due correnti o raggi primari, un raggio di colore caldo, Rosso e l’altro freddo, Blu. Il colore Rosso diede origine a Padmapani, il Blu alle vergini Dolma, Tara. Ancora uno schermo, un velo, Padmapani è Androgino, la sintesi dei colori caldi e dei colori freddi, i sei colori dello spettro. Tre sono i colori caldi nello spettro visibile, il Rosso, il Giallo e l’Arancione; tre sono i colori freddi nello spettro visibile, il Blu, il Verde, il Viola. I sei colori formano tre coppie[16] di colori complementari, raffigurati opposti nel cerchio dei colori. Le due correnti si scompongono in Sette Suoni o Note e nei Sei colori, più Uno di sintesi, l’Indaco.

Figura
2. La coppia di tre colori caldi e freddi
 
 
 
L’Androgino è il Diametro all’interno del Cerchio, da esso diviso in Due parti. Il Diametro-Corda del primo Monocordo , vibra emettendo l’A-U-M.
 
L’insieme dei Tre Soffi AUM progrediscono a Triangolo, creando altre Sette Vibrazioni, le Sette note musicali, che formando la Decade, la Tetractis, 1, 2, 3, 4, la cui somma dà i Dieci Suoni, disposti a Triangolo. Le Tre Guna appartengono ai mondi senza forma, astratti, simbolizzati dalla prima superficie elementare, il Triangolo, il Primo Spazio chiuso cioè il mondo delle idee. Il Quarto numero, la Divina Misura, trasforma la superficie in solido, condizione necessaria per generare le forme. La discesa del suono nel mondo delle forme è nel numero 2x6, le sei direzioni dello spazio tridimensionale.
     
Sei Suoni sono formati dalla combinazione delle Tre Corde o Guna Primordiali: 1+2+3=6, 1x2x3=6, il valore del Raggio del Cerchio del mondo Materiale. Poiché nel mondo della forma è tutto duale, il Raggio raddoppia nel  Diametro di 2x6= 12 unità. Il settimo suono è di sintesi il 12/12, il DO. Il Triangolo la Tetractis racchiude l’Armonia del Suono: partendo dall’alto, effettuiamo i rapporti della Corda (12/12=1/1), secondo la rappresentazione triangolare, 1/2, 2/3, 3/4, si ottengono le tre consonanze che confrontate con l’Unisono danno luogo a tre intervalli[17] principali.  Figura 3. I rapporti di corda delle tre consonanze
 
 
  • Il triplice AUM nel mondo della forma si manifesta nel Suono di Sintesi, il Settimo Suono, che sotto forma di Luce è chiamato Daiviprakriti, la Settima, la Luce del Logos. Il Suono di Sintesi è l’Unisono 1/1 il DO, creato dall’oscillazione del Diametro-Corda 12/12.
  • L’Unisono si riflette nel mondo della forma dividendosi per 2; al dimezzamento (1/2x12=6) della corda corrisponde un raddoppio della frequenza vibratoria cui corrisponde la stessa nota di partenza, ma più acuta che chiameremo DO’. La successiva divisione in Due della corda, crea l’Ottava 1/2, il DO’, il rapporto fra l’Uno e la Diade  o la molteplicità. Il colore associato al DO’ è il ROSSO più scuro rispetto al rosso luminoso del DO.
  • La divisione in Tre della corda crea il SOL 2/3, che manifesta il rapporto fra la materia il Due, o archetipo femminile, e il Tre, il principio manifesto corrispondente al Nous, o intelletto, l’archetipo maschile. Il Colore è il BLU.
  • La divisione in Quattro della corda crea il FA 3/4, il Tre, il Nous, si accorda con il Quattro, la materia “formata”, il volume. Il Colore è il VERDE.

Il “Suono nel Cosmo” è il Logos, il Verbo che si manifesta in modo settenario, tramite i Sette Raggi e le Sette Note Cosmiche. Suono, Luce, e Colore sono dunque gli effetti o le manifestazioni del Grande Soffio. Il Suono, è ciò che l’Uno, la Monade, emette per rendere se stesso cosciente e per produrre la consapevolezza psichica. Il Colore, è ciò che vela l’aspetto Spirito come la forma densa vela l’anima[18]. Si sono presi come riferimento i due diagrammi simili della Cosmogonia indù e caldea-ebraica, riportati in Iside Svelata[1] da H.P. Blavatsky, diagrammi cui si attribuisce grande venerazione sia in oriente sia in occidente. Il diagramma indù è chiamato Sri-Iantara, su tale diagramma si dispongono i suoni e le lettere che li rappresentano. Al termine della Notte Universale, giunge il tempo che l’Autocosciente si manifesti: dall’interno dell’Essenza Eterna si genera una naturale espansione dall’interno verso l’esterno. Il Suono Assoluto che è una pura astrazione metafisica su cui è gettato il triplice velo AUM, esce come un Soffio dal lato femminile della Prima Triade Astratta. Finché la Triplice sillaba è all’interno del Triangolo Astratto, è dormiente, non vi è alcun Suono e alcun orecchio per percepirlo.
Figura 4. La genesi dei Suoni e dei Colori
 
 
AUM rappresenta la primordiale manifestazione dei Tre in Uno, per sempre celata, non dal ma nell’UNO Assoluto. Kâli Hamsa” sulle cui ali e coda vi sono i tre suoni A-U-M è il Cigno Nero, Il colore del Suono Assoluto è il Nero. Nel Buddhismo esoterico, e anche in quello exoterico del Nord, Adi-Buddha, lo Sconosciuto Unico, Para-Brahma per gli indù, senza principio e senza fine, emette un Raggio brillante dalle sue Tenebre, il Punto Bianco nel Cerchio di Pitagora. Il Suono Assoluto si differenzia, e le tre lettere del Triangolo Astratto, risuonano visibili ai tre vertici del Primo Triangolo A-U-M. Il Triplice Suono genera nel mondo delle forme, Sette Suoni, OEAOHOO, Sette Colori o Raggi, che sono il corpo del “Figlio del Sole”[19]. Il Logos è il Suono Supremo, non articolato. Esso è seguito gerarchicamente dal Suono Sottile, che si pronuncia in lettere, risuona in Logoi luminosi, scolpisce figure. Il terzo livello è il suono come parola umana, articolata in voce (emissione), percezione (ascolto) e senso. Schematicamente si ha:
 
  1. LOGOS:          il Suono Causante;                                    Colore Bianco
  2. OM LOGOI:     7 Suoni sottili Sette Lettere Ar(r)hetos;       Sette Colori
  3. PAROLE:      7x7 Suoni materiali Voce/Percezione/Senso;   Sette x Sette Colori
     
Amitabha poi benedisse il Bodhisattva Padmapani ponendo le sue mani su di lui; in virtù di questa benedizione, donò il mantra “OM Mani Padme Humdalle sei sillabe o suoni, che si sintetizzano nella settima. Ogni sillaba di questa frase ha un potere segreto, e la sua totalità ha sette significati e può produrre sette risultati diversi. Padmapani dopo aver ricevuto il mantra, fece il voto solenne di salvare tutto il genere umano. Padmapani è Avalokiteshvara, l’Uomo Celeste che si manifesta attraverso i sette Dhyani-Buddha. Avalokiteshvara è il Signore del Suono, in quanto il suo nome è composto della parola “svara” che significa appunto Suono.
 
Il passaggio dal Logos ai Logoi desta un mondo di Dèi composto di tutte le potenze delle forme che non sono ancora in atto. Questi suoni sottili sono la prima differenziazione di Brahman e ciascuno porta un aspetto del Suono Supremo, che adesso si è articolato. Questi Dèi sono le anime dei corpi sonanti, o parole Mantra[20], in cui si pronunciano. I nomi e i suoni sottili  quando sono pronunciati si proiettano in oggetti e coscienze viventi, e diventano contingenti. Questa è la forma materiale, il suono umano, quello che siamo abituati a sentire.
 
Quando il potere del suono sarà meglio compreso e ne saranno studiati gli effetti, quei mantra verranno adottati anche in occidente. Alcuni di essi sono antichissimi e quando enunciati in Sanscrito originale hanno effetti d’incredibile potenza. Tanto potenti che allo studente comune non è concesso conoscerli e vengono impartiti solo oralmente durante la preparazione all’iniziazione.[21]
 
Il Buddismo Tibetano dispone le sei sillabe del mantra OM MANI PADME HUM scritte nei caratteri della lingua tibetana nei Sei petali di un fiore di loto. Il Loto è una pianta sacra, in Egitto, in India e dovunque; chiamata “il Figlio dell’Universo che porta nel suo seno la sembianza di sua Madre”. Padmapani è il portatore del Loto e il nato dal Loto. Al centro del fiore è posta la sillaba della compassione. In definitiva il Loto è un’altra forma del doppio Triangolo con il punto di sintesi al centro.
 
I Sei trovano la sintesi nel punto centrale del doppio triangolo, questa sintesi è visualizzata disponendo la sillaba OM in tale punto. Dall’OM Incolore, di candida gloria, nascono i Sette colori differenziati del prisma; ognuno di essi emette un suono, a esso corrispondente, formando le Sette Note della scala musicale.  OM è in realtà AUM, il Triplice Suono, e quindi la sua completezza è fatta di 10 elementi: 3+7. Il settenario è generalmente rappresentato come 4+3, ma anche con il Doppio Triangolo con il Punto di sintesi al Centro, 6+1. Questi Sette Poteri sono le Sette note primordiali, i Sette colori del prisma che scaturiscono dalla Luce Bianca.
 
                                                                                                                                                                                                                        
                      
       

       
                                
  
Figura 5. Le Sette Sillabe
 
La frase “Om Mani Padme Hum” non è una frase di sei sillabe, giacché la prima sillaba è doppia nella sua pronuncia corretta, e tripla nella sua essenza, AUM. OM è un “velo”, essa rappresenta la primordiale differenziazione Tri-Una, per sempre celata, nell’UNO Assoluto, ed è quindi simbolizzata nel mondo metafisico con il 4, o Tetractis. È il Raggio unitario, o Atman[22]. Ogni essere razionale — chiamato Uomo[23]— è della stessa essenza e possiede potenzialmente tutti gli attributi degli Eoni superiori, i Sette primordiali. Sta a lui sviluppare “con davanti a sé l’immagine del più elevato”, per imitazione, la Potenza di cui è dotato il più elevato dei suoi Genitori. Dunque la mistica frase, “OM Mani Padme Hum”, quando è compresa correttamente, contiene un riferimento a questa indissolubile unione tra l’Uomo e l’Universo, espressa in sette differenti modi, e avente la possibilità di sette differenti applicazioni su altrettanti piani del pensiero e dell’azione. In questa, la più sacra delle formule orientali, non soltanto ogni sillaba ha un potere segreto che produce un risultato definito, ma l’intera invocazione ha sette diversi significati ed è in grado di produrre sette distinti risultati, ciascuno dei quali può differire dagli altri. I sette significati e i sette risultati dipendono dall’intonazione che viene data all’intera formula e a ciascuna delle sue sillabe; e anche il valore numerico delle lettere è maggiorato o diminuito a seconda che si faccia uso di uno o dell’altro ritmo. La combinazione di questi poteri e l’accordatura del Microcosmo con il Macrocosmo daranno l’equivalente geometrico dell’invocazione Om Mani Padme Hum. Questo era il motivo per il quale la conoscenza preliminare della Musica e della Geometria era obbligatoria nella Scuola di Pitagora[24].
 
La frase mistica, “Om Mani Padme Hum”, quando rettamente intesa, invece di essere un contenitore di parole quasi senza senso, “O il Gioiello nel Loto”, contiene un riferimento a quest’unione indissolubile tra l’Uomo e l’Universo, resa in sette modi diversi e che hanno la capacità di sette diverse applicazioni come molti piani di pensiero e di azione. Da qualunque aspetto la esaminiamo, significa: “Io sono colui che sono”, “Io sono in Te e Tu sei in me”. In questa stretta unione l’uomo buono e puro diventa un dio. H.P. Blavatsky al gruppo di studenti del circolo interno precisa le corrispondenze fra Macrocosmo e microcosmo, fra l’Uomo Celeste e l’uomo terrestre.
 
Come in lato così in basso, il Macrocosmo l’Uomo Celeste appare in Tre sul piano soggettivo e inconcepibile, e Sette sul piano oggettivo, così  anche per il Microcosmo, l’uomo terreno, le Forze sono Dieci, che nella loro completezza, Tre super-spiritualmente e Sette fisicamente. L’Uomo Paradigmatico, la cui Monade è rappresentata da un Triangolo, fa vibrare la materia atomica dei primi tre stati di materia che la circondano dei sette del Cosmo. I tre aspetti della Monade nel mondo della manifestazione sono Volontà, Sapienza e Mente creatrice, che appaiono come centri o  vortici composti di materia più eterica dei loro stati di materia o piani. Come l’Uovo di Brahma o del Mondo era ricoperto di sette pelli, così anche l’Uovo della Monade è avviluppata di sette pelli o differenti vortici di materia noti sotto il nome di corpi. Anche se gli stati di materia sono cinque, i corpi della monade sono in numero di sette: Atmico, Buddhico, Mentale Astratto o Superiore, Mentale Concreto o Inferiore, Emozionale, Eterico e infine Fisico.
 
Vi è una Decade superiore (Cosmo) e una Decade inferiore (Uomo). I Dieci della Tetractis pitagorica simbolizzano sia  il Macrocosmo, l’Uomo Celeste e sia il Microcosmo, o l’uomo terreno che essendo fatto a sua immagine e somiglianza, dovette essere anch’egli diviso in dieci punti. L’uomo è stato provvisto da Madre natura con dieci dita nelle mani e nei piedi, dieci orifizi questi sono ovviamente dieci nella femmina, e solo nove nel maschio; ma questa è soltanto una differenza esterna. L’evoluzione dell’embrione umano lo mostra. Per esempio la sola apertura formata dapprima é la cavità boccale, “una cloaca comunicante con l’estremità anteriore dell’intestino”. Questa diviene successivamente la bocca e l’orifizio posteriore. Poiché l’uomo terreno è il riflesso dell’Uomo celeste, la Triade Superiore Shiva, Vishnu, e Brahma, è riflessa nel fango e corrisponde ai tre orifizi inferiori: ano sesso e ombelico. Poiché questo Ternario Inferiore ha un collegamento con la Triade Superiore e i suoi tre aspetti (creativo Brahma, conservativo Vishnu e Shiva distruttore, o piuttosto rigenerativo), l’abuso delle corrispondenti funzioni è il più terribile dei Peccati, il peccato contro lo Spirito Santo. Così il superiore e più elevato, e l’inferiore e più animale, stanno in relazione reciproca. In totale sette nella testa e tre nel tronco.
 
H.P. Blavatsky precisa che nell’allegoria di Padmapani, il Gioiello nel Loto (l’Anima Spirituale), il simbolo dell’uomo androgino, i numeri 3, 4, 7, 10, sono importanti, perché sintetizzano l’Unità, l’Uomo. Dalla completa conoscenza e comprensione del significato e della potenza di questi numeri, nelle loro varie e multiformi combinazioni e nelle loro mutue corrispondenze con suoni o parole, e con i colori o rapporti di movimento (rappresentati nella scienza fisica come vibrazioni), dipende il progresso di uno studioso in Occultismo.
 
[1] Gli Insegnamenti orali pubblicati nel volume III della DS. destinati al “Gruppo Interno” della Blavatsky Lodge di Londra, e consistono di appunti di pugno di H.P. Blavatsky, e di appunti presi dai suoi discepoli. Edizione originaria tradotta dall’Istituto Cintamani http://www.istitutocintamani.org/.
[2] Padmapani è considerato un’emanazione del Buddha Amitabha.
[3] Amitabha è una corruzione cinese del sanscrito Amrita Buddha o l’Illuminato Immortale, in seguito Amitabha è diventato un nome di Gautama Buddha per indicare che il secondo è un riflesso del primo. Amitabha è il “Dio” interiore di Gautama che, in Cina, è chiamato Amita (Buddha).
[4] Bodhisattva, sono coloro che necessitano di un’altra sola incarnazione per diventare dei Buddha perfetti.
[5] In tibetano Tara è chiamata Dolma o Do'ma, anche se spesso è scritta Drolma Drol-ma. Tara, la Madre di tutti i Buddha è la madre (attraverso Soma) di Budha, la “Saggezza”. Tara è la personificazione dei poteri di un Iniziato nella Gupta Vidya (Conoscenza Segreta).
[6] Kalpa, periodo di una rivoluzione del mondo, rappresenta un “Giorno” di Brahma di 4.320.000.000 anni solari.
[7] Poiché parte del materiale riportato in questo lavoro, è tratto dal volume III della Dottrina Segreta, I brani citati sono riportati in corsivo, quelli dell’autore in carattere normale.
[8] Exotericamente è considerato un Buddha completo al pari di Gautama Buddha.
[9] La dottrina orientale descrive Fohat il Serpente di Fuoco, come una radiazione fredda, incolore, Bianca, senza forma.
[10] È indicato come il Logos Immanifesto, la Parola non detta.
[11] Per tale motivo è chiamato Occhi Amorevoli.
[12] I sei colori, più il colore sintetico.
[13] Il testo citato da H.P.B. parla di un solo Kalpa che è un Giorno di Brahma.
[14] Qui si fa accenno al mistero del Sacrificio Primordiale, dell’Agnello Divino sacrificato e fatto a pezzi all’inizio dei tempi. Osiride fu smembrato in 7x2 pezzi che poi vennero ricomposti amorevolmente.
[15] Secondo gli Orientalisti, ci sono cinque Dhyani che sono i Buddha Celesti, la cui manifestazione nel mondo della forma e della materia sono i Buddha umani. Esotericamente i Dhyani Buddha sono sette, dei quali solo cinque si sono fin ora manifestati e due si manifesteranno in futuro.
[16] Due triangoli pitagoricamente distinti, in uno dai colori caldi o maschile, l’altro dai colori freddi o femminile.
[17] Si dice intervallo la distanza fra due suoni.
[18] A.A. Bailey, Trattato del Fuoco Cosmico, 1256.
[19] Questo nome mistico è divulgato soltanto perché, se non si ha la cognizione perfetta della triplice pronunzia, rimane sempre senza effetto.
[20] Il mantra tende alla resurrezione della “parola vivente”; come tale, diventa un atto della mente nel quale la parola viene “preservata”, o “recuperata” dal suo stato primordiale.
[21] A.A. Bailey, Lettere sulla meditazione occulta, 163.
[22] Atman o Atma è il primo elemento della Triade Suprema, lo Spirito. La Monade si manifesta tramite Atma, Buddhi e Manas.
[23] Per l’Uomo, dobbiamo osservare che nello sviluppo dei sensi l’udito precede la vista, il suono precede il colore.
[24] H.P. Blavatsky Dottrina segreta III, Scritto I, OM.
“OM MANI PADME HUM” - IL GIOIELLO NEL LOTO
 
 
L’Uomo Celeste, il “Figlio del Sole”, il Logos di Platone, nelle Stanze di Dzyan ha un Nome composto di Sette Vocali, OEAOHOO. Nel racconto della tradizione buddista, Amitabha, Adi, l’Uno, diede a Padmapani Avalokiteshvara un mantra di sei - sette sillabe, OM MANI PDME HUM che prese dimora nell’uomo.
 
  • OEAOHOO, sono le Sette impronunciabili vocali dei Logoi destinate al Macrocosmo, all’Uomo Celeste.
  • OM MANI PADME HUM, sono le sei - sette sillabe destinate al Microcosmo, all’uomo, che il devoto pronuncia concentrandosi su di esse.
   
Il racconto allegorico del Bodhisattva Padmapani,  Avalokiteshvara, la sintesi dei Sette Dhyani-Buddha[1], e delle 10 teste, riferito alla divisione trinitaria e settenaria dell’uomo, s’interpreta così: Amitabha è il principio superiore, lo Spirito, il Bodhisattva è il principio di mezzo, il Sé Superiore, che si manifesta attraverso il Settenario. Padmapani “Colui che tiene in mano il Loto”, esotericamente rappresenta il Dio interiore, infatti il nome Avalokiteshvara, è composto dalla parola Avaloki, che nella filosofia esoterica è lo “Spettatore”, il Sé Superiore.  Ognuno di noi deve riconoscerlo da sé quando è pronto. Ognuno di noi ha dentro di sé il “Gioiello nel Loto”, il nostro divino Sé.Om Mani Padme Hum”, “Oh, il Gioiello nel Loto,” esotericamente significaOh, mio Dio entro di me.”
                                                                                                                                          
Il Loto è il simbolo universale del Cosmo come totalità assoluta, ed il Gioiello è Colui che dimora al centro del Loto l’Uomo Celeste, e a livello microcosmico il Sé spirituale. Il Sé spirituale è stato chiamato con vari nomi presso varie tradizioni: “la coscienza di diamante”, “il Gioiello nel Loto”, “la scintilla dell’anima”, ecc. “Le sue dimensioni sono al di là di ogni misura, non è circoscritto dai limiti di una qualsiasi forma, né può essere aumentato in grandezza, perché è senza confini … è totalmente incommensurabile[2].
 
Figura 1. Il Loto-Calice con il Gioiello al centro
 
 
Questo Gioiello è contenuto in un Loto o calice energetico. Ci fu un tempo in cui il mondo era un Loto d’Oro dice l’allegoria. In Egitto e in Cina il Loto ha una polarità femminile, significando la Matrice, nella sua funzione di ricettacolo originario della vita; è la sua forma a calice e a coppa che gli attribuiscono tale funzione. I petali del loto sono come dei raggi che escono dal mozzo, il raggio è una corda che quando oscilla forma un petalo.
 
Il Loto (Padma) che racchiude il Gioiello ha 12 petali, sappiamo che sono sei le sillabe del mantra OM MANI PADME HUM, che nel mondo della dualità formano 2x6, il numero 12. I petali o le vibrazioni sono suddivisi  in quattro gruppi ciascuno con tre petali, a loro volta divisi in due gruppi: uno esterno formato da nove petali dapprima chiusi in forma di bocciolo, l’altro interno di tre petali completamente nascosti e misteriosi. Questa legge ternaria è legata ai tre attributi della materia, le Tre Guna, le Corde vibranti che appaiono come raggi o petali: ogni petalo è formato dalle vibrazioni di tre colori madre!
 
Nel trattato del Fuoco Cosmico (pag. 822), il Maestro D.K. descrive i dodici petali del Loto Egoico come sono “luce” vibrante e scintillante, ma non troppo vivida, e rendendo noto il loro colore vibratorio. Il Maestro D.K. ci informa che nel centro del Loto, vi è un punto brillante di Fuoco Elettrico di colore blu-bianco (il Gioiello nel Loto) circondato e completamente nascosto da tre onde vibratorie, i petali strettamente chiusi. Intorno a questo nucleo o fiamma interna sono disposti nove petali disposti in cerchi di tre petali ciascuno, che fanno in tutto tre cerchi, tutti racchiudono il bocciolo interno di tre petali in cui si cela il gioiello. I nove petali dei tre cerchi esterni hanno un colore prevalentemente arancione, sebbene vi siano in vario grado gli altri sei colori come colori secondari. I tre petali interni hanno un bel colore giallo limone. Celato nel centro o cuore del loto, vi è il Gioiello nel Loto, un punto brillante di fuoco elettrico di colore blu-bianco  circondato e completamente nascosto da tre petali strettamente chiusi. Occorre precisare che di questi dodici petali, i tre più interni ancora chiusi sono embrionali, e quindi il loto egoico detto anche corpo causale, viene frequentemente considerato come un loto di nove petali, o come una ruota di fuoco con nove soli raggi o vortici.
 
Figura 2. I colori dei 3x3 = 9 petali esterni al Gioiello
 

Si hanno i tre giri di petali esterni che ruotano sincroni (alla stessa velocità), creando così una polarità negativa, i tre petali del bocciolo che ruotano in senso contrario, creando cuna polarità negativa. Detto in termini moderni si ha la dinamica a Doppio Toroide realizzata con due forme toroidali “attaccate” e ruotate in direzione opposta. In questo modo l’energia fluisce sia dentro che fuori attraverso i poli del sistema, piuttosto che dentro da uno e fuori dall’altro come in un sistema a singolo toroide. il Gioiello Centrale un punto brillante di fuoco elettrico di colore blu-bianco rimane immobile.

Figura
3. Analogia rotazione opposta del doppio toroide con i due gruppi di petali del Loto
 
 
Nel trattato del Fuoco Cosmico il Maestro D.K. ci dice che il Gioiello non ruota, rimane occultamente statico, è l’onda stazionaria di Sattva. È un punto di pace, pulsa ritmicamente come il cuore dell’uomo, ciò significa che i suoi movimenti sono interni di contrazione ed espansione.

[1] Dhyana significa meditazione.
[2] Plotino (Enneadi)
LA FORMA FISICA UN’ILLUSIONE DEI NOSTRI SENSI
 
“La realtà è una semplice illusione, sebbene molto persistente.” Albert Einstein
 
La forma fisica ci viene detto che è composta di atomi, ma ogni atomo non ha struttura fisica, infatti se si osserva al microscopio la composizione di un atomo, si vedrà un piccolo invisibile vortice, composto  con un numero di vortici di energia infinitamente piccoli, che la scienza indica come quark e fotoni. Osservando sempre più da vicino la struttura  di un atomo, si vede  un vuoto fisico.
 
Padmapani Avalokiteshvara nel Sutra (discorso) del Cuore, si rivolge al suo discepolo Śariputra rivelando che: “Forma è vuoto, vuoto è forma e così per i restanti quattro skandha[1]”.
 
Le cose  che ci appaiono fisiche, veramente non hanno una struttura fisica! Gli atomi sono fatti di energia invisibile. Come l’uomo indaga lo spazio che lo circonda tramite i cinque sensi, così la moderna tecnologia per indagare lo spazio circostante si avvale di sensori. Tramite i sensi, possiamo affermare che qualcosa esiste, e normalmente diciamo che ha forma ed è reale, anche se ciò che vediamo è sostanzialmente illusorio.
 
Tutto lo Spazio dell’Universo, l’Oceano celeste, l’Æther sacro dei greci (il Koilon); il vero Æther dello Spazio ha i suoi sette “princìpi”, come tutto il resto della Natura, e dove non vi fosse Æther non vi sarebbe “suono”, poiché esso è la tavola armonica vibrante nella Natura in tutte le sue sette differenziazioni.  Lo Spazio è pieno di vuoti, bolle formate dai vortici di energia, questi vortici sono gli atomi che compongono le sette differenziazioni della materia a loro volta suddivise per sette, per formare i 7x7=49 sottopiani o sati di materia cosmici. Per il più piccolo atomo del piano fisico, cioè Anu, si ottengono 495x7x7 = 496 vortici o bolle. L’UPA o particella più piccola del piano Fisico è l’ANU, il sub-quark, il preone, ipotizzato dalla fisica quantistica. Quando i vortici vanno da destra a sinistra, formando così un atomo positivo. Quando i vortici vanno da sinistra a destra, formano un atomo negativo. Le particelle negative o antiparticelle, sono l’antimateria. Una particella di antimateria ha la stessa massa e la grandezza di una particella di materia equivalente regolare ma una carica opposta. Per esempio, l’antiparticella di un elettrone è un positrone. Un positrone è identico a un elettrone in ogni modo tranne che ha una carica positiva. Le particelle positive sono gli atomi di materia. Ogni forma e ogni aggregato d’atomi è semplicemente un centro di forza prodotto dall’azione della forza positiva e dalla sua interazione con l’energia negativa.
 
È stato detto che Dio geometrizza, poiché il Dio nella Forma e nel Numero, aiutato dal potere dirigente elettrico di Fohat che dà origine al pieno sviluppo della manifestazione, immediatamente comincia a dividere la sostanza manifestata che è generata in seno alla Luce. Essendo 10 il numero sacro, i primi 3 dei dieci rappresentano la prima Trinità, il vero Universo Archetipico, e i rimanenti 7 simbolizzano le grandi divisioni dell’intero Universo in manifestazione. La legge del sette è così posta in azione, e tutti i piani dell’Essere con le loro forze concomitanti, i principi, i poteri e le entità, fino al più piccolo atomo di sostanza o materia, sono costruiti secondo questa legge.
 
Dieci vortici di spirali formano l’ANU, l’atomo fisico, l’unità fondamentale della materia densa. Dieci anelli o fili contigui di vortici, l’uno all’altro, ma che non si toccano mai dieci spirali che portano 496 bolle nel Koilon (poco meno di 14milioni).  I dieci vortici a spirale sono divisi in due gruppi 3+7 = 10, uno di Tre, più spesso, e l’altro di Sette, più sottile. I Tre sono di pura luce bianca, che sono in relazione con la Trinità astratta, e i Sette vortici più sottili che sono in relazione con l’energia dei Sette Logoi,con i Sette Piani di materia, con i sette suoni e i sette colori dello spettro. La suddivisione dei vortici in 3 e 7 e i colori ricorda l’allegoria di Amitabha che donò a Padmapani il mantra “OM Mani Padme Hum” dalle sei sillabe o suoni, che si sintetizzano nella settima. Padmapani è noto come Avalokiteshvara, l’Uomo Celeste che si manifesta attraverso i sette Dhyani-Buddha. Avalokiteshvara è il Signore del Suono. I colori dell’ANU corrispondono alle tre teste bianche e le sette teste colorate.
 
Figura 1. Coppia di ANU
     
                  
 
             
 
La forma e il colore, l’apparente solidità, l’odore, il sapore, che recepiamo attraverso i cinque sensi non sono altro che l’elaborazione sotto forma di immagini delle frequenze giunte al nostro cervello.
 
  • Siamo immersi nell’Etere e le particelle sono dei vortici in esso cioè dei vuoti.
  • Le forme in cui si aggregano i vortici partono da modelli geometrici fino a realizzare ogni tipo di struttura che noi vediamo o possiamo immaginare.
  • I singoli vortici sono separati e in equilibrio dalle Forze elettromagnetiche, lo stesso si dica delle spirille e degli ANU.
  • La forma appare solida al tatto perché sono le forze o i legami tra gli ANU che ne impediscono la scissione formando così una regione chiusa.
  • Ogni atomo è il risultato di un’aggregazione di un numero elevato di ANU, il colore di una qualsiasi forma che appare ai nostri occhi tramite il senso della vista, è fornito dalla combinazione delle frequenze vibratorie di ciascuna delle sette spirali che compongono una particella base o ANU.
  • Quello che crediamo di osservare non è altro che il risultato dell’interpretazione che il nostro cervello ci offre delle onde, frequenze, di interferenza che compongono la più piccola forma e la più grande forma, quella dell’universo.
  • Le Sette spirille sono in relazione con i sette sottopiani del Piano Fisico Cosmico e di conseguenza con i Sette Elementi noumenali.             
 
Figura 2. La forma il risultato di energie elettromagnetiche
 
 
Gli Elementi nei racconti misterici orientali (i sette grandi sacerdoti officianti nell’Anugita) sono rappresentati come progenitori dei nostri cinque sensi fisici, e così, per qualche via occulta, sono in rapporto diretto con loro. Per gli antichi, l’evoluzione dell’uomo, la crescita e lo sviluppo dei suoi sensi fisici e spirituali erano subordinati all’evoluzione degli elementi sul piano cosmico di questa terra. Il linguaggio degli Elementi è composto di numeri, suoni, colori e forme.
 
La Sapienza Antica o Scienza Misterica afferma che vi sono sette sensi nell’uomo e nella natura, come vi sono sette stati di coscienza. I sensi attualmente riconosciuti sono cinque, a cui vanno aggiunti i due sensi superiori la mente o intelletto e l’intuizione o Ragion pura. I sensi nel loro insieme, costituiscono la facoltà di avvertire e reagire all'azione prodotta da stimoli loro adeguati, sia esterni sia interni, i quali nel piano di manifestazione più concreto, al suo livello più basso, sono espressi mediante gli organi di senso o della sensazione: le orecchie, la cute, gli occhi, la lingua gusto, il naso, che permettono rispettivamente, l’udito, il tatto, la vista, il gusto e l’olfatto.
 
I primi sensi che si sviluppano, sono l’udito, il tatto e la vista. Sono i tre sensi vitali e in essi la personalità è già coordinata, per questo sono detti sensi maggiori. Mentre il gusto e l’olfatto sono sensi minori e seguono più tardi. Di tutti Di questi, il gusto è il più grossolano e materiale; ma la facoltà dell’olfatto e le sue reazioni ai flussi della coscienza sono anche peggiori di quelli del gusto.
 
Il Soffio, la Voce, è la Sintesi dei Sette Sensi, il Settenario e “l’Esercito della Voce”. Poiché gli antichi associavano il Suono e la Parola con l’Etere dello Spazio, la cui caratteristica è il Suono. Quindi Fuoco, Acqua e Aria sono la Trinità Cosmica primordiale. Nella Teogonia di Mochus, troviamo da principio l’Etere e quindi l’Aria; i due principi dai quali nacque Ulom, il Dio intelligibile l’Universo visibile della Materia.
         
  1. Etere Udito Suono, la Forza del Terzo Logos, la Forza creativa nell’Universo già Manifestato.            
  2. Aria Tatto Suono e Tatto.
  3. Fuoco o Luce Vista Suono,Tatto e Colore.
  4. Acqua Gusto Suono, Tatto, Colore e Gusto.
  5. Terra Odorato Suono, Tatto, Colore, Gusto e Odorato.
 
La tabella mostra come ogni Elemento aggiunge alle sue caratteristiche quelle dei suoi predecessori. Al di sopra dei cinque Elementi vi sono la mente o intelletto, e l’intuizione o ragion pura.
 
Fohat, nelle sue diverse manifestazioni, è il misterioso legame tra la Mente e la Materia, il principio animatore che elettrifica ogni atomo dandogli vita. Fohat è paragonabile al destriero, mentre il pensiero cosmico ne è il cavaliere. La mente fa parte di un continuum, collegato non solo a ogni altra mente, ma anche a ogni atomo, nella vastità dello spazio. È la coscienza che crea l’illusoria sensazione di un corpo o di qualunque altro oggetto ci circondi che noi interpretiamo come fisico. La personalità è una forma pensiero.
 
Trismegisto: La realtà non si trova sulla terra, figlio mio, né può essere su di essa ... Niente sulla terra è reale, non vi sono che apparenze ... Egli [l’uomo] non è reale, figlio mio, come uomo. Il reale esiste unicamente in se stesso e rimane ciò che è ... L’uomo è transitorio, e quindi non è reale, non è che apparenza e l’apparenza è la suprema illusione.
 
Tatios: Allora i corpi celesti stessi non sono reali, padre mio, poiché anch’essi cambiano?
 
Trismegisto: Ciò che è soggetto alla nascita e al mutamento non è reale ... vi è in essi una certa falsità, per cui essi pure sono variabili ...
 
Tatios: Qual è dunque la Realtà primordiale, o Padre mio,
 
Trismegisto: Colui [Quello] che è unico e solo, o Tatios; Colui [Quello] che non è fatto di materia né esiste in alcun corpo. Colui [Quello ] che non ha né colore né forma, Colui [Quello] che non cambia né è trasmesso, ma Colui [Quello] che È sempre”[2].
 
L’uomo è in realtà un frammento della Mente Universale o Anima del Mondo, e quale frammento condivide quindi gli istinti e la qualità di quest’anima come si manifesta nella famiglia umana. Perciò l’unità è possibile solo sul piano della mente.
 
Albert Einstein in una lettera a Robert S. Marcus, 12 febbraio 1950; scrisse: “L’essere umano è una parte di quel tutto che noi chiamiamo Universo, una parte limitata nello spazio e nel tempo. L’uomo sperimenta sé stesso, i suoi pensieri e i suoi sentimenti scissi dal resto — una sorta di illusione ottica della propria coscienza. Lo sforzo per liberarsi di questa illusione è l’unico scopo di un’autentica religione. Non per alimentare l’illusione ma per cercare di superarla: questa è la strada per conseguire quella misura raggiungibile della pace della mente.”
 
Le scritture sacre affermano che il corpo è il tempio vivente del vero Dio. Il corpo è costituito da una matrice di energia, o modello geometrico di flusso elettromagnetico, e questa matrice è controllata dalla mente e dalle emozioni. Quando il Sé Spirituale ha purificato la sua coscienza a sufficienza, tale Anima può modificare il corpo fisico. Il corpo diventa quindi un’estensione dell’Anima.
 
Siamo pura coscienza che fa esperienza in un corpo: “Siamo percettori, siamo consapevolezza. Non siamo oggetti. Non abbiamo solidità. Siamo senza confini”. La realtà è un intervallo di frequenza. Come noi non andiamo in internet, ma è il computer che ci va, cioè noi osserviamo internet attraverso il computer, così è il nostro corpo-mente il veicolo per esperire questa realtà: la coscienza, il nostro vero sé, osserva attraverso questo veicolo o corpo.
 
Ad analoghe conclusioni è giunta la moderna Teoria Olografica, che fu congetturata per la prima volta da David Bohm[3]. Questa teoria conferma che tutta la materia non è altro che campi di informazione. Secondo il libro di Bohm “Universo, mente e materia”, nell’universo esisterebbe un ordine implicato, che non vediamo e che egli paragona a un ologramma nel quale la sua struttura complessiva è identificabile in quella di ogni sua singola parte, e uno esplicito che è ciò che realmente vediamo. Questo vuol dire che così come un ologramma è il risultato di onde di interferenza che il nostro cervello interpreta come immagine tridimensionale l’universo non sarebbe altro che l’interpretazione che il nostro cervello dà di onde luminose. Per Bohm il motivo per cui le particelle subatomiche restano in contatto indipendentemente dalla distanza che le separa risiede nel fatto che la loro separazione è un'illusione. Era infatti convinto che, a un livello di realtà più profondo, tali particelle non sono entità individuali, ma estensioni di uno stesso organismo fondamentale.
 
La realtà come noi la dipingiamo o la visualizziamo è dunque un’illusione come afferma la filosofia orientale. Così come un ologramma è il risultato di onde di interferenza che il nostro cervello interpreta come immagine tridimensionale l’universo non sarebbe altro che l’interpretazione che il nostro cervello dà di onde luminose. In sostanza la realtà non sarebbe altro che l’ologramma di oggetti concreti posti in altri luoghi o tempi.
 
Così come un ologramma funge, per così dire, da strumento di traduzione capace di convertire un ammasso di frequenze prive di significato in un’immagine coerente, così il cervello usa i principi olografici per convertire matematicamente la valanga di frequenze luminose sonore ricevute attraverso i sensi. Tutto quello che percepiamo è informazione decodificata dal nostro cervello, le immagini esterne fatte di luci, ombre e colori non sono altro che informazioni che si riflettono nell’occhio, sono catturati dalla pupilla che attraverso il nervo ottico porta le informazioni al cervello che li decodificherà trasformandoli in immagine, ed ecco che abbiamo l'immagine, l'immagine risiede nella nostra mente e solo dentro la nostra mente si può creare, e cosi per il tatto e gli altri sensi. Al suo livello più profondo la realtà non è altro che una sorta di un’immagine ologramma proiettata da una sorta di fonte primaria L’UNO, dove il passato, il presente e il futuro coesistono simultaneamente. L’Universo olografico dovrebbe contenere ogni singola particella subatomica che è, che è stata e che sarà, in poche parole ogni possibile configurazione di materia ed energia che è stata, che è e che sarà; questo comprende tutto.

I canti di Fohat e dei suoi Figli erano Radiosi come il Sole meridiano e la Luna uniti insieme”. La dottrina Segreta (Stanze di Dzyan) ci dice che i figli di Fohat, sono la vibrazione del suono, della luce, del calore e dell’elettricità.
 
Figura 3. Il canto di Fohat
 
 
Le particelle del campo quantistico della fisica subatomica sono viste come condensazioni locali concentrazioni di energia che vanno e vengono. Il campo cosciente è formato dall’insieme dei vortici di bolle quantiche ognuna portatrice di informazioni, di conoscenza. L’insegnamento cinese ci dice che nel Tao dimora il Ch’i, che significa Etere, cioè il “soffio vitale” che anima il Cosmo. Dice Chang Tsai:
 
Quando il Ch’i si condensa ci appare come cosa visibile e allora ci sono le forme. Quando si rarefà, la sua visibilità si annulla e allora non ci sono le forme.
 
Quindi il Ch’i si condensa e si rarefà ritmicamente producendo tutte le forme che si dissolvono nel Tao, nel Koilon, con un comportamento di tipo ondulatorio (movimento serpentino) dipendente dall’alternarsi di Due Forze Fondamentali, lo Yin e lo Yang. La presenza della materia come la vediamo noi, è solo una perturbazione dello stato perfetto del campo in quel punto. Il Vuoto Quantistico, il Koilon densissimo, ci circonda e in questa Sostanza Radice fluttuano permeando tutto bolle vorticose. Queste unità elementari si assemblano seguendo un’organizzazione geometrica descritta nel Timeo da Platone, dove il mattone più piccolo possibile è il Tetraedro, ma in realtà sono vortici in un unico campo fluido. Noi riceviamo alla nascita fisica, la nostra materia, e non possiamo alterarla, se non servendoti dei metodi creati del pari dal Pensiero del Logos. Solo finché il Suo Pensiero continua, gli atomi, con tutto ciò che di essi si compongono, possono continuare ad esistere, perché non hanno realtà alcuna se non quella impartita dal Suo pensiero.
 
Fohat è l’energia dinamica dell’Ideazione Cosmica, il mezzo intelligente, il potere che guida ogni manifestazione, il Pensiero Divino. Egli è il misterioso legame fra la Mente e la Materia, il principio animatore che elettrizza ogni atomo, dandogli vita. È il ponte per mezzo del quale le Idee, i modelli esistenti nel Pensiero Divino sono impressi nella Sostanza Cosmica come Leggi di natura.
 
Figura 4. Il canto e il colore delle particelle
 
 
Il fisico austriaco Fritjof Capra diceva: “Ciascuna particella canta perennemente la sua canzone“. La vibrazione modula la materia crea una forma che appare come colore.
 
Tutto ciò che compone la realtà, vibra. Anche oggetti inanimati e densi come le pietre che ci appaiono materia solida, di fatto, sono forme di energia che vibrano. Tutto nell’Universo è energia in vibrazione e quindi suono. Le onde acustiche e quelle elettromagnetiche non sono poi tanto differenti: l’unica differenza reale è che una riguarda uno spettro di vibrazioni che offre la sensazione di “spostamento di materia” e l’altra no. Questa è la vera differenza, per il resto sono molto più simili di quello che pensiamo.
 
Secondo la Teoria delle Stringhe e delle superstringhe, le ipotesi di natura corpuscolare e ondulatoria della materia non sono alternative. Le particelle subatomiche più fini sarebbero onde di forma, vibrazioni chiamate superstringhe, cioè corde ultrasensibili, perché reagiscono esattamente come le corde di un violino”. Se applichiamo a queste cordicelle le leggi della meccanica quantistica le stringhe iniziano a vibrare. A suonare, come corde di violino. E a ogni modo di vibrazione, a ogni nota di quelle corde del violino cosmico, corrisponde una particella o una forza della Natura.
 
La teoria delle stringhe, talvolta definita teoria delle corde, è una teoria della fisica che ipotizza che la materia, l’energia e in alcuni casi lo spazio e il tempo siano in realtà la manifestazione di entità fisiche sottostanti, chiamate appunto stringhe. Il Suono agisce nello Spazio come un’onda nel mare, un’oscillazione come quella provocata da una corda di un violino. La teoria delle stringhe afferma che la materia è composta di minuscole corde vibranti in uno spazio multidimensionale, e la realtà del mondo sia costituita da piccole corde, da stringhe, infinitamente piccole, che si estendono nello spazio a una dimensione. A un livello più microscopico, la materia appare composta di particelle che in realtà sono aggregati di cariche energetiche. La moderna teoria delle stringhe non nega il ruolo essenziale delle particelle, ma ritiene che esse non siano puntiformi, ma siano costituite da un sottile filamento di energia, centinaia di miliardi più piccolo di un nucleo atomico.

[1] Skandha o attributi. Ci sono cinque (esotericamente sette) attributi in ogni essere umano vivente, che sono conosciuti come i "Pancha Skandha". Sono: (1) forma, rupa; (2) sensi, vidana; (3) coscienza, sanjna; (4) azione, sanskara; (5) conoscenza, vidyana. Questi skandha, raggruppati, alla nascita dell’uomo ne costituiscono la personalità.
[2] Stobeo, Florilegium, pag 135-138.
[3] David Bohm (1917-1992) fisico e filosofo statunitense, Membro della Royal Society, principalmente noto per aver elaborato un’interpretazione della meccanica quantistica in cui sviluppa il concetto dell'onda pilota di Louis de Broglie.
L’UOVO - L’ATOMO - L’UOMO CELESTE E UMANO
 
 
I Tre cadono nei Quattro. L’Essenza Radiante diventa Sette all’interno e Sette all’esterno. L’Uovo Luminoso, che in se Stesso è Tre, si Coagula e si espande in Grumi Bianco-Latte per tutte le profondità della Madre (III, Shloka 4) … La Radice della Vita era in ogni Goccia dell’Oceano dell’Immortalità (III, Shloka 6)[1].
 
Questi Sette Elementi sono tanto elettropositivi quanto elettronegativi. L’Universo Manifestato è pervaso dalla dualità Materia e spirito, che è, per così dire, l’essenza stessa della sua Esistenza come Manifestazione. Le tre Guna, formano i Sette elementi Cosmici, Aether, Aria, Fuoco, Acqua, Elettricità, Etere, Prana e termini analoghi, i sette stati di Materia che nell’Insegnamento sono chiamati Piani. i Sette tipi di Coscienza, si servono di Fohat come del loro veicolo. L’Æther ha i suoi sette “principi”, come tutto il resto della Natura, e dove non vi fosse Æther non vi sarebbe “suono”, poiché esso è la tavola armonica vibrante nella Natura in tutte le sue sette differenziazioni.
 
Agendo come Forze creatrici, passano attraverso la polvere cosmica incandescente, attirano gli atomi e creano i mondi[2].I sette tipi si materia rivestono i sette tipi si vita, limitandola. L’espandersi e il contrarsi della “Tela”, cioè la stoffa del mondo, visualizzano il movimento pulsatorio; perché la contrazione e l’espansione regolari dell’Oceano Illimitato, sono la causa della vibrazione universale degli atomi. L’Essenza Radiante si coagula e si espande per tutte le Profondità dello Spazio. L’Essenza Radiante si coagula e si espande in Grumi Bianco-Latte. Lo stesso concetto è espresso dall’allegoria indù degli Dèi “che sbattono l’Oceano di Latte” come si sbatte il latte nella zangola per fare il burro.
 
Nel Rig Veda è detto: - “In un’oscurità profonda, come abisso tenebroso senza luce, il Germe che dormiva ancora nel suo involucro d'oro esplose, come unico essere, per il calore ardente … QUELLO, l’unico Signore di tutti gli esseri, il princìpio unico animatore degli dèi e degli uomini” uscì, all’inizio dalla Matrice d’Oro, Hiranyagarbha - che è l’Uovo del Mondo, o la Sfera del nostro Universo. Questo Brahma creatore, uscendo dall’Uovo d’Oro o Uovo del Mondo, riunisce in sé ambedue i princìpi opposti.
 
Nell’antichità l’Uovo del Mondo era ricoperto di Sette Pelli o Elementi. Il Vishnu Purana, narra l’allegorica nascita di Brahma nell’Uovo del Mondo, Hiranyagarbha, circondato dalle sue sette zone. L’Uovo è il simbolo dell’Universo e dei suoi corpi sferici. Come Hiranyagarbha, la Matrice o Uovo d’Oro, contiene Brahma, il simbolo collettivo delle Sette Forze Universali. Scriveva Beroso l’astronomo babilonese:
 
 
“Uno è il Mondo, uno è l’Uomo, uno è l’Uovo.
 
 
 
Figura 1. La nascita di Brahma nell’Uovo del Mondo[3]
 
Il mito greco narra che la Divinità si specchiò, ruppe lo specchio, cioè ridusse gli atomi del mondo a tanti specchi, e proiettò il riflesso della propria faccia su ciascuno di essi. Ogni Monade è uno specchio vivente dell’universo nella propria sfera. La Monade è un Atomo Primordiale, e poiché i componenti ultimi dell’Universo sono gli Atomi Primordiali, la coscienza cosmica totale è una fusione della coscienza di tutti gli atomi primordiali, proprio come l’oceano è la fusione di tutte le gocce d’acqua.
 
Le Stanze di Dzyan descrivono l’emergere delle “Monadi” dal loro stato di assorbimento nell’Uno, il primo e il più alto stadio nella formazione dei mondi – poiché il termine Monade può applicarsi tanto al più vasto Sistema Solare quanto al più piccolo atomo. Le miriadi Unità di Coscienza o Monadi, sono generate dalla Vita Divina, come cellule germinali negli organismi, prima che sia pronto il campo della loro evoluzione.
 
“Solleva la testa, o Lanu[4]; vedi tu una o innumerevoli luci al di sopra di te, che ardono nell’oscuro cielo di mezzanotte?”
“Io percepisco una sola Fiamma, o Gurudeva[5], e vedo innumerevoli scintille non distaccate che brillano in essa”.
“Tu dici il vero. E adesso guarda intorno a te e dentro di te. Quella luce che arde dentro di te, la percepisci tu minimamente diversa dalla luce che brilla nei tuoi fratelli umani?“[6]
 
La Fiamma è il Primo Logos, le scintille inseparate, le Monadi. La vita delle Monadi è quella del Primo Logos, l’Eterno Padre. Queste unità sono le scintille, i divini frammenti del Fuoco supremo. Nel primo Piano detto Adi da Ad che significa l’Uno, dimora la Divinità. Le Monadi  risiedono, nel secondo stato di materia o Piano chiamato Anupadaka.
 
Come per l’Uovo di Brahma o Uomo Celeste, anche la Monade dell’uomo attira intorno a Sé vortici di materia per  creare la propria casa, vista come un Uovo. Le Monadi dimorano nel Piano Anupadaka che significa anche “senza genitori, orfani” perché cadendo dal Piano Divino Adi, sul Secondo Piano hanno perso il loro genitore, il Padre Celeste. Pertanto, esse - come il “figliol prodigo” devono dapprima fare un viaggio alla scoperta dei “cinque mondi o piani inferiori di materia”. Solo in seguito il Figliol prodigo ritorna al Padre (la Monade), o piuttosto il Padre che era divenuto il Figlio torna a essere Lui stesso. Noi conosciamo il Divino e diventiamo il Divino, perché lo siamo nella nostra natura intima. Il nostro viaggio evolutivo è una lenta riconquista di quello che avevamo esiliato, una ripresa della Memoria.
 
                  
Figura 2. La discesa delle Monadi
 
Come il Triangolo Primordiale appena si è riflesso nell’Uomo Celeste, ritorna nel Silenzio e nelle Tenebre, così è per l’Uomo Paradigmatico, la cui Monade è rappresentata da un triangolo, resta nel Silenzio del suo piano, dopo aver inviato i suoi raggi nella materia sottostante, cioè più grossolana. La Monade fa vibrare la materia atomica dei piani atmico, buddico e manasico che la circondano[7]. I tre aspetti della Monade nel mondo della manifestazione sono Atma, Buddhi e Manas, che appaiono come centri o  vortici composti di materia più eterica dei loro piani, questi vortici sono chiamati atomi permanenti, perché rimangono collegati alla loro Monade. La Monade rimane oltre il quintuplice universo degli stati di materia più grossolani. Questa Triade Spirituale Atma-Buddhi-Manas è descritta come un seme, un Germe di Vita divina.
 
I cinque stati di materia successivi forniscono il materiale per i cinque corpi della Monade (Atmico, Buddhico, Manasico, Astrale o Emozionale, Fisico-Eterico), che tendono ad assumere la forma sferica dell’Universo man mano che dalla materia densa del corpo fisico del Piano Fisico ci si porta verso la materia del Primo Piano Divino. Questi corpi sferoidali non sono fermi ma ruotano, il corpo fisico che apparentemente non ruota, è in realtà anch’esso ruota con il pianeta Terra[8] su cui poggia i piedi.
 
Ogni essere o cosa, in tutto l’universo, e in verità l’universo stesso, ha, o piuttosto è, il suo uovo aurico. La sua prima sostanza è l’Etere cosmico. L’uovo aurico ha origine nella Monade che è il suo cuore o nucleo, e da cui, quando ha inizio la manifestazione, emana correnti di flussi vitali sui diversi piani da quello atmico a quello fisico che l’uovo aurico attraversa come un pilastro di luce.
 
Come l’Uovo di Brahma o del Mondo era ricoperto di sette pelli, così anche l’Uovo della Monade è avviluppata di sette pelli o differenti vortici di materia noti sotto il nome di corpi. Anche se gli stati di materia sono cinque, i corpi della monade sono in numero di sette: Atmico, Buddhico, Mentale Astratto o Superiore, Mentale Concreto o Inferiore, Emozionale, Eterico e infine Fisico.                                                                                                                            
                         

Figura 3. L’Uovo della Monade
 
L’Anima dell’uomo è una Coscienza individuale permanente che vive in una forma o corpo di materia invisibile. Questo corpo dell’Anima, composto di un tipo di materia chiamata mentale superiore, pota il nome di Corpo Causale. La sua forma corrisponde al concetto di tradizione dell’angelo. È chiamato Augoide ed è circondato d un ovale di materia ardente e luminosa. È chiamato corpo causale, perché il principale impulso del pensiero, del sentimento e dell’azione, su tutti i piani in cui l’anima opera, è generato in questa dimora permanente dell’anima[9]. Il Corpo Causale è anche detto Loto Egoico, un loto energetico in cui dimora l’Anima.
 
I tre gradi distinti dell’Essere, cioè Spirito, Anima e Corpo della Personalità, si concepiscono, secondo la simbologia di tutte le religioni orientali, come contenuti in un solo Ovum, o UOVO, il nome dell’UOVO l’Essere sul piano manifestato, così l’Uovo Aurico contiene l’uomo divino e l’uomo fisico, ed è in relazione diretta con entrambi. La parte più esterna che quest’uovo diviene più spessa costituendo una specie di guscio che serve da protezione e al tempo stesso permette lo scambio energetico con il campo universale.
 
Atma, lo Spirito supremo nell’uomo, in congiunzione con Buddhi la Ragion Pura, e Manas la Mente, è chiamato la Triade Superiore, o Trinità. Questa Triade, con i suoi quattro principi umani inferiori (la personalità), è, avvolta da un’atmosfera aurica, come il tuorlo di un uovo (il futuro embrione) dall’albume e dal guscio. Nell’uomo vi sono Tre principi maggiori, i tre aspetti della monade, Volontà, Amore-Saggezza, Intelligenza Attiva o adattabilità – con la loro differenziazione in Sette Principi. Questi, che costituiranno da ultimo i Dieci della manifestazione perfetta, sono in via di vitalizzazione, ma non hanno ancora raggiunto la loro piena espressione. Come in alto così in basso, anche l’atomo, Anu, è formato da 10 spirille, tre maggiori e sette minori.
 
Figura 4. La rotazione dell’Atomo Uomo                      
       

L’Uovo Aurico,  assume una forma sferoidale al pari della forma sferoidale dell’atomo di Anu. L’uomo è sferoidale nella forma, può essere visto come un anello invalicabile circolare, come una sfera di materia con un nucleo di vita al centro.  Come l’atomo cosmico, anche l’uomo nella sua parte più esterna appare come una sfera, un atomo. La prima rotazione è sul proprio asse ed è visibile tanto nel caso di un minuscolo atomo di sostanza, quanto di un pianeta rotante sul suo asse, della rotazione del corpo dell’Ego umano, quanto di quella di un sistema solare. Per quanto riguarda l’essere umano, possiamo vederlo come la rotazione dei vari involucri intorno alla coscienza centrale durante ogni incarnazione.
 
La Materia ruota intorno all’asse centrale dell’uomo, la colonna vertebrale, i Raggi in senso perpendicolare. Semplificando, Materia orizzontale Spirito verticale. L’uomo è attraversato da due flussi energetici perpendicolari tra loro appare come un magnete quadri polare, formato da due magneti orientati come la croce cardinale, tutte le leggi dell’elettricità e del magnetismo sono validi per questo sistema. Oltre alla polarità verticale, lungo l’asse della colonna vertebrale alto basso, l’uomo presenta anche una polarità orizzontale nei due lati est – ovest del corpo, due correnti di energia che fluiscono a destra e a sinistra, sembrano incrociarsi nei centri energetici.
 
Dall’asse della colonna vertebrale come dal mozzo di una ruota, ogni cosa si estende, s’irradia e ruota spiralmente, mentre ruota si espande e mentre ancora sta ruotando si contrae e svanisce verso il centro o mozzo, tale punto attrattore è raggiunto per ogni tipo di orbita a spirale.  La direzione e la velocità delle sfere è determinata dal movimento del respiro dell’Anima, tale moto costruisce lo schema a spirale che può essere rappresentato come una sinusoide, il generatore di elettricità interno, una forma di Fohat.  Questo è formato da due forme d’onda perpendicolari che formano la croce cardinale[10].
 
Qualunque tipo di macchina (motore o generatore) elettrica rotante è caratterizzata dalla presenza di due forze magnetiche atte ciascuna a creare una distribuzione di campo magnetico. Immaginiamo che ciascuna delle due parti, i campi magnetici, siano sincroni tra loro. I corpi di cui è composto l’uomo ruotano intorno all’asse verticale, trascinati dal moto rotatorio della galassia, del sistema solare, della Terra, e infine dal calore interno all’atomo uomo. Questo il campo di forza della materia. I due campi ruotano perpendicolari tra loro, nello spazio tridimensionale. Se uno dei due campi non ruota sincrono cioè alla stessa velocità dell’altro allora nasce una reazione, una corrente indotta. Che tende a riportare in rotazione sincrona l’altro campo di forza. Questo è il principio di funzionamento dei motori elettrici. È il campo di forza dei 7 Raggi che tagliando le linee di forza dei vari stati della materia influisce su di essi.

                     
Figura 5. Effetto dell’azione dei Raggi sulla rotazione dei centri di forza
 
Ogni vortice di forza è paragonabile a un piccolo motore elettrico le cui parti sono composte di materia eterica che i nostri occhi non vedono. Come è possibile regolare il verso e la velocità di rotazione e dei motori, allo stesso modo è possibile variare il verso e la velocità di rotazione dei centri. Ogni centro di forza nell’uomo nei vari stati di materia che compongono il corpo dell’Uomo, è un vortice di energia che ruota sotto l’influenza di una corrente positiva e negativa che agisce su di esso, generata dall’azione dei Sette campi di forza dei Raggi. Quando le polarità s’invertono, s’inverte la direzione della rotazione del campo di forze, i chakra descritti come dei loti si ribaltano: i petali dal basso si rivolgono verso l’alto. Quando il flusso s’inverte cambia direzione, il vortice di energia si dirigerà verso l’interno o l’esterno secondo la direzione in cui il centro stesso sta ruotando.
 
I chakra o centri energetici del corpo umano sono fondamentalmente legati all’aspetto Fuoco dell’uomo, cioè al suo spirito divino. Sono in collegamento ben preciso con la Monade, con l’aspetto volontà, con l’immortalità, con l’esistenza, con la volontà di vivere, e con i poteri inerenti allo Spirito. Non sono collegati con l’oggettività e la manifestazione, ma con la forza, o i poteri della vita divina.
 
I chakra e le loro polarità sono dinamici e mutevoli; cambiano talvolta anche istantaneamente, invertendosi o modificandosi, sia a causa di interazione polare con altre persone o esseri viventi, sia per sopravvenute variazioni interiori negli psichismi. Ogni volta che cambia qualcosa in un chakra, anche gli altri subiscono degli assestamenti.
 
Un essere umano in manifestazione oggettiva ruota ugualmente sul suo asse, o intorno al suo punto centrale, sua principale fonte di animazione; questo lo porta nel raggio d’attività di altri uomini, di altri atomi umani. Analogamente egli tende alla cooperazione o coesione, oppure alla separazione o repulsione. Nella coesione l’identità è mantenuta.
 
Nella Croce è nascosta la Luce. La verticale e l’orizzontale creano per mutuo attrito; una Croce vibrante scintilla, e ha origine il movimento. Quando la verticale si appropria dell’orizzontale sopravviene il pralaya[11]. L’evoluzione è il movimento dell’orizzontale verso la positività verticale. Nel segreto della direzione sta la saggezza nascosta; nella dottrina dell’assorbimento sta la facoltà guaritrice; nel punto che diventa la linea e la linea che diventa la croce sta l’evoluzione. Quando la croce oscilla verso l’orizzontale sopravviene la salvezza e la pace del pralaya[12].
 
Ogni centro o chakra è un vortice energetico che ruota sotto l’influenza di una corrente positiva e negativa che agisce su di esso nello stesso modo in cui il rotare di un motore elettrico ruota quando sono applicate le correnti elettriche. Come la rotazione del motore elettrico può essere arrestata, così il moto dei centri può essere arrestato, allora essi si disintegrano, la forma si dissolve: è il pralaya. L’arresto del motore avviene quando la corrente che crea uno dei due campi magnetici si annulla. Nel nostro caso quando cessa l’oscillazione verticale: i Raggi non tagliano più le linee di forza della materia.
 
La seconda rotazione dell’uomo avviene lungo un’orbita. Questa è la rivoluzione di una sfera di vita, non solo intorno al proprio asse, ma lungo un percorso sferoidale, o orbita, intorno ad un punto centrale. In rapporto all’uomo, questa può essere considerata come la rivoluzione della ruota della vita, ossia il percorso discendente di un’entità attraverso i tre piani inferiori fino all’incarnazione, seguito dal percorso ascendente.
 
La corrispondenza nel Macrocosmo è rappresentata dalla forza che manipola le nebulose cosmiche, e che con il suo moto rotatorio vorticoso le trasforma infine in pianeti, o corpi sferoidali. Ciascuno di questi pianeti è un’espressione della “volontà di vivere” di qualche entità cosmica, e la forza che impresse il moto rotatorio, la forza che costruì, che solidificò, e che continua a mantenere unita la forma è la forza di qualche Essere cosmico.
 
Molti i fuochi che roteano; molte le ronde che rivolvono; ma solo quando i colori complementari riconosceranno la loro sorgente, e il tutto sarà armonizzato ai sette, si vedrà il compimento. Si vedrà allora ogni colore al suo giusto posto, e la cessazione della rotazione. (Stanza XIII)

[1] Stanza III di Dzyan.
[2]T. Subba Rao dice a pag. 20 degli Esoteric Writings: “Come regola generale, dovunque sette entità siano citate nell’antica scienza occulta dell’India a qualunque proposito, dovete supporre che quelle sette entità vennero in esistenza da tre entità primarie, e che queste tre entità a loro volta procedono da una singola entità o monade. Per fare un esempio familiare, i sette raggi colorati nel raggio solare si sviluppano dai tre raggi colorati primari; e i colori primari coesistono con i quattro colori secondari nel raggio solare. Analogamente le tre entità primarie che portarono in esistenza l’uomo coesistono in lui con le quattro entità secondarie che sorsero dalle diverse combinazioni delle tre entità primarie”. Nella terminologia cristiana, sono le tre Persone della Trinità e i sette Spiriti davanti al trono. Confronta “Il nostro Dio è un fuoco che consuma” Ebrei, XII, 29. Vedi Trattato del Fuoco Cosmico, p. 63.
[3] Mosaico di Brahma tratto da http://laviaalchemica.over-blog.it/article-assan-farid-dina-04-85678419.html
[4] Lanu, il nome dato allo studente (chela), è un’estensione di Anu l’Atomo. L’uomo è un particolare atomo.
[5] Letteralmente, “Maestro divino”.
[6] Catechismo Senzar, Dottrina Segreta I.
[7] A. Besant, Studio sulla Coscienza.
[8] La Terra ruota sul suo asse e intorno al Sole, a sua volta il sistema solare ruota attorno a un centro nella galassia e così via.
[10] Come per la simbologia vista per il III Logos.
[11] Pralaya, periodo di riposo, di dissolvimento, che può essere planetario, cosmico o universale. È la sparizione in piani più elevati dell’essere manifestato. Avviene la stessa cosa per l’uomo: quando è incarnato sulla terra, egli è un pilastro di luce che discende dallo spirito verso il basso attraverso tutti i piani, fino a raggiungere il corpo fisico; quando egli muore e la sua costituzione si disgrega, il pilastro di luce è attratto dal basso verso l'alto fino a raggiungere nuovamente i regni spirituali, il che significa la sua sparizione dai piani cosmici inferiori.
[12] Trattato dei Sette Raggi V, “Stanze per discepoli”, pag. 767.
LA LEGGE DI QUINTA INVERSA NEI SUONI E NEI COLORI
 
H.P. Blavatsky in scritti destinati agli studenti e successivamente  riportati nel terzo volume della Dottrina segreta fornisce informazioni relative ai colori che caratterizzano l’atomo umano o uovo aurico.
 
Durante gli stati di veglia l’uomo appare come una forma nebulosa viola pallido entro un cerchio azzurrastro ovale, su cui brillano in vibrazione incessante i colori prismatici. Predomina il colore il cui principio corrispondente è più attivo abitualmente. Per esempio, l’Uovo Aurico di un uomo, a causa delle attività continue dell’aura pranica, non è solo una massa di colori scintillante, ma è ugualmente un organo vivente produce suoni armonici quando le emozioni e i sentimenti si trovano su un piano alto, e viceversa e suoni orribili e discordanti, quando i pensieri e le emozioni sono caratterizzati da odio avidità e basse passioni.       

       
Figura 1. I colori dell’uomo negli stati di veglia  
 
Durante il sonno l’Uomo Spirituale è libero, i colori che appartengono agli elementi spirituali nell’uomo, cioè Giallo, Buddhi; Indaco, Manas Superiore; e l’Azzurro dell’Involucro Aurico, saranno difficilmente discernibili o mancheranno del tutto. Nello Yogi i “principi” del Quaternario inferiore scompaiono interamente. Non sono visibili né il Rosso, il Verde, il Rosso-Viola, né l’Azzurro aurico del Corpo; null’altro che le vibrazioni appena percettibili delle sfumature dorate del Principio pranico e una fiamma viola striata d’oro che si sprigiona verso l’alto dalla testa, nella regione dove sta in riposo il Terzo Occhio, e termina in punta.
 
H.P. B, precisa che se dal mondo dell’illusione, o dell’uomo vivente come egli è sulla nostra Terra, soggetto soltanto alle sue percezioni sensorie, passiamo in quello della semi-illusione, e osserviamo i colori naturali stessi, o quelli dei princìpi, cioè se cerchiamo di scoprire quali siano quelli che nell’uomo perfetto assorbono gli altri, troveremo che i colori si corrispondono e diventano complementari nel modo seguente:
 
    Viola - SI
1. Rosso – DO’     Verde – FA
2. Arancione - RE      Azzurro - SOL
       3. Giallo - MI      Indaco[1] - LA
   Viola - SI
 
Il Giallo, è il complementare dell’indaco. Il colore Arancio, è il colore complementare del Blu ed è in rapporto diretto con l’uomo quale entità intelligente. Il SI, il Viola, apparentemente non ha un complementare, è complementare di se stesso. Completata la serie dei sottotoni partendo dal DO’ di colore rossosangue del desiderio, si giunge al DO di colore Rosso Arancio, che come scrive H.P.B.: “non è una combinazione di Arancione e di Rosso, ma il vero Rosso spirituale.
Figura 2. Coppie di Colori e legge di quinta inversa
 
A. Reghini, ha constatato che le Sette Note scritte ordinatamente in modo che ogni corda sia seguita dalla sua Quinta, si succedono nell’ordine: DO’–FASI MI–LA RE–SOLDO, descrivendo così una stella a sette punte. Nel nostro caso, anziché seguire la serie, di frequenze crescenti (dal DO al DO’), sempre seguendo la legge di Quinta, si procede in modo inverso nella serie dei sottotoni dal DO’ al DO, ottenendo cosi tre le note e colori complementari.
 
Con legge di Quinta inversa, seguendo la scala musicale dei sottotoni, il Rosso DO’ raffreddandosi, si trasforma nel Verde FA, e poi l’Arancione RE si trasforma nell’Azzurro SOL, e infine il Giallo Mi si trasforma nell’Indaco LA.
 
Verde e Rosso, sono colori intercambiabili, poiché il Verde assorbe il Rosso, essendo nelle sue vibrazioni tre volte più forte di questo; e il Verde è il colore complementare dell’estremo Rosso. Questo è il motivo per cui il Manas Inferiore e il Kama sono rappresentati rispettivamente come Verde e Rosso. L’Arancione è il colore delle vesti degli Yogi e dei Sacerdoti buddhisti, il colore del Sole e della Vitalità Spirituale, come pure del Principio Vitale (Prana). Viola è il colore della controparte più eterea del Corpo dell’uomo, il polo opposto come vibrazione e sensibilità, rispetto al Rosso.
 
Il Rosso corrisponde al DO, la prima nota, il Viola al MI, la settima nota con essa si conclude l’intervallo di Ottava, la formazione dell’involucro fisico e poiché il corpo fisico non è un Principio, è il colore del suo doppio eterico.
 
Il Maestro D.K. precisa che: “Vorrei tranquillizzare la vostra mente riguardo ai colori che, come da me elencati, contrastano con quelli indicati da H.P.B. In realtà non è così ed entrambi usiamo gli stessi schermi di coloro che hanno occhi per vedere. Uno schermo non è tale se riconosciuto ed io non offro la soluzione. Posso comunque dare qualche indizio. Nei libri di occultismo si possono indicare i colori complementari uno per l’altro”.[2]
 
  • Il Blu e l’Indaco, essendo correlati in senso cosmico e non semplicemente analoghi, si possono intercambiare allo scopo di velare. Il vero Indaco è il Blu della volta celeste in una notte senza luna. Blu, a causa del suo legame con l’Indaco e del rapporto con l’uovo aurico; proprio come il Logos Solare è definito il “Logos Blu” (letteralmente Indaco), così nel colore dell’uomo perfetto e dell’involucro aurico mediante il quale si manifesta predomina il Blu. Il corpo causale agisce da sintesi di questi colori nella vita dell’Ego che si reincarna, così come il raggio di sintesi fonde tutti i colori della manifestazione logoica.
  • Arancio, che è il colore complementare del Blu ed è in rapporto diretto con l’uomo quale entità intelligente. Egli è custode del Quinto principio, Manas, nella sua relazione con la totalità della personalità. L’Arancio come complementare del Blu è nel Manas Superiore, nel Quinto Principio, dunque detiene il segreto per i Figli della Mente.
   
Nell’uomo perfetto il Rosso sarà assorbito dal Verde; il Giallo diventerà uno con l’Indaco; il Giallo-Arancione sarà assorbito dall’Azzurro, il Viola resterà fuori dal Vero Uomo, benché a lui collegato. O, traducendo i colori: Kama sarà assorbito nel Manas inferiore; Buddhi diventerà uno con Manas; Prana sarà assorbito nell’Uovo Aurico; il corpo fisico resta collegato, ma fuori dalla vera vita[3].
 
  • Il Giallo è complementare dell’Indaco e il colore del secondo aspetto.
  • Il Verde è la base dell’attività della natura. Il Verde stimola e risana, attività che appartengono al cuore.
  • Il Viola è un raggio di sintesi, per tutto ciò che riguarda la forma, infatti è il colore del doppio eterico. Questo colore, nasconde il segreto del suono fisico. La nota SI, e il suo colore il Viola, nell’intervallo di ottava assumono la massima frequenza di vibrazione.
     
Viola è il colore della controparte più eterea del Corpo dell’uomo, il polo opposto come vibrazione e sensibilità, rispetto al Rosso. Prana sarà assorbito nell’Uovo Aurico; il corpo fisico resta collegato, ma fuori dalla vera vita.
 
Il Maestro D.K. sottolinea che colore deriva come parola da celare: “Il colore è dunque ciò che nasconde”.
 
  • Nel rapporto tra Indaco, Blu e Giallo è celato un segreto.
  • Il rapporto tra Verde, Arancio e Rosso ne cela un altro.
  • Nel rapporto fra Blu, Rosso e Viola è celato ancora un altro mistero     
 
Come già vi ho detto il significato esoterico dei colori exoterici non è stato ancora completamente rivelato. Alcuni di quei significati sono stati impartiti da H.P.B., ma il loro senso non è sufficientemente compreso. Darò un’indicazione da considerare con attenzione. Alcune informazioni concernenti il colore e il suono contenute nella Dottrina Segreta si riferiscono al primo sistema solare, altre invece a una parte del secondo. La distinzione naturalmente non è stata notata, ma quale fatto basilare, oggetto di studio nelle scuole più recenti, sarà una grande rivelazione.[4]

[1] Nella ruota dei colori, il complementare del giallo è il viola, anziché l’indaco. I due colori sono vicini, è sufficiente spostarsi verso il giallo-arancio, per ottenere in indaco-viola.
[2] A.A. Bailey, Lettere sulla Meditazione Occulta, lettera VII.
[3] H.P. Blavatsky, Dottrina Segreta III, Insegnamenti orali.
[4] Ib.
ANTAKARANA PONTE DI SUONI E COLORI
 
Verde e Rosso, sono colori intercambiabili, poiché il Verde assorbe il Rosso, essendo nelle sue vibrazioni tre volte più forte di questo; e il Verde è il colore complementare dell’estremo Rosso. Questo è il motivo per cui il Manas Inferiore e il Kama sono rappresentati rispettivamente come Verde e Rosso. Il colore del manas superiore ove dimora il loto egoico è indaco. Il vero Indaco è il Blu della volta celeste in una notte senza luna. Nel disegno Atma, è rappresentato come un Sole bianco che risplende sull’Uovo Aurico[1]. Ricordando che la scala musicale e i colori, secondo il numero delle vibrazioni, vanno dal mondo della Materia grossolana, a quello dello Spirito, la serie del colori inizia dal Rosso, il DO, il desiderio, e termina col violetto, il SI colore del contenitore della Vita, il Prana.
 
Figura 1. Simbolismo di colori e forme geometriche dell’Uomo-Uovo
 
La stella con una punta in basso, di color rosso sangue, simbolo dell’uomo nel suo aspetto infernale, rappresenta Kama, il desiderio, che abbraccia la mente inferiore rappresentata dal triangolo verde capovolto. L’altra stella, di colore arancione  con la punta verso l’alto rappresenta il corpo vitale dell’uomo rappresentato a gambe e braccia divaricate. Nella punta superiore vi è un triangolo blu con la punta rivolta in alto che rappresenta la mente spirituale o superiore. Sulla punta della stella di colore arancio vi è Buddhi, la Ragion Pura, è rappresentata col simbolo delle Dee Madri (Iside), una falce lunare crescente, su cui splende Atma, il Sole dello Spirito. La via verso Buddhi è visualizzata da un canale che collega i due triangoli della mente inferiore e superiore. Tale canale è detto Antakarana.
 
I simbologisti orientali, fin dai primi tempi hanno collegato la Mente spirituale dell’uomo e quella animale, l’una con l’indaco o vero azzurro, privo di verde; e l’altra con il verde puro. L’indaco, l’azzurro intenso è il colore intensificato della volta celeste, per denotare la tendenza all’alto di Manas Superiore verso Buddhi, l’Anima celestialmente spirituale. L’indaco, o azzurro cupo, è il complemento del giallo nel prisma, pertanto, Manas Superiore è il completamento di Buddhi. Ad esempio, il Corpo Aurico (Corpo Causale) conterrà parecchio verde, colore della Mente formale o Inferiore, se l’uomo è un sensuale materialista, come invece conterrà molto azzurro scuro, se la Mente Spirituale prevale sul Manas Inferiore.
 
Figura 2. Simbolismo dell’antakarana
 
Deve esistere una testa di ponte fra i veicoli della Personalità e il Sé Spirituale. Questo legame, è lAntakarana è descritto come un Ponte Arcobaleno[2]. Questo ponte, è visualizzato come un canale Verde perché la sua costruzione inizia nel Manas Inferiore, che sale verso l’Azzurro-Indaco del Manas Superiore. Il canale tra il perituro e l’imperituro, attraverso il Nucleo Centrale del Sé Superiore, forma il Sigillo del Potere Adamantino e della Visione Diretta e Folgorante: il Vajra tibetano. Nello schema del microcosmo proposto da H.P. Blavatsky, l’Ego Divino tende con la sua punta all’insù di colore Blu verso Buddhi, mentre l’Ego umano con la sua punta all’ingiù di colore Verde gravita verso il basso,  immerso nella Materia, collegato con la sua mente soggettiva superiore solo dall’Antakarana.
 
Quando si presenta un colore, guardatelo, e se non è quello buono respingetelo. Fermate la vostra attenzione soltanto su Verde, Indaco e Giallo. Questi sono colori buoni. Essendo gli occhi collegati con il cervello, il colore che più facilmente vedrete sarà quello della personalità … Il Verde metallico è il Manas Inferiore, il Giallo metallico è l’Antahkarana, l’Indaco metallico è il Manas. Questi vanno osservati, e quando il Giallo metallico si fonde con l’Indaco, siete sul piano di Manas.[3]
 
Il terminale inferiore dell’Antakarana è posto nel Chakra del Cuore sede della percezione attiva. I chakra sono situati sulla superficie del doppio eterico, a circa sei millimetri dalla superficie del corpo fisico e appaiono come delle piccole depressioni di materia che rotea velocemente. I chakra poco sviluppati mandano una debole luce e le loro particelle eteriche si muovono lentamente, mentre negli individui più sviluppati essi pulsano e brillano di luce viva, come dei piccoli soli. La loro dimensione varia da 5 a 15 centimetri di diametro.
 
Figura 3. Vortice o Chakra del Cuore
 
 
Al centro della figura tradizionale del Chakra del Cuore, l’Anahata chakra, l’Antakarana è visibile sotto forma di un canale che termina con un triangolo capovolto. La corolla del chakra o più precisamente del vortice è composta di 12 petali (vibrazioni), il numero delle divisioni dell’OM e dei nomi del Sole. Tutti i petali di ogni loto hanno associata una sillaba, un suono dell’alfabeto sanscrito. All’interno del loto come Yantra vi è un doppio triangolo, simbolo delle energie sonore. L’antilope, come tutti gli animali usati nelle allegorie sacre, riveste il significato di una virtù. In questo caso simbolo della velocità, rappresenta l’Elemento Aria del Chakra Cardiaco. Il suono-seme associato al bija mantra[4] è YAM. Sopra il simbolo seme vi sono Isvara e la sua Shakti. Il Colore tradizionale associato al loto del cuore è il Verde. La nota musicale, associata a questo chakra è il FA.
 
Figura 4. Vortice o Chakra Basale
 
 
L’altra figura tradizionale che ha nel suo simbolo il canale terminale di Sushumna col triangolo col vertice in basso, è quella del loto a quattro petali situato alla base della spina dorsale. All’interno del loto ardente a quattro petali di color Rosso come Yantra vi è un quadrato, e un elefante bianco con sette proboscidi, simboli della solidità e dell’elemento Terra su cui appoggia il triangolo terminale del canale Sushumna. Kundalini lucente come il lampo, con il fulgore di dieci milioni di soli, giace addormentata e arrotolata tre volte e mezzo, quanti sono i giri completi per giungere al centro della testa. La sua testa copre l’ingresso di Sushumna. Le sue spire rappresentano Sattva, Rajas, Tamas, la mezza spira rappresenta l’interazione tra questi tre principi. La Kundalini, è una Forza, un Potere, e quindi una Shakti[5]. Il suono associato al bija mantra è LAM. Sopra il simbolo seme vi sono Brahma dalla Quattro facce bambino e la sua Shakti. Il Colore associato è il Rosso. La nota musicale, associata a questo chakra è il DO.
 
Figura 5. Terminale superiore dell’antakarana
 
 
Il terminale superiore del Ponte Antakarana che è nella Triade Spirituale, ha la sua corrispondenza nel settimo chakra, quello della testa, detto dai 1000 petali o vibrazioni. Nei mille petali del loto sono contenute tutte le lettere e Suoni. Questo loto ha nel suo cuore un loto più piccolo a Dodici petali di colore bianco in cui è inscritto il triangolo chiamato Kamakala, che simbolicamente raffigura la sede della Shakti Suprema, cioè la Forza Cosmica non individualizzata. È di colore bianco ed è orientato verticalmente con il relativo imbuto che punta verso il cielo. Il suono associato all’altro centro della testa, quello fra gli occhi, l’Ajna è OM, il suono mantra associato al centro della Testa è collegato con Shiva, il Rigeneratore la pronuncia allungata della Sillaba del suono AUM, cioè  M. La nota musicale, associata a questo chakra è il SI.
 
Il Chakra del cuore si trova al centro dei Sette Chakra e svolge un’importante funzione nella salita dell’energia di Kundalini. Le due energie  che scorrono lungo la spina dorsale sono attivate dall’azione congiunta dei due chakra dai 12 petali o Suoni-Vibrazioni. Il Maestro D.K ci informa che: “Quando testa, cuore e centro di base sono in rapporto magnetico e dinamico, con effetti d’irradiazione, essi influenzano il nervo vago[6] e tutti i fuochi del corpo si unificano ed elevano, purificando e “aprendo tutte le porte”. Non è il nervo vago che serve a ridestare il fuoco di Kundalini, ma è l’inverso.
 
Il segreto del Fuoco si cela nella seconda lettera della Parola Sacra. Il mistero della Vita sta celato nel cuore. Quando il punto inferiore vibra, quando il triangolo sacro rifulge, quando il punto inferiore, il centro e l’apice sono collegati e il Fuoco circola, quando similmente arde il triplice apice, allora i due triangoli, il maggiore e il minore, si fondono in un’unica fiamma che consuma il tutto[7].
 
I due triangoli, il maggiore e il minore sono rappresentati nel chakra del cuore. Il punto inferiore è il centro basale dove risiede Kundalini, il Fuoco per Attrito; il punto superiore è il centro della testa. L’Agni Yoga attribuisce una grande importanza al Centro del Calice. Ci viene detto che il centro del Calice è vicino al serbatoio del sangue, poiché il sangue è il mezzo del nostro passaggio o incarnazione sulla Terra. Il Calice dovrebbe coincidere con il Centro del Cuore.
 
Chi capisce la relazione fra il Calice e  Kundalini saprà come il padre trasmette al figlio il regno terreno. Kundalini è il padre, che stimola l’ascesa. Il Calice è il figlio, risvegliato dal padre … Il Calice del conseguimento dà inizio all’azione. Così niente è respinto, ma solo rafforzato. L’Occhio di Brahma è il naturale completamento di questa successione.[8]
 
Fra i componenti delle aure progredite, è specialmente raro vedere il verde smeraldo e il nobile rubino che generano un contrasto reciproco. Il primo denota sintesi, e il secondo l’auto-sacrificio del conseguimento. Nelle aure torbide si possono osservare tracce di entrambi, ma vederli puri è raro quanto lo sono la sintesi e il conseguimento. Lo smeraldo è vicino al Calice, e il rubino all’Occhio di Brahma.[9]
 
Brahma è il creatore del mondo materiale, il colore rosso rubino è a lui associato. Il Padre Brahma, trasmette al Figlio il regno terreno, in questo caso il Figlio è l’uomo spirituale. Kundalini è il Padre, cioè la potente energia nella Materia. Brahma è associato al chakra basale a 4 petali, Shiva al Chakra del centro della testa, e Vishnu al loto del cuore. Shiva è la Coscienza pura. Shakti è l’energia femminile l’emanazione diretta dell’Eterna Radice, l’aspetto femminile della Causa Creatrice, la Grande Madre dell’Universo che perché Forza Vitale risiede nel corpo dell’uomo al centro più basso con Brahma. L’Occhio di Brahma è l’Occhio di Kundalini, la sua Shakti. Il compimento dello Yoga è l’unione dei due, quest’unione è Laya, o dissoluzione. Sia Shiva sia Shakti sono la Coscienza, ma mentre il primo ne costituisce l’aspetto Tamas statico e immutabile, Shakti costituisce l’aspetto Rajas, cinetico, attivo. Il centro del cuore Armonizza i Due opposti.
 
Tre fiamme, quindi il Calice del Conseguimento e poi il terzo occhio — ciò fa parte del Nostro Mistero.[10]… Allora il Grande Ierofante tornava con un calice di una bevanda rossa e diceva: “Prendi e bevi dal tuo calice; vuotalo e guarda il mistero del suo fondo”. Sul fondo stava l’immagine di un uomo supino, attorniato da un serpente disposto in cerchio, e una scritta diceva: “Tu stesso sei colui che tutto dà e tutto riceve”. [11]
 
Le Tre fiamme sono di Kundalini del Serpente igneo: Ida a sinistra, Pingala a destra, e Sushumna al centro, che salgono dalla base spinale attivando l’Occhio della Conoscenza, il Terzo Occhio. Ida, di colore bianco, possiede la qualità fredda dell’energia, sale serpeggiando dalla base sinistra di Muladhara fino alla narice destra ed è associato alle energie fresche, lunari. Pingala, di colore rosso, possiede la qualità calda dell’energia, sale anch’essa serpeggiando ma dalla base destra fino alla narice sinistra e la sua energia è solare e infuocata. Sushumna è il canale centrale e scorre dalla base della spina dorsale  fino alla sommità del capo (Chakra Sahasrara). Nel foro di Sushumna, o di Brahma detto Brahmarandhra, dimora la dea dormiente Kundalini come sua forza interna. Quando si risveglia, Kundalini fuoriesce dalla sommità del capo, in quella zona che viene detta dell’osso della fontanella, proprio come una delicata fontana rinfrescante. I fiori di loto dei chakra sono rappresentati con le corolle rivolte verso il basso, l’ascesa di Kundalini le fa rivolgere verso l’alto.
 
Kundalini prende la direzione indicata dalle qualità e dalle virtù dell’uomo in cui alberga. Quando il Serpente di Fuoco é desto, si lancia là dove può trovare alimento. Se è la parte inferiore quella che offre alimento, là si dirige e là si ciba: è come un pozzo senza fondo, un vero abisso consumando e distruggendo l’uomo fisico. Al contrario, se è la parte superiore quella che lo attrae, si dirige verso l’alto e allora, solo allora, il sé inferiore o uomo inferiore, raggiunge l’Unione con il Sé Superiore o Uomo Divino. Quando Kundalini si risveglia comandata dal Centro dei Cuore, allora il suo Mistero è completamente rivelato: l’uomo interiore, il Figlio fatto a somiglianza del Padre abbandona la vecchia pelle e riconosce di essere quel Serpente Igneo.
 
Ida e Pingala sono semplicemente il diesis (#) e il bemolle (b) del FA (della natura umana) la nota fondamentale e la nota mediana nella scala dell’armonia settenaria dei princìpi – quando toccata in modo corretto essa sveglia le guardie su entrambi i lati del Manas Spirituale e del Kama fisico, e sottomette l’inferiore con il superiore. Ma questo effetto deve essere prodotto dall’esercizio della forza di volontà e non attraverso la soppressione scientifica o esercitata del respiro.
 
Sapendo che il diesis innalza di un semitono la nota e viceversa il bemolle lo abbassa di un semitono, il FA diesis, ida, è una nota diversa dal FA e si trova un semitono più in alto del FA e a un semitono più basso del SOL, mentre il FA bemolle, Pingala, corrisponde al MI[12]. Nello schema dato da H.P. Blavatsky:
 
  • Pingala, il FA bemolle, cioè MI corrisponde a Buddhi;
  • Ida, il FA diesis, corrisponde al SOL bemolle.
   
Sappiamo che il SOL corrisponde all’involucro aureo, o corpo causale, pertanto il SOL bemolle posto a metà fra il FA e il SOL spinge l’energia di Ida nel corpo causale. Allo stesso modo il FA diesis, spinge l’energia di Ida verso Buddhi, la Ragion pura. Scrive H.P. Blavatsky:
 
Se uno studioso, per esempio, volesse rendere operativo Buddhi, dovrebbe intonare le prime parole del Mantra sulla nota MI. Ma dovrebbe inoltre accentuare ulteriormente il MI e produrre mentalmente il colore giallo corrispondente a questo suono e a questa nota, su ogni lettera M in “OM MANI PADME HUM;” questo non perché la nota porta lo stesso nome nel Sanscrito dialettale o anche nel Senzar, perché non è così, ma perché la lettera M segue la prima lettera, e in questa formula sacra è anche la settima e la quarta. Come Buddhi è la seconda; come Buddhi-Manas è la seconda e la terza combinate.
 
Partendo come riferimento dal LA a 440 Hz, con il DO a 256 Hz, il MI è a 330 Hz, a un’ottava inferiore è a 115 Hz, e a due ottave inferiori a 62,5 Hz.
 
Il Centro del Calice o del Cuore ha come colore il Verde Smeraldo secondo l’Agni Yoga e il rosso rubino è quello dell’occhio di Brahma, quello del chakra basale, di Kundalini. Il colore rosso sangue di Kama, del desiderio è del chakra solare, la sede delle emozioni, il rosso sangue è il colore della volontà asservita al desiderio, il suono del DO, nell’ipertono superiore del DO’.
 
Figura 6. I Sette vortici o Chakra
 
 
Come il loto del Cuore ha la quarta posizione, quella mediana, nei sette chakra o loti, così il FA ha posizione mediana nelle sette note musicali. Prendendo come centro il Cuore, si possono tracciare tre circonferenze che individuano i seguenti rapporti:
 
  1. Tra il primo chakra, base della spina, e il settimo chakra, centro della testa.
  2. Tra il secondo chakra, sacrale organi riproduttivi, e il sesto chakra, centro Ajna tra gli occhi.
  3. Tra il terzo chakra, solare ombelicale, e il quinto chakra, centro della gola.
     
Il Quarto chakra funge da ponte di collegamento tra le energie sottili superiori e quelle grossolane inferiori. Infine possiamo tracciare una croce passante per il quarto centro che divine in quattro le tre circonferenze.

[1] I grafici curati da Boris de Zirkoff, che non si ritrovano nell’edizione italiana della Dottrina Segreta pubblicata da Sirio, viceversa si trovano in H. P. Blavatsky Collected Writings, volume XII. Boris de Zirkoff (1.902-1.981) pronipote di H.P. Blavatsky è stato il curatore delle Raccolta degli scritti della sua prozia.
[2] Il disegno con il Ponte Arcobaleno è tratto dal libro “Il Gioiello nel Loto” di Douglas Baker, edito da Crisalide.
[3] H.P. Blavatsky, Insegnamenti Orali.
[4] I Bija (seme) Mantra sono suoni molto potenti che hanno effetti rilevanti ed istantanei. Om, il Mantra di Ajna, è il padre di tutti i Bija Mantra.
[5] Shakti ha due significati principali: esotericamente è l’Energia della Divinità, exotericamente è la sua controparte femminile, la sua Energia.
[6] Il nervo vago parte dal midollo allungato e si porta, attraverso il foro giugulare, verso il basso nel torace e nell'addome. I 2 nervi vaghi destro e sinistro sono tra i più importanti del corpo nonché i più lunghi e i più ramificati tra i nervi cranici.
[7] A.A. Bailey, Il Trattato del Fuoco Cosmico, Stanza I.
[8] Agni Yoga, 549.
[9] Agni Yoga, 535.
[10] Agni Yoga, 465.
[11] Agni Yoga, 520.
[12] Nella scala pitagorica l’intervallo tra il MI e il FA, e tra il SI e il DO successivo è di un semitono, mentre tra tutte le altre note è di un tono.
IL CANTO DEGLI ARMONICI
 
Avvicinatevi al pianoforte ed eseguite in chiave bassa le sette note dell’ottava inferiore, su e giù. Incominciate pianissimo crescendo dalla prima chiave, ed avendo suonato fortissimo l’ultima nota inferiore, ritornate diminuendo, producendo con l’ultima nota un suono quasi impercettibile … ricordate che sul pianoforte dovete invertire l’ordine: iniziate con la settima nota, non con la prima. Ecco il significato delle sette vocali che i sacerdoti egizi cantavano ai sette raggi del sole nascente e a cui rispondeva Memnone.[1]
 
La serie inversa dei sottotoni, acusticamente, è una sequenza di suoni discendenti, una progressione armonica provenienti dall’Unità. La sua esistenza è dimostrata acusticamente, anche se la sua presenza come un fenomeno naturale è molto più velata (esoterica), rispetto all’onnipresente serie d’ipertoni.
 
Dall’Unisono del Monocordo Solare 1/1, per successive divisioni di corda, partendo dalla distanza di riferimento Terra Sole[2], si genera una serie di Ottave a frequenza sempre maggiore, dette Ipertoni, in un crescendo di frequenze, di “voci”, tendendo a frequenze prossime all’infinito /1.
 
Prima del Suono era il Silenzio, il Pralaya della filosofia Indù. Dal Silenzio, poi scaturì la Vibrazione Sacra, AUM, il primo movimento: la Volontà Creatrice. Dall’Indifferenziato scoppiò, assordante, la sinfonia creatrice, la vibrazione che gli astrofisici ipotizzano nel Big Bang. Questa “musica delle particelle elementari” implica che anche noi, formati da queste particelle, siamo frequenza musicali.
 
Il fisico J. Sternheimer[3] ha scoperto che ad ogni molecola del corpo corrisponde una specifica melodia. Egli afferma che per ogni particella atomica corrisponde una frequenza inversamente proporzionale alla massa, di conseguenza più ci allontaniamo dall’Unità originaria per azione della Diade che crea continue forme sempre più piccole, e più aumentano le frequenze.
 
La serie di ipertoni (frequenze che tendono a /1) genera le particelle elementari di materia. I “fisici di superstringa” sono convinti che la realtà del mondo non sia costituita da particelle puntiformi, ma da stringhe, da piccole corde, infinitamente piccole, che si estendono nello spazio a una dimensione. Ogni particella contiene un filamento che danza, vibra, oscilla. Le stringhe, sono fili infinitamente corti e sottili: sono lunghe un milionesimo di miliardesimo di miliardesimo di miliardesimo di centimetro (10-33 cm, miliardi di miliardi di volte più piccoli di un nucleo atomico) e di spessore nullo.
 
  • In principio fu la corda. Che subito iniziò a vibrare. E la sua musica, una sinfonia cosmica, diede corpo e forma a tutte le cose del mondo.
 
Alla base di tutto ciò che ci circonda, vi sono minuscole cordicelle chiuse e aperte, che vibrano, vibrano in continuazione componendo infinite sinfonie. Il suono e la musica sono una parte essenziale della nostra vita, ogni vibrazione nella nostra aura, cioè nei campi energetici più sottili che ci circondano, è carica di note musicali in sospensione.  Siamo musica nel profondo, nella più piccola particella del nostro essere, siamo musica nel nucleo del DNA e nella struttura molecolare. Esiste una frequenza unica per ogni individuo, che pare risuonare dall’interno all’esterno in modo particolarmente chiaro e completo. Questa frequenza è specifica del DNA di ogni essere umano.
 
Il ritorno è la strada inversa, è quella dei sottotoni, le molte voci sono fatte tacere una a una, fino a sentire la Voce che parla nel Silenzio.
 
La Scienza Esoterica insegna che ogni Suono nel mondo visibile risveglia il proprio corrispondente suono nei mondi invisibili. Il mondo delle molte e assordanti voci è quello in cui l’umanità fisica è immersa, suoni assordanti che appartengno alla iriade di forme in agitato movimento di cui l’uomo è artefice. Il mondo esteriore è acuto e assordante, viceversa quello interiore quello dello spirito è fatto di toni bassi che tendono verso il silenzio. Di conseguenza, una preghiera, se non è pronunciata mentalmente e indirizzata al proprio “Padre” nel silenzio e nella solitudine del proprio “ritiro,” può avere un risultato più spesso disastroso che benefico. Per produrre buoni effetti, la preghiera dev’essere pronunciata da “chi sa come farsi udire nel silenzio,” quando non è più una preghiera ma diviene un’invocazione un comando. Il segreto motivo per cui Gesù aveva proibito ai suoi uditori di andare nelle pubbliche Sinagoghe,  è lo stesso che induce gli Istruttori dell’antico Insegnamento, a impedire ai propri allievi di andare in luoghi affollati, ora come allora, cioè di entrare nelle chiese, in locali di riunione, a meno che essi non siano in simpatia con la folla.
 
Per la musica umana la lunghezza di riferimento del monocordo in  genere è una corda lunga 120 cm che con un ponticello posto a 60 cm genera il DO1, a frequenza doppia del DO più grave. Il LA sopra il DO centrale al giorno d’oggi è fissato a una frequenza di 440 Hz, e spesso è scritto come “A = 440 Hz” o semplicemente A440, e conosciuto come diapason da concerto.
 
Confrontando il DO del Monocordo Solare con una lunghezza di corda pari a due unità astronomiche UA, con quello del monocordo umano ottenuto con una corda di 120 cm, si ottiene un rapporto di frequenza: 2.493.297.844! L’Uomo che vive nel frastuono delle innumerevoli voci difficilmente percepisce la Voce del proprio Sole Interiore che Risuona nel Silenzio[4].
 
Il suono basso è un sottotono, che può essere emesso in modo vocale, perché è causato dall’oscillazione dei tessuti che si trovano sopra le corde vocali. I tessuti di cui sopra queste pieghe reali focali sono conosciute come le false corde vocali. Usiamo le corde vocali per il parlato e il canto di tutti i giorni.
 
Sul sentiero del ritorno occorre percorrere la Via dei sottotoni a frequenze acustiche decrescenti, fare tacere gli ipertoni, le molte voci, per giungere a udire la Voce che parla nel Silenzio.
 
Le corde vocali non sono altro che membrane che quando sono avvicinate tra loro mentre l’aria passa dai polmoni alla bocca possono vibrare producendo suoni. È solo l’aria che può fare vibrare le corde vocali. L’intensità sonora dipende dalla pressione con la quale le corde vocali sono avvicinate tra loro e non dalla quantità d’aria emessa dai polmoni. Le “false” corde vocali sono situate immediatamente sopra le corde vocali. Ad esempio, se le corde vocali reali stanno cantando una A440 Hz (LA3), al di sopra del DO centrale, impostando le false corde vocali in vibrazione ottimale, si produrrà un sottotono forte di 220 Hz simultaneamente con il tono di 440 Hz tramite le corde vocali reali. Così, si generano due distinte oscillazioni distanziate una perfetta ottava, come ad esempio il canto dei mongoli Tuva.
 
“(un cantante) con la sua voce più bassa canta la melodia, e contemporaneamente la accompagna con un suono simile a quello del flauto; di purezza e dolcezza sorprendenti.”[5]
 
La Repubblica di Tuva, situata al centro esatto dell’Asia, sembra la vera e propria patria dello xomii. Per “xomii”, s’intende un insieme di tecniche di canto armonico che va dalla produzione di armonici acuti (tecnica sygyt, lett. “fischio”) o gravi (tecnica kargyraa). Nella prima tecnica, la lingua va a formare due cavità, e in tal modo il suono sarà scomposto in bordone e armonico, e a quest’ultimo tocca il compito di formare la melodia. Non solo, ma la nota fondamentale è ulteriormente silenziata attraverso la contrazione muscolare, in modo che l’armonico, acuto come un flauto, sia ancora più riconoscibile. Il Kargyraa è una forma di canto di gola degli uomini della repubblica mongola di Tuva, che dispone di un impressionante sub-ottava un sottotono. Il kargyraa, invece, è una tecnica abbastanza simile a quella del canto di alcune scuole monastiche tibetane, capace di produrre un suono grave. Il suono di kargyraa può sembrare costituito unicamente dal tono basso ma, in realtà, è una combinazione delle corde vocali regolari e le false pieghe vocali vibranti simultaneamente. La tecnica del kargyraa è simile a quella usata in alcuni canti tibetani e probabilmente, come quella dei mongoli Tuva, ha origine dalle pratiche sciamaniche pre-buddiste. Nei monasteri questo tipo di canto è ritenuto sacro ed esoterico, e con tale voce profonda vengono cantati lunghi sutra.
 
I suoni Bassi vocali possono essere ascoltati nei canti delle varie tradizioni: la musica liturgica della Sardegna (con la voce tenore basso), il canto armonico umngqokolo delle donne Xhosa, i canti epici delle Repubbliche Altai, Khakassia e Sakha. Il canto basso e profondo utilizzato ritualmente in alcuni rami del buddismo tibetano. Nei monasteri di Gyuto e Gyume per il canto dei mantra si usa il canto armonico introdotto nel Tibet nell’VIII secolo da Padma-Sambhava e in seguito da Tsongkapa (1357 – 1419). Questo tipo di canto gli era stato trasmesso da Maha Bhairava, un’incarnazione del Bodhisattva Avalokiteshvara. L’immagine centrale di Maha Bhairava è un bufalo arrabbiato. Perfino oggi il maestro di questa scuola paragona il loro canto al ruggito di un toro. Ci sono diversi modi di recitare le preghiere: la recitazione dei testi sacri in un registro basso a velocità moderata o cantando con tre stili:
 
  • Ta sung, con parole pronunciate chiaramente su di una scala pentatonica;
  • Gur, con un tempo lento usato nelle cerimonie e principalmente durante le processioni;
  • Yang, con una voce molto grave intonando vocali che producono un effetto armonico.
     
I monaci tibetani del monastero di Gyuto producono un’armonica fondamentale parecchio grave e un decimo armonico corrispondente a una terza maggiore una terza ottava sopra il bordone, mentre i monaci del monastero di Gyume producono un bordone con un dodicesimo armonico alla terza ottava superiore (intervallo di quinta giusta). Si dice che il canto dei monaci di Gyuto rappresenti l’elemento fuoco e i monaci di Gyume esprimano l’elemento acqua. Questi monaci ottengono l’effetto armonico cantando la vocale “O” con la bocca allungata e le labbra arrotondate.
 
Attenzione, poiché le false corde vocali sono in stato dormiente per tutta la vita dell’uomo, è pericoloso chiederle di svegliarsi improvvisamente e vibrare, occorre esercizio con moderata pratica quotidiana. Infine, anche se all’inizio non si ha alcuna idea di come eseguire questo tipo di canto, non avrete dubbi quando avete fatto. Il sottotono risuonerà con tale purezza che si basta sapere che qualcosa di misterioso si trova ancora nella parte posteriore della gola[6].
 
La tecnica canora tipica del Tibet e canto armonico umngqokolo è stata riprese in occidente tramite il canto degli armonici[7]. Attraverso tale tecnica (detta anche overtone chanting) si riescono a produrre con la sola voce sonorità talmente ricche di note, di accordi e di armonici che spesso gli ascoltatori stentano a crederci e pensano che i suoni provengano da un insieme di veri e propri strumenti musicali che suonano assieme. Si genera un canto bifonico, vale a dire che una sola persona emette due serie di suoni distinte e contemporanee: una è rappresentata dal suono base, di solito su un’unica nota, che funge da sfondo e da generatore; l’altra serie è invece costituita da un susseguirsi di suoni molto più acuti del suono base (da cui la parola overtones) che si liberano come per magia. L’ascolto degli armonici produce spesso uno stato mentale, simile a quello sperimentato nella meditazione. I processi mentali rallentano, finché il cosiddetto “chiacchiericcio mentale”, in altre parole ciò che ci separa dal “qui e ora” si placa. Possiamo dire che gli armonici stanno ai suoni e alla musica normale come il corpo sottile sta al corpo fisico, nel senso che gli armonici rappresentano la parte più sottile e spirituale del suono, così come l’aura rappresenta la parte sottile, energetica, dell’essere. Normalmente né l’una né gli altri sono percepibili, ma in particolari condizioni, come nella meditazione, possono divenirlo, producendo un’espansione della coscienza.
 
Anche alcuni strumenti producono suoni armonici, in modo ricco e chiaramente udibile, in particolare le campane o ciotole tibetane. Tra i numerosissimi strumenti musicali inventati dall’uomo nel corso dei secoli, le campane tibetane sono forse quelle che hanno le maggiori valenze sul piano meditativo e terapeutico. Le campane tibetane sono degli oggetti particolari e di difficile reperibilità che riproducono il suono dell’OM originario scaturito dall’Uovo Cosmico. La forma della campana tibetana, è una ciotola che appare come la metà inferiore dell’Uovo aperto.
 
Sono simili a coppe e sono forgiate con una lega di sette metalli corrispondenti ai sette pianeti: oro-Sole, argento-Luna, ferro-Marte, mercurio-Mercurio, stagno-Giove, rame-Venere, piombo-Saturno. L’importanza dei sette metalli in rapporto ai sette chakra è dovuta al fatto che ogni chakra corrisponde a un pianeta e, quindi, a un metallo, si crea così una concordanza di fase tra la campana e il chakra su cui è posata. Grazie a ciò il suono che producono è ricco di armonici, poiché ogni metallo vibra a una diversa lunghezza d’onda, e quindi un’unica percussione produce un accordo di più note. La diversa grandezza e spessore fanno poi sì che ogni campana abbia il suo peculiare accordo, più grave o più acuto, maggiore o minore, su una tonalità o su un'altra. Le Ciotole Tibetane producono suoni in armonia e trasmettono queste vibrazioni sia a chi le suona sia a chi le ascolta, sintonizzando positivamente l’organismo squilibrato e sostenendo una condizione di prolungato benessere. La ciotola si suona colpendo o strofinando l’orlo con un mazzuolo di legno oppure rivestito di pelle di camoscio.
 
Secondo il materiale di cui è costituito il batacchio usato, una stessa campana può produrre suoni diversi, più acuti e metallici col legno vivo, più gravi e caldi col legno rivestito di pelle o gomma e ancora più basso con le bacchette di feltro usate per i tamburi. Oltre alla percussione, è possibile suonare le campane strofinandole circolarmente sul bordo superiore; si ottengono così suoni assai particolari ed eterei, meno avvertibili a livello fisico ma di grande impatto a livello emozionale e soprattutto spirituale.

I lati e bordo della tazza vibrano producendo un suono basso. Quando si aggiunge acqua a una campana tibetana e si suona seguendo il bordo con un maglio il suono della campana è accompagnato da increspature sulla superficie dell’acqua, questa vibrazione può causare l’increspatura della superficie dell’acqua che può essere seguita da schemi d'onda di superficie più complessi e infine dalla creazione di gocce.
 
Figura 1. Campana tibetana
 
Se la campana è tenuta sul palmo della mano, quando si percuote una campana tibetana, si creano delle forti vibrazioni che si propagano lungo il braccio o lungo il punto cui è appoggiata la campana stessa. Le vibrazioni delle campane tibetane richiamano la frequenza armoniosa originale e stimolano così il corpo che entra in sintonia con la sua frequenza ritrovando autonomamente le proprie frequenze armoniose. Un altro modo di lavorare con le campane tibetane è quello di tenere la ciotola nella mano sinistra appoggiandola sulla punta delle cinque dita. Fisicamente questa impugnatura consente la massima vibrazione della campana.  

[1] Lettere dei Mahatma ad A. P. Sinnett, lettera n. 13.
[2] La lunghezza di corda riferita al Monocordo Cosmico, per la legge di analogia, sarà la distanza fra il Sole e il centro della costellazione cui appartiene il nostro Sistema Solare.
[3] Joel Sternheimer, La musica delle particelle elementari.
[4] Nel Monocordo Solare, il Sole è posto a metà fra la Terra e le stelle fisse, per cui 2 UA. Nel monocordo di 120 cm il DO’ è situato a 60 cm.
[5] L.P. Potapov, saggio sulla tribù siberiana dei Tuvan, 1931.
[6] http://alexanderglenfield.blogspot.com/. Canto armonico e canto della gola.
[7] A Torino il giornalista Giorgio Lombardi dal 1990 si è perfezionato nell’antica tecnica musicale del Canto degli Armonici (Overtone Chanting). Tiene conferenze, seminari e concerti (da solo o con il suo ensemble “In-Canto Armonico”) in numerose località.
CORPO UMANO - ARPA EOLICA
 
Il corpo è l’arpa dell’anima, e dipende da voi trarne musica dolce oppure suoni confusi[1].
 
 
Negli antichi Misteri la lira era considerata il simbolo segreto della costituzione umana: il corpo dello strumento rappresentava la forma fisica, le corde rappresentavano i nervi, e il musicista lo spirito.
 
Quando una corda vibra, emette una nota udibile, i nervi del corpo umano vibrano e fremono in corrispondenza con varie emozioni, sotto il generale impulso della vitalità circolante del Prana, producendo in tal modo ondulazioni nell’aura psichica della persona, che si traducono in effetti cromatici. Il sistema nervoso umano, come un tutto, può essere considerato simile ad un’arpa eolica, rispondente all’impatto della forza vitale, che non è un’astrazione, ma una realtà dinamica, e manifesta le più sottili sfumature del carattere individuale con fenomeni di colori.
 
Il corpo è un’arpa eolica provvista di due serie di corde: una d’argento puro e l’altra di budello. Quando l’alito del Fiat divino accarezza soavemente la prima, l’uomo diventa simile al suo Dio, ma l’altro gruppo di corde non percepisce quest’alito. Occorre un vento terrestre potente, pervaso d’effluvi animali per far vibrare le sue corde animali.
 
La funzione della mente fisica inferiore consiste nell’agire sugli organi fisici e le loro cellule, ma è solo la mente superiore che può influenzare gli atomi, in interazione in quelle cellule, la quale interazione è l'unica in grado di stimolare il cervello, mediante il “canale spinale centrale”, ad una rappresentazione mentale d’idee spirituali che trascendono qualsiasi oggetto di questo piano materiale. I fenomeni della coscienza divina vanno considerati come delle attività della nostra mente su un altro piano più elevato, manifestantisi per mezzo di qualcosa di meno sostanziale che le molecole in movimento del cervello. Non si possono spiegare come la semplice risultante dei processi fisiologici cerebrali, perché in realtà questi processi non fanno che condizionarli o dar loro una forma definitiva affinché possano manifestarsi in modo concreto. Secondo l'insegnamento dell’Occultismo, le cellule del fegato e della milza sono le più sottoposte all’azione della nostra mente “personale”, mentre il cuore è, per eccellenza, l’organo tramite il quale l’Ego “Superiore” agisce per tramite del Sé Inferiore[2].
 
Il corpo umano, si mostra proporzionato secondo gli accordi musicali, ma anche nei suoi i ritmi fisiologici. Il battito cardiaco e il ritmo respiratorio, ad esempio, stanno tra loro come cioè: f2/f1 = 4/1 = 4 = Do’’.
 
Ogni suono che ascoltiamo, sia esso prodotto dalla voce umana, da uno strumento musicale o da un’altra sorgente, si compone di specifiche vibrazioni che hanno la proprietà grazie al principio fisico di risonanza di mettere in vibrazione certe specifiche aree del nostro corpo, influenzando in positivo o in negativo il flusso delle energie vitali e il sistema nervoso. La risonanza agisce su tutti i corpi dell’universo, dal più piccolo atomo alla galassia più grande, che vibrano in accordo alla Nota che li permea o li attraversa.   
 
[1] Kahlil Gibran , il Profeta.
[2] H.P. Blavatsky, Azione psichica e azione noetica.
INTONAZIONE SILLABE SACRE
 
AUM consiste di due vocali e una semivocale, la quale ultima deve essere prolungata. Come la Natura ha il suo FA, così ogni uomo ha il suo, essendo l’uomo differenziato dalla Natura. Il corpo può essere paragonato allo strumento e l’Ego al suonatore. Cominciate a produrre effetti su voi stessi; poi, a poco a poco imparate ad agire sui Tattva[1] e sui Principi; imparate dapprima le note, poi le corde, poi le melodie. Una volta che lo studente è padrone di ogni corda, può cominciare a essere un cooperatore della Natura e degli altri. Può allora, grazie all’esperienza che ha acquisito della propria natura, e mediante la conoscenza delle corde, far vibrare quella che sarà benefica in un altro, e servirà così da nota chiave per risultati vantaggiosi.
 
OM è in realtà AUM (AUM si pronuncia come OUM), il Triplice Suono, e quindi la sua completezza è fatta di 10 elementi: 3+7; questa è la formula che unisce il Quaternario alla completezza della Decade, in un ciclo senza fine, in cui Unità, Tetractis, e Completezza del Pleroma, si uniscono.  Quando si pronuncia la parola AUM, le prime due lettere A e U si combinano e formano il suono “O”. Con la sua triplice natura, la sua forma speciale e il suo suono unico, OM si presta a una serie di particolari interpretazioni simboliche.
 
1. “A” PRINCIPIO
  • Simboleggia il primo stato di coscienza, lo stato di veglia; in questo stato la coscienza è rivolta verso l’esterno attraverso le porte dei sensi.
  • La “A”, la prima lettera in ogni alfabeto, si pronuncia spalancando la bocca, e risuona nella gola.
   
2. “U” TRANSIZIONE
  • Rappresenta lo stato del sonno. In questo stato di assenza di desiderio, la coscienza dell’individuo è rivolta verso l’interno.
  • La “U”, si pronuncia cominciando a chiudere la bocca, Il suono “U” trasferisce la sensazione vibratoria alla parte posteriore della bocca.
   
3. “M” SONNO PROFONDO
  • Rappresenta lo stato del sonno profondo (che risiede tra il sonno e lo stato di veglia), lo stato di Non Coscienza del mondo della forma.
  • La “M”, si pronuncia a labbra strette, a bocca chiusa. Equivale a chiudere la porta al mondo esterno, per raggiungere il centro del nostro essere, alla ricerca della verità ultima.   
 
4.  Nel Quarto stato di Coscienza, conosciuto in Sanscrito come Turiya, la coscienza sembra né verso l’esterno né verso l’interno, né le due insieme. A questo satoo è associato un Suono, esso però, è trascendentale e consiste nel silenzio che segue i tre suoni del mantra. È un “Suono Inudibile”, un momento di assoluta contemplazione che rappresenta l’Immanifesto.
 
Gli stati di coscienza sono in realtà sette che saranno completamente sviluppati al termine della nostra evoluzione, quattro inferiori e tre superiori, e precisamente dal più basso al più alto, sono: (1) veglia; (2) dormiveglia; (3) sonno normale; (4) sonno indotto o di trance; (5) psichico; (6) superpsichico; (7) puramente spirituale. La Dottrina Segreta afferma che: “Colui che s’immerge nella luce di Oeaohoo (le Sette mistiche vocali) non sarà mai ingannato dal Velo di Maya”. Queste sette vocali, possono essere pronunciate come una, tre, o anche sette sillabe, aggiungendo una “e” dopo la lettera “o”.
 
Gli antichi Romani, nei loro templi, anziché Sette, usavano solo Cinque vocali (A, E, I, O, U) con significato occulto.

La vocale “U” risuona sopratutto nella zona dei genitali e nella pancia (non è forse a caso che la parola “utero” inizi con la vocale U); la “O” si sente invece risuonare un po’ più in alto, tra l’ombelico e il diaframma, mentre la “A” vibra chiaramente nel petto. La vocale “E” si colloca ancora più in alto, circa tra gola e testa, ed infine la “I” risuona più in alto di tutte, nella testa, dando l’impressione che il suono spingendo verso l’alto, voglia fuoriuscire dalla sommità del capo. È importante far notare che i cantanti quando si esercitano, vocalizzano con “a”, “o”, “i”, “e”, “u”. Ecco ciò che viene consigliato:
 
  • Per dare una larghezza dei toni devi cantarli con la vocale “o”.
  • Per dare forza al movimento in modo che vada esattamente al suo posto, devi utilizzare “i”.
  • Affinché il tono abbia un allargamento, devi cantarlo con “e”.
  • Affinché il tono raggiunga la propria funzione, invece, canterai con “u”. La cosa più difficile è cantare con “u”.
  • La “u” è l’obiettivo finale. Perciò i cantanti la sostituiscono con “e” e con “i”. Obbligatoriamente bisogna cantare con “u”. La legge della ”u” è diversa, non potete eluderla. Quando l’uomo scende sulla Terra per mettere in ordine i suoi affari “u” lo aiuterà. Essa è armonia con le forze terrestri. Qualcun altro vuole mettere in ordine i suoi affari nel Cielo. Prima nella Terra e poi nel Cielo, l’evoluzione è un movimento dal basso verso l’alto.         

Nell’uomo, la “A” corrisponde al corpo grossolano, la “U” al corpo sottile e la “M” al corpo causale. AUM racchiude in se l’alfabeto completo, perché la sua enunciazione parte dalla parte posteriore della bocca (A), lo attraversa (U), raggiungendo infine le labbra (M). “M” è il terzo elemento, mormorato con le labbra leggermente chiuse. Esso risuona davanti alla bocca e ronza in tutta la testa. Questo suono rappresenta il sonno profondo e senza sogni. Il quarto suono della OM, esiste all’interno del silenzio, alla fine della sacra sillaba. Non c'è né un oggetto né un soggetto da osservare. Tutti sono uno e niente. Questa è la notte cosmica, l’intervallo tra i cicli di creazione, il grembo della Madre Divina.
 
Figura 1. OM
 
Siate prudenti, voi tutti che leggete: non usate queste parole invano, o in collera, per non rischiare di diventare voi stessi la prima vittima sacrificale, o, quel che è peggio, di danneggiare coloro che amate. La parola AUM o OM, che corrisponde al Triangolo superiore, se pronunciata da un uomo molto pio e puro, attirerà o risveglierà non solo le Potenze meno elevate dimoranti negli spazi planetari e negli elementi, ma anche il suo Sé superiore, o il “Padre” entro di lui. Pronunciato da un uomo buono della media, contribuirà a rafforzarlo moralmente, specialmente se tra due “AUM” egli medita intensamente sull’AUM entro di lui, concentrando tutta la propria attenzione sull’ineffabile gloria. Ma guai all’uomo che lo pronuncia dopo aver commesso qualche grave peccato: egli con questo non farà che attirare nella propria impura fotosfera Presenze e Forze invisibili, che altrimenti non avrebbero potuto passare attraverso il divino Involucro.

 
[1] I sette Elementi-Principio. I Tattva come Principi della Natura, sono categorie dell’esistenza astratta, fisica e metafisica. Come “Elementi”, sono la “realtà” che si trova dietro l’apparenza fenomenica, su cui lavora la coscienza.
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